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psicoin<br />

rivista dell’ordine degli psicologi delle marche<br />

direttore responsabile<br />

Bernardo Gili<br />

redazione<br />

Commissione Cultura<br />

Coordinatrice<br />

Patrizia Vetuli<br />

Giuseppe Lavenia<br />

Marco Massaccesi<br />

Anna Maria Mensà<br />

Luca Pierucci<br />

Collaboratori<br />

Silvia Greganti<br />

Milo Montelli<br />

Giuseppe Narciso<br />

impaginazione<br />

Valentina Conti<br />

Registrato il 19.06.2000<br />

Presso il Tribunale di Ancona<br />

Con il n. 8/2000<br />

Quadrimestrale<br />

Poste Italiane S.p.a. – Spedizione in A.P. 70%<br />

D.C.B. Ancona<br />

recapiti<br />

Redazione<br />

Ordine degli Psicologi delle <strong>Marche</strong><br />

Corso Stamira, 29 - 60122 Ancona<br />

info@ordinepsicologimarche.it<br />

Patrizia Vetuli<br />

p.vetuli@libero.it<br />

Per conoscere le norme redazionali<br />

consultare il sito internet<br />

www.ordinepsicologimarche.it<br />

© Copyright 2011 by affinità elettive<br />

vicolo Stelluto, 3 - 60121 Ancona<br />

www.edizioniae.it e-mail: info@edizioniae.it<br />

Tel. e Fax: 071 9941852 Cell. 333 7778153


Indice<br />

In fondo<br />

In fondo... sono solo parole<br />

di Marco Massacesi 40<br />

La pagina del Presidente<br />

Bernardo Gili*<br />

La pagina del Presidente<br />

Bernardo Gili 3<br />

Editoriale<br />

di Patrizia Vetuli 4<br />

Sono straordinarie le riflessioni<br />

che l’articolo della Prof. Silvia Vegetti<br />

Finzi ci suggerisce.<br />

come valori irrinunciabili, ci evochi<br />

il viaggio entro cui si formano<br />

le motivazioni e le convinzioni che<br />

Psicoterapia<br />

Per via di porre, per via di levare<br />

Considerazioni su psicoterapia e psicoanalisi<br />

di Marina Severini 5<br />

Soprattutto, il passaggio che ci ricorda<br />

come molti malesseri della<br />

vita quotidiana sono da ricondurre<br />

alla solitudine dell’uomo tardo-moderno<br />

che, uscito dal guscio protet-<br />

molti giovani colleghi percorrono, e<br />

che è preludio alla caratterizzazione<br />

della figura dello Psicologo del primo<br />

secolo del secondo millennio.<br />

Professionista lontano da quei pri-<br />

Psicologia<br />

Adolescenza e violenza. Gruppo infanzia-adolescenza<br />

dell’Ordine degli Psicologi delle <strong>Marche</strong><br />

di Giuseppina Ponzella 11<br />

tivo e talvolta oppressivo della identità<br />

precostituita, si trova di fronte<br />

al difficile compito di costruire da<br />

sé. Direi, con parole mie, “attravermi<br />

colleghi che, accolti nel caldo<br />

grembo della ASL o dell’Ente Pubblico,<br />

sono stati protetti e talvolta<br />

oppressi. Un professionista che su-<br />

2 Orizzonti nuovi<br />

Tempo, percezione, sé e identità nella grande rete<br />

di Giuseppe Lavenia 19<br />

so percorsi di cucitura di brandelli<br />

di identificazione e ricerca di intuizioni<br />

e spinte creative”.<br />

Un compito che spaventa e in cui si<br />

bito è costretto a farsi narratore e<br />

protagonista della propria storia, la<br />

quale può spaventare poiché si apre<br />

come una pagina bianca tutta da<br />

3<br />

Intersezioni<br />

tratta di imparare a mobilitare capacità<br />

inventive e creatività di tipo<br />

scrivere, o un vuoto tutto da riempire,<br />

e in cui i punti di riferimento<br />

L’uomo nuovo ha un cuore antico.<br />

Il ritorno delle passioni nella tarda modernità<br />

di Silvia Vegetti Finzi 24<br />

artistico; imparare l’arte della vita,<br />

seguendo il senso artistico e non<br />

fuggire dalla libertà (parafrasando<br />

sono tutti da trovare. Esperienze<br />

paurose e vertiginose, che richiedono<br />

coraggio, forza d’animo e capa-<br />

Il fatto<br />

Exodus e nuove speranze: il caso italiano.<br />

I minori stranieri non accompagnati e tratti psicologici<br />

di Giovanni Siena 33<br />

una importante opera di Fromm).<br />

Azioni che rimandano a un’ulteriore<br />

difficile articolazione fra ‘identità’<br />

e ‘alterità’ quale percorso imprescindibile<br />

e attuale.<br />

cità d’ascolto, in primis di se stessi,<br />

per restare nell’intimità emotiva<br />

senza fuggire.<br />

Inevitabili passaggi critici che preludono<br />

alla individuazione di nuo-<br />

Lavori in corso<br />

Il test di Wartegg secondo il nuovo metodo di Alessandro Crisi.<br />

Come trarne i maggiori frutti<br />

di Francesca Ciancio 37<br />

Non può sfuggire quanto il percorso<br />

evolutivo dell’adolescente, che conduce<br />

al riconoscimento dell’altro<br />

(umanità) e del mondo (ecologia)<br />

ve risorse alla scoperta di nuove capacità,<br />

di nuove competenze.<br />

Percorsi che ci coinvolgono e ci<br />

appassionano.<br />

* Psicologo Psicoterapeuta, Presidente dell’Ordine degli Psicologi delle <strong>Marche</strong>


Editoriale<br />

di Patrizia Vetuli*<br />

* Psicologa Psicoterapeuta, Coordinatrice Commissione Cultura, Web,<br />

Formazione e Comunicazione<br />

Psicoterapia<br />

Marina Severini*<br />

per via di porre, per via di levare<br />

considerazioni su psicoterapia e psicoanalisi<br />

In questo numero, per la sezione gio ha tenuto per il nostro Ordine<br />

dedicata alla Psicoterapia, Marina un seminario per il ciclo Incontri con<br />

Severini nel suo articolo Per via di i Maestri sul tema delle passioni. A<br />

4<br />

porre, per via di levare. Considerazioni<br />

su psicoterapia e psicoanalisi,<br />

presenta un tema di grande interesse<br />

e attualità: il rapporto tra psicanalisi<br />

e psicoterapia. Nella sezione<br />

Psicologia Giuseppina Ponzella,<br />

psicologa e psicoterapeuta dell’età<br />

evolutiva, con Adolescenza e violenza<br />

presenta i risultati del Gruppo<br />

infanzia-adolescenza dell’Ordine degli<br />

Psicologi delle <strong>Marche</strong>.<br />

In Orizzonti nuovi Giuseppe Lavenia<br />

con Tempo, percezione, sé e<br />

identità nella grande rete introduce<br />

il concetto di “distorsione del tempo”<br />

nelle dinamiche legate alla dipendenza<br />

da Internet.<br />

In Intersezioni abbiamo un’autrice di<br />

chiara fama come Silvia Vegetti Finzi<br />

con un contributo dal titolo L’uomo<br />

nuovo ha un cuore antico. Il ritorno<br />

delle passioni nella tarda modernità.<br />

Silvia Vegetti Finzi nel mese di mag-<br />

questo proposito, voglio ricordare<br />

alcuni tra i relatori intervenuti negli<br />

eventi organizzati dal nostro Ordine:<br />

il professor Luigi Zoja, psicoanalista<br />

e saggista, e Roberta Giommi, sessuologa,<br />

nell’ambito del ciclo Incontri<br />

con i Maestri e Gianni Fortunato<br />

con un Seminario sulla Programmazione<br />

Neurolinguistica.<br />

Nella sezione Il fatto Giovanni Siena<br />

ci parla del fenomeno dell’immigrazione<br />

nel suo articolo Exodus<br />

e nuove speranze: il caso italiano. I<br />

minori stranieri non accompagnati e<br />

tratti psicologici.<br />

Per Lavori in Corso Francesca Ciancio<br />

con Il test di Wartegg secondo il<br />

nuovo metodo di Alessandro Crisi.<br />

Come trarne i maggiori frutti.<br />

Marco Massaccesi per In fondo con<br />

un gioco di parole, In fondo…sono<br />

sole parole, esprime la sua sensibilità<br />

poetica.<br />

Il rapporto tra psicoanalisi e psicoterapia<br />

rappresenta un tema non<br />

certo nuovo ma ancora molto attuale,<br />

soprattutto da quando, in<br />

seguito alla legge che regolamenta<br />

l’attività psicoterapeutica, sono<br />

nate in Italia diverse Scuole di<br />

specializzazione in psicoterapia a<br />

orientamento psicoanalitico.<br />

Quando, a fine anni ’90, abbiamo<br />

dato vita all’Istituto ICLeS (Istituto<br />

per la Clinica dei Legami Sociali)<br />

abbiamo voluto che si trattasse di<br />

una Scuola di Psicoterapia a orientamento<br />

psicoanalitico lacaniano e in<br />

quanto analisti ci siamo interrogati<br />

intorno al tema psicoanalisi-psicoterapia<br />

e ancor più su cosa vuol dire<br />

una formazione psicoterapeutica in<br />

linea con la psicoanalisi.<br />

La scommessa presente fin dall’inizio,<br />

e che ci accompagna nel nostro<br />

lavoro di insegnamento e trasmissio-<br />

di specializzazione in psicoterapia,<br />

organizzato com’è ovvio secondo le<br />

modalità previste dalla legge, possa<br />

non solo salvaguardare l’etica della<br />

psicoanalisi, ma ancor più farne la<br />

sua specificità e il suo stile.<br />

Siamo partiti da due considerazioni:<br />

la prima riguarda gli strumenti che<br />

la psicoanalisi ci ha insegnato a usare,<br />

che non sono necessariamente legati<br />

alla confortevole situazione del<br />

setting tradizionale, ma possono essere<br />

adoperati in molteplici contesti,<br />

comprese quelle situazioni (dipendenze,<br />

panico, anoressia-bulimia…)<br />

in cui la domanda sembra assente, i<br />

cosiddetti “nuovi sintomi”.<br />

La seconda considerazione riguarda<br />

il fatto che allo psicoterapeuta<br />

occorre oggi una formazione adeguata<br />

alla clinica della modernità<br />

e l’orientamento lacaniano della<br />

psicoanalisi non si sottrae alla sfi-<br />

5<br />

ne, riguarda la possida dell’epoca attuale, caratterizzata<br />

bilità che un da una sempre maggiore fragilità e<br />

Istituto frammentarietà dei legami sociali;<br />

direi anzi che ci si misura, e si lascia<br />

* Psicologa Psicoterapeuta


mettere alla prova dall’attuale disa- Non solo, dobbiamo aggiungere,<br />

qualcosa senza saperlo e che si trat- Una terapia non come le altre<br />

gio della nostra civiltà.<br />

sapere e guarigione non necessatava<br />

di andare a recuperare questo Non c’è analisi se non terapeutica<br />

A più di dieci anni di distanza, e riamente vanno insieme, e la co-<br />

sapere inconscio. L’inconscio è un dunque, ma la psicoanalisi si di-<br />

con l’esperienza maturata nelle siddetta fuga nella guarigione è lì a<br />

sapere che non è disponibile, un stingue dalla psicoterapia; ho ricor-<br />

quattro sedi italiane dell’Istituto testimoniarlo: il beneficio terapeu-<br />

sapere che non si sa, che non si dato che storicamente la psicoana-<br />

ICLeS (Milano, Venezia, Napoli tico ottenuto può portare infatti<br />

padroneggia. Per questo il metodo lisi nasce quando Freud rinuncia<br />

e Macerata), vorrei provare a dire all’interruzione del lavoro, come a<br />

analitico è basato sull’associazione ai mezzi classici della psicoterapia,<br />

alcune cose sull’articolazione della dire che si guarisce perché non si<br />

libera, che vuol dire parlare senza che sappiamo essere la persuasione<br />

questione e quindi a delineare cosa vuole sapere altro. A ciò dobbia-<br />

esercitare controllo e padronanza, e la suggestione.<br />

vuol dire “psicoterapia (e psicoteramo aggiungere che la psicoanalisi<br />

senza sapere ciò che si dice, a con- Persuasione e suggestione vedono il<br />

peuta) a orientamento psicoanalitico non può che essere terapeutica, perdizione<br />

però di essere impegnati terapeuta teso a influenzare il pazien-<br />

lacaniano”.<br />

ché parte dal sintomo, cioè dalla<br />

nella ricerca della propria verità. te per ottenere l’effetto terapeutico.<br />

sofferenza di un soggetto.<br />

Il sintomo si rivela come un modo L’azione del terapeuta è diversa nei<br />

Psicoanalisi, terapeutica? La nascita storica della psicoanalisi<br />

di dire qualcosa all’insaputa del due casi: nella persuasione si tratta di<br />

Sappiamo che Freud, il padre della è indissolubilmente legata al sinto-<br />

soggetto e insieme un modo di convincere l’altro facendo leva sulla<br />

psicoanalisi, considerava prezioso mo: Freud ha infatti inventato il<br />

godimento, un sostituto anomalo sua ragione e volontà, un po’ come<br />

il lavoro analitico più per il suo metodo analitico nel momento in<br />

di un godimento sessuale (Freud), in una direzione di coscienza laica;<br />

valore di elaborazione, di ricerca cui, avvicinatosi alle strane malate<br />

una soluzione singolare che quel nella suggestione si tratta di influen-<br />

della verità, ovvero di acquisizione dell’epoca, le isteriche, ha deciso<br />

soggetto ha trovato di fronte alla zare il paziente al di là del suo con-<br />

6<br />

di sapere riguardo all’inconscio,<br />

che per i suoi effetti terapeutici.<br />

di ascoltarle, di seguire il loro racconto<br />

e prenderlo sul serio (devono<br />

castrazione (cioè alla perdita di<br />

godimento) che caratterizza tuttrollo<br />

cosciente – l’ipnosi è il mezzo<br />

esemplare, quello più celebre.<br />

7<br />

L’interesse principale di Freud non avere delle ragioni) piuttosto che<br />

ti gli esseri parlanti. È per questo In un suo scritto del 1904, Psicote-<br />

era togliere il sintomo, ma piuttosto considerarle delle simulatrici da<br />

che il soggetto è attaccato al suo rapia, Freud traccia la linea di de-<br />

cercarne la causa, scoprire perché e suggestionare con l’ipnosi.<br />

sintomo, anche se lo fa stare male, marcazione tra psicoanalisi e psi-<br />

come si era formato; si dà il caso, Rinunciando all’ipnosi – pratica<br />

e quindi vuole/non vuole saperne, coterapia facendo riferimento alle<br />

certo, che la guarigione arrivasse, ancora oggi di una certa attualità<br />

e liberarsene.<br />

parole con cui Leonardo da Vinci<br />

ma quasi come un effetto secon- – Freud ha rinunciato alla padro-<br />

La psicoanalisi non può che essere distingueva la pittura dalla scultura:<br />

dario. Ha anche messo più volte nanza e si è messo in una posizione<br />

terapeutica dunque, perché – così la prima opera “per via di porre”, il<br />

in guardia i suoi allievi rispetto al di ascolto verso le sue interlocutri-<br />

come ai suoi inizi storici – all’inizio pittore mette dei colori su una tela<br />

furor sanadi; per imparare qualcosa ci, non più interessato a estirpare il<br />

di ogni psicoanalisi c’è il sintomo. bianca, l’altra “per via di levare”, in-<br />

e per raggiungere qualche risulta- sintomo, a farlo tacere, ma al con-<br />

Ogni psicoanalisi non può che parfatti lo scultore toglie del materiale<br />

to, scriveva infatti Freud, bisogna trario a interrogarlo e ascoltarlo.<br />

tire dal sintomo, dal malessere di per far emergere una forma.<br />

rinunciare a ogni miope ambizione Ha così accettato di lasciarsi guida-<br />

un soggetto alle prese con qualcosa Freud dice che la tecnica della sug-<br />

terapeutica – che si rivela piuttosto re dalle parole delle presunte simu-<br />

che non riesce più a padroneggiagestione opera per via di porre, non<br />

di ostacolo al raggiungimento di latrici, ha capito che quella era la<br />

re (“non posso più…” o “non posso si occupa infatti dell’origine e del<br />

risultati significativi perché spinge strada da seguire, ha scoperto che<br />

fare a meno di…”), qualcosa che senso dei sintomi, ma sovrappone a<br />

a considerare l’altro, colui che sof- le parole – le associazioni libere –<br />

gli sfugge e lo fa stare male, ma essi qualcosa (la suggestione appunfre,<br />

come un oggetto da riaggiusta- avevano effetti sui sintomi corpo-<br />

che è anche in qualche modo una to) allo scopo di toglierli; la terapia<br />

re e non un soggetto da ascoltare e rei delle sue pazienti, che i sintomi<br />

sua produzione, si potrebbe dire analitica al contrario opera per via di<br />

(provare a) capire.<br />

erano un modo di parlare, di dire<br />

un’estraneità molto intima. levare, non vuole introdurre niente


ma piuttosto far venir fuori qualco- sogni, appunto, i sintomi, i lapsus,<br />

suo destino, perché il suo destino dre… o perché nella sua famiglia…<br />

sa, lasciarlo emergere. Nella terapia gli atti mancati.<br />

è anche, sempre, effetto delle sue o poco amato… o troppo… o…), in-<br />

suggestiva sono le parole del terapeu- Necessaria ma pur sempre un’ipotesi,<br />

“scelte”; scelte da intendersi non nel somma una conseguenza automatita<br />

quelle che contano, nella terapia vale a dire che sta a ciascuno di noi<br />

senso del libero arbitrio, ovviamenca di cause esterne; altra cosa è pen-<br />

analitica sono invece le parole del pa- fare una scelta, crederci oppure no,<br />

te, perché hanno a che fare con il sarlo come qualcuno che ha reagito<br />

ziente che, esse sole, permettono di una scelta di assunzione soggettiva.<br />

proprio inconscio.<br />

in quel modo – e non in un altro<br />

far emergere il contesto psichico del- Perché si può benissimo pensare<br />

Fare propria l’ipotesi dell’incon- – agli eventi della sua storia. Solo<br />

la formazione del sintomo. Solo così, che sogni e lapsus siano sciocchezscio<br />

significa rivendicare la re- così diamo una dignità di soggetto<br />

per via di levare, si possono scoprire, ze prive di senso, di cui non vale la<br />

sponsabilità del proprio destino, all’altro che incontriamo nel suo<br />

e trattare, una serie di cose: innanzi- pena occuparsi; si può pensare che<br />

significa, per dirla con Lacan, am- malessere. Del resto, è quello che ha<br />

tutto il conflitto psichico che fa sì che il proprio malessere, il sintomo di<br />

mettere che abbiamo una parte nel fatto Freud a proposito dei nevroti-<br />

i malati si tengano aggrappati alla loro cui si soffre, sia dovuto a una causa<br />

disordine di cui ci lamentiamo. ci quando ha pensato che dovevano<br />

malattia; poi, altra grande scoperta esterna: di volta in volta i genitori,<br />

avere una ragione per ridursi a vivere<br />

che rappresenta una ferita narcisisti- il partner, la sfortuna e, perché no,<br />

Clinica ed etica<br />

una vita così misera; supporre una<br />

ca per l’umanità: l’io non è padrone un DNA ereditato, di cui non si è<br />

Assumersi la responsabilità delle ragione significa già essere interes-<br />

in casa propria. È la pratica analitica certo responsabili.<br />

proprie scelte inconsce, del proprio sati a quella ragione, quindi in una<br />

che permette di cogliere che qualcosa È una tendenza dell’essere umano<br />

destino, è un atto che richiede un posizione di desiderio e di ascolto.<br />

sfugge alla nostra padronanza di noi quella di attribuire la causa fuori di<br />

tempo più o meno lungo di elabo- Solo se pensiamo che il soggetto ci<br />

stessi: questo qualcosa è nientemeno sé. Certo, ci sono eventi che incirazione<br />

e che ha delle conseguenze ha messo del suo nel disagio di cui si<br />

8<br />

che il nucleo del nostro essere, come<br />

dire ciò che abbiamo di più nostro,<br />

dono sulla nostra vita e di cui non<br />

siamo responsabili: essere nati in un<br />

forti in quanto cambia il modo di<br />

guardare la propria vita e le proprie<br />

lamenta, solo allora possiamo pensarlo<br />

in grado di poter cambiare, di<br />

9<br />

di più intimo, è nello stesso tempo il posto anziché in un altro, in una fa-<br />

relazioni. Si tratta di una posizione effettuare una nuova scelta.<br />

più estraneo e sconosciuto. miglia piuttosto che in un’altra, di<br />

etica perché ciascuno la assume a suo La scelta di cambiare è sempre pos-<br />

L’inconscio possiamo conoscerlo, e un sesso anziché di un altro (solo<br />

rischio, senza garanzia. Questa posisibile e nello stesso tempo assoluta-<br />

solo in parte, attraverso le sue for- per dirne alcuni). Siamo però rezione<br />

etica è qualcosa che riguarda mente libera; il discorso della psimazioni,<br />

le sue produzioni, che sono sponsabili – questo ci dice la psicoa-<br />

direttamente la propria pratica di coanalisi è un discorso di libertà e<br />

i sintomi e poi i sogni, le dimentinalisi – della posizione che prendia-<br />

curanti; non a caso Freud conside- di rispetto per ciascun soggetto.<br />

canze, i lapsus… Ecco dunque che mo nei confronti degli eventi della<br />

rava quello del curare uno dei tre È per questi motivi che una for-<br />

entrano in scena, e con un ruolo di nostra vita, perché quella è per così<br />

mestieri ‘impossibili’, proprio per il mazione psicoterapeutica in linea<br />

primo piano, i piccoli fatti margina- dire una faccenda nostra e proprio<br />

fatto che non c’è nessun sapere pre- con la psicoanalisi chiama in cauli<br />

della vita quotidiana, gli effimeri lì, in quella reazione particolare, si<br />

costituito che garantisca alcunché: si sa il desiderio del terapeuta e non è<br />

sogni, gli inciampi del discorso co- manifesta ciò che ciascuno di noi<br />

tratta di vedere, caso per caso, quel- quindi riducibile all’acquisizione di<br />

sciente, tutto ciò che sfugge alla pre- è, quello che può o non può fare,<br />

lo che è possibile, operando “per via una tecnica; il sapere certo è imporsunta<br />

padronanza del nostro io. quello che le sue risorse di soggetto<br />

di levare” e, soprattutto, operando a tante, ma una formazione orientata<br />

gli consentono in quel momento.<br />

partire dal proprio desiderio. dalla psicoanalisi non può che esse-<br />

Responsabili del proprio destino Per la psicoanalisi nessuno è com-<br />

È cosa diversa, infatti, considerare re principalmente etica, perché ri-<br />

Freud ha parlato dell’inconscio pletamente determinato dagli even-<br />

il soggetto con cui abbiamo a che guarda la posizione che il terapeuta<br />

come di un’ipotesi necessaria al fine ti della sua storia, altrimenti non<br />

fare come l’inevitabile effetto di una prende di fronte al soggetto preso,<br />

di spiegare le formazioni dell’in- sarebbe un soggetto. Un soggetto<br />

certa situazione (quante volte siamo e a volte perso, nelle difficoltà dei<br />

conscio, le sue produzioni e cioè i è tale in quanto responsabile del<br />

portati a pensare: è così perché la ma- suoi legami.


Psicologia<br />

Clinica dell’inconscio e attualità so della nostra epoca esalta invece<br />

Si sente dire da più parti che l’epo- il legame con l’oggetto e il mercaca<br />

in cui viviamo, quella del mercato<br />

globale e del capitalismo alleto<br />

ne propone sempre uno nuovo<br />

che, annullando immediatamente<br />

Giuseppina Ponzella*<br />

ato all’ideologia della scienza, non il valore dei precedenti, promette il<br />

sarebbe più l’epoca dell’inconscio godimento sognato. Ma è una corsa<br />

e della psicoanalisi. Il discorso corrente<br />

riduce l’individuo alle sue<br />

funzioni di produttore e consuma-<br />

senza fine che inevitabilmente produce<br />

sempre più soggetti smarriti,<br />

che si lamentano della propria soli-<br />

adolescenza e violenza. gruppo infanzia-adolescenza<br />

dell’ordine degli psicologi delle marche<br />

10<br />

tore, esalta la performance; sembra<br />

evidente, tuttavia, che la spinta<br />

continua al successo, il godimento<br />

presentato come accessibile a tutti,<br />

e quindi obbligatorio, finiscano per<br />

produrre depressione e insoddisfazione,<br />

sfide mortifere e dipendenze<br />

sempre nuove, attacchi di panico e<br />

repentine esplosioni di violenza, per<br />

non dire della solitudine crescente<br />

lamentata dagli abitanti di un villaggio<br />

globale dove tutti sono in<br />

continua comunicazione.<br />

Per la psicoanalisi l’essere umano è<br />

fin da subito preso in un legame con<br />

l’altro, implicato a livello inconscio<br />

in una complessità di relazioni sulla<br />

scena familiare e sociale; il discortudine,<br />

di legami che non tengono,<br />

di un’esistenza sentita come inconsistente.<br />

È qui che la psicoanalisi ha<br />

qualcosa da dire, perché quello psicoanalitico<br />

è, per dirla con Lacan,<br />

un discorso contro-corrente che propone<br />

un legame sociale vivibile.<br />

La clinica dell’inconscio non può<br />

dunque che misurarsi con le sfide<br />

dell’epoca attuale e i suoi paradossi;<br />

la clinica dei nuovi sintomi e della<br />

non-domanda, apparentemente<br />

una clinica senza inconscio, interroga<br />

fortemente la psicoanalisi, in<br />

particolare l’opzione lacaniana che<br />

punta sul legame sociale e aspira a<br />

portare la clinica all’altezza dell’attuale<br />

disagio della civiltà.<br />

Questo lavoro, per ragioni editoriali, si articolerà<br />

in 3 parti:<br />

1. Presentazione del gruppo di lavoro ed excursus<br />

teorico su adolescenza e aggressività.<br />

2. L’adolescente violento<br />

3. Il trattamento istituzionale e bibliografia.<br />

Dott. Giuseppina Ponzella (coordinatrice),<br />

Psicologa-Psicoterapeuta dell’Età<br />

Evolutiva (Modello Tavistock) Conv.<br />

c/o Dipartimento Dipendenze Patologiche<br />

ASUR Zona Territoriale n. 7<br />

Dott. Ludovica Corpaci, Psicologa, Giudice<br />

Onorario presso il Tribunale per i Minorenni<br />

delle <strong>Marche</strong>, Corso di Psicoterapia<br />

Psicoanalitica dell’Infanzia dell’adolescente<br />

e della coppia - ASNE-SIPsIA (Roma)<br />

Dott. Roberta Rossini, Psicologa-Psicoterapeuta,<br />

UMEE ASUR Zona Territoriale<br />

n. 7, Ancona Centro, Scuola Bolognese di<br />

Psicoterapia Cognitiva (Bologna)<br />

Dott. Roberto Ragni, Psicologo, Conv.<br />

c/o Ospedali Riuniti “Umberto I”- Presidio<br />

“Salesi” Ancona<br />

Dott. Laura Vitaloni, Psicologa-Psicotera-<br />

Presentazione del gruppo<br />

L’articolo nasce dagli incontri mensili<br />

di un gruppo formato da 5 psicologi<br />

e psicoterapeuti che per 2 anni e<br />

mezzo si sono visti, conosciuti e da<br />

allora incontrati mensilmente.<br />

Abbiamo letto, pensato e discusso<br />

su materiali vari e di varia estrazione<br />

teorica, come varie sono le nostre<br />

formazioni.<br />

Fin dai nostri primi incontri abbiamo<br />

trovato un focus di attenzione<br />

sulle problematiche relative<br />

al comportamento violento in<br />

adolescenza a seguito delle vicende<br />

di abusi sessuali da parte di<br />

minori su minori che non molto<br />

tempo prima avevano popolato le<br />

cronache dei nostri quotidiani locali,<br />

per non parlare delle notizie<br />

che sempre ascoltiamo o leggiamo<br />

11<br />

bibliografia<br />

S. Freud, Studi sull’isteria (1892-95), Opere I, Boringhieri, 1982.<br />

S. Freud, Psicoterapia (1904), Opere IV, Boringhieri, 1982.<br />

S. Freud, Contributo al problema della scelta della nevrosi (1913), Opere VII, Boringhieri, 1982.<br />

S. Freud, Dalla storia di una nevrosi infantile (caso clinico dell’uomo dei lupi), Opere VII, Boringhieri,<br />

1982.<br />

J. Lacan, Seminario V, Le formazioni dell’inconscio, Einaudi, 2004.<br />

peuta c/o Casa di Cura Privata “Villa Serena”,<br />

didatta c/o Istituto<br />

Italiano di PsicoterapiaRelazionale<br />

sede di<br />

Ancona<br />

su questi argomenti riguardanti il<br />

bullismo e altri comportamenti di<br />

violenza da parte di adolescenti.<br />

Allo stesso tempo, anche il dibattito<br />

nazionale frequentemente si è occupato<br />

di ciò, tanto che proprio nei<br />

giorni della stesura finale si è svolto<br />

J. Lacan, Seminario XVII, Il rovescio della psicoanalisi, Einaudi, 2001.<br />

C. Soler, Lacan, l’inconscio reinventato, Franco Angeli, 2010.<br />

* Psicologa Psicoterapeuta


a Roma un Convegno internaziona- oggettuale. Questo vuole significare<br />

malato si limita a evocare… tra- Questi attacchi ci suonano fale<br />

a orientamento psicoanalitico su in altri termini che il compito dello<br />

slazioni affettuose e amichevoli… miliari. Chiunque ha rapporti<br />

“L’adolescente e la violenza” (orga- sviluppo è quello di una evoluzione<br />

Nella psicoanalisi invece… tutti gli frequenti con i bambini nel loro<br />

nizzato dall’Istituto Winnicott e dal- da una relazione in cui l’oggetto non<br />

impulsi, anche quelli ostili, vengo- ambiente non può non averne un<br />

le Associazioni ASSNE-SIPsIA) nel è riconosciuto davvero come unico,<br />

no risvegliati e utilizzati”. eco o un’immagine da rammen-<br />

quale sono state analizzate le varie altro da sé, verso una relazione in cui<br />

L’aggressività, secondo Freud si matare. Essi possono considerarsi in<br />

forme dell’agire violento a partire da inizia ad esistere un Altro.<br />

nifesta molto presto nel bambino: il origine aggressivi, distruggono<br />

insulti al proprio corpo, a problema- Tutto ciò implica la nascita di un<br />

complesso di Edipo stesso, già dalla magicamente e col tempo e con<br />

tiche affettive, all’aggressione dell’al- senso etico che ha alla base il rispet-<br />

sua prima menzione (L’interpreta- l’acquisizione del linguaggio, l’imtro,<br />

ai comportamenti a rischio. to e il diritto dell’Altro ad esistere,<br />

zione dei sogni, 1900) viene descritto peto aggressivo delle consonan-<br />

Siamo partiti pensando agli abusi ad avere un suo spazio e suoi diritti.<br />

come un’insieme di tendenze ostili ti… evidenzia la forza delle parole.<br />

sessuali da parte di un branco su Ma se l’adolescenza può essere pen-<br />

e amorose. In seguito, descrisse l’ag- Il bambino inveisce con la bocca<br />

una minorenne circolati sui cellusata come una specie di cerniera tra<br />

gressività come una componente così come un tempo mordeva il<br />

lari di molti adolescenti e abbiamo uno stadio pre-edipico e uno edipi-<br />

della pulsione sessuale, sottolineando seno, “ma – scrive Winnicott –<br />

pensato e discusso di quanto anche co dello sviluppo, come possiamo,<br />

come questo sia evidente nel sadismo non viene compiuta nessuna vio-<br />

questo tam tam mediatico abbia da un punto di vista psicodinamico<br />

e nel masochismo: “La sessualità dellenza reale” (op. cit., p. 107).<br />

turbato altri adolescenti in tratta- ad esempio, collocare l’aggressività<br />

la maggior parte degli uomini si rive- Sempre Winnicott, nel 1956, parla<br />

mento da uno di noi al punto da nello sviluppo psichico, dato che<br />

la mescolata a una certa aggressività, della tendenza antisociale, usando<br />

riempire di fantasie sadiche e ag- amore e odio costituiscono i due<br />

all’inclinazione, alla sopraffazione… questo termine non come diagnosi,<br />

12<br />

gressive la mente già provata.<br />

Abbiamo verificato che il crimine e la<br />

elementi basilari su cui si sviluppano<br />

da sempre le vicende umane?<br />

Il sadismo corrisponderebbe allora<br />

ad una componente aggressiva della<br />

ma per cercare di comprendere certi<br />

comportamenti possibili anche,<br />

13<br />

violenza non hanno età. Alcuni reati<br />

pulsione sessuale, resasi indipendente secondo lui, in individui normali<br />

sembrano annunciati dalla frequen- L’aggressività alle origini<br />

e esagerata” (Freud, 1905).<br />

o con diagnosi di psicosi o nevrosi<br />

tazione o dall’appartenenza a con- L’aggressività ci appartiene ed è<br />

Il 1920 costituì indubbiamente e nei bambini a tutte le età. Assitesti<br />

familiari o sociali violenti, altri primaria. È già visibile ed eviden-<br />

un punto di svolta, poiché, con la stiamo al fatto che certi compor-<br />

appaiono come un fulmine a ciel sete nel neonato che morde il seno,<br />

pubblicazione di Al di là del princitamenti costringono l’ambiente a<br />

reno, improvvisi e inaspettati in ado- che pure lo nutre e dal quale dipio<br />

del piacere, Freud ipotizzò per la essere presente e obbligano l’adulto<br />

lescenti senza turbe evidenti. Sappiapende, che tira e strappa i capelli<br />

prima volta l’esistenza di una pul- a occuparsi del bambino.<br />

mo che l’adolescenza è comunque, della madre, che scalcia e strilla.<br />

sione di morte indipendente, pro- Si parla di speranza, “la tendenza<br />

oltre che uno stadio dello sviluppo, Sigmund Freud (1897), nel descripria<br />

di ogni uomo.<br />

antisociale implica la speranza” (p.<br />

anche un fenomeno psicosociale. vere il trattamento di alcuni suoi<br />

D.W. Winnicott (1956) descrive 156); la speranza che qualcuno ac-<br />

Dalle nostre letture e ricerche, ciò che pazienti, riconobbe da subito nella<br />

il bambino piccolo quando tira su corra e si prenda cura del bambino.<br />

appare oggi evidenziarsi è uno spo- resistenza connotazioni aggressive:<br />

con impegno una bella e alta co- Winnicott, e sappiamo anche Bowstamento<br />

della patologia da un’area “La persona che all’inizio era così<br />

struzione con i blocchetti di legno e lby, parlano del dolore e della rabbia<br />

dello sviluppo edipica a un’area ben educata e nobile, diviene vol-<br />

poi all’improvviso la butta giù: “Egli provocata dall’aver goduto di qual-<br />

precedente, quella dello sviluppo gare e menzognera e insolente”.<br />

può essere distruttivo senza sentirsi cosa di buono e averlo perso. L’uso<br />

pre-genitale. Così l’adolescenza può Inoltre, nel Caso Clinico di Dora,<br />

disperato”; oppure racconta di quel del termine deprivazione ci riporta<br />

anch’essa essere pensata come una fase vide nell’aggressività una peculiari-<br />

bambino di 4 anni “piuttosto timi- oggi anche all’evento traumatico o<br />

di ripetizione-passaggio da un’area letà del trattamento psicoanalitico:<br />

do” che urla ai suoi cari “T-ti bruce- a eventi cumulativi che accadono<br />

gata alla relazione narcisistica a quella “Durante gli altri trattamenti il<br />

rò la casa! T-ti s-sbudellerò!!”. in una fase in cui il bambino sta per


aggiungere la fusione tra pulsioni cia nella propria bontà e in quella<br />

re reso riconoscibile anche al bamni sociali. Ciò che emerge è quindi<br />

libidiche e pulsioni aggressive. dell’oggetto e di oscillare verso la<br />

bino, rimane per lui inelaborabile, un’immagine di sé completamente<br />

Sappiamo che anche nello sviluppo posizione depressiva; condizione,<br />

un po’ come una scoria vagante, in- diversa che può dare vita a manife-<br />

normale, una rabbia violenta non- questa, necessaria alla tolleranza, alla<br />

comprensibile e quindi indigeribile. stazioni di sofferenza. Ciò avviene in<br />

ché una disperazione, si impadroni- convivenza e alla capacità di amare.<br />

Mettere dentro un oggetto non pen- una fase della vita che richiede scelte<br />

scono del neonato quando fa l’espe- W.R. Bion (1962) ha successivasante<br />

o un oggetto che fraintende, fondamentali: elevato rendimento<br />

rienza della perdita dell’oggetto o mente contribuito grandemente<br />

rende il bambino incapace di pensa- scolastico, scelte professionali, mag-<br />

della sua funzione di accudimento e alla nostra nozione di “mondo<br />

re i sentimenti, incapace di autocongiori responsabilità sociali.<br />

l’eccesso di angoscia, gli abbandoni interno” attraverso il concetto di<br />

tenimento, condannato o propenso Le richieste e le aspettative esterne<br />

ripetuti o prolungati, non possono contenimento.<br />

ad agirli in un bisogno impellente di rappresentano sin dalla nascita un<br />

essere ripristinati per sempre con I fragili confini del Sé del neonato<br />

evacuare emozioni come scorie ine- modello a cui aderire per essere sicu-<br />

fantasie onnipotenti; dopo un po’ sono minacciati dall’angoscia. Quelaborate<br />

e non pensabili.<br />

ro di essere amato: Sé ideale. Il gap<br />

non funzionano più. Il bambino sta provoca stati emotivi, oggetti<br />

tra questa rappresentazione ideale e<br />

sente la deprivazione e la deflagra- parziali cattivi, che dal bambino<br />

L’adolescenza e l’aggressività il sé reale è al tempo stesso fonte di<br />

zione interna che ne deriva. possono soltanto essere proiettati e<br />

Partendo dalla formazione psico- sofferenza psichica e motivazione a<br />

Melanie Klein (1957) pensa che il depositati fuori dal Sé; non possoanalitica<br />

di alcuni di noi, diversi cambiare e ad adattarsi alle nuove<br />

bambino stesso nel suo mondo inno essere esperiti. È necessario che<br />

sono gli autori che hanno affron- richieste della realtà (J. Sandler).<br />

terno, nelle sue fantasie primitive queste proiezioni possano trovare<br />

tato le vicende dell’aggressività e Tale processo che dura una vita<br />

a livello di oggetti parziali, sotto la un oggetto, una mente, capace di<br />

della violenza in adolescenza. viene definito Individuazione; in<br />

14<br />

spinta dell’istinto di morte, faccia<br />

l’esperienza di attaccare il seno che lo<br />

accogliere e contenere dentro di sé<br />

e poi trasformare queste emozioni<br />

A. Freud ha più volte sottolineato<br />

come la linea di demarcazione tra<br />

molti hanno riconosciuto l’esistenza<br />

e l’importanza di tale processo<br />

15<br />

frustra, sentendo di averlo distrutto (elementi beta) così da poter essere<br />

salute e malattia mentale non può (Jung, M. Mahler, J. Sandler).<br />

o depredato dei suoi contenuti vitali reintroiettate dal bambino mitigate.<br />

essere tracciata così nettamente. Scopo di tale processo è lo viluppo<br />

così come il seno che nutre, sotto la Come sappiamo ciò accade all’in-<br />

Inoltre gli individui, nel corso del- della personalità, il raggiungimen-<br />

spinta dell’invidia primaria. terno della relazione con la madre.<br />

la vita oltrepassano in un senso o to e il mantenimento del benesse-<br />

Sappiamo però anche che all’inter- Il neonato diviene poi progressi-<br />

nell’altro questo confine. Ogni tapre e della sicurezza (J. Sandler).<br />

no di una buona esperienza relaziovamente capace di assumere in sé<br />

pa di sviluppo porta con sé cam- Visti i numerosi cambiamenti, l’adonale<br />

il bambino può riparare alla questa funzione di contenimento<br />

biamenti e riadattamenti che sconlescente si trova, quindi, a dovere ri-<br />

distruttività delle proprie fantasie esercitata attraverso la capacità di<br />

volgono l’equilibrio interno di ogni elaborare la sua immagine corporea,<br />

onnipotenti, riconoscere la bontà reverie materna, accettando in que-<br />

individuo. È evidente quindi come a dover riassestare la sua identità che<br />

dell’oggetto che può così lentamensto modo la possibilità di contenere<br />

sia corretto accettare il concetto di è in primo luogo identità sessuale.<br />

te trasformarsi in “persona”, in og- nel proprio mondo interno anche<br />

disturbo evolutivo transitorio. Tutti questi smottamenti interni<br />

getto intero, nella madre che cura, oggetti cattivi, emozioni pericolose<br />

L’adolescenza è una normale tappa modificano in modo significativo<br />

riscalda e nutre ma che pure non ri- (sebbene la loro pericolosità sia di-<br />

dello sviluppo che porta con sé al- gli attaccamenti, le condotte aggressponde<br />

subito al bisogno. La madre minuita) attraverso quella che viene<br />

cuni di questi disturbi che rivolusive, le relazioni sociali e le perfor-<br />

attaccata è anche la madre amata da chiamata “funzione alfa” materna.<br />

zionano tutte le aree della persona e mance intellettive.<br />

ricostituire, riparare, conservare e Ciò che non può, per difficoltà del-<br />

della personalità. Da un lato le alte- L’adolescente, infatti, per sentirsi<br />

proteggere all’interno del sé. la madre, essere accolto, compreso<br />

razioni fisiche ed endocrinologiche, grande, rifiuta i genitori come mo-<br />

Secondo l’opera della Klein, questo e quindi nominato in parole o in<br />

dall’altra cambiamenti riguardo gli dello e ricerca nuove identificazio-<br />

permette all’Io di prendere fidu- gesti di contenimento così da esse-<br />

attaccamenti oggettuali e le relazioni con personaggi importanti, con


coetanei o ragazzi più grandi. Gli mente di mantenere una propria depare<br />

un sentimento di noi stessi più distaccato e difeso sul piano<br />

scontri generazionali, all’interno finita coerenza interna, un senso di<br />

altrettanto stabile e coeso (Bowlby, relazionale), oppure secondo un<br />

delle mura domestiche e non, sono sé e una corrispondente percezione<br />

1989); senza questa possibilità di canale affettivo (secondo il quale il<br />

abbastanza frequenti ed è facile della realtà, le quali trovano origine<br />

ordinare il mondo e noi stessi non soggetto è più portato a esprime-<br />

pensare che l’aggressività dell’ado- nella qualità delle relazioni prima-<br />

siamo in grado di vivere, poiché re le proprie attivazioni emotive,<br />

lescente abbia un valore negativo. rie d’attaccamento (Guidano, 1988,<br />

vivere è conoscere e dare forma, in prediligendo un canale di lettura<br />

È bene ricordare, però, che l’ag- 1992). Entro i legami affettivi prima-<br />

qualche modo, alla propria realtà. delle proprie esperienze centrato<br />

gressività è una componente affetri ogni essere umano plasma il suo<br />

Gli essere umani riescono ad ac- sul sentire, attento alle emoziotiva<br />

importante della vita dell’uo- modo specifico e unico di percepire<br />

quisire una conoscenza di sé solo ni altrui e modulato su queste), i<br />

mo e rappresenta una potenzialità se stesso e la realtà che lo circonda, il<br />

attraverso l’interazione con gli altri quali orientano rispettivamente<br />

dalla quale attingere energie per suo stile interpersonale, il suo modo<br />

significativi del proprio ambiente: verso stili di attaccamento ansio-<br />

molte attività psichiche e fisiche. di avvicinarsi all’altro, di modulare<br />

il comportamento delle figure geso-evitante o ansioso-resistente;<br />

Questa aggressività, a volte, può l’intimità personale, di dare valore<br />

nitoriali nei confronti del bambino più l’individuo riesce a integrare<br />

sfociare in ostilità, distruttività e o svalutare i legami, di sentire emo-<br />

costituisce la matrice dalla quale tali domini, più avrà possibilità<br />

violenza. Tali comportamenti, fontivamente e affettivamente l’altro e<br />

egli comincia a percepire e a estrar- di avere un repertorio flessibile di<br />

te di conflitti per il ragazzo, posso- il suo corpo (Guidano, 1988, 1992;<br />

re alcune invarianti relative al pro- strategie e comportamenti a cui<br />

no suscitare la vergogna e la paura Liotti, 2001).<br />

prio senso di sé.<br />

attingere nel far fronte alle per-<br />

di non essere accettato e amato, L’adolescente si trova a dover mante-<br />

La relazione viene, quindi, ricerturbazioni emotive che incontrerà<br />

sfociando in condotte violente. nere un proprio senso di sé e il suo<br />

cata e mantenuta attraverso spe- (Crittenden, 1992, 1994, 2002).<br />

16<br />

Le crisi adolescenziali sono segnali<br />

di accomodamenti interni. La qua-<br />

senso di unicità personale, nonostante<br />

le numerose trasformazioni<br />

cifiche strategie e i sintomi e i<br />

comportamenti sintomatici vanno<br />

Negli adolescenti con condotte<br />

aggressive o devianti sono rintrac-<br />

17<br />

lità delle difficoltà dell’adolescente che sperimenta in tutti i settori, an-<br />

letti entro questa cornice, come ciabili deficit metacognitivi: sono<br />

dipende, secondo A. Freud, dalle che nelle relazioni di attaccamento.<br />

modalità volte al mantenimento bambini che non hanno potuto<br />

primissime esperienze; infatti, se- L’adolescenza culmina un processo<br />

di un’adeguata stabilità e coerenza concedersi il “lusso” di esplorare<br />

condo l’autrice, nell’adolescenza evolutivo in cui l’interazione con<br />

del senso di sé e di uno stato mi- la mente dell’altro e della menta-<br />

vengono riattivati i primi 5 anni di i genitori ha plasmato le menti e il<br />

nimo di relazione con l’altro signilizzazione e che hanno preferito<br />

vita ed è qui che la patologia trova comportamento dei bambini seconficativo,<br />

ripristinando lo stato per- affidarsi a più sicuri modelli pro-<br />

le sue radici.<br />

do modi che permetteranno o meno<br />

turbato di regolazione affettiva. cedurali autoprotettivi.<br />

L’ Io dell’adolescente cerca e trova le di affrontare in maniera adattiva<br />

Alla luce della teoria dell’attacca- La difficoltà a mentalizzare e a ri-<br />

soluzioni adattive migliori usando l’esterno, attraverso strategie che nemento,<br />

ogni individuo si specializconoscere gli stati interni, propri e<br />

le strutture mentali immagazzinate gli anni e all’interno di quel contesto<br />

za in uno dei due domini fonda- altrui, li priva del principale deter-<br />

nell’infanzia: a seconda delle strategie ambientale hanno garantito protementali<br />

di elaborazione dell’inforrente della messa in atto del com-<br />

difensive usate potrà sembrare dezione e vicinanza affettiva (Crittenmazione,<br />

quale dominio gli garanportamento aggressivo, la possipresso,<br />

isterico e violento. In un’otden, 2002).<br />

tisce, partendo da informazioni bilità di sviluppare empatia con il<br />

tica cognitivo-evolutiva e costrut- All’interno di questa matrice teori-<br />

passate, maggiore predittività e dolore e la sofferenza altrui. Non<br />

tivista, l’essere umano è visto come ca è centrale il bisogno di relazione<br />

sicurezza rispetto al futuro: secon- riescono, cioè, a inibire l’aggressi-<br />

un sistema conoscitivo complesso dell’individuo: abbiamo bisogno di<br />

do un canale prevalentemente covità, rappresentandosi la vittima<br />

che evolve nel tempo e va incontro relazione, perché solo all’interno di<br />

gnitivo (secondo il quale il sogget- come priva di pensieri e sentimen-<br />

a continue trasformazioni del senso uno stato di relazione, più o meno<br />

to tende a gestire razionalmente ti e incapace di vera sofferenza.<br />

di sé, e per questo cerca costante- stabile e saldo, riusciamo a svilup-<br />

le attivazioni emotive, risultando L’assenza di preoccupazione nei


Orizzonti nuovi<br />

confronti dell’oggetto, originata minacciato dal dover prendere<br />

dal bisogno di cancellare la perce- contatto con pensieri e sentimenti<br />

zione dei pensieri e dei sentimenti<br />

del genitore, può ben spiegare la<br />

suoi e altrui, sui quali non è in grado<br />

di riflettere. Il comportamento<br />

Giuseppe Lavenia*<br />

crudeltà che alcuni di questi ra- aggressivo o deviante finisce per<br />

gazzi possono sviluppare. I model- essere funzionalmente utilizzato<br />

li operativi di sé e dell’altro sono<br />

svuotati del significato emotivo e<br />

come “efficace” teoria esplicativa<br />

delle proprie dolorose vicissitudi-<br />

tempo, percezione, sé e identità nella grande rete<br />

cognitivo, e gli atti aggressivi sono ni relazionali, come spiegazione<br />

18<br />

compiuti in un mondo percepito<br />

come animato, ma non umano.<br />

Quando si è privati dell’attività<br />

moderatrice esercitata dalla capacità<br />

riflessiva, è facile che il comportamento<br />

possa divenire brutale<br />

e crudele (Fonagy e Target, 1998).<br />

All’interno di configurazioni difese<br />

ad alto indice, le strategie aggressive<br />

assumono quel ruolo di integrazione<br />

del Sé che normalmente<br />

è svolto dalla mutua comprensione<br />

intersoggettiva: l’aggressività<br />

finisce per offrire l’unica possibile<br />

forma di gestione della relazione e<br />

una sensazione minima di contenimento<br />

e sicurezza, soprattutto<br />

nei momenti in cui il Sé si sente<br />

minimamente accettabile della<br />

percepita mancanza di reciprocità<br />

od ostilità avvertita nell’altro significativo.<br />

Nelle configurazioni coercitive ad<br />

alto indice, l’aggressività è drammaticamente<br />

ostentata, con l’esibizione<br />

di una facciata invulnerabile e sfrontata,<br />

al fine di esercitare un controllo<br />

attivo e costante nella relazione,<br />

spesso con uno stile da incolpatore<br />

lamentoso, giocato in attribuzione<br />

esterna, con la consistente difficoltà<br />

a decentrarsi e a capire il punto<br />

di vista dell’altro, le sue emozioni<br />

e opinioni, rimanendo rigidamente<br />

fermi sul proprio punto di vista<br />

(Lambruschi, 2004).<br />

Una delle caratteristiche comuni<br />

alle vecchie e nuove dipendenze è<br />

sicuramente l’alterazione del vissuto<br />

temporale. La “distorsione del<br />

tempo” prodotta in particolare dalle<br />

chat è un elemento fondamentale<br />

per comprendere le dinamiche legate<br />

alla dipendenza da Internet.<br />

In una chat la comunicazione possiede<br />

un’interattività che la rende<br />

assimilabile alle altre modalità di comunicazione<br />

verbale. Non a caso si<br />

dice che la comunicazione avviene<br />

“in tempo reale”, dando a intendere<br />

che si possa considerare come unità<br />

di misura del tempo il volume di<br />

informazioni scambiate, come avviene<br />

in una qualsiasi conversazione<br />

Questo però non viene percepito<br />

durante la connessione alla chat,<br />

ma solo dopo, quando ci si accorge<br />

di essere rimasti collegati più tempo<br />

di quel che ci si era prefissati.<br />

Nella grande rete il tempo scorre veloce<br />

senza che ce ne possiamo rendere<br />

conto, persi nelle sue infinite<br />

maglie. Non è infatti solo la chat a<br />

produrre questo fenomeno, ma tutta<br />

la struttura del net. Basti pensare<br />

all’elemento fondamentale della rete,<br />

l’ipertesto, ovvero la serie infinita di<br />

collegamenti che ci portano di pagina<br />

in pagina sempre più lontano<br />

da dove eravamo partiti, alla ricerca<br />

continua di informazioni che non<br />

bastano mai. Non dimentichiamo-<br />

19<br />

orale. In realtà la chat, nonostante ci inoltre dei numerosi giochi e ap-<br />

l’interattività, è comunque molto plicazioni basati sulla connettività a<br />

più lenta di una conversazione ver- internet, siano essi utilizzati nel mobale,<br />

per cui per scambiarsi lo stesso dello tradizionale del computer fis-<br />

volume di informazioni è necessario so (monitor-tastiera) che nei nuovi<br />

un tempo significativamente<br />

dispositivi portatili (iPhone).<br />

maggiore di quanto ce ne<br />

Perdere il senso del tem-<br />

vorrebbe se la comunicapo<br />

in questo labirinto è<br />

zione avvenisse a voce.<br />

molto facile, e chiun-<br />

* Psicologo Psicoterapeuta, Consigliere Tesoriere


que si sia collegato almeno una o persona che richieda il suo tempo.<br />

con ognuna una identità diversa, portante precisare che non si tratta<br />

volta ne ha fatto esperienza. Nel farlo, rischia di perdersi nella<br />

dotata di genere sessuale, età, estra- di un percorso verso la patologia, ma<br />

Legata al fenomeno della distorsio- rete labirintica di connessioni mutezione<br />

sociale diversi, cosa impossibi- di una evoluzione comune a tutti i<br />

ne del tempo è la problematica psivoli e temporanee in cui tutti ormai<br />

le, ovviamente, nella realtà. fruitori di internet. Dalle ricerche<br />

copatologica dell’alterazione spazio siamo sempre più integrati. Inoltre,<br />

Questo può portare a una fram- effettuate sono emerse prevalente-<br />

temporale, che si verifica nel sogget- la mancanza di una reale presenza fimentazione<br />

dell’identità, a una mente due fasi di sviluppo comuni<br />

to che resta connesso alla rete per sica e l’impossibilità di poter accede-<br />

perdita della coscienza unitaria di a tutti gli utenti telematici, la prima<br />

molte ore, addirittura giorni. Alcuni re a tutta una serie di messaggi non<br />

se stessi, se non addirittura della definita di Osservazione e Ricerca e la<br />

pazienti vanno incontro a un’altera- verbali ai quali siamo abituati nelle<br />

realtà stessa. Gergen scrive: “Que- seconda Relazionale-Comunicativa.<br />

zione del ritmo sonno-veglia e a veri relazioni interpersonali, diminuisce<br />

sta frammentazione della percezio- La prima fase è suddivisa a sua<br />

e propri stati deliranti in rapporto al la possibilità di accesso a tutta una<br />

ne di sé corrisponde a una molte- volta in due stadi, ovvero due pas-<br />

costante utilizzo di Internet. serie d’informazioni fondamentali<br />

plicità di relazioni incoerenti e fra saggi cruciali denominati stadio os-<br />

Stati di coscienza alterati, quali de- nell’interazione tra due individui.<br />

loro sconnesse. Queste relazioni ci servativo e stadio d’attivazione.<br />

personalizzazione e derealizzazione, Il rischio è quello della frammenta-<br />

spingono in una miriade di direzio- Lo stadio osservativo è quello ini-<br />

possono anche essere prodotti dalle zione dell’identità. Oggi sappiamo<br />

ni, invitandoci a interpretare una ziale dell’utente che per la prima<br />

particolari esperienze sensoriali che che l’identità non è un costrutto<br />

varietà di ruoli tale da far sfumare il volta si affaccia al mondo di inter-<br />

avvengono nella rete. La percezione monolitico: ogni giorno tutti noi in-<br />

concetto stesso di séautentico, dotanet. I sentimenti prevalenti di que-<br />

è infatti sicuramente un altro eledossiamo maschere e impersoniamo<br />

to di caratteristiche conoscibili. Il sé sta scoperta sono di curiosità, paura<br />

mento da tenere in considerazione ruoli diversi senza che questo abbia<br />

completamente saturato diventa un e insicurezza; la persona è spaventa-<br />

20<br />

per capire i rischi psicopatologici di<br />

internet: se da un lato le esperienze<br />

nulla di patologico. Nella vita reale<br />

però la presenza fisica, la stabilità dei<br />

non sé” (Gergen, 1990).<br />

D’altra parte, la sperimentazione<br />

ta dal rischio di cadere nelle famose<br />

infinite trappole della rete di cui ha<br />

21<br />

sensoriali sono limitate, dall’altro il contesti, le aspettative degli altri, li-<br />

di tante diverse parti della propria sentito spesso parlare (virus, dialer,<br />

soggetto subisce un bombardamento mitano il numero di ruoli possibili.<br />

identità può essere percepita come ecc.) siano esse veritiere o leggen-<br />

di stimoli, colori e suoni, che si suc- Inoltre, nella vita “reale” ogni ruolo<br />

un’espansione del sé, rappresende metropolitane. L’utente rimane<br />

cedono a una velocità incalzante, a è giocato in un tempo e una situatando<br />

un esperienza assimilabile a così quasi bloccato in una fase di<br />

cui la mente umana non è abituata. zione precisi, e non viene usato con-<br />

quella di talune sostanze psicotrope, stand-by, combattuto tra la curiosi-<br />

Il paradosso della grande rete è che temporaneamente a un altro: basti<br />

talmente gratificante da essere contà e la paura dell’ignoto. In questo<br />

si può avere la sensazione di correre pensare alla curiosa situazione di<br />

tinuamente ricercata dal soggetto. stadio, il soggetto osserva la nuova<br />

e volare in un MUD (gioco di ruo- imbarazzo che può capitare quando<br />

Questi fenomeni sono alla base di realtà impegnandosi ad apprendere<br />

lo), plasmare oggetti, viaggiare, senza ci ritroviamo assieme a due persone<br />

sensazioni d’onnipotenza e ai vis- il maggior numero di informazio-<br />

spostarsi di un millimetro dalla pro- che ci conoscono per aspetti diversuti<br />

di depersonalizzazione spesso ni al fine di raggiungere un livello<br />

pria sedia di fronte al computer. si della nostra vita che non sono in<br />

descritti nelle situazioni di grave di conoscenza sufficiente a sentir-<br />

L’utilizzo della rete e delle varie ap- contatto tra di loro, descritta in ma-<br />

intossicazione da Internet. si all’altezza della situazione, adeplicazioni<br />

è inoltre in grado di deniera egregia da Pirandello in Uno<br />

Prima di spingerci nella trattazioguato al sistema. Il passaggio allo<br />

terminare un ampliamento e una Nessuno Centomila. Nella rete, però,<br />

ne delle psicopatologie da internet, stadio successivo avviene quando<br />

errata percezione dei confini del Sé. il numero di identità che si posso-<br />

ritengo utile esporre il modello di l’utente raggiunge quella percezio-<br />

Preso nel vortice dei rapporti sociali no assumere è infinito, e si possono<br />

sviluppo telematico (G. Lavenia, ne di sicurezza che possiamo deno-<br />

online, il soggetto tenta di dividere la giocare contemporaneamente: un<br />

2004), ovvero il percorso evolutivo minare “web-base sicura”, facendo<br />

sua limitata attenzione, concedendo utente può chattare nello stesso mo-<br />

che l’utente neofita segue per ad- un parallelo col modello evolutivo<br />

frammenti di coscienza a ogni cosa mento con diverse persone usando<br />

dentrarsi nella nuova realtà. È im- del bambino della Mahler. Nello


stadio dell’attivazione il soggetto fitivo che l’utente passa molto rapilisce<br />

le distanze e le differenze di ma il mezzo attraverso cui avvienalmente<br />

si sente in grado di metdamente alla fase Relazionale-Co-<br />

etnia, cultura, età, estrazione sone l’interazione, la comunicazione<br />

tere in pratica le conoscenze acquimunicativa. È in questa, infatti, che<br />

ciale, persino di sesso. La comu- mediata dalla macchina.<br />

site, senza la paura di commettere finalmente il soggetto scopre di non<br />

nicazione mediata dal computer, In questa fase si possono instaurare<br />

errori che potrebbero mandare in essere solo, incontra l’altro, ha con-<br />

non comportando il contatto visi- con gli altri utenti della rete vere e<br />

tilt il computer (ricordo la sensaferma dell’esistenza della comunità<br />

vo, allenta le inibizioni e favorisce proprie relazioni d’attaccamento<br />

zione di panico provata – ormai virtuale, a cui anche lui ora appar-<br />

l’apertura emotiva verso l’altro, mediate dal pc. Ma che tipo di attac-<br />

molti anni fa – la prima volta che tiene. Fino a questo momento, pur<br />

pur essendo difficile l’espressione camento si può instaurare con delle<br />

inavvertitamente ho cliccato il ta- sapendo dell’esistenza di milioni di<br />

scritta delle emozioni. Negli ulti- presenze telematiche? Il soggetto<br />

sto destro del mouse e sono apparse utenti connessi alla rete, egli non ne<br />

mi anni si è cercato di sopperire non potrà mai avere la certezza che<br />

“misteriosamente” scritte mai viste aveva constatato la presenza; ora,<br />

a questa mancanza creando con- riconnettendosi l’altro sia ancora lì,<br />

prima!). Ecco allora che l’utente invece, tramite le applicazioni per<br />

venzioni grafiche (le emoticos, o e spesso non ha altro modo per rin-<br />

ricerca attivamente nuovi servizi e eccellenza di questa fase (forum,<br />

faccine), atte a completare il lintracciarlo. L’altro significativo può<br />

applicazioni da sperimentare, ve- chat, newsgroup, blog, ecc.) il sogguaggio<br />

scritto.<br />

scomparire per sempre da un monendo<br />

continuamente stimolato da getto interagisce con gli altri.<br />

Nella fase Relazionale-Comunicamento all’altro senza che il soggetto<br />

tre diverse aree:<br />

Un caso a parte è rappresentato dai<br />

tiva l’utente, da spettatore passivo, sappia mai il perché e che fine abbia<br />

1. Web (motori di ricerca, banner, social network, nei quali la propria<br />

diventa soggetto partecipe e pro- fatto. Facendo un parallelo con la<br />

ecc.);<br />

identità deve essere dichiarata. Ciò<br />

tagonista, avviene il superamento teoria dell’attaccamento possiamo<br />

2. Stimoli ambientali (amici, pub- rende impossibile inventarsi una<br />

della dicotomia uomo-macchina e presumere che in una situazione<br />

22<br />

blicità, lavoro, ecc.);<br />

3. Motivazioni intrinseche (ricerca<br />

seconda personalità o dichiarare<br />

cose non vere che verrebbero subi-<br />

si raggiunge il sistema uomo-macchina-uomo<br />

(altro da sé): il compu-<br />

simile si sviluppi una forma di attaccamento<br />

insicuro-ansioso, e que-<br />

23<br />

di informazioni in base ai propri to scoperte dagli amici reali presenter<br />

non è più il punto d’arrivo (ad sto porterebbe alla continua ricerca<br />

interessi personali).<br />

ti nel social network.<br />

esempio la risposta del motore di dell’altro, e quindi a connessioni<br />

Nonostante questa fase sia caratte- Se da un lato, dunque, questa situa-<br />

ricerca a una domanda dell’utente) sempre più frequenti e prolungate.<br />

rizzata in parte da una partecipaziozione scoraggia o rende complicato<br />

ne attiva del soggetto, quest’ultimo l’utilizzo di una falsa identità e ren-<br />

si muove comunque in un ambiende l’utilizzo di internet più vicino<br />

te statico, progettato da altri, in cui alla realtà poiché si ritrovano amici<br />

l’unica cosa che si può fare è richie- e persone che si conoscono, d’altro<br />

dere al sistema risposte a domande canto proprio la presenza di cono-<br />

ed esigenze. L’utente si trova a osscenti rende l’approccio a internet,<br />

servare e vivere in un mondo pen- alla chat, al “sistema” molto più fasato<br />

da altri in cui il soggetto non è cile e rilassante.<br />

altro che uno spettatore passivo. Ciò che comunque appare fonda-<br />

La fase attuale mostra un rapporto mentale in questa fase è comuni-<br />

di tipo esclusivo “uomo-macchina” care, sperimentare il linguaggio<br />

in cui non c’è spazio per la creati- recentemente appreso e privo dei<br />

vità e lo spirito “produttivo” che limiti spazio-temporali della vita<br />

contraddistingue l’essere umano. “reale”. Non importa con chi il<br />

Probabilmente è per questo mo- soggetto interagisce: la rete abo


Intersezioni<br />

Le cose, da quel momento, cambia- gioiosa convivialità. Ma con i Pitarono.gorici<br />

prima e Platone poi, la virtù<br />

Silvia Vegetti Finzi*<br />

Tutto cominciò col sospetto ( che forse<br />

era eccessivo) che gli dei non sapessero<br />

non coincide più con la capacità di<br />

esaudire il mandato passionale. Poi-<br />

parlare. Secoli di vita fuggitiva e feriché le passioni vengono considerate<br />

na avevano atrofizzato quello che in eccessive, inopportune, ingestibili<br />

l’uomo nuovo ha un cuore antico.<br />

il ritorno delle passioni nella tarda modernità<br />

essi c’era di umano; la luna dell’Islam<br />

e la croce di Roma erano state implacabili<br />

con questi profughi.<br />

in un civile consesso, la virtù viene<br />

a coincidere piuttosto con le istanze<br />

antipulsionali, con l’adesione alle<br />

24<br />

Per affrontare un argomento così<br />

complesso, che coincide con la storia<br />

della civiltà, ho scelto di leggere<br />

un brano tratto dal racconto L’artefice<br />

di Borges perché, come riconosce<br />

Freud, i poeti ci precedono<br />

sulla via della verità.<br />

Lo spettacolo sorprendente che Borges<br />

mette in scena può essere considerato<br />

un’allegoria delle passioni viste<br />

nel loro costante intrecciarsi con<br />

le istanze antipassionali, con le funzioni<br />

ordinatrici e normalizzatrici<br />

della società e della cultura. Per cui<br />

si può dire che le passioni, allo stato<br />

puro, non sono mai esistite se non<br />

nel mito e nel sogno. Eppure, con<br />

regimi diversi a seconda delle epoche,<br />

dei luoghi e dei temperamenti,<br />

esse innervano da sempre la vita<br />

individuale e collettiva, lasciando<br />

dietro di sé un filo rosso a indicare<br />

la continuità nella differenza.<br />

Lettura del brano di Borges<br />

Il luogo era la facoltà di Lettere e<br />

Filosofia; l’ora, il crepuscolo.<br />

Tutto (come suole<br />

accadere nei sogni) era indistinto;<br />

le cose erano leggermente alterate e<br />

come ingrandite. Leggevamo auctoritates...<br />

Bruscamente, ci stordì<br />

un clamore di manifestazione o di<br />

musici ambulanti. Grida umane e<br />

animali giungevano dal basso. Una<br />

voce gridò: “Vengono!”, e poi “gli<br />

dei! gli dei”.<br />

Quattro o cinque esseri uscirono<br />

dalla turba e occuparono la pedana<br />

dell’aula magna.<br />

Tutti applaudimmo, piangendo: erano<br />

gli dei che tornavano dopo un esilio<br />

di secoli.Ingigantiti dalla pedana,<br />

la testa gettata all’indietro e il petto<br />

in fuori, ricevettero superbi il nostro<br />

omaggio. Uno reggeva un ramo, che<br />

senza dubbio si addiceva alla semplice<br />

botanica dei sogni; un altro, con largo<br />

gesto, pretendeva una mano che era<br />

un artiglio; una delle facce di Giano<br />

guardava con diffidenza il becco ricurvo<br />

di Thoth.<br />

Forse eccitato dai nostri applausi, uno,<br />

non so quale, proruppe in uno strido<br />

vittorioso, incredibilmente aspro, qualcosa<br />

tra i gargarismo e il fischio.<br />

Fronti basse, denti gialli, baffi radi... e<br />

musi bestiali rendevano evidente la degenerazione<br />

della stirpe olimpica. le loro<br />

vesti non corrispondevano a una povertà<br />

decorosa e onesta, ma al lusso deplorevole<br />

delle bische e dei lupanari...<br />

Bruscamente, sentimmo che giocavano<br />

l’ultima carta, che erano astuti, ignoranti<br />

e crudeli come vecchi animali da<br />

preda e che, se ci fossimo lasciati vincere<br />

dalla paura o dalla compassione,<br />

evrebbero finito per distruggerci.<br />

Estraemmo pesanti rivoltelle (d’improvviso<br />

ci furono rivoltelle nel sogno) e<br />

gioiosamente demmo morte agli dei”.<br />

Gli dei hanno rappresentato per<br />

secoli le passioni dell’umanità:<br />

l’amore, l’odio, l’ira, la gelosia, la<br />

paura, la superbia e il coraggio.<br />

La loro virtù consisteva proprio<br />

nel portare la passione sino al limite<br />

estremo, nel virtuosismo della<br />

passione.<br />

Nel mondo olimpico ogni divinità<br />

incarna una passione portata a<br />

compimento senza remore, dubbi,<br />

misconoscimenti: nessuno è più iracondo<br />

di Giove, più erotico di Vene-<br />

norme morali. Il mito diviene allora,<br />

alla luce di uno sguardo ordinatore,<br />

il luogo dell’immoralità.<br />

Il dispiegamento delle passioni verrà<br />

considerato dagli stoici il peggiore<br />

dei mali e la virtù coinciderà con<br />

la loro negazione, nell’atarassia del<br />

saggio. Mentre la morale pagana auspica<br />

la pratica del limite, della moderazione,<br />

quella cristiana propone<br />

l’ideale ascetico che, svalutando il<br />

mondo, concentra ogni passione<br />

nell’amore di Dio e nell’attesa di<br />

un’esistenza ultraterrena.<br />

Se valutiamo l’incidenza delle diverse<br />

ingiunzioni antipassionali messe<br />

in atto nella nostra storia, dobbiamo<br />

riconoscere che l’intervento più efficace<br />

è stato l’interiorizzazione dei<br />

conflitti passionali e delle norme<br />

censorie, il sequestro nella mente del<br />

potenziale destabilizzante ed eversivo<br />

delle passioni. La pratica plurisecolare<br />

della confessione e della penitenza<br />

è stata determinante in questo<br />

senso perché ha elaborato dispositivi<br />

di conoscenza e di controllo degli<br />

stati passionali che ne hanno mo-<br />

25<br />

re, più geloso di Giunone. Qui sta dificato l’economia. Le figure che<br />

* Psicologa Psicoterapeuta e saggista<br />

il senso della festa olimpica, la sua li determinano vengono infatti in-


tercettate a monte, prima della loro sostituiscono alle grandi manifesta-<br />

Eppure le passioni, seppure perse- intesa come origine, biografia, ma<br />

realizzazione, attraverso un accurato zioni passionali della tradizione.<br />

guitate dalla morale, colpevolizzate anche come senso, scopo, fine della<br />

esame di coscienza delle fantasie, dei Ibsen e Pirandello esprimono, con<br />

dal diritto, controllate dall’educa- vita. Ciò che spinge il giovane prin-<br />

desideri, delle intenzioni, di tutte le pause, i silenzi, le grida soffocate<br />

zione, curate dalla psichiatria (non cipe a interpellare la divinità è il fat-<br />

quelle rappresentazioni che danno dei loro personaggi, l’impossibilità<br />

a caso quella positivista contemplato che sia stato messa in dubbio la<br />

forma e motivo all’urgenza delle di accogliere ed esprimere il manva<br />

nel suo repertorio diagnostico le sua discendenza dal Re di Corinto,<br />

pulsioni. Condannate dalla cosciendato passionale. L’incomprensione<br />

“sindromi passionali”) non possono di cui si crede figlio. Crolla il monza<br />

morale, le figure della passione re- che caratterizza le relazioni tra i per-<br />

essere sparite perché un potenziale do intero quando l’autorappresenstano<br />

così prigioniere della fantasia e sonaggi segnala la difficoltà di con-<br />

passionale fa parte, in modo più o tazione non trova conferma.<br />

del sogno, mentre il loro potenziale vincere gli altri, di cambiare i rap-<br />

meno rilevante, della dotazione di Nella Fenomenologia dello spirito<br />

energetico viene indirizzato verso porti di forza, di risolvere i conflitti.<br />

ciascuno, del suo patrimonio emo- Hegel mostra che il desiderio fon-<br />

fini socialmente valorizzati. Impossibilità propria di un mondo<br />

zionale. Mai, come quando stiamo damentale dell’uomo è quello di<br />

Ma, come più tardi mostrerà la psi- che ha perduto la dimensione co-<br />

vivendo una passione, ci sentiamo essere riconosciuto. Dato che nescoanalisi,<br />

vi è un processo antipasmunitaria e di soggetti che, contra-<br />

così vivi e veri e, pur soffrendo, non suno si identifica e si valorizza da<br />

sionale ancor più radicale rispetto riamente alle figure regali del teatro<br />

vorremmo non averla vissuta. Sol- solo, il desiderio di riconoscimen-<br />

alla condanna morale. Nella mente drammatico, non detengono più il<br />

tanto che nella società tardo moderto costituisce il motore che fonda<br />

dell’uomo occidentale lavora infatti potere né sugli altri né su se stessi<br />

na la loro espressione si è fatta così l’apertura all’altro, che motiva la<br />

una continua censura che impedisce perché non sanno più chi sono:<br />

sotterranea da richiedere, per essere necessità di esporsi alla relazione.<br />

alle pulsioni, forze amorose e ostili, uno, nessuno, centomila? Come<br />

stanata, l’“occhio in più della psico- Chiedendo all’altro di riconoscer-<br />

26<br />

di oltrepassare i confini dell’inconscio.<br />

Inibendo non solo l’azione,<br />

osserva Cacciari, con l’avvento del<br />

moderno sparisce la forma tragica.<br />

analisi”. Venuta meno la dimensione<br />

comunitaria della vita, svanite le<br />

mi sono costretto a riconoscerlo a<br />

mia volta, non solo come interlo-<br />

27<br />

ma anche il pensiero, la rimozione All’inizio del ’900, così Hofmanns-<br />

forme culturali del tragico, ammucutore, ma anche come detentore<br />

cerca di salvaguardare la coesione e thal commenta il teatro di Ibsen: “I<br />

tolito il lessico degli stati passionali, di una conferma senza la quale la<br />

la sicurezza della società mettendo- suoi protagonisti hanno un’esistenza<br />

frenato l’impeto comunicativo, le mia identità si dissolve.<br />

la al riparo dalle perturbazioni dei spettrale, non vivono azioni, cose<br />

passioni vivono ora nella psiche di L’identità è quindi sempre comuni-<br />

conflitti individuali.<br />

concrete, ma quasi esclusivamente<br />

ciascuno, nella sua interiorità. cativa, interattiva: interfaccia tra l’Io<br />

Negate agli uomini reali, le passioni pensieri, stati d’animo, eccitazioni.<br />

Sono per lo più passioni indivi- e l’altro, vive nel perenne squilibrio<br />

hanno trovato la massima espres- Vogliono poco, non fanno quasi nulduali,<br />

soggettive, personali, segre- tra desiderio di riconoscimento e<br />

sione sulle scene del teatro tragico: la. Riflettono sul pensiero, si sentono<br />

te. Come tali trovano ben poche paura del disconoscimento. La fa-<br />

Eschilo, Sofocle, Euripide e poi sentire, si analizzano da soli. Sono<br />

rappresentazioni culturali, forme mosa battuta “Lei non sa chi sono<br />

Shakespeare e via via sino all’opera per se stessi un bel tema di declama-<br />

di condivisione, di com-passione. io!”, pronunciata da Totò o da Al-<br />

lirica ottocentesca, l’ultima granzione sebbene siano realmente infe-<br />

Eppure mi sembra di individuare, berto Sordi, ci diverte ogni volta<br />

de rappresentazione popolare del lici”. E ancora: “I drammi di Ibsen<br />

pur nella cangianza degli stati pas- perché mette in scena la precarietà<br />

repertorio passionale. All’inizio non hanno parti: hanno uomini, uosionali<br />

contemporanei, un minimo della nostra supponenza, l’insop-<br />

del ’900, infatti, assistiamo a una mini vivi, uomini singolari, difficili a<br />

comun denominatore: la passione primibile dipendenza dal giudizio<br />

improvvisa inversione: il teatro in- capirsi. Uomini di piccoli mezzi e di<br />

di sé, della propria realizzazione, altrui per cui, paradossalmente, nel<br />

timistico borghese prende il posto grandi pensieri; uomini con condi-<br />

della propria personale esistenza. momento stesso in cui minacciosa-<br />

della scena regale del teatro classizioni di vita di ier l’altro e problemi<br />

Come racconta il mito, l’interrogamente proclama il proprio potere, il<br />

co. I sentimenti, implosi, sussurra- di doman l’altro: con un destino da<br />

zione che Edipo rivolge ad Apollo superiore si sottopone al consenso<br />

ti, bloccati dall’incomunicabilità, si giganti in una cornice di bambole”.<br />

“Chi sono io?” riguarda l’identità, di chi ritiene inferiore.


In ogni caso, il bisogno di riconosico, una poetica delle passioni. La<br />

la scuola, l’ospedale. Per molti, l’atventati temi dominanti della cultura<br />

scimento non si appaga mai e tende loro scomparsa lascia un vuoto che<br />

tività lavorativa non avrà un luogo perché al tempo stesso recepiscono<br />

anzi a espandersi progressivamente, annebbia il futuro e consegna la po-<br />

di aggregazione, frequentazioni pre- aspirazioni e impossibilità. Molti<br />

dalla famiglia alla società e dalla litica alla pratica dell’amministraziocostituite,<br />

progressioni di carriera, malesseri della vita contemporanea<br />

società all’universalità del giudizio ne e alla salvaguardia del consenso.<br />

garanzie previdenziali. La nuova (depressione, disordini alimenta-<br />

morale secondo la formula kantia- Anche la fede religiosa in un futuro<br />

economia comporta che ognuno ri, malattie psicosomatiche, stati di<br />

na: il cielo stellato sopra di me, la trascendente, in una realtà ultraterre-<br />

divenga l’imprenditore di se stesso, ansia e di apatia) sono appunto da<br />

legge morale in me.<br />

na, risulta quanto mai indebolita in<br />

con tutto ciò che ne deriva in ter- riportare alla solitudine esistenziale<br />

Ma, nonostante questo itinerario una società sempre più secolarizzata,<br />

mini di isolamento, di mutamento, dell’uomo tardo-moderno che, usci-<br />

ideale, la domanda “Chi sono io?” nonostante l’esistenza di movimenti<br />

di disgregazione sociale ma anche to dal guscio protettivo, anche se ta-<br />

si è fatta al tempo stesso straordi- ecclesiali d’intensa spiritualità.<br />

di invenzione e di autogestione. In lora oppressivo, delle identità preconariamente<br />

urgente e particolar- Inoltre, per una progressiva disgre-<br />

questi casi, le persone saranno porstituite, delle strutture comunitarie,<br />

mente ardua, sino a costituire un gazione delle forme tradizionali di<br />

tate a identificarsi e aggregarsi più si trova di fronte il difficile compito<br />

vero e proprio “stato passionale”. convivenza, si è diluita anche l’iden-<br />

in base alle passioni che alle funzio- di costruirsi da sé.<br />

Urgente perché sono venuti meno tità familiare. Nelle società premoni.<br />

Vi saranno quelli che diventano Un compito che spaventa perché ci<br />

gli stampi collettivi dell’identità derne, alla domanda “Chi sei?”,<br />

amici perché condividono la passio- commisura con tutte le nostre inca-<br />

che, sino al secolo scorso, hanno si rispondeva: “Sono figlio di...”.<br />

ne per i viaggi, il gusto della musica, pacità, mancanze, debolezze, priva-<br />

dato forma alla personalità indi- Ciascuno trovava nel lignaggio e<br />

l’interesse per la filosofia o la curiosizioni. È più facile dire “non posso”<br />

viduale. Con la caduta del muro nella collocazione generazionale un<br />

tà per la cultura alternativa. Per loro, piuttosto che “posso”, autorizzarsi<br />

28<br />

di Berlino sono definitivamente<br />

scomparsi i partiti che hanno “in-<br />

punto di riferimento. Ora le forme<br />

familiari sono così varie e mutevoli<br />

il tempo libero sarà più qualificante<br />

del tempo di lavoro. Come preve-<br />

da soli a esistere, a fare, a contare<br />

qualche cosa per sé e per gli altri. In<br />

29<br />

cendiato” il novecento e appaiono che non possono più costituire una<br />

deva Gramsci, scrivendo i Quaderni assenza di una morale impositiva,<br />

ormai incenerite le loro passioni. costellazione che indica e orienta il<br />

del carcere, ognuno sarà chiamato a si tratta di mobilitare capacità in-<br />

Alludo, per utilizzare la cromografia percorso della vita. Persino il lavoro,<br />

diventare l’intellettuale di se stesso, ventive, creative di tipo artistico, di<br />

di Remo Bodei, alle passioni “nere” che nella società moderna rappre-<br />

operando scelte personali nell’ambi- imparare l’arte della vita anche nel<br />

del nazifascismo e alle passioni “rossentava un fondamentale marcatore<br />

to di una variegata offerta culturale. senso estetico del termine. Di farsi<br />

se” del socialismo e del comunismo. d’identità, sembra aver perduto la<br />

Come ultima cosa, vorrei citare le narratori e protagonisti della pro-<br />

Passioni del passato, della nostalgia sua funzione segnaletica.<br />

identità sessuali che, sbiaditi gli stepria storia che, non essendo ancora<br />

e della restaurazione le prime, pas- Sino agli anni ’80, alla domanda<br />

reotipi tradizionali della mascolinità scritta da nessuno, si apre dinansioni<br />

del futuro, del compimento “Chi sei?” si rispondeva facendo ri-<br />

e della femminilità, richiedono ora zi ai più giovani come una pagina<br />

della storia le seconde. Dando per ferimento alla professione: sono un<br />

una diversa, più complessa formula- bianca, con il senso di vertigine che<br />

scontato una profonda differenza operaio, un insegnante, un impiegazione<br />

ove ciascuno integri l’identità il vuoto comporta, con la paura,<br />

tra i due campi, mi limito a osservato, un medico, un agricoltore. Ora<br />

sessuale fondamentale con elementi come dice Fromm, che ci fa fuggire<br />

re che entrambe hanno convoglia- le forme professionali e le modalità<br />

di quella complementare.<br />

dalla libertà. Per far questo ci vuole<br />

to in attese utopiche il patrimonio dei rapporti di lavoro sono divenute<br />

Nel frattempo la relazione tra i sessi non solo coraggio, forza d’animo,<br />

passionale di intere generazioni. così poliformi, precarie e sostituibili<br />

si è fatta inquieta, contraddittoria, ma anche orecchio musicale inteso<br />

Aderire alla loro ideologia signifi- che non sono più in grado di aggan-<br />

conflittuale, impegnando i partner come succedersi dei tempi, dei toni,<br />

cava trovare uno scopo e un senso ciare l’identità dei nuovi lavoratori.<br />

in una riedizione dell’amore e in delle intensità emotive. E, se non si<br />

della vita, una organizzazione, una Solo pochi sono destinati a far parte<br />

una ricontrattazione della vita co- vuole cadere nella sterilità dell’in-<br />

forte appartenenza, uno stile, un les- di grandi istituzioni come l’azienda,<br />

mune. La felicità e l’amore sono didividualismo narcisistico, dell’edo-


nismo consumistico e dell’egoismo gna di scuola in difficoltà, a un hanco,<br />

a un’adesione acritica a valori tico perché, in modi diversi, sono<br />

proprietario, occorre anche aprire le dicappato bisognoso di compagnia<br />

dati come scontati e indiscutibili. ancora quelle che caratterizzavano il<br />

barriere dell’Io e del Mio contem- e di assistenza, a un bambino che<br />

Spesso, valori che corrispondono mondo arcaico, l’universo omerico.<br />

plando, accanto alla propria realiz- dev’essere accudito in assenza dei ge-<br />

all’opinione pubblica più diffusa, Chi non ricorda i versi che inaugurazazione,<br />

anche quella degli altri. nitori e così via. Penso, ad esempio,<br />

a pre-giudizi, a gradimenti irriflesno la nostra cultura: “Cantami o diva<br />

Senso della giustizia quindi, consi- alle adozioni a distanza che rivelano<br />

si che i sondaggi trasformano da del pelide Achille l’ira funesta...”.<br />

derata come consonanza collettiva la capacità di coniugare vicinanza e<br />

quantitativi a qualitativi, da descrit- L’ira rivolta contro di sé o contro gli<br />

dove l’uno e il tutto non si con- lontananza, somiglianza e differenza,<br />

tivi a normativi. Ma, soprattutto, altri, esprime l’incapacità di tollerare<br />

trappongono rigidamente, ma si auto ed etero realizzazione.<br />

alludo all’influenza dei mass-media il limite, la frustrazione, il rinvio. Poi-<br />

fondono nell’armonia delle parti. Penso alla sensibilità dei ragazzi,<br />

che in forme talora dichiarate, taloché si sente la tensione come intolle-<br />

Non intendo una giustizia astratta e per l’ecologia, i problemi ambienra<br />

subdole, manipolano l’immagirabile, la si scarica motoriamente nel<br />

impersonale, affidata a un utopico tali, alla consapevolezza diffusa, sin<br />

nario, le convinzioni, i desideri dei gesto passionale, secondo le modalità<br />

domani, ma come ben sanno le don- dall’infanzia, che viviamo in un eco-<br />

cosiddetti utenti.<br />

di comportamento più immature e<br />

ne una giustizia quotidiana, concresistema sofferente, che deve essere<br />

È difficile, per tutti sottrarsi alle sug- rudimentali, quelle del neonato che<br />

ta, utilitaristica perché è impossibile sostenuto e tutelato perché la natura<br />

gestioni della pubblicità, figurarsi tenta, strillando e scalciando, di pro-<br />

essere felici, o avere una buona vita, non è onnipotente ma ha bisogno<br />

per i più indifesi, come i ragazzi. iettare fuori di sé la sofferenza.<br />

una vita alla quale si possa dire “sì”, di noi, che peraltro ne siamo parte.<br />

La battuta “No Martini, no party”, Emerge poi, soprattutto tra gli<br />

senza tener conto del contesto, degli Penso alle passioni sorte intorno al<br />

ad esempio, non è cosi innocua adolescenti, la vergogna di sé, della<br />

altri, delle loro necessità, dei loro de- tema epocale della globalizzazione<br />

come si potrebbe pensare perché so- propria esistenza, della propria inca-<br />

30<br />

sideri. Il termine “altri” include qui<br />

non soltanto il prossimo ma anche<br />

e dell’iniqua distribuzione delle risorse<br />

tra emisfero nord e sud del<br />

stituisce il prodotto alla vita, come<br />

se l’essenza della festa fosse il conpacità<br />

di essere all’altezza di un ideale<br />

che non si sa neppure da dove<br />

31<br />

chi è lontano e persino chi non è mondo. Passioni non più partitisumo<br />

della merce, non il piacere di provenga perché ci giunge nei modi<br />

ancora nato e non ha altri diretti che che, ma comunque politiche se si<br />

stare insieme. Merce che non viene impersonali della comunicazione<br />

quelli che noi gli concediamo. tiene conto che la “polis” ha ora<br />

più presentata come un’espressione mass-mediatica, che si rivolge a tutti<br />

I nuovi problemi, anzi i nuovi di- una dimensione universale.<br />

dell’avere o del fare, ma dell’essere. e a nessuno, nello spazio e nel temlemmi<br />

morali suscitati dal progresso Alla mondializzazione del mondo<br />

Secondo l’antinomia “o sei così, o po immobili e assoluti della fiaba.<br />

delle biotecnologie, mettono infatti corrispondono spinte antagoni-<br />

non esisti neppure”.<br />

Di fronte a un mondo evanescente<br />

in discussione non solo la malattia, il stiche alla particolarità, alla sal-<br />

Molti disagi giovanili nascono ap- che affida all’individuo il compito<br />

corpo, la filiazione, la vita e la morte, vaguardia delle identità storiche e<br />

punto dal divario tra il sé reale e il sé di darsi forma e di narrare il pro-<br />

ma il contratto sociale che stipuliamo territoriali, anche queste parimen-<br />

ideale, tra come sono e come vorrei prio destino, vi è sempre più diffusa<br />

tra noi e con le generazioni a venire. ti passionali perché sorgono a tu-<br />

essere. Per cui, inconsapevolmente, la tentazione di uscire dal gioco e<br />

Molti giovani hanno capito che non tela dell’ “io” e del “noi” quando<br />

si affida al corpo – smagrito o in- di abbandonarsi inerti al corso de-<br />

esiste “io” senza “tu” e “noi” senza si sentono minacciati dall’indiffegrassato,<br />

trafitto dal piercing, tatuagli eventi, senza chiedere nulla né a<br />

“voi” e affiancano alla cura di sé un renza e dall’anonimia.<br />

to, colorato, tagliuzzato, esposto al sé né agli altri. Vi è l’illusione che,<br />

investimento altruistico che va ben Vorrei notare, infine, che il diffi-<br />

pericolo e allo sballo – il compito di spegnendo ogni passione, ci si met-<br />

al di là del volontariato organizzacile compito di articolare identità<br />

esprimere il malessere dell’anima. Le ta al riparo dalle intemperie della<br />

to, rilevabile statisticamente, perché e alterità, interessi personali e ge-<br />

ultime passioni, quelle che turbano vita, dai rovesci di fortuna, si eviti<br />

si esprime nella capillarità della vita nerali è ostacolato da una cultura<br />

particolarmente l’opinione pubblica la paura e il dolore. Ma non è così,<br />

quotidiana: nell’aiuto a una vicina di che tende alla omogeneizzazione<br />

perché investono i più giovani – l’ira perché il patrimonio passionale, se<br />

casa sola e ammalata, a una compa- delle differenze, al pensiero uni-<br />

e la vergogna – hanno un cuore an- non viene elaborato dal pensiero


Il fatto<br />

ed espresso fuori di sé, nel mondo sbadiglio un sorriso, quelle che fanno<br />

esterno, implode nella mente dando battere il cuore davanti all’errore e ai<br />

luogo a quei sensi di noia che corrispondono<br />

a un troppo pieno piuttosto<br />

che a un troppo vuoto. Pieno<br />

di possibilità inespresse e inevase che<br />

si trasformano in impossibilità opache,<br />

pieno di sensi di onnipotenza<br />

che, essendo ingestibili, si risolvono<br />

sentimenti.<br />

Lentamente muore chi non capovolge<br />

il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi<br />

non rischia la certezza per l’incertezza,<br />

per inseguire un sogno, chi non si<br />

permette almeno una volta nella vita<br />

di fuggire ai consigli sensati.<br />

Giovanni Siena*<br />

exodus e nuove speranze: il caso italiano. i minori<br />

stranieri non accompagnati e tratti psicologici<br />

32<br />

in stati d’impotenza. Vite che, per<br />

avere tutto, si riducono a niente.<br />

Eppure la libertà che ci è concessa,<br />

dopo secoli di morale eterodiretta,<br />

di norme prescrittive, può essere<br />

considerata non una condanna o un<br />

rischio, ma una risorsa, una potenzialità<br />

da realizzare con un buon uso<br />

delle passioni, con un’arte della vita,<br />

con originalità capacità di sottrarsi al<br />

conformismo perché, come avverte<br />

Pablo Neruda in una poesia rivolta<br />

ai giovani, ma valida per tutti:<br />

Lentamente muore chi diventa schiavo<br />

dell’abitudine, ripetendo ogni<br />

giorno gli stessi percorsi, chi non<br />

cambia la marcia, chi non rischia e<br />

cambia colore dei vestiti, chi non<br />

parla a chi non conosce.<br />

Muore lentamente chi evita una passione,<br />

chi preferisce il nero su<br />

bianco e i puntini sulle “i” piuttosto<br />

che un insieme di emozioni,<br />

proprio quelle che fanno brillare gli<br />

Lentamente muore chi non viaggia,<br />

chi non legge, chi non ascolta<br />

musica, chi non trova grazia in se<br />

stesso.<br />

Muore lentamente chi distrugge<br />

l’amor proprio, chi non si lascia<br />

aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi<br />

della propria sfortuna o della pioggia<br />

incessante.<br />

Lentamente muore chi abbandona un<br />

progetto prima di iniziarlo, chi non<br />

fa domande sugli argomenti che non<br />

conosce, chi non risponde quando gli<br />

chiedono qualcosa che conosce.<br />

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando<br />

sempre che essere vivo<br />

richiede uno sforzo di gran lunga<br />

maggiore del semplice fatto di<br />

respirare.<br />

Soltanto l’ardente pazienza porterà<br />

al raggiungimento di una splendida<br />

felicità.<br />

Negli ultimi dieci anni l’Italia è stata<br />

protagonista e vittima allo stesso<br />

tempo del fenomeno “immigrazione”.<br />

Inizialmente, il flusso migratorio<br />

in Italia veniva regolato da<br />

un tacito consenso socio-politico: il<br />

lavoratore straniero prestava servizi<br />

quasi gratuitamente e senza ripercussioni<br />

sindacali. Di fatti, è proprio<br />

in regioni come la Puglia, la Sicilia e<br />

la Campania che masse di lavoratori<br />

extracomunitari trovavano “aiuti”<br />

per lavori quasi esclusivamente agricoli.<br />

A questo punto, l’Italia oltre a far<br />

fronte a nuove forme di tratta degli<br />

schiavi, come ad esempio il fenomeno<br />

del “caporalato”, doveva rendere<br />

conto di una nuova emergenza sociale<br />

mai tenuta in considerazione: i<br />

figli degli immigrati. Come sosteneva<br />

l’antropologo Emerson in seguito<br />

a ciò che era accaduto circa 40 anni<br />

fa in Francia: “Si aspettavano delle<br />

braccia e poi sono arrivate persone”.<br />

noparentali, tendenzialmente madri<br />

con bambini a carico e minori non<br />

accompagnati. In questo senso, in<br />

Italia si notano le spaventose lacune<br />

legislative sia per quanto riguarda<br />

centri di prima e seconda accoglienza,<br />

sia per politiche di integrazione,<br />

nonché la costruzione di strutture<br />

di affidamento di minori capaci<br />

almeno di riconoscere legalmente<br />

il migrante e tentare di risolvere il<br />

problema dell’integrazione lavorativa<br />

e sociale. I rischi di tali lacune potrebbero<br />

comportare un pericoloso<br />

vagabondaggio dei minori spesso<br />

soggetti a violenze, sfruttamento e<br />

abusi. A tal proposito, risulta fondamentale<br />

la fase di prima<br />

accoglienza nei suoi<br />

momenti di<br />

identificazione<br />

e presa<br />

in carico<br />

garanten-<br />

33<br />

occhi, quelle che fanno di uno<br />

Pablo Neruda<br />

A parte il problema dell’integrazione<br />

minorile, un ulteriore disagio è stato<br />

do i diritti<br />

fonda-<br />

creato dal cambiamento di flussi mimentali.gratori che vedevano famiglie mo- Per que-<br />

* Psicologo


sti motivi, nel 2008 si è costituito relativi centri. Pertanto, ci si scontra<br />

una guida chiara e sintetica a tutti gli stici relativi agli ingressi clandestini<br />

un gruppo tecnico di lavoro presso e ci si confronta con punti critici<br />

operatori impegnati nella identifica- che interesseranno l’intero territorio<br />

il Ministero del Lavoro della Salute nell’attuazione del piano di integrazione<br />

dei minori migranti, al fine di nazionale. Le stime parlano chiaro:<br />

e delle Politiche Sociali, che ha evizione e assistenza per i minori stra-<br />

garantire il consolidamento delle ca- si attendono circa 4.000 arrivi tra<br />

denziato la necessità di un protocolnieri in stato di abbandono, ovvero<br />

pacità di accoglienza dei minori, nel donne, uomini e bambini, molti dei<br />

lo da utilizzare su tutto il territorio molto spesso i minori ritrovati sul<br />

rispetto dei loro diritti. Tale progetto quali non saranno “accompagnati”.<br />

nazionale, soprattutto nei casi in cui territorio italiano sono sprovvisti di<br />

ha avuto larga eco in tutte le regioni<br />

si rende necessario ricorrere a pro- documenti idonei di identificazione<br />

maggiormente interessate dal feno- Conoscenza e supporto<br />

cedure medico-scientifiche per l’ac- in grado di attestare l’età anagrafica.<br />

meno immigrazione, ivi compresa Uno degli aspetti da considerare in<br />

certamento dell’età del minore non Al momento in Italia non esistono<br />

la regione <strong>Marche</strong>. Qui, infatti ci si chiave dinamica durante il supporto<br />

accompagnato. Di qui, la necessità procedure omogenee e standardiz-<br />

scontra con una realtà differente ri- psicologico ai MSNA è la risposta<br />

di garantire centri e comunità che zate per accertare l’età del minore<br />

spetto ad altre regioni italiane, ovve- che gli stessi mettono in atto in ma-<br />

offrano effettive e adeguate oppor- migrante, né disposizioni precise<br />

ro l’arrivo di minori via mare attraniera soggettiva, caratterizzata dalla<br />

tunità di accoglienza in linea con atte a garantire il rispetto dei diritti<br />

verso le navi di linea in arrivo dalla resistenza culturale, l’assimilazione,<br />

gli standard minimi derivanti dalle dei minori, prima, durante e dopo<br />

Grecia quale mezzo di trasporto in la marginalità e la doppia etnicità<br />

norme di diritto nazionale e inter- l’accertamento. A tal proposito, di<br />

cui potersi nascondere per giungere come di seguito citati:<br />

nazionale in materia di infanzia e di recente si stanno attivando inter-<br />

sulle coste italiane. Non siamo dun- La Resistenza culturale: Il termine<br />

adolescenza. Tali standard dovrebventi promossi da alcune istituzioni<br />

que di fronte ai cosiddetti “sbarchi” resistenza sottolinea l’atteggiamento<br />

bero garantire a ciascun minore non e associazioni finalizzate a garantire<br />

mediante gommoni o pescherecci, assunto dallo straniero nei confronti<br />

34<br />

accompagnato l’accoglienza in un<br />

luogo sicuro, l’accesso ai beni essen-<br />

l’adozione di tali procedure. Meritevole<br />

di attenzione risulta a tal fine<br />

ma all’arrivo in un porto commerciale<br />

di traghetti di linea che traspor-<br />

della società d’arrivo e il suo tentativo<br />

di fare riferimento, prevalente-<br />

35<br />

ziali e ai servizi socio-sanitari, assi- il progetto “praesidium”, che vede<br />

tano persone e merci, all’interno dei mente o esclusivamente, alla cultura<br />

stenza legale, accesso all’istruzione, la partecipazione in prima linea di<br />

quali si trovano nascosti i migranti, e all’identità etnica originaria, fatto<br />

formazione professionale lavorativa, Save The Children, progetto nato<br />

sia in gruppo che singolarmente. che determina una forte propensio-<br />

opportuna campagna di informa- nel 2006 per fronteggiare la dura<br />

Dai dati relativi ai minori collocati ne alla formazione di sottogruppi<br />

zione sul proprio status, protezione esperienza nel Centro di soccorso e<br />

in pronta accoglienza nelle comu- nei quali i momenti di scambio e<br />

da ogni forma di abbandono, abuso, prima accoglienza (CSPA) di Lamnità<br />

delle <strong>Marche</strong>, è inoltre possi- confronto con l’esterno si riducono<br />

sfruttamento, espletamento tempepedusa, luogo prioritario di sbarchi<br />

bile affermare che, rispetto all’anno all’indispensabile. Il rischio di tale sostivo<br />

delle procedure per la regola- clandestini. Save The Children, in-<br />

scorso, è aumentata la percentuale di luzione è evidente: se non viene adezione<br />

del minore.<br />

sieme alle altre organizzazioni impe-<br />

arrivi sul territorio regionale (anche guatamente affrontata e gestita finisce<br />

La normativa italiana prevede che i gnate nella realizzazione del progetto<br />

arrivati attraversando frontiere di- per far sentire il minore sempre e co-<br />

minori in stato di abbandono non praesidium, delineano i principi<br />

verse da quella marittima di Ancomunque straniero nel paese d’arrivo.<br />

possano essere soggetti a espulsione generali e le procedure generalmente<br />

na) di bengalesi, albanesi, nigeriani, L’assimilazione: Il minore straniero<br />

né a misure di trattenimento presso i applicabili nel processo di identifica-<br />

pakistani, turchi e iracheni, mentre in questo caso aderisce pienamente<br />

centri per immigrati, e qui l’obbligo zione dei minori migranti. Tali prin-<br />

diminuisce quella dei senegalesi. Ma alla proposta identitaria della società<br />

di pubblici ufficiali e incaricati del cipi e procedure derivano da standard<br />

prestando attenzione ai recenti fatti d’arrivo e rifiuta, o meglio rinnega,<br />

servizio pubblico di informare il mi- internazionali e nazionali, in primis<br />

di cronaca che stanno investendo la propria cultura d’origine. I vannore<br />

intercettato sul territorio circa la Convenzione delle Nazioni Unite<br />

l’area del Nord Africa, si delinea un taggi sono costituiti dalla volontà<br />

la facoltà di chiedere asilo assicuran- sui diritti dell’infanzia e dell’adole-<br />

quadro allarmante: la previsione di di apprendimento e adattamento al<br />

do la possibilità di essere inserito nei scenza. L’obiettivo è quello di fornire<br />

crescita esponenziale dei dati stati- paese d’accoglienza, ma si crea una


Lavori in corso<br />

situazione per molti versi paradossa- appartenenza. In genere, la doppia<br />

le: da una parte, il modello culturale etnicità è considerata la soluzione<br />

dominante nel paese d’immigrazione<br />

è realmente percepito dal mino-<br />

migliore, proprio perché permette<br />

al minore un maggiore equilibrio,<br />

Francesca Ciancio*<br />

re come quello vincente, e questo è nonché una maggiore capacità criti-<br />

quello che gli viene proposto nella ca, maggiore obiettività e sensibilità.<br />

sua esperienza quotidiana (scuola,<br />

televisione, etc.); dall’altra, sono praticamente<br />

svanite, o non sono mai<br />

Si tratta comunque di un equilibrio<br />

assai articolato che può essere realizzato<br />

soltanto se la società stessa ha<br />

il test di wartegg secondo il nuovo metodo di<br />

alessandro crisi. come trarne i maggiori frutti<br />

36<br />

state realizzate, le procedure per una<br />

vera assimilazione. Ne consegue una<br />

discordanza tra le aspettative del minore<br />

straniero e la disponibilità della<br />

società d’arrivo.<br />

La marginalità: È presentata come<br />

la condizione più frequente tra i ragazzi<br />

stranieri. L’identità di questi<br />

ragazzi risulta confusa, essi vivono<br />

ai margini, sia della cultura d’origine,<br />

sia di quella d’arrivo, incapaci<br />

di proporre una reale proposta<br />

identitaria alternativa. Non sentono<br />

di appartenere ad alcuna delle due<br />

culture, collocandosi passivamente<br />

in entrambe, incapaci di scegliere<br />

tra l’affetto familiare e il fascino<br />

dell’emancipazione.<br />

La doppia etnicità: In genere si tratta<br />

di un lento, ma profondo lavoro,<br />

in cui l’identità viene formata dal<br />

continuo confronto tra i due mondi,<br />

la famiglia e la società d’arrivo, confronto<br />

che non comporta risoluzioni<br />

definitive o estremiste, ma un processo<br />

di selezione e adeguamento. In<br />

tal modo il minore riesce ad avere<br />

un’identità formata dall’armonizzazione<br />

e integrazione dei valori delle<br />

due differenti culture, e soprattutto<br />

sviluppato un’organizzazione multiculturale<br />

(o per lo meno bi-culturale)<br />

superando anche quel razzismo istituzionale<br />

assai difficile da sradicare.<br />

Pare ormai chiaro che per la buona<br />

riuscita dell’integrazione e del conseguente<br />

benessere del minore sia<br />

necessario considerarlo come soggetto<br />

attivo nelle relazioni, dunque<br />

porsi in una ben precisa prospettiva<br />

teorica e pratica. Per il benessere<br />

dello stesso devono pertanto essere<br />

garantite non solo la sicurezza e la<br />

stabilità del contesto, ma anche la<br />

tutela e il rispetto della soggettività,<br />

riconoscendola e promuovendo<br />

interventi atti a proteggerla e<br />

permetterle il pieno sviluppo, passando<br />

attraverso supporti multidisciplinari<br />

e linee guida chiare che<br />

completano il progetti di supporto<br />

e integrazione ,nelle strutture residenziali<br />

di accoglienza.<br />

(Fonti bibliografiche: Save the Children:<br />

“dossier” e “rapporto monitoraggio” MSNA<br />

via mare, Istituto di ricerca Degli Innocenti<br />

affari sociali, Rapporto 1997 sulla condizione<br />

dell’infanzia e dell’adolescenza, Firenze<br />

1997, intitolato emblematicamente “Un volto<br />

o una maschera” I percorsi di costruzione<br />

È questo il titolo che ho scelto di<br />

dare alla giornata di presentazione<br />

del test che si è tenuta, con il patrocinio<br />

dell’Ordine Psicologi delle<br />

<strong>Marche</strong>, il 19-02-2011, presso la sede<br />

del nostro Ordine in Corso Stamira,<br />

29, ad Ancona e, vista la forte adesione<br />

dei colleghi, è stata ripetuta, nella<br />

medesima sede, il 12-03-2011.<br />

L’esperienza personale mi ha mostrato<br />

come l’utilizzo di questo strumento,<br />

nella nostra regione, ma credo anche<br />

fuori, divenga spesso riduttivo: i<br />

modi di somministrarlo non sono<br />

univoci e ciò influenza poi il risultato<br />

al test e la possibilità di raffronto e<br />

comprensione tra operatori in ambito<br />

sia clinico e sia, soprattutto, peritale.<br />

Se, rispetto alla somministrazione,<br />

c’è molta confusione, ancora più<br />

difficile è trovare conformità nella<br />

correzione. Il test è apparentemente<br />

semplice e di veloce utilizzo, e molti<br />

pensano erroneamente che anche la<br />

sua correzione sia immediata e intuitiva.<br />

Ho trovato forum in internet<br />

dove colleghi si confrontano sull’utilizzo<br />

del test: alcuni lo usano come<br />

un grafico proiettivo e si limitano a<br />

una correzione che esamina il livello<br />

grafico e contenutistico; molti non<br />

sono al corrente degli ultimi progressi<br />

apportati con il manuale del 2007<br />

del Dott. Crisi, il quale, oltre ad apportare<br />

modifiche nella somministrazione,<br />

con l’aggiunta della Prova<br />

della Successione, rende ancor più<br />

completa e approfondita l’analisi dei<br />

risultati con l’introduzione della differenziazione<br />

degli Indici dell’Area<br />

dell’Io e di quelli dell’Area dell’Es e<br />

con l’Indice di Tensione Interiore 2,<br />

che permette poi di stilare un grafico<br />

con l’inquadramento diagnostico<br />

del paziente.<br />

Attualmente esistono software per la<br />

correzione sia in ambito clinico, sia di<br />

selezione o di orientamento, messi in<br />

commercio dallo stesso Istituto Wartegg<br />

di Roma: certamente strumenti<br />

utili per chi opera su grandi numeri<br />

di materiale (per chi si occupa di ricerca<br />

esistono software appositi che<br />

permettono di costruire un data base<br />

su tutti gli indici, o conteggi, elaborati),<br />

ma a chiunque voglia davvero<br />

37<br />

viene sviluppato un senso di duplice dell’identità)<br />

* Psicologa Psicoterapeuta


sfruttare appieno le potenzialità del Attualmente il test, oltre che in Ita-<br />

nella griglia, essi sarebbero capaci di l’utilizzo dalla Wais o del test grafico<br />

test e imparare a capire i significati lia, è molto utilizzato nei paesi este-<br />

evocare in ognuno di noi lo stesso ge- della Figura Umana, solo per dirne<br />

nascosti dietro una sigla, o ravvisare ri, prima la Finlandia; ma non esiste<br />

nere di rappresentazioni, sarebbero, alcuni, può essere importante per<br />

un’informazione confrontando più un solo test di Wartegg, non un solo<br />

in termini Junghiani, da considerarsi uno studio della concordanza degli<br />

indici e magari differenti reattivi, metodo di somministrazione e cor-<br />

simboli archetipici. Ispirandosi allo indici. Pochi sanno, ad esempio, che<br />

consiglio di imparare a fare da solo. rezione, nemmeno un unico tipo di<br />

stesso concetto, il Dott. Crisi intro- pur non essendo un test cognitivo,<br />

Inizialmente ci vorrà un pomeriggio griglia di somministrazione. Lossen<br />

durrà uno degli elementi di siglatura il Wartegg ci può dare un’idea del<br />

intero per una correzione, ma poi, e Scott nel 1975 ne elencano sette, il<br />

più importanti e innovativi del test: livello intellettivo del soggetto.<br />

acquisendo dimestichezza, tutto di- modulo Wartegg che noi utilizziamo<br />

il Carattere Evocativo dei riquadri. Naturalmente, come ogni test, anverrà<br />

più veloce e intuitivo e questo è quello della O.S. che presenta otto<br />

Crisi, accostando la somministrache il Wartegg va utilizzato all’inter-<br />

diventerà uno strumento sempre più riquadri uguali posti su due file da<br />

zione del Wartegg a quella del Rorno di una batteria per una valuta-<br />

prezioso e completo.<br />

quattro, contenenti ognuno un picschach,<br />

farà anche un’altra imporzione più attenta e sicura. La forma<br />

Ma cos’è il test di Wartegg per colo stimolo grafico nero su sfondo<br />

tante scoperta: è possibile abbinare che useremo per la clinica prevede<br />

quanti non lo conoscessero? È un bianco che il paziente si appresterà<br />

tavole del secondo e riquadri del una somministrazione individuale,<br />

test grafico proiettivo di personalità, a “completare”: i riquadri sono nu-<br />

primo e dire dunque che ogni riqua- richiede con il paziente una decina<br />

semistrutturato, ideato dallo stesso merati da 1 ad 8 e hanno un’ampia<br />

dro del Wartegg indaga una specifi- di minuti, prevede, dopo la sommi-<br />

Wartegg e utilizzato con il suo me- bordatura nera.<br />

ca area psichica del soggetto (l’Io, il nistrazione della griglia, un’inchiesta<br />

todo soprattutto negli anni ’40-’70, Il test nasce sulla base dell’“Ipotesi<br />

rapporto con il femminile/materno, e una breve prova (non sempre ne-<br />

metodo piuttosto complesso e con- proiettiva” di D. Rapaport: “Tutte<br />

quello con l’autorità/il maschile, la cessaria) detta “della Successione”;<br />

38<br />

fusivo, che viene oggi soppiantato da<br />

quello ideato dal Dott. Alessandro<br />

le manifestazioni del comportamento<br />

umano, dalle meno alle più<br />

capacità di gestire le energie sia libidiche<br />

sia aggressive, l’esame di realtà,<br />

esiste poi la versione per la somministrazione<br />

collettiva, utilizzata in<br />

39<br />

Crisi. Dal 1976 quest’ultimo, psi- significative, rivelano ed esprimo-<br />

l’adattamento sociale). La lettura del ambito di selezione e orientamento,<br />

cologo, psicoterapeuta e psicodiano la personalità del soggetto, cioè<br />

test avviene a più livelli e tramite più e per lo screening scolastico; il megnosta,<br />

comincia a somministrarlo, il principio individuale di cui egli è<br />

parametri, con l’utilizzo di un’attentodo di somministrazione varia un<br />

lo accosta al Rorschach e ne nasce portatore” (Rapaport, 1977).<br />

ta siglatura, che è il primo e più im- poco, il tempo utile per il comple-<br />

un nuovo metodo di siglatura e in- Nel completare gli stimoli semiportante<br />

passo per una corretta vatamento della prova è di 20 minuti<br />

terpretazione, metodo che si perfestrutturati di ogni riquadro, il soglutazione.<br />

Il test è Junghiano e certo circa in questo caso.<br />

ziona nel tempo grazie a un’ampia getto può attingere a vari processi di<br />

conoscere la teoria dei complessi, il Per chi si accosta all’apprendimen-<br />

campionatura sia sull’età evolutiva risposta, da quello puramente per-<br />

concetto di archetipo o di inconscio to del test, le prime nozioni di si-<br />

(grazie al lavoro svolto presso l’Isticettivo (legato alle leggi della perce-<br />

personale o collettivo ci può portare glatura e stesura degli indici sono<br />

tuto di Ortofonologia di Roma dal zione visiva e a quelle della gestalt), a<br />

a leggere in modo più approfondi- importanti, ma il lavoro maggiore<br />

1993 a oggi), sia nell’ambito della quello associativo più o meno riferito<br />

il materiale emergente, ma non viene in seguito: sul campo sorgo-<br />

selezione e dell’orientamento (speto ad aspetti personali: egli dunque<br />

bisogna essere per forza analisti per no dubbi e domande, ciò che pririmentazione<br />

presso l’Accademia potrà esternalizzare una situazione<br />

utilizzare lo strumento o per arrivare ma sembrava semplice e intuitivo<br />

navale di Livorno nel 1999, nella più o meno conflittuale cosciente<br />

all’inquadramento diagnostico. Chi diviene meno immediato; è qui che<br />

Marina Militare 2001-2004, e anche o preconscia, o proiettare impulsi,<br />

conosce e utilizza il Rorschach tro- scopriamo l’importanza e la sag-<br />

nell’Esercito e nella Polizia di Stato). sentimenti e affetti, cioè dinamiche<br />

verà varie similitudini sia nell’uso di gezza di saper leggere ogni singola<br />

Nel 1999 nasce L’Istituto Italiano psicoaffettive inconsce.<br />

alcuni indici di siglatura, sia nel pos- informazione in relazione al nostro<br />

Wartegg a Roma a opera dello stesso Per primo Wartegg parlò del caratsibile<br />

parallelismo tra tavole del pri- paziente e alle altre prove che que-<br />

Dott. Crisi.<br />

tere di universalità dei segni riportati<br />

mo e riquadri del Wartegg, ma anche sti ha svolto con noi.


40<br />

Pensieri<br />

Chiusi in una gabbia di dita,<br />

moderni demoni,<br />

reliquie di ieri,<br />

scorrono,<br />

riflessi in un vortice<br />

di parole silenti<br />

assolate d’ estati.<br />

Vuote di paura,<br />

chiuse all’amore,<br />

sbarrano il viso<br />

righe salate<br />

che puntano a sud<br />

Bolle<br />

Particelle di sogno<br />

dai piccoli occhi sospinte<br />

si stringono a pugno<br />

risate distinte<br />

clessidre di un tempo sospeso<br />

tra corse infinite di fiato<br />

amati dal palmo proteso<br />

le urla del gioco echeggiato<br />

In fondo<br />

Marco Massacesi*<br />

in fondo... sono solo parole<br />

Ne scorrono fiumi su tanti strumenti<br />

per poterle scambiare sempre più<br />

velocemente. Le parole si scrivono e<br />

si lanciano in rete in “tempo reale”<br />

ma a volte, forse, ne servirebbero<br />

davvero poche. Scritte su un foglio,<br />

con una vecchia stilografica, che sci-<br />

* Psicologa Psicoterapeuta,<br />

Consigliere<br />

vola sulla carta lasciando traccia del<br />

fremito di un pensiero in un leggero<br />

movimento. Parole messe insieme<br />

dal fluire di un’emozione per poter<br />

fermare, per regalare sensazioni e ciò<br />

che è racchiuso negli angoli più profondi<br />

della nostra anima.<br />

Fantasie<br />

Figure ondulate<br />

sinuose insinuazioni<br />

visioni profumate<br />

fiammate di emozioni<br />

bramate,<br />

sentite,<br />

amate<br />

solo immaginate<br />

Vento<br />

Folata improvvisa<br />

spazza impetuosa la testa chinata<br />

geometriche nuvole si levano in volo<br />

e tra lo stupore e le righe<br />

scopro un fiore appiattito.<br />

Rinasce,<br />

in una goccia salata<br />

Dove sei<br />

Passi piegati<br />

dallo smarrimento<br />

di flebili selciati,<br />

movimento irraggiungibile<br />

di sguardi ormai sbiaditi<br />

sorrisi volatili<br />

aggraziati temporali<br />

di ricordi frastornati

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