STORIA G.S.M. (in pdf) - Gruppo Speleologico Marchigiano CAI ...
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Prefazione:<br />
TORIA DEL GRUPPO<br />
SPELEOLOGICO MARCHIGIANO<br />
DI ANCONA<br />
di Giancarlo Cappanera<br />
Non è facile scrivere e documentare, dopo oltre 50 anni, la storia del <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong><br />
<strong>Marchigiano</strong> (del quale ho <strong>in</strong>iziato a fare parte solo dal 1968), ma il senso di riconoscenza per i<br />
valori e per le emozioni che ho ricevuto come iscritto mi <strong>in</strong>ducono, <strong>in</strong> mancanza di altri, a non fare<br />
disperdere la memoria di una grande passione che nel tempo si è rigenerata cont<strong>in</strong>uamente <strong>in</strong> quei<br />
giovani marchigiani (non solo di Ancona) che hanno partecipato attivamente alla vita sociale.<br />
Dedico questo modestissimo ricordo agli speleologi marchigiani, di ogni luogo e città, che da<br />
domani <strong>in</strong>izieranno per la prima volta a calarsi nel mondo ipogeo, con la speranza che l'esempio di<br />
chi li ha preceduti possa essere loro da guida.<br />
Molte delle notizie storiche che riporto le ho ottenute di prima mano, nel tempo, <strong>in</strong>tervistando<br />
direttamente alcuni protagonisti pr<strong>in</strong>cipali, <strong>in</strong> particolare Carlo Pegorari, ma anche Mario<br />
Marchetti e Pietro Pazzaglia. Naturalmente le fonti, la loro memoria e la mia potrebbero risultare<br />
imprecise; pertanto, sarò grato a coloro che mi aiuteranno a ricostruire più esattamente le molte<br />
parti mancanti.<br />
Questo limite causerà <strong>in</strong>evitabilmente, già <strong>in</strong> partenza, errori o omissioni relativi ad avvenimenti e<br />
protagonisti, che mi auguro di sanare nel tempo con l'aiuto degli <strong>in</strong>teressati più <strong>in</strong>formati. Da<br />
sempre, il compito di ogni storico è quello di non limitarsi a raccontare i fatti ma anche di<br />
<strong>in</strong>terpretarli e commentarli; io cercherò di farlo anche se con i limiti dell'oggettività personale<br />
avendoli vissuti, <strong>in</strong> parte, direttamente.<br />
Mi scuso <strong>in</strong> partenza con tutti.<br />
Cenni storici sulla Speleologia nelle Marche prima del 900'<br />
Come noto, la vera speleologia moderna nacque nell'Ottocento con il diffondersi della cultura<br />
geologica <strong>in</strong> seguito alle nuove necessità di conoscenza di un territorio che <strong>in</strong>iziava ad essere<br />
trasformato dalle attività umane.
Nel 1809 Procacc<strong>in</strong>i Ricci pubblicò "Memorie sulla grotta di<br />
Frassassi nei contorni di Fabriano" anche detta "Grotta della<br />
Madonna". Negli atti della Reale Accademia dei L<strong>in</strong>cei, nel<br />
1880 apparse, per la stessa cavità, un <strong>in</strong>teressante studio dei<br />
Professori Scarabelli, Gommi e Flam<strong>in</strong>i "Sugli scavi della<br />
caverna di Frasassi"corredato da rilievi geologici e dalle<br />
analisi effettuate sui reperti paleontologici ivi r<strong>in</strong>venuti.<br />
Il primo riscontro ufficiale di questo nuovo <strong>in</strong>teresse si ebbe<br />
però nelle Marche nel 1883 quando al Teatro "Gentile da<br />
Fabriano" della città omonima si tenne il "3° Raduno<br />
Geologico e <strong>Speleologico</strong> Nazionale" al quale parteciparono<br />
i più importanti esperti di allora: Qu<strong>in</strong>t<strong>in</strong>o Sella ed i<br />
professori Pignor<strong>in</strong>i, Canavari, Scarabelli e Cappell<strong>in</strong>i.<br />
Animatore e promotore della manifestazione fu Mons.<br />
Aurelio Zonghi di Fabriano.<br />
Tra le due guerre mondiali, dopo la nascita, nel 1932, della sezione C.A.I. di Ancona, si formò il<br />
"<strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> Anconitano C.A.I.", da annoverarsi come il primo tentativo di attività<br />
speleologica organizzata nella regione. Risulta dagli atti ufficiali che, nel 1933, il Cav. Duilio<br />
Paoloni, del sodalizio anconetano, presentò una relazione al 1° Congresso <strong>Speleologico</strong> Nazionale<br />
di Trieste. Probabilmente, l'avvento della guerra impedì il consolidamento della struttura<br />
organizzativa e l'espansione delle attività, tanto che, term<strong>in</strong>ato il conflitto mondiale, non risulta che<br />
la sede C.A.I. di Ancona riprese una qualche sorta di attività speleologica.<br />
Il 1948, anno di fondazione del <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> <strong>Marchigiano</strong><br />
Solo nel Gennaio del 1948 per <strong>in</strong>iziativa del geologo Prof. Villa e dello zoologo Prof. Moretti<br />
dell'Università di Camer<strong>in</strong>o e di Carlo Pegorari e Mario Marchetti si costituì ad Ancona il<br />
<strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> <strong>Marchigiano</strong>. Il recapito del G. S. M fu fissato presso l'Ente Prov<strong>in</strong>ciale del<br />
Turismo <strong>in</strong> via Vecch<strong>in</strong>i e ciò ci fa capire quanto si diedero da fare i promotori per co<strong>in</strong>volgere<br />
nell'<strong>in</strong>iziativa, <strong>in</strong> un periodo difficilissimo, le autorità amm<strong>in</strong>istrative di allora. Scopo di tutti era<br />
quello di fondare un'associazione che riunisse sotto l'egida dell'<strong>in</strong>teresse e della passione per le<br />
grotte tutti gli amanti marchigiani del carsismo e della speleologia onde conoscere e valorizzare<br />
tante parti del territorio ancora poco note.<br />
I soci fondatori furono 13:<br />
Dott. Mario Marchetti Dott. Carlo Pegorari Prof. Giampaolo Moretti<br />
Prof. Giovanni Villa Ing. Paolo Beer Prof. ssa Maria Griffa<br />
Prof. Aldo Gusso Ing. Carlo Catena Sig. Aitelli Aldo<br />
Prof. Papadontonakis Sellio Avv. Arnaldo Ciani G<strong>in</strong>o Nardi (giornalista)<br />
Ulisse Carlo, Direttore dell'Ente Prov<strong>in</strong>ciale del Turismo di Ancona<br />
Furono eletti Presidente, Giampaolo Moretti e Segretario Carlo Pegorari.
Tale era l'entusiasmo e la conv<strong>in</strong>zione che da subito si decise la formazione di un Comitato Tecnico<br />
nell'ambito del quale si distribuirono i seguenti <strong>in</strong>carichi di coord<strong>in</strong>amento:<br />
Geologia Prof. Villa<br />
M<strong>in</strong>eralogia Ing. Catena<br />
Zoologia Dott. Marchetti<br />
Turismo Dott. Ulisse<br />
Collegamento con il C. A. I<br />
Responsabile stampa G<strong>in</strong>o Nardi<br />
Fu stabilita una quota di iscrizione annuale di lire 300.<br />
Prof. Gusso della Sezione C. A. I<br />
di Ancona<br />
La nascita del G. S. M fu accolta con entusiasmo da molti appassionati tanto che alla f<strong>in</strong>e del 1948<br />
già si potevano annoverare n. 43 soci residenti non solo ad Ancona ma anche a Fabriano, Jesi,<br />
Osimo, Piobbico, Urb<strong>in</strong>o, Macerata, Camer<strong>in</strong>o, Porto Civitanova, Genga.<br />
Il bilancio economico del primo anno di attività fu sorprendente:<br />
entrate Lire 21.440;<br />
uscite Lire 14.932;<br />
cassa Lire 6.508.<br />
Le prime esplorazioni e le prime scoperte<br />
Le attività di esplorazione <strong>in</strong>iziarono subito pr<strong>in</strong>cipalmente con la<br />
visita alle località carsiche più conosciute, la zona di Genga e della<br />
Gola della Rossa ed il Monte Cucco.<br />
L'entusiasmo notoriamente fa nascere speranze e sogni che sono i<br />
carburanti senza i quali, con il tempo, tutto diventa più difficile;<br />
anche i primi soci del G. S. M speravano di emulare le lontane<br />
imprese degli speleologi di Francia (dove è nata la Speleologia<br />
moderna) o di raggiungere almeno i ragguardevoli risultati ottenuti,<br />
con sensazionali esplorazioni, dai fortunati colleghi di Trieste e<br />
Roma.<br />
Serviva però una scoperta che catalizzasse l'<strong>in</strong>teresse di tutti per<br />
dare un forte slancio alle attività.<br />
Coraggio e fortuna, come sempre, svolsero la loro parte.
La scoperta della Grotta del Fiume<br />
Fu proprio <strong>in</strong> una delle prime esplorazioni del territorio di Frasassi che il 28/6/1948 il Dott. Mario<br />
Marchetti scoprì la Grotta del Fiume.<br />
Ecco come, all'<strong>in</strong>tero della "Guida generale delle Marche" (1950, Ed. Smegar, stampato dalla<br />
tipografia Ventur<strong>in</strong>i, Ancona - pp73-80), nella sezione <strong>in</strong>titolata ' La zona speleologica di San<br />
Vittore di Frasassi ' parla di questa scoperta:<br />
"La Grotta del Fiume, cavità di cui si ignorava l'esistenza pur<br />
trovandosi <strong>in</strong> una località facilmente accessibile, fu da me<br />
<strong>in</strong>cidentalmente scoperta allorchè avevo attraversato su di un battello<br />
pneumatico <strong>in</strong> compagnia dell'Ing. Paolo Beer il fiume Sent<strong>in</strong>o per<br />
visitare una grotticella che si apre quasi sul pelo delle acque, sulla riva<br />
s<strong>in</strong>istra del fiume, pochi metri prima che la Gola di Frasassi abbia<br />
term<strong>in</strong>e. Fu appunto sulla via del ritorno che mi accadde di notare<br />
come a metà circa della rapida ed alta scarpata antistante, che dalla<br />
carrozzabile S. Vittore di Genga cala a picco sul Sent<strong>in</strong>o, alcuni<br />
arbusti mossi dal vento lasciavano <strong>in</strong>travvedere due oscure aperture<br />
contigue. Subito richiamai l'attenzione di un terzo compagno, il Dott.<br />
Carlo Pegorari, che ci appoggiava dalla strada.<br />
Questi, aiutandosi con una fune, si calò lungo la scarpata scomparendo<br />
letteralmente tra i cespugli. Poco dopo vedemmo sbucare la sua mano<br />
tra le foglie e udimmo le sue grida. "E' vero, c'è una fessura, sembra<br />
che cont<strong>in</strong>ui, venite presto!".<br />
Di li a poco lo raggiungemmo affannati ed emozionati ed <strong>in</strong>iziata l'esplorazione della<br />
grotta avemmo conferma dell'esistenza di una grande cavità non visitata da alcuno. In successive<br />
spedizioni, constatammo che la cavità si estendeva per 1050 metri e si presentava<br />
affasc<strong>in</strong>ante, oltre per le sue bellezze, anche dal punto di vista scientifico. Infatti, già dalle prime<br />
visite notammo con meraviglia la presenza su ampie zone delle pareti della cavità di s<strong>in</strong>golari e<br />
rarissimi depositi di sali di ferro che per la loro disposizione richiamano l' idea di una pelle<br />
di leopardo.<br />
Interessante fu anche il r<strong>in</strong>venimento di un curioso animale anfibio, lo"spelerpes fuscus" la cui<br />
pelle gli permette di mimetizzarsi perfettamente con l'ambiente".<br />
La felice scoperta diede ancora più impulso alle attività del <strong>Gruppo</strong> tanto da favorire un ulteriore<br />
sensibile salto di qualità organizzativa e tecnica. Nel corso del 1948 il G. S. M fece 14 uscite per<br />
visitare molte grotte tra le quali:
Grotta dell'Inf<strong>in</strong>ito, Grotta Bella del<br />
Fiume, Grotta di Frasassi, Grotta del<br />
Vern<strong>in</strong>o, Buco del Falco, Buco del<br />
Trave, Grotta del Monte Cucco, la<br />
Grotta Verde, la Grotta dell'Inferno <strong>in</strong><br />
località S. Cristoforo. Fu scoperta oltre<br />
alla Grotta del Fiume anche la Buca<br />
dello Spicchio.<br />
Per discendere per la seconda volta la<br />
grotta " Buco del Diavolo" (già <strong>in</strong><br />
parte esplorata nel 1929 dal Circolo<br />
<strong>Speleologico</strong> Romano) furono<br />
costruite le prime scalette <strong>in</strong> corda di<br />
proprietà sociale che favorirono<br />
un'esplorazione prolungata di oltre 10<br />
ore cont<strong>in</strong>uative.<br />
Durante il primo anno discesero <strong>in</strong> grotta circa 100 elementi di Ancona, Genga, Fabriano, Jesi,<br />
Porto Civitanova, Camer<strong>in</strong>o, con la bella media di 6, 6 speleologi a uscita e per un totale trascorso<br />
<strong>in</strong> ambiente ipogeo di 120 ore.<br />
Già da allora si parlò di apertura turistica della Grotta del Fiume.<br />
Considerati i tempi e le difficoltà di spostamento, ancora oggi, questa <strong>in</strong>iziale <strong>in</strong>tensità di<br />
escurzioni ha dell'<strong>in</strong>credibile.<br />
Alla f<strong>in</strong>e del 1948 il materiale a disposizione del <strong>Gruppo</strong>, curato dal Sig. Spadavecchia, era questo:<br />
-1 rotolo di scala da 20 metri <strong>in</strong> acciaio;<br />
-1 rotolo di scala <strong>in</strong> corda da 40 metri;<br />
-150 metri complessivi di corda;<br />
-150 metri di cord<strong>in</strong>i;<br />
-1 canotto di gomma.<br />
Nell'ottobre del 48' il Dott. Marchetti partecipò come nostro rappresentante al "1° Congresso<br />
<strong>Speleologico</strong> Nazionale" di Asiago al quale <strong>in</strong>tervennero il Prof. Michele Gortani di Bologna, il<br />
Prof: Guareschi di Modena ed il Prof. Segre di Roma allora tra i massimi esperti di geologia<br />
carsica.
1949<br />
Presidente il Prof. Moretti.<br />
Il 1° febbraio del 1949 si pubblicò il<br />
primo numero della "Rivista<br />
Speleologica Marchigiana" bollett<strong>in</strong>o<br />
del G. S. M.<br />
Soci iscritti n. 61; furono fatti soci<br />
onorari i due padri della speleologia<br />
italiana, il Senatore Michele Gortani<br />
ed il Prof. Franco Anelli primo<br />
esploratore delle Grotte di Castellana.<br />
Il barone Franchetti di Jesi speleologo<br />
del Circolo <strong>Speleologico</strong> Romano si<br />
iscrisse al G. S. M donando 30 metri di<br />
scala flessibile <strong>in</strong> acciaio: una manna<br />
dal cielo per quei tempi! La segreteria<br />
del gruppo si trasferì <strong>in</strong> via Marsala 12<br />
Ancona. Mario Marchetti scoprì la<br />
cavità "Il Grottone".<br />
Nell'agosto del 1949 Marchetti, Pegorari, Villa e Giuseppetti parteciparono, anche con delle<br />
relazioni, al "2° Congresso Nazionale di Speleologia" di Chieti. Per tutti gli speleologi<br />
marchigiani fu un grande momento perchè il Congresso si chiuse con un'appendice nelle Marche.<br />
Gli ultimi due giorni furono dedicati alla visita delle grotte scoperte nell'area di Frasassi ed <strong>in</strong><br />
particolare alla Grotta del Fiume.<br />
Partecipò alle escurzioni il gotha della speleologia mondiale, tra i quali Norbet Casteret, il Prof.<br />
De Joly Presidente della Società Speleologica di Francia, il Prof. Anelli, lo scienziato e geografo<br />
Prof. Nangeroni, il Prof. Conci poi Direttore del Museo di Storia Naturale di Milano. Intervennero<br />
rappresentanti dei gruppi speleologici di Roma, Asiago, Trento, Verona, Trieste, Pisa, Milano.<br />
Partecipò ufficialmente ai lavori l'Istituto Geografico Militare. La fama acquisita durante questa<br />
manifestazione fece entrare il <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> <strong>Marchigiano</strong> nella ristretta cerchia dei gruppi<br />
italiani più prestigiosi.
Alcuni cenni sull'attività sociale f<strong>in</strong>o alla f<strong>in</strong>e degli anni 60'<br />
1950<br />
Nuovo presidente del G. S. M il Prof. Villa.<br />
Numero dei soci: 67.<br />
Viene scoperta la Grotta del Buco Cattivo su segnalazione di persone del luogo; nei mesi <strong>in</strong>vernali<br />
<strong>in</strong>fatti, un vapore biancastro che la fantasia popolare def<strong>in</strong>iva "<strong>in</strong>fernale", si alzava da un punto<br />
della montagna che i nostri speleologi <strong>in</strong>tuirono essere provocato da una corrente d'aria che si<br />
condensava all'uscita da una grotta. Fu esplorato il sistema cavernicolo di "Ripe di Civitella"; <strong>in</strong><br />
quella occasione si scoprì lo scheletro di un ottuagenario morto suicida.<br />
Furono visitate le grotte della Gola di S. Eustachio, <strong>in</strong> prov<strong>in</strong>cia di Macerata, la risorgenza di<br />
Gagliole e cont<strong>in</strong>uarono le ricerche di nuovi sviluppi nella Grotta del Mezzogiorno.<br />
15 ottobre partecipazione al "Congresso <strong>Speleologico</strong> Nazionale" di Bari.<br />
04-05 novembre fu scoperta a mezza costa del Monte Nerone la "Grotta degli Arditi" più nota come<br />
"Grotta delle Tassare", una cavità fonte di grandi future soddisfazioni speleologiche.<br />
Il 1951 ed il grande risultato della "Grotta delle<br />
Tassare"<br />
Soci iscritti: n. 81.<br />
Il 28 giugno fu aperto a S. Vittore di Genga il "Centro<br />
<strong>Marchigiano</strong> di Studi Speleologici" diretto dai Professori<br />
Saccardi, Moretti e Villa ed <strong>in</strong>stallata, nella Grotta del<br />
Fiume, una stazione di biospeleologia.<br />
Il giorno 11 marzo <strong>in</strong> occasione della commemorazione di<br />
Mario Qu<strong>in</strong>tabà, uno dei più bravi ed attivi soci della prima<br />
ora, fu avanzata la proposta per l'apertura di un museo geospeleologico.<br />
Aprile 1951, con la seconda esplorazione il G. S. M<br />
raggiunse l'orlo del pozzo da 60 metri nella "Grotta delle<br />
Tassare". In tale occasione fu trovato un <strong>in</strong>tero scheletro di<br />
"Ursus Spelaeus" oggi conservato al Museo di<br />
Paleontologia di Verona e quello di una "iena spelea".<br />
La terza e decisiva esplorazione delle "Tassare" effettuata il 4 agosto diede al nostro <strong>Gruppo</strong> la<br />
soddisfazione che mancava, quella di raggiungere il fondo di una grotta profonda ed <strong>in</strong>esplorata;<br />
con -575 metri fu considerata erroneamente, per un certo periodo, la cavità più profonda d'Italia. In<br />
seguito, questa misura si rivelò <strong>in</strong>esatta (la reale era attorno ai -430 metri) e venne classificata come<br />
ottava.<br />
Il 30 ottobre 1951, Mario Marchetti partecipò al "5° Congresso <strong>Speleologico</strong> Nazionale" di Salerno<br />
con una relazione agli atti sul tema: "L'attività del <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> <strong>Marchigiano</strong>".
1952<br />
Soci iscritti: 70.<br />
Sanzio Blasi visitò <strong>in</strong> località Massignano, la "Grotta<br />
della Paura" scoperta da un cacciatore nel 1872 ed<br />
esplorata per la prima volta nel 1874.<br />
Furono fatte ricerche e sopralluoghi anche<br />
realativamente alla grotta mar<strong>in</strong>a degli "Schiavi" sita nel<br />
punto più bello della riviera del Cònero, <strong>in</strong> prossimità<br />
degli scogli delle "Due Sorelle"e che fu ostruita da una<br />
frana provocata presumibilmente da un terremoto nel<br />
1920.<br />
Nel settembre di questo anno il G. S. M scoprì la "Grotta<br />
delle Caprelle", una cavità di notevolissimo <strong>in</strong>teresse.<br />
1953<br />
Nuovo presidente del G. S. M fu eletto Luigi Zoppi che terrà la carica f<strong>in</strong>o al 1958.<br />
Il 12 maggio del 53' lo spelologo Castignani salvò la vita a Bolletta di Jesi<br />
togliendolo da una difficilissima situazione di grotta; questo atto di coraggio e di<br />
fraterna solidarietà fu reso noto <strong>in</strong> tutta la nazione con un articolo apparso nell'allora<br />
famosissimo settimanale "La Domenica del Corriere".<br />
Paolo Beer si dist<strong>in</strong>se <strong>in</strong> una serie di sette escursioni alla ricerca di sviluppi nella<br />
"Grotta dell'Inf<strong>in</strong>ito" ed <strong>in</strong> queste campagna, il 17 agosto 1953, fu fatta la prima<br />
immersione speleosub.<br />
1954<br />
Vice Presidente Mario Marchetti.<br />
Il 21 gennaio del 1954 il G. S. M partecipò alla "Mostra <strong>in</strong>ternazionale di fotografia speleologica"<br />
di Wash<strong>in</strong>gton e divenne Socio affiliato della "Nuova Società Speleologica Americana". Mario<br />
Marchetti visitò la "Mammuth cave".<br />
Il <strong>Gruppo</strong>, nello stesso anno, è presente con una delegazione al "Congresso Internazionale di<br />
Speleologia" di Parigi. L'attività scientifica ebbe un nuovo impulso con un accordo di<br />
collaborazione geo-speleologica <strong>in</strong>tercorso con la "Società Adriatica di Scienze Naturali" di<br />
Trieste.<br />
Fu riaperta e visitata la "Grotta del Monastero", una cavità sita <strong>in</strong> prossimità di una chiesetta<br />
romanica del 1200 dove sembra che si rifugiassero, nel tempo, persone per sfuggire a varie<br />
persecuzioni.<br />
1955<br />
Nello stesso anno,al secondo tentativo, dopo avere superato il laghetto "traditore" della Grotta del<br />
Fiume, attraverso l'entrata scoperta da "Beppe" Fior<strong>in</strong>i (battezzata da allora "Entrata Fior<strong>in</strong>i") il
G.S.M scoprì tre cuniculi tra i quali uno con una prosecuzione di circa 200 metri che portava<br />
verso la grotta del Buco Cattivo<br />
Qui sopra, da destra: Giovanbattista Legori e<br />
Dario Berti<br />
Sotto, da destra a s<strong>in</strong>istra e dall'alto <strong>in</strong> basso, la<br />
famosa squadra di punta del G.S.M che trovò il<br />
proseguimento oltre il laghetto della Grotta del<br />
Fiume: "Papo", Giacomo Bugatti,<br />
Giovanbattista Legori, Dario Berti, Giuseppe<br />
Fior<strong>in</strong>i, e "Vito"<br />
Un'altra importante scoperta, sempre nella zona di Monte Nerone, fatta nel giugno 1955 nei pressi<br />
di Serravalle di Corda, fu la "Buca Grande", una vorag<strong>in</strong>e di circa 40 metri sul cui fondo fu trovato<br />
uno strato di ghiaccio perenne di antica formazione.<br />
Per migliorare le tecniche di scalata, a scopo di addestramento, fu attrezzata una parete <strong>in</strong> uno<br />
sperone di roccia della Gola della Rossa; curiosamente il dest<strong>in</strong>o volle che, proprio <strong>in</strong> quel punto<br />
esatto poco dopo sarebbe sbucata una delle gallerie dell'attuale strada a scorrimento veloce<br />
1956-1958<br />
Come risulta dalla Rassegna Speleologica Italiana (Atti mem.III:140-141), il G.S.M. presentò al "7°<br />
Congresso Nazionale di Speleologia" di Como, nel 1956, una relazione sulle "Caverne naturali<br />
elencate nel catasto del G.S.M.".
Gli speleologi del G.S.M. allargando il campo geografico della loro<br />
attività, dopo una prima visita effettuata già nel 57', decisero l'anno<br />
successivo di tentare di "sfondare" nella famosa "Grotta di Stiffe"<br />
che si trova nell'Abruzzo aquilano.<br />
Con tre ravvic<strong>in</strong>ate spedizioni, Leonardo Rot<strong>in</strong>i, Dario Berti ed<br />
altri, superato un sifone naturale che impediva il proseguimento oltre<br />
la "Sala dei Romani", scoprirono nuovi enormi sviluppi <strong>in</strong>oltrandosi<br />
nel cuore dell'ipogeo. Questo risultato, da annoverarsi tra i più<br />
significativi dal punto di vista esplorativo, fu ottenuto superando<br />
grandissime difficoltà tecniche, l'ultima risalita non fu una<br />
passeggiata e qualche polemica sorse con i colleghi romani che ,<br />
dopo di noi, term<strong>in</strong>arono le esplorazioni superando cascate e<br />
passaggi molto impegnativi.<br />
Ancora oggi, con la grotta parzialmente aperta al pubblico, viene<br />
ricordato il ruolo fondamentale avuto nelle esplorazioni dal G.S.M.<br />
1959-1967<br />
Il 18 giugno 1960 soci del G.S.M. esplorarono compiutamente, probabilmente per primi, le antiche<br />
grotte artificiali di Atri.<br />
Nel 1962 un giovane di nome Pietro Pazzaglia chiese di fare parte del G. S. M e forse nessuno<br />
immag<strong>in</strong>ava che, con l'aiuto di Leonardo Rot<strong>in</strong>i, sarebbe stato proprio lui a rilanciare<br />
gloriosamente le sorti nel nostro <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong>.<br />
Impegni di lavoro e di famiglia, con gli anni, per un processo ciclico statisticamente riscontrato <strong>in</strong><br />
tutti i gruppi speleologici, causarono un rallentamento generazionale delle attività ma nuove leve,<br />
piano piano, <strong>in</strong>iziarono a dare corpo alla loro passione.<br />
Circa alla metà del decennio si iscrisse Piero Mirabella,<br />
storicamente uno dei più grandi speleologi del G.S.M., tanto<br />
bravo quanto sfortunato. Fu lui <strong>in</strong>fatti che <strong>in</strong>tuì<br />
presumibilmente per primo quale poteva essere il passaggio<br />
per entrare nel cuore di una delle grotte più profonde del<br />
mondo, la "Grotta del Monte Cucco", e che, anzitempo,<br />
cercò conv<strong>in</strong>to della sua esistenza il collegamento sopra il<br />
"Pozzo dei Cristalli" nella Grotta del Fiume.<br />
Un' ulteriore prova che il processo di ricambio generazionale<br />
cont<strong>in</strong>uava positivamente fu quella dell'entrata nel gruppo di<br />
Giuseppe Gambelli, uno studente iscritto alla facoltà di<br />
Geologia che dimostrò subito di racchiudere <strong>in</strong> se,<br />
straord<strong>in</strong>ariamente, il massimo che si possa richiedere a chi<br />
fa speleologia: entusiasmo, spirito di gruppo, coraggio,<br />
generosità, tecnica e competenza geologica.<br />
Nel giro di poco tempo, lo sparuto gruppo di speleologi rimasto <strong>in</strong> attività dopo il 1963, aumentò<br />
sensibilmente nel numero e nella qualità anche con l'iscrizione di altri giovani che dopo poco<br />
dimostrarono di essere anche loro degli splendidi elementi: Gianni Cieri, Maurizio Bologn<strong>in</strong>i,
Walter Zambianchi, Enzo Tarulli e qualche altro che, pari meritevole di lode, oggi è penalizzato<br />
dalla memoria di chi scrive.<br />
Mai come allora la presenza del Presidente Pietro Pazzaglia fu determ<strong>in</strong>ante per il<br />
rilancio delle attività, maestro ed esempio <strong>in</strong> ogni senso, fu un punto di riferimento che<br />
non abbandonò mai i giovani entusiasti che si stavano di nuovo riunendo attorno a lui.<br />
Dal 1966 questi nuovi "bocia" accompagnati dai "veci", ritornarono sistematicamente a<br />
visitare tutte le cavità che avevano segnato la storia del gruppo e dopo avere superato la<br />
prova della traversata della "Grotta del Mezzogiorno" (allora considerata<br />
tradizionalmente l'esame per eccellenza) si cimentarono <strong>in</strong> discese più ardite<br />
alle"Tassare " e al " Monte Cucco ".<br />
Tutti dimostrarono che il G.S.M. aveva superato la crisi più profonda della sua storia.<br />
1968 - 1970<br />
[Nota dell'autore: avendo avuto la fortuna ed il privilegio di viverli , a questo punto sono costretto<br />
a cont<strong>in</strong>uare il racconto storico degli avvenimenti seguenti <strong>in</strong> prima persona]<br />
F<strong>in</strong> da ragazzo sono stato attratto dalle storia di grotte misteriose e dai suoi<br />
tesori (naturali e non) ivi celati.<br />
Proprio alla f<strong>in</strong>e degli anni sessata, dopo alcune fantozziane escursioni<br />
fatte "sp<strong>in</strong>gendo" <strong>in</strong> grotta i miei amici più cari, cercavo disperatamente<br />
di conoscere qualcuno che mi <strong>in</strong>segnasse a scendere sotto terra <strong>in</strong> maniera<br />
più sicura e professionale. Spero un giorno di ricordare come e chi , nel<br />
1968, mi disse che ad una certa ora potevo contattare degli speleologi<br />
"veri " che si riunivano <strong>in</strong> un buio scant<strong>in</strong>ato. Andai a conoscerli<br />
riuscendo a "trasc<strong>in</strong>armi" dietro solo Fabio Sturba, diventato mio amico<br />
della vita già solo c<strong>in</strong>que m<strong>in</strong>uti dopo la sua nascita.<br />
Conobbi così la nobile figura di Pietro Pazzaglia, la prestigiosa presenza<br />
di Leonardo Rot<strong>in</strong>i, l'entusiasmo di Piero Mirabella, Giuseppe<br />
Gambelli, Gianni Cieri, Maurizio Bologn<strong>in</strong>i, Enzo Tarulli e Walter<br />
Zambianchi.<br />
Fu così che unendo il loro prezioso <strong>in</strong>segnamento con il nostro personale entusiasmo, io e Fabio<br />
Sturba, divenimmo speleologi ed entrammo a far parte del <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> <strong>Marchigiano</strong>.<br />
Con una qu<strong>in</strong>dic<strong>in</strong>a di elementi entusiasti, l'attività speleologica si fece <strong>in</strong>tensa e la voglia di<br />
scoprire "qualcosa" divenne frenesia. Lo spirito di gruppo era tale che ci portò a focalizzare un<br />
elemento di sviluppo <strong>in</strong>dispensabile: dovevamo <strong>in</strong>serirci nel contesto cittad<strong>in</strong>o <strong>in</strong> una forma e con<br />
una presenza più idonea per fare proseliti onde aumentare i componenti dato che solo con un gruppo<br />
numeroso si potevano affrontare le grandi spedizioni che sognavamo di fare.
Pazzaglia e Rot<strong>in</strong>i <strong>in</strong>dividuarono la soluzione del problema nella fusione<br />
(precedentemente sperimentata positivamente da altri gruppi di<br />
speleologi) con il Club Alp<strong>in</strong>o Italiano . Ottenuta la generosa<br />
disponibilità dell'allora Presidente del C. A. I, il benemerito Dott.<br />
Orlando Orlandi, confluimmo nel 1970 nella Sezione di Ancona con<br />
sede <strong>in</strong> via Veneto n. 10 che, raffrontata alla nostra, allora ci sembrò una<br />
vera reggia.<br />
Quella maledetta spedizione alle "Tassare".<br />
Nello stesso anno il G. S. M come gruppo entrò a fare parte della<br />
prestigiosa Società Speleologica Italiana e molti di noi (me<br />
compreso) ne divennero soci anche a livello personale.<br />
Nell'estate del '70 il G. S. M. decise di ritornare alla storica Grotta delle Tassare. Pazzaglia, che<br />
conosceva la grotta più di tutti, all'ultimo momento dovette r<strong>in</strong>unciare a guidare la spedizione,<br />
pertanto assunse questo <strong>in</strong>carico Leonardo Rot<strong>in</strong>i.<br />
Con il Vice Presidente (alla guda di un mitico pulm<strong>in</strong>o) partirono Maurizio Bologn<strong>in</strong>i, Rolando<br />
Ruff<strong>in</strong>i, Giuseppe Gambelli Gianni Cieri, ed i " nuovi per le Tassare" Sergio Sabbat<strong>in</strong>i, Fabio<br />
Sturba e Giancarlo Cappanera. Sento il dovere di citare tutti i componenti perchè solo la loro<br />
abnegazione ed il loro coraggio ci salvò dall'onta di un fallimento storico. Andò tutto storto.<br />
Distratti e, forse, un pò <strong>in</strong>volontariamente <strong>in</strong>tralciati dalla presenza del <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> di<br />
Faenza, improvvisammo una discesa senza la giusta pianificazione e con poche cognizioni<br />
dell'ambiente. Ricordo la stoica resistenza al freddo di Gianni e Rolando, l'azione di tamponamento<br />
di Leo, Maurizio e Sergio, gli scivoloni nell'acqua.<br />
La squadra di punta, formata da Giuseppe, Giancarlo e da un fortissimo Fabio, ad un certo punto, si<br />
trovò <strong>in</strong> enormi difficoltà quando quest'ultimo scivolò nell'acqua ghiacciata del laghetto dopo che<br />
quasi la stessa sorte era toccata, poco prima, allo stesso Giuseppe. Come tutti sanno, rimanere<br />
bagnati <strong>in</strong> grotta può essere veramente pericoloso. Per evitare un evento così drammatico sarebbe<br />
bastato un canotto che, però, avevamo lasciato ad Ancona.
Rassicuratici delle condizioni di Fabio, eravamo ormai<br />
impossibilitati a raggiungere il nostro obiettivo, il fondo<br />
della grotta. In più, rischiavamo di dover lasciare la<br />
grotta "armata", il che, per uno speleologo, rappresenta<br />
uno enorme smacco.<br />
Per questo,Giuseppe Gambelli, da solo, tutto zuppo ed<br />
<strong>in</strong> costume da bagno, arrivò sul ciglio del pozzo f<strong>in</strong>ale<br />
da 60 metri con lo scopo di recuperare le nostre scale<br />
che i colleghi di Faenza, <strong>in</strong> un atto di <strong>in</strong>teressata<br />
cortesia, si erano offerti di calare. Egli però dovette<br />
discendere quasi a metà pozzo (senza sicura !!) perchè<br />
le scale erano state lasciate con gli ultimi trenta metri<br />
arrotolati nella zona mediana del salto. La sua azione<br />
contribuì a limitare <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i accettabili la debacle<br />
salvando il prezioso materiale, praticamente il migliore<br />
che avevamo a disposizione.<br />
Che coraggio, ragazzi. Uno splendido e <strong>in</strong>cosciente<br />
leone, un atto eroico che ci permise di non perdere la<br />
faccia!!<br />
Quando Giuseppe e Fabio riuscirono a riattraversare<br />
con le scale il lago sulla sponda dove, per comune<br />
decisione, io ero rimasto <strong>in</strong> appoggio, <strong>in</strong>iziammo una<br />
risalita difficilissima. A scaglioni, tutti gli altri, provati<br />
per il grande lavoro svolto, dovettero riguadagnare<br />
urgentemente l'uscita. Fabio, <strong>in</strong> gravissimo pericolo<br />
perchè ormai <strong>in</strong>tirizzito, battè ogni record di risalita.<br />
Restammo io e Giuseppe e da soli disarmammo la grotta; dopo quasi tre ore di fatica, recuperammo<br />
e portammo <strong>in</strong> salvo all'esterno 150 preziosissimi metri di scalette metalliche.<br />
Questo è il racconto delle nostre "40 ore alle Tassare" che f<strong>in</strong>irono si <strong>in</strong>gloriosamente ma che ci<br />
fecero maturare come speleologi più di ogni altra spedizione seguente perchè la brutta ma istruttiva<br />
esperienza ci permise, <strong>in</strong> seguito, di evitare errori tecnici di approccio e sottovalutazioni dei rischi.<br />
La Grotta della Speranza.<br />
Fu proprio nel 1970 che dietro le benedette <strong>in</strong>sistenze di Maurizio Bologn<strong>in</strong>i decidemmo di<br />
<strong>in</strong>traprendere uno scavo <strong>in</strong> un anfratto di roccia che si apriva, <strong>in</strong> una cengia tra la Grotta dell'Inf<strong>in</strong>ito<br />
e quella del Buco Cattivo.
La pazzia degli speleologi è tale che a volte si<br />
programmano attività e si perseguono progetti che il<br />
senso comune giudica <strong>in</strong>possibili.<br />
Ma... i sogni talvolta si tramutano <strong>in</strong> realtà o spesso si<br />
realizzano, magari come accadde a noi, <strong>in</strong> forme<br />
diverse.<br />
Stappare da una colossale frana il cam<strong>in</strong>o che<br />
<strong>in</strong>dividuammo <strong>in</strong> quel punto fu un'impresa per noi<br />
"faraonica"; per oltre un anno <strong>in</strong> dec<strong>in</strong>e di uscite che<br />
prevedevano quasi sempre il pernottamento<br />
all'agghiaccio (anche <strong>in</strong> <strong>in</strong>verno con i sacchi a pelo) ci<br />
alternammo con testardagg<strong>in</strong>e, <strong>in</strong>curanti del pericolo,<br />
nello scavare praticamente a mano, prima <strong>in</strong><br />
orizzontale, poi, udite udite, verticalmente il coriacero<br />
materiale di riporto che una paleo frana aveva lì<br />
accumulato.<br />
Può dare un'idea ancora più immediata della nostra determ<strong>in</strong>azione il fatto che organizzammo<br />
almeno due spedizioni anche per trasportare abbondanti viveri (prevalentemente scatolette) che<br />
accantonammo al riparo della pioggia <strong>in</strong> una fossa scavata nel piano di calpestio della cengia,<br />
proprio dove dormivamo la notte.<br />
Maurizio e suo fratello Mauro furono tra i più cocciuti splendidi fautori di questa impresa e<br />
quest'ultimo, giovane appassionato di paleontologia, ebbe la soddisfazione di trovare anche<br />
<strong>in</strong>teressanti frammenti di ossa preistoriche.<br />
In una di queste "scavate" che feci solo con Giuseppe Gambelli, riuscimmo f<strong>in</strong>almente a "stappare"<br />
la prima parte del cam<strong>in</strong>o largo circa 150 centimetri; saliti <strong>in</strong> contrasto per qualche metro<br />
constatammo che era f<strong>in</strong>ita solo la prima fase del lavoro, la grotta <strong>in</strong> alto era ancora ostruita e<br />
decidemmo pertanto di uscire.<br />
Nella discesa del cam<strong>in</strong>o fummo travolti da una frana,<br />
io rimasi r<strong>in</strong>chiuso dentro come <strong>in</strong> una bara, Giuseppe<br />
si salvò miracolosamente. A lui e solo a lui devo la mia<br />
vita perchè con generosa abnegazione, scavando a mani<br />
nude, riusci dopo molto tempo a farmi uscire sano e<br />
salvo.<br />
Al lettore che ha avuto la forza di volontà di giungere<br />
f<strong>in</strong>o a questo punto sorgera' certamente spontanea una<br />
semplice domanda: perchè tanta enfasi data ad un<br />
avvenimento secondario oltretutto per una grotta che,<br />
ancora oggi , non ha riservato scoperte degne di nota?<br />
Battezzammo questa grotticella "Grotta della<br />
Speranza"; simbolicamente <strong>in</strong> lei avevamo concentrato<br />
tutti i nostri sogni, speravamo che potesse essere quella<br />
la strada per entrare nel cuore del complesso carsico di<br />
Frasassi riuscendo dove altri avevano fallito.
Fu un atto di presunzione che non diede i frutti sperati ma la "Speranza" riuscì a compattare <strong>in</strong><br />
maniera straord<strong>in</strong>aria il nostro gruppo e a prepararlo a vivere una fantastica avventura .<br />
L'ANNO 1971, IL PIU' BELLO ED INDIMENTICABILE DELLA NOSTRA <strong>STORIA</strong>.<br />
Riuscire a s<strong>in</strong>tetizzare tutti gli accadimenti straord<strong>in</strong>ari del<br />
71' è impresa impossibile sia oggettivamente che per la mia<br />
memoria; spero, con il tempo e l'aiuto degli amici, di potere<br />
ricostruire le vicende da noi vissute <strong>in</strong> una maniera più<br />
compiuta.<br />
Fantastico, fantastico per tutti gli amanti della speleologia,<br />
della natura , per tutti i miei amici del gruppo e per me.<br />
Mi sia concessa anche la presunzione di poter dire che fu<br />
anche l'<strong>in</strong>izio del riscatto economico di un Comune bello ma<br />
povero come quello di Genga, di un determ<strong>in</strong>ante rilancio del<br />
turismo marchigiano, dell'acquisizione al patrimonio<br />
naturalistico italiano di una meraviglia che tutto il mondo ci<br />
<strong>in</strong>vidia.<br />
Ma veniamo ai fatti.<br />
Il "1° Corso di <strong>in</strong>troduzione alla speleologia".<br />
Dopo l'entrata nel C. A. I un numeroso gruppo di altri<br />
giovani chiese di venire <strong>in</strong> grotta con noi. Visto che non era<br />
più gestibile un addestramento "on the job" mi proposi, <strong>in</strong><br />
primavera, come organizzatore ed istruttore di un "Corso di<br />
<strong>in</strong>troduzione alla speleologia", svoltosi dal 23 maggio con<br />
l'assistenza dei miei compagni più qualificati: Giuseppe per<br />
la geologia, Maurizio per la topografia, Fabio per la<br />
fotografia.<br />
A questo Corso parteciparono giovani che dimostrarono eccezionali qualità, Claudio Santol<strong>in</strong>i, T<strong>in</strong>o<br />
Cioffi, Roberto Ragaglia, Mario Pia, Stefano Fiori, Giorgio Lacopo, Mauro Bologn<strong>in</strong>i, Francesco<br />
Raccuglia, Vittorio Bizzarri , Alberto Copparoni, Rolando Silvestri e Fabio Bentivoglio.
Il riscatto dell'onta.<br />
Tassare, Tassare, sempre Tassare.<br />
Nell'<strong>in</strong>tento di fare conoscere sempre di più le nostre attività<br />
e con il non celato f<strong>in</strong>e di ottenere, anche con questa<br />
manifestazione, qualche agognato f<strong>in</strong>anziamento,<br />
organizzammo, dal 26 aprile al 30 aprile, la "1° Rassegna<br />
Speleologica ed Alp<strong>in</strong>a".<br />
Con i pochi mezzi a disposizione e con l'aiuto di altri Gruppi<br />
Speleologici , <strong>in</strong> particolare quello di Macerata, allestimmo<br />
una mostra di fossili nei locali del Liceo Scientifico di via<br />
Vecch<strong>in</strong>i..Si tennero delle conferenze con una buona<br />
affluenza di pubblico e fu <strong>in</strong>detto anche un concorso<br />
fotografico sul tema della speleologia.<br />
Vivevamo con la sola idea di ritornare a v<strong>in</strong>cere alle "Tassare" e con la voglia di cercare il mitico<br />
prolungamento alla base del pozzo da 60.<br />
Dal 15 al 18 luglio del 71' organizzammo perciò un grande spedizione con la determ<strong>in</strong>azione di<br />
riscattare la precedente esperienza fallimentare.<br />
Insieme con Pazzaglia, Rot<strong>in</strong>i, Gambelli, Cieri, Sturba, partimmo io e quasi tutti i partecipanti al "1°<br />
Corso di Introduzione alla Speleologia" che stavo per concludere come capo istruttore e cioè<br />
Claudio Santol<strong>in</strong>i, T<strong>in</strong>o Cioffi, Roberto Ragaglia, Mario Pia, Stefano Fiori, Mauro Bologn<strong>in</strong>i,<br />
Francesco Raccuglia, Vittorio Bizzarri , Alberto Copparoni e Fabio Bentivoglio.<br />
Questa volta tutto andò per il verso giusto, i giovani allievi si comportarono <strong>in</strong> modo eccellente,<br />
l'organizzazione risultò perfetta e riuscimmo a fare scendere tre componenti sotto l'ultimo pozzo da<br />
60 metri con il rammarico di non avere trovato però anche noi il proseguimento da tutti cercato.<br />
Da evidenziare fu il s<strong>in</strong>golare ritrovamento a -300 di una colonia di funghi con un "cappello" di<br />
circa 15 centimetri di diametro. Il risultato lus<strong>in</strong>ghiero di questa prova sotto Monte Nerone fu di<br />
grande stimolo per tutti.
Perchè e come fu scoperta la "Grotta Grande del Vento" di Frasassi.<br />
A partire dal 23/5/1971 fui l'istruttore del "1° Corso di <strong>in</strong>troduzione alla Speleologia" organizzato<br />
dal G. S. M per addestrare nuove leve di coraggiosi appassionati che la nostra azione di<br />
"proselitismo" aveva richiamato.<br />
Durante una lezione, per colpire la fantasia dei giovanissimi partecipanti, raccontai la "favola" del<br />
Foro degli Occhialoni, due grandi buchi che trapassano quasi la cima della montagna nel versante<br />
opposto a quello dell'attuale entrata turistica alla grotta, (per <strong>in</strong>tenderci, lato "Grotta del<br />
Mezzogiorno"). Dissi che si poteva, molto ipoteticamente, supporre che questo residuo di grotta<br />
potesse avere avuto <strong>in</strong> passato un proseguimento alla stessa altezza nel versante opposto, visto che<br />
l'acqua del fiume Sent<strong>in</strong>o, sciogliendo il calcare e scavando le grotte, aveva tagliato <strong>in</strong> due la<br />
montagna formando la Gola di Frasassi.<br />
La storiella f<strong>in</strong>ì li.<br />
Un giorno di settembre del 1971, ritornando a casa <strong>in</strong> treno da Rim<strong>in</strong>i, dove lavoravo, alla Stazione<br />
di Fano <strong>in</strong>contrai Rolando Silvestri, un giovanissimo partecipante al corso di speleologia da me<br />
tenuto. Durante il tragitto verso Ancona, parlammo di tante cose, naturalmente di grotte e del<br />
fatto che da qualche tempo non frequentava più la nostra Sede. Rolando rispose con una serie di<br />
scuse poco conv<strong>in</strong>centi, poi mi disse:<br />
"Sai Giancarlo, non è vero che ho dimenticato la speleologia;<br />
alcuni giorni fa sono stato a Genga con il mio amico Umberto Di<br />
Santo con il quale mi sono arrampicato f<strong>in</strong>o all'altezza del Foro<br />
degli Occhialoni, ma nel versante opposto. Abbiamo trovato dei<br />
piccoli buchi che entravano nella roccia, uno <strong>in</strong> particolare ci è<br />
sembrato che proseguisse".<br />
Conoscevo bene quella zona, ma buchi "di particolare <strong>in</strong>teresse"<br />
non ne avevo mai visti. L'ost<strong>in</strong>azione con la quale Rolando<br />
<strong>in</strong>sistette, anche nel dubbio, mi fece sorgere alcuni sospetti che<br />
allora non avrei mai confidato a nessuno per il timore di essere<br />
giudicato, primo dai miei vecchi compagni di grotta , un credulone<br />
troppo fantasioso.<br />
Accantonando le mie presunzioni di "vecio speleologo", e senza<br />
una motivazione sostenibile, feci allora l'atto di fede umana più<br />
ispirato della mia vita: organizzai per il sabato successivo una<br />
estemporanea spedizione di ricerca nell'ambito del Corso di<br />
Speleologia.<br />
Quel giorno erano con me, oltre a Rolando Silvestri, Giorgio<br />
Lacopo, Francesco Raccuglia e Gianni Cieri.
Era sabato 25 settembre 1971 quando la spedizione da me guidata, dopo avere verificato anche<br />
altre piccole aperture, si concentrò sul buco pr<strong>in</strong>cipale trovato da Rolando Silvestri che si era<br />
presumibilmente aperto per lo scivolamento del terreno di riporto, essiccato dalla calda estate. Il<br />
foro sembrava una tana con un'entrata dal diametro grande circa come un volante di una macch<strong>in</strong>a<br />
e, dopo averlo liberato a mani nude dalla terra e sassi che ne ostruivano l'angusto <strong>in</strong>gresso,<br />
constatammo che sembrava veramente <strong>in</strong>oltrarsi direttamente all'<strong>in</strong>terno della montagna.<br />
Con molta difficoltà strisciammo dentro un ambiente che si allargò f<strong>in</strong>o a diventare grande poco più<br />
di una stanza. L'entusiasmo mio e dei compagni crebbe immediatamente e ci mettemmo subito a<br />
vedere se esisteva una prosecuzione che però non fu trovata. Nella stanza non si apriva nessun<br />
cunicolo percorribile.<br />
Dissi: "Pazienza ragazzi, comunque sia è un bel risultato visto che per la prima volta, a questa<br />
altezza e con direzione verso il cuore della montagna, abbiamo trovato un'entrata a conferma della<br />
teoria dell'esistenza <strong>in</strong>terna di una grande grotta".<br />
Era giunta l'ora del pranzo, così, tutti sudati e un pò delusi,<br />
ci sedemmo appoggiandoci alle pareti ai marg<strong>in</strong>i della<br />
stanza.<br />
Chi come me stava seduto nella parte più <strong>in</strong>terna ebbe<br />
un'immediata sensazione di freddo dietro la schiena. Non<br />
riuscii a f<strong>in</strong>ire di commentare il fatto che il fumo delle<br />
sigarette, fumate da due di noi, si disperdesse molto<br />
rapidamente nonostante l'entrata dall'esterno fosse molto<br />
piccola, quando tutti <strong>in</strong>sieme gridammo:<br />
"C'è circolazione di aria !!! la grotta ha una prosecuzione<br />
molto grande!!"<br />
Con le sigarette accese, dopo avere dato una boccata di fumo<br />
profondissima spalancammo ad uno ad uno la bocca a<br />
ridosso della parete dove ero appoggiato poco prima,<br />
constatando, senza ombra di dubbio, che il fumo veniva<br />
disperso violentemente a causa di un forte passaggio d'aria<br />
che fuoriusciva da alcuni piccoli fori.<br />
Impazziti dalla gioia concentrammo tutte le nostre luci <strong>in</strong> quel punto e verificammo che la parete<br />
era completamente composta da materiale di riporto fortemente compattato.<br />
Iniziammo subito a scavare con i pochi attrezzi a disposizione.<br />
Stava per arrivare la sera ed il lavoro non procedeva così celermente come avremmo voluto.<br />
Dovevo decidere se cont<strong>in</strong>uare o tornarcene tutti a casa.<br />
Sempre più emozionato, con i brividi che non mi abbandonavano, sentivo addosso la responsabilità<br />
di una "cosa" ancora sconosciuta ma che il mio <strong>in</strong>tuito da speleologo immag<strong>in</strong>ava già grandissima<br />
ed allora ebbi l'idea di mandare due di noi a chiamare Giuseppe ed altri compagni che stavano<br />
cont<strong>in</strong>uando gli scavi alla non vic<strong>in</strong>a Grotta della Speranza.<br />
Dopo molto tempo, a sera già <strong>in</strong>oltrata, arrivarono gli amici che avevo mandato a chiamare.
Neanche a farlo apposta, la corrente d'aria che ci aveva guidato non si sentiva più a causa<br />
probabilmente della variata pressione atmosferica esterna.<br />
Tutti i componenti la squadra di r<strong>in</strong>forzo, a partire da<br />
Giuseppe Gambelli, sebbene entusiasti anche loro della<br />
scoperta, dovettero crederci sulla parola ed <strong>in</strong>iziarono anche<br />
loro i turni di scavo. Come si può immag<strong>in</strong>are nessuno<br />
dormì quella notte, l'eccitazione era alle stelle e scavammo<br />
con tutte le nostre forze.<br />
Dopo un giorno e una notte di frenetico lavoro, nel corso<br />
della domenica 26 sfondammo il diaframma di circa due<br />
metri del fronte di frana che ostruiva il passaggio del<br />
"Vento". Nessuno riuscì ad <strong>in</strong>filarsi dentro lo strettissimo<br />
buco che eravamo riusciti ad aprire. All'<strong>in</strong>terno non si<br />
vedeva quasi nulla, <strong>in</strong>travedemmo solo una piccola porzione<br />
di parete anche perchè il vento era tornato a circolare <strong>in</strong><br />
maniera così violenta che spegneva tutte le lampade ad<br />
acetilene ed impediva quasi di tenere gli occhi aperti.<br />
Una meravigliosa sensazione che dopo tanto tempo, ho ancora presente e "viva" sul mio volto.<br />
Era fatta, eravamo certi di avere <strong>in</strong>trapreso la via per entrare all'<strong>in</strong>terno della montagna. Urla,<br />
preghiere, salti <strong>in</strong>controllati e una gioia <strong>in</strong>contenibile ci pervase.<br />
"Che nome mettiamo alla grotta?".<br />
Nell'<strong>in</strong>decisione generale, ahimè, proposi di chiamarla "Grotta del Vento", un nome nella logica<br />
degli eventi ma che <strong>in</strong> seguito la grotta stessa ci dimostrò essere troppo comune e banale tanto che<br />
cercammo,anche per la necessità di dist<strong>in</strong>guerla da altre cavità con lo stesso nome, di nobilitarlo<br />
con l'aggiunta, <strong>in</strong> modo questo si azzeccato, del term<strong>in</strong>e "Grande".<br />
A tanti anni di distanza ancora mi mordo la l<strong>in</strong>gua per questa "leggerezza"; la nostra grotta meritava<br />
un nome più degno che però neanche i miei compagni, nei giorni successivi, ebbero la fantasia di<br />
proporre. Peccato...
Sabato 02 ottobre tornammo attrezzatissimi (ed <strong>in</strong> massa) con palanchi,<br />
picconi, pale, scalpelli e martelli. Dopo essere <strong>in</strong> breve riusciti ad allargare<br />
sufficientemente il cunicolo, tentammo di "armarlo" con delle pesanti tavole<br />
che ci eravamo faticosamente portati dietro. Il mio recente <strong>in</strong>cidente alla<br />
"Grotta della Speranza" consigliava di essere prudenti essendo coscienti che<br />
avevamo aperto il passaggio all'<strong>in</strong>terno di un fronte di frana.<br />
L'operazione non riuscì perchè, per farlo, dovevamo scavare un vero e<br />
proprio tunnel.<br />
Fabio Sturba, il nostro più bravo esperto <strong>in</strong> strettoie, liberandosi di quasi<br />
tutti i vestiti e con un coraggio da leone, riuscì ad entrare faticosamente nel<br />
buco. Dopo alcuni istanti di silenzio assoluto, avendolo visto scomparire,<br />
preoccupati urlammo il suo nome.<br />
Ancora secondi di terribile silenzio, poi sentimmo Fabio che... rideva a<br />
crepapelle!!!<br />
"Cont<strong>in</strong>ua, cont<strong>in</strong>ua ragazzi! ...potete entrare tutti...! "<br />
"E come?", chiesi.<br />
Fabio rispose: "passatemi un palanch<strong>in</strong>o, abbiamo fatto lo scavo fortunatamente sulla sommità della<br />
frana, sopra la volta ci sono solo 20, 30 centimetri di materiale".<br />
Risata generale!!!!<br />
Sfondata la volta, <strong>in</strong> un batti baleno passammo tutti dal "passaggio del Vento".
Le pareti nere e le pisoliti r<strong>in</strong>venute nel primo piccolo<br />
ambiente visitato ci dissero chiaramente che la strada era<br />
quella buona...<br />
Dopo pochi metri ci disperdemmo, alla ricerca di un<br />
passaggio, <strong>in</strong> una bella e grande sala che puntava verso<br />
l'<strong>in</strong>terno di Valmontagnana.<br />
Non poteva, non doveva essere f<strong>in</strong>ita lì.<br />
"Ma non cont<strong>in</strong>ua!", gridò qualcuno.<br />
Piero disse: " Guardate <strong>in</strong> quel buco lì <strong>in</strong> alto, forse c'è un<br />
passaggio!"<br />
Fabio <strong>in</strong>iziò faticosamente ad arrampicare per raggiungere il<br />
punto <strong>in</strong>dicato. Passarono alcuni m<strong>in</strong>uti, io mi trovavo alla<br />
base della paret<strong>in</strong>a oggetto delle nostre attenzioni quando,<br />
distraendo lo sguardo da Fabio, vidi che vic<strong>in</strong>o a me si<br />
apriva, a salire, uno stretto taglio nella roccia; mi arrampicai<br />
<strong>in</strong> contrasto <strong>in</strong> un cam<strong>in</strong>o ed appena due metri sopra vidi,<br />
prima una luce, e poi, quasi rischiai di sbattere il casco con<br />
quello di Fabio che nel frattempo aveva raggiunto la sua<br />
mèta attraverso l'altro meno agevole passaggio.<br />
Arrivati urlando <strong>in</strong> un grande balcone, poi battezzato "Sala<br />
del Trono", scendemmo, anzi ci... gettammo <strong>in</strong> un pozzo di<br />
circa 10 metri alla cui base, poco dopo, raggiungemmo un<br />
enorme baratro: eravamo giunti sul Pozzo poi chiamato, per<br />
acclamazione, ed <strong>in</strong> onore della nostra città, "Ancona".<br />
Dopo il ripetuto rituale " lancio del sasso", tendente a<br />
stabilirne approssimativamente la profondità, per la<br />
sensazione di avere trovato un salto "quasi senza fondo",<br />
nell'euforia, sul momento lo def<strong>in</strong>immo erroneamente<br />
"abisso".<br />
Purtroppo ancora oggi resta il suo appellativo, ma non tutti i mali vengono per nuocere, perchè, la<br />
fantasia popolare con questo term<strong>in</strong>e recepisce più facilmente l'immensità e la grandiosità del salto<br />
e dell'ambiente ipogeo.<br />
I secondi passati prima di sentire il rumore del sasso contro la base, ci fecero stimare il salto<br />
profondo 80 - 100 metri.<br />
Avevamo raggiunto il cuore della grotta. Il nostro sogno e la nostra "Speranza" si erano realizzati <strong>in</strong><br />
questa impresa.<br />
Molti di noi piangevano dall'emozione, ed io non dimenticherò mai la felicità che prorompeva dai<br />
volti dei miei compagni.
In quei momenti, risuonavano <strong>in</strong> me le parole che tante volte avevo pronunciato percorrendo a naso<br />
<strong>in</strong> su la Gola di Frasassi: "Beati coloro che entreranno per primi dentro Monte Valmontagnana!!"<br />
In nessuno dei miei sogni avevo lontanamente immag<strong>in</strong>ato di potere essere io uno dei predest<strong>in</strong>ati.<br />
Mi piace ora ricordare al paziente lettore che nella settimana successiva, molti di noi, io compreso,<br />
fummo colpiti da violenti attacchi di una febbre che, <strong>in</strong> seguito, anche qualche medico ipotizzò<br />
essere la conseguenza della fortissima emozione provata.<br />
Domenica 03 ottobre, fatta la conta ragionata su chi doveva avere l'ambita<br />
precedenza nella discesa, la sorte compose la formazione:<br />
• 1° Maurizio Bologn<strong>in</strong>i<br />
• 2° Fabio Sturba<br />
• 3° Giancarlo Cappanera<br />
• 4° Giuseppe Gambelli<br />
Sull'orlo del pozzo, alla guida di Pietro Pazzaglia e di Leonardo Rot<strong>in</strong>i,<br />
erano presenti quasi tutti i componenti del G. S. M e nessuno ebbe nulla da<br />
ridire.<br />
Maurizio, con <strong>in</strong>domito coraggio e cosciente di vivere un momento storico<br />
per tutti noi, scese nel vuoto 70 degli 80 metri di scalette allora disponibili<br />
senza avere però modo di vedere il fondo perchè l'ultima tratta di 10 metri<br />
risultò <strong>in</strong>utilizzabile per via della sorprendente rottura di un gancio di<br />
giunzione. La voce emozionata e lontana di Maurizio che gracchiava dal<br />
radiotelefono ci comunicò questa notizia che fece accapponare a tutti la<br />
pelle e ci rese totalmente consapevoli della grandiosità della scoperta fatta<br />
da Rolando Silvestri.<br />
Il 10 ottobre 1971 con 120 metri di scalette metalliche<br />
approvvigionate <strong>in</strong> gran fretta,Maurizio Bologn<strong>in</strong>i e Fabio<br />
Sturba ,discesero per la prima volta e toccarono il fondo del<br />
pozzo Ancona.Lo stupore già grande, divenne immenso<br />
quando apprendemmo dalle loro voci che erano discesi <strong>in</strong><br />
un'ambiente tra i più vasti mai scoperti, talmente esteso che<br />
con la potente torcia subacquea a disposizione non si<br />
riusciva a del<strong>in</strong>earne i contorni. Questa prima brevissima<br />
esplorazione servì esclusivamente per renderci conto del<br />
contesto ambientale della cavità e per <strong>in</strong>dividuare possibili<br />
punti di prosecuzione da esplorare <strong>in</strong> seguito. Una cosa fu<br />
subito certa,eravamo discesi <strong>in</strong> quello che molto<br />
probabilmente era da ritenersi il centro di tutto " l'edificio<br />
ipogeo" del sistema carsico di Monte Valmontagnana.<br />
Sabato 16 ottobre Bologn<strong>in</strong>i, Sturba, Cappanera (foto) e<br />
Gambelli, con l'aiuto e lo sforzo determ<strong>in</strong>ante di altri<br />
venti compagni restati <strong>in</strong> appoggio sul bordo del<br />
pozzo,effettuarono la prima grande spedizione esplorativa.<br />
Noi quattro fortunati, ancora impazziamo dalle risate ricordando che, travolti dalla felicità e<br />
dalla emozione, <strong>in</strong> un primo momento cercammo di andare ancora più <strong>in</strong> profondità "<strong>in</strong>fognandoci"<br />
<strong>in</strong> un difficile cunicolo cieco.
Solo dopo esserci ripresi dalla sbandanento, <strong>in</strong>iziammo a realizzare quanto era immensa e<br />
gigantesca la grotta <strong>in</strong> cui ci eravamo calati.<br />
Ad una prima stima, il pozzo Ancona creatosi a forma di cono rovesciato e al centro del quale quasi<br />
eravamo discesi, risultava <strong>in</strong>credibilmente alto, oltre 200 metri e con un diametro di base che<br />
superava i 150.<br />
La maestosità delle stalagmiti giganti ci lasciò<br />
sbalorditi,la cavità proseguiva con una<br />
meravigliosa sala lunga oltre duecento metri, poi<br />
, arrivati alla "Sala delle candel<strong>in</strong>e", il nostro<br />
stordimento emozionale arrivò alle stelle.<br />
Abbagliati dalle splendide, candide visioni che da<br />
ogni lato ed <strong>in</strong> ogni direzione si presentavano di<br />
fronte a noi, vagammo ammutoliti camm<strong>in</strong>ando<br />
su immacolati pavimenti di cristallo che il nostro<br />
cuore non voleva calpestare ma le nostre gambe<br />
violavano senza sosta all'<strong>in</strong>seguimento affannoso<br />
delle scoperte dei nostri occhi.<br />
Chi ha la fortuna di visitare oggi la grotta per la<br />
prima volta, può immag<strong>in</strong>are solo <strong>in</strong> parte quali<br />
furono le nostre sensazioni.<br />
Term<strong>in</strong>ata questa prima esplorazione,<br />
raggiungemmo sf<strong>in</strong>iti la scaletta per ritornare<br />
f<strong>in</strong>o al ciglio del pozzo dove, con grandi sforzi, e<br />
battendo il tempo con il titolo della canzone<br />
allora <strong>in</strong> voga "Brigitte Bardot", gli altri<br />
compagni facilitarono la nostra faticosa risalita,<br />
che durò circa 30 m<strong>in</strong>uti, tirando la corda a cui<br />
eravamo assicurati.<br />
Avevamo deciso di tenere segreta la notizia della<br />
scoperta per qualche settimana per poterci<br />
godere, dopo tante fatiche, la grotta tutta per noi.<br />
Ma qualcuno, non si seppe mai chi , violò questo<br />
patto... Già dal 6 ottobre la notizia apparve nella<br />
prima pag<strong>in</strong>a del "Corriere Adriatico", ma<br />
certamente nessun lettore potè avere allora<br />
l'esatta cognizione dell'eccezionalità della<br />
scoperta.<br />
Immag<strong>in</strong>o che l'anonimo autore di questo<br />
simpatico (allora poco gradito) tradimento, con il<br />
senno di poi, leggendomi dirà:<br />
"Hai visto Giancarlo che ho fatto bene...!?"<br />
Le nostre esplorazioni cont<strong>in</strong>uarono per il resto<br />
dell'anno.In questa fase si dist<strong>in</strong>sero<br />
particolarmente tutte le nuove leve del <strong>Gruppo</strong>,<br />
che assetate di emozioni e sp<strong>in</strong>te segnatamente<br />
anche da Claudio Santol<strong>in</strong>i, T<strong>in</strong>o Coffi e<br />
Stefano Fiori, fecero nuove ed esaltanti scoperte.<br />
Ad ogni uscita si trovavamo nuovi piani e
stupendi immacolati ambienti che alcuni di noi<br />
<strong>in</strong>iziarono a fotografare aff<strong>in</strong>chè i nostri familiari<br />
vedessero ciò che f<strong>in</strong>o a quel momento avevano<br />
potuto solo immag<strong>in</strong>are, vivendo, attimo per<br />
attimo, attraverso i nostri racconti, questa<br />
splendida favola.<br />
Il nostro lavoro era appena <strong>in</strong>com<strong>in</strong>ciato, le<br />
dimensioni del complesso <strong>in</strong>dicavano che ci<br />
sarebbero volute dec<strong>in</strong>e di anni per esplorare<br />
tutta la Grotta Grande del Vento. Ancora oggi,<br />
nel 2002, siamo lontani dal term<strong>in</strong>e.<br />
Durante le feste di f<strong>in</strong>e anno '71, unitamente agli speleologi del <strong>Gruppo</strong> <strong>Speleologico</strong> C.A.I di<br />
Fabriano che il dodici dicembre avevano <strong>in</strong>dividuato la condotta di collegamento tra la Grotta del<br />
Fiume e quella del " Vento ", una squadra del G.S.M percorse la prima traversata del Complesso<br />
Vento - Fiume.<br />
In quei giorni i giovani del G.S.M, organizzato un campo base <strong>in</strong>terno, effettuarono separatamente<br />
altre esplorazioni riuscendo a scoprire, sopra la "Sala dei Duecento", sei piani sovrapposti nei quali<br />
la natura della terra marchigiana aveva costudito, per millenni , meravigliosi e spettacolari ambienti<br />
contenenti anche preziosi scrigni di bellissime formazioni cristall<strong>in</strong>e di abbagliante bellezza.<br />
Da sempre ho desiderato raccontare e scrivere con dovizia di particolari sugli avvenimenti<br />
successivi che portarono ad un amaro strascico di polemiche con gli amici di Fabriano. Oggi<br />
ritengo però opportuno limitarmi a dire che alla base di tutto ci furono <strong>in</strong>vidie, ripicche,<br />
presunzioni egemoniche reciproche ma, soprattutto, un forte spirito campanilistico che aveva già<br />
precedentemente penalizzato seriamente lo sviluppo della speleologia nelle Marche.<br />
Anche se i colleghi di Jesi e Macerata si dimostrarono più<br />
"sportivi", il tempo e l'amore per Frasassi riannodarono<br />
comunque i legami storici tra i due sodalizi, tanto che gli<br />
stessi furono tra i promotori della Federazione Speleologica<br />
Marchigiana che si riunì per la prima volta a Fabriano il 19<br />
novembre del 1971.<br />
In un'altra sezione di questo Sito si può leggere la notizia<br />
ANSA della scoperta congiunta da parte di validi<br />
componenti dei due gruppi di importantissimi sviluppi nel<br />
Complesso Fiume-Vento fatta nel 2001 .<br />
Questo fatto dimostra che molti giovani speleologi<br />
marchigiani di oggi hanno fatto tesoro di quella lezione.<br />
A loro, se vorranno, chiedo di cont<strong>in</strong>uare il mio racconto facendo il resoconto delle tante scoperte<br />
fatte successivamente nell'<strong>in</strong>tento di conoscere tutti i segreti del complesso carsico di Frasassi.
Certamente ci vorranno altre generazioni di speleologi per mettere f<strong>in</strong>e a questa storia, oggi il<br />
primo, più ambizioso, obiettivo è quello di trovare la ormai mitica congiunzione con la Grotta del<br />
Buco Cattivo.<br />
Buon lavoro!<br />
La "2° Rassegna Speleologica ed Alp<strong>in</strong>a": [1 - 2 - 3 - 4 - 5]<br />
F<strong>in</strong>ite le ultime scosse del terremoto che colpì Ancona e le Marche nel gennaio 1972, provocando<br />
un rallentamento sensibile di tutte le nostre attività, e conclusa la prima fase delle esplorazioni del<br />
complesso carsico "Fiume - Vento" ritenemmo doveroso organizzare un <strong>in</strong>contro per presentare i<br />
primi risultati scientifici ed ambientali riscontrati dallo studio della grotta.<br />
Dal 14 al 20 marzo 1973 si svolse la "II Rassegna Speleologica ed Alp<strong>in</strong>a", caratterizzata<br />
dall'appoggio di molte autorità che avevano già <strong>in</strong>tuito l'importanza della scoperta sotto l'aspetto<br />
turistico.<br />
L'<strong>in</strong>tera manifestazione si svolse <strong>in</strong>fatti sotto il patroc<strong>in</strong>io dell'Ente Regione Marche, della<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Ancona e del Comune di Genga.<br />
L'<strong>in</strong>augurazione ufficiale avvenne con una manifestazione tenuta nell'Aula Consiliare della<br />
Prov<strong>in</strong>cia di Ancona. Intervennero il Presidente della Prov<strong>in</strong>cia Dr. Borioni ed il nostro amato<br />
S<strong>in</strong>daco Prof. Alfredo Trifogli.<br />
Dopo il saluto del Dr. Orlando Orlandi Presidente della Sezione<br />
C.A.I. di Ancona, l'allora Assessore al Turismo del Comune di<br />
Genga, il Dr. Coriolano Bruffa, parlò sul tema:<br />
"Le <strong>in</strong>iziative regionali per la valorizzazione a scopo turistico della<br />
zona speleologica di San Vittore di Genga".<br />
In questa occasione si ufficializzò praticamente il progetto di rendere<br />
fruibile la Grotta Grande del Vento da parte del già costituito<br />
Consorzio Frasassi.<br />
Maurizio Bologn<strong>in</strong>i , tra la soddisfazione di tutti noi, presentò<br />
ufficialmente la grotta scoperta che allora risultava la più lunga<br />
d'Italia.<br />
Il Dr. G<strong>in</strong>o Coppola, assistente di Geologia e Litologia all' Università di Ancona, parlò sul tema:<br />
"Carattere sportivo e didattico della Speleologia".<br />
La prima giornata si concluse con una relazione di Giancarlo Cappanera sul tema:<br />
"La Speleologia come esperienza di vita"<br />
Gli <strong>in</strong>terventi furono corredati dalla proiezione di diapositive sulla Grotta Grande del Vento e dai<br />
lungometraggi a colori "Lumen zero" e "L'orso delle caverne".
Nella seconda giornata, il 15 marzo, Mario Marchetti, con un emozionante discorso, celebrò il 25°<br />
anniversario della fondazione tracciando la storia del G. S. M. dal 1948 al 1973.<br />
La relazione scientifica ufficiale fu tenuta dal geologo Dr. Giuseppe Gambelli sul tema:<br />
"Testimonianze sulle moderne <strong>in</strong>terpretazioni del fenomeno carsico di Frasassi prodotto<br />
dall'<strong>in</strong>contro di acque m<strong>in</strong>eralizzate".<br />
Personalmente ebbi la grande soddisfazione di riuscire a fare<br />
<strong>in</strong>tervenire il Dr. Arrigo Cigna, Presidente della Società<br />
Speleologica Italiana, che parlò su "La situazione ed i<br />
problemi attuali della Speleologia italiana". Con lui, il Prof.<br />
Alfred Boegli dell'Università di Lucerna, massimo esperto<br />
mondiale di carsismo.<br />
Quest'ultimo confermò <strong>in</strong> toto la teoria di Giuseppe<br />
Gambelli sulla genesi chimica della grotta trovata da<br />
Rolando Silvestri.<br />
Intervennero anche qualificati rappresentanti di numerosi<br />
gruppi speleologici italiani.<br />
Unitamente alla Rassegna organizzammo una mostra<br />
fotografica abb<strong>in</strong>ata al primo concorso "S. Vittore di Genga"<br />
con l'esposizione di reperti speleologici negli spazi messi a<br />
nostra disposizione ad Ancona nel centro di Piazza Roma.<br />
Considerazioni f<strong>in</strong>ali:<br />
Il mio racconto f<strong>in</strong>isce qui. Da allora, l'attività del G.S.M. è cont<strong>in</strong>uata con tante altre scoperte<br />
effettuate a Frasassi,<strong>in</strong> Italia e all'estero che spero si possano riassumere, almeno <strong>in</strong> questa forma, <strong>in</strong><br />
futuro.<br />
Desidero solo evidenziare il fondamentale contributo dato dagli speleologi del C.A.I di Ancona<br />
nell'esplorazione di vastissimi nuovi rami nella bella e grandiosa grotta di Monte Cucco ed alla<br />
realizzazione e salvaguardia speleologica del parco del monte Conero.<br />
Mi chiedono spesso quali vantaggi abbiamo ottenuto dopo la scoperta della Grotta del Fiume e della<br />
collegata Grotta Grande del Vento: non ne abbiamo chiesto (nè ricevuto) nessuno! Dal magnifico<br />
territorio di Frasassi abbiamo preso solo fotografie e lasciato soltanto le impronte dei nostri<br />
scarponi. La soddisfazione di quello che abbiamo fatto ci è bastata.<br />
Infatti il risultato del nostro lavoro è stato il punto di partenza per il riscatto economico del territorio<br />
di Genga, già allora tanto bello ma poverissimo che, <strong>in</strong> seguito alla nostra scoperta, si è sviluppato<br />
<strong>in</strong> una comunità molto prosperosa traendo profitto dal fatto che le Grotte di Frasassi sono divenute<br />
uno dei poli più importanti del turismo marchigiano, oltre che un vanto del nostro patrimonio<br />
naturalistico nazionale.<br />
Veramente il Consorzio Frasassi (che gestisce le grotte) solo sull'onda del clamore suscitato dal<br />
25° anniversario della scoperta pr<strong>in</strong>cipale, ahimè molto tardivamente, ci ha omaggiato di una<br />
medaglia e di una graziosa creazione artistica <strong>in</strong> ricordo. Ma <strong>in</strong> 25 anni è rimasto disatteso il nostro
più grande desiderio: avere una tessera di entrata omaggio alla grotta da tramandare ai nostri figli e<br />
ai nostri nipoti; ancora oggi se li accompagnamo <strong>in</strong> una visita turistica, dobbiamo pagare il prezzo<br />
del biglietto pieno noi e loro.<br />
Giancarlo Cappanera<br />
E' anche per questo che non sono mai più entrato dal 1974 <strong>in</strong> questa<br />
meravigliosa grotta che considero anche mia.<br />
La nostra città, Ancona, ci ha <strong>in</strong>vece r<strong>in</strong>graziato tutti conferendoci - il<br />
4 Maggio 1997- l'alto onore di un attestato personale di "Civica<br />
Benemerenza", del quale andiamo tutti orgogliosissimi: io (Giancarlo<br />
Cappanera), Rolando Silvestri, Pietro Pazzaglia, Leonardo Rot<strong>in</strong>i,<br />
Fabio Sturba, Maurizio Bologn<strong>in</strong>i, Giuseppe Gambelli, Gianni Cieri,<br />
Claudio Santol<strong>in</strong>i, Costant<strong>in</strong>o Cioffi, Mauro Bologn<strong>in</strong>i, Stefano Fiori,<br />
Fabio Bentivoglio, Giorgio Lacopo, Mario Pia, Roberto Ragaglia,<br />
Franco Raccuglia, Alberto Copparoni, Massimo Cortech<strong>in</strong>i, Riccardo<br />
Bartulucci, Roberto Ronchitelli e Gianfranco Baiocco.