Lezione 10 - Nettuno

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troppi strati e l’eterogeneità degli attributi, e comunque dipende dagli scopi per cui viene creata la banca dati. Altri oggetti sembrano comportarsi analogamente al caso precedente: boschi o vigneti potrebbero essere rappresentati tramite aree. Però uno strato di “boschi” lascerebbe gran parte della carta vuota e descriverebbe solo le aree dove effettivamente esistono boschi. Si potrebbe invece generalizzare l’idea di bosco o vigneto in un concetto di “land cover”, cioè descrivere quale è la “copertura” del terreno in tutti i punti; se si fa così occorre definire ulteriori valori per la classe (agricolo, urbanizzato, area industriale, acque, incolto, ecc.) e serve la competenza di un interprete per definire certe aree dai bordi incerti, tipicamente il territorio urbanizzato. Il caso delle Curve di Livello (CdL) fa pensare che ciò che è disegnato sulla carta rappresenta un oggetto del mondo reale non così com’è, ma secondo un modello rappresentativo complesso. Infatti quando guardiamo una carta, le CdL ci danno una prima informazione di “pendenza”, quindi una seconda di “esposizione” e finalmente, se guardiamo i valori associati alle CdL, abbiamo un’informazione di quota. Le CdL sono una modellazione discreta (per Fig.10.2 – Alcune entità territoriali sono trasportabili dalla carta al mondo GIS così come sono, o con lievi modifiche al loro modello. Fig.10.3 – Le curve di livello sono trasportabili dalla carta al mondo GIS così come sono, salvo che l’informazione che portano sarebbe meglio rappresentata secondo il modello raster. Fig.10.4 - Alcune entità territoriali sono trasportabili dalla carta al mondo GIS dopo un processo interpretativo che può richiedere la presenza di un esperto disciplinare. Consorzio Nettuno - Diploma in Sistemi Informativi Territoriali Corso di Sistemi Informativi Territoriali I - Lezione n.10 – Paolo Mogorovich pg. 2/2
limiti del mezzo espressivo cartografico) di un fenomeno continuo. Volendo acquisire tutta l’informazione che leggiamo sulla carta dovremmo codificare, oltre a una carta di quote, una carta di pendenze e una di esposizioni. (Le ipotesi che facciamo presuppongono che si desideri restare nel mondo vettoriale; volendo sfruttare al meglio uno strumento GIS, quote, pendenze e esposizioni potrebbero trovare un modo di codifica diverso e migliore). Alcuni oggetti sulla carta non vengono riportati in un modello GIS: o perché è concettualmente errato (p.e. il grigliato geografico che non è un’entità territoriale), o perché è difficile da modellare (p.e. barbette), o perché utilizziamo volutamente un modello di rappresentazione diverso (p.e. la codifica dei due bordi di strada rispetto all’asse). Questi ultimi due casi dipendono dal modello dati che decidiamo di usare. Il caso delle barbette è degno di speciale attenzione: si tratta di un’informazione morfologica di grande dettaglio, maggiore di quello delle CdL. Tuttavia trattandola come un’informazione morfologica non si saprebbe come rappresentarla, in quanto è un’informazione qualitativa. Potrebbe essere un “attributo” dell’oggetto a Fig.10.5 - Alcune entità territoriali sono trasportabili dalla carta al mondo GIS dopo un processo elaborativo: in questo caso aree di isopendenza ricavate dalle curve di livello. Fig.10.6 - Alcune entità territoriali sono trasportabili dalla carta al mondo GIS dopo un processo elaborativo: in questo caso aree di isoesposizione ricavate dalle curve di livello. Fig.10.7 - Alcune entità territoriali non si trasportano con facilità dalla carta al mondo GIS: il caso tipico è quello delle “barbette” che indicano le scarpate. Consorzio Nettuno - Diploma in Sistemi Informativi Territoriali Corso di Sistemi Informativi Territoriali I - Lezione n.10 – Paolo Mogorovich pg. 3/3
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