Cenerentola a Portofino - Area Marina Protetta Portofino

dalla stanza più inviperita che mai.
Il giorno dopo Cenerentola ricevette l’ordine di mangiare solo
pane; l’acqua era già l’unica cosa che beveva. La matrigna e le
sorellastre, invece, sapendo di avere di nuovo la situazione in
pugno, festeggiarono strafogandosi con ogni ben di Dio.
Per infliggerle una punizione ancor più dura, le fu tolto il giaciglio,
costringendola a dormire per terra e le venne ordinato di non
uscire da quella casa, se non per lavorare o attingere acqua.
Passò un’altra settimana e il principe, per nulla rassegnato a non
rivedere più la misteriosa fanciulla, organizzò un nuovo ballo.
Da quel momento la matrigna, per evitare sgradite sorprese,
ordinò a Cenerentola di non uscire di casa e il giorno stabilito per
la festa, la rinchiuse in cantina.
Come era già avvenuto le altre volte, verso sera la matrigna e le
sue figlie uscirono per recarsi al palazzo del principe.
La giovane ragazza, seduta al centro della stanza dove era stata
imprigionata, si rendeva conto che non sarebbe mai riuscita ad
uscire dalla casa per andare al ballo. Nella penombra, tra botti e
giare da olio, sentiva ancor più la mancanza di qualcuno che le
volesse anche solo un po' di bene. In realtà non sapeva neppure
cosa significasse essere amati, forse somigliava a ciò che aveva
provato quando si era trovata vicina al principe?
Un rumore però la distolse da quei pensieri. Era il battito d'ali di
Rossino, che si posò sul davanzale dell'unica piccola finestra di
quella cantina e sembrò guardarla qualche attimo per poi volare
via. Solo lui, così piccolo, era riuscito ad entrare da una fessura
tra le solide assi di legno che sprangavano la finestra.
Qualche minuto dopo, la giovane iniziò a sentire alcuni leggeri
ticchettii provenienti dall'esterno, che si fecero sempre più forti
fino a divenire assordanti. Quando cercò di spiare dalla piccola
apertura tra le assi di legno, vide Rossino e tantissimi altri uccelli.