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Microclima, aerazione e illuminazione alla base ... - Gruppo 24 Ore

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6 marzo 2007 ­ N. 5<br />

IGIENE E SICUREZZA<br />

Qualità dell’aria indoor<br />

www.ambientesicurezza.ilsole<strong>24</strong>ore.com<br />

IGIENE DEL LAVORO<br />

Articolo<br />

Riquadro 2<br />

Per “aria indoor” si intende quella presente negli ambienti confinati; è caratterizzata d<strong>alla</strong> presenza<br />

di sostanze di varia natura che provengono sia dall’interno delle costruzioni (originati d<strong>alla</strong> stessa<br />

presenza umana o da emissioni di materiali e attività) sia dall’esterno, ma che non sono naturalmente<br />

presenti nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità.<br />

Gli inquinanti presenti nell’aria indoor possono essere generati da più fonti, ognuna delle quali di<br />

difficile identificazione e non particolarmente dominante, in modo sia occasionale sia continuativo:<br />

è spesso di modesta entità e assume sovente un carattere diffuso.<br />

Gli effetti dell’inquinamento dell’aria degli ambienti confinati, amplificati da una sempre maggiore<br />

permanenza delle persone in spazi chiusi, possono interessare vari organi e apparati ma le patologie<br />

sono ascrivibili a due gruppi principali:<br />

l le Building Related Illness (BRI) o “Malattia correlata all’edificio”, aventi un quadro clinico ben<br />

definito e per le quali può essere identificato uno specifico agente causale, come le alveoliti<br />

allergiche estrinseche, le infezioni da rickettsie, da virus e da funghi, asma bronchiale, febbre da<br />

umidificatori, febbre di Pontiac e legionellosi;<br />

l le Sick Building Syndrome (SBS) o “Sindrome da edificio malato”, caratterizzate da un quadro<br />

clinico sfumato non facilmente riconducibili a un unico agente causale.<br />

L’<strong>aerazione</strong> naturale (o ventilazione naturale) degli spazi chiusi è uno dei principali elementi che<br />

concorrono al mantenimento di una buona qualità dell’aria indoor, ma contribuisce anche su altri<br />

versanti al benessere dell’individuo. Più analiticamente si può affermare che l’<strong>aerazione</strong> naturale<br />

non solo ha lo scopo di assicurare un adeguato ricambio d’aria per ridurre la presenza di inquinanti<br />

nell’ambiente chiuso, ma serve anche a:<br />

l controllare il valore di umidità relativa, riducendo la formazione di condensa del vapore d’acqua<br />

sulle pareti e, quindi, il rischio della formazione di colonie batteriche;<br />

l favorire gli scambi convettivi ed evaporativi e, quindi, permettere una migliore termoregolazione<br />

corporea negli ambienti caldi.<br />

È da rilevare, poi, che l’<strong>aerazione</strong> naturale assume rilevanza anche ai fini della sicurezza antincendio,<br />

limitando la formazione di concentrazioni esplosive o asfissianti di aerodispersi.<br />

La ventilazione meccanica (o “forzata”) è, invece, la soluzione impiantistica in cui il rinnovo dell’aria<br />

è realizzato con ventilatori, che prelevano aria all’esterno dell’edificio e la distribuiscono utilizzando<br />

(almeno parzialmente) una canalizzazione.<br />

La corretta progettazione di un impianto di ventilazione presuppone di mantenere la purezza<br />

dell’aria mediante l’immissione nell’ambiente di una adeguata quantità di aria di rinnovo, prelevata<br />

in luogo adeguato e correttamente filtrata, e anche di ottenere una efficace e omogenea distribuzione<br />

della stessa in ogni parte del locale, evitando fastidiose correnti.<br />

La legislazione inerente ai luoghi di lavoro richiede:<br />

l la presenza, ovunque possibile, di una adeguata <strong>aerazione</strong> naturale;<br />

l il ricorso, in caso di carenza di <strong>aerazione</strong> naturale, agli impianti di ventilazione forzata;<br />

l le tutele per gli operatori (impianti sempre funzionanti, portate adeguate, velocità dell’aria non<br />

eccessive, <strong>alla</strong>rmi nei casi di mal funzionamento, pulizia regolare ecc.) nel caso di ricorso a impianti<br />

di ventilazione forzata.<br />

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