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ESSERE - Maggio - Giugno 2011.pdf - CSA Arezzo

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abituato non solo ad avere curiosità per il mondo, ma anche a porsi molte<br />

domande alle quali cerca di rispondere in maniera esauriente (chi dove come<br />

quando ) per i lettori. In molte cose, scrittura compresa, è necessaria la buona<br />

volontà. Quella stessa buona volontà che serve ai giovani per realizzare i loro<br />

sogni e uscire anche dall’impasse quotidiano che sembra irrisolvibile.<br />

Il libro ricorda, introducendo la figura della nonna materna dell’autore, gli<br />

anni cinquanta del secolo scorso quando l’acquisto dei primi elettrodomestici<br />

o delle prime utilitarie riempiva di soddisfazione chi, col proprio duro lavoro,<br />

arrivava a comprarle. Come la nonna di Calabresi che volle barattare il dono di<br />

una utilitaria con quello di una lavatrice che cambiò la sua vita. L’acquisto fu la<br />

linea di demarcazione fra il prima e il dopo.<br />

I racconti proseguono con interviste a vari e noti personaggi del mondo<br />

dello spettacolo, della medicina, della ricerca ( che sono a volte riproposte<br />

nella trasmisione “Hotel Patria” condotta dallo stesso Calabresi su Rai ).<br />

Si crea così un affresco del vivere italiano nel tempo, che non sempre è<br />

stato contrassegnato dal benessere, anzi ad esso siamo arrivati dopo una<br />

lunga terribile guerra grazie alla forte volontà, al duro lavoro, all’entusiasmo<br />

di poter realizzare i propri sogni. Oggi manca lo spazio dei sogni e stiamo<br />

tornando indietro. Ma a volte: “non si può fare” è il comodo alibi di chi non si<br />

vuole rimboccare le maniche, non ha inventiva, non ha coraggio di cambiare<br />

ambiente.<br />

Non sempre si può trovare il lavoro sottocasa, non è mai stato così e forse non<br />

è neanche giusto che sia così: cambiare ambiente, avere coraggio di mettersi<br />

in gioco, rischiare, serve spesso a realizzare alcuni dei mondi possibili.<br />

E’ vero che la politica seria è mancante, come sono mancanti programmazioni<br />

serie per il futuro dei giovani.<br />

Il nostro “Non è un paese per giovani” ripetono i ragazzi delle scuole e la<br />

demografia e gli indici di occupazione danno loro ragione”. “Ma siamo<br />

davvero sicuri che ci sia una mitica età dell’oro da rimpiangere? Guardo al<br />

secolo scorso e vedo guerre, macerie, stermini, odio ideologico, giovani che<br />

si sprangano, terrorismo, stragi, iniquità, disoccupazione, inflazione alle stelle<br />

e ingiustizie assortite. Sento rimpiangere i tempi dell’etica, della bella politica,<br />

di una classe dirigente virtuosa e mi viene sempre in mente la stessa scena:<br />

il funerale di Giorgio Ambrosoli, a cui non partecipò nessun rappresentante<br />

delle istituzioni…” “E’ quello il mondo da rimpiangere? Quello della P , del<br />

terrorismo rosso e nero, che sparava a chi usciva di casa, delle bombe nelle<br />

banche, sui treni e nelle stazioni…Oggi viviamo tempi cupi sarebbe ridicolo<br />

negarlo…Viviamo tempi volgari, in cui mal si sopportano le regole, si insulta chi<br />

le dovrebbe far rispettare…Ma se tutto questo provoca uno sconforto diffuso<br />

e comprensibile non deve impedirci di vedere cosa abbiamo conquistato nel<br />

tempo, cosa siamo e cosa potremmo diventare”.( M. Calabresi “Cosa tiene<br />

accese le stelle”pgg. 8 - 9 - 0)<br />

“Certo che avevamo una percezione più positiva della realtà… I genitori avevano<br />

la certezza che i figli (che studiavano) sarebbero stati meglio e così il domani<br />

sembrava una cosa solida..” ( ibidem pag. ) Oggi invece c’è la sensazione che<br />

i figli staranno peggio e che nel paese non ci sia più spazio. angolo<br />

del pensiero

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