Mazzini_ lettera ad Haug_aprile 1863

MAZZINI 517
blema, a compire quella Rivoluzione : pochi e tiepidi
oppositori, non una opposizione che, fatta Mirabeau
collettivo, tuoni ai dormienti: fate o perite. Collo stra-
niero su due punti del proprio terreno, quando ogni
angolo di quel terreno dovrebbe essere fucina d'armi
e nucleo d'armati, l'Italia ha, su ventidue milioni di
Popolo, duecento mila soldati, raccolti a stento in tre
anni, sconfortati dal linguaggio dei capi, non appog-
giati da una riserva di cittadini ordinata e armata
essa pure, educati da una insana immorale politica
a credersi semplici arnesi di guerra, senza diritti, sen-
za vita propria, senza vincolo, fuorché di repressione,
colla nascente Nazione : novantamila sono cacciati a
contendere impotentemente, sotto capi ignari di luo-
ghi, di cose e d'uomini, con un brigantaggio che il
Paese, ordinato a difesa locale sotto Comitati com-
posti dei migliori e più arditi fra i cittadini, e aiuta-
to dal Governo d'armi e denaro, annienterebbe in tre
mesi. Non unione, non concordia d'opere, non amore
reciproco: malcontento nel popolo, inerzia e sconfor-
to negli ordini cittadineschi, diffidenza di tutti e di
tutto in chi regge ; e uomini che, per fama di prove
durate a prò della Causa Nazionale e influenza sulle
loro provincie, potrebbero risuscitare l'energia del
Paese, lasciati da banda; e chiamati, richiamati a di-
rigere la formazione dell'Unità, pochi individui K cui
vita politica rappresentò sempre concetti di federazio-
ni, di leghe di Principi, di concessioni a regnatori dispotici,
purché concedessero miglioramenti locali. E
— sopra una terra avvezza al fango del servaggio o
alle grandi cose, di mezzo a un Popolo immaginoso,
fervido, rapido, a cacciar con sassi o armi da caccia
il nemico, o a travolgersi nell'egoismo, con una tra-
dizione di pensiero e d'azione che da Roma solcò due