'UN MIRACOLO D'AMORE E COMPRENSIONE'.pdf
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Un miracolo d’amore...<br />
libertà era viva più che mai. Carlo continuava<br />
a dipingere e scrivere, e al contempo dirigeva<br />
il quotidiano La Nazione del Popolo, organo del<br />
Comitato Toscano di Liberazione Nazionale;<br />
da Firenze inviava una lettera a sua sorella<br />
Lelle, la cui esistenza a Napoli era stata<br />
meravigliosamente rischiarata oltre che dalla<br />
Liberazione della città l’anno prima, dalla<br />
nascita di un bambino… vero dono, grazia<br />
e perdono del tempo: “Cara Lelle mia, sono<br />
felice delle tue notizie, tanto sospirate. Avevo<br />
mosso mezzo mondo per averle, ma ora sono<br />
migliori di quanto potevo aspettarmi, perché<br />
non siete più due, ma tre… con la nascita del<br />
bambino penso che tante difficoltà o oscurità<br />
dell’animo si siano dileguate, e che tu abbia<br />
raggiunto una pienezza di vita mai prima<br />
provata. E a me pare ora di averti ritrovata,<br />
dopo questo angoscioso intervallo in cui anche<br />
le memorie parevano pericolanti. Io sto bene,<br />
dirigo questo quotidiano, andrò a Roma a fare<br />
una esposizione, vedrò di farne anche una a<br />
Napoli per avere l’occasione di stare un po’<br />
con te: ma sono un po’ troppo occupato per<br />
ora per poter dipingere come vorrei. La vita<br />
è qui ancora piuttosto dura, dopo i giorni<br />
tragici dell’insurrezione. Di mamma non ho<br />
lettere; quelle poche che avevo le ho distrutte<br />
quando ero troppo attivamente ricercato. Le<br />
ultime notizie sono di maggio o giugno… ora<br />
non possiamo far altro che sperare in una<br />
liberazione rapida, e senza battaglie laggiù,<br />
come spero avverrà dopo la liberazione di<br />
Bologna. Ti devo scrivere infinite cose. Ho<br />
scritto un libro sull’Italia Meridionale che si<br />
intitola Cristo si è fermato a Eboli.”<br />
Dicembre del ’45…<br />
“Lelle carissima, siamo liberati”… aveva già<br />
scritto Carlo mesi prima da una Firenze estiva<br />
e ansiosa di futuro. Il libro sul Meridione<br />
annunziato con entusiasmo dolente e fiduciosa<br />
speranza alla sorella, scritto in quei difficili<br />
mesi tra il Natale del ’43 e l’estate del ’44, ha<br />
avuto la pubblicazione presso la casa editrice<br />
Einaudi: la scrittura del miracolo d’amore e<br />
comprensione era compiuta. Il monumento<br />
alla solidarietà umana e alla civiltà contadina<br />
Fossacesia<br />
Natale 2011<br />
Ritratto leviano di Rocco Scotellaro<br />
era stato eretto, inaugurando un nuovo e<br />
fondamentale filone di studi meridionalistici.<br />
Il sindaco-poeta della libertà contadina, Rocco<br />
Scotellaro, un altro figlio del Sud, nativo di<br />
Tricarico, la cui esistenza terrena spezzatasi<br />
a trent’anni fu troppo breve e a cui Carlo si<br />
legò profondamente, aveva salutato lo scritto<br />
come “il più appassionato e crudo memoriale<br />
dei nostri paesi”. Lo avrebbe letto anni dopo<br />
in carcere ai suoi diciotto compagni di cella,<br />
durante il periodo dell’ingiusta detenzione<br />
seguita ad un’accusa falsa ed infamante, prova<br />
anch’essa di un certo costume italico che tradì<br />
subito, con la caduta nel dicembre 1945 del<br />
governo azionista e resistenziale di Ferruccio<br />
Parri, gli ideali della Liberazione. Una bella<br />
e significativa metafora del giovane sindacopoeta<br />
di Tricarico sulle genti meridionali: “Noi<br />
siamo acini maturi, ma piccoli in un grappolo<br />
di uva puttanella”; e proprio quello di Uva<br />
puttanella sarà il titolo del libro autobiografico<br />
che verrà pubblicato nel 1955, a due anni<br />
dalla morte prematura del suo autore, con<br />
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- segue -