Margherita - Associazione Toscana Cultura

More documents

Recommendations

Info

di Samanta Monco Dante Dainelli e il legno: un legame indissolubile Nulla come il legno lega la natura alla vita dell’uomo: oggetti d’uso comune, manufatti di ogni genere e forma, abitazioni e opere d’arte sono il risultato della lavorazione del materiale che, insieme alla pietra, ha accompagnato l’uomo fin dagli albori della sua evoluzione. La familiarità con il legno accomuna molti mestieri, ma quando un artista lo sceglie per le sue opere pare voglia riportare alla memoria del mondo questo antico sodalizio. Ed è quello che ha fatto Dante Dainelli dedicando la sua produzione artistica alla scultura lignea. Per Dainelli l’amore per il legno viene da lontano, si radica nei luoghi in cui è nato, nel 1953. Certamente avrà avuto peso anche l’immersione quotidiana nel bellissimo paesaggio delle colline pisane dove da sempre vive e lavora e dove è ancora presente quella civiltà 14 Dante Dainelli La recente mostra personale in Palazzo Medici Riccardi ha portato alla ribalta un artista che ha fatto della scultura lignea una passione mai sopita Il pianto, 2010, legno di pino verniciato, h cm 65 Protagonista, 2010, legno di castagno, h cm 200
Disputa, 1977, legno di olivo, h cm 70 contadina per la quale l’albero rappresenta la bellezza, il calore e il lavoro. Ma un fatto, in particolare, fu determinante: era ancora giovanissimo e durante la sua prima formazione , frequentando il corso per ebanista intagliatore, un docente, intuendo la facilità espressiva con cui maneggiava il materiale, gli chiese di modellare liberamente il pezzo di legno che aveva davanti, permettendogli così di approcciarsi con creatività a quello che altrimenti sarebbe stato solo l’apprendimento di una tecnica lavorativa. Per dirla con le esatte parole di Dainelli: “Si aprì un mondo!”. Fu una vera sorpresa, dal legno nascevano le forme dettate dalla sua fantasia e le mani parevano avere già appreso quel mestiere che Dante avrebbe dovuto imparare. Il ragazzo all’improvviso era entrato in contatto con una parte di sé non ancora conosciuta: la sua sensibilità artistica, fino ad allora ignorata, aveva trovato il modo di emergere e quella gioia che nasce dalla creatività doveva assolutamente essere appagata. La vita però, troppo spesso, non dà ciò che promette e toglie possibilità a chi, invece, ne avrebbe. La necessità di lavorare ha a lungo condizionato il suo talento perché i doveri familiari non potevano aspettare. Nonostante questo Dainelli la scultura non l’ha mai abbandonata, e con grande determinazio- ne, per anni, ha proseguito la sua ricerca dedicandosi, ogni qualvolta fosse possibile, a quest’arte faticosa e lenta. Alla fine degli anni Settanta risalgono i suoi primi lavori maturi con il ciclo delle maschere. Si tratta di volti che pur risentendo della tribalità delle maschere africane propongono lineamenti allungati dalle linee fluide delle fibre che Dainelli non rinuncia mai a seguire; ne deriva un’alternanza armonica tra il modellato e il vuoto che le compenetra. Forse l’esempio più bello di questo filone è proprio una delle prime opere, risalente al 1977 dal titolo Disputa, la quale presenta due volti che si affrontano: lo spazio che li divide diventa il luogo dove confluiscono con forza le tensioni e le contrapposizioni generate dell’espressività esasperata di chi discute con vigore. Dalla metà degli anni Ottanta la figura umana, prevalentemente femminile, assorbe l’interesse dell’artista coinvolgendolo in un’estenuante ricerca di armonia. Da allora la forma equivarrà alla sintesi tra il corpo e il movimento fermato nella grazia dell’attimo di maggiore equilibrio estetico. Emblema di questo periodo è Danza (opera del 1993, oggi in una collezione privata) nella quale osserviamo un corpo femminile, raffinato e elegante, impegnato nell’esecuzione al tempo stesso impegnativa e leggera di un’attitude. Sculture di questo tipo riflettono un desiderio di bellezza che trova nella morbidezza del corpo della donna la sinuosità presente nelle torsioni di certi alberi. Dainelli, infatti, segue i comandi del legno, delle sue venature e dei suoi nodi. Ma questa non è una sudditanza. L’artista sa quasi sempre cosa aspettarsi, da profondo conoscitore delle essenze e delle fibre sa giocare con esse ottenendo un’epidermide di grafismi in cui il segno è ottenuto proprio dai nodi e dalle venature che a tratti sanno tradursi in dettagli realistici, come il disegno dei capezzoli o delle onde fluide di una capigliatura. Di rado il legno lo ferma e quando accade, con la pazienza di chi ha imparato ad attendere, aspetta l’idea, il modo giusto di proseguire; un’indicazione che talvolta può farsi attendere anche per molti anni. Finalmente il 2012 ha visto la sua intera opera raccolta in una mostra personale dal titolo “Legni, vena svelata corpo della scultura” che si è tenuta a febbraio alla Limonaia di Palazzo Medici Riccardi a Firenze con la quale è stata resa giustizia a trent’anni di lavoro. Il catalogo, curato da Nicola Micieli, ha consegnato una lettura critica d’insieme a una produzione di grande valore e interesse. La sua più recente produzione si caratterizza per un maggiore rilievo dato all’andamento delle fibre, ottenuto grazie alla scelta di legni morbidi che essiccandosi permettono di far emergere meglio le linee che come intagli segnano le forme valorizzate da una leggera vernice biancastra. Dante Dainelli è un uomo dai valori profondi e il suo istinto creativo deve molto alla serenità che deriva dal forte legame con la moglie Foresta e con i Danza,1993, legno di olmo, h cm 180 due figli, Anna, bella e intelligente studentessa di filosofia, e Dario, rinomato calcia- tore di serie A. Non resta che aspettare, nonostante la sua natura schiva e poco incline agli eventi della mondanità, che si presenti presto una nuova occasione per condividere con il pubblico le sue opere. Intanto, lo immaginiamo cullato dagli affetti e dalla pace del suo studio di Ghizzano in Valdera che si apre su uno strepitoso paesaggio, in compagnia dei suoi legni, alcuni dei quali giacciono accanto a lui da decenni in attesa dell’ispirazione decisiva. Dante Dainelli 15
Page 1 and 2: la Margherita Buy un’insospettabi
Page 3 and 4: Sommario Sommario Il Premio Gramati
Page 5 and 6: ambini in difficoltà) in collabora
Page 7 and 8: Moravio Martini a cena con Annigoni
Page 9 and 10: Etiopia, etnia Mursi tografica Niko
Page 11 and 12: Guatemala, ritratto di Maya complet
Page 13: Memoria, istinto, ordine Concetti c
Page 17 and 18: sidente. Sotto la sua guida, il cir
Page 19 and 20: La cena medievale Il doppio appunta
Page 21 and 22: Nella vocazione e nella dedizione a
Page 23 and 24: La vita nell’osmosi del tempo Len
Page 25 and 26: spiegato Casini Benvenuti - che sar
Page 27 and 28: Era una domenica d’estate del 196
Page 29 and 30: di Gabriella Gentilini Visto che de
Page 31 and 32: In via Antonio del Pollaiolo a Fire

Margherita - Associazione Toscana Cultura

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

Delete template?

Save as template?