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Sintesi Quaderno n. 6 - Quaderni del Ministero della Salute

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<strong>Quaderno</strong> <strong>del</strong> <strong>Ministero</strong> <strong>del</strong>la <strong>Salute</strong> n.6<br />

<strong>Sintesi</strong> dei contributi<br />

1. Un nuovo paradigma bio-demografico in una società che invecchia<br />

In Italia e nella maggior parte dei Paesi sviluppati, la durata media <strong>del</strong>la vita all’inizio<br />

<strong>del</strong> Terzo Millennio ha raggiunto valori che fino ai primi anni <strong>del</strong> ’900 erano<br />

inimmaginabili. Attualmente in Italia, la vita media ha infatti raggiunto i 77 anni per gli<br />

uomini e gli 83 anni per le donne. I guadagni in termini di sopravvivenza sono<br />

ovviamente il frutto combinato <strong>del</strong>le migliori condizioni di vita <strong>del</strong>la popolazione e dei<br />

continui progressi in medicina e nell’organizzazione sanitaria. In questo primo<br />

Capitolo si analizza nel dettaglio l’evoluzione <strong>del</strong>la speranza di vita, con riferimento<br />

al ruolo giocato dalle malattie cardiovascolari e dai tumori sulla mortalità totale. Si<br />

affrontano poi multimorbidità, fragilità e disabilità, la cui prevalenza aumenta appunto<br />

con l’aumentare <strong>del</strong>l’età. Il Capitolo si conclude con una sezione dedicata al<br />

fabbisogno assistenziale per le persone anziane, che, subendo un netto incremento,<br />

necessiterà pertanto di una serie di iniziative capaci di migliorare l’attuale efficienza<br />

dei servizi, in modo da favorire un’ottimizzazione <strong>del</strong>le risorse.<br />

2. Invecchiamento “attivo” e prevenzione<br />

L’aumento <strong>del</strong>l’aspettativa di vita ha consentito a una parte degli individui di<br />

raggiungere un’età avanzata in buone condizioni di salute, ma ha determinato anche<br />

una crescita <strong>del</strong> numero di anziani affetti da malattie croniche e disabilità. Nella<br />

prima parte <strong>del</strong> Capitolo vengono trattate le diverse definizioni di invecchiamento:<br />

invecchiamento “attivo” (definizione <strong>del</strong>l’OMS per gli anziani che conservano fino alla<br />

fine dei loro giorni una capacità funzionale che consente loro una vita autonoma e<br />

priva di disabilità), invecchiamento “di successo”, invecchiamento “normale”,<br />

“patologico” ecc. Si analizzano poi i fattori determinanti l’invecchiamento attivo, in<br />

particolare i fattori sociali che possono influenzare lo stato di salute, i fattori<br />

economici, ambientali e individuali, gli stili di vita, che riguardano l’attività fisica, la<br />

dieta, il fumo, l’abuso di bevande alcoliche e le vaccinazioni. La parte conclusiva <strong>del</strong><br />

Capitolo analizza i criteri generali di prevenzione per le persone di età avanzata.<br />

3. L’approccio all’anziano fragile<br />

Il 50% dei soggetti con età superiore ai 65 anni presenta morbilità croniche multiple,<br />

con conseguenti problemi di mobilità o difficoltà nello svolgimento <strong>del</strong>le attività <strong>del</strong>la<br />

vita quotidiana in almeno il 40% dei casi; il 10% dei soggetti con età superiore ai 70<br />

anni, inoltre, ha uno stato di salute instabile. Nella letteratura geriatrica ci si riferisce<br />

a questi soggetti con il termine di soggetti “fragili”. Il Capitolo affronta nel dettaglio la<br />

fragilità, analizzandone i mo<strong>del</strong>li interpretativi, gli strumenti di misura e gli interventi<br />

mirati alla prevenzione. Sempre nell’ambito <strong>del</strong>la fragilità si dà ampio spazio alla<br />

medicina geriatrica, una medicina per molti aspetti diversa da quella “tradizionale”,<br />

alla Valutazione Multidimensionale Geriatrica (VMD) e all’intervento individualizzato<br />

globale.<br />

4. Assistenza continuativa nella rete integrata dei servizi<br />

Attualmente i principi sui quali si basa l’assistenza continuativa si possono dire<br />

pienamente recepiti nel nostro Paese, almeno sul piano culturale; occorre tuttavia<br />

definire quale sia stato finora il livello di realizzazione di tali principi nelle singole<br />

realtà sociosanitarie locali e regionali. Considerando poi la rilevanza <strong>del</strong> problema


<strong>del</strong>la non autosufficienza in Italia e la carenza di una strategia di assistenza<br />

continuativa, occorre disegnare un possibile percorso di assistenza nelle sue diverse<br />

fasi, dalla segnalazione <strong>del</strong> problema alla sua valutazione, alla presa in carico, fino<br />

alla valutazione <strong>del</strong>le attività e degli esiti. Per fare ciò si è individuato nel Distretto<br />

l’ambito di gestione <strong>del</strong> percorso assistenziale, nel quale si colloca una nuova realtà,<br />

il Punto Unico di Accesso (PUA), che è il luogo fisico in cui viene ricevuta la<br />

domanda iniziale, viene coordinata l’erogazione dei servizi e vengono ospitate le<br />

figure responsabili <strong>del</strong>le equipe assistenziali.<br />

5. La geriatria nell’ospedale per acuti<br />

L’invecchiamento <strong>del</strong>la popolazione ha, tra le sue conseguenze, anche un aumento<br />

significativo dei ricoveri ospedalieri di pazienti anziani. Tuttavia, se il ricovero in<br />

ospedale è un evento sempre più frequente al crescere <strong>del</strong>l’età, l’ospedalizzazione<br />

rappresenta per molti anziani anche un fattore di rischio di declino funzionale e<br />

cognitivo, per la comparsa di altre sindromi geriatriche e, in ultima analisi, di<br />

istituzionalizzazione e morte. Queste conseguenze possono però essere prevenute<br />

con un approccio di cura adeguato, che in ospedale si realizza nelle Unità<br />

Geriatriche per Acuti (UGA), analizzate nel dettaglio in questo Capitolo. Si affrontano<br />

anche le criticità e le possibili soluzioni <strong>del</strong>la Geriatria in Ospedale: l’esiguità<br />

numerica <strong>del</strong>le UGA, la geriatria nel PS/DEA, i collegamenti con il territorio, le<br />

incertezze legate alla nuova realtà <strong>del</strong>l’Ospedale per Intensità di Cure (OIC), i limiti<br />

<strong>del</strong> sistema DRG.<br />

6. I nodi <strong>del</strong>la rete: post-acuzie e riabilitazione<br />

Garantire la continuità assistenziale e una corretta e rispettosa transizione tra<br />

ospedale e territorio è un’esigenza ormai imprescindibile e in alcuni Paesi riveste<br />

una caratteristica di vera e propria emergenza sanitaria e sociale. Non sempre,<br />

infatti, all’espandersi <strong>del</strong>le fasce di popolazione più anziane e fragili è corrisposto un<br />

pronto adeguamento <strong>del</strong>la risposta assistenziale, in particolare per la gestione <strong>del</strong>la<br />

post-acuzie all’atto <strong>del</strong>la dimissione ospedaliera. Le risposte sono state diversificate<br />

e variabili e in Italia la risposta ha avuto, nelle diverse realtà regionali, articolazioni<br />

ancora più complesse. In generale, è comunque riconducibile ai diversi setting<br />

assistenziali, in cui il reparto di Post-Acuzie, analizzato nel dettaglio in questo<br />

Capitolo, rappresenta un elemento cruciale.<br />

7. I nodi <strong>del</strong>la rete: l’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI)<br />

L’Assistenza Domiciliare Integrata (ADI) è un servizio in progressivo sviluppo nella<br />

rete dei servizi, anche se il suo grado di diffusione risulta ancora diverso tra le realtà<br />

regionali. L’ADI è regolamentata, sotto il profilo gestionale e organizzativo, con<br />

modalità differenziate nelle singole Regioni e attualmente l’unico documento di<br />

riferimento è la relazione <strong>del</strong>la Commissione Nazionale per la definizione e<br />

l’aggiornamento dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), in cui le cure domiciliari<br />

vengono descritte come l’insieme dei trattamenti medici, infermieristici e riabilitativi,<br />

prestati da personale qualificato direttamente al domicilio <strong>del</strong> paziente.<br />

In questo Capitolo, in merito all’ADI si analizzano gli obiettivi, l’integrazione<br />

sociosanitaria, la strutturazione <strong>del</strong> servizio, il coordinatore <strong>del</strong> caso e la Valutazione<br />

Multidimensionale, la gestione clinica <strong>del</strong>l’anziano e il ruolo <strong>del</strong> geriatra, le evidenze<br />

scientifiche e, infine, le criticità e le possibili soluzioni.


8. I nodi <strong>del</strong>la rete: le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA)<br />

Le Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA) sono Istituti di ricovero, una volta<br />

denominati Case di Riposo o Strutture protette, che accolgono persone anziane non<br />

autosufficienti, non più in grado di rimanere al proprio domicilio per la<br />

compromissione anche molto grave <strong>del</strong>le loro condizioni di salute e autonomia.<br />

Tuttavia, in questi anni lo sviluppo <strong>del</strong>l’autonomia regionale ha portato a una<br />

moltiplicazione dei mo<strong>del</strong>li di assistenza residenziale, con la relativa molteplicità di<br />

definizioni e sistemi organizzati. In questo Capitolo, in merito alle RSA si analizzano<br />

la condizione clinica degli ospiti, i criteri generali sull’organizzazione, le Unità di<br />

Valutazione Multidimensionale (UVM), gli standard assistenziali, il ruolo <strong>del</strong> medico<br />

e, infine, i Nuclei Alzheimer.<br />

9. I Centri Diurni<br />

Il Centro Diurno è una struttura assistenziale intermedia, semiresidenziale, a valenza<br />

sanitaria e sociale indicata per l’anziano che presenta disabilità grave e disagio<br />

sociale. I Centri Diurni si suddividono in Centri Diurni per anziani con disabilità<br />

generica e in Centri Diurni Alzheimer. Dei primi si analizzano nel dettaglio gli<br />

standard e i requisiti strutturali e funzionali, le finalità e le strategie, l’accesso e la<br />

presa in carico, le prove di efficacia, mentre per i Centri Diurni Alzheimer si<br />

affrontano la definizione e la tipologia dei pazienti, i servizi offerti, gli standard e i<br />

requisiti strutturali e funzionali, le finalità e le strategie, l’accesso e la presa in carico,<br />

le prove di efficacia. Conclude il Capitolo una sezione dedicata alle criticità e alle<br />

possibili soluzioni.<br />

10. La discriminazione <strong>del</strong>l’anziano in campo sanitario: il rischio<br />

<strong>del</strong>l’ageismo<br />

L’ageismo è un fenomeno definito come “un processo sistematico di stereotipia e<br />

discriminazione contro le persone, per la loro condizione di essere anziane, allo<br />

stesso modo dei termini discriminatori di razzismo e sessismo”. Tuttavia, qualsiasi<br />

forma di discriminazione basata sull’età in medicina è eticamente inaccettabile e<br />

deve essere bandita. In questo Capitolo si affrontano le diverse tipologie di ageismo<br />

(discriminazione diretta e discriminazione indiretta), il ruolo <strong>del</strong>l’ageismo sia nello<br />

sviluppo <strong>del</strong>la tecnologia in campo medico sia nell’utilizzo di questa da parte<br />

<strong>del</strong>l’anziano, la ridotta partecipazione degli anziani nella ricerca scientifica e l’abuso<br />

nei confronti <strong>del</strong>l’anziano. In conclusione, il Servizio Sanitario Nazionale è chiamato<br />

a rigettare ogni forma di ageismo, considerato che la Costituzione Italiana e il Codice<br />

Deontologico sanciscono l’equità <strong>del</strong> diritto di accesso alle cure.<br />

11. Anziani e farmaci<br />

Il notevole incremento <strong>del</strong>le fasce d’età più avanzate nei Paesi industrializzati,<br />

insieme con i progressi <strong>del</strong>la medicina, ha ampliato il numero di persone affette da<br />

patologie croniche multiple e trattate con regimi polifarmacologici complessi. Inoltre, i<br />

pazienti anziani con comorbidità multiple sono spesso esclusi dagli studi clinici<br />

randomizzati (RCT) e le informazioni sulla sicurezza dei farmaci nella popolazione<br />

anziana sono molto scarse.<br />

In questo capitolo si affrontano lo stato <strong>del</strong>l’arte nella ricerca farmacologica in ambito<br />

geriatrico, le reazioni avverse, le interazioni farmacologiche, l’aderenza ai regimi<br />

polifarmacoterapici, i farmaci potenzialmente inappropriati, il sovra- e il<br />

sottotrattamento e, infine, la prescrizione “off-label”.

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