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primo numero - istituto cesare arici

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LO STILETTO<br />

s p e c i a l e o r i e n t a m e n t o<br />

A te la scelta!<br />

Dopo un lungo anno di incertezze, di indecisioni, di pensieri e secondaria di I grado e che abbiamo intrapreso una strada che<br />

di dubbi su quale scuola superiore dover frequentare, mi sono segnerà il nostro futuro.<br />

iscritta al liceo classico, presso l’<strong>istituto</strong> Cesare Arici. Ovviamente non si può credere di avere tutti i pomeriggi liberi,<br />

La scelta non è stata delle più facili, ma con la mia passione ma comunque si riesce sempre a trovare del tempo per vedere<br />

per le materie umanistiche e il consiglio delle persone che già i propri amici, per praticare attività sportive o per concedersi<br />

hanno trascorso uno o più anni nell’<strong>istituto</strong>, non ho potuto dei momenti di riposo.<br />

sbagliare.<br />

Molti ragazzi sono spaventati dai professori e pensano di tro-<br />

Quando ormai ero convinta della mia decisione, ho passato vare degli insegnanti cattivi e spietati, invece, al contrario, essi<br />

molto tempo a pensare a quali sarebbero stati i cambiamenti cercano di aiutarti il più possibile, mettendoti sempre a tuo<br />

ai quali sarei andata incontro e più volte mi sono chiesta se mi agio, però con serietà.<br />

sarei trovata bene.<br />

Non si deve tuttavia pensare che a scuola si debba solo “sgob-<br />

Il <strong>primo</strong> giorno di scuola ero terrorizzata, ma allo stesso tembare”, infatti ci sono molte gite e attività che alleggeriscono e<br />

po molto emozionata. Ero convinta che da quel momento in spezzano il peso della quotidianità.<br />

poi non avrei fatto altro che studiare tutto il giorno, ma ero A tutti coloro che sono indecisi su quale sia la miglior opzione<br />

contenta di creare nuovi legami di amicizia, che forse saranno per il proprio futuro consiglio di pensare a ciò che piace e di<br />

quelli più duraturi.<br />

scegliere con la testa e con il cuore, per evitare spiacevoli delu-<br />

Con il passare del tempo mi sono resa conto che sicuramente sioni o impreviste cadute scolastiche.<br />

il carico scolastico è aumentato rispetto a quello della scuola Alessandra Regazzoli - I A ginnasio<br />

Saggezza liceale<br />

La mia descrizione dei cinque anni trascorsi all’Arici, in poco<br />

più di mezza pagina possibilmente, magari con qualche consiglio,<br />

che so, qualche segreto per sopravvivere senza dare<br />

di matto , qualche dritta con l’insegnante più famigerato, qualche<br />

bell’aneddoto che ti è rimasto impresso e che possa far<br />

sorridere i tuoi compagni... una presentazione per i nuovi arrivati,<br />

insomma!<br />

“Niente di più difficile”, ho subito pensato. Perché sono convinta<br />

che in poche righe sia impossibile rendere, anche col<br />

senno di poi, l’oceano di emozioni, di vissuti, di esperienze e<br />

di ricordi degli anni trascorsi nella scuola. E oltretutto, diciamocelo<br />

chiaro e tondo: quale senno di poi? Noi di III ci sentiamo<br />

ancora dentro fino al midollo, anche se vorremmo avere<br />

già un piede fuori dal portone e abbiamo voglia di progettare,<br />

di decidere, di frequentare l’università. Sappiamo che il percorso<br />

è ancora lungo e i professori ce lo ricordano di continuo.<br />

In quanto alunna dell’ultimo anno, l’unico consiglio che posso<br />

dare è di non arrendersi mai davanti alle <strong>numero</strong>se difficoltà<br />

che la scuola ci presenta. Perché è verissimo: a volte ci<br />

sentiamo combattuti, stressati, insofferenti... ci svegliamo la<br />

mattina e vorremmo gettare la sveglia addosso alla mamma<br />

o prendere a calci il cane. A volte per studiare tutte le materie<br />

vorremmo aggiungere un paio d’ore alle “scarse” 24 che ci<br />

sono state concesse. A volte - e questo lo dico spassionatamente<br />

ai ragazzi di I ginnasio - studierete come dei dannati,<br />

trascorrendo pomeriggi interi con la schiena piegata su<br />

quell’UNICO verbo di greco che - voi giurate - non esiste sul<br />

vocabolario, non c’è, davvero! (per poi scoprire puntualmente<br />

che era quell’aoristo irregolare che avreste dovuto imparare<br />

da tempo). A volte avrete l’impressione di non farcela, di non<br />

ottenere i risultati per cui faticate tanto.<br />

La nostra scuola non è una passeggiata, ma niente di ciò<br />

che rende davvero soddisfatti e felici è “facile”... anche il<br />

rapporto con i vostri compagni di classe non sarà sempre<br />

idilliaco. Inizieranno i problemi, le incomprensioni, le accuse<br />

di chi non ha passato bene i compiti, gli sbagli a dettare<br />

gli avvisi, le litigate durante le assemblee per mantenere<br />

l’ordine. La convivenza è uno degli aspetti più complicati<br />

e più importanti dell’andare a scuola. Bisogna imparare ad<br />

autogestirsi, a sopportare, a “smussare” gli angoli del nostro<br />

carattere per riuscire a mantenere un buon clima. Non<br />

è facile, ma è possibile, e vi regalerà una grande soddisfazione<br />

personale. Gli obiettivi per i quali avete scelto questa<br />

scuola saranno raggiunti, ma ci vuole pazienza e fatica. Vi<br />

confido che non vi mancherà mai l’aiuto. Ho sperimentato<br />

in questi anni la viva presenza di professori che ci vogliono<br />

aiutare davvero, e che ci vogliono anche bene, a modo loro.<br />

Chi in modo più distaccato, chi in modo più scherzoso (a<br />

volte anche troppo), chi in modo assolutamente incomprensibile;<br />

ma è questa la forza della nostra scuola, nel bene<br />

e nel male: l’umanità con cui ogni singolo ragazzo viene<br />

giudicato e fatto crescere.<br />

Qualunque siano i vostri dubbi, verranno risolti con un po’<br />

di tempo e con un po’ di fiducia. Non vi aspetta solo fatica,<br />

infatti: vi attendono gite scolastiche bellissime, luoghi da<br />

visitare, risate con i professori o anche SUI professori (io<br />

non l’ho detto) e vi aspettano soddisfazioni enormi come<br />

il <strong>primo</strong> voto alto nella versione o la prima grande amicizia<br />

scolastica. Vi auguro, quindi, un buon percorso perché,<br />

come ho già detto, di cose da dire ce ne sarebbero molte,<br />

ma preferisco lasciarvele vivere.<br />

7<br />

Eleonora Trani - III B liceo

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