Mazzini_ lettera ad Haug_aprile 1863

MAZZINI
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abolì per noi ogni idea di Diritto, ogni norma di Giu-
sto. Dimenticata la nobile tradizione del Pensiero Ita-
liano, i nostri poeti si fecero trovatori, i nostri lette-
rati si fecero cortigiani, i nostri filosofi servili copisti
delle formole altrui. La tenebra dell'ignoranza suoer-
stiziosa ravvolse per trecento anni l'intelletto d'Ita-
lia ; l'individualismo meschino dello schiavo che nonna
fratelli invase per trecento anni il core d'Italia. E
perchè oggi tentenniamo sulla via, come prigionieri che
smarrirono l'uso delle membra, Voi Haug, combattente
del 1849, disperate di noi ? Perchè la virtù de! sacri-
fìcio non splende finora che sui ventimila volontari
di Garibaldi, credete che non si diffonderà rapida-
mente, checché altri faccia, sulle nostre moltitudini ?
Haug, voi guardate agli insetti che invasero i velli
del leone giacente, e dimenticate il leone. Io ho guar-
dato ai primi suoi moti, e so che un dì o l'altro, in
tempo non remoto, si leverà ridesto d'un balzo, e sco-
terà via da sé gl'insetti che brulicano su! suo riposo.
Li* iniziativa, Ernesto, è cosa di Dio. E' il battesimo
d'un' Epoca Storica e il segno che Dio pone sulla
fronte ad un Popolo chiamato a vivere d'una vita edu-
catrice nel mondo. Gli uomini possono, immemori e
inerti, indugiarne l'apparizione, non abolirla. Il disegno
Provvidenziale veglia per essi. L'Italia non può
vivere se non vivendo per tutti. La sua tradizione
lo attesta. Il nostro Popolo o giacque muto o portò
attorno la parola di vita. Unico finora sulla terra trovò
nella tomba il segreto d'una più vasta e più potente
esistenza. Dio chiama oggi, Voi non potete negarlo,
l'Italia a rivivere; quindi a iniziare. La vita nostra
è a quel patto. Per questo, i Popoli oppressi d'Europa
guardano in noi più ch'oggi non meritiamo; per questo,
pari al fremito che scorre sulla terra poco prima