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ESSERE - Maggio - Giugno 2011.pdf - CSA Arezzo

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inchiesta<br />

0<br />

ne fanno parte, evidentemente, si trovano in essi del tutto a loro agio e si<br />

sentono da loro pienamente rappresentati - ‘lottino’ soltanto per un tornaconto<br />

immediato, come se fossero totalmente separati dagli altri gruppi, anch’essi<br />

composti di ‘persone’, e non si trovassero, invece, come è nella realtà vera,<br />

tutti insieme sulla stessa barca, nonostante le differenze e i diversi scopi, a<br />

compiere uno stesso tragitto verso una comune meta. E la barca dovrà poter<br />

navigare al meglio anche per le prossime generazioni.<br />

Ridotto all’osso, il ragionamento che sta alla base di tale modo di pensare e di<br />

comportarsi sembra più o meno il seguente: io sono un individuo che, in un<br />

Paese come il mio, ha una vita media di circa 80 anni e oltre, e vivrò la mia vita<br />

più o meno bene a seconda di come riesco ad organizzarla e di ciò che riesco a<br />

procacciarmi. Quindi, dato che ho questa vita e solo questa, devo fare di tutto,<br />

ora e subito, per avere, io e i miei familiari, più prospettive, più diritti, più cose<br />

e comodità, e dunque più ‘felicità’ ad ogni livello possibile; il resto non conta,<br />

o conta molto poco.<br />

4 – Il futuro ‘al presente’<br />

Tenendo, beninteso, conto che a volte i diritti di alcuni sono davvero calpestati e<br />

che dunque, com’è giusto e naturale, occorre un intervento urgente al riguardo,<br />

viene tuttavia da porsi qualche domanda.<br />

È lecito e frutto di lungimiranza, in una società degna di questo nome, e<br />

interessata quindi alla propria sopravvivenza, che in modo sistematico si<br />

facciano riforme e leggi avendo come unico referente i desideri, i punti di vista,<br />

le aspettative delle generazioni di turno?<br />

Quando si distrugge – e i motivi sono di diversa natura - una tradizione sociale<br />

o si sostituiscono leggi ‘vecchie’ con nuove - leggi importanti che coinvolgono<br />

aspetti essenziali di un grande numero di persone – siamo certi di avere<br />

sufficientemente vagliato le conseguenze che il cambiamento produrrà nel<br />

futuro?<br />

Non ci si vuole riferire soltanto alle conseguenze su chi ha voluto il cambiamento,<br />

che evidentemente le vuole, o crede di volerle. Ci si riferisce a chi viene dopo,<br />

a chi è al momento un bambino, oppure non è ancora nato, a chi si troverà a tu<br />

per tu con le ‘novità’ nel pieno della sua esistenza.<br />

Perché, se è positivo che l’uomo adatti, per quanto può, il mondo in cui vive e le<br />

sue leggi per viverlo al meglio, è davvero giusto e dunque lecito - ci chiediamo<br />

–, se si vuole veramente costruire un mondo migliore, che i legislatori adattino<br />

e creino le leggi per chi desidera nel relativo presente che la sua vita sia soltanto<br />

‘come viene’, senza alcun limite al proprio egocentrismo, alla propria ‘smania<br />

di vivere’?<br />

Oppure da parte dei legislatori si agisce così per le ‘ragioni della politica’ - si<br />

badi bene, qui si intende di ‘qualunque partito politico’ – soltanto, cioè, per<br />

avere alla fine più voti alle prossime elezioni?<br />

Forse, la valenza di senso di queste domande può riuscire a qualcuno più<br />

chiara, se al loro posto vengono fatte domande su problemi che soltanto in<br />

apparenza sono diversi e più gravi, ma che hanno di certo un impatto mentale<br />

più marcatamente immediato.

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