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Nella piazza prepotentemente ´rubata´ ai rivoltosi,<br />
che infatti sono stati costretti a cambiare il<br />
luogo del loro appuntamento, un nutrito gruppo di<br />
sostenitori del regime sembra ´aspettare´ l´ingresso<br />
dei ventimila. Questa mattina presto, membri<br />
dell´opposizione parlamentare sono stati visti percorrere<br />
le strade della capitale yemenita a bordo di<br />
auto munite di megafoni, per mezzo dei quali avvertivano<br />
la popolazione che la piazza Al-Tahrir era<br />
stata occupata dai sostenitori del regime, che vi stazionano<br />
tuttora, armati. Il timore è che i due gruppi<br />
cerchino lo scontro, replicando quello che si è appena<br />
verificato nell´altra piazza Tahrir, quella del<br />
Cairo.<br />
L´opposizione parlamentare, inspirata dagli esempi<br />
tunisino ed egiziano, aveva organizzato per oggi una<br />
manifestazione pacifica per chiedere a gran voce riforme<br />
democratiche. A quel punto, esponenti e simpatizzanti<br />
del partito al potere, il Congresso<br />
popolare generale (CPG), hanno dato l´avvio a tutta<br />
una serie di manovre atte a scoraggiare e a sabotare<br />
i rivali, compresa l´occupazione della piazza mediante<br />
tendoni, come a marcare il territorio. La mobilitazione<br />
di oggi non è limitata alla capitale ma<br />
prevede forti presenze anche in altre città. Ieri, a seguito<br />
delle contestazioni iniziate nei giorni scorsi, il<br />
presidente Ali Abdullah Saleh aveva annuncaito il<br />
congelamento di un emendamento costituzionale<br />
che gli avrebbe permesso di estendere il proprio<br />
mandato oltre la scadenza del 2013. Sollecitato da<br />
più parti, aveva anche dichiarato che non avrebbe<br />
tramandato il suo potere al figlio. Le elezioni, previste<br />
per il 27 aprile di quest´anno sono state rinviate.<br />
Subito, gli Stati Uniti hanno commentato<br />
favorevolmente le « dichiarazioni positive » di<br />
Saleh, accogliendo con soddisfazione la rinuncia a<br />
candidarsi per un nuovo mandato. Ma le opposizioni<br />
non hanno ritenuto sufficienti le promesse del pre-<br />
20<br />
<strong>d<strong>21</strong></strong><br />
03 febbraio 2011<br />
Gli oppositori al regime sono<br />
tornati in strada a Sanaa. Dopo<br />
le proteste dei giorni scorsi, ora<br />
chiedono l´immediata destituzione<br />
del presidente. A qualche<br />
centinaio di metri di distanza, sostenitori<br />
di Saleh manifestano a<br />
loro volta. Si temono scontri e<br />
una lunga giornata di violenza.<br />
sidente, per questo continuano a chiederne l´immediata<br />
destituzione. Lo Yemen si trova da tempo sotto<br />
lo sguardo attento della comunità internazionale a<br />
causa della situazione di instabilità che colpisce il<br />
sud del Paese. L´area è teatro di scontri tra il Movimento<br />
sudista, i cui membri reclamano l´autonomia<br />
e l´indipendenza del Sud-Yemen, e le forze di sicurezza<br />
impegnate a reprimere ogni azione del gruppo.<br />
Nella giornata di ieri, gli scontri verificatisi nella<br />
città di Habilayn, nella provincia di Lahej, hanno<br />
causato il ferimento di 3 persone, secondo quanto<br />
riportato da fonti mediche. Nella zona, la rete di al<br />
Qaeda sta rafforzando sempre più la propria presenza<br />
e accrescendo la propria attività.