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il monachesimo occidentale

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ll <strong>monachesimo</strong><br />

nacque in Oriente<br />

A partire dalla fine del lll serolo, alcuni cristiani<br />

del Medio Oriente e dell'Egitto decisero di allontanarsi<br />

dalle città e dai luoghi abitati. Ritenevano<br />

che solo nella solitudine. lontani dalla società,<br />

si potesse seguire fino in fondo I'insegnamento<br />

evangelico: furono per questo chiamati<br />

monaci (dal greco mónos, solo, unico).<br />

Il monathesimo, dunque, consiste nella scelta di<br />

abbandonare la vita comune nel mondo per dedicarsi<br />

completamente alla vita religiosa.<br />

Il monaco Giovanni Cassiano, vissuto tra <strong>il</strong> IV e<br />

<strong>il</strong> V secolo, scriveva: .<br />

Alcuni monaci andarono a vivere nel deserto<br />

o in luoghi inospitali, in completa solitudine:<br />

erano chiamati eremiti (dal greco èremos,<br />

deserto) o anaroreti, che in greco vuol dire<br />

colui che si ritira. GIi eremiti si dedicavano<br />

alla preghiera e facevano penitenza rinunciando<br />

a tutte le comodità. Addirittura alcuni<br />

scelsero di vivere in cima a una colonna e<br />

furono detti st<strong>il</strong>iti (dal greco stylos, colonna).<br />

Altri monaci decisero invece di allontanarsi<br />

dal mondo, ma cercarono la perfezione nella<br />

vita in comune con altri uomini: per questo<br />

furono chiamati tenobiti (che in greco<br />

vuoì dire eoloro chefanno vita in comune).<br />

Essi vivevano in monasteri e la loro giornata<br />

era organizzata secondo norme che scandivano<br />

la vita in comune. stab<strong>il</strong>endo orari e<br />

attività: I'insieme di queste norme formava úli<br />

la Regola.<br />

68 Unito I<br />

<strong>il</strong> <strong>monachesimo</strong><br />

<strong>occidentale</strong><br />

r' Monaco st<strong>il</strong>ita, miniatura<br />

del Menologio di Bas<strong>il</strong>io<br />

ll, X secolo. Roma Biblioteca<br />

Apostolica Vaticana.<br />

V San Benedetto consegna<br />

la Regola all'abate<br />

Giovanni, miniatura, X secolo.<br />

Montecassino, Archivio<br />

dellAbbazia.<br />

di san Benedetto<br />

Nel corso del IV secolo, <strong>il</strong> <strong>monachesimo</strong>, sop<br />

tutto cenobitico, si diffuse anche in Europa<br />

solo nel Vl secolo, <strong>il</strong> <strong>monachesimo</strong> occide<br />

trovò in san Benedetto da Norcia (4s0-545) <strong>il</strong><br />

principale esponente.<br />

Benedetto nacque verso iI480 a Norcia, in ì<br />

bria, da una nob<strong>il</strong>e e ricca famiglia. Visse pe<br />

certo periodo come eremita. Poi, intorno al I<br />

fondò un monastero a Montetassino, nel Su<br />

Lazio. Qui scrisse la celebre Regola che pr<br />

venne adottata in molti monasteri.<br />

Secondo la Regola di san Benedetto a capo<br />

monastero vi è I'abate (dall'ebraico abba<br />

dre): per questo motivo i monasteri bened<br />

sono detti anche abbazie. Labate viene elettn<br />

monaci stessi e resta in carica per tutta la i<strong>il</strong><br />

San Benedetto raccomandava ai monaci di<br />

guire sempre, con obbedienza, gli ordini de<br />

bate, . Labate, però, doveva compo<br />

con la stessa severità e la stessa do<br />

za che un buon padre usa con i sut<br />

gli; soprattutto era suo compito affit<br />

ai monaci incarichi adeguati alle lon<br />

pacità.<br />

Celebre sintesi della Regola benedett<br />

<strong>il</strong> detto latino >, . San Benedetto riteneva in<br />

I'ozio assai pericoloso:


et labora,<br />

occupava in media quattro ore al<br />

,e lettura dalle due alle guattro ore, <strong>il</strong> laie<br />

cinque ore (in inverno) alle otto (in<br />

;a\-a una volta al giorno in inverno e<br />

rstate. Solo i monaci anziani e i malati<br />

:,:, mangiare carne; per gli altri questo<br />

; , era sostituito da pesci, uova e latticini.<br />

,:a consentito, ma in misura limitata.<br />

- mangiavano in s<strong>il</strong>enzio, ascoltando un<br />

n:,naco che leggeva brani della Bibbia o<br />

,n:e dei santi. Se dovevano comunicare tra<br />

:-rurrevano a uno speciale alfabeto fatto<br />

rer gli altri momenti della giornata san<br />

mo raccomandava ai monaci <strong>il</strong> s<strong>il</strong>enzio<br />

ut parole o discorsi inut<strong>il</strong>i possono allontac;<br />

Dio.<br />

:,.'. inoltre. ordinò ai monaci di non defi-<br />

,:. fonsiderare nulla (ome (osa propria. Aì<br />

o era solito affermare: .<br />

figliamento dei monaci era molto semplice:<br />

r tunica su cui era indossata una sopraweste<br />

r cappuccio.<br />

lavoro, una noYità<br />

roluzionaria<br />

nportanza che san Benedetto nella sua Regolava<br />

al lavoro era una novità rivoluzionaria:<br />

rni nel mondo antico <strong>il</strong> lavoro era considerana<br />

condanna ed era svolto solo dai più pove-<br />

I dagli schiavi. Il lavoro dei monaci doveva<br />

icurare I'autosufficienza dell'abbazia. I mo-<br />

:i quindi coltivavano i campi, allevavano <strong>il</strong><br />

tiame, svolgevano attività artigianali.<br />

ntre dappertutto vi era desolazione, i monai<br />

benedettini erano centri eronomici all'avanrrdia.<br />

I monaci seminavano nelle zone incolprosciugavano<br />

terreni paludosi e diffondeva-<br />

San Benedetto, miniatura,<br />

^ Xl secolo, Roma, Biblioteca<br />

Apostolica Vaticana.<br />

no tra i contadini delle zone circostanti nuovi<br />

strumenti. nuovi metodi e nuove colture.<br />

Numerosi laici morendo lasciavano beni e terre<br />

ai monasteri, affinché i monaci pregassero per<br />

le loro anime. Ben presto monasteri e abbazie<br />

divennero proprietari di va'sti possedimenti terrieri,<br />

diventando così un'attrattiva non solo di<br />

fede, ma anche economica per coloro che ricercavano<br />

un modo per fuggire dalle difficoltà della<br />

vita quotidiana dei tempi.<br />

Grandi centri di cultura<br />

Nel monastero all'attività manuale era affiancato<br />

un altro tipo di lavoro: quello intellettuale.<br />

San Benedetto, infatti, voleva che i suoi monaci<br />

sapessero leggere e scrivere (cosa allora rara)<br />

per poter studiare e meditare la parola di Dio.<br />

Per farlo era però necessario avere i libri. Non<br />

era ancora stata inventata la stampa e i manoscritti<br />

potevano essere riprodotti solo copiandoli<br />

a mano. Coloro che si dedicavano a questa attività<br />

erano detti amanuensi.<br />

Ecco perché uno degli ambienti più importanti<br />

dell'abbazia era lo scriptortum (in latino, luogo<br />

dove si scrive). Esso era di solito un vasto ambiente<br />

esposto a sud e con molte vetrate per<br />

godere di tutta la luce possib<strong>il</strong>e nell'esercizio<br />

della scrittura.<br />

Soprattutto nelle giornate invernali, gli amanuensi<br />

erano esentati dalle preghiere in modo da<br />

sfruttare tutte le ore di luce: <strong>il</strong> loro lavoro infatti<br />

era ritenuto un atto di<br />

tli:l:r::.i .'' '' '<br />

'::i:i:::,:ti' preghiera e di amore<br />

:,,;..::::1...,: ..:'r". perché <strong>il</strong> libro sarebbe<br />

andato a <strong>il</strong>luminare le<br />

ll monaco si alza intorno alle tre di notte per la<br />

menti e i cuori di altri<br />

preghiera del matrutino (detta anche, alla latina,<br />

uomini.<br />

vig<strong>il</strong>iae). Poi puo leggere, riflettere o studiare si-<br />

Nei monasteri non si<br />

no alle laudi, recitate verso le sei del mattino.<br />

copiavano solo testi sa-<br />

Segue un periodo di lavoro sino all'ora terza (lbcri,<br />

ma anche opere di<br />

ra terza corrispondeva all'incirca alle nove, per-<br />

grandi autori latini e<br />

ché per i Latini la giornata iniziava alle sei). Alle<br />

greci. Così, grazie alla<br />

nove, appunto, i monaci si riuniscono nuova-<br />

paziente opera degli<br />

mente per pregare. Si lavora poi sino alle dodici,<br />

amanuensi, sono arri-<br />

quando si recitano i salmidell'ora sesta.<br />

vati sino a noi tanti ca-<br />

Alle quindicisi recitano in chiesa le preghiere delpolavori<br />

dell'antichità<br />

l'ora nona. ll lavoro viene ripreso sino alle diciot-<br />

greca e romana che aìto,<br />

quando si recitano i vespri. Tra le diciannove e<br />

trimenti sarebbero an-<br />

le venti ci sono le ultime preghiere della giornata,<br />

dati perduti. In sintesi,<br />

la conpieta. Poi <strong>il</strong> monaco può andare a riposare,<br />

i monasteri furono dei<br />

Naturalmente i monaci non avevano orologi e per<br />

veri e propri archivi di<br />

misurare <strong>il</strong>tempo usavano clessidre e meridiane.<br />

cr;ltura.<br />

ccidente e I'osceso del papoto 69

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