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Liberamente tratto da una storia vera - Ricerca e Cooperazione

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Conclusioni<br />

La logica brevettuale sta dunque diventando lo strumento<br />

per privatizzare la vita del pianeta, in favore di chi possiede<br />

i soldi per trasformare un bene comune in profitti<br />

privati, senza alc<strong>una</strong> attenzione ai diritti umani, alla<br />

difesa della salute e dell'ambiente.<br />

Da qualche anno alcuni stati del Sud cercano di utilizzare<br />

i Diritti di Proprietà Intellettuale a proprio vantaggio<br />

brevettando le proprietà di piante e di altri organismi<br />

naturali per ricavarne un gua<strong>da</strong>gno.<br />

Questo crea due grossi problemi alle popolazioni e alle<br />

piccole comunità locali: il primo è la trasformazione delle<br />

risorse naturali in merce il cui valore viene attribuito in<br />

“moneta” (si pensi al <strong>da</strong>nno economico per tali popolazioni<br />

se fossero costrette a pagare per l’utilizzo di sostanze<br />

che loro stesse hanno usato e preservato per secoli),<br />

il secondo è decidere a chi spettano i profitti che derivano<br />

<strong>da</strong>lla messa sul mercato delle risorse naturali (si<br />

tenga presente che normalmente questo compenso va a<br />

finire nelle casse degli Stati che spesso mostrano elevati<br />

livelli di corruzione).<br />

A tutto ciò va ad aggiungersi che le attività di ricerca,<br />

estremamente costose, sono oggi per la maggior parte<br />

condotte <strong>da</strong> soggetti privati (istituti di ricerca, aziende) e<br />

che la ricerca pubblica (enti statali, università) nei Paesi<br />

più poveri è progressivamente scomparsa a partire <strong>da</strong>lla<br />

fine degli anni Ottanta. La ricerca privata, per il suo rivolgersi<br />

ai profitti, non presta attenzione ai problemi che<br />

affliggono la parte più po<strong>vera</strong> della popolazione con<br />

conseguenze gravissime soprattutto nei settori sanitario<br />

e agricolo.<br />

Alcuni segnali di svolta positivi ci<br />

sono: nell’ultimo decennio sono<br />

stati stipulati accordi meno vincolanti,<br />

nati per riconoscere e tutelare<br />

i diritti degli agricoltori e i saperi<br />

tradizionali.<br />

Nel 2001, la Dichiarazione di<br />

Doha su “Diritti di Proprietà<br />

Senza patente<br />

Per la libera circolazione dei diritti<br />

ll llll lllllllll l lllllllll lll<br />

Intellettuale e Salute Pubblica” ha chiesto la massima<br />

flessibilità nella applicazione dell’Accordo sui brevetti,<br />

con l’intento di assicurare il diritto alle cure per<br />

tutti, soprattutto ai Paesi più poveri.<br />

Il National Institute of Health ha dichiarato che non chiederà<br />

più brevetti, con<strong>da</strong>nnando la prassi di concedere il<br />

brevetto sulle scoperte (come ad esempio le proprietà<br />

di <strong>una</strong> pianta).<br />

Il Trattato sulle Risorse Genetiche Vegetali per<br />

l'Agricoltura e l'Alimentazione (ITPGRFA) proposto<br />

<strong>da</strong>lla FAO ed entrato in vigore nel 2004, ha come<br />

obiettivi la conservazione e l'uso delle risorse genetiche<br />

vegetali e la «ripartizione equa dei benefici che derivano<br />

<strong>da</strong>l loro uso, in armonia con la Convenzione sulla biodiversità».<br />

La Convezione sulla Diversità Biologica,<br />

approvata a Rio de Janeiro nel 1992, è finalizzata a prevenire<br />

e combattere alla fonte le cause della significativa<br />

riduzione della diversità biologica.<br />

Questi interventi contrastano con la logica dei Diritti di<br />

Proprietà Intellettuale. La sfi<strong>da</strong> che oggi ci si pone è quella<br />

di conciliare per l’appunto diritti all’apparenza così<br />

distanti tra loro.<br />

La nostra Campagna vuole promuovere la sensibilizzazione<br />

e la mobilitazione della società civile europea a<br />

sostegno dei diritti delle popolazioni del Sud e per il<br />

cambiamento delle attuali disposizioni per la protezione<br />

dei DPI; per la denuncia e la prevenzione delle azioni<br />

di biopirateria e, più in generale, per un approccio<br />

della ricerca scientifica più orientato alle necessità dei<br />

Paesi del Sud del mondo. Attraverso la<br />

Campagna si mira quindi a promuovere<br />

anche un più generale cambiamento<br />

culturale, in direzione di <strong>una</strong> riscoperta<br />

del ruolo positivo delle conoscenze<br />

tradizionali locali nei processi<br />

di sviluppo socio-economico e di<br />

autodeterminazione dei popoli del<br />

Sud, in contrasto con le tendenze<br />

prevalenti all’uniformità scientifica<br />

e culturale.<br />

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