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VILLA CATTOLICA E MUSEO GUTTUSO - Settimopiano.it

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<strong>VILLA</strong> <strong>CATTOLICA</strong> E <strong>MUSEO</strong> <strong>GUTTUSO</strong><br />

Una lettura approfond<strong>it</strong>a della “Villa dei principi di Cattolica alla Bagaria” rivela come l’edificio<br />

possiede una duplice valenza: da un lato è museo di se stesso quale documento della civiltà barocca<br />

siciliana e dall’altro, dal 1973 custodisce e mostra il patrimonio p<strong>it</strong>torico che ruota intorno alla<br />

figura di Renato Guttuso. Questo attesta e conferma la grande valenza culturale che Villa Cattolica<br />

riveste nel panorama del sistema delle ville bagheresi e nel più vasto amb<strong>it</strong>o delle residenze<br />

suburbane della Sicilia e mostra inoltre come il restauro e la valorizzazione di un Bene Culturale,<br />

già di per se testimonianza di un illustre passato, possa acquisire un grande valore aggiunto e di<br />

continu<strong>it</strong>à per una fruizione completa e ricca nell’amb<strong>it</strong>o della cultura terr<strong>it</strong>oriale.<br />

Lo studio sulla storia di questa realtà sociale è base indispensabile di partenza per la formulazione<br />

di un progetto futuro della stessa realtà.<br />

Villa Cattolica nasce sulla scia delle ville tardo-barocche che caratterizzano tutto il terr<strong>it</strong>orio<br />

bagherese come luogo prediletto di villeggiatura per la nobiltà palerm<strong>it</strong>ana.<br />

Il complesso della villa nella sua odierna composizione è il frutto delle successive trasformazioni e<br />

adattamenti di un’antica masseria fortificata con torre, baglio e magazzini già presente da secoli nel<br />

terr<strong>it</strong>orio, appartenente prima a semplici borghesi e poi ai padri Carmel<strong>it</strong>ani di Palermo.<br />

Viene acquistata dalla famiglia Bonanno, originaria di Pisa e trasfer<strong>it</strong>asi in Sicilia dove ricopre<br />

importanti cariche pubbliche, all’apice della sua potenza; in particolare, il comm<strong>it</strong>tente è Francesco<br />

Bonanno Principe di Cattolica (1675-1739) Grande di Spagna, cap<strong>it</strong>ano di giustizia della c<strong>it</strong>tà di<br />

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Palermo, gentiluomo di camera del re V<strong>it</strong>torio Amedeo, Consigliere Aulico di Stato,<br />

dell’Imperatore Carlo VI e pretore per più anni della c<strong>it</strong>tà di Palermo.<br />

È in quest’ottica del massimo trionfo della Casa che va vista la costruzione della Villa Cattolica a<br />

Bagheria e del Palazzo a Palermo. Il principe Bonanno ha voluto per la sua residenza estiva un<br />

luogo dal quale potesse dominare tutto il terr<strong>it</strong>orio bagherese e la villa si affaccia sulla via<br />

Consolare, l’unica che da Palermo portava a Messina.<br />

La costruzione della villa inizia nel 1734 e, sebbene non si conosca il nome dell’arch<strong>it</strong>etto che la<br />

progettò, si sa invece quello del capo-mastro che la costruì, Giuseppe Pirrello.<br />

I lavori terminano nel 1736.<br />

La villa è un microcosmo autosufficiente, una piccola c<strong>it</strong>tà con tutti i servizi necessari alla v<strong>it</strong>a del<br />

dominius, quali i viali di collegamento, la chiesa, la scuderia, le stalle, i magazzini, le cisterne, il<br />

forno, le case per la serv<strong>it</strong>ù.<br />

Il palazzo è ancora legato al modello di costruzione medievale, con mura merlate, anche se rivela un<br />

certo movimento di ispirazione barocca, poiché il massiccio blocco della costruzione si presenta<br />

scavato in due curve opposte: una sulla facciata principale e l’altra sulla parte posteriore.<br />

Nell’esedra principale si trova lo scalone a duplice rampa simmetrica, che conduce al piano nobile,<br />

di cui manca però la balaustra originaria, sost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da una ringhiera di ferro. L’imponente portale<br />

del prospetto principale ed altri dettagli arch<strong>it</strong>ettonici hanno carattere cinquecentesco, mentre le<br />

mensole del balcone soprastante sono di pieno stile barocco.<br />

Dopo il 1820, con l’estinzione della famiglia Bonanno, per Villa Cattolica cominciano una serie di<br />

diversi usi come lazzaretto durante un’epidemia di colera, poi come caserma delle truppe<br />

borboniche di stanza a Bagheria negli anni dello sbarco di Garibaldi in Sicilia.<br />

Alla fine dell’Ottocento la Villa viene acquistata da Gioacchino Scaduto, esponente di un’operosa<br />

famiglia borghese di Bagheria, per essere destinata sia ad ab<strong>it</strong>azione che a sede di un opificio per la<br />

produzione di conserve alimentari; Scaduto fa restaurare la villa facendo sost<strong>it</strong>uire quasi tutti i<br />

pavimenti originali e realizzando alcuni affreschi nel salone principale del piano nobile.<br />

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Il 24 novembre 1973 l’Amministrazione Comunale, dopo aver preso in aff<strong>it</strong>to il piano nobile della<br />

villa, inaugura la “Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea” di Bagheria, procedendo, dunque,<br />

con lavori di ristrutturazione dettati dall’esigenza di adattare le sale della villa a spazi espos<strong>it</strong>ivi.<br />

La nasc<strong>it</strong>a del Museo è legata alla donazione di opere destinate da Renato Guttuso a Bagheria;<br />

vengono locati sette ambienti al piano nobile del corpo di fabbrica centrale. Le sale conservano per<br />

un decennio l’iniziale assetto di percorso che presenta una raccolta cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>a da opere di Guttuso e<br />

della sua collezione di dipinti, sculture, disegni, incisioni di autori che dagli anni Trenta agli anni<br />

Settanta attraversano quarant’anni del panorama artistico dello scorso secolo.<br />

Negli anni successivi al 1973 l’Amministrazione Comunale prende in aff<strong>it</strong>to anche il secondo piano<br />

per destinarlo alla “Civica Biblioteca Francesco Scaduto”. La biblioteca, negli anni ’80, per<br />

problemi di accessibil<strong>it</strong>à, viene trasfer<strong>it</strong>a in altri locali sempre di proprietà del comune e, da quel<br />

momento, le sale del secondo piano vengono lasciate in stato di abbandono tanto che, dalla già<br />

degradata copertura, cominciano a manifestarsi segni di infiltrazione d’acqua piovana. Il forte<br />

degrado sostiene la necess<strong>it</strong>à di avviare le strategie di base per il recupero, la conservazione,<br />

l’accessibil<strong>it</strong>à, la fruibil<strong>it</strong>à e l’integrazione del Monumento con il funzionamento del Museo, fasi<br />

che da quel momento si collegano organicamente.<br />

Nel 1985 l’attuale Direttore del Museo, Dora Favatella Lo Cascio, appena insediatosi, riordina<br />

l’<strong>it</strong>inerario completo attraverso l’attuazione di interventi tecnici e di revisione del patrimonio<br />

artistico. Le sale vengono sottoposte ad interventi per un più adeguato allestimento. Per tale<br />

occasione viene realizzato un nuovo impianto di illuminazione cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o da una barra metallica<br />

dalla quale fuoriescono bracci con corpi illuminanti appesi. Si pensa anche alla sicurezza facendo<br />

realizzare delle controporte in ferro.<br />

Si attua una selezione delle opere esposte, trasferendo quelle di minor interesse in locali di depos<strong>it</strong>o.<br />

Tra il 1985 e il 1986 Guttuso dona al Museo un ingente materiale documentale, insost<strong>it</strong>uibile per la<br />

ricerca storico-cr<strong>it</strong>ica sull’opera del p<strong>it</strong>tore in riferimento all’arte del suo tempo e al terr<strong>it</strong>orio che ha<br />

disegnato il campo di grav<strong>it</strong>azione della moderna cultura visiva siciliana.<br />

Contestualmente, nel 1988, si avvia la procedura per l’acquisizione dell’intero complesso di Villa<br />

Cattolica, comprensivo di corte e giardini. Tale acquisizione consente nel 1990, l’inserimento nel<br />

parterre settentrionale dell’arca monumentale realizzata da Giacomo Manzù per raccogliere le<br />

spoglie dell’amico Guttuso.<br />

La natura storica della sede rende il suo conten<strong>it</strong>ore assimilabile al suo contenuto, essendo lo stesso<br />

edificio una testimonianza artistica e culturale. Su tale punto guida si è accentrata l’esecuzione dei<br />

lavori della seconda metà degli anni ’90, in cui inizia uno studio generale per un progetto di<br />

conservazione dell’intera Villa, approfondendo lo studio del carattere del complesso monumentale e<br />

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mantenendone il suo aspetto dell’antico in chiave scenografica, rispettandone i “passaggi”<br />

ottocenteschi e del primo Novecento, laddove non si identificano come “invasivi” del sistema<br />

originario, con la consapevolezza di conservare quanto ci è stratificamene pervenuto, pur<br />

rendendolo adatto alle molte, pratiche esigenze di un moderno museo, non volendo negare, quindi,<br />

l’aggiunta dell’arch<strong>it</strong>ettura contemporanea.<br />

L’intervento congiunto tra il Direttore del Museo, il Direttore dei Lavori per la Soprintendenza e il<br />

Responsabile dei Beni Culturali per il Comune di Bagheria, cost<strong>it</strong>uisce un esempio significativo di<br />

collaborazione tra Amministrazioni diverse nell’azione di recupero del patrimonio monumentale.<br />

La fruizione degli spazi del Museo viene persegu<strong>it</strong>a e attuata con la realizzazione di opere quali<br />

pedane inclinate e attrezzature mobili. Non volendo creare elementi discriminanti, come la<br />

creazione di percorsi privilegiati per un’ utenza con minore abil<strong>it</strong>à, si sono realizzati accessi alle<br />

sale espos<strong>it</strong>ive e ai servizi utilizzabili indistintamente da tutti i fru<strong>it</strong>ori.<br />

Altro esempio di arch<strong>it</strong>ettura contemporanea è la chiusura del portico orientale con ante in vetro<br />

antinfortunistico inser<strong>it</strong>e in una leggera struttura metallica. Nei lavori di restauro è stato, inoltre,<br />

necessario inserire alcuni sistemi tecnologici quali quello per l’illuminazione, di rilevamento dei<br />

dati climatici (temperatura e umid<strong>it</strong>à relativa), di antincendio, di antintrusione e, per alcune sale, di<br />

climatizzazione. Tutti questi impianti sono stati progettati appos<strong>it</strong>amente per gli spazi esistenti.<br />

Importante, per il restauro, è stato il dialogo tra diverse figure professionali quali storici dell’arte,<br />

chimici, geologi, ingegneri strutturalisti e specialisti di illuminotecnica e di sicurezza.<br />

Questo patrimonio richiede un programma organico di valorizzazione, ma prima di ogni altro<br />

intervento è necessario che venga attuato un programma di manutenzione periodica per ev<strong>it</strong>are il<br />

rischio grave di pregiudicare il lavoro svolto di riscatto e valorizzazione, dopo decenni di<br />

abbandono e degrado.<br />

L’otto maggio del 1998, quindi, dopo tre anni di restauri, vengono riaperte al pubblico quattordici<br />

sale del piano nobile, nonché i corpi bassi di pertinenza, e il Museo si presenta come una struttura<br />

dalle potenzial<strong>it</strong>à culturali uniche nel suo genere.<br />

Seguono varie rassegne nel 1999, nel 2002 e nel 2007 che ripercorrono tutta l’attiv<strong>it</strong>à del p<strong>it</strong>tore<br />

bagherese e ragguardevole è stata l’attiv<strong>it</strong>à espos<strong>it</strong>iva che ha trattato di artisti dal primo Novecento<br />

a contemporanei.<br />

Da poco più di tre anni, a segu<strong>it</strong>o anche di un riallestimento ben congeniato di tutte le sale,<br />

l’esposizione si è arricch<strong>it</strong>a: al centro delle collezioni è l’opera di Guttuso (piano nobile e piano<br />

secondo), attorno ad essa, lavori e documenti dell’arte <strong>it</strong>aliana nel Novecento (piano nobile);<br />

ulteriori e significativi lavori di giovani artisti operanti nel terr<strong>it</strong>orio (piano nobile). Il percorso si è<br />

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oltremodo ampliato con le splendide sezioni di fotografia, libro d’artista (piano secondo) e p<strong>it</strong>tura<br />

del carretto (piano terra).<br />

De Santis Valentina<br />

2 Febbraio 2012<br />

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