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ANNO XXXVII - N.1 APRILE 2009<br />

e un fazzoletto rosso nel taschino. Ho<br />

avvisato le suore e il giorno dopo andai<br />

da loro a prendere la bicicletta.<br />

Vedendomi che tremavo, la Superiora<br />

mi disse: “Non aver paura,<br />

noi suore saremo in cappella fino<br />

al tuo ritorno a pregare”. Lo trovai<br />

nel posto stabilito, già che mi aspettava,<br />

con la voce tremante spiegai<br />

minuziosamente anche a lui il nostro<br />

problema e le nostre paure, gli indicai<br />

dove si trovava la casa e lui mi<br />

assicurò che la sera stessa sarebbe<br />

andato a vedere, e così fece, diagnosticando<br />

quanto aveva intuito la Superiora.<br />

Ma ora come fare per ricoverarlo<br />

in ospedale? Le vie del signore sono<br />

infinite! Carlo si ricordò che suo cugino<br />

don Albino Perosa, cappellano<br />

al Tempio Ossario di Udine era<br />

membro dei partigiani dell’Osoppo,<br />

nonché amico del prof. Pieris noto<br />

chirurgo del tempo all’ospedale di<br />

Udine, anch’egli simpatizzante dell’Osoppo.<br />

Ritornai dalle suore e dissi<br />

a suor Giuseppina: Ora tocca a lei<br />

mettersi in contatto con don Perosa<br />

per combinare il tutto; e così fece.<br />

Carlo portò di sera il ragazzo dai<br />

cappelli rossi all’asilo, e l’indomani<br />

con la corriera andarono all’ospedale,<br />

dove erano al corrente di tutto.<br />

Andò tutto bene e riuscirono successivamente<br />

a fargli raggiungere il comando<br />

inglese.<br />

Ora restava il problema per gli<br />

altri tre, perché il comando tedesco<br />

che si trovava nel mio paese sospettava<br />

qualcosa. Così mio fratello ed<br />

un suo amico, recuperarono questi<br />

ragazzi e li portarono, uno di nome<br />

Peter a Santa Marizzutta ( piccolo<br />

paese di 3 famiglie ) gli altri due li<br />

portarono a Virco, altro paese nelle<br />

vicinanze. Uno dei due si chiamava<br />

Bill, il più anziano, il capo, con un<br />

tatuaggio sul braccio a forma di serpente,<br />

l’altro più giovane si chiamava<br />

Tom. Restarono a Virco fino alla<br />

liberazione. Abbiamo poi saputo<br />

che tutti e quattro si salvarono ed è<br />

stata una grande gioia per tutti noi.<br />

Nel 1945 a guerra conclusa il Maresciallo<br />

Britannico H. R. Alexander,<br />

comandante supremo delle Forze<br />

Alleate del Mediterraneo, ha voluto<br />

consegnare un certificato di merito<br />

per esprimere gratitudine e riconoscenza<br />

per l’aiuto dato, ai soldati<br />

delle Forze Alleate, a tutti coloro che<br />

si adoperarono per salvarli.<br />

Storia be indossato una camicia a quadretti<br />

20 Fanti<br />

V I C E N T I N I<br />

Diario di Guerra<br />

di un Fante di Meledo Angelo Gastaldi<br />

Quello che leggerete, è il riassunto<br />

di un piccolo spaccato<br />

di vita militare del tempo<br />

di guerra, vissuta dal Fante di<br />

Meledo Angelo Gastaldi, matricola<br />

n° 27.325, com’è scritto assieme a<br />

moltissime altre cose sul suo foglio<br />

matricolare, tutto registrato con puntigliosa<br />

precisione militaresca.<br />

Non ha avuto decorazioni, e il suo<br />

periodo di servizio inizia il 5 gennaio<br />

1943 con la chiamata alle armi,<br />

e termina il 15 luglio 1946 quando<br />

viene collocato in congedo illimitato<br />

“a mente”, come dice il foglio matricolare,<br />

della circolare 40.001/ 26 del<br />

4. 7. 1946.<br />

Questi, se volete, i dati ufficiali entro<br />

i quali si articola la storia militare<br />

personale di questo Fante, presso<br />

nell’ingranaggio della guerra, un ingranaggio<br />

che disegna una storia ben<br />

più grande di quella del nostro Angelo<br />

che, comunque, di essa è parte.<br />

Quel 4 gennaio del 1943, mi sono<br />

alzato alle sei del mattino per andare<br />

alla fermata della corriera per<br />

Vicenza, dove mi sono trovato assieme<br />

ad altri, con altri due paesani<br />

assieme ai quali avrei dovuto essere<br />

al Distretto Militare di Vicenza entro<br />

un certo orario.<br />

Il mezzo di trasporto che avevamo<br />

scelto, il solo a disposizione, la corriera<br />

appunto, era in ritardo a causa<br />

delle pessime condizioni della strada,<br />

e sovraccarica di gente all’inverosimile,<br />

tanto che l’autista dice che<br />

non può fa salire più nessuno.<br />

Noi tre militari ci guardiamo in faccia<br />

e, senza perderci in discussioni,<br />

prendiamo la decisione d’avviarci a<br />

piedi, per raggiungere la nostra destinazione.<br />

Eravamo abbastanza allenati, e<br />

questo ci permise di arrivare al “Distretto”<br />

alle due del pomeriggio,<br />

dopo una passeggiata tran<strong>qui</strong>lla e<br />

spensierata, ben lontana dalla realtà<br />

che ci sarebbe toccata nel prossimo<br />

futuro.<br />

Eravamo in molti, in attesa di assegnazione<br />

ai vari reparti operativi,<br />

Lavori di ripristino lungo la linea ferroviaria<br />

distrutta dai bombardamenti, nei pressi di<br />

Bologna.<br />

e per passare la notte, ci portarono<br />

in un dormitorio che, sicuramente,<br />

aveva visto passare tutti i militari del<br />

distretto vicentino.<br />

Il mattino seguente dopo la rituale<br />

visita medica, ci assegnarono al<br />

“Corpo”, e io fui destinato al 15°<br />

Reggimento di Fanteria a Salerno,<br />

assieme ad altri di quelli che avevano<br />

dormito nel mio dormitorio.<br />

La sera stessa ci inviarono a Padova<br />

per prendere la “tradotta”che,<br />

dopo due giorni di viaggio, ci fece<br />

scendere a Salerno.<br />

Accompagnati dalla “Ronda<br />

armata”siamo arrivati in caserma,<br />

assegnati alla Compagnia di pertinenza,<br />

il posto letto in camerata e,<br />

dopo qualche giorno, divisa, corredo,<br />

gavetta, borraccia e fucile. Iniziò<br />

l’addestramento che terminò alla<br />

fine di gennaio.<br />

Il 25 gennaio nuovo trasferimento,<br />

100° Reggimento di Fanteria<br />

ad Ebola dove rimasi, tra marce ed<br />

istruzioni, fino al 28 giugno.<br />

Ancora una nuova destinazione,<br />

questa volta la Grecia, via terra per<br />

Mestre, al 313° Reggimento di Fanteria<br />

a Larisa, 7^ Compagnia, 2°<br />

Battaglione, con specifico incarico<br />

di scorta ai convogli di viveri e altri<br />

materiali bellici, troppo spesso<br />

attaccati dalle bande dei partigiani<br />

ellenici.<br />

Arrivai a Larisa il 18 luglio e non

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