Neoclassicismo all'interno di Villa Belmonte all ... - Settimopiano.it

la tecnica pittorica a tempera su muro utilizzata anche per la Sala d’Ercole e l’Orto botanico e con una
disposizione dei personaggi a gruppi di figure, ciascuna ben disegnata e delineata nei suoi attributi
iconografici.
L’impianto neoclassico delle figure lo si trova anche nelle cornici che non sono più quadrature
architettoniche ma si tratta di cornici dipinte: inoltre nello sfondo è quasi assente il paesaggio e si trovano
solo poco accenni di chiaroscuro che sottolineano le
forme plastiche delle figure dando risalto alle masse
muscolari.
Nelle figure in secondo piano Velasco usa forme più
rapide, quasi abbozzate con un segno più libero e
moderno. Nella adiacente “camera di compagnia”
Velasco dipinge la volta, con la stessa impronta
neoclassica, la scena raffigurante Paride che assegna
la mela d’oro a Venere.
Terza personalità che si incrocia all’interno di Villa Belmonte è Valerio Villareale (1773- 1854) : in una
nicchia dello scalone monumentale si trova il Ritratto di G. E. Ventimiglia a mezzo busto, scolpito in marmo
nel 1815 dal più apprezzato scultore siciliano del periodo neoclassico; l’artista, affermatosi soprattutto per i
diversi interventi scultorei nella Reggia di Caserta, lo ha realizzato immediatamente dopo il suo ritorno a
Palermo, di seguito alla caduta del regno murattiano e la restaurazione dei Borbone. Il ritratto, ispirato alla
statuaria antica, è il primo di una lunga serie di busti di siciliani illustri che il Villareale produsse nel periodo
palermitano. [cfr.http://www.liceogaribaldi.it/dipartimenti/dip_arte/Belmonte_web/villareale.htm
consultato il 28/07/2011].
Uno dei pannelli centrali delle volte testimonia l’interesse del Principe per le arti con la rappresentazione di
Apollo e le Muse: il tema è frequente nell’arte neoclassica ed ha un illustre precedente nell’affresco con il
Parnaso (1760-61) realizzato da Anton Raphaël Mengs per il Cardinale Albani ma il pannello della villa è
confrontabile con il rilievo in marmo che decora il Monumento funebre a Giovanni Meli realizzato nel 1828
da Valerio Villareale per la chiesa di S. Domenico a Palermo.
[cfr. http://www.liceogaribaldi.it/dipartimenti/dip_arte/Belmonte_web/interno.htm consultato il
27/07/2011].
Valerio Villareale si inserisce perfettamente in quel clima neoclassico di cui sono portavoce Marvuglia e
Velasco: l’erudito Agostino Gallo attribuiva al Villareale il merito di “avere introdotto in Sicilia l’eleganza
delle forme e lo studio dell’antico nella scultura”. [cfr. Leone F., in Galleria d’Arte moderna di Palermo,
Silvana editore, 2007, p.114].