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d21 - diario 21

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Nella piazza prepotentemente ´rubata´ ai rivoltosi,<br />

che infatti sono stati costretti a cambiare il<br />

luogo del loro appuntamento, un nutrito gruppo di<br />

sostenitori del regime sembra ´aspettare´ l´ingresso<br />

dei ventimila. Questa mattina presto, membri<br />

dell´opposizione parlamentare sono stati visti percorrere<br />

le strade della capitale yemenita a bordo di<br />

auto munite di megafoni, per mezzo dei quali avvertivano<br />

la popolazione che la piazza Al-Tahrir era<br />

stata occupata dai sostenitori del regime, che vi stazionano<br />

tuttora, armati. Il timore è che i due gruppi<br />

cerchino lo scontro, replicando quello che si è appena<br />

verificato nell´altra piazza Tahrir, quella del<br />

Cairo.<br />

L´opposizione parlamentare, inspirata dagli esempi<br />

tunisino ed egiziano, aveva organizzato per oggi una<br />

manifestazione pacifica per chiedere a gran voce riforme<br />

democratiche. A quel punto, esponenti e simpatizzanti<br />

del partito al potere, il Congresso<br />

popolare generale (CPG), hanno dato l´avvio a tutta<br />

una serie di manovre atte a scoraggiare e a sabotare<br />

i rivali, compresa l´occupazione della piazza mediante<br />

tendoni, come a marcare il territorio. La mobilitazione<br />

di oggi non è limitata alla capitale ma<br />

prevede forti presenze anche in altre città. Ieri, a seguito<br />

delle contestazioni iniziate nei giorni scorsi, il<br />

presidente Ali Abdullah Saleh aveva annuncaito il<br />

congelamento di un emendamento costituzionale<br />

che gli avrebbe permesso di estendere il proprio<br />

mandato oltre la scadenza del 2013. Sollecitato da<br />

più parti, aveva anche dichiarato che non avrebbe<br />

tramandato il suo potere al figlio. Le elezioni, previste<br />

per il 27 aprile di quest´anno sono state rinviate.<br />

Subito, gli Stati Uniti hanno commentato<br />

favorevolmente le « dichiarazioni positive » di<br />

Saleh, accogliendo con soddisfazione la rinuncia a<br />

candidarsi per un nuovo mandato. Ma le opposizioni<br />

non hanno ritenuto sufficienti le promesse del pre-<br />

20<br />

<strong>d<strong>21</strong></strong><br />

03 febbraio 2011<br />

Gli oppositori al regime sono<br />

tornati in strada a Sanaa. Dopo<br />

le proteste dei giorni scorsi, ora<br />

chiedono l´immediata destituzione<br />

del presidente. A qualche<br />

centinaio di metri di distanza, sostenitori<br />

di Saleh manifestano a<br />

loro volta. Si temono scontri e<br />

una lunga giornata di violenza.<br />

sidente, per questo continuano a chiederne l´immediata<br />

destituzione. Lo Yemen si trova da tempo sotto<br />

lo sguardo attento della comunità internazionale a<br />

causa della situazione di instabilità che colpisce il<br />

sud del Paese. L´area è teatro di scontri tra il Movimento<br />

sudista, i cui membri reclamano l´autonomia<br />

e l´indipendenza del Sud-Yemen, e le forze di sicurezza<br />

impegnate a reprimere ogni azione del gruppo.<br />

Nella giornata di ieri, gli scontri verificatisi nella<br />

città di Habilayn, nella provincia di Lahej, hanno<br />

causato il ferimento di 3 persone, secondo quanto<br />

riportato da fonti mediche. Nella zona, la rete di al<br />

Qaeda sta rafforzando sempre più la propria presenza<br />

e accrescendo la propria attività.

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