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PROCESSI DEPURATIVI

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<strong>PROCESSI</strong> <strong>DEPURATIVI</strong><br />

DEPURAZIONE BIOLOGICA DI ACQUE REFLUE (liquami domestici)<br />

Il contenuto di sostanza organica di un liquame viene caratterizzato<br />

mediante il BOD (Biochemical Oxygen Demand) ed il COD (Chemical<br />

Oxygen Demand).<br />

Il BOD esprime la quantità di ossigeno (mg) consumata da una flora<br />

batterica per metabolizzare la sostanza organica (carbonio organico)<br />

biodegradabile contenuta in un litro di liquame.<br />

Il COD esprime la quantità di ossigeno (espressa in mg) necessaria<br />

per ossidare chimicamente (con K 2Cr 2O 7 e H 2SO 4 a caldo per 2 ore)<br />

la sostanza organica presente nel liquame.<br />

1


Il BOD, rappresenta quindi una misura indiretta del contenuto di<br />

materia organica biodegradabile presente in un campione d'acqua.<br />

Può essere usato per stimare le qualità generali dell'acqua e il suo<br />

grado di inquinamento ed è un parametro usato nella gestione della<br />

qualità dell'acqua e nella depurazione.<br />

Alcune sostanze possono essere ossidate chimicamente, ma non<br />

biologicamente, e quindi, in genere, il COD è maggiore del BOD.<br />

Anche se meno facilmente correlabile con il contenuto di materia<br />

organica, il COD ha il vantaggio di essere misurabile in tempi molto<br />

brevi.<br />

BOD e COD sono indicatori “grossolani” della composizione del<br />

liquame, ma forniscono un dato facile da ottenere e direttamente<br />

correlabile con il grado di inquinamento di un’acqua di scarico.<br />

2


Il BOD misura un consumo di ossigeno da parte di<br />

microrganismi a una temperatura fissata e in un periodo di<br />

tempo determinato.<br />

Per assicurare che le condizioni siano ripetibili, in ogni<br />

campione d'acqua da analizzare viene inoculata una quantità<br />

molto piccola di microrganismi.<br />

L'inoculo consiste solitamente in fanghi attivi diluiti<br />

opportunamente con acqua deionizzata. Il test può avere<br />

differenti durate, comunemente il periodo d'analisi è di<br />

cinque giorni (al buio per impedire che si sviluppino reazioni<br />

di fotosintesi che generino ossigeno) a 20°C, BOD 5 20 , ma in<br />

alcuni casi vengono svolti test con periodi diversi.<br />

3


BOD - Metodo per diluizione<br />

Il test del BOD viene effettuato diluendo un campione dell'acqua da<br />

analizzare con acqua deionizzata satura di ossigeno, inoculando una<br />

quantità fissata di microrganismi, sigillando il campione (per<br />

impedire che altro ossigeno passi in soluzione) e quindi<br />

conservandolo al buio, alla temperatura di 20 °C per tutta la durata<br />

del test (solitamente 5 giorni) e al termine di questo periodo viene<br />

misurato l'ossigeno disciolto residuo (A = O inizio - O fine).<br />

Parallelamente si effettua la misura su un campione “bianco”, ovvero<br />

non contenente i liquami ed anche di questo si misura l’ossigeno<br />

disciolto residuo (B).<br />

BOD n (mg/l) = (A) x FD - (B)<br />

dove:<br />

FD = Fattore di diluizione del campione<br />

4


BOD - Metodo respirometrico<br />

Il campione viene inserito in un contenitore dotato di manometro<br />

differenziale e sigillato ermeticamente per evitare scambi di<br />

ossigeno.<br />

Nel corso della degradazione biologica del contenuto organico si<br />

ha consumo di ossigeno, e ciò genera una depressione nel gas,<br />

misurata dal manometro.<br />

Se preventivamente tarato, il manometro restituisce<br />

immediatamente il valore di BOD del campione. In questo test è<br />

presente un'interferenza legata alla produzione di anidride<br />

carbonica; viene quindi aggiunta alla fase gassosa della potassa<br />

caustica che sottrae chimicamente la CO 2.<br />

5


La totale ossidazione della sostanza organica ha luogo in un<br />

periodo di tempo di circa 20 giorni.<br />

6


Di norma, si assume che il valore BOD 5 rappresenti il 70% della<br />

richiesta complessiva di ossigeno, che si può pertanto ricavare<br />

estrapolando il BOD 5.<br />

L’andamento delle reazioni di consumo dell’ossigeno operate dai<br />

microrganismi, in realtà, non è costante.<br />

Per conoscere in modo più preciso come esse decorrano, si<br />

possono effettuare misurazioni della quantità di ossigeno dopo<br />

sole 24, 48 ore dal momento iniziale della prova.<br />

L’ossidazione completa dei composti organici spesso richiede<br />

molti giorni (si ritiene che il BOD a 20 giorni possa esprimere<br />

con buona approssimazione l’ossigeno totale richiesto).<br />

7


La misurazione del BOD effettuata con il metodo diretto risulta<br />

adatta all’esame di acque che si suppongono poco inquinate,<br />

dotate di una certa popolazione batterica e il cui carico di<br />

inquinanti sia sostanzialmente di natura organica.<br />

Nel caso le acque considerate risultino contaminate da sostanze<br />

che potrebbero inibire l’azione batterica (come il cloro, il piombo,<br />

sostanze battericide), o nel caso le sostanze siano poco<br />

biodegradabili, o, ancora, nel caso di acque molto inquinate che<br />

risultino sterili (cioè prive di flora batterica), la misurazione del<br />

BOD è più complessa e può richiedere, ad esempio, operazioni<br />

preliminari di diluizione dei campioni d’acqua, o di inoculazione di<br />

colonie batteriche.<br />

"BOD," Microsoft® Encarta® Enciclopedia Online 2008<br />

8


Valori tipici:<br />

Un fiume incontaminato ha solitamente valori di BOD 5 minori di 1<br />

mg/l.<br />

Un fiume moderatamente inquinato avrà valori di BOD 5 fra i 2 e gli<br />

8 mg/l.<br />

L'acqua di scarico trattata efficacemente da un impianto di<br />

depurazione acque reflue avrà valori di BOD di circa 20 mg/l.<br />

L'acqua di scarico non trattata ha valori variabili, mediamente<br />

attorno ai 600 mg/l, ma spesso anche maggiori come nel caso<br />

degli scarichi di industrie casearie (2000 mg/l) o delle acque di<br />

vegetazione degli oleifici (>5000 mg/l).<br />

Il valore di BOD 5 medio degli scarichi influenti in un impianto di<br />

depurazione per liquami urbani è all'incirca di 200 mg/l.<br />

9


COD<br />

E’ un indice che individua non solo la sostanza organica<br />

ossidabile biologicamente (biodegradabile), ma anche quella<br />

ossidabile solo per via chimica.<br />

Reazione di ossidazione da parte del bicromato:<br />

Cr 2-<br />

2O7 + 8H + ↔ 2Cr3+ 2O7 + 8H ↔ 2Cr + 4 H2O + 1.5O 2<br />

Reazione di ossidazione del carbonio organico:<br />

C xH yO z + (x+1/2y-z) O 2 ↔ x CO 2 + ½y H 2O<br />

10


Valori tipici per liquami domestici:<br />

BOD 5=100-300 mg/L<br />

COD=250-1000 mg/L<br />

Valori limite per scarico in acque superficiali:<br />

BOD5=40 mg/L<br />

COD=160 mg/L<br />

11


PROCESSO A FANGHI ATTIVI<br />

(depurazione di reflui da sostanze organiche)<br />

Il sistema a fanghi attivi è costituito essenzialmente da un reattore<br />

biologico aerato artificialmente seguito da un separatore di particelle<br />

sedimentabili.<br />

Nella vasca di aerazione (VA) il liquame grezzo (LG), generalmente<br />

dopo aver subito una sedimentazione primaria nel sedimentatore S1<br />

(LS), si mescola con una massa di solidi fioccosi (FR) allo stato di fango<br />

molto diluito (3-6 Kg di solidi/mc) all’interno del quale vive un gran<br />

numero di microorganismi, soprattutto batteri, che si nutrono e<br />

riproducono a spese della sostanza organica apportata dal liquame<br />

(disciolta, colloidale o in sospensione).<br />

12


La miscela liquido depurato (LD) + fango attivo (FA) dalla vasca di<br />

aerazione viene inviata ad un sedimentatore secondario (S2) che<br />

separa il liquame depurato, che sfiora superiormente, dal fango<br />

attivo che si ispessisce sul fondo (6-12 Kg/mc). Questo è in gran<br />

parte riciclato (FR) alla vasca di aerazione e in piccola parte,<br />

quello che continuamente si produce, allontanato dal sistema<br />

(fango di supero (FS).<br />

13


I FIOCCHI DI FANGO ATTIVO<br />

TIPI DI MICROORGANISMI PRESENTI<br />

I microorganismi responsabili della depurazione sono una massa<br />

eterogenea di origine fecale, che abita e costituisce il fiocco di fango<br />

attivo.<br />

Il fiocco di fango attivo è un agglomerato gelatinoso dell’ordine di<br />

qualche millimetro, costituito da un insieme di sostanze sospese,<br />

(prevalentemente organiche, frequentemente allo stato colloidale) e<br />

da una numerosa popolazione di organismi viventi, principalmente<br />

batteri.<br />

Tra essi predominano i batteri saprofiti, molto minore è la presenza di<br />

alghe, funghi, protozoi.<br />

14


I batteri sono i diretti responsabili della rimozione della sostanza<br />

organica, della formazione e della stabilizzazione dei fiocchi.<br />

Le caratteristiche chimiche dei composti presenti nel liquame sono<br />

la causa che determina la predominanza di alcune specie<br />

batteriche piuttosto che altre.<br />

Una relativamente alta concentrazione di proteine favorisce la<br />

predominanza di Alcalingenens, Flavobacterium e Bacillus.<br />

Un elevato tenore di carboidrati favorisce la crescita di<br />

Pseudomonas).<br />

15


I protozoi saprofiti (che si nutrono di sostanza organica<br />

morta), appartenenti soprattutto alla classe dei flagellati,<br />

sono in competizione alimentare con i batteri.<br />

I protozoi predatori, appartenenti soprattutto alla classe dei<br />

ciliati, si nutrono principalmente a spese dei batteri dispersi<br />

presenti nel liquame (fagotrofi).<br />

La presenza di protozoi ciliati porta a notevoli miglioramenti<br />

nella depurazione.<br />

16


Il tenore di biomassa attiva nel fango dipende dal carico del fango (Cf).<br />

Indicando con:<br />

• F (mc/d) la portata del liquame in ingresso<br />

• BOD 0 (Kg/mc) la concentrazione del substrato in ingresso<br />

• V (mc) il volume della vasca di aerazione<br />

• SSa (Kg/mc) la concentrazione dei solidi sospesi nella vasca<br />

il carico del fango è definito come:<br />

Cf=(F* BOD 0 )/(V*SSa) (Kg BOD applicato/Kg SS*giorno)<br />

17


Il tenore di biomassa attiva si aggira sul 10% del peso secco totale<br />

per sistemi a basso carico (Cf0.5). Con solidi volatili (SV) si indica la componente<br />

organica del fango.<br />

18


Il fiocco si forma per bioflocculazione, un fenomeno che si<br />

manifesta spontaneamente aerando un liquame organico<br />

contenente batteri.<br />

Un alto carico organico provoca una crescita microbica dispersa non<br />

flocculenta con scarsa capacità di sedimentazione.<br />

Un fango a basso carico, mentre da un lato è meno attivo perché<br />

contiene una minor percentuale di batteri, da un altro lato produce<br />

fiocchi più grossi e più compatti, di migliore sedimentabilità.<br />

Tramite la bioflocculazione il fiocco è in grado di aggregare su di se<br />

le sostanze sospese nel liquame (la massa batterica produce<br />

esopolimeri, soprattutto polisaccaridi, in grado di assorbire molti<br />

colloidi presenti nel liquame, agendo come un flocculante).<br />

19


La sedimentabilità del fango è espressa dall’indice del fango<br />

SVI (Sludge Volume Index), che rappresenta il volume (cc)<br />

occupato da un grammo di fango lasciato sedimentare per 30<br />

minuti in un cono Imhoff.<br />

20


La bioflocculazione è ostacolata dalla turbolenza dell’ambiente.<br />

Un fango attivo di buona sedimentabilità è costituito da una<br />

calibrata miscela di organismi zoogleali e filamentosi, entrambi<br />

essenziali alla integrità della microstruttura del fiocco.<br />

I filamenti interni costituiscono una struttura “armata” attorno alla<br />

quale attecchiscono le forme zoogleali cosicché il fiocco riesce a<br />

resistere alla turbolenza esterna senza rompersi:<br />

21


Se le condizioni ambientali spostano l’equilibrio batterico verso<br />

una predominanza delle forme filamentose e queste si diramano<br />

oltre il fiocco stesso, fino ad interagire con altri fiocchi<br />

circostanti, si ha il fenomeno del bulking, una lenta<br />

sedimentazione ed una scarsa compattezza del fango.<br />

22


Inversamente, la scarsità di forme filamentose all’interno del<br />

fiocco indebolisce la sua struttura cosicché è facile che la<br />

turbolenza del mezzo spezzi i fiocchi producendo un effluente<br />

torbido e ricco di particelle sospese (pin-point).<br />

23


METABOLISMO<br />

La rimozione di sostanza organica per mezzo dei fanghi attivi<br />

avviene attraverso i seguenti stadi:<br />

1. Per contatto del fango attivo col substrato si verificano i<br />

fenomeni di bioadsorbimento e bioflocculazione sul fiocco:<br />

24


2. Demolizione catalitica extracellulare condotta ad opera di<br />

enzimi idrolitici estromessi dai batteri nell’ambiente circostante.<br />

Gli enzimi spezzano le grosse molecole (proteine, polisaccaridi,<br />

lipidi, ecc.) in molecole più piccole tali da poter essere facilmente<br />

bioadsorbite e metabolizzate all’interno delle cellule batteriche.<br />

25


3.<br />

26


VASCA DI AERAZIONE E SEDIMENTATORE<br />

La vasca viene aerata sostanzialmente mediante due sistemi:<br />

- Attraverso insufflazione di aria nel liquame.<br />

- Attraverso una turbolenta agitazione meccanica del liquame<br />

mediante turbine verticali o rotori orizzontali.<br />

28


Vasca di sedimentazione a flusso ascensionale tipo Dortmund,<br />

di tipo cilindrico<br />

29


CONDIZIONI OPERATIVE DELL’IMPIANTO<br />

F = portata giornaliera dei liquami (mc/d)<br />

Va = volume vasca di aerazione (mc)<br />

BOD 0, BOD 1 = concentrazione del substrato nel liquame in ingresso e<br />

nel liquido depurato in uscita dalla vasca di aerazione<br />

Ssa, SSr = concentrazione dei solidi sospesi nella vasca di aerazione e<br />

nel fango ispessito<br />

R = rapporto di ricircolo 33


Dal bilancio dei solidi sospesi nella vasca di aerazione (la<br />

quantità di fango generata nella vasca è trascurabile rispetto a<br />

quella ricircolata):<br />

La concentrazione dei solidi nel fango di ricircolo dipende<br />

dall’ispessimento che ha subito nel sedimentatore e in genere è<br />

compresa tra 6-12 Kg/mc.<br />

Poiché la portata di ricircolo, per ragioni idrauliche vincolate alla<br />

sedimentazione, non è mai superiore al 100-150% della portata<br />

di alimentazione, ne deriva che la concentrazione dei solidi<br />

sospesi nella vasca di aerazione è compresa tra 3-7 Kg/mc.<br />

34


RENDIMENTO DI RIMOZIONE DEL BOD<br />

35


Comunque, oltre all’obiettivo primario della depurazione del<br />

liquame, bisogna tener conto anche del problema del<br />

trattamento e smaltimento del fango di supero: la quantità e la<br />

putrescebilità del fango di supero sono infatti caratteristiche<br />

legate all’età ed al carico del fango (più basso è il carico del fango<br />

e minore è la produzione di fango di supero, il quale per valori di<br />

Cf molto bassi (inferiori a 0.1) risulta pressoché stabilizzato).<br />

Altro obiettivo può essere la nitrificazione dell’azoto<br />

ammoniacale, realizzabile solo a carico del fango molto basso<br />

(


PRODUZIONE DI FANGO (fango di supero)<br />

La produzione di fango deriva dalla crescita microbica e dalla<br />

bioflocculazione, meno la degradazione della massa<br />

biodegradabile. Pertanto la produzione giornaliera di fanghi (ΔSS<br />

in Kg/d) è esprimibile come:<br />

ΔSS = c ΔBOD + f ΔBOD – Kd Va SSa<br />

Dove:<br />

c = coefficiente di crescita batterica lorda<br />

f = coefficiente di bioflocculazione<br />

Kd = coefficiente di degradazione della biomassa biodegradabile<br />

Per i liquami domestici:<br />

c ≅ 0.5<br />

f ≅ 0.5<br />

Kd = 0.05*1.08 T-20 (d -1 )<br />

38


La produzione di fango per unità di BOD rimosso è data da:<br />

39


ETA’ DEL FANGO<br />

L’età media del fango (Θ) è data dal rapporto tra la quantità di<br />

fango presente nella vasca di aerazione ed il fango prodotto<br />

nell’unità di tempo:<br />

Quindi l’età del fango dipende dalla temperatura (attraverso la<br />

Kd) e dal carico del fango (attraverso il termine η(Cf)*Cf).<br />

41


I fanghi prodotti a Cf molto bassi (


CONSUMO DI OSSIGENO METABOLICO<br />

La quantità di ossigeno richiesta dal processo metabolico deriva<br />

dal catabolismo di respirazione attiva e di respirazione<br />

endogena. Pertanto il consumo giornaliero di O 2 (ΔO 2 in Kg/d) è<br />

esprimibile come:<br />

Indicativa della<br />

densità della<br />

popolazione<br />

microbica<br />

Attività<br />

ossidativa della<br />

biomassa<br />

43


Quindi il consumo di ossigeno dipende dalla temperatura<br />

(attraverso la Ke) e dal carico del fango (attraverso il termine<br />

η(Cf)*Cf).<br />

44


Il consumo di ossigeno diminuisce all’aumentare del carico del<br />

fango (a parità di temperatura) e aumenta all’aumentare della<br />

temperatura (a parità di carico del fango). 45


INFLUENZA DEI FATTORI AMBIENTALI<br />

La temperatura del liquame non influenza sensibilmente il<br />

processo finché si resta al di sopra di 10°C, ma lo rallenta a valori<br />

minori.<br />

La temperatura influisce non solo sui fattori biologici, ma anche<br />

sul trasporto di O2 dall’aria all’acqua. Siccome il tenore di<br />

saturazione di O 2 disciolto nell’acqua diminuisce all’aumentare<br />

della temperatura, si verifica che all’aumentare di T, se da un lato<br />

corrispondono alte velocità di utilizzazione biologica dell’O2, dall’altro lato si ha una bassa velocità di ossigenazione<br />

dell’acqua, col risultato che la penetrazione dell’ O2 nella massa<br />

biologica resta un fenomeno superficiale che si esaurisce<br />

rapidamente negli strati più esterni, lasciando all’interno una<br />

zona anaerobica.<br />

46


Gli effetti del pH sui processi biologici sono normalmente dovuti<br />

alla dipendenza della velocità delle reazioni enzimatiche dal pH<br />

(ogni enzima ha un optimum di attività ad un determinato pH). Il<br />

campo di pH entro il quale possono operare i sistemi a fanghi<br />

attivi va da pH=5 a pH=9.<br />

In tali condizioni, la CO2 sviluppata nel metabolismo aerobico è<br />

presente nel mezzo acquoso prevalentemente sotto forma di<br />

ione bicarbonato:<br />

C O 2 + H 2 O ↔ H + + HCO 3 -<br />

Oltre all’effetto del pH a livello biochimico, si ha anche un effetto<br />

selettivo nei confronti dei tipi di microorganismi (al di sotto di pH<br />

=6 i fanghi cominciano a competere con i batteri e predominano<br />

nettamente su di essi a pH=4.5).<br />

47


La presenza di metalli (Cd, Cr, Cu, Hg, Ni, Pb, Zn) nel liquame<br />

comporta spesso un’azione tossica, in relazione soprattutto alla<br />

loro concentrazione, ma se questi sono presenti in concentrazioni<br />

abbastanza basse, l’azione bioflocculatoria dei fanghi attivi svolge<br />

anche nei loro confronti un’azione di rimozione dalla fase liquida:<br />

Metalli Conc media Rimozione Conc nei<br />

nel liquame (%) fanghi<br />

(mg/L) (mg/Kg)<br />

Cd 0.02 20-45 31<br />

Cr 0.05 40-80 1100<br />

Cu 0.10 0-70 1230<br />

Hg 0.0013 20-75 6.6<br />

Ni 0.1 15-40 410<br />

Pb 0.2 50-90 830<br />

n 0.18 35-80 2780<br />

48


NITRIFICAZIONE - DENITRIFICAZIONE<br />

Scopo della nitrificazione è la trasformazione, per ossidazione<br />

biologica, dell’NH 3 in nitrati.<br />

La nitrificazione, integrata con la denitrificazione, permette la<br />

rimozione dell’azoto: la denitrificazione, cioè la trasformazione<br />

dell’azoto in N2 e quindi la sua rimozione, è possibile solo se si<br />

parte da azoto in forma nitrica, per cui i due sistemi<br />

nitrificazione-denitrificazione sono sempre accoppiati.<br />

Valori limite per scarico in acque superficiali:<br />

Azoto ammoniacale (come NH 4 + ) 15 mg/L<br />

Azoto nitroso (come N) 0.5 mg/L<br />

Azoto nitrico (come N) 20 mg/L<br />

49


NITRIFICAZIONE<br />

Nei liquami urbani e zootecnici, l’azoto è prevalentemente<br />

presente sotto forma organica (proteine) e come urea CO(NH 2) 2<br />

generata dalle urine.<br />

In ambiente idrico entrambe le forme subiscono rapidamente un<br />

processo di fermentazione e trasformazione in azoto<br />

ammoniacale (non si fa in genere distinzione fra azoto organico e<br />

azoto ammoniacale, entrambi compresi nella determinazione<br />

analitica del TKN (Total Kjeldhal Nitrogen), in quanto l’azoto<br />

organico è destinato a diventare azoto ammoniacale).<br />

50


La nitrificazione dell’azoto ammoniacale avviene ad opera di<br />

batteri autotrofi, che traggono l’energia necessaria (ATP) alle<br />

loro funzioni vitali dall’ossidazione di NH 3 (catabolismo). Essi<br />

inoltre utilizzano la CO 2 (formatasi dalla fermentazione<br />

aerobica) come fonte di carbonio (anabolismo).<br />

La trasformazione di NH3 in nitrati avviene in due stadi di cui il<br />

primo, la nitrosazione, cioè il passaggio di NH 3 a nitriti, avviene<br />

ad opera dei batteri Nitrosomonas, mentre il secondo, la<br />

nitrazione, cioè il passaggio dei nitriti a nitrati, avviene ad<br />

opera dei batteri Nitrobacter:<br />

NH 4 + + 1.5O2 → 2H + +H 2O+ NO 2 -<br />

NO 2 - + ½O2 → NO 3 -<br />

51


La nitrificazione viene realizzata simultaneamente all’ossidazione<br />

del BOD in sistemi ad aerazione prolungata in cui l’età del fango<br />

è di circa 10 giorni, cui corrisponde un carico del fango di 0.1-<br />

0.15.<br />

I batteri nitrificanti rappresentano circa il 4% dei batteri totali,<br />

circa il 2% dei solidi sospesi totali.<br />

52


I Nitrosomonas e i Nitrobacter sono caratterizzati da una velocità<br />

di crescita notevolmente inferiore a quella dei batteri<br />

chemioeterotrofi che operano l’ossidazione del BOD.<br />

Pertanto, se l’età del fango non è sufficientemente alta, si ha<br />

dilavamento completo dei batteri nitrificanti con il fango di<br />

supero.<br />

Cioè la loro velocità di crescita è inferiore a quella con cui<br />

vengono allontanati e il processo di nitrificazione non può<br />

avvenire.<br />

53


Il processo di nitrificazione è un fenomeno praticamente del tipo<br />

“tutto o niente”, cioè al di sotto di Θcrit l’ossidazione del TKN<br />

non avviene, al di sopra di Θcrit la concentrazione del TKN<br />

decresce rapidamente con Θ.<br />

55


DENITRIFICAZIONE<br />

La denitrificazione è operata da batteri chemioeterotrofi<br />

facoltativi (Pseudomonas, Microcossus, ecc.), in genere<br />

abbondantemente presenti nelle normali fasi biologiche<br />

ossidative, che posti però in condizioni di anossia (cioè assenza<br />

di ossigeno disciolto) possono utilizzare i nitrati invece dell’O 2<br />

per attivare la catena metabolica.<br />

Una fonte di carbonio organico è comunque sempre necessaria<br />

per la sintesi cellulare.<br />

56


NO 3 - + sostanza organica ↔ cellule + NO2 - + CO2<br />

NO 2 - + sostanza organica ↔ cellule + N2↑ + CO 2<br />

Mentre un trattamento biologico classico volto alla riduzione del<br />

BOD dà una riduzione del TKN dell’ordine del 10-40% per<br />

fenomeni di bioflocculazione e sintesi batterica, la nitrificazione<br />

accoppiata alla denitrificazione è in grado di dare un’efficienza di<br />

rimozione dell’azoto totale del 90% ed oltre.<br />

57


IMPIANTO DI DENITRIFICAZIONE<br />

(predenitrificazione, ossidazione a basso carico e nitrificazione)<br />

La frazione ricircolata è data dalla componente di fango<br />

ricircolato a valle del sedimentatore (generalmente di entità<br />

equivalente alla portata di alimentazione) unita ad una<br />

componente ricircolata direttamente a valle della nitrificazione,<br />

per evitare sovradimensionamento del sedimentatore.<br />

L’azoto residuo, in uscita dall’impianto è relativo alla frazione di<br />

N-NO 3 che non è stato avviato alla denitrificazione tramite il<br />

ricircolo. 58


N 0<br />

N 1<br />

Bilancio dell’azoto fra le sezioni A e B (si suppone un’efficienza di<br />

nitrificazione del 100%) con:<br />

N 0 = concentrazione di N-TKN entrante con il liquame grezzo<br />

N 1 = concentrazione di N-NO 3 in uscita dalla denitrificazione<br />

N 1<br />

N 1<br />

59


Il rendimento totale di rimozione<br />

dell’azoto (η tot) è dato<br />

60


Il rendimento di rimozione totale dell’azoto dipende dal prodotto<br />

tra rapporto di ricircolo e rendimento di denitrificazione.<br />

Presupponendo quest’ultimo intorno al 100%, ne deriva un R ≅<br />

2-3.5 per un rendimento di rimozione totale dell’azoto pari<br />

all’80% circa, ma aumentando anche il costo di pompaggio e la<br />

complessità dell’impianto. 61


Consumo di ossigeno:<br />

Per l’ossidazione di NH 3 a nitrato:<br />

NH 3 + CO 2 + O 2 ↔ cellule + NO 3 -<br />

Sono richiesti circa 4.6 Kg di ossigeno per Kg di N-NH 3.<br />

Pertanto, indicando con ΔN-NH 3 i Kg/giorno di N-NH 3 ossidato a<br />

N-NO3, l’eq<br />

Diventa:<br />

ΔO 2 = a ΔBOD + KeVa*SSa + 4.6 ΔN-NH 3<br />

62


RIMOZIONE BIOLOGICA DEL FOSFORO<br />

Un fango biologico di un impianto a fanghi tradizionale presenta<br />

una concentrazione media di fosforo nel fango pari al 1.5% (sul<br />

secco); si ottiene così, con i fanghi di spurgo, una rimozione del<br />

fosforo del 20-30%.<br />

Nei processi anaerobici-aerobici, i fanghi prodotti contengono<br />

una percentuale di P più elevata (fino al 3-6%), con conseguente<br />

aumento dell’efficienza di abbattimento.<br />

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Questo risultato si ottiene grazie ad un gruppo di microorganismi in<br />

grado di accumulare nella cellula una quantità di P più elevata<br />

rispetto a quanto si verifica in un processo a fanghi attivi<br />

completamente aerobico.<br />

In particolare, i batteri del genere Acinetobacter prediligono come<br />

fonte di C degli intermedi metabolici a basso peso molecolare quali<br />

acido acetico, etanolo, ecc.<br />

Tali composti vengono comunemente prodotti in condizioni<br />

anaerobiche da un gran numero di batteri eterotrofi facoltativi<br />

metabolizzando le sostanze più biodegradabili.<br />

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Gli acinetobacter risultano così sfavoriti in ambiente aerobico; in<br />

queste condizioni, tali batteri potranno essere attivi solo se<br />

avranno accumulato sufficienti quantità di substrato<br />

metabolizzante.<br />

Per accumulare il substrato nella fase anaerobica, gli<br />

acinetobacter necessitano di energia sotto forma di ATP. La fonte<br />

energetica è costituita da polifosfati (poli-Pn) accumulati dalle<br />

cellule batteriche nella fase aerobica, attraverso l’assunzione di<br />

fosforo inorganico superiore alle normali esigenze metaboliche.<br />

Il substrato carbonioso a basso peso molecolare (tipicamente<br />

acidi organici a corta catena, quali acido acetico, prodotti nella<br />

fermentazione anaerobica dei batteri eterotrofi facoltativi) viene<br />

utilizzato per la sintesi di materiale di riserva quale il poli-Βidrossibutirrato<br />

(PHB) o poli-idrossivalerianato (PHV).<br />

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Nella fase aerobica, gli Acinetobacter metabolizzano il substrato<br />

carbonioso accumulato precedentemente e quindi, attraverso il loro<br />

normale metabolismo aerobico, producono energia (sotto forma di<br />

ATP) e nuove cellule.<br />

L’energia prodotta dall’ossidazione del substrato viene in parte<br />

utilizzata per la sintesi dei polifosfati.<br />

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