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Simonetta Nicolini - Il coro - Fondazione Cassa di Risparmio di Fano

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LA CHIESA DI SANTA MARIA NUOVA A FANO<br />

Postergale con Calice,<br />

libro e vaso; due borse<br />

per il corporale che esibiscono<br />

l’iscrizione IHS<br />

e la croce<br />

Postergale con Libro<br />

aperto con scrittura e<br />

righi musicali: sul libro<br />

si leggono i versetti 2<br />

e 3 del Salmo 7; paesaggio<br />

132<br />

paesaggio deserto.<br />

Soprattutto dagli anni venti del Novecento, in<br />

seguito all’ormai consolidato interesse sviluppatosi<br />

per le opere <strong>di</strong> intaglio e dovuto anche<br />

alla <strong>di</strong>ffusione dell’istruzione artistica e artigianale,<br />

il <strong>coro</strong> <strong>di</strong> <strong>Fano</strong> godette <strong>di</strong> una certa fortuna<br />

presso i cultori <strong>di</strong> glorie artistiche locali.<br />

Nel 1926 padre Pellegrini pubblicò i documenti<br />

notarili relativi alla sua allogazione 55 ; allo stesso<br />

anno risalgono, secondo la testimonianza <strong>di</strong><br />

Asioli, alcune (forse le prime) fotografie che documentano<br />

lo stato del complesso, realizzate dal<br />

fotografo fanese Abele Cerasoli 56 , e i calchi delle<br />

parti decorative eseguiti da Lino Barberini e<br />

Romolo Renzoni, studenti della R. Scuola d’Arte<br />

“Adolfo Apolloni” <strong>di</strong> <strong>Fano</strong> 57 . Definitivamente<br />

reso noto grazie agli stu<strong>di</strong>, nella seconda metà<br />

del Novecento soprattutto dagli importanti interventi<br />

<strong>di</strong> Luigi Michelini Tocci e Maddalena<br />

Trionfi Honorati, il <strong>coro</strong> <strong>di</strong> <strong>Fano</strong> era dunque da<br />

tempo presente nella letteratura storica locale e<br />

nelle guide 58 .<br />

Giu<strong>di</strong>cato dalla Trionfi Honorati «una sintesi <strong>di</strong><br />

influenze fiorentine ed emiliane» (1986), il <strong>coro</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Fano</strong> è <strong>di</strong> qualità non sempre eguale e presenta<br />

forme sostanzialmente semplificate in confronto<br />

con le tarsie poi eseguite per Siena. Se, come si<br />

è visto, la critica ha ritenuto che nell’impresa si<br />

debba vedere la prevalenza della mano <strong>di</strong> Andrea<br />

Barili (per il quale Antonio può avere fatto da garante<br />

in sede <strong>di</strong> contratto) 59 , nel <strong>coro</strong> <strong>di</strong> <strong>Fano</strong>, ha<br />

saputo riconoscere anche il primo lavoro noto <strong>di</strong><br />

tarsia in cui è attivo Antonio Barili. 60 Qui l’arte<br />

dei Barili, con un fare <strong>di</strong>verso rispetto alla più<br />

famosa impresa senese, si esprime con un «modo<br />

len<strong>di</strong>naresco <strong>di</strong> porre gli oggetti» 61 , con particolare<br />

riferimento ai piani larghi <strong>di</strong> Bernar<strong>di</strong>no<br />

da Len<strong>di</strong>nara e Pier Antonio dell’Abate 62 , e dà

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