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Mark Spitz ... la LEGGENDA - Nuoto.it

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<strong>Mark</strong> <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong><br />

By Donatel<strong>la</strong> Mondin<br />

… ovvero “il baffo più veloce del West” mi<br />

verrebbe da dire, parafrasando dal linguaggio<br />

dei cow-boys americani. Una definizione<br />

senz’altro “stretta”, ma tant’è, le associazioni<br />

mentali sono spesso imperscrutabili.<br />

I XX Giochi Olimpici nel<strong>la</strong> vicina (per noi)<br />

Monaco di Baviera catapultano via etere – ad<br />

orari decenti per poter essere segu<strong>it</strong>a – una<br />

quant<strong>it</strong>à inimmaginabile (per me) di sport e<br />

gare di altissimo livello, che sarebbe rimasta<br />

per sempre impressa nel<strong>la</strong> mia corteccia<br />

cerebrale di ragazzina. Come da sempre alle<br />

Olimpiadi, il nuoto apre le danze, ed un<br />

personaggio su tutti “buca il video” ed entra<br />

nell’immaginario collettivo per il suo aspetto<br />

così diverso da quello degli altri nuotatori, ma<br />

soprattutto per le sue imprese che<br />

sarebbero entrate nel<strong>la</strong> leggenda.<br />

<strong>Mark</strong> Andrew <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> ha 22 anni ai Giochi di<br />

Monaco 1972, essendo nato a Modesto<br />

(California) il 10 febbraio 1950 da padre<br />

statun<strong>it</strong>ense (di origine ebrea) e madre<br />

portoricana. Quando è ancora molto piccolo,<br />

<strong>la</strong> famiglia si trasferisce alle isole Hawaii<br />

(patria di nuotatori famosi) dove <strong>Mark</strong> impara i rudimenti del nuoto, poi all’età di 6 anni il<br />

r<strong>it</strong>orno in California, nel<strong>la</strong> cap<strong>it</strong>ale Sacramento. Il padre di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> è il primo allenatore del<br />

figlio, ma non solo: è colui che gli inculca una visione dello sport molto poco “decoubertiniana”<br />

(“Non è importante nuotare, è importante vincere”, gli ripete) che senz’altro avrà un peso<br />

notevole nel<strong>la</strong> carriera agonistica del ragazzo, soprattutto quando arriveranno le inev<strong>it</strong>abili<br />

sconf<strong>it</strong>te a cui nessun grande campione è immune. Di sicuro al padre di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> è andata meglio<br />

che a tanti altri gen<strong>it</strong>ori di “campioni mancati”, spesso rovinati da eccessive aspettative e<br />

pressioni: nel caso di <strong>Mark</strong>, oltre alle indubbie enormi qual<strong>it</strong>à acquatiche, erano abbinate<br />

notevoli potenzial<strong>it</strong>à caratteriali: <strong>la</strong> misce<strong>la</strong> non poteva essere che esplosiva, in tutti i sensi.<br />

<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> si distingue già in precoce età, vincendo molto nelle cosiddette “age-groups races”, cioè<br />

le gare di categoria, battendo primati e strapazzando i coetanei. Ha un’incredibile facil<strong>it</strong>à di<br />

nuotata, una tecnica istintiva efficacissima ed il suo fisico sembra nato per stare in acqua. A<br />

soli 15 anni è già fra i migliori nuotatori al mondo, a 16 anni entra nel<strong>la</strong> famosa squadra del<br />

Santa C<strong>la</strong>ra College – fiore all’occhiello del nuoto statun<strong>it</strong>ense e mondiale, autentica fucina di<br />

campioni. Il m<strong>it</strong>o del Santa C<strong>la</strong>ra è Don Schol<strong>la</strong>nder, tra <strong>Mark</strong> ed il biondo dio delle piscine,<br />

eroe dei Giochi di Tokyo, scoppia una rival<strong>it</strong>à che segnerà pesantemente tutta <strong>la</strong> carriera<br />

natatoria di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong>, il quale sembra avere una so<strong>la</strong> ed unica fissazione: diventare più grande di


lui. Già nel 1966 vince il suo primo t<strong>it</strong>olo americano nei 100 delfino e sfiora per soli 4 decimi il<br />

record mondiale dei 1500 stile libero, distanza che in segu<strong>it</strong>o abbandonerà. L’appuntamento<br />

con il record del mondo è rimandato di appena un anno: il 25 giugno 1967, a Heywood, <strong>Mark</strong><br />

stabilisce il nuovo record dei 400 stile libero (ex terr<strong>it</strong>orio di Schol<strong>la</strong>nder) con il tempo di<br />

4’10”6, primato che nel giro di 12 giorni sarà r<strong>it</strong>occato altre tre volte da lui e dal francese<br />

A<strong>la</strong>in Mosconi; il 26 luglio toglie al grande Kevin Berry (oro olimpico a Tokyo 3 anni prima) il<br />

record dei 200 farfal<strong>la</strong>, portandolo da 2’06”6 a 2’06”4. Ma è qualche giorno dopo, nei 100<br />

farfal<strong>la</strong>, che <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> inizia <strong>la</strong> grande progressione di questo stile, legata per sempre al suo<br />

nome: toglie in un sol colpo 7 decimi al record dell’argentino Luis Nico<strong>la</strong>o, facendo segnare<br />

56”3.<br />

Nel 1968 <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> continua <strong>la</strong> sua ascesa stabilendo altri 3 record nei 100 farfal<strong>la</strong><br />

ed uno nei 400 stile (4’07”7). Per i Giochi Olimpici di C<strong>it</strong>tà del Messico, in<br />

programma nell’autunno del ’68, è uno tra gli atleti più attesi, ed infatti – con <strong>la</strong><br />

consueta modestia che lo contraddistingue – non fa mistero delle proprie<br />

ambizioni anzi, si spinge a dichiarare ai quattro venti che lui vincerà 6 medaglie d’oro,<br />

surc<strong>la</strong>ssando per sempre <strong>la</strong> sua bestia nera Schol<strong>la</strong>nder, vero m<strong>it</strong>o del nuoto americano di<br />

quell’epoca e primo nuotatore a vincere 4 ori ai Giochi Olimpici. Per rendere giustizia a<br />

Schol<strong>la</strong>nder, bisogna precisare che il programma natatorio olimpico sino al 1964 era piuttosto<br />

ridotto, ragion per cui l’impresa di Don, vinc<strong>it</strong>ore dei 100 e 400 sl, nonché trascinatore di<br />

entrambe le staffette stile libero, destò enorme scalpore, <strong>la</strong> cui eco risonava per le piscine<br />

ancora 4 anni dopo. Ma a Messico ’68 il programma era destinato ad ampliarsi enormemente,<br />

con l’aggiungersi di ben 11 gare individuali (5 maschili e 6 femminili) a quelle già presenti:<br />

venivano introdotti i 200 sl, i 100 dorso, rana e delfino, i 200 misti nel programma maschile;<br />

200-800 sl, 200 dorso, 100 rana, 200 delfino e 200 misti in quello femminile. Ecco perciò che<br />

<strong>la</strong> possibil<strong>it</strong>à di vincere 6 ori (3 individuali e 3 di staffetta) non era più impossibile come in<br />

precedenza, ma diventava più realistica. A dire il vero, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> non fa lo sbruffone anz<strong>it</strong>empo<br />

solo con giornalisti ed addetti ai <strong>la</strong>vori, sembra che faccia di tutto per inimicarsi i compagni di<br />

squadra con frasi del tipo “che fai qui? tornatene a casa, perché oggi vinco io” e anche “<strong>la</strong> mia<br />

borsa da viaggio non basterà per portare a casa le medaglie che vincerò”.<br />

Ai trials in effetti fa faville, qualificandosi per i 100 e 200 delfino, nonché per i 100 sl, e<br />

parte per C<strong>it</strong>tà del Messico pieno di baldanzose speranze, o meglio, certezze.<br />

La caduta, in questi casi, è doppiamente rovinosa e dolorosa.<br />

Il sogno dei 6 ori s’infrange già al<strong>la</strong> prima gara, i 100 sl, vinti dal giovane australiano Mike<br />

Wenden in 52”2. <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> è 3°, preceduto anche dal compagno di squadra Kenneth Walsh. A<br />

seguire <strong>la</strong> gara dei 100 delfino, special<strong>it</strong>à che lo vede recordman mondiale: il pugno alzato al<br />

termine del<strong>la</strong> gara non è però il suo, ma quello di Doug<strong>la</strong>s Russell, il coriaceo compagno di<br />

squadra, che sig<strong>la</strong> un superbo 55”9, prestazione veramente eccezionale, in quanto ottenuta ai<br />

2000 metri d’alt<strong>it</strong>udine del<strong>la</strong> cap<strong>it</strong>ale messicana (il record di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> – a livello del mare – è<br />

55”6).<br />

Oltre al<strong>la</strong> delusione per aver toccato dietro a Russell, battuto più volte in precedenza, un<br />

altro fatto concorre ad amareggiare il 18 enne <strong>Mark</strong>: il tripudio che si scatena dal team USA<br />

al termine del<strong>la</strong> gara <strong>la</strong> dice lunga sull’antipatia che riscuote tra i suoi stessi compagni di<br />

squadra, suo malgrado un punto in comune con Schol<strong>la</strong>nder, anch’egli poco amato tra i<br />

nuotatori statun<strong>it</strong>ensi. Con questa seconda e più pesante sconf<strong>it</strong>ta, il morale scende a terra, <strong>la</strong><br />

sicurezza in se stesso è minata dal profondo, e quando scende in vasca per <strong>la</strong> terza gara


individuale (i 200 delfino), non è lo <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> dei trials olimpici: <strong>la</strong> v<strong>it</strong>toria va al veterano Carl<br />

Robie (già argento a Tokyo), mentre <strong>Mark</strong> arriva addir<strong>it</strong>tura ultimo, staccatissimo.<br />

Non bastano a conso<strong>la</strong>rlo i due ori delle staffette 4x100 e 4x200 stile libero, vinte<br />

nettamente dagli Stati Un<strong>it</strong>i, <strong>la</strong> trasferta messicana è per lui un’autentica debacle.<br />

Quali cause siano entrate in gioco a C<strong>it</strong>tà del Messico per una serie di controperformances<br />

così ec<strong>la</strong>tante non si sa con esattezza (<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> si rifiuta anche in segu<strong>it</strong>o di fornire spiegazioni),<br />

ma quasi sicuramente <strong>la</strong> “vendetta di Montezuma” può considerarsi co-responsabile, d’altronde<br />

tutte le squadre (ad eccezione di quel<strong>la</strong> messicana) sono falcidiate dal<strong>la</strong> famosa<br />

gastroenter<strong>it</strong>e. Poi magari <strong>la</strong> troppa sicurezza nei propri mezzi e <strong>la</strong> scarsa considerazione<br />

degli avversari completano l’opera.<br />

Qualcun altro si sarebbe arreso, avrebbe appeso il costume al chiodo. Forse <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> fa anche un<br />

pensierino in tal senso, ma poi lo inv<strong>it</strong>ano alle Maccabiadi (le olimpiadi riservate agli ebrei) e<br />

lui decide di andare senza peraltro avvisare <strong>la</strong> dirigenza del Santa C<strong>la</strong>ra, che di conseguenza lo<br />

espelle per insubordinazione. Alle Maccabiadi <strong>Mark</strong> vince 7 gare, r<strong>it</strong>rova <strong>la</strong> voglia di<br />

ricominciare ed inizia a maturare pensieri di vendetta. Comincia quindi col dare una svolta al<strong>la</strong><br />

sua v<strong>it</strong>a: si trasferisce al<strong>la</strong> Indiana Univers<strong>it</strong>y sotto <strong>la</strong> guida del grande James “Doc”<br />

Counsilman, il tecnico più famoso, il “guru” per eccellenza di quegli anni. Counsilman, grande<br />

conosc<strong>it</strong>ore non solo del<strong>la</strong> tecnica natatoria, ma anche del<strong>la</strong> psiche umana, ricostruisce come<br />

meglio non si può il giovane nuotatore, che gradatamente e faticosamente si prepara per<br />

l’appuntamento olimpico successivo. Counsilman riesce probabilmente a trasmettergli anche<br />

qualche rudimento di modestia e pazienza (il ragazzo sembra meno arrogante che in<br />

precedenza), insomma fa le veci di un padre. I primi tempi tuttavia, sono tutt’altro che facili,<br />

<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> sembra avere uno stop<br />

tecnico, nel 1969 eguaglia “solo” il<br />

record mondiale di Schol<strong>la</strong>nder nei<br />

200 stile libero, ma nelle altre<br />

special<strong>it</strong>à rimane sopra ai suoi<br />

tempi pre-Messico.<br />

Nel 1970, nel corso del Campionati<br />

Nazionali outdoor estivi, abbassa il<br />

record dei 100 sl del campione<br />

olimpico Wenden facendo segnare<br />

51”94, primo uomo sotto <strong>la</strong><br />

barriera dei 52 secondi; nei 200<br />

delfino migliora il proprio record di<br />

3 anni prima nelle batterie<br />

(2’05”4), salvo poi perderlo in<br />

finale per mano di Gary Hall senior,<br />

che vince e abbassa il tempo a 2’05”0.<br />

Nel 1971, all’età di 21 anni, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> dà inizio al<strong>la</strong> lunga rincorsa olimpica, stabilendo<br />

ripetutamente primati del mondo e vincendo gare ovunque: abbassa per due volte il record dei<br />

200 stile libero, una volta quello dei 100 delfino, due volte nello stesso giorno quello dei 200<br />

delfino, fissandolo a 2’03”9. E’ nuovamente l’uomo da battere nello stile libero e nel<strong>la</strong> farfal<strong>la</strong>,<br />

ed i Giochi Olimpici sono ormai alle porte.<br />

I trials statun<strong>it</strong>ensi per definire <strong>la</strong> squadra per Monaco si tengono a Portage Park ad inizio<br />

agosto 1972 e <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong>, capelli lunghi e bel paio di baffi – un look molto diverso dal suo sol<strong>it</strong>o (al<strong>la</strong>


faccia del<strong>la</strong> miglior idrodinamic<strong>it</strong>à, dirà qualcuno) si qualifica per 4 gare individuali stabilendo<br />

record mondiali in tutte salvo i 200 sl: nei 100 sl blocca il cronometro a 51”47, un progresso di<br />

mezzo secondo rispetto al suo primato di due anni prima; nei 100 delfino scende per due volte<br />

sotto il suo record di 55” netti (54”72 in batteria, 54”56 in finale; nei 200 delfino replica<br />

facendo 2’01”87 in qualificazione, 2’01”53 in finale). Con 5 record nel corso del<strong>la</strong> stessa<br />

manifestazione stabilisce un altro primato difficile da eguagliare.<br />

Passa meno di un mese e, a fine agosto 1972, iniziano le Olimpiadi di Monaco di Baviera. Il<br />

nuoto è di scena nel<strong>la</strong> magnifica Olimpia Schwimmhalle, piscina avveniristica per quei tempi<br />

con corsie frangi-onda, sponde <strong>la</strong>terali a sfioramento, piastre e tabellone elettronico che<br />

rest<strong>it</strong>uisce tempi al centesimo – tutte nov<strong>it</strong>à quasi assolute per l’epoca. <strong>Mark</strong> <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong>, scuro di<br />

carnagione e abbronzatissimo, tanto da risaltare al primo colpo tra gli altri nuotatori, è<br />

iscr<strong>it</strong>to a 7 gare (4 individuali e 3 staffette), un programma ambizioso. In molti si ricordano<br />

del flop di 4 anni prima, ma l’atleta che entra nel<strong>la</strong> piscina bavarese non è lo <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> di C<strong>it</strong>tà del<br />

Messico, e non so<strong>la</strong>mente per via dei capelli lunghi e dei baffi, che ostenta in acqua a dispetto<br />

di coloro che si presentano con <strong>la</strong> testa rasata per migliorare l’idrodinamic<strong>it</strong>à (le cuffie erano<br />

poco diffuse, il silicone era ancora nel limbo, ma anche il <strong>la</strong>ttice non godeva di grande<br />

popo<strong>la</strong>r<strong>it</strong>à). In effetti l’allievo di Counsilman ha terminato il suo ciclo di maturazione sotto <strong>la</strong><br />

sapiente direzione del “Doc”, ora è pronto a cancel<strong>la</strong>re l’onta delle sconf<strong>it</strong>te sub<strong>it</strong>e ai<br />

precedenti Giochi; inizia <strong>la</strong> sua avventura il 28 agosto proprio dal<strong>la</strong> special<strong>it</strong>à che gli causò<br />

l’ignominia dell’ultimo posto 4 anni prima: i 200 delfino. Si qualifica con il miglior tempo nelle<br />

batterie, in finale scava un abisso tra sé e gli avversari e vince abbassando ancora il suo<br />

record mondiale: 2’00”70. La tripletta USA è completata da Gary Hall secondo in 2’02”86 e da<br />

Robin Backhaus, bronzo in 2’03”23.<br />

Il tempo di app<strong>la</strong>udire l’oro di Shane Gould nei 200 misti femminili, poi è nuovamente ora di<br />

<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong>, che chiude <strong>la</strong> 4x100 stile libero in 3’26”42, altro record mondiale (gli altri frazionisti<br />

sono Edgar, Murphy e Heidenreich).<br />

Il 29 agosto <strong>Mark</strong> è nuovamente impegnato: batterie e finale dei 200 sl, di nuovo si qualifica<br />

con il miglior tempo al mattino, di nuovo nel pomeriggio vince e stabilisce il record mondiale:<br />

1’52”78, davanti al connazionale Steve Genter e al tedesco occidentale Werner Lampe.<br />

Il 30 agosto disputa batterie e semifinali dei 100 delfino, manco a dirlo ottiene il miglior<br />

tempo. La finale è in programma il giorno seguente, giovedì 31: <strong>Mark</strong> s’invo<strong>la</strong> dalle prime<br />

bracciate, nessuno riesce a contrastare <strong>la</strong> sua fluida e possente azione (l’avversario forse più<br />

quotato, il tedesco est Ro<strong>la</strong>nd Matthes, dorme sui blocchi e parte con notevole r<strong>it</strong>ardo<br />

rispetto agli altri finalisti), c’è aria di record del mondo, e puntualmente <strong>la</strong> piastra elettronica<br />

sancisce quanto avvert<strong>it</strong>o dal pubblico e dai tecnici a bordo vasca: 54”27, primato mondiale. La<br />

medaglia d’argento, il canadese Bruce Robertson, è staccato di 99 centesimi (55”26), l’altro<br />

statun<strong>it</strong>ense Heindenreich addir<strong>it</strong>tura di 1 secondo e mezzo (55”74), un’etern<strong>it</strong>à per una<br />

finale olimpica sui 100 metri! E’ al termine di questa gara, il suo quarto oro consecutivo, che<br />

<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> – fino ad allora sempre serio (per non dire cupo) si <strong>la</strong>scia andare ad un curioso gesto di<br />

esultanza: ancora in acqua, alza entrambe le braccia indicando con le d<strong>it</strong>a delle mani un “6”.<br />

Che significa? Non ha vinto 4 ori? Nessuno tra il pubblico coglie il messaggio, tranne il<br />

biondissimo ragazzone che siede tra i tecnici del<strong>la</strong> squadra statun<strong>it</strong>ense, vale a dire il 26enne<br />

Don Schol<strong>la</strong>nder. Il “6” è rivolto a lui, fermatosi a 5 ori olimpici: <strong>la</strong> vendetta di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> nei<br />

confronti del<strong>la</strong> sua “bestia nera” è compiuta, adesso è già davanti al suo ex compagno di<br />

squadra, il complesso-Schol<strong>la</strong>nder che lo ha condizionato per tanto tempo è defin<strong>it</strong>ivamente<br />

vinto.


Ma <strong>la</strong> giornata non è ancora terminata, in<br />

chiusura di pomeriggio si disputa <strong>la</strong> “corsa<br />

delle Nazioni”, come viene defin<strong>it</strong>a <strong>la</strong><br />

staffetta 4x200 stile libero. La squadra<br />

statun<strong>it</strong>ense veleggia in testa dal<strong>la</strong> prima<br />

frazione nuotata da John Kinsel<strong>la</strong>, poi Fred<br />

Tyler e Steve Genter aumentano il<br />

vantaggio, chiude <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> che lotta solo<br />

contro il cronometro, per stabilire<br />

l’ennesimo record mondiale: 7’35”78. La<br />

Germania Ovest di Fassnacht e Lampe è a<br />

quasi 6 secondi (7’41”69), l’URSS arriva con<br />

10 secondi di distacco!<br />

<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> è già l’uomo dei Giochi, il nuotatore<br />

che ha superato il record di ori di<br />

Schol<strong>la</strong>nder, ma le frecce al suo arco non<br />

sono terminate, lo aspettano ancora due<br />

gare. Il pubblico si chiede se riuscirà a<br />

reggere <strong>la</strong> pressione e a concludere<br />

trionfalmente <strong>la</strong> sua settimana olimpica …<br />

Il 1° settembre non ci sono gare per <strong>Mark</strong>,<br />

è solo un’impressione oppure <strong>la</strong> piscina bavarese ha meno attrattive? Ma ecco che il 2<br />

settembre il Re di queste Olimpiadi si rivede, ci sono batterie e semifinali dei 100 sl. Jerry<br />

Heindenreich vince <strong>la</strong> prima semifinale del pomeriggio, nel<strong>la</strong> seconda sono di fronte il campione<br />

di C<strong>it</strong>tà del Messico, l’aussie Mike Wenden, e <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong>. Tutti sanno come andò ai Giochi<br />

messicani, c’è aspettativa ed una certa tensione. Probabilmente per tattica e gestione delle<br />

proprie energie, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> non vince <strong>la</strong> semifinale, <strong>la</strong>scia arrivare primo Wenden; il momento del<strong>la</strong><br />

ver<strong>it</strong>à è rimandato al<strong>la</strong> sera seguente.<br />

Il 3 settembre – per <strong>la</strong> prima ed unica volta nel corso di questa Olimpiade – si vede <strong>Mark</strong><br />

<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> in corsia 3, un’anomalia perché in tutte le altre gare da lui disputate ha monopolizzato <strong>la</strong><br />

4, corsia riservata al detentore del miglior tempo. La sconf<strong>it</strong>ta pat<strong>it</strong>a ad opera di Wenden, <strong>la</strong><br />

sera precedente come 4 anni prima, rende l’atmosfera ancora più elettrica e densa. Gli amanti<br />

del<strong>la</strong> caba<strong>la</strong> fanno gli scongiuri, questa corsia “non sua” sembra foriera di cattivi auspici. Il<br />

via suona come una vera e propria liberazione, per atleti e pubblico. Ai 50 metri i finalisti sono<br />

ancora tutti abbastanza in linea, ma una testa scura in corsia 3 sembra avere un lieve<br />

vantaggio, e nel<strong>la</strong> vasca di r<strong>it</strong>orno questo cresce costantemente. Si attende il rientro di<br />

Wenden, un rush finale da brivido, che invece non arriva: <strong>Mark</strong> <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> ha le ali, vo<strong>la</strong> sull’acqua in<br />

51”22, nuovo record mondiale, <strong>la</strong>scia a 4 decimi l’alfiere Jerry Heindenreich (51”61), mentre al<br />

terzo posto tocca in 51”77 (primato europeo) il sovietico V<strong>la</strong>dimir Bure, futuro padre di un<br />

famoso olimpionico di hockey su ghiaccio. Il campione di Messico ’68 è fuori dal podio, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong><br />

ha dimostrato ancora una volta in questi Giochi chi è il miglior nuotatore del mondo.<br />

Con 6 medaglie d’oro ormai al collo, <strong>la</strong> conquista del 7° alloro è considerata quasi una formal<strong>it</strong>à<br />

per lui: ci si chiede semmai in quale frazione sarà impegnato, avendo vinto sia i 100 delfino, sia<br />

i 100 sl. I tecnici statun<strong>it</strong>ensi – pur sapendo di non avere problemi di alcun genere per <strong>la</strong><br />

v<strong>it</strong>toria finale (potrebbero prevalere anche con <strong>la</strong> squadra di riserva), schierano il meglio che<br />

possono, ed il meglio è Mike Stamm a dorso - che paga dazio a Matthes in prima frazione -


Tom Bruce a rana che si porta in testa, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> a delfino e Heindenreich a stile libero: è ancora<br />

– ovviamente – oro, ancora record mondiale (3’48”16, con <strong>la</strong> DDR di Matthes a quasi 4 secondi<br />

di distanza, 3’52”12), ma soprattutto è l’apoteosi per <strong>Mark</strong> <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong>, che raggiunge il m<strong>it</strong>ico e<br />

apparentemente sovrumano traguardo delle 7 medaglie d’oro! Riesce ad essere perfino<br />

sorridente, adesso che ha completato <strong>la</strong> sua vendetta ed è diventato il più forte nuotatore di<br />

tutti i tempi.<br />

Il 22 enne californiano – raggiunto l’apice del<strong>la</strong> carriera sportiva – si r<strong>it</strong>ira sub<strong>it</strong>o dopo le<br />

Olimpiadi, non vuole più mettere in discussione <strong>la</strong> sua grandezza in giro per le piscine di tutto<br />

il mondo, neppure se – come effettivamente accade – <strong>la</strong> Federazione Internazionale decide di<br />

dare il via ai Campionati Mondiali nel 1973. In effetti, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> ha ormai raggiunto tutti i suoi<br />

obiettivi, gli mancano gli stimoli per poter proseguire i pesanti allenamenti necessari per<br />

rimanere all’altezza del m<strong>it</strong>o da lui stesso creato.<br />

Si <strong>la</strong>urea in chirurgia dentaria il nostro <strong>Mark</strong>, ma decide quasi sub<strong>it</strong>o che non gl’interessa<br />

occuparsi del<strong>la</strong> masticazione altrui, si dedica invece massicciamente al<strong>la</strong> pubblic<strong>it</strong>à e al <strong>la</strong>voro<br />

di commentatore televisivo. Non gli mancano peraltro le offerte, per alcuni anni l’immagine di<br />

<strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> riempirà i cartelloni e le rec<strong>la</strong>mes re<strong>la</strong>tive al settore<br />

natatorio, e non solo.<br />

Nel 1991 un produttore cinematografico gli offre una cospicua<br />

somma in denaro se riuscirà a qualificarsi per le Olimpiadi del<br />

1992 a Barcellona. La sfida è una di quelle che accendono <strong>la</strong><br />

fantasia, tornare dopo 20 anni ai Giochi Olimpici è impresa<br />

considerata impossibile, ragion per cui <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> accetta e rientra in<br />

acqua ad inseguire un altro sogno olimpico. Il tutto è<br />

pubblicizzato al<strong>la</strong> tipica maniera americana, e certamente <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> –<br />

all’età di 42 anni – ha un fisico asciutto ed incredibilmente<br />

giovane se paragonato a molti suoi coetanei, inoltre le sue ben<br />

note qual<strong>it</strong>à di “pesce” sono intatte. Ma è chiaro che non può tenere il passo delle giovani<br />

generazioni, le sfide inventate dagli sponsor sul<strong>la</strong> strada di Barcellona evidenziano<br />

chiaramente che le possibil<strong>it</strong>à di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> di ottenere <strong>la</strong> qualificazione olimpica sono poco più che<br />

nulle. Tra le varie sfide spettaco<strong>la</strong>ri ideate per pubblicizzare il r<strong>it</strong>orno in acqua del “M<strong>it</strong>o”, ci<br />

sono anche due parentesi <strong>it</strong>aliane: nel novembre ’91 - a Savigliano – il compianto Cuteri riesce<br />

ad inv<strong>it</strong>are <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> al Trofeo Lavazza e gli procura come avversario un pimpante Giovanni<br />

Franceschi (già r<strong>it</strong>iratosi dal<strong>la</strong> piena attiv<strong>it</strong>à), ma anche più giovane di 13 anni: <strong>la</strong> sfida si<br />

conclude con <strong>la</strong> v<strong>it</strong>toria del campione <strong>it</strong>aliano. A marzo ’92 è <strong>la</strong> volta di Trento, l’organizzatore<br />

del meeting (l’allora tecnico del<strong>la</strong> squadra di casa Walter Bolognani) organizza una doppia<br />

sfida (50 sl e 50 df) tra <strong>Mark</strong> <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> e l’ex campione <strong>it</strong>aliano, nonché trentino di nasc<strong>it</strong>a,<br />

Marcello Guarducci: il meeting – già normalmente piuttosto gettonato – si arricchisce<br />

ulteriormente per <strong>la</strong> sfida tra i due campioni, che vincono uno scontro a testa: s’impone<br />

Guarducci nei 50 sl, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> prevale nei 50 delfino. I riscontri cronometrici sono ottimi, tenendo<br />

conto che sono scesi in acqua un 36enne ed un 42enne, ma non si può par<strong>la</strong>re di tempi in grado<br />

d’impensierire i vertici mondiali del momento. D’altronde, anche se <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> ripetesse i propri<br />

tempi di Monaco (un po’ difficile facendo 6 km al giorno in luogo dei 12 che nuotava 20 anni<br />

prima), <strong>la</strong> progressione cronometrica avvenuta in 4 lustri non gli permetterebbe di surc<strong>la</strong>ssare<br />

i più giovani avversari, ci vorrebbe un enorme balzo in avanti che probabilmente è troppo tardi<br />

perché possa realizzarsi. Se avesse pensato un r<strong>it</strong>orno agonistico una dozzina d’anni prima…


Sono passati ormai più di 34 anni dalle epiche gesta di Monaco, e ancora nessuno è stato in<br />

grado di eguagliare questo fantastico record di 7 medaglie, reso ancor più importante perché<br />

ad ogni oro si accompagnava un record iridato. Vero è che una parte del mer<strong>it</strong>o è da ascrivere<br />

meramente al<strong>la</strong> nazional<strong>it</strong>à di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> (se fosse nato australiano, tedesco o, peggio, <strong>it</strong>aliano, di<br />

sicuro non avrebbe potuto vincere i 3 ori delle staffette, che a quei tempi erano “naturale”<br />

appannaggio del team USA, troppo superiore alle altre nazionali per poter subire sconf<strong>it</strong>te di<br />

squadra); altrettanto vero è però che diversi altri poliedrici nuotatori statun<strong>it</strong>ensi si sono<br />

avvicendati in questi ultimi decenni sui podi olimpici e mondiali, ma nessuno di essi è stato in<br />

grado di ripetere le gesta del delfino californiano, segno inequivocabile del<strong>la</strong> grandezza<br />

tecnica ed agonistica di <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong>, grandezza evidenziata anche dall’alto numero di record<br />

mondiali da lui messo a segno nell’arco dell’intera carriera: ben 29 in totale, in vasca da 50<br />

metri (a quel tempo non esisteva <strong>la</strong> c<strong>la</strong>ssifica dei primati di vasca corta) e spaziando in<br />

diverse special<strong>it</strong>à. Nonostante abbia sig<strong>la</strong>to numerosi record nello stile libero, <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> ha<br />

certamente rappresentato il “new deal” del<strong>la</strong> farfal<strong>la</strong>, o per meglio dire, del delfino: nei 100<br />

metri ha fatto progredire il record di 2”7, nei 200 di 5”9 ed ha ristabil<strong>it</strong>o le “distanze”<br />

tecniche con il dorso, stile più lento, ma a quei tempi in mano a Matthes, che non di rado<br />

ridicolizzava i delfinisti nuotando più velocemente di loro.<br />

Attualmente Michael Phelps – il famoso “kid” di Baltimora – è il più quotato aspirante ad<br />

eguagliare o superare il record di 7 medaglie d’oro, ma non sarà facile neppure per lui cercare<br />

di emu<strong>la</strong>re il suo famoso precursore. Riuscirà <strong>Mark</strong> <strong>Sp<strong>it</strong>z</strong> a rimanere il più medagliato atleta<br />

delle piscine? Staremo a vedere, Pechino è ormai alle porte.

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