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Caccia sporca - Coordinamento protezionista veneto

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La caccia in deroga<br />

La caccia in deroga<br />

una vergogna tutta Veneta<br />

di Andrea Zanoni*<br />

All’interno della storia della legislazione regionale veneta sulla<br />

caccia, da alcuni anni si riscrive un capitolo che rappresenta<br />

l’espressione peggiore dell’asservimento della classe politica locale<br />

agli interessi della lobby venatoria.<br />

Questo si traduce nella periodica condanna a morte (fra settembre<br />

e dicembre di ogni anno) di decine di migliaia di uccelli passeriformi<br />

appartenenti a specie protette.<br />

Un danno pesante e irreparabile che erode un bene pubblico<br />

quale è riconosciuta la fauna selvatica.<br />

Nel caso si dovrebbe scrivere, più esattamente, di bene “Comunitario”<br />

in quanto le vittime di questi massacri stagionali sono specie<br />

protette dalla Comunità Europea grazie ad una direttiva comunitaria:<br />

la 409 del 1979 conosciuta anche come “Direttiva uccelli”.<br />

Paradossalmente, nonostante la protezione accordata, questi uccelli<br />

migratori provenienti dal nord Europa finiscono, regolarmente<br />

nei carnieri dei cacciatori veneti. È il risultato di una diabolica<br />

trappola politico-legale che merita di essere descritta.<br />

L’origine dello sventurato destino per centinaia di migliaia di uccelli<br />

migratori sta nella strumentale e distorta applicazione, a livello<br />

regionale, di un articolo della suddetta direttiva: nell’articolo 9<br />

alla lettera C si prevede la possibilità di derogare a questo regime generale<br />

di protezione per, testualmente, “consentire in condizioni rigidamente<br />

controllate e in modo selettivo la cattura, la detenzione<br />

o altri impieghi misurati di determinati uccelli in piccole quantità”.<br />

In ripetute occasioni, diversi esecutivi regionali hanno dato una<br />

lettura estensiva di questo articolo. Stravolgendo l’originale finalità<br />

restrittiva della direttiva per una occasione di rilancio di politiche<br />

di liberismo venatorio, aggirando le prescrizioni che, forzatamente,<br />

diventano insperate occasioni di libertà d’ azione per i cacciatori<br />

nostrani.<br />

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