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1 Ricerca delle cause di esplosioni e incendi IL RISCHIO ... - Cineas

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impatto del fulmine puo’ assumere verso terra elevatissimi potenziali (in Volt) tali<br />

da produrre verso altri corpi circostanti, non colpiti <strong>di</strong>rettamente dalla<br />

fulminazione, pericolose scariche trasversali. Infatti la rigi<strong>di</strong>tà <strong>di</strong>elettrica dell’aria<br />

non è a volte sufficiente ad evitare la sua perforazione da parte del forte campo<br />

elettrico instauratosi tra il mezzo colpito dal fulmine e gli elementi circostanti. Cio’<br />

spiega come possa accadere che una fulminazione caduta in un determinato<br />

punto produca danni ad apparecchiature situate in prossimità <strong>di</strong> quel punto ma<br />

non colpite dalla fulminazione medesima.<br />

Quanto descritto rispecchia la caratteristica resistiva del fulmine in quanto<br />

conseguente alla suddetta legge <strong>di</strong> Ohm; essa è tanto più sentita quanto più<br />

elevata è la resistenza R del mezzo attraversato dalla corrente <strong>di</strong> fulmine. I danni<br />

resistivi da fulmine sono infatti tanto più devastanti e degenerano in incen<strong>di</strong> e/o<br />

<strong>esplosioni</strong>, quanto meno conduttivo è il mezzo colpito dal fulmine stesso (ad es.<br />

la muratura <strong>di</strong> un campanile, un albero, una parte metallica <strong>di</strong> un impianto non<br />

correttamente collegata a terra). Il fatto che la sovratensione <strong>di</strong> tipo resistivo,<br />

U=R·I, risulti elevata in proporzione alla resistenza elettrica R del mezzo, è<br />

ascrivibile al carattere in<strong>di</strong>pendente ed aleatorio della variabile I (corrente <strong>di</strong><br />

fulmine), la cui intensità <strong>di</strong>pende dalle caratteristiche intrinseche della scarica e<br />

non dalle caratteristiche del mezzo colpito dalla scarica. Potremmo definire quin<strong>di</strong><br />

il fulmine come un generatore, fortunatamente <strong>di</strong> efficacia transitoria, <strong>di</strong> corrente<br />

e non <strong>di</strong> tensione. Cio’, contrariamente ai criteri <strong>di</strong> fornitura dell’energia che<br />

invece mantengono rigorosamente costante la variabile “tensione” U. In tale<br />

situazione è la corrente I la variabile <strong>di</strong>pendente dalla resistenza R e quin<strong>di</strong><br />

un’altissima resistenza finisce per rendere molto bassi i livelli della corrente<br />

stessa, mentre una bassissima resistenza eleverebbe tali valori fino al punto da<br />

far intervenire le protezioni automatiche contro i fenomeni <strong>di</strong> corto circuito.<br />

La seconda macroarea relativa agli effetti elettrici del fulmine è quella<br />

caratterizzata dal fenomeno dell’induzione elettromagnetica che risponde alla<br />

legge <strong>di</strong> Faraday-Neumann-Lenz. Tale legge, naturale, spiega come ad ogni<br />

variazione nel tempo <strong>di</strong> una corrente elettrica, e quin<strong>di</strong> del campo magnetico da<br />

essa prodotto, corrisponda una tensione elettrica indotta nei circuiti non colpiti<br />

dalla fulminazione. Tali circuiti sono, a volte, molto <strong>di</strong>stanti dal punto d’impatto, e<br />

la tensione in essi indotta è, appunto, l’effetto della variazione nel tempo del<br />

succitato campo magnetico. La suddetta legge <strong>di</strong> F.N.L. puo’, dal punto <strong>di</strong> vista<br />

matematico, essere cosi’ sintetizzata: Ui ≡ ∆I/∆t. Cio’ significa che più rapida è la<br />

variazione della corrente <strong>di</strong> fulmine nel tempo, cioè più elevata è la ripi<strong>di</strong>tà del<br />

fronte dell’onda (misurabile in kA/µs), più elevata sarà la sovratensione indotta<br />

negli impianti. L’entità <strong>di</strong> tali sovratensioni non è tale da innescare scariche<br />

pericolose (intendendo per tali quelle che possono produrre incen<strong>di</strong>), ma è<br />

spesso sufficiente per danneggiare circuiti elettronici <strong>di</strong> apparecchiature ed<br />

impianti sensibili, in quanto i medesimi sono normalmente funzionanti con<br />

tensioni e correnti deboli il cui or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> grandezza è nettamente inferiore ai livelli<br />

<strong>Ricerca</strong> <strong>delle</strong> <strong>cause</strong> <strong>di</strong> <strong>esplosioni</strong> e incen<strong>di</strong><br />

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