09.06.2013 Views

1 Ricerca delle cause di esplosioni e incendi IL RISCHIO ... - Cineas

1 Ricerca delle cause di esplosioni e incendi IL RISCHIO ... - Cineas

1 Ricerca delle cause di esplosioni e incendi IL RISCHIO ... - Cineas

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

1- Generalità<br />

<strong>IL</strong> <strong>RISCHIO</strong> FULMINAZIONE<br />

Il fulmine è una manifestazione dell’elettricità atmosferica che, per la sua natura e<br />

per i suoi effetti <strong>di</strong>retti e in<strong>di</strong>retti, puo’ determinare conseguenze anche<br />

gravissime dalle quali è comunque possibile salvaguardarsi me<strong>di</strong>ante<br />

l’installazione <strong>di</strong> appositi sistemi <strong>di</strong> protezione.<br />

La natura aleatoria del fulmine, tuttavia, impone che il sistema <strong>di</strong> protezione sia<br />

progettato e realizzato in modo tecnicamente corretto; <strong>di</strong>versamente, il pericolo <strong>di</strong><br />

danni puo’ risultare aggravato, nei casi in cui la protezione risulta effettivamente<br />

necessaria, e comportare un inutile onere, nel caso <strong>di</strong> strutture non esposte alla<br />

fulminazione o autoprotette.<br />

Prima dell’entrata in vigore, nel 1985, della Norma CEI 81-1 “Protezione <strong>di</strong><br />

strutture contro i fulmini” e della equipollente Norma internazionale IEC 1024-1, la<br />

legislazione e la normativa tecnica erano alquanto carenti, limitandosi la prima a<br />

prescrivere la protezione per determinate strutture e a fornire alcune modalità <strong>di</strong><br />

esecuzione la seconda. Non venivano invece in<strong>di</strong>cati i risultati che la protezione<br />

doveva conseguire. La nuova Norma ha introdotto alcuni concetti innovativi ed in<br />

particolare ha definito il “rischio” a cui risulta esposto il volume da proteggere,<br />

inteso come prodotto della probabilità che si verifichi l’evento dannoso per l’entità<br />

del fattore me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> danno causato dall’evento stesso.<br />

Ne deriva che la funzione del sistema <strong>di</strong> protezione è quella <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che il<br />

fenomeno della fulminazione comporti un rischio inaccettabile, tenuto conto che,<br />

nei limiti <strong>di</strong> una spesa giustificata dai benefici conseguiti, nessun impianto puo’<br />

garantire la protezione assoluta. Questo approccio al problema impone, tuttavia,<br />

la conoscenza <strong>di</strong> alcuni aspetti riguardanti l’accumulazione dell’elettricità<br />

nell’atmosfera e le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> base alle quali si verifica il fulmine.<br />

Dopo gli esperimenti <strong>di</strong> Franklin, risalenti al 1750, e <strong>di</strong> molti altri stu<strong>di</strong>osi, notevoli<br />

passi in avanti sono stati compiuti grazie all’adozione <strong>di</strong> meto<strong>di</strong> sperimentali e <strong>di</strong><br />

strumenti quali: klidonografi, macchine fotografiche speciali, barrette magnetiche<br />

e, soprattutto, oscillografi a raggi cato<strong>di</strong>ci.<br />

Molto interessanti, come applicazione per lo stu<strong>di</strong>o quantitativo del fenomeno<br />

temporalesco, risultano i <strong>di</strong>spositivi contascariche, i quali possono far conoscere<br />

con quale frequenza gli impianti parafulmini intervengono.<br />

Naturalmente, parte degli stu<strong>di</strong> vengono effettuati nei laboratori, riproducendo<br />

artificialmente il fenomeno della fulminazione, attraverso generatori ad impulsi<br />

elettrici con forma d’onda particolare, simulando, in intensità e rapi<strong>di</strong>tà del<br />

fenomeno, l’effettiva azione del fulmine.<br />

Un notevole contributo sperimentale alla conoscenza dei dati sui fulmini e sulla<br />

entità dei parametri ad essi connessi è dato dalle stazioni <strong>di</strong> captazione e misura<br />

esistenti nel mondo. In Italia si trovano quelle <strong>di</strong> Monte Orsa e <strong>di</strong> Foligno, in<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

1


Svizzera la stazione <strong>di</strong> Monte San Salvatore (Lugano). Per la captazione dei<br />

fulmini si utilizzano, in queste stazioni, aste poste su sostegni a traliccio installati<br />

ad una certa quota.<br />

Recentemente in Italia è stato installato da parte del CESI (Centro Elettrotecnico<br />

Sperimentale Italiano) il Sistema Italiano Rilevamento Fulmini (SIRF), attraverso il<br />

quale è possibile localizzare i punti <strong>di</strong> impatto al suolo dei fulmini e <strong>di</strong> registrarne i<br />

relativi parametri elettrofisici (ampiezza della corrente, polarità, numero <strong>di</strong> colpi).<br />

Tale sistema prevede l’impiego <strong>di</strong> sensori <strong>di</strong> campo elettromagnetico prodotto dal<br />

fulmine, <strong>di</strong>slocati sul territorio italiano e nei paesi limitrofi (Austria, Francia e<br />

Svizzera). I sensori, tramite apparecchiature e rete <strong>di</strong> telecomunicazione,<br />

trasmettono i dati ad un centro <strong>di</strong> calcolo presso il Centro Operativo del CESI a<br />

Milano, dove vengono elaborati in tempo reale, consentendo la formazione <strong>di</strong> una<br />

banca dati e anche la loro trasmissione remota per servizi agli utenti. Tali<br />

elaborazioni permettono <strong>di</strong> fornire servizi quali statistiche, cartografie e<br />

documentazioni che possono trovare applicazione nei seguenti settori: elettrico,<br />

per gli enti <strong>di</strong>stributori; assicurativo, per attestati <strong>di</strong> attività temporalesca, nonchè<br />

per la formulazione <strong>di</strong> elaborazioni statistiche in termini <strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong><br />

acca<strong>di</strong>mento del fenomeno; metereologico; attività portuale ed aeroportuale e <strong>di</strong><br />

trasporti; produzione <strong>di</strong> apparecchiature <strong>di</strong> protezione contro le sovratensioni;<br />

telecomunicazioni; protezione civile e produzioni industriali con processi delicati.<br />

Si occupano dello stu<strong>di</strong>o dei fulmini anche organismi internazionali quali il CCITT<br />

(International Telegraph and Telephone Consultative Committee) e la CIGRE<br />

(Conference Internationale des Grands Reseaux Electriques).<br />

2- Natura elettrofisica del fulmine<br />

Le nuvole che con maggior probabilità provocano fenomeni <strong>di</strong> scariche elettriche<br />

sono i cumuli e i cumulonembi. La loro caratteristica è quella <strong>di</strong> svilupparsi in<br />

altezza anche per 10-15 km, ad una <strong>di</strong>stanza dal suolo <strong>di</strong> qualche chilometro.<br />

La formazione <strong>delle</strong> cariche elettriche nelle nuvole avviene per via elettrostatica,<br />

a causa <strong>delle</strong> notevoli correnti <strong>di</strong> aria che si determinano all’interno <strong>delle</strong> nuvole<br />

stesse per il riscaldamento e l’evaporazione degli strati più bassi, e per la<br />

presenza <strong>di</strong> particelle liquide e solide (ghiaccio). Queste ultime, sotto la spinta dei<br />

venti e della forza <strong>di</strong> gravità, danno luogo per strofinio a fenomeni <strong>di</strong> ionizzazione<br />

liberando elettroni (cariche negative) e ioni positivi. Nella maggior parte dei casi,<br />

circa l’80-90%, le cariche positive si localizzano nella parte più alta della nube e,<br />

conseguentemente, quelle negative nella parte più bassa, con una piccola zona<br />

centrale in basso densa <strong>di</strong> cariche positive; quest’ultima zona puo’ costituire<br />

spesso il canale <strong>di</strong> aspirazione ascensionale che porta le cariche positive verso la<br />

parte alta della nube.<br />

La parte bassa della nuvola, carica negativamente, come accade per le armature<br />

<strong>di</strong> un grande condensatore, richiama sul terreno sottostante <strong>delle</strong> cariche<br />

positive, per cui tra nube e terra si determina un campo elettrico, che si misura in<br />

Volt/metro.<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

2


La formazione <strong>delle</strong> scariche ha inizio dalla zona inferiore della nube quando il<br />

campo elettrico supera la “tenuta” dell’aria, cioè la sua rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>elettrica, pari a<br />

20000-30000 Volt/cm a seconda della sua temperatura, pressione, umi<strong>di</strong>tà.<br />

Infatti, dalla base della nuvola, in cui esiste la maggior concentrazione <strong>di</strong> elettroni,<br />

e quin<strong>di</strong> un campo elettrico localmente molto forte, gli elettroni stessi vengono<br />

accelerati verso terra, cioè in senso contrario alle linee del campo, provocando<br />

ulteriore ionizzazione e quin<strong>di</strong> una scarica che avanza secondo un andamento<br />

casuale a zig-zag. L’avanzamento avviene a scatti, in quanto <strong>di</strong>etro la testa della<br />

scarica si ha una ricombinazione degli ioni e subito dopo, ad intervalli <strong>di</strong> alcune<br />

decine <strong>di</strong> microsecon<strong>di</strong> e per <strong>di</strong>stanze <strong>di</strong> circa 10-20m, si verifica una nuova<br />

ondata <strong>di</strong> elettroni che continuano il percorso determinato dal canale ionizzato.<br />

La velocità <strong>di</strong> propagazione, nell’avanzamento a scatti della scarica pilota, è pari<br />

a circa lo 0,1% <strong>di</strong> quella della luce (300000 km/s).<br />

Le cariche negative procedendo verso terra (cio’ avviene in modo silenzioso e<br />

debolmente luminoso) determinano un aumento della concentrazione <strong>di</strong> cariche<br />

positive al suolo, con un innalzamento anche del campo elettrico. In queste<br />

con<strong>di</strong>zioni, dal terreno ed in particolare dalle sporgenze come camini, torri ed<br />

e<strong>di</strong>fici in genere, puo’ originarsi una controscarica ascendente positiva la quale fa<br />

seguito ad un iniziale “effetto corona” e va ad incontrare il canale ionizzato della<br />

scarica <strong>di</strong>scendente.<br />

La controscarica ha uno sviluppo <strong>di</strong> sole alcune decine <strong>di</strong> metri dal suolo, per cui<br />

una struttura non determina il punto <strong>di</strong> caduta dei fulmini, in quanto tale punto è<br />

interessato dalla scarica solo quando questa si è determinata in modo completo e<br />

sta per raggiungere il suolo.<br />

Quando il canale ascendente incontra quello <strong>di</strong>scendente e si realizza un canale<br />

ionizzato continuo tra nube e suolo, avviene la scarica <strong>di</strong> ritorno positiva verso<br />

l’alto ad elevata velocità, pari al 10-50% <strong>di</strong> quella della luce e,<br />

contemporaneamente, ha inizio il processo <strong>di</strong> neutralizzazione della cariche<br />

negative presenti lungo il canale e nelle zone della nuvola da cui si è originato il<br />

fenomeno.<br />

La scarica <strong>di</strong> ritorno, che ha una forte luminosità e dà origine al tuono (fenomeno<br />

acustico duvuto al repentino e fortissimo riscaldamento - circa 30000 °K -, con<br />

conseguente <strong>di</strong>latazione, dell’aria interessata dalla scarica), è accompagnata,<br />

data l’alta velocità, da un elevatissimo flusso cariche elettriche con correnti<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>delle</strong> centinaia kiloampere.<br />

Quando la scarica <strong>di</strong> ritorno raggiunge la nube, si ristabilisce localmente un<br />

equilibrio, ma spesso, intorno al 50% dei casi, avviene che altre parti della nube<br />

stessa posseggano ancora cariche negative che vanno a neutralizzarsi con altre<br />

positive del terreno, utilizzando il percorso, cioè il canale ionizzato, già tracciato<br />

in precedenza; si verificano cosi scariche <strong>di</strong>scendenti e <strong>di</strong> ritorno multiple, che<br />

procedono in maniera <strong>di</strong>retta e rapida, con intervalli <strong>di</strong> 20-200 ms e in numero<br />

me<strong>di</strong>o <strong>di</strong> 2-3 fino anche a 30. Per intervalli <strong>di</strong> tempo brevi tra le scariche, si puo’<br />

avere la propagazione <strong>delle</strong> cariche negative con una velocità fino a 3000 km/s,<br />

dato che il percorso viene effettuato in continuità a non a scatti.<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

3


Il tipo <strong>di</strong> scarica descritto precedentemente, cioè <strong>di</strong>scendente, è quello più<br />

probabile e quin<strong>di</strong> il più importante, ma non è il solo che puo’ verificarsi. Infatti, le<br />

scariche <strong>di</strong>scendenti si verificano su strutture basse e poste sui terreni piani, ma<br />

per costruzioni molto alte (torri, grattacieli, impianti tecnologici particolari, ecc.) o<br />

comunque poste su montagne, a causa degli elevatissimi campi elettrici esistenti<br />

alla loro sommità (effetto <strong>delle</strong> punte per elevata densità <strong>di</strong> carica), si possono<br />

avere <strong>delle</strong> scariche ascendenti dovute alle cariche elettriche positive che dal<br />

suolo raggiungono <strong>di</strong>rettamente la nube, con un avanzamento a gra<strong>di</strong>ni, forte<br />

luminosità e colpi multipli, come per le scariche <strong>di</strong>scendenti. In questo caso si<br />

tratta pero’ <strong>di</strong> scariche ascendenti con valori <strong>di</strong> corrente bassi, generalmente non<br />

oltre i 1000 A, <strong>di</strong> tipo continuativo, cioè il valore massimo della corrente viene<br />

raggiunto in tempi dell’or<strong>di</strong>ne del decimo <strong>di</strong> secondo, contrariamente a quanto<br />

avviene per i fulmini <strong>di</strong>scendenti, caratterizzati da impulsi con un fronte molto<br />

ripido e tempi dell’or<strong>di</strong>ne dei microsecon<strong>di</strong>.<br />

I meccanismi descritti in precedenza per i fulmini <strong>di</strong>scendenti si riferiscono, come<br />

già detto, a scariche con polarità negativa, che sono le più probabili. Ma si<br />

possono originare anche fulmini positivi, cioè che si formano da nubi cariche<br />

positivamente, i quali generalmente si sviluppano con un solo impulso,<br />

caratterizzato da un fronte poco ripido, da un andamento <strong>di</strong> tipo continuativo e da<br />

valori <strong>di</strong> corrente assai più elevati <strong>di</strong> quelli relativi alle scariche negative. In<br />

questo caso, la controscarica negativa che si origina dal terreno verso la scarica<br />

positiva pilota proveniente dalla nube, contrariamente a quanto si verifica per le<br />

scariche negative, puo’ raggiungere <strong>di</strong>mensioni <strong>di</strong> migliaia <strong>di</strong> metri. Cio’ è dovuto<br />

al fatto che, mentre le cariche positive sono quasi sempre associate a pulviscolo<br />

o a goccioline d’acqua aventi una massa consistente e quin<strong>di</strong> una certa inerzia<br />

meccanica, le cariche negative sono prevalentemente costituite da elettroni, <strong>di</strong><br />

massa ed inerzia meccanica praticamente trascurabili, caratterizzati da tempi <strong>di</strong><br />

spostamento infinitesimi rispetto a quelli <strong>delle</strong> cariche positive; si spiega cosi’<br />

anche la <strong>di</strong>versa ripi<strong>di</strong>tà dei fronti d’onda nei due casi.<br />

I fulmini positivi sono caratterizzati da valori dei parametri elettrici assai elevati<br />

(corrente, energia, carica elettrica), mentre i valori maggiori della pendenza del<br />

fronte d’onda si riscontrano nei fulmini negativi e, particolarmente, nei relativi<br />

colpi successivi.<br />

3- Attività ceraunica<br />

Non tutte le zone hanno la stessa probabilità che si formino temporali e che,<br />

conseguentemente, si manifestino dei fulmini.<br />

Da un punto <strong>di</strong> vista strettamente meteorologico si puo’ arrivare, me<strong>di</strong>ante<br />

indagine statistica, alla determinazione della probabilità che in una certa zona si<br />

manifestino formazioni temporalesche.<br />

Per esprimere quantitativamente questo concetto si fa uso dei livelli ceraunici.<br />

Si definisce livello ceraunico <strong>di</strong> una determinata zona il numero dei giorni <strong>di</strong> un<br />

anno nei quali è stato u<strong>di</strong>to almeno un tuono.<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

4


Facendo la me<strong>di</strong>a <strong>delle</strong> rilevazioni <strong>di</strong> un numero sufficientemente grande <strong>di</strong> anni,<br />

si ottiene un livello ceraunico me<strong>di</strong>o, <strong>di</strong> grande importanza statistica.<br />

Congiungendo i punti ad uguale livello ceraunico su una carta geografica si<br />

ottiene la carta isoceraunica o carta dei temporali. Da essa si deduce la<br />

probabilità che insorgano i temporali.<br />

Tuttavia, agli effetti della protezione contro i fulmini <strong>di</strong> una struttura, è importante<br />

conoscere la densità dei fulmini a terra Nt , ossia il numero <strong>di</strong> scariche a terra per<br />

unità <strong>di</strong> superficie ( km²) e per unità <strong>di</strong> tempo (anno). E’ infatti questo il parametro<br />

che viene assunto come punto <strong>di</strong> partenza per la valutazione della frequenza dei<br />

fulmini e, in particolare, della loro fraquenza <strong>di</strong> danno sulle strutture.<br />

La valutazione <strong>di</strong> Nt puo’ essere effettuata in modo empirico ipotizzando<br />

l’esistenza <strong>di</strong> una correlazione pseudolineare tra giornate temporalesche e<br />

densità dei fulmini a terra.<br />

La relazione esistente tra il livello ceraunico Td e la densità <strong>di</strong> fulminazione è la<br />

seguente:<br />

Nt = 0,04 · Td 1,25<br />

Naturalmente, l’uso della suddetta relazione (prettamente empirica) conduce a<br />

dati talora poco rispondenti alla realtà, per cui è necessario <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> relazioni<br />

sperimentali.<br />

In tempi recenti sono state condotte ricerche sistematiche in numerosi paesi tra<br />

cui l’Italia. L’indagine condotta nel nostro paese, nel periodo 1968-1979, che ha<br />

comportato l’installazione <strong>di</strong> 50 contatori atti a rilevare il verificarsi dei fulmini, ha<br />

consentito <strong>di</strong> tracciare una mappa dei valori me<strong>di</strong> del numero <strong>di</strong> fulmini a terra per<br />

chilometro quadrato e per anno del territorio nazionale.<br />

Con l’impiego del moderno sistema <strong>di</strong> rilevazione SIRF del CESI, <strong>di</strong> cui si è detto<br />

in precedenza, è stato possibile aggiornare i dati della densità <strong>di</strong> fulminazione. In<br />

appen<strong>di</strong>ce alla presente trattazione è riportato l’elenco dei Comuni d’Italia con il<br />

rispettivo valore Nt, tratta dalla Pubblicazione CEI 81-3 “ Valori me<strong>di</strong> del numero<br />

dei fulmini a terra per anno e per chilometro quadrato dei comuni d’Italia, in<br />

or<strong>di</strong>ne alfabetico – Elenco dei comuni “. Tale elenco per alcune località si<br />

<strong>di</strong>scosta sensibilmente dalla statistica SIRF, mentre in altre zone l’aggiornamento<br />

ne ha confermato la vali<strong>di</strong>tà.<br />

4- Effetto resistivo ed effetto induttivo del fulmine<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista elettrico e dei danni connessi alla fenomenologia elettrica<br />

possiamo in<strong>di</strong>viduare due aree principali nelle quali la corrente <strong>di</strong> fulmine<br />

manifesta i suoi effetti. Una corrente <strong>di</strong> fulmine che attraversa un mezzo, o un<br />

materiale, dotato <strong>di</strong> una certa resistenza conduttiva, secondo la legge<br />

fondamentale U=R·I (legge <strong>di</strong> Ohm), produce in esso una caduta <strong>di</strong> tensione e<br />

quin<strong>di</strong> una <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> potenziale elettrico verso terra. Pertanto, il punto <strong>di</strong><br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

5


impatto del fulmine puo’ assumere verso terra elevatissimi potenziali (in Volt) tali<br />

da produrre verso altri corpi circostanti, non colpiti <strong>di</strong>rettamente dalla<br />

fulminazione, pericolose scariche trasversali. Infatti la rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>elettrica dell’aria<br />

non è a volte sufficiente ad evitare la sua perforazione da parte del forte campo<br />

elettrico instauratosi tra il mezzo colpito dal fulmine e gli elementi circostanti. Cio’<br />

spiega come possa accadere che una fulminazione caduta in un determinato<br />

punto produca danni ad apparecchiature situate in prossimità <strong>di</strong> quel punto ma<br />

non colpite dalla fulminazione medesima.<br />

Quanto descritto rispecchia la caratteristica resistiva del fulmine in quanto<br />

conseguente alla suddetta legge <strong>di</strong> Ohm; essa è tanto più sentita quanto più<br />

elevata è la resistenza R del mezzo attraversato dalla corrente <strong>di</strong> fulmine. I danni<br />

resistivi da fulmine sono infatti tanto più devastanti e degenerano in incen<strong>di</strong> e/o<br />

<strong>esplosioni</strong>, quanto meno conduttivo è il mezzo colpito dal fulmine stesso (ad es.<br />

la muratura <strong>di</strong> un campanile, un albero, una parte metallica <strong>di</strong> un impianto non<br />

correttamente collegata a terra). Il fatto che la sovratensione <strong>di</strong> tipo resistivo,<br />

U=R·I, risulti elevata in proporzione alla resistenza elettrica R del mezzo, è<br />

ascrivibile al carattere in<strong>di</strong>pendente ed aleatorio della variabile I (corrente <strong>di</strong><br />

fulmine), la cui intensità <strong>di</strong>pende dalle caratteristiche intrinseche della scarica e<br />

non dalle caratteristiche del mezzo colpito dalla scarica. Potremmo definire quin<strong>di</strong><br />

il fulmine come un generatore, fortunatamente <strong>di</strong> efficacia transitoria, <strong>di</strong> corrente<br />

e non <strong>di</strong> tensione. Cio’, contrariamente ai criteri <strong>di</strong> fornitura dell’energia che<br />

invece mantengono rigorosamente costante la variabile “tensione” U. In tale<br />

situazione è la corrente I la variabile <strong>di</strong>pendente dalla resistenza R e quin<strong>di</strong><br />

un’altissima resistenza finisce per rendere molto bassi i livelli della corrente<br />

stessa, mentre una bassissima resistenza eleverebbe tali valori fino al punto da<br />

far intervenire le protezioni automatiche contro i fenomeni <strong>di</strong> corto circuito.<br />

La seconda macroarea relativa agli effetti elettrici del fulmine è quella<br />

caratterizzata dal fenomeno dell’induzione elettromagnetica che risponde alla<br />

legge <strong>di</strong> Faraday-Neumann-Lenz. Tale legge, naturale, spiega come ad ogni<br />

variazione nel tempo <strong>di</strong> una corrente elettrica, e quin<strong>di</strong> del campo magnetico da<br />

essa prodotto, corrisponda una tensione elettrica indotta nei circuiti non colpiti<br />

dalla fulminazione. Tali circuiti sono, a volte, molto <strong>di</strong>stanti dal punto d’impatto, e<br />

la tensione in essi indotta è, appunto, l’effetto della variazione nel tempo del<br />

succitato campo magnetico. La suddetta legge <strong>di</strong> F.N.L. puo’, dal punto <strong>di</strong> vista<br />

matematico, essere cosi’ sintetizzata: Ui ≡ ∆I/∆t. Cio’ significa che più rapida è la<br />

variazione della corrente <strong>di</strong> fulmine nel tempo, cioè più elevata è la ripi<strong>di</strong>tà del<br />

fronte dell’onda (misurabile in kA/µs), più elevata sarà la sovratensione indotta<br />

negli impianti. L’entità <strong>di</strong> tali sovratensioni non è tale da innescare scariche<br />

pericolose (intendendo per tali quelle che possono produrre incen<strong>di</strong>), ma è<br />

spesso sufficiente per danneggiare circuiti elettronici <strong>di</strong> apparecchiature ed<br />

impianti sensibili, in quanto i medesimi sono normalmente funzionanti con<br />

tensioni e correnti deboli il cui or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza è nettamente inferiore ai livelli<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

6


<strong>delle</strong> suddette sovratensioni da induzione. Dal punto <strong>di</strong> vista pratico si verificano<br />

danneggiamenti ad impianti sensibili ubicati anche fino a 500-600 metri dal punto<br />

<strong>di</strong> impatto del fulmine. Proteggere tali apparecchiature dal fenomeno <strong>di</strong><br />

sovratensione induttiva significa schermarle dai campi magnetici esterni, in<br />

quanto solo uno schermo costituito da materiale paramagnetico puo’ canalizzare<br />

in sè stesso ogni linea <strong>di</strong> flusso magnetico creato dalla corrente <strong>di</strong> fulmine<br />

evitando cosi’ che qualcuna <strong>di</strong> esse vada a concatenarsi con gli apparati circuitali<br />

degli impianti protetti.<br />

La protezione contro i fenomeni <strong>di</strong> tipo resistivo, citati all’inizio, deve invece<br />

avvenire esercitando una efficace azione <strong>di</strong> prevenzione in termini <strong>di</strong> sensibilità <strong>di</strong><br />

captazione e capacità <strong>di</strong> smaltimento, anche con l’ausilio <strong>di</strong> scaricatori sulle linee<br />

elettriche e <strong>di</strong> un efficace impianto LPS (Lighting Protection System).<br />

5- Fondamenti sul rischio<br />

Come già detto, i fulmini sono fenomeni aleatori che possono essere stu<strong>di</strong>ati con<br />

il metodo del calcolo probabilistico, facendo riferimento alla normativa nazionale<br />

ed internazionale esistente. Diamo qui <strong>di</strong> seguito alcune definizioni basilari, utili<br />

alla comprensione del concetto <strong>di</strong> rischio ( Guida ISO/ IEC 51 “ Linee guida per<br />

l’inclusione degli aspetti <strong>di</strong> sicurezza nelle norme”).<br />

- Danno: lesione fisica causata alla salute <strong>delle</strong> persone o alla funzionalità <strong>di</strong> un<br />

bene;<br />

- Pericolo: fonte potenziale <strong>di</strong> danno;<br />

- Rischio: per<strong>di</strong>ta annua prevista <strong>di</strong> persone o beni in una struttura, provocata dal<br />

fulmine;<br />

- Rischio residuo: rischio che sussiste dopo aver adottate le misure <strong>di</strong> sicurezza;<br />

- Analisi del rischio: utilizzo <strong>delle</strong> informazioni <strong>di</strong>sponibili per identificare i pericoli<br />

e stimare il rischio;<br />

- Valutazione del rischio: processo tendente a valutare la tollerabilità del rischio,<br />

basato sull’analisi del rischio e sulla considerazione <strong>di</strong> fattori quali: aspetti sociali,<br />

economici e ambientali;<br />

- Accertamento del rischio: processo comprendente sia l’analisi che la<br />

valutazione del rischio.<br />

Il rischio è un parametro quantificabile ed è sempre rappresentato da un numero<br />

puro, a<strong>di</strong>mensionale. Esso, come qui <strong>di</strong> seguito specificato, si esprime come<br />

l’effetto combinato della frequenza <strong>di</strong> acca<strong>di</strong>mento e del fattore <strong>di</strong> danno me<strong>di</strong>o.<br />

Per ogni tipologia <strong>di</strong> per<strong>di</strong>ta ( per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> vite umane, per<strong>di</strong>ta inaccettabile <strong>di</strong> servizi<br />

pubblici essenziali, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> patrimonio culturale insostituibile, per<strong>di</strong>ta<br />

economica) esiste un livello <strong>di</strong> rischio ammissibile Ra previsto dalle norme.<br />

In<strong>di</strong>cando con R0 il rischio esistente prima <strong>di</strong> ogni intervento volto alla sua<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

7


iduzione, cioè il rischio originale, definiamo l’efficienza critica ηc, della protezione<br />

<strong>di</strong> quella data tipologia <strong>di</strong> rischio, con l’espressione: ηc = 1- Ra/R0.<br />

In<strong>di</strong>cando con Rr il rischio residuo che permane dopo aver posto in essere le<br />

misure atte alla riduzione del rischio originale (è, ovviamente, Rr


Tenendo conto che t=1 e che, normalmente, F = NP


essere adottate contro le sorgenti o <strong>cause</strong> <strong>di</strong> danno; queste ultime si possono<br />

ricondurre alla seguenti tipologie:<br />

- tensioni <strong>di</strong> passo e <strong>di</strong> contatto;<br />

- incen<strong>di</strong>o (per effetto <strong>di</strong> scariche pericolose verso terra);<br />

- sovratensioni su apparecchiature <strong>di</strong> impianti interni ed esterni.<br />

Per quanto riguarda le scariche pericolose, capaci <strong>di</strong> dar luogo ad un incen<strong>di</strong>o,<br />

vanno in pratica considerate solo quelle con contenuto energetico significativo e<br />

cioè quando c’è passaggio <strong>di</strong> corrente <strong>di</strong> fulmine; quin<strong>di</strong>, per effetto <strong>di</strong> fulmini<br />

<strong>di</strong>retti e a causa <strong>di</strong> fulmini in<strong>di</strong>retti che colpiscono <strong>di</strong>rettamente le linee esterne.<br />

Ai fini della sua valutazione, il rischio puo’ essre espresso in funzione <strong>delle</strong> sue<br />

<strong>di</strong>verse componenti, connesse alle <strong>cause</strong> <strong>di</strong> danno, Rs ( dove il pe<strong>di</strong>ce s in<strong>di</strong>ca la<br />

sorgente):<br />

R=ΣRs<br />

Inoltre, lo stesso rischio puo’ essere <strong>di</strong>stribuito tra l’effetto dei fulmini <strong>di</strong>retti Rd e<br />

quello dei fulmini in<strong>di</strong>retti Ri:<br />

Le fulminazioni in<strong>di</strong>rette sono <strong>di</strong> tre tipi:<br />

R= Rd + Ri<br />

- a terra in prossimità della struttura (1);<br />

- <strong>di</strong>retta sulle linee esterne (2);<br />

- a terra in prossimità <strong>delle</strong> linee esterne (3).<br />

Tenendo conto <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> danno e dei tipi <strong>di</strong> fulminazione <strong>di</strong>retta ed in<strong>di</strong>retta,<br />

è utile associare ad essi le componenti <strong>di</strong> rischio che possono essere espresse<br />

nel modo seguente, in relazione alle <strong>cause</strong> <strong>di</strong> danno:<br />

- Rt = H;<br />

- Rf = A + C;<br />

- Ro = D + M + G<br />

R = ΣRs = Rt + Rf + Ro<br />

I pe<strong>di</strong>ci dei simboli (t, f, o) sono associati alle <strong>cause</strong> <strong>di</strong> rischio rappresentate,<br />

rispettivamente, da tensioni <strong>di</strong> contatto e <strong>di</strong> passo (t), incen<strong>di</strong>o (f), sovratensioni<br />

su impianti interni ed esterni (o).<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

10


Il rischio puo’ essere espresso anche tenendo conto dei due tipi <strong>di</strong> fulminazione<br />

<strong>di</strong>retta e in<strong>di</strong>retta:<br />

- Rd = H + A + D<br />

- Ri = M + C + G<br />

- R= Rd + Ri<br />

Le componenti <strong>di</strong> rischio hanno il seguente significato:<br />

- per fulminazione <strong>di</strong>retta:<br />

-H: tensioni <strong>di</strong> contatto e <strong>di</strong> passo all’esterno della struttura;<br />

-A: incen<strong>di</strong>o;<br />

-D: sovratensioni su impianti interni ed esterni;<br />

- per fulminazione in<strong>di</strong>retta al suolo in prossimità della struttura:<br />

-M: sovratensioni su impianti interni sensibili;<br />

- per fulminazione in<strong>di</strong>retta sulle linee esterne <strong>di</strong> energia:<br />

-C: incen<strong>di</strong>o;<br />

- per fulminazione in<strong>di</strong>retta al suolo in prossimità <strong>delle</strong> linee esterne:<br />

-G: sovratensioni su impianti interni<br />

7- Area <strong>di</strong> raccolta per fulminazione <strong>di</strong>retta (Ad)<br />

Con il termine “area <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>retta” si intende la superficie attraverso la quale<br />

passano tutti i fulmini <strong>di</strong>retti <strong>di</strong>scendenti e ascendenti che investono la struttura.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un area convenzionale equivalente del terreno che ha la stessa<br />

frequenza <strong>di</strong> fulminazione della struttura. Alle determinazione <strong>di</strong> tale area<br />

concorrono numerosi fattori tra i quali:<br />

- le caratteristiche della struttura (<strong>di</strong>mensioni in pianta e in altezza);<br />

- la sua posizione e altezza in relazione alle strutture circostanti;<br />

- le caratteristiche orografiche dell’area ove è posta la struttura;<br />

- l’attività ceraunica della zona;<br />

- le caratteristiche del fulmine (corrente <strong>di</strong> scarica ed altri parametri elettrici).<br />

Come già detto nel caso <strong>di</strong> fulmini <strong>di</strong>scendenti affinchè la scarica si verifichi è<br />

necessario che in prossimità della nuvola il campo elettrico superi il valore critico<br />

costituito dalla rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>elettrica dell’aria. Si origina cosi’ un canale <strong>di</strong>scendente<br />

<strong>di</strong> perforazione che procede verso terra con andamento a zig zag del tutto<br />

casuale.<br />

Il campo elettrico vicino alla nuvola non risulta pero’ influenzato<br />

dall’addensamento <strong>delle</strong> superfici equipotenziali determinato dalla struttura. Via<br />

via che il processo <strong>di</strong> formazione del fulmine continua e la testa del canale si<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

11


avvicina a suolo, aumenta anche il campo elettrico in prossimità del suolo. Se la<br />

struttura presenta caratteristiche tali da far raggiungere al campo elettrico valori<br />

critici (in particolare se è molto alta), alla sua sommità si manifesta l’”effetto<br />

corona” da cui si originano <strong>delle</strong> controscariche ascendenti che vanno ad<br />

intercettare il canale <strong>di</strong>scendente del fulmine. In conclusione, nel caso <strong>di</strong> fulmini<br />

<strong>di</strong>scendenti, una struttura non influenza il processo <strong>di</strong> formazione della scarica e<br />

quin<strong>di</strong> non mo<strong>di</strong>fica la probabilità <strong>di</strong> impatto nella zona. Cio’, tanto più quanto<br />

minore è la sua attitu<strong>di</strong>ne ad addensare superfici equipotenziali del campo<br />

elettrico al suolo.<br />

Ad una data struttura pertanto corrisponde un’area <strong>di</strong> raccolta dei fulmini<br />

<strong>di</strong>scendenti le cui <strong>di</strong>mensioni risultano tanto maggiori quanto più elevata è<br />

l’altezza della struttura stessa e quanto maggiore è la carica elettrica e quin<strong>di</strong><br />

l’intensità della corrente del fulmine.<br />

r = 0,175 ·H · I 0,8<br />

Per ogni raggio r dell’area raccolta vi è quin<strong>di</strong> un valore <strong>di</strong> corrente, in base alla<br />

suddetta relazione, al quale e al <strong>di</strong> sopra del quale i fulmini vengono intercettati,<br />

mentre i fulmini con valori più bassi possono colpire la struttura. Se in tale<br />

relazione r ed h sono espressi in metri ed I in kA, corrispondente al valore della<br />

corrente <strong>di</strong> cresta del fulmine che ha una probabilità <strong>di</strong> verificarsi del 50% (35<br />

kA), risulta r ≈ 3 H.<br />

Nel caso dei fulmini ascendenti i punti <strong>di</strong> partenza preferenziali sono quelli che<br />

presentano, a causa <strong>delle</strong> loro caratteristiche in relazione alla zona circostante,<br />

alti valori del campo elettrico (rilievi montuosi, strutture alte, ecc...). Una struttura<br />

particolarmente alta determina percio’ una probabilità <strong>di</strong> fulmini ascendenti che, in<br />

assenza della struttura stessa, non si verificherebbe e; analogamente, una<br />

struttura posta in cima ad un rilievo montuoso aumenta la probabilità <strong>di</strong> fulmini<br />

ascendenti che già possono verificarsi per la caratteristica del rilievo anche in<br />

assenza della struttura.<br />

In conclusione, la probabilità che fulmini ascendenti interessino una struttura<br />

<strong>di</strong>pende, salvo altezze eccezionali della struttura stessa, dalle caratteristiche<br />

orografiche della zona.<br />

8- Aree <strong>di</strong> raccolta per fulminazione in<strong>di</strong>retta (Am, Ac, Ag)<br />

Ai fini della determinazione della frequenza <strong>delle</strong> fulminazioni in<strong>di</strong>rette, è<br />

necessario valutare le aree <strong>di</strong> raccolta suddette cosi’ definite:<br />

- Am per fulminazioni al suolo in prossimità della struttura;<br />

- Ac per fulminazioni che colpiscono <strong>di</strong>rettamente le linee esterne;<br />

- Ag per fulminazioni al suolo in prossimità <strong>delle</strong> linee esterne.<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

12


Area <strong>di</strong> raccolta Am<br />

Per l’area <strong>di</strong> raccolta Am si considera che, in relazione alla pendenza della<br />

corrente dei fulmini (∆I/∆t) che ha la probabilità del 50% <strong>di</strong> essere superata, si<br />

possono avere effetti dannosi per sovratensione indotta negli impianti interni ed<br />

apparecchiature sensibili (e non su quelli or<strong>di</strong>nari), fino a <strong>di</strong>stanze massime dalla<br />

struttura <strong>di</strong> 500 metri. Per <strong>di</strong>stanze maggiori, tali effetti <strong>di</strong>ventano trascurabili.<br />

Pertanto, l’area Am è data dalla <strong>di</strong>fferenza tra quella in<strong>di</strong>viduata al suolo dalla<br />

suddetta <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> 500 metri e l’area <strong>di</strong> raccolta Ad della struttura. Se per<br />

strutture molto alte (H ≥ 500/3= 167 metri) si ha Ad>Am, si assumerà Am= 0.<br />

Area <strong>di</strong> raccolta Ac<br />

L’area <strong>di</strong> raccolta Ac <strong>di</strong>pende dal tipo <strong>di</strong> linee elettriche entranti. La sovratensione<br />

indotta negli impianti interni alla struttura viene considerata significativa per<br />

fulmini intercettati dalle linee per l’intera lunghezza L, fino ad una <strong>di</strong>stanza<br />

massima dalla struttura stessa <strong>di</strong> 1000 metri (o, comunque, fino al primo nodo <strong>di</strong><br />

rete), oltre la quale si hanno forti attenuazioni della sovratensione presente sulla<br />

linea.<br />

Si considera che una linea aerea capti i fulmini che cadono entro una <strong>di</strong>stanza da<br />

essa pari a 3 h, dove h è la sua altezza dal suolo. Pertanto, la sua area <strong>di</strong><br />

raccolta risulta un rettangolo <strong>di</strong> lati 6h ed L:<br />

Ac= 6·h·L<br />

Nel caso in cui la linea provenga <strong>di</strong>rettamente da un’altra struttura vicina <strong>di</strong><br />

altezza h’ e area <strong>di</strong> raccolta Ad’ (come in complessi unici costituiti da più<br />

fabbricati), l’area Ac va aumentata <strong>di</strong> Ad’ (che si puo’ assumere con buona<br />

approssimazione pari alla superficie in pianta della struttura <strong>di</strong> provenienza) e<br />

calcolata tenendo conto <strong>di</strong> una <strong>di</strong>minuzione della lunghezza della linea per effetto<br />

dell’area Ad’ assumendo L’=L-3h’.<br />

Per le linee in cavo occorre considerare che esse, per effetto del campo elettrico<br />

creato da un fulmine che cade al suolo, possono essere colpite da una scarica se<br />

tale campo elettrico supera le rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>elettrica del suolo stesso. Le rilevazioni<br />

sperimentali conducono alla seguente relazione dell’area <strong>di</strong> raccolta<br />

Ac=2L·√ρ<br />

dove ρ rappresenta la resistività elettrica del terreno ed L la lunghezza della linea<br />

del cavo (con le stesse limitazioni viste per le linee aeree). Ac è data quin<strong>di</strong><br />

dall’area <strong>di</strong> un rettangolo avente come lati 2√ρ ed L.<br />

I valori <strong>di</strong> Ac soprariportati vanno ridotti nel caso in cui si tratti <strong>di</strong> linee in me<strong>di</strong>a e<br />

alta tensione con trasformatore all’arrivo (come normalmente avviene per tali<br />

forniture), moltiplicandoli per i fattori 0,25 per linee aeree e 0,05 per linee in cavo<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

13


interrato. Cio’ è dovuto al fatto che il trasformatore costituisce un efficace<br />

sbarramento per il fronte ripido dell’onda ad impulso.<br />

Per linee che si sviluppano in centri urbani, essendo queste praticamente protette<br />

dalle strutture circostanti, normalmente molto fitte, si puo’ assumere Ac =0.<br />

Area <strong>di</strong> raccolta Ag<br />

Analogamente a quanto detto per la determinazione <strong>di</strong> Ac, l’area Ag <strong>di</strong>pende dal<br />

tipo <strong>di</strong> linee entranti e per essa valgono le stesse considerazioni sulla lunghezza<br />

della linea L.<br />

Per le linee aeree, la <strong>di</strong>stanza da cui un fulmine cadendo al suolo puo’ indurre in<br />

esse sovratensioni significative per l’integrità degli impianti interni or<strong>di</strong>nari,<br />

considerando il valore della corrente <strong>di</strong> fulmine che ha il 50% <strong>di</strong> probabilità <strong>di</strong><br />

essere superata (35 kA) e tenendo conto della tensione <strong>di</strong> tenuta <strong>delle</strong><br />

apparecchiature e dell’altezza <strong>di</strong> tali linee, risulta pari a 1000 metri. Pertanto<br />

l’area <strong>di</strong> raccolta risulta:<br />

Ag=2·1000·L<br />

Per le linee in cavo, analogamente a quanto detto per la determinazione dell’area<br />

<strong>di</strong> raccolta Ac, la <strong>di</strong>stanza da considerare dal cavo stesso risulta pari a ρ.<br />

Pertanto, l’area <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>venta:<br />

Ag=2·ρ·L<br />

Anche per la determinazione dell’area Ag occorre considerare i coefficienti <strong>di</strong><br />

riduzione già in<strong>di</strong>cati per l’area Ac, nel caso <strong>di</strong> linea in me<strong>di</strong>a e alta tensione con<br />

trasformatore all’arrivo.<br />

Anche per questo tipo <strong>di</strong> area <strong>di</strong> raccolta, quando ci si riferisce a linee che si<br />

sviluppano in centri urbani, si puo’ assumere Ag = 0.<br />

Nelle tavole sinottiche relative alla fulminazione in<strong>di</strong>retta ed in<strong>di</strong>retta è in<strong>di</strong>cata la<br />

procedura <strong>di</strong> applicazione <strong>delle</strong> aree <strong>di</strong> raccolta <strong>di</strong>retta ed in<strong>di</strong>rette alla densità<br />

annua <strong>di</strong> fulmini a terra per chilometro quadrato e alla frequenza <strong>di</strong> fulminazione<br />

<strong>delle</strong> strutture.<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

14

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!