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Scarica il pdf - BIOS SpA

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2<br />

L’EDitoRiALE<br />

CHE sUCCEDE ALLA sANità iN itALiA?<br />

Francesco Leone<br />

In precedenti editoriali, in diverso modo, abbiamo<br />

affrontato alcuni aspetti “pratici” dello<br />

spending review e del suo significato potenzialmente<br />

pericoloso sul funzionamento delle strutture<br />

sanitarie in Italia. L’esperienza degli ultimi<br />

anni, la crisi che investe numerose e qualificate<br />

organizzazioni assistenziali, le dichiarazioni del<br />

primo ministro Mario Monti prima di dimettersi<br />

inducono a ulteriori riflessioni. Riflessioni che<br />

basano la loro ragion d’essere sul rapporto critico<br />

tra sanità pubblica e privata.<br />

Perché contrapporre sanità pubblica e privata?<br />

Questo è in parte già avvenuto nel corso degli anni<br />

e, salvo qualche pregevole sistema attuato ed<br />

egregiamente funzionante in alcuni regioni del<br />

nostro Paese, <strong>il</strong> contrasto continua a rappresentare<br />

uno squ<strong>il</strong>ibrio rischioso per prospettare soluzioni<br />

realistiche. Si discute di livelli essenziali di<br />

assistenza, si afferma la necessità di razionalizzare<br />

l’esistente (e chi non sarebbe d’accordo), ma<br />

persiste molta confusione sulle modalità attuative.<br />

Forse <strong>il</strong> politico deve comportarsi così: fare<br />

annunci su un futuro possib<strong>il</strong>mente/probab<strong>il</strong>mente<br />

luminoso, ma non è necessario essere f<strong>il</strong>osofi<br />

della comunicazione per essere del tutto scettici<br />

sulle iniziative ipotizzate. Il futuro è già arrivato,<br />

è oggi! Lo stato acquisisce congrue cifre dai<br />

contribuenti per fornire assistenza sanitaria. Ma<br />

“restituisce” quanto assorbe? Come conc<strong>il</strong>iare un<br />

tam tam giusto di informazioni sul potenziale della<br />

medicina e poi essere consapevoli che la ricaduta<br />

non ci sarà a breve termine. L’industria farmaceutica,<br />

fondamentale risorsa qualitativa per<br />

alcune aree di ricerca, sembra aver tirato un po’ i<br />

remi in barca ed evita investimenti rischiosi.<br />

Sulla prestigiosa rivista New England Journal<br />

of Medicine compaiono spesso articoli che<br />

riguardano la lotta del presidente Obama e le difficoltà<br />

che incontra per migliorare la qualità di<br />

assistenza sanitaria ed estenderla al ceto sociale<br />

più disagiato. Nell’evoluzione dell’economia attuale,<br />

nella crisi non risolta e che si protrarrà per<br />

anni, alcuni economisti vedono attuarsi una minaccia<br />

già in parte concreta: un allargarsi della<br />

forbice riguardante la possib<strong>il</strong>ità di accedere alle<br />

cure, con una minore copertura assistenziale<br />

per i ceti meno agiati, categoria che si allarga<br />

sempre più anche perché la popolazione invecchia<br />

e l’inserimento dei giovani nel mondo del<br />

lavoro è ritardato (precariato protratto).<br />

Le strutture private hanno fornito nell’ambito<br />

del servizio sanitario un punto di forza per la<br />

cittadinanza, talora affrontando notevoli sacrifici<br />

per garantire <strong>il</strong> mantenimento di una qualità<br />

operativa eccellente e non subire troppo i danni<br />

della crisi in atto e pregressa. Proprio quando una<br />

persona credib<strong>il</strong>e e competente come <strong>il</strong> presidente<br />

Monti ammonisce sulla necessità di resettare<br />

le modalità di assistenza sanitaria, le strutture<br />

come la <strong>BIOS</strong> S.p.A. possono offrire un’àncora<br />

solida di stab<strong>il</strong>ità. La sanità privata offre soluzioni<br />

di copertura in tempo reale che altrimenti<br />

non potrebbero essere un vero vantaggio per <strong>il</strong><br />

malato o per chi ha <strong>il</strong> sospetto di esserlo. Le<br />

strutture come la <strong>BIOS</strong> hanno avuto controlli sul<br />

loro servizio e sulla qualità delle procedure che<br />

adottano.<br />

In sostanza nasce una riflessione potenzialmente<br />

ricca di implicazioni: perché nel privato<br />

non confluiscono parte delle operazioni assistenziali<br />

che <strong>il</strong> pubblico non è in grado di fornire?<br />

È assai verosim<strong>il</strong>e che, almeno in alcuni settori,<br />

l’integrazione tra tempo di richiesta e suo<br />

soddisfacimento possa essere agevolmente risolta<br />

se le strutture pubbliche trovano <strong>il</strong> coraggio di<br />

delegare al privato (con adeguato ed equ<strong>il</strong>ibrato<br />

compenso economico) quanto non sono in grado<br />

di fare. La richiesta di salute, variamente articolata,<br />

è un pressing quotidiano sulle strutture assistenziali<br />

e non è l’ultima causa del gran numero<br />

di cause medico-legali che fanno un po’ confusamente<br />

parlare di “malasanità”.<br />

Con queste riflessioni chiudiamo un impegnativo<br />

2012 e ripartiamo per un efficace 2013,<br />

ampiamente consapevoli che nessuna resa è possib<strong>il</strong>e<br />

se vogliamo salvaguardare, come cittadini<br />

italiani, <strong>il</strong> modello di welfare che è stato costruito<br />

e che rischia ora di sfaldarsi.

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