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QUADRIMESTRALE EDITO DALL’ORDINE AVVOCATI DI LECCO<br />

Anno XIX - N.3/2009


2<br />

Fondatore e Direttore Responsab<strong>il</strong>e<br />

Renato Cogliati<br />

Stampa:<br />

MapeR - Renate (Mi)<br />

Autorizzazione n. 2/91 del tribunale <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

SOMMARIO<br />

Palazzo <strong>di</strong> Giustizia: Comunicato Stampa ……………… pag. 3<br />

Palazzo <strong>di</strong> Giustizia: Lettera al Sindaco <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> ……… “ 4<br />

Intervista al Dr. Luca Masini ………………………… “ 5<br />

Cicerone: consigli <strong>di</strong> un vecchio avvocato ……………… “ 7<br />

Ulteriori riflessioni sul Caso Englaro …………………… “ 8<br />

L’affidamento dei figli minori in relazione alla loro età<br />

ed ai loro bisogni …………………………………… “ 9<br />

Il gemellaggio <strong>Lecco</strong>/Macon: idea <strong>di</strong> un Avvocato ……… “ 12<br />

In risposta all’articolo “Infedeltà coniugale omossessuale.<br />

Conseguenze risarcitorie” …………………………… “ 13<br />

Il Pacchetto Sicurezza: valutazioni della Camera Penale … “ 16<br />

La Riforma CPC ……………………………………… “ 18<br />

Giurisprudenza deontologica ………………………… “ 22<br />

Recensioni …………………………………………… “ 25<br />

Cerco/Offro ………………………………………… “ 25<br />

Variazione Albo ……………………………………… “ 26<br />

Le Barze <strong>di</strong> Tity ……………………………………… “ 28<br />

In giro per note ……………………………………… “ 29<br />

In giro per mostre …………………………………… “ 30


Palazzo <strong>di</strong> Giustizia: Comunicato Stampa<br />

In conformità alla deliberazione<br />

dell’Assemblea <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

in data 09.10.2009, con riferimento al<br />

Palazzo <strong>di</strong> Giustizia ed al suo ipotizzato<br />

trasferimento temporaneo o definitivo,<br />

è opportuno che la citta<strong>di</strong>nanza conosca<br />

alcuni fatti ed antefatti.<br />

La storia recente e meno recente<br />

dell’ubicazione del Palazzo <strong>di</strong> Giustizia,<br />

tralasciando la preistoria che vede avvocati<br />

e commercialisti lecchesi costituire<br />

una società che assunse a proprio carico<br />

gli oneri della progettazione e della costruzione<br />

dell’attuale Palazzo <strong>di</strong> Giustizia,<br />

prende le mosse dall’idea, mai sopita<br />

nell’Amministrazione Comunale, <strong>di</strong> trasferirne<br />

la sede.<br />

Così è che prima si convenne con l’allora<br />

Banca Popolare <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> la costruzione<br />

<strong>di</strong> un nuovo Palazzo <strong>di</strong> Giustizia, interamente<br />

a spese della banca, nell’area tra<br />

Piazza Manzoni, Via Trieste e Via Caprera<br />

(Cinema Lariano e aree limitrofe) con permuta<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio <strong>di</strong> Via Cornelio; convenzione<br />

poi risolta, a richiesta della stessa<br />

Banca, con <strong>il</strong> solo indennizzo delle spese<br />

professionali subite dal Comune, per <strong>di</strong><br />

seguito immaginare variegate <strong>di</strong>verse<br />

collocazioni, sempre lontane dal centro<br />

citta<strong>di</strong>no, quali un’area a Sant’Ambrogio<br />

e l’area allora ex Sae. Ma non solo.<br />

Tutte tali successive ipotesi trovarono<br />

la ferma opposizione <strong>degli</strong> avvocati<br />

che, con varie me<strong>di</strong>tate argomentazioni,<br />

chiedevano <strong>il</strong> mantenimento in centro del<br />

Palazzo <strong>di</strong> Giustizia, non solo e non tanto<br />

per personali interessi (solo in parte gli<br />

avvocati lecchesi sono proprietari <strong>di</strong> stu-<br />

<strong>di</strong> in centro città), ma anche per interessi<br />

della collettività.<br />

E’ storia recente quella che vede <strong>il</strong> Comune<br />

finalmente con<strong>di</strong>videre ed affermare<br />

l’ipotesi <strong>di</strong> ampliamento del Palazzo<br />

<strong>di</strong> Giustizia nello stesso luogo <strong>di</strong> storica<br />

ubicazione, deliberando la realizzazione<br />

del parcheggio interrato <strong>di</strong> Piazza Affari<br />

e la ricostruzione, con ampia elevazione,<br />

della palazzina a<strong>di</strong>acente <strong>il</strong> Palazzo <strong>di</strong><br />

Giustizia.<br />

Proprio in considerazione <strong>di</strong> tale scelta<br />

definitiva del Comune si abbandonava<br />

una trattativa allora in corso tra l’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong><br />

<strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong> e la Deutsche Bank, proprietaria<br />

dell’immob<strong>il</strong>e sempre a<strong>di</strong>acente<br />

ma verso la piazza invece che verso <strong>il</strong><br />

lago, per procurare l’acquisto <strong>di</strong> una porzione<br />

<strong>di</strong> quello stab<strong>il</strong>e.<br />

Poi l’appalto delle opere alla Carena,<br />

le <strong>di</strong>fficoltà insorte con quest’ultima, <strong>il</strong><br />

fermo del cantiere, la risoluzione del contratto<br />

appunto con Carena, ed <strong>il</strong> nuovo<br />

appalto con la Nessi & Maiocchi.<br />

E’ storia <strong>di</strong> ieri: sembrerebbe tutto<br />

risolto come da ultimo progetto, ovvero<br />

si finisce la nuova palazzina, si trasferiscono<br />

qui temporaneamente gli uffici<br />

giu<strong>di</strong>ziari, si sistema <strong>il</strong> vecchio Palazzo <strong>di</strong><br />

Giustizia e poi si collegano i due e<strong>di</strong>fici,<br />

ottenendo quanto tutti volevano e cioè <strong>il</strong><br />

nuovo ed ampliato Palazzo <strong>di</strong> Giustizia in<br />

centro città.<br />

Ma tra ieri ed oggi qualcosa va storto<br />

e quanto tutti volevano, e tutti gra<strong>di</strong>vano,<br />

e tutti ancora ieri confermavano, viene<br />

improvvisamente stravolto.<br />

I lavori relativi alla palazzina a<strong>di</strong>a-<br />

cente vengono riappaltati soltanto per<br />

<strong>il</strong> completamento della struttura, rendendo<br />

impossib<strong>il</strong>e ivi collocare gli uffici<br />

giu<strong>di</strong>ziari durante la ristrutturazione del<br />

Palazzo esistente; ritenendosi necessario<br />

<strong>il</strong> trasferimento altrove dei medesimi<br />

uffici, ecco che unica sede ut<strong>il</strong>e per la<br />

loro temporanea allocazione, non è dato<br />

sapere in base a quali raffronti con altre<br />

possib<strong>il</strong>ità, risulta essere un immob<strong>il</strong>e <strong>di</strong><br />

proprietà privata nell’area ex DB Macchine<br />

in Corso Promessi Sposi.<br />

Nessuno sembra considerare che tale<br />

immob<strong>il</strong>e è <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente e scarsamente<br />

raggiungib<strong>il</strong>e per le parti, per i testimoni,<br />

per gli avvocati che giungono da fuori<br />

<strong>Lecco</strong> spesso con <strong>il</strong> treno, me<strong>di</strong>ante <strong>il</strong> trasporto<br />

pubblico.<br />

Nessuno sembra considerare che <strong>il</strong><br />

quoti<strong>di</strong>ano spostamento dal centro città,<br />

ove è ubicata gran parte <strong>degli</strong> uffici, <strong>di</strong><br />

avvocati, loro collaboratori e altri professionisti<br />

che per motivi <strong>di</strong> lavoro debbono<br />

accedere al Tribunale, originerà aggravio<br />

del traffico veicolare lungo <strong>di</strong>rettrici viarie<br />

già ampiamente congestionate.<br />

Nessuna sembra considerare che i parcheggi,<br />

pur esistenti nelle vicinanze della<br />

nuova ubicazione, non saranno comunque<br />

sufficienti a sopperire alle necessità<br />

<strong>di</strong> quanti dovranno recarsi presso <strong>il</strong> Palazzo<br />

<strong>di</strong> Giustizia, non più a pie<strong>di</strong> come<br />

sinora ma in auto.<br />

Nessuno sembra considerare che<br />

l’immagine complessiva della città sarà<br />

danneggiata, anche agli occhi dei frequentatori<br />

esterni, dalla collocazione <strong>di</strong><br />

un palazzo pubblico, quale <strong>il</strong> Tribunale,<br />

3


in zona periferica ed a vocazione nonché<br />

sv<strong>il</strong>uppo architettonico tuttora principalmente<br />

artigianale e produttivo.<br />

Nessuno infine sembra considerare lo<br />

spreco <strong>di</strong> denaro pubblico per ingentissimi<br />

canoni <strong>di</strong> locazione che si protrarranno<br />

per <strong>di</strong>verse annualità, pur volendo trascurare<br />

la già vent<strong>il</strong>ata ipotesi <strong>di</strong> un successivo<br />

acquisto dell’immob<strong>il</strong>e dopo anni <strong>di</strong><br />

locazione, con ulteriore spreco.<br />

Apparendo tutto ciò incomprensib<strong>il</strong>e,<br />

oltre che estraneo alla logica della buona<br />

amministrazione della cosa pubblica<br />

e dunque all’interesse primario dei citta<strong>di</strong>ni,<br />

ed è storia <strong>di</strong> oggi, gli avvocati<br />

hanno deciso <strong>di</strong> chiedere al Sindaco <strong>di</strong><br />

<strong>Lecco</strong> formale, precisa e documentata informazione<br />

circa le decisioni assunte, le<br />

motivazioni delle stesse e le circostanze<br />

<strong>di</strong> fatto e tecniche che tali motivazioni<br />

confermano.<br />

In particolare, con lettera del 13 corrente<br />

mese è stato chiesto al Sindaco <strong>di</strong> porre<br />

a <strong>di</strong>sposizione atti e documenti inerenti<br />

ai lavori <strong>di</strong> ristrutturazione dell’attuale<br />

sede, alla scelta della nova collocazione<br />

nell’area ex DB, allo stato delle relative<br />

trattative ed alle soluzioni alternative,<br />

alla verifica dell’attuale destinazione urbanistica<br />

dell’area ex DB e della rispondenza<br />

dell’e<strong>di</strong>ficio alla vigente normativa<br />

<strong>di</strong> sicurezza ed antisismica, a quanto<br />

fatto per garantire <strong>il</strong> completamento dei<br />

lavori nell’attuale sede <strong>di</strong> via Cornelio in<br />

tempi certi e consentire <strong>il</strong> rientro <strong>degli</strong> uffici<br />

giu<strong>di</strong>ziari in tale storica sede.<br />

E’ storia <strong>di</strong> domani che cosa <strong>il</strong> Sindaco<br />

<strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> risponderà, documentando ed<br />

avvalorando le proprie affermazioni; noi<br />

confi<strong>di</strong>amo in un’adeguata informativa ai<br />

principali interessati, ovvero ai citta<strong>di</strong>ni.<br />

4<br />

Lettera al Sindaco <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

a firma dell’Avv. Azzoni<br />

Egregio Signor Sindaco,<br />

l’assemblea <strong>degli</strong> iscritti all’Albo de-<br />

gli <strong>Avvocati</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, tenutasi <strong>il</strong> giorno<br />

9 ottobre 2009, preso atto dell’inten<strong>di</strong>mento<br />

dell’Amministrazione Comunale<br />

<strong>di</strong> collocare gli uffici giu<strong>di</strong>ziari in un<br />

e<strong>di</strong>ficio sito in corso Promessi Sposi<br />

(area ex D.B.) durante lo svolgimento<br />

dei lavori <strong>di</strong> ristrutturazione ed ampliamento<br />

dell’attuale Palazzo <strong>di</strong> Giustizia,<br />

ha espresso gravi preoccupazioni e perplessità<br />

in or<strong>di</strong>ne all’ipotizzato trasferimento,<br />

evidenziando:<br />

- gli elevati oneri per la locazione pluriennale;<br />

- l’ubicazione in zona a prevalente destinazione<br />

artigianale <strong>di</strong> uffici pubblici<br />

comportanti un massiccio accesso<br />

<strong>di</strong> citta<strong>di</strong>ni ed operatori;<br />

- l’aggravio <strong>di</strong> traffico urbano lungo<br />

<strong>di</strong>rettrici viarie già particolarmente<br />

congestionate e carenti <strong>di</strong> adeguati<br />

servizi <strong>di</strong> trasporto e <strong>di</strong> collegamento<br />

anche con la stazione ferroviaria.<br />

Non essendo finora conosciute le<br />

precise ragioni che imporrebbero tale<br />

trasferimento, l’assemblea ha dato<br />

mandato al Consiglio dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>di</strong> richiedere<br />

a Lei <strong>di</strong> volerle esplicitare in<br />

dettaglio e <strong>di</strong> porre a <strong>di</strong>sposizione gli<br />

atti e documenti inerenti.<br />

Ciò con particolare riferimento:<br />

- ai lavori <strong>di</strong> ristrutturazione dell’attuale<br />

sede ed al progetto stralcio<br />

approvato con determinazione <strong>di</strong>rigenziale<br />

del 2/12/08;<br />

- alle scelte <strong>di</strong> collocazione nell’e<strong>di</strong>ficio<br />

sito nell’ex area D.B.;<br />

- allo stato <strong>di</strong> avanzamento delle trattative<br />

contrattuali con i proprietari<br />

<strong>di</strong> tale immob<strong>il</strong>e ed all’esistenza <strong>di</strong><br />

soluzioni alternative;<br />

- alle verifiche effettuate circa l’attuale<br />

destinazione urbanistica dell’area<br />

e dell’e<strong>di</strong>ficio e le necessità <strong>di</strong> sue<br />

variazioni;<br />

- alla sussistenza in tale costruzione<br />

dei requisiti richiesti dalla vigente<br />

normativa <strong>di</strong> sicurezza ed antisismica;<br />

- alle iniziative intraprese ed ai provve<strong>di</strong>menti<br />

adottati per garantire <strong>il</strong><br />

completamento dei lavori nell’attuale<br />

Palazzo <strong>di</strong> Giustizia in tempi certi e<br />

consentire <strong>il</strong> rientro <strong>degli</strong> uffici giu<strong>di</strong>ziari<br />

nella storica sede <strong>di</strong> via Cornelio.<br />

Rimanendo in attesa <strong>di</strong> cortese e sollecito<br />

riscontro, porgo i migliori saluti.<br />

avv. enRiCo azzoni


Intervista al dr. Masini gia’ sostituto procuratore<br />

della Repubblica <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

Nota Biografica<br />

Il Dr. Luca Masini, nato a M<strong>il</strong>ano <strong>il</strong> 18<br />

apr<strong>il</strong>e 1965 è stato nominato U<strong>di</strong>tore Giu<strong>di</strong>ziario<br />

con decreto 1 agosto 1991.<br />

Dopo <strong>il</strong> prescritto periodo <strong>di</strong> tirocinio<br />

formativo che ha svolto presso gli Uffici<br />

Giu<strong>di</strong>ziari <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano, nel settembre 1992<br />

veniva destinato alla Procura della Repubblica<br />

<strong>di</strong> Termini Imerese (PA) con funzioni <strong>di</strong><br />

Sostituto Procuratore. Dopo tre anni <strong>di</strong> permanenza<br />

in Sic<strong>il</strong>ia, nel mese <strong>di</strong> settembre<br />

dell’anno 1995, ha ottenuto <strong>il</strong> trasferimento<br />

a domanda alla Procura della Repubblica<br />

del Tribunale <strong>di</strong> Brescia con le medesime<br />

funzioni, ove è rimasto in servizio fino al<br />

novembre 2000 allorchè, sempre a domanda,<br />

è stato trasferito alla Procura della Repubblica<br />

del Tribunale <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> ove ha svolto<br />

le funzioni <strong>di</strong> Sostituto Procuratore fino<br />

al mese <strong>di</strong> luglio 2009, prendenedo servizio<br />

alla Procura della Repubblica <strong>di</strong> Livorno ove<br />

ha ottenuto, a domanda, <strong>il</strong> trasferimento.<br />

Come detto dal settembre 1995 fino al<br />

novembre 2000 <strong>il</strong> Dr. Masini ha prestato<br />

servizio quale Sostituto Procuratore presso<br />

la Procura della Repubblica <strong>di</strong> BRESCIA. La<br />

permanenza a Brescia è stata caratterizzata<br />

dall’inserimento tabellare con decreto<br />

datato 30.12.1996 nell’organico della Direzione<br />

Distrettuale Antimafia istituita presso<br />

la suddetta Procura. E’ stato in servizio<br />

presso la DDA <strong>di</strong> Brescia dalla suddetta<br />

data fino al trasferimento alla Procura della<br />

Repubblica <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, essendo stato confermato<br />

nell’incarico <strong>di</strong> magistrato addetto<br />

DDA con decreto 14.5.99 per un ulteriore<br />

biennio scadente <strong>il</strong> 7.1.2001. Durante tale<br />

arco temporale è stato positivamente valutato<br />

per <strong>il</strong> tramutamento delle funzioni<br />

da requirenti a giu<strong>di</strong>canti a seguito <strong>di</strong> domanda<br />

<strong>di</strong> trasferimento ad altro ufficio, poi<br />

revocata. Sempre nel medesimo periodo<br />

bresciano è stato ripetutamente applicato,<br />

d’ufficio, alla Procura Generale <strong>di</strong> Brescia<br />

per la trattazione <strong>di</strong> fascicoli ex art. 11 cpp<br />

per i quali era stata richiesta l’avocazione.<br />

Nella primavera-estate del 1998 veniva<br />

applicato d’ufficio dal Procuratore Nazionale<br />

Antimafia alla Direzione Distrettuale<br />

Antimafia della Procura della Repubblica <strong>di</strong><br />

ROMA (su richiesta <strong>di</strong> quest’ultimo Procuratore)<br />

per proseguire nella trattazione, in<br />

coassegnazione con altro collega romano,<br />

dell’inchiesta relativa al sequestro <strong>di</strong> persona<br />

a scopo <strong>di</strong> estorsione in pregiu<strong>di</strong>zio<br />

<strong>di</strong> un noto impren<strong>di</strong>tore della provincia <strong>di</strong><br />

Brescia.<br />

A partire dal periodo “bresciano” <strong>il</strong> Dr.<br />

Masini ha attuato una metodologia investigativa<br />

dallo stesso ritenuta fondamentale<br />

consistente nell’abbinare, in tempo reale<br />

attraverso l’ut<strong>il</strong>izzo ed <strong>il</strong> coor<strong>di</strong>namento <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>verse Forze <strong>di</strong> Polizia, l’intervento repressivo<br />

finalizzato alla in<strong>di</strong>viduazione e cattura<br />

<strong>degli</strong> indagati, con quello <strong>di</strong>retto al sequestro<br />

preventivo <strong>di</strong> tutti i cospicui cespiti<br />

patrimoniali <strong>di</strong> origine non giustificata e<br />

sproporzionati ai sensi dell’art.lo 12 sexies<br />

della L. 7.8.1992 n°356. Ciò nella convinzione<br />

che colpire <strong>il</strong> patrimonio accumulato<br />

<strong>il</strong>lecitamente ha una efficacia deterrente<br />

maggiore rispetto alla adozione <strong>di</strong> misure<br />

cautelari personali.<br />

Nel novembre 2000, dopo <strong>il</strong> trasferimento<br />

a domanda alla Procura della Repubblica<br />

<strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, è stato riapplicato dal Procuratore<br />

Nazionale Antimafia alla DDA <strong>di</strong> Brescia<br />

nel periodo dal 22 novembre 2000 al 31<br />

marzo 2001 per sostenere l’accusa in un<br />

maxi processo a carico <strong>di</strong> oltre 100 imputati.<br />

Il trasferimento alla Procura della Repubblica<br />

<strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, chiesto per ragioni <strong>di</strong> carattere<br />

fam<strong>il</strong>iare, gli permetteva <strong>di</strong> acquisire<br />

una esperienza professionale nuova decisamente<br />

importante e formativa al pari <strong>di</strong><br />

quella bresciana, consentendogli <strong>di</strong> cimentarmi<br />

nelle problematiche, senza dubbio<br />

<strong>di</strong>verse, <strong>di</strong> una Procura caratterizzata sia<br />

dal recente ampliamento del territorio del<br />

Circondario <strong>di</strong> competenza, sia da un or-<br />

ganico decisamente inferiore rispetto alle<br />

reali esigenze dell’Ufficio.<br />

A causa delle applicazioni alla DDA <strong>di</strong><br />

Brescia, protrattesi fino a tutto <strong>il</strong> mese <strong>di</strong><br />

marzo 2001, poteva de<strong>di</strong>carsi in via esclusiva<br />

alla trattazione dei proce<strong>di</strong>menti lecchesi<br />

a partire dall’apr<strong>il</strong>e 2001.<br />

Anche durante la sua permanenza a<br />

<strong>Lecco</strong> è stato ripetutamente applicato alla<br />

Direzione Distrettuale Antimafia <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano,<br />

con <strong>il</strong> consenso del Procuratore della<br />

Repubblica <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, per la trattazione <strong>di</strong><br />

proce<strong>di</strong>menti penali concernenti, tra gli<br />

altri, delitti <strong>di</strong> associazione a delinquere<br />

<strong>di</strong> stampo ‘ndranghetista e <strong>di</strong> associazione<br />

finalizzata al narcotraffico. Dette inchieste<br />

erano originate da <strong>di</strong>chiarazioni <strong>di</strong> indagati-collaboratori<br />

<strong>di</strong> giustizia rese allo stesso<br />

Dr. Masini nell’ambito <strong>di</strong> indagini condotte<br />

come sostituto Procuratore della Repubblica<br />

<strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>.<br />

Con delibera del 27 novembre 2008 <strong>il</strong><br />

Consiglio Superiore della Magistratura ha<br />

<strong>di</strong>sposto <strong>il</strong> suo trasferimento, a domanda,<br />

alla Procura della Repubblica <strong>di</strong> Livorno ove<br />

ha preso servizio nel luglio 2009 essendo<br />

stato <strong>il</strong> trasferimento posticipato fino a<br />

quella data dal Ministro della Giustizia per<br />

consentire la definizione <strong>di</strong> alcuni proce<strong>di</strong>menti<br />

penali.<br />

❖ ❖ ❖<br />

Intervista<br />

Quali motivazioni l’hanno portata a<br />

lasciare <strong>Lecco</strong> per Livorno?<br />

Personalmente ritengo che <strong>il</strong> magistrato<br />

ed in particolare, <strong>il</strong> requirente <strong>di</strong> primo grado,<br />

<strong>di</strong>a <strong>il</strong> meglio <strong>di</strong> sé durante i primi sei<br />

- sette anni <strong>di</strong> permanenza in una Procura<br />

della Repubblica. I primi anni sono infatti<br />

in<strong>di</strong>spensab<strong>il</strong>i per la cosidetta “conoscenza<br />

del territorio”, mentre durante <strong>il</strong> restante<br />

5


periodo è possib<strong>il</strong>e mettere a frutto quelle<br />

conoscenze per condurre con efficacia indagini<br />

<strong>di</strong>verse da quelle or<strong>di</strong>narie. Ritengo<br />

pertanto ut<strong>il</strong>e, ed oltremodo stimolante<br />

sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o della crescita professionale,<br />

che un magistrato, dopo un congruo lasso<br />

temporale, cambi Ufficio Giu<strong>di</strong>ziario per cimentarsi<br />

con altre esperienze e realtà territoriali<br />

<strong>di</strong>fferenti. Del resto in quest’ottica<br />

si è mosso anche <strong>il</strong> Legislatore allorchè è<br />

stata introdotta la cosidetta temporaneità<br />

<strong>degli</strong> incarichi <strong>di</strong>rettivi, semi<strong>di</strong>rettivi (e <strong>di</strong><br />

alcune funzioni giu<strong>di</strong>canti) dei magistrati.<br />

6<br />

Lascia <strong>Lecco</strong> con rimpianto?<br />

Ho trascorso a <strong>Lecco</strong> quasi nove anni della<br />

mia vita e della mia carriera. Devo moltissimo<br />

a questa città ed a questa Provincia<br />

e mi auguro <strong>di</strong> avere contribuito, insieme<br />

ai colleghi ed alle Forze dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong>, a rispondere<br />

almeno in parte alle aspettative<br />

<strong>di</strong> giustizia e <strong>di</strong> sicurezza della citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Lascio la Procura e la Provincia <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

con rimpianto, ma con la speranza <strong>di</strong> poter<br />

ritornare in futuro.<br />

A suo tempo la scelta <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> è stata<br />

casuale o mirata; per quali motivi?<br />

Nell’anno 2000 mia moglie ed io decidemmo<br />

<strong>di</strong> trasferirci a <strong>Lecco</strong> poiché, dopo<br />

otto anni <strong>di</strong> esperienze molto forti ed impegnative,<br />

anche in se<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagiate, che avevano<br />

fortemente con<strong>di</strong>zionato la nostra vita e<br />

la nostra libertà <strong>di</strong> movimento, speravamo<br />

<strong>di</strong> poter coltivare, oltre al lavoro, anche altri<br />

interessi. Ci sbagliavamo; anche questa<br />

nuova esperienza lavorativa nel Circondario<br />

<strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> ci ha assorbito completamente<br />

e ci ha spronato con rinnovato entusiasmo<br />

nel nostro lavoro.<br />

Questi anni a <strong>Lecco</strong> l’hanno vista<br />

impegnata in inchieste importanti i<br />

cui ha incrociato le armi con <strong>di</strong>versi<br />

<strong>Avvocati</strong> del foro <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> e non; che<br />

esperienze ne ha tratto?<br />

Giu<strong>di</strong>co molto importante e formativa<br />

l’esperienza lecchese. Proprio <strong>il</strong> continuo<br />

confronto <strong>di</strong>alettico con gli <strong>Avvocati</strong> del<br />

foro <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> e <strong>di</strong> altri Fori mi ha permesso<br />

<strong>di</strong> crescere professionalmente. In questi<br />

anni ho avuto modo <strong>di</strong> constatare personalmente<br />

la grande preparazione e la estrema<br />

correttezza <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong> del foro <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong><br />

e l’estremo rigore nel rispetto della deon-<br />

tologia. A loro, all’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong> <strong>di</strong><br />

<strong>Lecco</strong> ed all’Unione delle Camere Penali <strong>di</strong><br />

<strong>Lecco</strong> e Como va <strong>il</strong> mio sentito ringraziamento<br />

e più cor<strong>di</strong>ale saluto.<br />

Si è avuta la sensazione che lei in<br />

questi anni abbia evitato contatti con<br />

la Stampa; quale convinzione sorregge<br />

questa sua scelta?<br />

Personalmente sono fermamente convinto<br />

che tra i p<strong>il</strong>astri della nostra democrazia<br />

riveste un ruolo fondamentale <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong><br />

cronaca. E’ importantissimo che i citta<strong>di</strong>ni<br />

possano conoscere in tempo reale anche le<br />

notizie relative alla cronaca giu<strong>di</strong>ziaria. Parimenti<br />

deve essere rispettato <strong>il</strong> principio<br />

costituzionale della presunzione <strong>di</strong> innocenza<br />

<strong>di</strong> ogni persona fino alla pronuncia<br />

della sentenza irrevocab<strong>il</strong>e <strong>di</strong> condanna.<br />

Ritengo quin<strong>di</strong> che gli organi <strong>di</strong> stampa<br />

debbano poter svolgere pienamente e liberamente<br />

<strong>il</strong> loro compito. E’ mia opinione altresì<br />

che <strong>il</strong> magistrato, non solo <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>cante<br />

ma anche <strong>il</strong> requirente, debba tuttavia<br />

mantenere <strong>il</strong> riserbo sugli affari giu<strong>di</strong>ziari<br />

<strong>di</strong> cui si occupa e debba non solo essere,<br />

ma anche apparire terzo agli occhi <strong>di</strong> tutti.<br />

E’ fondamentale che i citta<strong>di</strong>ni, siano essi<br />

persone indagate o persone offese dal reato,<br />

abbiano la certezza che chi eserciterà<br />

l’accusa o giu<strong>di</strong>cherà, lo farà libero da<br />

qualsiasi con<strong>di</strong>zionamento, pregiu<strong>di</strong>zio o<br />

da qualsiasi credo politico o religioso. Il<br />

mio riserbo con gli organi <strong>di</strong> stampa è quin<strong>di</strong><br />

giustificato, oltre che dal rispetto delle<br />

circolari ministeriali esistenti in materia,<br />

dalla convinzione che <strong>il</strong> Sostituto Procuratore<br />

debba tenere tale condotta. Ciò non<br />

sminuisce in alcun modo <strong>il</strong> mio profondo<br />

rispetto per <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> cronaca. Allo stesso<br />

modo ritengo invece necessario che <strong>il</strong><br />

Capo dell’ufficio, e cioè <strong>il</strong> Procuratore della<br />

Repubblica, comunichi, tramite organi <strong>di</strong><br />

stampa, le notizie relative alle operazioni<br />

<strong>di</strong> Polizia Giu<strong>di</strong>ziaria più r<strong>il</strong>evanti anche allo<br />

scopo <strong>di</strong> rassicurare la citta<strong>di</strong>nanza.<br />

Anche la sua vita privata è stata circondata<br />

dalla più assoluta <strong>di</strong>screzione;<br />

ciò costa sacrificio?<br />

No. In verità sono altri i sacrifici che si<br />

affrontano svolgendo la professione <strong>di</strong><br />

magistrato e <strong>di</strong> avvocato penalista che, al<br />

pari <strong>di</strong> altre professioni (penso alle Forze<br />

dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> od ai Me<strong>di</strong>ci ed al personale<br />

infermieristico), richiedono un impegno<br />

pressoché totale non limitato al normale<br />

orario <strong>di</strong> lavoro.<br />

Quella del Pubblico Ministero e in<br />

genere del magistrato (finché le carriere<br />

non saranno separate) ritiene sia<br />

una professione o qualcosa <strong>di</strong> altro o<br />

<strong>di</strong>verso?<br />

Non saprei neppure io come qualificare<br />

<strong>il</strong> “lavoro” del P.M. se una professione o<br />

talora una vera e propria “missione” (mi<br />

riferisco all’esercizio delle funzioni <strong>di</strong> P.M.<br />

nelle se<strong>di</strong> più <strong>di</strong>sagiate ed a rischio). Posso<br />

solo <strong>di</strong>re che oggi più che mai ritengo<br />

importante che le funzioni <strong>di</strong> pubblico Ministero<br />

siano svolte da magistrati specificamente<br />

preparati, sia nella conduzione e<br />

<strong>di</strong>rezione delle indagini, sia nella fase del<br />

processo. Un pubblico Ministero preparato<br />

e capace è una garanzia per tutti: per l’imputato,<br />

per la persona offesa/parte civ<strong>il</strong>e,<br />

per i <strong>di</strong>fensori e per lo stesso Giu<strong>di</strong>ce. Del<br />

pari come pubblico Ministero mi sento rassicurato<br />

nello svolgimento del mio compito<br />

dalla presenza <strong>di</strong> <strong>di</strong>fensori preparati ed<br />

anche battaglieri che in realtà agevolano <strong>il</strong><br />

compito del requirente nella valutazione <strong>di</strong><br />

tutte le prove all’orizzonte e nella ricerca<br />

della verità.<br />

Da ultimo: c’è una domanda che si<br />

vorrebbe fare? Dia anche la risposta.<br />

Ogni volta che firmo una richiesta cautelare,<br />

una richiesta <strong>di</strong> rinvio a giu<strong>di</strong>zio ed<br />

ogni volta che formulo una requisitoria ed<br />

una richiesta <strong>di</strong> condanna, sono sempre<br />

consapevole dell’importanza, del peso e<br />

delle conseguenze delle mie decisioni.<br />

Anche se può non trapelare esternamente,<br />

sono angosciato costantemente dalla<br />

possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> sbagliare. E’ giusto che questa<br />

preoccupazione ci accompagni sempre.<br />

Mi chiedo costantemente come si possa<br />

riuscire ad evitare qualsiasi errore nella<br />

giustizia penale. Non so se esista una soluzione<br />

a questo problema. Sono tuttavia<br />

convinto che magistrati ed avvocati preparati,<br />

d<strong>il</strong>igenti ed innamorati della ricerca<br />

della verità contribuiscano, nel confronto<br />

<strong>di</strong>alettico, a ridurre i margini <strong>di</strong> errore.<br />

inteRvista RaCColta da<br />

Renato Cogliati


Cicerone: consigli <strong>di</strong> un vecchio avvocato<br />

Iniziato lo stu<strong>di</strong>o <strong>di</strong> una causa, lo approfon<strong>di</strong>sco<br />

quanto posso, trovo gli argomenti<br />

migliori e i mo<strong>di</strong> più in<strong>di</strong>cati a conc<strong>il</strong>iarmi <strong>il</strong><br />

giu<strong>di</strong>ce o a commuoverlo; quin<strong>di</strong> determino<br />

quali siano i punti della causa più favorevoli<br />

e quali i più pericolosi. Non v’è controversia<br />

che non presenti gli uni e gli altri; ma<br />

ciò che importa è identificare quanti ve ne<br />

siano <strong>di</strong> entrambi.<br />

Ed ecco <strong>il</strong> mio metodo <strong>di</strong> <strong>di</strong>scussione: io<br />

mi attacco a quanto c’è <strong>di</strong> più favorevole<br />

nella causa, e questo abbellisco, amplifico,<br />

metto in maggior r<strong>il</strong>ievo; su questo mi fermo,<br />

punto i pie<strong>di</strong>, mi <strong>di</strong>stendo a mio agio.<br />

Dal punto debole e pericoloso<br />

della causa, invece, m’allontano quanto<br />

posso; non in tal modo da sembrare che<br />

ne fugga, ma nascondendolo, e facendolo<br />

scomparire sotto gli ornamenti e le amplificazioni<br />

pro<strong>di</strong>gati all’altro.<br />

Se la causa è tale da doversi risolvere a<br />

base <strong>di</strong> raziocinio e <strong>di</strong> argomentazioni, insisto<br />

su quelle più solide; e se <strong>di</strong> queste ve<br />

n’è una sola, non ne cerco <strong>di</strong> più. Se, invece,<br />

la causa è tutta affidata al sentimento<br />

ed alla benevolenza del giu<strong>di</strong>ce, concentro<br />

ogni mio sforzo sul punto che può meglio<br />

commuovere l’animo umano.<br />

In una parola, questo è <strong>il</strong> mio metodo; se<br />

sento che mi riuscirà più fac<strong>il</strong>e confutare<br />

<strong>il</strong> sistema <strong>di</strong>fensivo avversario che non<br />

svolgerne uno mio proprio, contro <strong>di</strong> esso<br />

appunto ogni mio sforzo; se, al contrario,<br />

m’è più fac<strong>il</strong>e sostenere le mie ragioni che<br />

<strong>di</strong>struggere le altrui, volgo ogni mia fatica<br />

a <strong>di</strong>stogliere l’attenzione dalla tesi avversaria<br />

per fissarla sulla mia.<br />

Vi sono, poi, due regole semplicissime,<br />

che per ciò stesso mi raccomando, e che<br />

io ho adottato. La prima consiste in questo:<br />

quando mi si oppone un argomento<br />

imbarazzante e <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e a confutarsi, non<br />

rispondo affatto. Di ciò si potrà ridere, osservando<br />

che tutti sarebbero capaci <strong>di</strong> fare<br />

altrettanto; ma in questo momento io parlo<br />

<strong>di</strong> me e non <strong>degli</strong> altri; e confesso che se mi<br />

si stringe troppo io soglio cedere. Ma non<br />

getto lo scudo fuggendo; e con la sostenutezza<br />

del mio tono e del mio <strong>di</strong>re tento <strong>di</strong><br />

dare l’impressione che anche la mia ritirata<br />

sia pur sempre un combattimento; e, giunto<br />

nelle mie trincee più sicure, passo all’offensiva<br />

con tale vigore che sembri proprio<br />

che io mi sia ritirato per prendere posizione<br />

<strong>di</strong> combattimento.<br />

La seconda regola è importantissima, e<br />

penso che ogni oratore debba porre grande<br />

cura nel non allontanarsene; ad ogni modo,<br />

io me ne preoccupo sempre al massimo<br />

grado. Essa consiste nello stare sempre<br />

in guar<strong>di</strong>a non tanto per assumere atteggiamenti<br />

favorevoli alla causa, quanto per<br />

astenersi dall’assumerne tali che la compromettano.<br />

In ogni causa ed in ogni arringa vi sono<br />

parecchi argomenti che bisogna trattare<br />

con molta circospezione, se si vogliono evitare<br />

urti e conseguenze dannose.<br />

Spesso un testimonio non ci danneggia,<br />

o, per lo meno, ci danneggia assai poco se<br />

non lo attacchiamo. Ed intanto <strong>il</strong> cliente ed<br />

i suoi consiglieri ci scongiurano <strong>di</strong> insorgere,<br />

<strong>di</strong> assalirlo, <strong>di</strong> maltrattarlo, <strong>di</strong> subissarlo<br />

<strong>di</strong> domande. In questi casi, io non mi lascio<br />

trascinare e tengo duro, sebbene questo<br />

metodo non mi valga alcuna lode; chè, infatti,<br />

è più fac<strong>il</strong>e, agli ignoranti, biasimarti<br />

per una sciocca parola sfuggitati, che non<br />

lodarti per un prudente s<strong>il</strong>enzio.<br />

Ma quanto male si produce, invero, attaccando<br />

imprudentemente un testimonio<br />

già irritato, intelligente e <strong>di</strong> qualche autorevolezza!<br />

Nella sua stessa irritazione egli<br />

trova la volontà <strong>di</strong> nuocerti; nella sia intelligenza<br />

<strong>il</strong> mezzo <strong>di</strong> farlo e nella sua autorevolezza<br />

la forza per rendere più pesante i<br />

suoi colpi.<br />

Non sono pochi gli avvocati che cadono<br />

fac<strong>il</strong>mente in questo errore. Ed allora<br />

non v’è niente <strong>di</strong> più um<strong>il</strong>iante che sentire<br />

l’u<strong>di</strong>torio commentare l’accaduto così:<br />

“L’ha <strong>di</strong>strutto! – “Chi? Il suo avversario?”<br />

– “Macchè!Il suo stesso cliente che voleva<br />

<strong>di</strong>fendere!”.<br />

Né l’avvocato ha agito per malignità o<br />

per infedeltà al proprio mandato. Quante<br />

volte si reggono delle cause compromesse<br />

e ridotte in pessime con<strong>di</strong>zioni ad opera <strong>di</strong><br />

avvocati che avevano le migliori intenzioni<br />

del mondo!<br />

Ciò accade, per esempio, quando invece<br />

<strong>di</strong> battere in ritirata, <strong>di</strong>ciamo pure, <strong>di</strong> fuggire<br />

<strong>di</strong> fronte a situazioni schiaccianti, come<br />

io soglio fare, essi si lasciano trasportare<br />

fuori del proprio campo, sul terreno avversario.<br />

In tal modo, non fanno che rafforzare<br />

gli argomenti avversari od esasperare situazioni<br />

che non sono poi in grado <strong>di</strong> sanare.<br />

Bisogna anche guardarsi dalla propria<br />

suscettib<strong>il</strong>ità e dal desiderio <strong>di</strong> far buon<br />

figura. E che? Tu devi arringare in <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong><br />

un altro, e ti lascerai trascinare dalla considerazione<br />

dei tuoi personali interessi?<br />

Ferito nell’amor proprio, fuorviato dalla<br />

tua collera, perderai, dunque, <strong>di</strong> vista l’oggetto<br />

della causa? E pensi che non ne verrà<br />

danno?<br />

In sim<strong>il</strong>i casi io – che pure non amo sentirmi<br />

giu<strong>di</strong>care sfavorevolmente, ma che<br />

amo ancor più mantenere la mia condotta<br />

<strong>di</strong> causa – stimo preferib<strong>il</strong>e essere giu<strong>di</strong>cato<br />

troppo paziente o troppo flemmatico.<br />

E la mia moderazione mi vale quest’altro<br />

vantaggio: che se qualcuno <strong>degli</strong> avversari<br />

inveisce contro <strong>di</strong> me, viene fac<strong>il</strong>mente<br />

tacciato <strong>di</strong> petulanza se non ad<strong>di</strong>rittura <strong>di</strong><br />

pazzia.<br />

Per riassumere, ripeto ed insisto nel<br />

<strong>di</strong>re che io mi sforzo <strong>di</strong> fare del bene al<br />

mio cliente; ma in ogni caso, soprattutto e<br />

quanto meno, mi comporto in modo da non<br />

arrecargli alcun danno.<br />

MaRCo tullio CiCeRone<br />

- de oRatoRe-<br />

7


Riflessioni in merito alle critiche mosse alle ultime<br />

pronunce sul “Caso Englaro”<br />

A <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong> pochi mesi dalla morte <strong>di</strong><br />

Eluana Englaro, la sentenza n. 21748 del<br />

04.10.2007 della Corte <strong>di</strong> Cassazione e <strong>il</strong><br />

successivo decreto del 09.07.2008 della<br />

Corte d’Appello <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano continuano a destare<br />

molte perplessità in non pochi esperti<br />

del <strong>di</strong>ritto.<br />

In particolare, ci si interroga sulla costituzionalità<br />

del principio della “libera<br />

<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità dell’esistenza”, sancito dalle<br />

predette pronunce giuris<strong>di</strong>zionali e sulla<br />

assim<strong>il</strong>ab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> tale principio alla legalizzazione<br />

della fattispecie <strong>di</strong> reato costituita<br />

dall’”istigazione o aiuto al suici<strong>di</strong>o”.<br />

Quanto alla tenuta costituzionale del<br />

suddetto principio, a me pare francamente<br />

che non possano esservi dubbi in proposito.<br />

Difatti, non può essere messo in<br />

<strong>di</strong>scussione <strong>il</strong> dato che dalla nostra Carta<br />

Costituzionale emerga l’esplicito riconoscimento<br />

del <strong>di</strong>ritto dell’in<strong>di</strong>viduo <strong>di</strong> rifiutare<br />

trattamenti terapeutici indesiderati, ex art.<br />

32, secondo comma, Cost.; l’unico limite<br />

all’esercizio <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>ritto è costituito dalla<br />

circostanza che non vi sia una specifica<br />

norma <strong>di</strong> legge che espressamente imponga<br />

<strong>il</strong> trattamento stesso. Anche in tale<br />

caso, tuttavia, risulta impossib<strong>il</strong>e valicare<br />

<strong>il</strong> limite del rispetto della persona.<br />

Peraltro, se, da un lato, è fuor <strong>di</strong> dubbio<br />

che <strong>il</strong> nostro or<strong>di</strong>namento riconosca<br />

tale <strong>di</strong>ritto alla persona, dall’altro, dubbi<br />

vengono sollevati in merito al fatto che<br />

esso possa <strong>di</strong>rsi esistente anche qualora<br />

<strong>il</strong> rifiuto <strong>di</strong> un certo trattamento sanitario<br />

comporti, quale conseguenza probab<strong>il</strong>e,<br />

se non certa, <strong>il</strong> decesso del malato. In tale<br />

situazione, infatti, <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto in questione dovrebbe<br />

essere b<strong>il</strong>anciato con <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto alla<br />

vita che è considerato da sempre <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto<br />

supremo su cui si fonderebbe tutto <strong>il</strong> nostro<br />

or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co. A questa impostazione,<br />

tuttavia, è possib<strong>il</strong>e obiettare che<br />

la Costituzione non pone, in realtà, alcun<br />

limite in tal senso al <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> rifiutare le<br />

cure, mentre, laddove essa ha inteso porre<br />

una limitazione in favore <strong>di</strong> principi ritenuti<br />

8<br />

<strong>di</strong> rango prevalente, essa lo ha fatto esplicitamente.<br />

Ancora, altro punto fermo consiste nella<br />

sicura esistenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>ritto all’autodeterminazione<br />

della persona riguardo al proprio<br />

pensiero ed al proprio corpo, ex art. 13<br />

Cost..<br />

Il pacifico riconoscimento <strong>di</strong> questo ulteriore<br />

<strong>di</strong>ritto rafforza quanto detto circa<br />

l’esistenza <strong>di</strong> un vero e proprio <strong>di</strong>ritto a rifiutare<br />

le cure e va oltre perché racchiude<br />

in sé anche <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto a <strong>di</strong>sporre della propria<br />

vita in ossequio alle proprie convinzioni<br />

personali ed al modo <strong>di</strong> concepire la<br />

propria esistenza.<br />

Infine, è altrettanto pacifico che la Carta<br />

Costituzionale tuteli la <strong>di</strong>gnità umana<br />

come valore fondamentale e propedeutico<br />

rispetto a tutti gli altri, e lo si evince ancora<br />

una volta dall’art. 32, ultimo comma,<br />

Cost., ma anche dall’art. 3, primo comma,<br />

e dall’art. 36, primo comma, Cost.. Ed è<br />

anche evidente che non possa esistere un<br />

concetto astratto <strong>di</strong> esistenza <strong>di</strong>gnitosa,<br />

giacché questo è un concetto assolutamente<br />

soggettivo e personalissimo. Una certa<br />

situazione esistenziale può, <strong>di</strong>fatti, essere<br />

avvertita da un soggetto come ricca <strong>di</strong> valore<br />

nonostante le eventuali sofferenze o<br />

menomazioni fisiche, mentre può essere<br />

vissuta da un altro come un inut<strong>il</strong>e e doloroso<br />

prolungamento della vita biologica<br />

e dell’agonia. La valutazione se una data<br />

con<strong>di</strong>zione risulti, o meno, lesiva della <strong>di</strong>gnità<br />

umana <strong>di</strong>pende dall’idea che ciascun<br />

in<strong>di</strong>viduo ha <strong>di</strong> sé, della propria vita e dalle<br />

personali convinzioni morali e religiose.<br />

Ma allora una domanda sorge spontanea:<br />

se l’or<strong>di</strong>namento ha tra le sue basi la<br />

<strong>di</strong>gnità umana ed <strong>il</strong> principio pluralistico<br />

che impone <strong>il</strong> rispetto <strong>di</strong> tutte le credenze e<br />

convinzioni <strong>di</strong>ffuse nel corpo sociale, come<br />

può accettare e tutelare solo un concetto<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>gnità della persona, quello <strong>di</strong> stampo<br />

religioso, orientato sempre e comunque in<br />

favore della prosecuzione dell’esistenza,<br />

pur nella soggettiva intollerab<strong>il</strong>ità della<br />

sofferenza?<br />

Pare, dunque, evidente la tenuta costituzionale<br />

del principio della libera <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità<br />

dell’esistenza, mentre, <strong>di</strong> contro, <strong>il</strong><br />

principio opposto dell’in<strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità della<br />

vita da parte dell’in<strong>di</strong>viduo sembra ancorato<br />

a una superata concezione pubblicistica<br />

e confessionale del “bene-vita”.<br />

Del resto, l’insussistenza <strong>di</strong> un tale <strong>di</strong>ritto<br />

non può <strong>di</strong>rsi ricavab<strong>il</strong>e dagli artt. 579 e<br />

580 c.p. in virtù del fatto che essi tutelano<br />

<strong>il</strong> bene-vita anche contro la volontà del<br />

legittimo titolare del bene stesso, perché<br />

questo significherebbe far prevalere norme<br />

or<strong>di</strong>narie su principi costituzionali. Nello<br />

specifico, <strong>il</strong> principio della libera <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità<br />

dell’esistenza non comporta affatto la<br />

legalizzazione della condotta costituente<br />

<strong>il</strong> reato <strong>di</strong> “Istigazione o aiuto al suici<strong>di</strong>o”<br />

previsto dall’art. 580 c.p.. In proposito,<br />

preliminarmente, ritengo opportuno sottolineare<br />

come tale norma susciti non poche<br />

perplessità in merito alla sua tenuta costituzionale,<br />

dovute al fatto che essa qualifica<br />

come punib<strong>il</strong>e la partecipazione ad un fatto,<br />

<strong>il</strong> suici<strong>di</strong>o, non preveduto dalla legge come<br />

reato nei confronti del suo stesso autore 1 .<br />

In secondo luogo, la condotta suicida<br />

non ha nulla a che vedere con <strong>il</strong> <strong>di</strong>ritto alla<br />

libera <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità dell’esistenza, in quanto<br />

quest’ultimo non implica una forzata e<br />

prematura interruzione della vita, ma semplicemente<br />

<strong>il</strong> lasciare che la morte faccia <strong>il</strong><br />

proprio naturale corso.<br />

In conclusione, dunque, mi pare che le<br />

pronunce che hanno concluso <strong>il</strong> complesso<br />

e delicatissimo “caso Englaro” risultino<br />

assolutamente inappuntab<strong>il</strong>i e finalmente,<br />

dopo un lungo travaglio giu<strong>di</strong>ziario, rispettose<br />

della Costituzione.<br />

1 MAGRO, Eutanasia e <strong>di</strong>ritto penale, Torino<br />

Giappichelli, 2001.<br />

le<strong>il</strong>a CReti


L’affidamento dei figli minori in relazione alla loro<br />

eta’ ed ai loro bisogni :<br />

da 0 anni alla preadolescenza ; la preadolescenza e l’adolescenza<br />

Nell’ambito del Primo Modulo della Formazione<br />

Permanente 2008, organizzato<br />

dall’Associazione Italiana <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong><br />

per la Famiglia e per i Minori in collaborazione<br />

col Consiglio dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong><br />

<strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> , la prima lezione , ha visto ,<br />

tra gli altri relatori, la presenza della Dott.<br />

ssa Virginia Scaccabarozzi, psicologa e me<strong>di</strong>atrice<br />

fam<strong>il</strong>iare, che ha <strong>il</strong>lustrato <strong>il</strong> tema<br />

“L’affidamento dei figli minori in relazione<br />

alla loro età ed ai loro bisogni : da 0 anni<br />

alla preadolescenza ; la preadolescenza e<br />

l’adolescenza”, <strong>di</strong> cui riporto la relazione<br />

integrale, come r<strong>il</strong>asciata ai partecipanti<br />

all’esito del corso .<br />

Lo spazio della me<strong>di</strong>azione fam<strong>il</strong>iare<br />

come strumento <strong>di</strong> attenuazione del<br />

conflitto e fac<strong>il</strong>itatore <strong>di</strong> accor<strong>di</strong> genitoriali<br />

La separazione coniugale si colloca<br />

all’interno <strong>di</strong> un processo <strong>di</strong> trasformazione<br />

delle relazioni fam<strong>il</strong>iari.<br />

Tre sono i momenti della separazione :<br />

1- la decisione , in cui si osserva <strong>il</strong> riconoscimento<br />

<strong>di</strong> posizioni inconc<strong>il</strong>iab<strong>il</strong>i ed un<br />

progressivo allontanamento dei coniugi.<br />

Sentimenti ricorrenti, in tale fase, sono:<br />

solitu<strong>di</strong>ne, delusione, ira e, a volte, depressione.<br />

Diverso è l’atteggiamento<br />

del coniuge che subisce la separazione:<br />

essendoci una situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sparità, in<br />

lui avviene più lentamente <strong>il</strong> <strong>di</strong>stacco<br />

emotivo, <strong>il</strong> superamento dei sentimenti<br />

negativi. Quin<strong>di</strong>, <strong>il</strong> permanere delle <strong>di</strong>sparità<br />

tra i due coniugi rende <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e<br />

in<strong>di</strong>viduare <strong>degli</strong> interessi comuni che<br />

consentono <strong>di</strong> raggiungere un accordo<br />

attorno alle questioni <strong>di</strong> maggior r<strong>il</strong>ievo,<br />

quali l’affidamento dei figli e la <strong>di</strong>visione<br />

dei beni. Il coniuge che non ha preso<br />

l’iniziativa della separazione assume<br />

posizioni rigide nei confronti dell’altro,<br />

in nome del benessere del bambino ( ferito<br />

e trascurato dall’ex coniuge), con cui<br />

appare fortemente identificato (“anch’io<br />

sono trascurato ed abbandonato”).<br />

Diffic<strong>il</strong>mente i coniugi sono preparati in<br />

egual misura allo scioglimento del matrimonio.<br />

E’ importante riconoscere tale<br />

aspetto durante <strong>il</strong> percorso <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />

fam<strong>il</strong>iare .<br />

2- lo sta<strong>di</strong>o legale, in cui <strong>il</strong> conflitto viene<br />

ufficializzato e delegato ad altri, ogni<br />

coniuge trasferisce sull’altro la propria<br />

insufficienza o inadeguatezza nella relazione<br />

e ad esso sono attribuite violenze,<br />

incomprensioni, intenti <strong>di</strong>struttivi, ecc.<br />

Fase, questa, d’intensa denigrazione<br />

del coniuge, che sembra funzionale alla<br />

separazione: analogamente a quanto<br />

avviene per l’adolescente, per <strong>il</strong> quale<br />

è necessario svalutare i genitori al fine<br />

<strong>di</strong> realizzare <strong>il</strong> processo <strong>di</strong> <strong>di</strong>stacco dalle<br />

figure parentali, ciascun coniuge può<br />

portare all’eccesso le <strong>di</strong>fferenze tra sé e<br />

l’altro, tendendo ad eliminare le componenti<br />

identificatorie con <strong>il</strong> coniuge che<br />

renderebbero <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e la separazione.<br />

La fase <strong>di</strong> maturazione, <strong>di</strong> elaborazione<br />

del lutto e la presa <strong>di</strong> coscienza del fallimento,<br />

che porta all’elaborazione della<br />

separazione emotiva, <strong>di</strong>venta matura<br />

quando ciascun coniuge riesce ad accettare<br />

la propria responsab<strong>il</strong>ità .<br />

3- la fase post-legale <strong>di</strong> stab<strong>il</strong>izzazione<br />

della nuova situazione fam<strong>il</strong>iare, del genitore<br />

unico e del mantenimento delle<br />

relazioni fam<strong>il</strong>iari incrociate .<br />

Conseguenze della separazione sui<br />

figli<br />

Considerando gli effetti della separazione<br />

sui figli, già ampiamente affrontati dalla<br />

Dr.ssa Meroni e dal Dr. Buratti, va fatta,<br />

però, una <strong>di</strong>stinzione tra quelli a breve termine<br />

– spesso costituiti da seri <strong>di</strong>sagi per i<br />

bambini, ma ritenuti, in alcuni aspetti, inevitab<strong>il</strong>i<br />

e naturali rispetto all’entità della<br />

destab<strong>il</strong>izzazione che la separazione porta<br />

nel mondo esterno ed interno del bimbo - e<br />

quelli che si mantengono a lungo nel tempo<br />

- che sono influenzati, non tanto dall’età,<br />

quanto dalle relazioni tra genitori e tra genitori<br />

e figli, ossia dal posto che <strong>il</strong> bambino<br />

occupa nel processo <strong>di</strong> proiezioni fam<strong>il</strong>iari,<br />

essendo tanto maggiori quanto più <strong>il</strong> bimbo<br />

si trova al centro delle ansie dei genitori<br />

- . E’ ovvio che, se <strong>il</strong> conflitto permane e<br />

si cronicizza, gli effetti destab<strong>il</strong>izzanti sul<br />

bambino si mantengono a lungo, col rischio<br />

dell’insorgere <strong>di</strong> determinate patologie o<br />

<strong>di</strong>sagi gravi nelle fasi <strong>di</strong> crescita. Appare,<br />

quin<strong>di</strong>, evidente che, nelle famiglie <strong>di</strong>sgregate,<br />

<strong>il</strong> mantenimento costante <strong>di</strong> un rapporto<br />

tra bambino e genitore ed un contatto<br />

relativamente tranqu<strong>il</strong>lo tra i due genitori<br />

preserva i figli da reazioni psicopatologiche.<br />

La cosa peggiore, per un bambino o un<br />

adolescente, non è stare con due genitori<br />

in conflitto, ma con uno solo in conflitto con<br />

l’altro.<br />

Per questo, <strong>di</strong>versi interventi come la<br />

consulenza tecnica, la me<strong>di</strong>azione, la psicoterapia<br />

non sono sostituib<strong>il</strong>i l’uno con<br />

l’altro, ma rappresentano livelli d’intervento<br />

<strong>di</strong>versi in quello che chiamiamo “<strong>il</strong> lungo<br />

processo <strong>di</strong> definizione della separazione” .<br />

E’ importante, attraverso tali interventi,<br />

in particolare attraverso la me<strong>di</strong>azione<br />

fam<strong>il</strong>iare, preservare la continuità delle<br />

relazioni parentali e la <strong>di</strong>fferenza generazionale,<br />

attraverso <strong>il</strong> mantenimento, nella<br />

mente del bambino, della trama fam<strong>il</strong>iare<br />

che, per quello che riguarda lui, sarà sempre<br />

rappresentata, come nel passato, da<br />

9


quel nucleo originario .<br />

In questo contesto può essere, allora,<br />

ut<strong>il</strong>e l’intervento della me<strong>di</strong>azione fam<strong>il</strong>iare<br />

- per evitare che gli effetti <strong>di</strong>struttivi<br />

della separazione durino nel tempo – ed in<br />

relazione all’idea <strong>di</strong> continuità delle funzioni<br />

genitoriali - in cui <strong>il</strong> me<strong>di</strong>atore si accorge<br />

<strong>di</strong> cose che <strong>il</strong> sistema legale spesso non<br />

vede, cioè la delusione e la trage<strong>di</strong>a personale<br />

che la separazione rappresenta, come<br />

ciascun coniuge lotta per trovare <strong>il</strong> più possib<strong>il</strong>e<br />

un senso a ciò che è accaduto - .<br />

Il me<strong>di</strong>atore vede <strong>il</strong> conflitto e spesso vi<br />

entra, accogliendolo : lo vede nel fatto che<br />

uno vuole porre fine al matrimonio e l’altro<br />

no, nel fatto che ciascuno pensa al proprio<br />

matrimonio ed interpreta in modo <strong>di</strong>verso<br />

dall’altro ciò che è capitato ; lo vede nel<br />

momento in cui uno vuole che l’altro faccia<br />

qualcosa che non è <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>e a fare, e,<br />

naturalmente, lo vede nella profonda <strong>di</strong>vergenza<br />

dei coniugi su ciò che è giusto e ciò<br />

che non lo è. Ma non vedrà mai <strong>il</strong> conflitto<br />

come lo vede un avvocato - spesso come un<br />

conflitto <strong>di</strong> interessi – e nemmeno secondo<br />

la legge – in base ad un <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> equità-:<br />

<strong>il</strong> me<strong>di</strong>atore non è in grado <strong>di</strong> giungere ad<br />

un accordo facendo appello a ciò che è corretto<br />

o equo, avendo, per definizione, ogni<br />

parte opinioni <strong>di</strong>verse su cosa merita tale<br />

appellativo, ma, se intende riuscire nel suo<br />

intento, dovrà trovare un terreno comune,<br />

ossia una realtà con<strong>di</strong>visa .<br />

Da qui anche la definizione che <strong>il</strong> Prof.<br />

Fulvio Scaparro dà della me<strong>di</strong>azione fam<strong>il</strong>iare:<br />

“la separazione coniugale è un processo<br />

attraverso <strong>il</strong> quale i genitori, separati<br />

o in via <strong>di</strong> separazione, si rivolgono liberamente<br />

ad un terzo neutrale, <strong>il</strong> me<strong>di</strong>atore,<br />

per ridurre gli effetti <strong>di</strong>struttivi <strong>di</strong> un grave<br />

conflitto che interrompe o <strong>di</strong>sturba la comunicazione<br />

tra loro. La me<strong>di</strong>azione mira a<br />

ristab<strong>il</strong>ire la comunicazione fra le parti per<br />

poter giungere ad un obiettivo concreto: la<br />

realizzazione <strong>di</strong> un progetto <strong>di</strong> organizzazione<br />

delle relazioni dopo la separazione o <strong>il</strong><br />

<strong>di</strong>vorzio. L’obiettivo finale della me<strong>di</strong>azione<br />

fam<strong>il</strong>iare si realizza quando <strong>il</strong> padre e la<br />

10<br />

madre, nell’interesse dei figli e loro, si riappropriano,<br />

pur se separati, della comune<br />

responsab<strong>il</strong>ità genitoriale, a loro spettando<br />

ogni decisione finale”.<br />

Sono del 1992 la costituzione dell’APMF,<br />

l’Associazione per la Promozione della<br />

Me<strong>di</strong>azione Fam<strong>il</strong>iare e la Carta Europea<br />

della formazione dei me<strong>di</strong>atori. In Italia la<br />

me<strong>di</strong>azione è nata poco dopo quel periodo,<br />

anche se viene tuttora ritenuta come un intervento<br />

recente , essendo considerata un<br />

ponte, <strong>di</strong>segnato dallo stesso Prof. F. Scaparro,<br />

tra una riva e l’altra, tra un coniuge<br />

e l’altro, attraversato dalla consapevolezza<br />

della comune responsab<strong>il</strong>ità genitoriale,<br />

in cui la crisi viene considerata come opportunità<br />

<strong>di</strong> cambiamento e riflessione, un<br />

voltare pagina e riscrivere la propria storia .<br />

Non essendo, la me<strong>di</strong>azione fam<strong>il</strong>iare,<br />

una terapia, si vedono, qui <strong>di</strong> seguito, le<br />

<strong>di</strong>fferenze tra <strong>il</strong> processo terapeutico e la<br />

<strong>di</strong>mensione “curativa” della me<strong>di</strong>azione<br />

fam<strong>il</strong>iare :<br />

- la prima <strong>di</strong>fferenza che balza all’occhio<br />

è <strong>il</strong> fatto che la me<strong>di</strong>azione è un intervento<br />

circoscritto e con obiettivi predefiniti,<br />

mentre un lavoro psicoterapeutico<br />

non può fissarsi le sue mete ed <strong>il</strong> suo<br />

termine;<br />

- nella me<strong>di</strong>azione sono previste precise<br />

regole e delle successioni <strong>di</strong> argomenti<br />

da trattare<br />

( collocamento, gite, malattie dei figli,<br />

ecc.) ;<br />

- la durata della me<strong>di</strong>azione non supera<br />

mai le 8/10 sedute ;<br />

- nella me<strong>di</strong>azione dev’essere obbligatoriamente<br />

presente la coppia <strong>di</strong> coniugi o<br />

<strong>di</strong> conviventi ;<br />

- a <strong>di</strong>fferenza della terapia fam<strong>il</strong>iare, i<br />

bambini e la famiglia allargata non vengono<br />

sempre interpellati ;<br />

- la me<strong>di</strong>azione è prevalentemente proiettata<br />

e centrata sul futuro, piuttosto che<br />

sull’analisi delle cause passate ;<br />

- <strong>il</strong> me<strong>di</strong>atore è neutrale e non fa uso<br />

della sua autorità sulla famiglia, come<br />

potrebbe, invece, agire un terapeuta fa-<br />

m<strong>il</strong>iare ;<br />

- per tutti è fondamentale la scelta spontanea<br />

della coppia d’intraprendere questa<br />

strada, anche se alla me<strong>di</strong>azione si<br />

può giungere con una spinta molto forte<br />

del giu<strong>di</strong>ce: sarà, allora, compito del<br />

me<strong>di</strong>atore, nella fase iniziale, riuscire<br />

a trasformare <strong>il</strong> contesto coatto in uno<br />

spazio ove sia maggiormente in gioco la<br />

soggettività personale, quella dei coniugi,<br />

ma anche quella dell’operatore – in<br />

modo da essere tutti sullo stesso piano-.<br />

La Dott.ssa Scaccabarozzi <strong>di</strong>ce <strong>di</strong> esser<br />

giunta alla me<strong>di</strong>azione un po’ per caso e ripensa<br />

al suo primo incarico <strong>di</strong> C.T.U. , quasi<br />

quin<strong>di</strong>ci anni fa , in cui si era accorta che<br />

i coniugi, da lei sottoposti a valutazione,<br />

erano dei bravi genitori, entrambi attenti ai<br />

bisogni del figlio ed in grado, dopo che fossero<br />

stati aiutati a comunicare, <strong>di</strong> raggiungere<br />

<strong>degli</strong> accor<strong>di</strong> nella gestione comune<br />

del figlio. In questo caso, invece della solita<br />

relazione <strong>di</strong> C.T.U. , in accordo col Giu<strong>di</strong>ce,<br />

aveva presentato i loro accor<strong>di</strong> genitoriali.<br />

La me<strong>di</strong>azione è una metodologia specifica<br />

<strong>di</strong> aiuto alla coppia, l’interruzione del<br />

cui rapporto coniugale non implica la frattura<br />

<strong>di</strong> quello genitoriale .<br />

E’ una prassi che può essere ut<strong>il</strong>izzata in<br />

<strong>di</strong>verse fasi del processo <strong>di</strong> separazione : in<br />

quella della presa della decisione, in quella<br />

legale, in quella post-sentenza, durante<br />

tutto <strong>il</strong> processo <strong>di</strong> elaborazione psicologica<br />

del lutto, in occasione della revisione<br />

dell’affidamento dei figli, in occasione del<br />

<strong>di</strong>vorzio .<br />

Prevede <strong>il</strong> riferimento ad altri professionisti<br />

in un’ottica inter<strong>di</strong>sciplinare, senza la<br />

pretesa <strong>di</strong> escludere <strong>il</strong> ricorso ad altre competenze<br />

professionali coinvolte nel processo<br />

<strong>di</strong> separazione : avvocati, terapeuti,<br />

esperti in problemi finanziari, ecc.<br />

Funzioni della me<strong>di</strong>azione<br />

1. Dimensione preventiva : in quanto può


essere <strong>il</strong> contenitore dell’angoscia - tramite<br />

l’uso del linguaggio e l’impe<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> agiti pericolosi – e può rappresentare<br />

un’esperienza <strong>di</strong> riflessione, una<br />

pausa <strong>di</strong> elaborazione che accorci i tempi<br />

del conflitto, con un evidente risparmio<br />

in termini <strong>di</strong> energia da reinvestire<br />

nella famiglia .<br />

2. Si segnala un elevato livello <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione,<br />

in cui l’esperienza positiva <strong>di</strong><br />

comunicazione, nel processo <strong>di</strong> negoziazione<br />

con l’ex coniuge, crea i presupposti<br />

per una possib<strong>il</strong>e intesa sul futuro,<br />

qualora siano da affrontare nuovi problemi<br />

legati all’educazione dei figli .<br />

3. L’assoluta confidenzialità della me<strong>di</strong>azione<br />

: la sincerità che viene chiesta<br />

alle parti e che serve alla stesura <strong>degli</strong><br />

accor<strong>di</strong> comporta che le situazioni rivelate<br />

dai coniugi non vengono rese <strong>di</strong><br />

pubblico dominio. Il me<strong>di</strong>atore garantisce<br />

l’assoluta riservatezza sulle informazioni<br />

che circolano e non può essere<br />

chiamato a testimoniare o a riferire agli<br />

avvocati (eventualità possib<strong>il</strong>e solo se vi<br />

è <strong>il</strong> consenso dei coniugi oppure solo in<br />

relazione agli accor<strong>di</strong> scritti <strong>degli</strong> stessi).<br />

4. Potrebbe essere riconosciuta una valenza<br />

terapeutica, nel senso <strong>di</strong> un passaggio<br />

tra due organizzazioni intrapsichiche,<br />

due forme <strong>di</strong> organizzazione sociale,<br />

due sistemi valoriali, in mezzo ai quali<br />

c’è uno spazio vuoto e atemporale : per<br />

<strong>di</strong>rla alla Winnicot, è uno spazio transazionale<br />

dove i due ex coniugi possano<br />

trovare un ambito in cui circoscrivere le<br />

proprie angosce e recuperare una capacità<br />

attiva per affrontare la situazione <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne e <strong>di</strong> enpasse in cui si trovano .<br />

La proposta è quella <strong>di</strong> gestire, in un<br />

unico spazio e per un tempo definito, sia<br />

la rielaborazione del lutto legato ad una<br />

relazione che si vorrebbe concludere, sia<br />

l’invenzione <strong>di</strong> un’organizzazione <strong>di</strong>versa<br />

dei legami fam<strong>il</strong>iari : processo che avviene<br />

alla presenza <strong>di</strong> un terzo, in un movimento<br />

<strong>di</strong> avvicinamento/allontanamento continuo<br />

dal sé al gruppo, alla ricerca <strong>di</strong> un’identità .<br />

Se necessario, dopo due o tre colloqui,<br />

con i singoli, <strong>di</strong> pre-me<strong>di</strong>azione, inizia<br />

la fase della me<strong>di</strong>azione vera e propria,<br />

che consiste in :<br />

- valutazione della situazione da parte dei<br />

tre attori ( <strong>il</strong> me<strong>di</strong>atore ed i due genitori);<br />

- firma del contratto ;<br />

- me<strong>di</strong>azione vera e propria, in cui si affrontano<br />

i problemi ;<br />

- stesura del documento d’intesa, che<br />

dev’essere fatto esclusivamente dagli<br />

ex coniugi .<br />

Compiti del me<strong>di</strong>atore<br />

- fac<strong>il</strong>ita la comunicazione della coppia ;<br />

- fac<strong>il</strong>ita l’espressione <strong>di</strong> sentimenti connessi<br />

con gli eventi e le decisioni da<br />

prendere ;<br />

- fornisce <strong>il</strong> necessario sostegno, fa prendere<br />

coscienza del modo in cui ciascuno<br />

gestisce i conflitti ;<br />

- fac<strong>il</strong>ita la presa in considerazione <strong>di</strong> tutte<br />

le opzioni possib<strong>il</strong>i che già sono presenti<br />

nella coppia;<br />

- propone soluzioni nuove che dovranno<br />

essere con<strong>di</strong>vise .<br />

La presenza dei bambini nella fase<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione<br />

Ci sono opinioni e scelte <strong>di</strong>verse in base<br />

alle <strong>di</strong>verse scuole ed orientamenti .Certo<br />

che i bambini non possono essere lasciati<br />

all’oscuro <strong>di</strong> ciò che sta succedendo ai loro<br />

genitori e spiegare loro significa evitare<br />

fantasie <strong>di</strong>struttive e colpevolizzanti ( “è<br />

colpa mia”, “sono stato cattivo”, “rimarrò<br />

solo”, “tutti mi abbandoneranno “, “cosa<br />

sarà <strong>di</strong> me ?”, ecc.) . Al bimbo va detto cosa<br />

sarà del suo futuro .<br />

Durante una seduta <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azione fam<strong>il</strong>iare,<br />

una bambina ha portato alla Dott.<br />

ssa Scaccabarozzi l’album <strong>di</strong> nozze dei suoi<br />

genitori, invitandola ad osservare la foto in<br />

cui papà e mamma apparivano sorridenti <strong>il</strong><br />

giorno delle nozze e <strong>di</strong>cendole : “Ve<strong>di</strong> come<br />

sono contenti ? Io non c’ero !”; ed un altro,<br />

che se ne stava tranqu<strong>il</strong>lo a <strong>di</strong>segnare, le<br />

ha detto : “Ora ci sei tu che parli coi miei<br />

genitori”, come se avesse bisogno che<br />

qualcun altro si occupasse <strong>di</strong> loro !<br />

La me<strong>di</strong>azione coatta oggi<br />

Ci sono casi <strong>di</strong> me<strong>di</strong>azioni coatte inviate<br />

dal Tribunale perché previste dalla Legge<br />

54/06, sull’affido con<strong>di</strong>viso, in cui ci si imbatte<br />

in un alto conflitto tra gli ex coniugi<br />

: sono possib<strong>il</strong>i solo in caso in cui le si<br />

trasforma da coatte in interventi con<strong>di</strong>visi,<br />

ponendo sullo stesso piano tutti gli attori,<br />

operatore compreso. In questi casi è ut<strong>il</strong>e<br />

un passaggio <strong>di</strong> pre-me<strong>di</strong>azione, in cui si<br />

incontrano, anche singolarmente, i coniugi.<br />

In due casi non è possib<strong>il</strong>e la me<strong>di</strong>azione:<br />

quando i figli sono completamente alleati<br />

con un genitore ed alienati da quest’ultimo<br />

contro l’altro – trattasi della c.d. sindrome<br />

<strong>di</strong> alienazione genitoriale, che colpisce i<br />

bambini tra i nove ed i quin<strong>di</strong>ci anni ed <strong>il</strong><br />

cui aspetto positivo è che, appena termina<br />

l’alienazione del genitore, tale sindrome<br />

scompare dopo poco tempo, a meno che<br />

sia necessaria una psicoterapia, se non<br />

l’allontanamento, nel caso sia <strong>di</strong> grave pregiu<strong>di</strong>zio<br />

per <strong>il</strong> minore .<br />

Nell’altro caso - “quando <strong>il</strong> campo è minato<br />

e non ci si può avventurare, perché<br />

le mine sono dappertutto”, ossia quando<br />

ci sono contenziosi penali e le parti non<br />

sono ancora in grado <strong>di</strong> capire <strong>il</strong> loro ruolo<br />

genitoriale, che viene offuscato da quello<br />

coniugale -, è ut<strong>il</strong>e qualche incontro per far<br />

prendere coscienza della situazione che i<br />

soggetti hanno creato, in modo da aiutarli<br />

a raggiungere <strong>il</strong> “<strong>di</strong>vorzio psichico”, ut<strong>il</strong>e al<br />

processo <strong>di</strong> separazione .<br />

La me<strong>di</strong>azione si può paragonare ad una<br />

mongolfiera, che sale - portandoci lontano<br />

nel futuro e facendoci vedere le cose piccole<br />

e <strong>di</strong>stanti – e , poi , scende nel presente<br />

– con una visione più nitida ed ingran<strong>di</strong>ta<br />

delle cose - .<br />

SONIA BOVA<br />

11


Il gemellaggio <strong>Lecco</strong> / Macon: idea <strong>di</strong> un avvocato<br />

Nel 2009 <strong>il</strong> gemellaggio fra <strong>Lecco</strong> e Macon,<br />

in Francia, ha festeggiato <strong>il</strong> 35 anniversario.<br />

Questa iniziativa è nata su impulso del<br />

collega Em<strong>il</strong>io Sangregorio, che nel 1969<br />

era Vice-Sindaco <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> e, partecipando<br />

agli Stati Generali dei Comuni d’Europa a<br />

Bordeaux, prese i primi contatti con la citta<strong>di</strong>na<br />

francese. Già dall’anno seguente<br />

cominciarono scambi fra giovani e visite<br />

fra amministratori.<br />

Nel corso <strong>di</strong> questi ultimi anni, sono davvero<br />

molte le iniziative che, a vari livelli e<br />

coinvolgendo <strong>di</strong>versi gruppi, sono state organizzate<br />

dal Comitato Gemellaggi <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>:<br />

attività sportive, visite culturali, scambi<br />

studenteschi.<br />

L’avv. Sangregorio è presente nei cuori<br />

dei Maconesi, che sono grati per <strong>il</strong> grande<br />

amore che <strong>il</strong> nostro collega ha avuto per la<br />

loro città, tanto da perseguire <strong>il</strong> progetto<br />

del gemellaggio.<br />

Voglio con<strong>di</strong>videre sulla Toga la mia<br />

esperienza estiva <strong>di</strong> quest’anno, poiché è<br />

grazie ad un avvocato, appunto Em<strong>il</strong>io Sangregorio,<br />

alla sua intuizione e al suo amore<br />

per la cultura francofona, che ho avuto<br />

l’opportunità <strong>di</strong> passare una settimana<br />

a Macon. Spero poi che <strong>il</strong> prossimo anno<br />

saremo in molti a prendere parte a questa<br />

iniziativa, che si tiene regolarmente, grazie<br />

all’impegno del Comitato Gemellaggi <strong>di</strong><br />

<strong>Lecco</strong> e <strong>di</strong> Macon, che, ad un costo irrisorio,<br />

invitano tutti coloro che lo desiderano<br />

a recarsi in Borgogna per imparare <strong>il</strong> francese<br />

e per conoscere meglio la regione.<br />

Nella settimana fra <strong>il</strong> 19 e <strong>il</strong> 25 luglio,<br />

sono stata ospite del Lycèe Agricole et Viticole<br />

<strong>di</strong> Davayé, a pochi k<strong>il</strong>ometri da Macon,<br />

immerso fra i vigneti e vicinissimo alla Roche<br />

Solutrè e la Roche de Vergisson, luoghi<br />

12<br />

amati e visitati regolarmente da Mitterand.<br />

Il Liceo è un convitto, dove gli studenti<br />

si fermano a mangiare e dormire. Durante<br />

l’estate, liberate le aule dagli scolari ‘regolari’,<br />

c’è posto per i gemelli europei, che<br />

hanno a loro <strong>di</strong>sposizione gran<strong>di</strong> stanze,<br />

immerse nel irreale s<strong>il</strong>enzio della campagna<br />

francese.<br />

L’arrivo è previsto per domenica sera a<br />

Davayé, dove si alloggia presso <strong>il</strong> Liceo. La<br />

sistemazione è spartana, ma confortevole<br />

e <strong>di</strong>vertente: si torna ai tempi della scuola,<br />

con le gran<strong>di</strong> camere, le docce comuni e le<br />

lezioni in classe.<br />

Infatti ogni mattina, da lunedì a sabato,<br />

dalle 9 alle 12 si seguono le lezioni <strong>di</strong> lingua<br />

e cultura francese. Non si apprende<br />

solo la grammatica, ma anche la storia, le<br />

tra<strong>di</strong>zioni, anche gastronomiche, della Borgogna.<br />

Durante <strong>il</strong> pomeriggio, invece, è possib<strong>il</strong>e<br />

partecipare a brevi gite organizzate dal<br />

Comitato Gemellaggi locale ed in particolare<br />

da M.me Chevallier, che si premura <strong>di</strong><br />

preparare ogni anno visite in luoghi <strong>di</strong>versi.<br />

Lunedì ho visitato Berzé-la-V<strong>il</strong>le e la<br />

Chiesa <strong>di</strong> Moines, ricca <strong>di</strong> <strong>di</strong>pinti del XII<br />

secolo. Questo luogo ricorda un po’ Civate,<br />

dove la Bas<strong>il</strong>ica <strong>di</strong> San Pietro, conosciuta<br />

nel mondo, è una testimonianza importante<br />

dell’arte romanica. Così quella piccolissima<br />

chiesa a Moines è l’unica e l’ultima traccia<br />

<strong>di</strong> arte romanica dopo che, durante la rivoluzione<br />

francese, tutto fu <strong>di</strong>strutto.<br />

Inoltre ho fatto visita alla casa <strong>di</strong> Alphonse<br />

de Lamartine, <strong>il</strong> poeta, autore del<br />

famoso ‘Le Lac’, e rispettato uomo politico,<br />

vissuto a cavallo della rivoluzione. Inevitab<strong>il</strong>mente<br />

ho pensato al nostro Manzoni.<br />

Martedì i partecipanti al corso hanno potuto<br />

degustare i vini e i formaggi locali, in<br />

una delle cantine che circondano <strong>il</strong> Liceo.<br />

Mercoledì ci siamo recati a Beaune,<br />

sede del gran<strong>di</strong>oso Hotel-Dieu, dove è possib<strong>il</strong>e<br />

vedere l’incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e ospedale me<strong>di</strong>oevale<br />

dal tetto multicolore e l’antico arredamento<br />

intatto. L’ospedale, realizzato per<br />

i poveri, <strong>di</strong>venne un centro all’avanguar<strong>di</strong>a<br />

fino a dopo la prima guerra mon<strong>di</strong>ale. Per<br />

raccogliere fon<strong>di</strong> vi era una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

cui vale la pena <strong>di</strong> parlare. L’ospedale è<br />

stato costruito su terreni destinati ad un vigneto.<br />

Di quella parte che non serviva alla<br />

realizzazione del complesso, fu mantenuta<br />

la destinazione originale e si continuò a<br />

produrre uva. Ancora oggi <strong>il</strong> vino prodotto<br />

viene messo all’asta ogni anno per finanziare<br />

alcuni progetti f<strong>il</strong>antropici.<br />

Giovedì siamo giunti a Chat<strong>il</strong>lon-sur-<br />

Challaronne con <strong>il</strong> bus, che ci ha accompagnato<br />

per una gita nella campagna francese.<br />

Sono meravigliose le citta<strong>di</strong>ne me<strong>di</strong>oevali,<br />

dove le case con intarsi <strong>di</strong> legno si<br />

alternano a ruscelli che formano stagni e<br />

cascate.<br />

C’è stato anche <strong>il</strong> tempo per r<strong>il</strong>assarsi<br />

o de<strong>di</strong>carsi allo shopping e alla visita <strong>di</strong><br />

Macon, per prendere, lungo la Saone, un<br />

gelato o un ideal mâconnais, <strong>il</strong> dolce tipico,<br />

fatto <strong>di</strong> meringa e crema e assaggiare la<br />

raccomandatissima e piccantissima mostarda<br />

del luogo.<br />

Per celebrare l’amicizia fra le due città,<br />

venerdì sera si è tenuto un ricevimento al<br />

Hotel De V<strong>il</strong>le <strong>di</strong> Macon, dove le autorità<br />

locali, hanno ringraziato i partecipanti per<br />

la loro presenza e hanno rinnovato l’invito<br />

a Macon per le prossime occasioni.<br />

Ancora un giorno <strong>di</strong> lezione e poi, purtroppo,<br />

si torna a casa.<br />

Che esperienza fantastica! Grazie Em<strong>il</strong>io.<br />

FRanCesCa RusConi


In risposta all’articolo” Infedeltà coniugale<br />

omosessuale. Conseguenze risarcitorie”<br />

L’articolo “Infedeltà coniugale omosessuale”<br />

a firma dell’Avvocato Adria<br />

Infrasca, pubblicato sullo scorso numero<br />

<strong>di</strong> Toga Lecchese ha suscitato<br />

<strong>di</strong>scussioni e reazioni.<br />

Il pensiero della collega Avv. Adria<br />

Infrasca non è quello <strong>di</strong> Toga Lecchese<br />

sempre aperta a raccogliere scritti<br />

<strong>di</strong> chiunque desideri esprimere correttamente<br />

una propria opinione in<br />

riferimento al <strong>di</strong>ritto, giurisprudenza e<br />

dottrina o anche solo alla quoti<strong>di</strong>anità.<br />

Con analoga <strong>di</strong>sponib<strong>il</strong>ità ospitiamo<br />

gli interventi susseguenti all’articolo<br />

dell’Avvocato Adria Infrasca e ciò al <strong>di</strong><br />

là <strong>di</strong> obblighi <strong>di</strong> legge.<br />

L’avvocato Infrasca ha espresso, così<br />

come gli interventi sotto riportati, un<br />

proprio pensiero, <strong>di</strong>scutib<strong>il</strong>e finché si<br />

vuole, ma la cui manifestazione è tra<br />

l’altro garantita dall’articolo 21 della<br />

Costituzione.<br />

Da operatori del <strong>di</strong>ritto, vogliamo<br />

peraltro rimarcare come l’art. 8 della L.<br />

8 febbraio 1948 n. 47 (c.d. legge sulla<br />

stampa) faccia riferimento al <strong>di</strong>ritto<br />

<strong>di</strong> rettifica attribuito a “soggetti <strong>di</strong> cui<br />

sono state pubblicate immagini od ai<br />

quali siano stati attribuiti atti o pensieri<br />

o affermazioni da essi ritenuti lesivi<br />

della loro <strong>di</strong>gnità o contrari a verità”.<br />

Toga Lecchese, lungi da formalismi e<br />

rispettosa <strong>di</strong> tutte le opinioni, pubblica<br />

nel suo numero imme<strong>di</strong>atamente successivo,<br />

integralmente, quanto ricevuto.<br />

Egregio signor Avvocato Renato Cogliati,<br />

Egregio signor Avvocato Enrico Azzoni<br />

Gent<strong>il</strong>issima Avvocata Infrasca,<br />

abbiamo letto sul quadrimestrale “ Toga<br />

lecchese “ n.2/2009, un articolo a firma<br />

dell’Avvocata Infrasca, dal titolo “Infedeltà<br />

coniugale omosessuale. Conseguenze<br />

risarcitorie”.<br />

Nell’articolo l’Autrice sostiene che in<br />

merito ad una separazione coniugale, con<br />

richiesta della parte ricorrente <strong>di</strong> addebito<br />

della separazione nei confronti del marito,<br />

vada riconosciuta un risarcimento per danno<br />

esistenziale a causa della particolarità<br />

della infedeltà subita, ossia <strong>il</strong> fatto che si<br />

tratti <strong>di</strong> un rapporto extraconiugale <strong>di</strong> natura<br />

omosessuale.<br />

La riflessione dell’Avvocata Infrasca è<br />

critica verso la decisione della Corte <strong>di</strong><br />

Appello <strong>di</strong> Brescia che non aveva ravvisato<br />

elementi tali da considerare una relazione<br />

<strong>di</strong> tipo omosessuale più grave <strong>di</strong> una<br />

relazione extraconiugale eterosessuale.<br />

Inoltre, nel medesimo articolo, si avanza<br />

l’ipotesi che <strong>il</strong> danno esistenziale a carico<br />

della ricorrente sia da considerarsi più cospicuo,<br />

in relazione al fatto che la relazione<br />

extraconiugale sia <strong>di</strong> carattere omosessuale,<br />

in ispecie se la parte danneggiata è un<br />

cattolico osservante.<br />

L’Avvocata Infrasca si spinge inoltre in<br />

affermazioni che, oltre ad essere scientificamente<br />

infondate, sono anche offensive<br />

nei confronti delle persone omosessuali.<br />

Infatti, descrive l’omosessualità come malattia<br />

(“avente origini e cause patologiche<br />

cui la me<strong>di</strong>cina e la scienza non hanno trovato<br />

ad oggi cura e rime<strong>di</strong>o”), come pratica<br />

“innaturale” ed “indegna <strong>di</strong> rispetto” ed<br />

infine come “ conseguenza <strong>di</strong> deviazione<br />

esclusivamente viziosa”.<br />

A tal proposito, riteniamo opportuno fare<br />

alcune precisazioni sia all’Avvocata Adria<br />

Infrasca, sia a Lei in quanto rappresentante<br />

dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>degli</strong> <strong>Avvocati</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> in cui<br />

Toga Lecchese è un organo <strong>di</strong> informazione.<br />

L’omosessualità non è una malattia, e<br />

già nel 1973 l’APA (American Psychiatric<br />

Association) lo aveva stab<strong>il</strong>ito, classificandola<br />

nel 1987 fra le varianti non patologiche<br />

della sessualità umana. Nel 1991<br />

l’Organizzazione mon<strong>di</strong>ale della sanità l’ha<br />

esclusa dalla classificazione delle malattie,<br />

ed è dal 1974 che la voce “omosessualità”<br />

viene eliminata dal Manuale Diagnostico e<br />

statistico dei <strong>di</strong>sturbi mentali. Da qui consegue<br />

che non vi è nulla <strong>di</strong> “innaturale”<br />

nell’omosessualità. Ricor<strong>di</strong>amo che l’Organizzazione<br />

Mon<strong>di</strong>ale della Sanità <strong>il</strong> 17 maggio<br />

1991 ha <strong>di</strong>chiarato: “L’omosessualità è<br />

una variante naturale del comportamento<br />

umano”.<br />

Tali dati scientifici potrebbero bastare<br />

per revocare in dubbio le affermazioni<br />

dell’Avvocata Infrasca che – ci auguriamo<br />

– esprime solo un punto <strong>di</strong> vista personale,<br />

supportato evidentemente da sue convinzioni<br />

religiose, ma che non viene rappresentato<br />

come tale, ma come frutto <strong>di</strong> evidenze<br />

scientifiche sul tema.<br />

Noi come Associazione <strong>di</strong> persone gay e<br />

lesbiche della provincia <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong>, non inten<strong>di</strong>amo<br />

entrare nel merito delle argomentazioni<br />

più strettamente giuri<strong>di</strong>che – su cui<br />

rinviamo alla lettura dei commenti sulle decisioni<br />

<strong>di</strong> primo e secondo grado del caso<br />

in esame apparse su varie riviste giuri<strong>di</strong>che<br />

tra cui Responsab<strong>il</strong>ità civ<strong>il</strong>e e previdenza e<br />

Giurisprudenza Italiana e che sono <strong>di</strong> segno<br />

decisamente contrario a quelle contenute<br />

nell’articolo in questione – vogliamo solo<br />

farvi presente che come citta<strong>di</strong>ni ci siamo<br />

sentiti offesi ed offese dall’Avvocata Adria<br />

Infrasca, giacchè in base a quanto lei scrive<br />

noi ci dovremmo sentire malati ed “indegni<br />

<strong>di</strong> rispetto”.<br />

Siamo altresì stupiti che una Rivista che<br />

dovrebbe informare dei professionisti <strong>di</strong>a<br />

spazio ad argomentazioni non scientifiche,<br />

per accogliere senza alcun vaglio critico<br />

posizioni personali spacciate per verità<br />

con<strong>di</strong>vise.<br />

Auspichiamo, pertanto, non solo per <strong>il</strong><br />

futuro maggiore attenzione nel vaglio <strong>degli</strong><br />

articoli pubblicati sulla rivista, ma chie<strong>di</strong>amo<br />

altresì ai sensi della legge sulla stampa<br />

che questa lettera sia stampata sulla<br />

stessa al fine <strong>di</strong> rettificare le affermazioni<br />

dell’Avvocata Infrasca e così ristab<strong>il</strong>ire <strong>il</strong><br />

dovuto rispetto ai tanti citta<strong>di</strong>ni omosessuali<br />

e lesbiche, anche avvocati che ci<br />

sono in Italia, riservandoci ovviamente ogni<br />

azione a tutela dell’Associazione e dei suoi<br />

13


iscritti nelle opportune se<strong>di</strong> giu<strong>di</strong>ziarie.<br />

14<br />

Per l’Associazione <strong>di</strong> promozione<br />

sociale Renzo e Lucio<br />

Il presidente Mauro Pirovano<br />

Via del Maglio 4D<br />

23868 Valmadrera<br />

❖ ❖ ❖<br />

ESERCIZIO DELLA PROFESSIONE<br />

FORENSE E OMOSESSUALITA’. Note a<br />

margine <strong>di</strong> un recente articolo.<br />

La lettura dell’articolo apparso su “TOGA<br />

LECCHESE” n.2/2009, pagg. 25-27, ad opera<br />

dell’Avvocata Adria Stella Infrasca, dal<br />

titolo Infedeltà coniugale omosessuale.<br />

Conseguenze risarcitorie a commento delle<br />

sentenze del Tribunale d Brescia, 9 ottobre<br />

2006 e della Corte d’Appello <strong>di</strong> Brescia, 5<br />

giugno 2007, lascia per lo meno perplessi.<br />

La vicenda è nota, perché sia la pronuncia<br />

<strong>di</strong> primo grado sia la pronuncia d’appello<br />

sono state commentate sulle maggiori riviste<br />

giuri<strong>di</strong>che italiane. In grande sintesi – a<br />

beneficio <strong>di</strong> chi non rammentasse la fattispecie<br />

– nell’ambito <strong>di</strong> un proce<strong>di</strong>mento <strong>di</strong><br />

separazione viene introdotta la domanda <strong>di</strong><br />

risarcimento del danno esistenziale dalla<br />

moglie in quanto tra<strong>di</strong>ta dal coniuge con un<br />

uomo. Si tratta <strong>di</strong> un caso <strong>di</strong> omoinfedeltà,<br />

come icasticamente si è detto. Un fenomeno<br />

che gli <strong>Avvocati</strong> non possono ignorare<br />

dato che, come <strong>di</strong>mostra una recente indagine<br />

condotta dal Centro Stu<strong>di</strong> dell’Associazione<br />

matrimonialisti italiani, in collaborazione<br />

con <strong>il</strong> Direttore della Cattedra <strong>di</strong><br />

psicopatologia Forense dell’Università “La<br />

Sapienza” <strong>di</strong> Roma, Vincenzo Mastronar<strong>di</strong>,<br />

le infedeltà <strong>di</strong> tipo omosessuale sono in costante<br />

aumento, e sono stimate nel 7% dei<br />

tra<strong>di</strong>menti coniugali.<br />

Le perplessità che <strong>il</strong> commento dell’Avvocata<br />

Infrasca fanno sorgere sono innanzitutto<br />

legate alle considerazioni in punto<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto svolte nel testo.<br />

1. Il danno esistenziale sarebbe in re ipsa,<br />

secondo l’Autrice. È ben vero che la categoria<br />

del danno esistenziale dal suo<br />

apparire ad oggi ha suscitato molti <strong>di</strong>battiti,<br />

ma, a parte un qualche ce<strong>di</strong>mento<br />

iniziale (pur sostenuto dalla Corte <strong>di</strong><br />

Cassazione con la sentenza 7713/2000<br />

e dalla lettura della scuola torinese della<br />

figura <strong>di</strong> pregiu<strong>di</strong>zio in questione) un<br />

aspetto pacifico è sempre stata la considerazione<br />

consequenzialista del danno<br />

esistenziale. E se un tempo se ne poteva<br />

dubitare, oggi dopo le Sezioni Unite della<br />

Cassazione del 2008 sul tema, non v’è<br />

più alcun margine <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito sul punto.<br />

Infatti, la Suprema Corte ha chiaramente<br />

affermato che <strong>il</strong> danno non patrimoniale<br />

(<strong>di</strong> cui <strong>il</strong> danno esistenziale costituisce<br />

un aspetto) è sempre conseguenza della<br />

lesione, e soggiace perciò ad una ferrea<br />

esigenza <strong>di</strong> allegazione e <strong>di</strong> prova.<br />

2. Il danno esistenziale sarebbe <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente<br />

provab<strong>il</strong>e, secondo l’Autrice. Certo<br />

se si accetta la premessa – come si è<br />

appena visto – <strong>di</strong> una visione eventista,<br />

pur rifiutata sia dalla dottrina sia dalla<br />

giurisprudenza, è vero che si tratterebbe<br />

<strong>di</strong> una prova impossib<strong>il</strong>e e inut<strong>il</strong>e da<br />

dare. Ma proprio perché <strong>il</strong> danno esistenziale<br />

è una conseguenza della lesione<br />

e ha a che fare con l’alterazione<br />

del fare/essere della vittima dell’<strong>il</strong>lecito<br />

è un fatto che può – così come tutti gli<br />

altri fatti su cui si fonda la domanda attorea<br />

– essere oggetto <strong>di</strong> allegazione e<br />

<strong>di</strong> prova.<br />

3. Il danno esistenziale consisterebbe nel<br />

caso <strong>di</strong> specie, sempre secondo l’Autrice<br />

– null’altro che nelle “conseguenze<br />

negative ed um<strong>il</strong>ianti: negative per la<br />

ripercussione sulle relazioni fam<strong>il</strong>iari ed<br />

extrafam<strong>il</strong>iari, um<strong>il</strong>ianti perché al tra<strong>di</strong>mento<br />

fisico si aggiunge, come detto,<br />

l’aggravante della scelta dell’omosessualità”<br />

subite dalla moglie. Ora mentre<br />

la prima parte della definizione (le<br />

conseguenze negative <strong>di</strong> carattere relazionale)<br />

si può accogliere, per quello<br />

che si è poc’anzi detto dell’essenza del<br />

danno esistenziale, <strong>il</strong> secondo prof<strong>il</strong>o<br />

(l’um<strong>il</strong>iazione), che ha a che fare – a<br />

ben vedere – con la supposta violazione<br />

della <strong>di</strong>gnità della signora, è proprio<br />

del danno morale soggettivo, che però<br />

non può scaturire dalla particolare sensib<strong>il</strong>ità<br />

del danneggiato, ma deve essere<br />

<strong>il</strong> frutto della violazione <strong>di</strong> un valore<br />

<strong>di</strong> giuri<strong>di</strong>ca r<strong>il</strong>evanza, percepib<strong>il</strong>e come<br />

tale oggettivamente. E tale, visto <strong>il</strong> contenuto<br />

dell’articolo che qui si commenta,<br />

non può essere certo <strong>il</strong> sentimento <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>sprezzo nei confronti dell’omosessualità.<br />

4. Non è ben chiaro, infine, <strong>il</strong> riferimento<br />

alla natura negoziale del matrimonio. È<br />

assolutamente noto che la responsab<strong>il</strong>ità<br />

civ<strong>il</strong>e in tale fattispecie sia funzionale<br />

alla tutela dei <strong>di</strong>ritti fondamentali<br />

della persona coinvolti, a prescindere<br />

dalla natura giuri<strong>di</strong>ca del vincolo. E<br />

ciò è tanto vero che l’Autrice continua<br />

a far riferimento a una responsab<strong>il</strong>ità<br />

extracontrattuale quando evoca l’art.<br />

2043 c.c., peraltro del tutto impropriamente,<br />

giusto <strong>il</strong> richiamo già effettuato<br />

alle note sentenze a Sezioni unite della<br />

Corte <strong>di</strong> Cassazione del 2008, che avrebbero<br />

dovuto indurre a evocare semmai<br />

l’art. 2059 c.c.<br />

Sulla non con<strong>di</strong>visib<strong>il</strong>ità della sentenza<br />

del Tribunale <strong>di</strong> Brescia si è già detto altrove<br />

(F. B<strong>il</strong>otta e P. Cendon, Infedeltà coniugale<br />

e danno esistenziale, in Responsab<strong>il</strong>ità<br />

civ<strong>il</strong>e e previdenza, Giuffrè, M<strong>il</strong>ano, 2007,<br />

85-96). La motivazione della decisione della<br />

Corte d’Appello <strong>di</strong> Brescia ha sancito le<br />

perplessità che chi scrive aveva espresso<br />

in quel commento. Del resto, la Corte <strong>di</strong><br />

Cassazione, I sez. civ<strong>il</strong>e, con la sentenza<br />

n. 7207 del 25 marzo 2009, in materia <strong>di</strong><br />

violazione dell’obbligo <strong>di</strong> fedeltà, ha riba<strong>di</strong>to<br />

<strong>il</strong> principio secondo <strong>il</strong> quale l’infedeltà<br />

omosessuale può valere esclusivamente<br />

come causa <strong>di</strong> addebito della separazione,<br />

ove concorra causalmente a determinare<br />

la crisi del matrimonio, e non anche come<br />

fonte <strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>ità extracontrattuale.<br />

Peraltro, nel commento alla predetta sentenza<br />

sul n. 6/2009 della rivista “Famiglia<br />

e <strong>di</strong>ritto”, Armando Plaia afferma che, nel<br />

caso in cui uno dei coniugi acquisisca consapevolezza<br />

della propria omosessualità<br />

in costanza <strong>di</strong> matrimonio, «<strong>il</strong> coming out<br />

endofam<strong>il</strong>iare, ovvero la con<strong>di</strong>visione della<br />

scoperta relativa alle inclinazioni sessuali,<br />

è al tempo stesso dovere solidale matrimoniale,<br />

ma anche esercizio del proprio <strong>di</strong>ritto<br />

all’identità personale».<br />

Eppure, sono altri i passaggi dello scritto<br />

della Collega Infrasca a destare vero e proprio<br />

sgomento. Ci si riferisce alla parte del<br />

testo de<strong>di</strong>cata all’omosessualità.<br />

Immaginando che le parti siano cattolici<br />

osservanti, l’Autrice si chiede come sia<br />

possib<strong>il</strong>e non considerare r<strong>il</strong>evante <strong>il</strong> fatto<br />

che <strong>il</strong> tra<strong>di</strong>mento, su cui i giu<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> primo


grado hanno fondato la condanna al risarcimento<br />

del danno esistenziale, sia <strong>di</strong> carattere<br />

omosessuale. Se ben si comprende <strong>il</strong><br />

pensiero dell’Autrice, da donna tra<strong>di</strong>ta dal<br />

marito avrebbe sopportato una particolare<br />

sofferenza per <strong>il</strong> fatto <strong>di</strong> essere cattolica<br />

(circostanza che, nel caso <strong>di</strong> specie, non è<br />

stata accertata). La signora – secondo l’Autrice<br />

– si sarebbe sentita um<strong>il</strong>iata, poiché <strong>il</strong><br />

marito “ha scelto” <strong>di</strong> essere omosessuale.<br />

Ora, se la signora ha problemi <strong>di</strong> omofobia,<br />

francamente ciò riposa sul giuri<strong>di</strong>camente<br />

irr<strong>il</strong>evante. Al massimo, le si potrebbe consigliare<br />

un buono psicologo o la lettura del<br />

libro <strong>di</strong> Daniel Borr<strong>il</strong>lo <strong>di</strong> fresca traduzione<br />

in italiano per i tipi della casa e<strong>di</strong>trice Dedalo,<br />

Omofobia.<br />

Tanto per cominciare l’omosessualità<br />

non è una scelta. Con buona pace dell’Avvocata<br />

Infrasca, l’omosessualità è una<br />

caratteristica ascritta e non eliminab<strong>il</strong>e<br />

della personalità. Del resto, è innanzitutto<br />

<strong>il</strong> buon senso a suggerire che sia irrazionale<br />

scegliere una con<strong>di</strong>zione personale che<br />

genera tanta riprovazione sociale, come lo<br />

scritto in commento <strong>di</strong>mostra.<br />

La signora ha avuto l’avventura <strong>di</strong> sposare<br />

un omosessuale, <strong>il</strong> quale – si conviene<br />

– male ha fatto a non vivere fin dall’inizio<br />

questa sua con<strong>di</strong>zione con serenità, decidendo<br />

<strong>di</strong> non sposare una donna. È però<br />

ben possib<strong>il</strong>e che lui stesso non ne fosse<br />

consapevole al momento della celebrazione<br />

del matrimonio e solo ove sussistesse<br />

una preor<strong>di</strong>nazione dolosa del fatto, sarebbe<br />

immaginab<strong>il</strong>e una responsab<strong>il</strong>ità civ<strong>il</strong>e<br />

a suo carico. Si tratterebbe in tal caso <strong>di</strong><br />

un fenomeno documentato dalla scienza<br />

moderna, che riguarda migliaia <strong>di</strong> persone<br />

(anche) nel nostro Paese: la negazione <strong>di</strong> sé<br />

indotta dal contesto sociale, troppo spesso<br />

improntato ad una sfacciata omofobia,<br />

che fomenta affermazioni pubbliche prive<br />

<strong>di</strong> qualsiasi rispetto verso le citta<strong>di</strong>ne e i<br />

citta<strong>di</strong>ni omosessuali.<br />

Per tornare alle argomentazioni dell’Avvocata<br />

Infrasca, in un passaggio del commento,<br />

l’Autrice cerca <strong>di</strong> chiarire perché<br />

un/una cattolico/a osservante dovrebbe<br />

provare una particolare “sofferenza” a<br />

scoprire che <strong>il</strong>/la proprio/a partner lo/la ha<br />

tra<strong>di</strong>to/a con una persona del suo stesso<br />

sesso. È sotto questo prof<strong>il</strong>o che l”Autrice<br />

esprime le proprie personali convinzioni<br />

circa l’omosessualità.<br />

L’omosessualità avrebbe – secondo l’Autrice<br />

– “due volti”:<br />

- “<strong>il</strong> primo, <strong>di</strong> rispettosissima r<strong>il</strong>evanza,<br />

avente origini e cause patologiche cui la<br />

me<strong>di</strong>cina e la scienza non hanno trovato ad<br />

oggi cura e rime<strong>di</strong>o…” (pag. 26).<br />

Affermazione da cui si inferisce che<br />

l’Autrice della nota dà per scontato che<br />

l’omosessualità sia una malattia. Ma non<br />

si accontenta <strong>di</strong> questo, poiché suggerisce<br />

al lettore, anche, che <strong>di</strong> tale malattia – ritenuta<br />

implicitamente curab<strong>il</strong>e – non venga<br />

ricercata la cura, per ragioni che si potrebbero<br />

rintracciare in quello che potremmo<br />

definire un complotto internazionale, in forza<br />

del quale la me<strong>di</strong>cina e la scienza<br />

· “_non hanno più alcun interesse alla<br />

ricerca, considerata l’in<strong>di</strong>fferenza generale<br />

verso <strong>il</strong> problema non ritenuto tale in virtù<br />

<strong>di</strong> una tollerante quanto snaturata insensib<strong>il</strong>ità<br />

nei suoi confronti (non nuova nella<br />

nostra storia, soprattutto in riferimento al<br />

paganesimo che ha preceduto le fe<strong>di</strong> religiose<br />

attuali)” (pag. 26).<br />

Il connubio tra mancanza <strong>di</strong> fede religiosa<br />

e tolleranza verso l’omosessualità è,<br />

in base all’argomentazione che lo scritto<br />

ci offre, ancora più saldo: se tutti fossero<br />

ferventi cattolici e le ragioni della fede si<br />

imponessero nella loro fulgida verità, noi<br />

tutti potremmo essere redenti e finalmente<br />

scoprire la fonte del vizio malato che – a<br />

voler seguire <strong>il</strong> pensiero dell’Autrice – sarebbe<br />

l’omosessualità.<br />

Fin qui basterebbero a confutare tali<br />

affermazioni la citazione <strong>di</strong> Foucault, <strong>di</strong><br />

centinaia <strong>di</strong> ricerche <strong>di</strong> psicologi <strong>di</strong> tutto <strong>il</strong><br />

mondo, dei documenti dell’Organizzazione<br />

mon<strong>di</strong>ale della Sanità, e – ancora più importanti<br />

per chi esercita la professione <strong>di</strong><br />

avvocato – <strong>di</strong> Risoluzioni del Parlamento<br />

europeo, <strong>di</strong> sentenze della Corte <strong>di</strong> giustizia<br />

europea, delle più alte Corti straniere<br />

che si sono occupate del tema, della nostra<br />

Corte costituzionale, dei nostri Tribunali <strong>di</strong><br />

merito. Poiché l’Autrice si oppone, oltre<br />

che all’evidenza scientifica, alla dottrina<br />

e giurisprudenza nazionali, comunitarie e<br />

internazionali, ormai consolidate, avrebbe<br />

dovuto citare tali materiali e tentare <strong>di</strong><br />

contrad<strong>di</strong>rli con argomentazioni esplicite e<br />

razionali. È inammissib<strong>il</strong>e che in uno scritto<br />

che aspiri ad una pur minima scientificità<br />

non si citino argomenti contrari alla propria<br />

tesi, specie se assolutamente maggioritari.<br />

Ma dopo le affermazioni che precedono<br />

si va francamente oltre, con un affronto<br />

inau<strong>di</strong>to verso le citta<strong>di</strong>ne e i citta<strong>di</strong>ni omosessuali<br />

del nostro Paese.<br />

L’omosessualità avrebbe, infatti, secondo<br />

l’Avvocata Infrasca, un secondo prof<strong>il</strong>o<br />

definito – incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>mente – “indegno <strong>di</strong> rispetto<br />

e considerazione “ (pag. 26). L’omosessualità<br />

viene definita come un insieme<br />

<strong>di</strong> “pratiche innaturali” strumentalizzate<br />

ai fini pubblicitari e funzionali “all’imposizione<br />

<strong>di</strong> dottrine politiche o f<strong>il</strong>osofiche in<br />

senso ampio”. In cosa consisterebbero tali<br />

dottrine? Nell’ “esaltazione abnorme della<br />

libertà piena dell’in<strong>di</strong>viduo, libero da costrizioni<br />

legali o religiose” (pag. 26).<br />

Ora che un comune citta<strong>di</strong>no si esprima in<br />

siffatti termini sarebbe già gravissimo, che<br />

lo faccia un Avvocato lascia senza parole.<br />

In quale norma dell’or<strong>di</strong>namento italiano<br />

l’Avvocata Infrasca riesce a rintracciare un<br />

limite alla libertà <strong>di</strong> autodeterminazione<br />

che recepisca dettami <strong>di</strong> fonte religiosa?<br />

Dalla proclamazione della Magna Charta<br />

ad oggi, l’habeas corpus serve proprio ad<br />

impe<strong>di</strong>re che lo Stato si ingerisca nelle<br />

scelte più intime dell’in<strong>di</strong>viduo. Se nel<br />

nostro sistema vigono norme o prassi interpretative<br />

che impe<strong>di</strong>scono alle persone<br />

omosessuali <strong>di</strong> <strong>di</strong>spiegare liberamente <strong>il</strong><br />

loro orientamento sessuale ciò non è una<br />

conferma <strong>di</strong> quanto afferma l’Autrice, bensì<br />

<strong>il</strong> frutto <strong>di</strong> un’incrostazione normativa<br />

da eliminare in quanto contrastante con i<br />

principi supremi dell’or<strong>di</strong>namento costituzionale<br />

sanciti dagli artt. 2, 3 e 13 della<br />

Costituzione Italiana.<br />

Decidere le modalità in cui vivere la propria<br />

sfera sessuale, come nel caso della bisessualità,<br />

viene definito dall’Autrice come<br />

“deviazione esclusivamente viziosa” (pag.<br />

26). Si fa notare all’Avvocata Infrasca che<br />

non solo negli Stati Uniti d’America (a partire<br />

dal 2003), ma anche recentemente in<br />

In<strong>di</strong>a, sono state depenalizzate le c.d. Sodomy<br />

Laws, che – a <strong>di</strong>spetto <strong>di</strong> non corretti<br />

echi biblici – non facevano riferimento solo<br />

a pratiche erotiche tra persone dello stesso<br />

sesso, ma a qualsiasi atto non procreativo.<br />

Nel nostro Paese, poi – a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> altri<br />

dell’Unione europea – l’omosessualità non<br />

è reato a partire dal 1860. Usare la legge<br />

15


per entrare nella stanza da letto dei citta<strong>di</strong>ni,<br />

a quelle Alte Corti non è sembrato<br />

accettab<strong>il</strong>e, alla luce del principio <strong>di</strong> libertà<br />

e <strong>di</strong> autodeterminazione. Siamo certi che<br />

l’Avvocata Infrasca vorrà convenire con<br />

tale punto <strong>di</strong> vista.<br />

A senso <strong>di</strong> ulteriori equivoci, quin<strong>di</strong>, è<br />

bene rammentare alcune evidenze:<br />

a) l’omosessualità non è una malattia;<br />

b) le convinzioni religiose (cattoliche o<br />

meno che siano) <strong>di</strong> ciascuno non possono<br />

essere imposte ad altri per legge,<br />

in uno Stato laico quale è la Repubblica<br />

italiana;<br />

c) <strong>il</strong> limite della libertà in<strong>di</strong>viduale può essere<br />

stab<strong>il</strong>ito solo per legge (dello Stato<br />

evidentemente) e a fronte <strong>di</strong> prevalenti<br />

interessi <strong>di</strong> carattere collettivo, essendo<br />

altrimenti quella limitazione legale, specie<br />

se riferita ad una minoranza, incostituzionale.<br />

Da ultimo, voglio ricordare a tutti i Colleghi<br />

dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> che in Italia, da<br />

quasi due anni, esiste un’Associazione <strong>di</strong><br />

Avvocate, <strong>Avvocati</strong> e praticanti che si batte<br />

per i <strong>di</strong>ritti delle persone lesbiche, gay, bisessuali<br />

e transgender (www.retelenford.<br />

it). Si tratta <strong>di</strong> un’associazione presente sul<br />

piano nazionale in 23 Fori <strong>di</strong>versi, speriamo<br />

che quello <strong>di</strong> <strong>Lecco</strong> sia <strong>il</strong> 24esimo. Non c’è<br />

bisogno <strong>di</strong> essere omosessuali per farne<br />

parte. Basta avere a cuore la <strong>di</strong>fesa dei <strong>di</strong>ritti<br />

delle persone contro le <strong>di</strong>scriminazioni<br />

e i soprusi, tante volte compiuti in nome<br />

<strong>di</strong> una <strong>di</strong>storta interpretazione della legge<br />

ai danni delle persone non eterosessuali.<br />

Scopo dell’Associazione Avvocatura per i<br />

<strong>di</strong>ritti LGBT – Rete Lenford è sensib<strong>il</strong>izzare<br />

gli operatori della giustizia con l’organizzazione<br />

<strong>di</strong> corsi <strong>di</strong> formazione e pubblicazioni.<br />

Uno dei nostri prossimi incontri avrà come<br />

titolo Deontologia forense e omosessualità.<br />

E alla luce dell’articolo che qui abbiamo<br />

commentato, si può certamente ritenere un<br />

tema <strong>di</strong> stretta attualità.<br />

16<br />

Avv. Francesco B<strong>il</strong>otta<br />

Ricercatore <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto privato<br />

nell’Università <strong>di</strong> U<strong>di</strong>ne<br />

Segreteria scientifica <strong>di</strong> Avvocatura<br />

per i <strong>di</strong>ritti LGBT – Rete Lenford.<br />

Il Pacchetto Sicurezza:<br />

valutazioni della Camera Penale<br />

A pochi mesi dalla pubblicazione sulla<br />

Gazzetta Ufficiale della Legge n. 94/2009<br />

“Disposizioni in materia <strong>di</strong> sicurezza pubblica”,<br />

l’argomento pare essere ancora<br />

attuale.<br />

Il cosiddetto “pacchetto sicurezza” ha<br />

apportato gran<strong>di</strong> novità sia nell’ambito del<br />

co<strong>di</strong>ce penale sia nell’ambito del co<strong>di</strong>ce<br />

<strong>di</strong> procedura penale: dall’introduzione del<br />

reato <strong>di</strong> immigrazione clandestina, punito<br />

con ammenda per lo straniero che entra<br />

<strong>il</strong>legalmente nel territorio dello Stato, alle<br />

nuove norme in materia <strong>di</strong> occupazione del<br />

suolo pubblico, dalle misure <strong>di</strong> contrasto<br />

all’impiego <strong>di</strong> minori nell’accattonaggio,<br />

alle misure in materia <strong>di</strong> confisca dei beni<br />

<strong>di</strong> provenienza <strong>il</strong>lecita, dal via alle cosiddette<br />

ronde citta<strong>di</strong>ne, al ripristino del reato<br />

<strong>di</strong> oltraggio al pubblico ufficiale, dall’estensione<br />

della permanenza nei centri <strong>di</strong> identificazione<br />

ed espulsione fino ad un massimo<br />

<strong>di</strong> 180 giorni ai limiti ai matrimoni <strong>di</strong> interesse.<br />

Queste in breve le novità assolute apportate<br />

al vigente or<strong>di</strong>namento giuri<strong>di</strong>co dal<br />

DDL 733 -b.<br />

Le novità più salienti riguardano, senza<br />

dubbio, tematiche importanti quali la sicurezza<br />

urbana e la certezza della pena.<br />

Il “pacchetto sicurezza” è stato varato,<br />

infatti, per introdurre norme più severe<br />

per combattere i reati che creano allarme<br />

sociale, così come per contrastare lo<br />

sfruttamento dei minori in attività criminali<br />

o nell’accattonaggio, per rendere più<br />

efficace la collaborazione tra i prefetti ed<br />

i sindaci ed attribuire a questi ultimi maggiori<br />

strumenti per contribuire a garantire<br />

la sicurezza pubblica.<br />

E’ stata anche rafforzata la collaborazione<br />

tra vig<strong>il</strong>i urbani e forze dell’or<strong>di</strong>ne, mentre<br />

ai prefetti è stato attribuito <strong>il</strong> potere <strong>di</strong><br />

espulsione dei citta<strong>di</strong>ni comunitari per ragioni<br />

<strong>di</strong> pubblica sicurezza.<br />

In particolare, sono stati incrementati i<br />

poteri dei sindaci, i quali avranno facoltà<br />

<strong>di</strong> adottare provve<strong>di</strong>menti urgenti per prevenire<br />

ed eliminare gravi pericoli all’incolumità<br />

pubblica e pericoli per la sicurezza<br />

urbana, i poteri dei vig<strong>il</strong>i urbani nella tutela<br />

della legalità nelle città attraverso una<br />

maggiore collaborazione con le forze <strong>di</strong><br />

polizia, i poteri dei prefetti, i quali avranno<br />

la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> allontanare i citta<strong>di</strong>ni stranieri<br />

dal territorio nazionale per motivi <strong>di</strong><br />

pubblica sicurezza.<br />

Inoltre, è stata rafforzata la risposta a<br />

condotte, come l’omici<strong>di</strong>o o le lesioni in<br />

stato <strong>di</strong> ebbrezza, che minano la sicurezza<br />

dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

E’ stato, anche, ampliato <strong>il</strong> numero dei<br />

reati <strong>di</strong> grave allarme sociale (come la rapina,<br />

<strong>il</strong> furto in appartamento, lo scippo,<br />

l’incen<strong>di</strong>o boschivo, la violenza sessuale<br />

aggravata), per i quali, in presenza <strong>di</strong> esigenze<br />

cautelari, si prevede la sola custo<strong>di</strong>a<br />

in carcere escludendo l’automatismo della<br />

sospensione dell’esecuzione della pena irrogata<br />

con sentenza definitiva.<br />

Questo in sintesi quanto <strong>di</strong> nuovo introdotto<br />

dal pacchetto sicurezza.<br />

In realtà, l’introduzione del pacchetto si-


curezza ha destato non poco clamore non<br />

solamente nel panorama politico italiano,<br />

ma anche nel mondo dei giuristi.<br />

E’ tanto vero ciò che l’Unione delle Camere<br />

Penali Italiane ha preso, fortemente<br />

posizione sul DDL 733-B/2009, ponendo<br />

l’interrogativo “se vi sia maggiormente necessità<br />

<strong>di</strong> sicurezza o solamente più voglia<br />

d’or<strong>di</strong>ne”....<br />

Tale d<strong>il</strong>emma, fortemente provocatorio,<br />

trae spunto dal fatto che la sicurezza delle<br />

persone pare essere maggiormente assicurata<br />

oggi rispetto al passato. Infatti, i dati<br />

ufficiali <strong>di</strong>ffusi dal Ministero dell’Interno<br />

danno conto <strong>di</strong> una costante e progressiva<br />

<strong>di</strong>minuzione del fenomeno criminale sin dal<br />

secondo semestre dell’anno 2007; nell’anno<br />

2008 si è potuta registrare una importante<br />

<strong>di</strong>minuzione <strong>di</strong> reati come gli omici<strong>di</strong><br />

volontari, i furti, le rapine, estorsioni, minacce,<br />

danneggiamenti...<br />

Facendo propri questi dati, la Camera<br />

Penale italiana ha espresso la propria preoccupazione<br />

nei confronti del pacchetto<br />

sicurezza, in quanto lo stessa pareva concretizzarsi:<br />

“1) in un massiccio ricorso alla sanzione<br />

penale, quale risposta priv<strong>il</strong>egiata dello<br />

Stato a problematiche sociali complesse;<br />

2) in un incremento delle pene e<strong>di</strong>ttali e<br />

contestuale limitazione della <strong>di</strong>screzionalità<br />

verso <strong>il</strong> basso del giu<strong>di</strong>ce;<br />

3) in una mera estensione ad un numero<br />

elevatissimo <strong>di</strong> fattispecie della presuzione<br />

<strong>di</strong> pericolosità ed obbligatoria<br />

applicazione della misura custo<strong>di</strong>ale in<br />

carcere in sede cautelare”.<br />

Ciò in breve quanto espresso dalla Camera<br />

Penale sul punto.<br />

Ma vi è <strong>di</strong> più.<br />

Anche l’opinione pubblica ha espresso<br />

qualche perplessità verso <strong>il</strong> pacchetto sicurezza:<br />

più nello specifico, si è pensato<br />

che i poteri rafforzati dei sindaci potessero<br />

essere eccessivi, anche solo per uso smodato<br />

delle nuove prerogative; dubbi si sono<br />

formati circa <strong>il</strong> potere dei prefetti <strong>di</strong> espellere<br />

per motivi <strong>di</strong> or<strong>di</strong>ne pubblico i citta<strong>di</strong>ni<br />

extracomunitari; ulteriori problemi sono<br />

sorti tra l’intoccab<strong>il</strong>e <strong>di</strong>ritto alla salute,<br />

anche del citta<strong>di</strong>no straniero, e l’obbligo <strong>di</strong><br />

segretezza, tipico e proprio della prestazione<br />

me<strong>di</strong>ca....<br />

In quest’ottica <strong>di</strong> forte contrasto e <strong>di</strong> <strong>di</strong>battito,<br />

<strong>il</strong> pacchetto sicurezza è, però, stato<br />

varato ed è <strong>di</strong>ventato legge.<br />

Ci si chiede, dunque, oggi, sul finire <strong>di</strong><br />

un’estate in cui <strong>il</strong> <strong>di</strong>segno <strong>di</strong> legge, tanto<br />

<strong>di</strong>battuto è, realmente, <strong>di</strong>ventato legge, se<br />

i gran<strong>di</strong> d<strong>il</strong>emmi che hanno occupato le testate<br />

nazionali dei quoti<strong>di</strong>ani, per un intero<br />

inverno, e gli importanti temi che hanno<br />

infiammato <strong>di</strong>battiti importanti, per molti<br />

mesi, siano ancora attuali.<br />

Nella quoti<strong>di</strong>anità del nostro lavoro, forse<br />

più importante sarebbe comprendere<br />

cosa si intende per “sicurezza” e, conseguentemente,<br />

mettere in pratica le regole<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto, le norme e le leggi che si è appresi<br />

e che sono patrimonio del nostro or<strong>di</strong>namento<br />

per tutelare questa sicurezza.<br />

Da una rapida ricerca effettuata in internet<br />

si evince come <strong>il</strong> termine “sicurezza”<br />

derivi dal latino “sine cura” ovvero senza<br />

preoccupazione: la sicurezza può essere<br />

definita come la conoscenza che l’evoluzione<br />

<strong>di</strong> un sistema non produrrà stati indesiderati;<br />

è sapere che quello che faremo non<br />

provocherà dei danni. Il presupposto della<br />

conoscenza è fondamentale da un punto<br />

<strong>di</strong> vista epistemologico poichè un sistema<br />

può evolversi senza dar luogo a stati<br />

indesiderati, ma non per questo esso può<br />

essere ritenuto sicuro.<br />

In realtà, <strong>il</strong> termine sicurezza non si <strong>di</strong>scosta<br />

molto da quello <strong>di</strong> prevenzione.<br />

Più che un problema linguistico e semantico,<br />

si tratta <strong>di</strong> un residuo <strong>di</strong> antichi concetti<br />

sul fato, sull’ineluttab<strong>il</strong>e e sulla prevalenza<br />

del destino e della fortuna rispetto<br />

all’intelligenza umana. E’ tanto vero ciò<br />

che ancora oggi, quando si verifica un incidente,<br />

si può, fac<strong>il</strong>mente, sentir parlare<br />

<strong>di</strong> sfortuna. In realtà, concretamente, quasi<br />

sempre, l’incidente è causato dal mancato<br />

rispetto delle norme <strong>di</strong> sicurezza. Il poter,<br />

però, associare la fortuna o l’ineluttab<strong>il</strong>e<br />

a qualcosa <strong>di</strong> indesiderato, fa parte della<br />

natura umana.<br />

E’ evidente che si può parlare <strong>di</strong> sicurezza<br />

totale solo in assenza <strong>di</strong> pericoli. In<br />

senso assoluto, si tratta <strong>di</strong> un concetto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>mente<br />

traducib<strong>il</strong>e nella vita reale.<br />

Vero è, però, che l’applicazione <strong>di</strong> tutte le<br />

norme <strong>di</strong> sicurezza, vigenti, sia <strong>di</strong> vecchia<br />

sia <strong>di</strong> nuova introduzione, rende, senza<br />

dubbio, più <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e <strong>il</strong> verificarsi <strong>di</strong> eventi<br />

dannosi e <strong>di</strong> incidenti.<br />

Ciò non può che essere letto in un miglioramento<br />

della qualità della vita.<br />

Dopo le polemiche, i protocolli, i <strong>di</strong>battiti,<br />

le lunghe <strong>di</strong>ssertazioni, ai citta<strong>di</strong>ni, agli<br />

operatori del <strong>di</strong>ritto e ai pubblici ufficiali<br />

non resta che condurre una quoti<strong>di</strong>ana<br />

esistenza, nel rispetto delle norme sulla<br />

sicurezza varate, per perseguire l’obiettivo<br />

<strong>di</strong> una vita, la cui qualità sia esponenzialmente<br />

migliore.<br />

giuseppe sassi<br />

17


Riforma C.P.C.<br />

Effetti della omessa contestazione.<br />

18<br />

Solo alcuni tra i primi commentatori del-<br />

la recente (ma non certamente l’ultima)<br />

novella legislativa contenuta nella legge<br />

69/2009, che ha apportato <strong>di</strong>verse mo<strong>di</strong>fiche<br />

al co<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> rito, hanno riconosciuto<br />

la dovuta importanza a quella che probab<strong>il</strong>mente<br />

è stata la più significativa tra le<br />

novità introdotte.<br />

Mi riferisco alla mo<strong>di</strong>fica apportata<br />

all’art. 115 c.p.c., che prima della novella,<br />

<strong>di</strong>sponeva che “salvi i casi previsti dalla<br />

legge, <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>ce deve porre a fondamento<br />

della decisione le prove proposte dalle<br />

parti o dal pubblico ministero. Può tuttavia,<br />

senza bisogno <strong>di</strong> prova, porre a fondamento<br />

della decisione le nozioni <strong>di</strong> fatto che<br />

rientrano nella comune esperienza”.<br />

Occorre quin<strong>di</strong> esaminare con attenzione<br />

la novella, anche compen<strong>di</strong>ando quanto<br />

fino ad ora emerso in dottrina.<br />

L’art. 115 c.p.c. poneva come principio <strong>il</strong><br />

vincolo della prova giu<strong>di</strong>ziale, allegata dalla<br />

parte ed (eccezionalmente) dal PM, dal<br />

che <strong>di</strong>scendeva che ai sensi dell’art. 2697<br />

c.c., in tema <strong>di</strong> riparto dell’onere della prova,<br />

l’attore dovesse dare <strong>di</strong>mostrazione dei<br />

fatti posti a fondamento della propria domanda.<br />

Viceversa, <strong>il</strong> convenuto, salvo <strong>il</strong> caso in<br />

cui introducesse eccezioni in senso stretto<br />

o ad<strong>di</strong>rittura domande riconvenzionali,<br />

poteva sia offrire una <strong>di</strong>versa ricostruzione<br />

della realtà storica narrata dalla sua controparte<br />

sia limitarsi semplicemente a contestare<br />

la tesi attorea.<br />

In tale senso, non era per nulla infrequente<br />

leggere <strong>di</strong> comparse <strong>di</strong> costituzione<br />

<strong>di</strong> poche pagine, nelle quali <strong>il</strong> procuratore<br />

si limitava a “contestare tutto quanto dedotto<br />

dall’attore”.<br />

Non solo questa linea <strong>di</strong>fensiva era lecita,<br />

ma risultava molto opportuna ed efficace<br />

in particolari circostanze, come quando<br />

<strong>il</strong> convenuto non era stato in grado <strong>di</strong><br />

riferire nei dettagli al proprio <strong>di</strong>fensore la<br />

vicenda oppure quando si poteva validamente<br />

confidare sulla <strong>di</strong>fficoltà oggettiva<br />

da parte dell’attore <strong>di</strong> rappresentare, con<br />

testi o altro, la realtà dei fatti.<br />

Meglio, appunto in quelle fattispecie, <strong>il</strong><br />

s<strong>il</strong>enzio e l’attesa della attività probatoria<br />

dell’avversario.<br />

E’ significativo (e al contempo, quasi<br />

banale) l’esempio <strong>di</strong> Tizio che evocava in<br />

giu<strong>di</strong>zio Caio assumendo che <strong>il</strong> veicolo <strong>di</strong><br />

proprietà <strong>di</strong> quest’ultimo avesse urtato da<br />

tergo <strong>il</strong> suo, fermo ad un incrocio.<br />

Nel costituirsi in quel giu<strong>di</strong>zio, Caio limitandosi<br />

semplicemente a negare la<br />

veri<strong>di</strong>cità <strong>di</strong> quanto asserito da Tizio, sottintendeva<br />

tante cose: che <strong>il</strong> sinistro non<br />

era avvenuto, oppure che si era verificato<br />

in altra maniera.<br />

Di qui la necessità <strong>di</strong> Tizio <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostrare i<br />

propri assunti, senza eccezione alcuna, sicché<br />

in assenza <strong>di</strong> testimoni o <strong>di</strong> altri elementi<br />

<strong>di</strong> fatto significativi, costui avrebbe<br />

potuto avere non poche <strong>di</strong>fficoltà per ottenere<br />

l’accoglimento della propria domanda<br />

giu<strong>di</strong>ziale.<br />

Il precetto in esame, oltre a prevedere <strong>il</strong><br />

“fatto notorio”, come fonte <strong>di</strong> convincimento,<br />

derogava all’affermato principio consentendo<br />

al Giu<strong>di</strong>ce la cognizione anche da<br />

attività istruttoria d’ufficio, ma limitata e<br />

raramente esercitata (se non nel processo<br />

del lavoro).<br />

Quanto alla condotta assunta dalle parti<br />

nel corso del giu<strong>di</strong>zio, questa poteva al più<br />

essere r<strong>il</strong>evante come argomento <strong>di</strong> prova.<br />

Il quadro è mutato, a seguito dell’intervento<br />

ri<strong>formato</strong>re del precetto in parola,<br />

poiché ora <strong>il</strong> Giu<strong>di</strong>ce deve porre a fondamento<br />

delle proprie decisioni anche “i fatti<br />

non specificatamente contestati dalla parte<br />

costituita”.<br />

Non si tratta <strong>di</strong> una facoltà del Giu<strong>di</strong>ce<br />

(può) ma <strong>di</strong> un obbligo (deve) <strong>di</strong> tenere in<br />

considerazione anche quei fatti che assunti<br />

da una delle parti (e quin<strong>di</strong> anche dal convenuto),<br />

se non contestati dall’altra, purché<br />

costituita in giu<strong>di</strong>zio, devono ritenersi come<br />

ammessi, sicché per essi non occorre ulteriore<br />

conferma e quin<strong>di</strong> attività istruttoria.<br />

E’ pertanto pacifica l’impossib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong><br />

mantenere una strategia processuale, per<br />

così <strong>di</strong>re “passiva” poiché essa può risultare<br />

del tutto controproducente per <strong>il</strong> convenuto,<br />

<strong>il</strong> quale dovrà al contrario esporsi e<br />

prendere posizione su ciò che è stato affermato<br />

in atto <strong>di</strong> citazione.<br />

Pur non essendo stata mo<strong>di</strong>ficata la regola<br />

in tema <strong>di</strong> onere probatorio, con la<br />

novità recentemente introdotta, alla <strong>di</strong>mostrazione<br />

del fatto costitutivo si può pervenire<br />

anche attraverso la semplice assunzione<br />

dello stesso, se non seguita da specifica<br />

contestazione.<br />

In altri termini, parte attrice deve ancora<br />

affermare <strong>il</strong> fatto, ma a seconda delle<br />

deduzioni del convenuto, potrebbe anche


essere esonerata dall’onere probatorio <strong>di</strong><br />

esso.<br />

La contestazione <strong>di</strong>viene dunque momento<br />

significativo del processo.<br />

La dottrina si è già interrogata sul come<br />

debba essere fatta, e le risposte offerte<br />

paiono andare tutte nella medesima <strong>di</strong>rezione:<br />

non è sufficiente riportare, o in comparsa<br />

<strong>di</strong> risposta o a verbale <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza,<br />

come si faceva un tempo, frasi del tipo “si<br />

contesta quanto ex adverso dedotto”.<br />

Occorre, invece, che all’affermazione si<br />

accompagni una <strong>di</strong>versa prospettazione <strong>di</strong><br />

ciò che si intende smentire o ricostruire rispetto<br />

a ciò che controparte afferma.<br />

Tornando all’esempio dell’incidente,<br />

Caio deve espressamente assumere la<br />

propria estraneità al fatto, ossia che quel<br />

giorno l’incidente non è avvenuto perché<br />

<strong>il</strong> suo veicolo si trovava altrove, fermo in<br />

sosta, magari in una località molto <strong>di</strong>stante<br />

da dove sarebbe avvenuto l’urto descritto<br />

nell’atto <strong>di</strong> citazione.<br />

Proprio per non vanificare la portata della<br />

novella, solo una specifica ed analitica<br />

presa <strong>di</strong> posizione del convenuto può “salvare”<br />

costui dal subire gli effetti negativi<br />

della mancata contestazione.<br />

E’ evidente quin<strong>di</strong> la “rivoluzione copernicana”<br />

introdotta con quella norma, che<br />

costringe i <strong>di</strong>fensori a ripensare al modo <strong>di</strong><br />

costituirsi in giu<strong>di</strong>zio, e all’attività prodromica<br />

a ciò.<br />

Il <strong>di</strong>fensore del convenuto non potrà limitarsi<br />

ad una incompleta o sbrigativa ricostruzione<br />

del fatto, ma dovrà porre da subito<br />

al proprio cliente tutte le domande del<br />

caso per comprendere appieno la vicenda,<br />

senza più potere rinviare ad un secondo<br />

momento l’approfon<strong>di</strong>mento.<br />

La nuova formulazione dell’art. 115 c.p.c.<br />

potrebbe quin<strong>di</strong> anche esporre <strong>il</strong> <strong>di</strong>fenso-<br />

re a responsab<strong>il</strong>ità professionale qualora<br />

l’omissione della contestazione derivasse<br />

da una incompleta <strong>di</strong>samina delle argomentazioni<br />

del proprio cliente, o dalla non<br />

tempestiva raccolta <strong>di</strong> elementi documentali<br />

ed in genere cognitivi.<br />

Taluni hanno cercato <strong>di</strong> limitare la portata<br />

innovatrice della novella, evidenziando<br />

che l’obbligo <strong>di</strong> contestazione riguarderebbe<br />

solo i fatti primari e non quelli secondari,<br />

r<strong>il</strong>evando che la giurisprudenza, già<br />

da anni, era già giunta ad elaborare quello<br />

stesso principio, che <strong>il</strong> legislatore si è quin<strong>di</strong><br />

si è semplicemente limitato a tradurre in<br />

legge.<br />

O, ancora, si è detto che <strong>il</strong> fatto non contestato<br />

equivale a circostanza <strong>di</strong>mostrata<br />

(provata) solo a livello processuale e non<br />

sostanziale.<br />

Quelle osservazioni, ad un attenta analisi,<br />

si <strong>di</strong>mostrano inconsistenti.<br />

Per prima cosa, la norma si riferisce a tutti<br />

i fatti dedotti in giu<strong>di</strong>zio (primari – secondari<br />

– ecc…), sicché <strong>il</strong> principio vale per<br />

qualsiasi circostanza introdotta dall’attore<br />

(ma anche dal convenuto a suffragio delle<br />

eccezioni in senso stretto o delle domande<br />

riconvenzionali).<br />

E’ vero che alcuni Tribunali e (soprattutto)<br />

la Suprema Corte <strong>di</strong> Cassazioni, in alcuni<br />

loro arresti, erano giunti ad affermare<br />

che i fatti allegati da una parte possono<br />

considerarsi pacifici, sì da poter essere posti<br />

a base della decisione, non solo quando<br />

siano stati esplicitamente ammessi dalla<br />

controparte, ma anche quando questa non<br />

li contesti specificamente ed imposti altrimenti<br />

<strong>il</strong> proprio sistema <strong>di</strong>fensivo.<br />

Ma si trattava comunque <strong>di</strong> principi non<br />

vincolanti per gli altri giu<strong>di</strong>canti, che potevano<br />

essere <strong>di</strong>sattesi.<br />

Quanto poi alla valenza della prova, ossia<br />

al fatto che la circostanza oggetto <strong>di</strong><br />

non contestazione risulti accertata in senso<br />

processuale o sostanziale, pare essere<br />

questa una <strong>di</strong>stinzione priva <strong>di</strong> significato<br />

pratico: quello che conta è l’esito <strong>di</strong> quel<br />

giu<strong>di</strong>zio che appunto si deve fondare anche<br />

sui fatti non contestati.<br />

Semmai sono altre le puntualizzazioni<br />

che possono essere sollevare in or<strong>di</strong>ne alla<br />

scelta operata dal legislatore.<br />

Se è vero che <strong>il</strong> convenuto non può più<br />

limitarsi a contestare genericamente quanto<br />

dedotto dall’attore, era forse opportuno<br />

inserire nell’atto <strong>di</strong> citazione un apposito<br />

avvertimento, fra gli altri, anche in questo<br />

senso, ovviamente per quanto possa valere<br />

una precauzione <strong>di</strong> quel genere.<br />

La novella legislativa avrebbe inoltre potuto<br />

riguardare anche i processi contumaciali,<br />

invece che rivolgersi solo all’ipotesi<br />

in cui le parti si siano costituite in giu<strong>di</strong>zio.<br />

Non si comprende infatti perché la parte<br />

che si è presentata <strong>di</strong> fronte al Giu<strong>di</strong>ce<br />

(costituita) deve essere attenta a prendere<br />

posizione su ogni circostanza dedotta<br />

dall’avversario, mentre maggiore riguardo<br />

(quasi una particolare tutela) viene rivolta<br />

alla parte contumace, che appunto può<br />

rimanere nel s<strong>il</strong>enzio, senza che dalla propria<br />

condotta possano derivare conseguenze<br />

pregiu<strong>di</strong>zievoli.<br />

Evidentemente, come peraltro notato<br />

da alcuni commentatori della novella, <strong>il</strong><br />

legislatore non ha ancora abbandonato <strong>il</strong><br />

garantismo nei confronti <strong>di</strong> chi ha scelto,<br />

volontariamente, <strong>di</strong> non volersi costituire.<br />

Così stando le cose, risulta oggi più efficace<br />

la scelta <strong>di</strong> colui, in particolari circostanze,<br />

rimane assente dal giu<strong>di</strong>zio.<br />

Mi riferisco alle ipotesi in cui <strong>il</strong> convenuto<br />

non è in grado <strong>di</strong> fornire una <strong>di</strong>versa ricostruzione<br />

dei fatti rispetto a quella offerta<br />

dall’attore ma, d’altro canto, può confidare<br />

sulla <strong>di</strong>fficoltà dell’attore <strong>di</strong> <strong>di</strong>mostra-<br />

19


e quanto da costui affermato, perché ad<br />

esempio non vi erano testimoni.<br />

In tali evenienze è allora premiante la<br />

contumacia.<br />

La <strong>di</strong>sciplina delle spese nel processo<br />

a seguito della legge 69/2009.<br />

Ancora una volta <strong>il</strong> legislatore ha messo<br />

mano alla <strong>di</strong>sciplina delle spese nel<br />

processo civ<strong>il</strong>e, introducendo con la legge<br />

69/2009 delle significative novità, che qui<br />

<strong>di</strong> seguito si intendono esaminare, anche<br />

riassumendo quanto emerso in dottrina sul<br />

punto.<br />

Il comp<strong>il</strong>atore della riforma si è accorto<br />

<strong>di</strong> come sia r<strong>il</strong>evante <strong>il</strong> riparto <strong>degli</strong> oneri<br />

del <strong>di</strong>fensore nei processi, soprattutto<br />

aventi valore me<strong>di</strong>o basso, per intenderci<br />

fino ad Euro 10000,00, che rappresentano<br />

statisticamente una percentuale non trascurab<strong>il</strong>e<br />

del contenzioso.<br />

In tali vertenze, magari caratterizzate da<br />

un’intensa attività dei <strong>di</strong>fensori, con quin<strong>di</strong><br />

un numero elevato <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza <strong>di</strong> assunzione<br />

delle prove orali, l’ammontare delle spese<br />

liquidab<strong>il</strong>i può avvicinarsi all’importo del<br />

capitale oggetto della contesa: la decisione<br />

in or<strong>di</strong>ne al rimborso o meno delle spese<br />

è particolarmente significativa nell’economia<br />

dei contrapporti interessi.<br />

L’attore che si è visto accogliere la domanda,<br />

ma compensate le spese, risulta <strong>di</strong><br />

fatto soccombente.<br />

Al contempo, <strong>il</strong> convenuto che è stato<br />

condannato a corrispondere una certa<br />

somma capitale alla controparte, oltre al<br />

rimborso delle spese <strong>di</strong> lite, è come se<br />

avesse perduto due volte, considerando<br />

che dovrebbe pure remunerare l’attività del<br />

proprio avvocato.<br />

Occorreva quin<strong>di</strong> un intervento che mettesse<br />

or<strong>di</strong>ne a questa importante materia,<br />

20<br />

attraverso l’imposizione <strong>di</strong> linee guida che,<br />

<strong>di</strong> fatto, limitassero <strong>il</strong> potere <strong>di</strong>screzionale<br />

dei Giu<strong>di</strong>canti.<br />

Gli interventi ri<strong>formato</strong>ri sono pure andati<br />

nella <strong>di</strong>rezione, auspicata e auspicab<strong>il</strong>e,<br />

<strong>di</strong> punire, anche severamente, tutte quelle<br />

condotte che si possono definire genericamente<br />

scorrette e che <strong>di</strong> fatto hanno come<br />

effetto quello <strong>di</strong> d<strong>il</strong>atare i tempi della giustizia<br />

ossia <strong>di</strong> impe<strong>di</strong>re che <strong>il</strong> Giu<strong>di</strong>ce possa<br />

arrivare, in tempi brevi, ad emettere una<br />

decisione.<br />

L’art. 91 c.p.c. ha così subito r<strong>il</strong>evanti<br />

integrazioni, giacché innovando l’attuale<br />

enunciazione del principio secondo cui alla<br />

soccombenza <strong>di</strong> regola consegue <strong>il</strong> pagamento<br />

delle spese <strong>di</strong> causa, ora è previsto<br />

che <strong>il</strong> Giu<strong>di</strong>ce “se accoglie la domanda in<br />

misura non superiore all’eventuale proposta<br />

conc<strong>il</strong>iativa, condanna la parte che ha<br />

rifiutato senza giustificato motivo la proposta<br />

al pagamento delle spese del processo<br />

maturate dopo la formulazione della proposta,<br />

salvo quanto <strong>di</strong>sposto dal secondo<br />

comma dell’articolo 92”.<br />

Il senso della novità è l’introduzione <strong>di</strong><br />

un deterrente contro l’immotivata continuazione<br />

del giu<strong>di</strong>zio, quando la conc<strong>il</strong>iazione<br />

avrebbe sostanzialmente anticipato<br />

gli effetti della sentenza che in tal caso<br />

costituisce un inut<strong>il</strong>e spreco <strong>di</strong> risorse della<br />

giustizia.<br />

Banalizzando, è <strong>il</strong> caso <strong>di</strong> Tizio che giu<strong>di</strong>zialmente<br />

ha chiesto <strong>il</strong> pagamento <strong>di</strong> 100<br />

e all’esito della causa ha ottenuto 70, un<br />

importo inferiore, comunque, a quello che<br />

gli era stato offerto in corso <strong>di</strong> causa.<br />

Al non trascurab<strong>il</strong>e problema della valutazione<br />

della opportunità o meno <strong>di</strong> accettare<br />

la proposta transattiva <strong>di</strong> controparte,<br />

che accresce la naturale alea del giu<strong>di</strong>zio,<br />

i quesiti che si pongono all’interprete sono<br />

<strong>di</strong>versi e <strong>di</strong> non fac<strong>il</strong>e soluzione: come,<br />

quando e chi deve formulare l’offerta?<br />

In quali situazioni è lecito rifiutarla senza<br />

incorrere nella sanzione del rimborso delle<br />

altrui spese legali?<br />

Conscio che la prassi potrebbe smentire<br />

la risposta, si può affermare che la proposta<br />

conc<strong>il</strong>iativa non debba essere accompagna<br />

da formalismi particolari, e quin<strong>di</strong><br />

che può essere formulata in u<strong>di</strong>enza o fuori<br />

purché per iscritto, fino a che la causa non<br />

sia trattenuta per la decisione, sia dalla<br />

parte che dal suo procuratore, ovviamente<br />

essa va riversata nel fascicolo <strong>di</strong> causa e<br />

per quin<strong>di</strong> portata a conoscenza del Giu<strong>di</strong>cante.<br />

In punto conc<strong>il</strong>iazioni formulate fuori dalle<br />

aule del Tribunale, è stato detto che sussistendo<br />

l’obbligo, <strong>di</strong> natura deontologica,<br />

<strong>di</strong> mantenere riservate le comunicazioni tra<br />

procuratori, contenenti proposte transattive,<br />

l’ovvia conseguenza sarebbe <strong>di</strong> non<br />

potere ut<strong>il</strong>izzate quelle missive ai predetti<br />

fini.<br />

Si è così ipotizzata una comunicazione<br />

inviata tramite ufficiale giu<strong>di</strong>ziario e posta<br />

in essere <strong>di</strong>rettamente dalla parte.<br />

Mi pare, francamente, un falso problema:<br />

<strong>il</strong> procuratore, che voglia formalizzare<br />

una proposta conc<strong>il</strong>iativa ai sensi dell’art.<br />

91 c.p.c., lo potrà fare, avendo l’accortezza<br />

<strong>di</strong> evidenziare nel testo quale è <strong>il</strong> suo intento<br />

e che la missiva verrà depositata, senza<br />

incorrere in alcuna scorrettezza.<br />

Diversamente, se lo scopo è solo “esplorativo”<br />

o comunque non ha intento processuale,<br />

basterà <strong>il</strong> <strong>di</strong>stinguo, per evitare che<br />

l’avvocato <strong>di</strong> controparte non ne faccia una<br />

riservata.<br />

Semmai si può criticare <strong>il</strong> legislatore per<br />

non avere imposto a colui che ha formulato<br />

la proposta l’obbligo <strong>di</strong> farla seguire dal<br />

deposito della somma, presso un Istituto <strong>di</strong><br />

Cre<strong>di</strong>to o altrimenti, con facoltà per la con-


troparte <strong>di</strong> trattenerla, anche in acconto.<br />

Non sta inoltre scritto che alla proposta<br />

deve seguire l’offerta <strong>di</strong> pagamento delle<br />

spese <strong>di</strong> lite, fino a quel momento maturate,<br />

ma in tal senso si può presumere che<br />

occorra precisare se esse si intendono o<br />

meno ivi ricomprese.<br />

Più delicato, come detto, sarà stab<strong>il</strong>ire<br />

quando respingerla, senza <strong>il</strong> rischio della<br />

soccombenza delle spese.<br />

Potrebbe essere <strong>il</strong> caso in cui l’offerta sia<br />

<strong>di</strong>versa dal bene della vita preteso: è riven<strong>di</strong>cato<br />

un terreno e, in contropartita, viene<br />

offerta una somma <strong>di</strong> denaro.<br />

Ma, a ben vedere, questa non sembra<br />

potersi qualificare come proposta conc<strong>il</strong>iativa,<br />

cui consegue, se respinta, l’effetto<br />

punitivo.<br />

L’attore, come è stato evidenziato in<br />

dottrina, potrebbe inoltre respingere la<br />

proposta transattiva quando, sulla scorta<br />

della documentazione in suo possesso, la<br />

soluzione conc<strong>il</strong>iativa sod<strong>di</strong>sfa in misura<br />

ridotta le proprie pretese: l’attore pretendere<br />

<strong>il</strong> ristoro <strong>di</strong> un danno biologico pari al<br />

20% <strong>di</strong> invali<strong>di</strong>tà, suffragata da una perizia<br />

stragiu<strong>di</strong>ziale, mentre gli viene proposta<br />

una liquidazione sulla base <strong>di</strong> una stima inferiore,<br />

quando ancora non è stata esperita<br />

la CTU.<br />

Ulteriormente, sempre come segnalato<br />

da attenta dottrina, potrebbe accadere<br />

che l’attore abbia necessità <strong>di</strong> avere una<br />

pronuncia giu<strong>di</strong>ziale, per gli effetti ulteriori<br />

che essa comporta.<br />

Si pensi a una persona molestata da<br />

Caio, <strong>il</strong> quale offre in risarcimento una<br />

somma <strong>di</strong> denaro, ma in cambio vuole che<br />

l’accordo rimanga riservato, sicché la parte<br />

lesa non ha interesse alcuno ad accettare<br />

l’offerta conc<strong>il</strong>iativa, e ciò a prescindere<br />

dal compenso che le viene offerto.<br />

Va poi annotato in sintonia con <strong>il</strong> dettato<br />

dell’articolo esaminato, una limitata aggiunta<br />

all’art. 92 c.p.c. .<br />

Al comma due <strong>di</strong> quel precetto, ora è <strong>di</strong>sposto<br />

che “se vi è soccombenza reciproca<br />

o concorrono altre gravi ed eccezionali<br />

ragioni (N.d.R. precedentemente “altri giusti<br />

motivi”), esplicitamente in<strong>di</strong>cate nella<br />

motivazione, <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>ce può compensare,<br />

parzialmente o per intero, le spese tra le<br />

parti”.<br />

La volontà del legislatore è evidentemente<br />

quella <strong>di</strong> ridurre le ipotesi <strong>di</strong> compensazione<br />

delle spese <strong>di</strong> causa, appunto<br />

in deroga alla regola della soccombenza,<br />

a casi del tutto particolari, sicché non bastano<br />

più giusti motivi occorrendo gravi ed<br />

eccezionali ragioni.<br />

Ben più significative sono le novità apportate<br />

all’art. 96 c.p.c., con <strong>il</strong> terzo comma,<br />

“in ogni caso, quando pronuncia sulle<br />

spese ai sensi dell’articolo 91, <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>ce,<br />

anche d’ufficio, può altresì condannare la<br />

parte soccombente al pagamento, a favore<br />

della controparte, <strong>di</strong> una somma equitativamente<br />

determinata”.<br />

Si tratta, anche qui <strong>di</strong> una scelta in<br />

chiave deterrente, me<strong>di</strong>ante introduzione<br />

<strong>di</strong> un’ulteriore ipotesi <strong>di</strong> responsab<strong>il</strong>ità<br />

aggravata, che presenta tuttavia delle caratteristiche<br />

che la <strong>di</strong>fferenziamo notevolmente<br />

da quelle previste e <strong>di</strong>sciplinate dai<br />

commi primo e secondo.<br />

L’iniziativa d’ufficio (ma nulla impe<strong>di</strong>sce<br />

alla parte <strong>di</strong> sollecitarla) e <strong>di</strong>screzionale,<br />

ha come presupposto che una parte sia<br />

soccombente e sia stata condannata a ristorare<br />

le spese <strong>di</strong> causa.<br />

Al contrario, va esclusa in caso <strong>di</strong> compensazione<br />

<strong>degli</strong> oneri dei <strong>di</strong>fensori.<br />

La <strong>di</strong>screzionalità del provve<strong>di</strong>mento punitivo<br />

non è orientata, o limitata, nel senso<br />

che la condanna non presuppone una condotta<br />

scorretta o d<strong>il</strong>atoria o in violazione<br />

dei principi <strong>di</strong> correttezza o che ci sia stata<br />

colpa grave o mala fede.<br />

E’ lecito tuttavia ritenere che la pronuncia<br />

<strong>di</strong> detto provve<strong>di</strong>mento non possa<br />

prescindere dalla eccezionalità della sua<br />

applicazione, solo in caso <strong>di</strong> evidente condotta<br />

contraria a precetti <strong>di</strong> correttezza e<br />

<strong>di</strong> lealtà, e pertanto <strong>il</strong> Giu<strong>di</strong>ce la dovrebbe<br />

irrogare solo in tali ipotesi, accompagnandola<br />

da adeguata motivazione.<br />

Poiché la somma viene liquidata in forza<br />

del potere equitativo che spetta al Giu<strong>di</strong>ce,<br />

potrebbe non essere proporzionale al valore<br />

della causa e quin<strong>di</strong> anche elevata in<br />

causa <strong>di</strong> modesto valore, e viceversa.<br />

L’importo non <strong>di</strong>pende comunque dal pregiu<strong>di</strong>zio<br />

che potrebbe avere subito la parte<br />

vincitrice, che rientra invece nella <strong>di</strong>sciplina<br />

del primo comma dello stesso articolo.<br />

La natura della condannata, per i caratteri<br />

sopra delineati, sembra quin<strong>di</strong> essere<br />

punitiva, una sorta <strong>di</strong> sanzione privata.<br />

Il nuovo istituto, sostanzialmente sconosciuto<br />

nel nostro or<strong>di</strong>namento, appare dettato<br />

dalla necessità <strong>di</strong> introdurre un nuovo<br />

strumento più efficace per colpire quelle<br />

condotte non sufficientemente arginate<br />

dall’applicazione, <strong>di</strong> fatto assai scarsa e<br />

resa <strong>di</strong>fficoltosa dalla giurisprudenza, dei<br />

primi due commi dell’art. 96 c.p.c.<br />

Va annotato che se lo scopo è <strong>di</strong> moralizzare<br />

l’attività <strong>di</strong>fensiva e, per quella via,<br />

ottenere processi più celeri, parrebbe più<br />

opportuna una sanzione in favore dell’Erario<br />

piuttosto che della parte vincitrice.<br />

Ovviamente, si dovrà attendere <strong>degli</strong><br />

anni per vedere se questo nuovo istituto<br />

avrà ampia applicazione nella pratica e<br />

quali effetti, si spera positivi, potrà avere<br />

sulla durata dei processi.<br />

seRgio veRgottini<br />

21


Giurisprudenza Deontologica<br />

E’ soggetto a sanzione <strong>di</strong>sciplinare l’avvocato che chiede al cliente<br />

due parcelle, senza giustificare le <strong>di</strong>verse attività svolte dal co<strong>di</strong>fensore<br />

nel presentare un ricorso identico in altra sede giuris<strong>di</strong>zionale.<br />

Lo hanno sancito le Sezioni unite civ<strong>il</strong>i della Cassazione che, con la sentenza n.<br />

19400 del 9 settembre 2009, hanno confermato la sanzione della censura nei confronti<br />

<strong>di</strong> un avvocato che aveva depositato due ricorsi identici, uno davanti al Tar e<br />

“uno rivolto al Capo dello Stato”, duplicando la parcella.<br />

Di seguito riportiamo la sentenza integrale.<br />

22<br />

Repubblica Italiana<br />

In nome del popolo italiano<br />

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE<br />

SEZIONI UNITE CIVILI<br />

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:<br />

Dott. VINCENZO CARBONE<br />

Primo Presidente<br />

Dott. SALVATORE SENESE<br />

Presidente <strong>di</strong> sezione<br />

Dott. ANTONIO ELEFANTE<br />

Presidente <strong>di</strong> sezione<br />

Dott. GUIDO VIDIRI<br />

Consigliere<br />

Dott. MASSIMO ODDO<br />

Consigliere<br />

Dott. GIOVANNI SETTIMJ<br />

Consigliere<br />

Dott. FRANCESCO FELICETTI<br />

Consigliere<br />

Dott. ANTONIO SEGRETO<br />

Consigliere<br />

Dott. GIACOMO TRAVAGLINO<br />

Rel. Consigliere<br />

ha pronunciato la seguente<br />

SENTENZA<br />

sul ricorso 4768-200à proposto da:<br />

……elettivamente domic<strong>il</strong>iata in ROMA,<br />

VIA F. CONFALONIERI, 5 presso lo stu<strong>di</strong>o<br />

dell’avvocato MANZI ANDREA, che la rappresenta<br />

e <strong>di</strong>fende unitamente all’avvocato<br />

MARRONE GIANNI, per procura in calce<br />

al ricorso;……ricorrente<br />

contro<br />

CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI AVVO-<br />

CATI DI VICENZA, PROCURA GENERALE<br />

DELLA REPUBBLICA PRESSO LA CORTE<br />

SUPREMA CASSAZIONE;<br />

- intimati -<br />

avverso la decisione n. 157/2008 della<br />

CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE <strong>di</strong><br />

ROMA, depositata <strong>il</strong> 17/12/2008;<br />

u<strong>di</strong>ta la relazione della causa svolta<br />

nella pubblica u<strong>di</strong>enza del 09/06/2009 dal<br />

Consigliere Dott. GIACOMO TRAVAGLINO;<br />

u<strong>di</strong>to l’Avvocato Carlo ALBINI per delega<br />

dell’avvocato Andrea Manzi;<br />

u<strong>di</strong>to <strong>il</strong> P.M. in persona dell’Avvocato Generale<br />

Dott. DOMENICO IANNELLI, che ha<br />

concluso per l’accoglimento del ricorso.<br />

IN FATTO<br />

La s.r.l.……nel rivolgersi al consiglio<br />

dell’or<strong>di</strong>ne <strong>degli</strong> avvocati <strong>di</strong> Vicenza, lamentò<br />

che l’avv.……aveva chiesto <strong>il</strong> pagamento<br />

<strong>di</strong> due parcelle (riferib<strong>il</strong>i a due<br />

ricorsi, uno <strong>di</strong>nanzi al TAR, l’altro rivolto al<br />

capo dello Stato, con cui erano state impugnate<br />

alcune or<strong>di</strong>nanze <strong>di</strong> pagamento <strong>di</strong><br />

polizze fidejussorie) <strong>di</strong> importo eccessivo.<br />

L’or<strong>di</strong>ne professionale a<strong>di</strong>to deliberò, nel<br />

giugno del 2007, l’apertura del proce<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong>sciplinare nei confronti dell’avv.……<br />

irrogandole, all’esito dell’istruttoria, la<br />

sanzione della sospensione dell’esercizio<br />

della professione per 4 mesi, ritenendo<br />

che i due ricorsi fossero l’uno ripetizione<br />

dell’altro, e che per tale attività fosse stato,<br />

inoltre, preteso un doppio compenso,<br />

poiché <strong>il</strong> coniuge dell’incolpata, investito<br />

dalla medesima questione, aveva a sua<br />

volta chiesto ed ottenuto la liquidazione <strong>di</strong><br />

onorari relativi alla vicenda de qua, si che <strong>il</strong><br />

totale complessivo percepito dai due legali<br />

ammontava ad oltre 15.000 euro, a fronte<br />

<strong>di</strong> una spesa preventivata con <strong>il</strong> cliente <strong>di</strong><br />

5/6000 euro.<br />

La decisione fu in parte riformata dal<br />

consiglio nazionale forense che, escluso<br />

l’addebito <strong>di</strong> eccessività del compenso<br />

preteso, limitò l’incolpazione alla sola<br />

scorrettezza della condotta della ……<br />

(sanzionandola con la censura) la quale<br />

non aveva offerto al cliente ed al locale<br />

consiglio dell’or<strong>di</strong>ne compiuti elementi <strong>di</strong><br />

valutazione sull’attività svolta onde giustificare<br />

la duplicazione del compenso, stante<br />

l’apparenza <strong>di</strong> una medesima attività del<br />

co<strong>di</strong>fensore (peraltro, anche suo marito).<br />

La sentenza dell’organo <strong>di</strong>sciplinare forense<br />

è stata impugnata da……con ricorso<br />

per cassazione sorretto da due motivi <strong>di</strong><br />

gravame.<br />

L’intimato consiglio dell’or<strong>di</strong>ne non ha<br />

svolto in questa sede attività <strong>di</strong>fensiva.<br />

IN DIRITTO<br />

Il ricorso è infondato.<br />

Con <strong>il</strong> primo motivo, si denuncia (senza<br />

peraltro specificare le norme che si assumono<br />

violate, se non genericamente quella<br />

ex art. 360 n. 5 c.p.c.) violazione <strong>di</strong> legge e<br />

insufficiente e contrad<strong>di</strong>ttoria motivazione<br />

su <strong>di</strong> un fatto controverso e decisivo per <strong>il</strong><br />

giu<strong>di</strong>zio. Illogicità e irragionevolezza.<br />

Con <strong>il</strong> secondo motivo, si denuncia<br />

violazione <strong>di</strong> legge ex art. 360 n. 3 c.p.c.<br />

(artt. 48 comma 1 RD 37/1934); violazione<br />

del generale principio <strong>di</strong> corrispondenza tra<br />

addebito contestato e sentenza.<br />

I motivi, che possono essere congiunta-


mente esaminati, sono privi <strong>di</strong> pregio.<br />

Essi si infrangono, <strong>di</strong>fatti, sul corretto impianto<br />

motivazionale adottato dal giu<strong>di</strong>ce<br />

d’appello nella parte in cui ha ritenuto che<br />

l’incolpata non abbia fornito sia al cliente,<br />

sia al locale consiglio dell’or<strong>di</strong>ne, compiuti<br />

elementi in or<strong>di</strong>ne all’attività complessivamente<br />

svolta onde fugare <strong>il</strong> fondato<br />

sospetto <strong>di</strong> una <strong>il</strong>lecita duplicazione della<br />

stessa (e dei relativi compensi), specie<br />

alla luce del rapporto <strong>di</strong> coniugio con <strong>il</strong><br />

co<strong>di</strong>fensore. Tale motivazione, che resiste<br />

alle critiche svolte con <strong>il</strong> primo motivo <strong>di</strong><br />

ricorso – avendo <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>ce del merito con<strong>di</strong>visib<strong>il</strong>mente<br />

stigmatizzato la scorrettezza<br />

della condotta della……sotto <strong>il</strong> prof<strong>il</strong>o<br />

della deontologia professionale in punto <strong>di</strong><br />

mancata comunicazione al cliente <strong>di</strong> tutti<br />

i necessari elementi in or<strong>di</strong>ne all’attività<br />

svolta, onde quegli potesse serenamente<br />

escludere una duplicazione <strong>di</strong> compensi<br />

attesa la particolare relazione esistente<br />

con <strong>il</strong> co<strong>di</strong>fensore, la cui attività legittimamente<br />

appariva sostanzialmente uguale -,<br />

consente <strong>di</strong> escludere altresì, con tranqu<strong>il</strong>lante<br />

certezza, qualsivoglia violazione del<br />

principio <strong>di</strong> corrispondenza dell’incolpazione<br />

alla condotta in concreto ascritta al legale,<br />

poiché dalla stessa motivazione della<br />

decisione <strong>di</strong> primo grado emerge con chiarezza<br />

che, nell’irrogazione della più grave<br />

sanzione della sospensione dell’esercizio<br />

della professione con peculiare riferimento<br />

(anche) alla quantificazione del compenso,<br />

entrambi i consigli....<br />

E’ passib<strong>il</strong>e <strong>di</strong> sanzione <strong>di</strong>sciplinare<br />

l’avvocato che tace al collega la sostituzione.<br />

Di seguito riportiamo la sentenza integrale.<br />

Repubblica Italiana<br />

In nome del popolo italiano<br />

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE<br />

SEZIONI UNITE CIVILI<br />

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:<br />

Dott. SERGIO MATTONE<br />

Primo Presidente f.f.<br />

Dott. PAOLO VITTORIA<br />

Presidente <strong>di</strong> sezione<br />

Dott. ENRICO PAPA<br />

Presidente <strong>di</strong> sezione<br />

Dott. ALFREDO MENSITIERI<br />

Rel. Consigliere<br />

Dott. UMBERTO GOLDONI<br />

Consigliere<br />

Dott. GIUSEPPE SALMÈ<br />

Consigliere<br />

Dott. ALFONSO AMATUCCI<br />

Consigliere<br />

Dott. ANIELLO NAPPI<br />

Consigliere<br />

Dott. MAURA LA TERZA<br />

Consigliere<br />

ha pronunciato la seguente<br />

SENTENZA<br />

sul ricorso 28120-2008 proposto da:<br />

……elettivamente domic<strong>il</strong>iato in ROMA,<br />

VIA ……presso lo stu<strong>di</strong>o dell’avvocato<br />

……rappresentato e <strong>di</strong>feso da se stesso;<br />

……ricorrente<br />

contro<br />

PROCURATORE GENERALE PRESSO LA<br />

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE, ORDI-<br />

NE DEGLI AVVOCATI DI BARI;<br />

- intimati -<br />

Avverso la decisione n. 110/2008 della<br />

CONSIGLIO NAZIONALE FORENSE, depositata<br />

<strong>il</strong> 14/10/2008;<br />

u<strong>di</strong>ta la relazione della causa svolta<br />

nella pubblica u<strong>di</strong>enza del 16/06/2009 dal<br />

Consigliere Dott. ALFREDO MENSITIERI;<br />

u<strong>di</strong>to l’Avvocato<br />

u<strong>di</strong>to <strong>il</strong> P.M. in persona dell’Avvocato<br />

Generale Dott. VINCENZO NARDI che ha<br />

concluso per l’inammissib<strong>il</strong>ità del ricorso.<br />

SVOLGIMENTO DEL PROCESSO<br />

L’avv.to……ha proposto ricorso per cassazione<br />

avverso la sentenza del Consiglio<br />

Nazionale Forense del 14 ottobre 2008 con<br />

la quale è stata confermata la decisione del<br />

Consiglio dell’<strong>Or<strong>di</strong>ne</strong> <strong>degli</strong> avvocati <strong>di</strong> Bari<br />

del 29 maggio 2008 che gli aveva inflitto<br />

la sanzione <strong>di</strong>sciplinare dell’avvertimento<br />

“per non aver reso nota la propria nomina<br />

al collega sostituito avv. ……così violando<br />

i doveri <strong>di</strong> cui agli artt. 5,6 e 33 del Co<strong>di</strong>ce<br />

Deontologico Forense – fatto avvenuto in<br />

Bari <strong>il</strong> 20 marzo 2002”.<br />

Contestualmente ha chiesto <strong>il</strong> …… la<br />

sospensione dell’esecuzione della decisione<br />

del C.N.F. .<br />

Non hanno svolto attività <strong>di</strong>fensiva le<br />

parti intimate.<br />

MOTIVI DELLA DECISIONE<br />

Con <strong>il</strong> primo motivo si denunzia eccesso<br />

<strong>di</strong> potere per travisamento dei fatti e viene<br />

formulato, ai sensi dell’art. 366 bis cpc, <strong>il</strong><br />

seguente quesito: “se sia legittimo adottare<br />

una decisione <strong>di</strong> colpevolezza reputando<br />

come implicitamente ammesse dal professionista<br />

giu<strong>di</strong>cato circostanze che invece<br />

non solo non sono vere, ma sono anche<br />

documentalmente del tutto <strong>di</strong>verse e contrarie<br />

rispetto a quanto invece ritenuto”.<br />

Con <strong>il</strong> secondo mezzo si deduce violazione<br />

<strong>di</strong> legge per assoluta carenza <strong>di</strong> motivazione<br />

e viene posto sul punto <strong>il</strong> seguente<br />

quesito: “poiché l’art. 33 del co<strong>di</strong>ce deontologico<br />

forense non prevede un termine<br />

entro <strong>il</strong> quale <strong>il</strong> nuovo legale deve rendere<br />

nota la propria nomina al collega sostituito,<br />

nel caso in cui l’esame della condotta<br />

del professionista non ha riguardo soltanto<br />

alla data in<strong>di</strong>cata nell’addebito ma viene<br />

invece esteso ad un periodo <strong>di</strong> tempo entro<br />

<strong>il</strong> quale si assume che avrebbe dovuto essere<br />

compiuta quell’attività, <strong>di</strong>ca la Corte<br />

a<strong>di</strong>ta se deve essere motivata l’assunta<br />

inadeguatezza del periodo considerato a<br />

sod<strong>di</strong>sfare <strong>il</strong> dettato normativo; nella spe-<br />

23


cie si chiede se <strong>il</strong> C.N.F. aveva l’obbligo <strong>di</strong><br />

motivare perché <strong>il</strong> periodo decorrente da<br />

data non in<strong>di</strong>cata e sino al 5 giugno 2002<br />

è da considerarsi inadeguato rispetto alla<br />

norma”.<br />

Con <strong>il</strong> terzo motivo si denunzia violazione<br />

<strong>di</strong> legge (art. 112 cpc) e si pone all’a<strong>di</strong>ta<br />

Corte <strong>il</strong> seguente quesito <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto: “statuisca<br />

la Corte se – considerando la necessaria<br />

corrispondenza tra addebito e sanzione<br />

– è legittimo valutare la condotta dell’incolpato<br />

avendo riguardo soltanto alla data<br />

dell’addebito formulatogli senza immotivatamente<br />

estenderla. Più specificatamente<br />

si chiede se, nel s<strong>il</strong>enzio dell’art. 33<br />

riguardo ai tempi, possa legittimamente<br />

considerarsi colpevole <strong>il</strong> professionista che<br />

entro otto giorni dalla revoca, sod<strong>di</strong>sfacendo<br />

prioritariamente le esigenze <strong>di</strong>fensive,<br />

non rende nota al collega sostituito la sua<br />

nomina”.<br />

Con <strong>il</strong> quarto motivo si denunzia violazione<br />

<strong>di</strong> legge per mancata valutazione<br />

dell’elemento soggettivo, dell’assenza cioè<br />

<strong>di</strong> intenzionalità del ricorrente sia <strong>di</strong> non<br />

adempiere a un dettato co<strong>di</strong>cistico sia <strong>di</strong><br />

offendere altro collega.<br />

Viene formulato, pertanto, <strong>il</strong> seguente<br />

quesito <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto:<br />

“Valuti la Corte se possa legittimamente<br />

omettersi l’esame dell’elemento soggettivo<br />

e se possa considerarsi intenzionale e<br />

perciò sanzionab<strong>il</strong>e sia riguardo al dettato<br />

deontologico sia riguardo all’avvocato sostituito,<br />

la condotta del professionista che<br />

non renda nota la nomina in sostituzione<br />

quando <strong>di</strong> quella nomina ne è dato atto nel<br />

verbale <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza redatto otto giorni dopo<br />

la revoca, documento agevolmente reperib<strong>il</strong>e<br />

dal collega sostituito e alla cui stesura<br />

ha per giunta partecipato <strong>il</strong> coo<strong>di</strong>fensore<br />

dell’avvocato revocato, <strong>il</strong> quale ultimo ha<br />

peraltro dato atto imme<strong>di</strong>atamente con le<br />

sue lettere del 26 marzo 2002 <strong>di</strong> conoscere<br />

le generalità del nuovo legale”.<br />

Con <strong>il</strong> quinto motivo si deduce, infine, violazione<br />

<strong>di</strong> legge per mancato accertamento<br />

24<br />

del presupposto costitutivo dell’affermata<br />

responsab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong>sciplinare ed omessa motivazione<br />

sul punto.<br />

Sul punto è stato posto alla Corte <strong>il</strong> seguente<br />

quesito: “se, considerato che l’art.<br />

33 del co<strong>di</strong>ce deontologico non prevede<br />

nemmeno una forma secondo cui la nuova<br />

nomina debba essere resa nota, può considerarsi<br />

osservato <strong>il</strong> dettato normativo<br />

quando l’avvocato revocato documenta <strong>di</strong><br />

essere già a conoscenza delle generalità <strong>di</strong><br />

chi lo sostituirà e quando in nuovo legale<br />

ne dà atto nel verbale <strong>di</strong> u<strong>di</strong>enza e l’avvocato<br />

revocato <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong> averlo imme<strong>di</strong>atamente<br />

saputo”.<br />

L’esame congiunto dei cinque motivi <strong>di</strong><br />

ricorso conduce al rigetto del medesimo<br />

per le ragioni che brevemente vanno ad<br />

esporsi.<br />

L’art. 33 del co<strong>di</strong>ce deontologico forense<br />

stab<strong>il</strong>isce, tra l’altro, che nel caso <strong>di</strong> sostituzione<br />

<strong>di</strong> un collega nel corso <strong>di</strong> un giu<strong>di</strong>zio<br />

per revoca dell’incarico o rinuncia <strong>il</strong><br />

nuovo legale deve rendere nota la propria<br />

nomina al collega sostituito.<br />

Il CNF nella qui gravata sentenza ha ritenuto<br />

che tale comunicazione debba esser<br />

fatta in tempi ragionevolmente congrui<br />

rispetto all’assunzione dell’incarico e che<br />

la conoscenza acquisita o acquisib<strong>il</strong>e in<strong>di</strong>rettamente<br />

dal legale sostituito del nome<br />

del nuovo legale comunque non esime<br />

quest’ultimo dalla comunicazione giacché<br />

la norma in <strong>di</strong>scorso non è posta per sod<strong>di</strong>sfare<br />

un interesse particolare del legale<br />

sostituito, bensì per sod<strong>di</strong>sfare l’interesse<br />

dell’intera avvocatura a che ogni suo componente<br />

mantenga nei rapporti con i colleghi<br />

un comportamento improntato a quel<br />

principio <strong>di</strong> lealtà sancito dall’art. 6 del<br />

co<strong>di</strong>ce deontologico <strong>di</strong> cui l’art. 33 è una<br />

delle espressioni più concrete.<br />

Ha dato atto in punto <strong>di</strong> fatto <strong>il</strong> giu<strong>di</strong>ce “a<br />

quo” che nel caso <strong>di</strong> specie <strong>il</strong> cliente……<br />

aveva notificato all’avv.to……la revoca<br />

del mandato con raccomandata del 9 marzo<br />

2002 e che con lettera raccomandata del 5<br />

giugno successivo <strong>il</strong> nuovo <strong>di</strong>fensore avv.<br />

to……aveva sollecitato al……la consegna<br />

delle documentazione in suo possesso<br />

(documentazione già richiesta a detto legale<br />

dall’……con la raccomandata del 9<br />

marzo e con altra successiva del 24 apr<strong>il</strong>e)<br />

comunicandogli conseguentemente la propria<br />

sostituzione nel mandato.<br />

Avendo l’attuale ricorrente implicitamente<br />

ammesso <strong>di</strong> aver assunto <strong>il</strong> mandato in<br />

sostituzione prima del 9 marzo 2002 (egli<br />

aveva invero sostenuto <strong>di</strong>nanzi al C.O.A. e<br />

allo stesso CNF che l’avv.to……già era a<br />

conoscenza della sostituzione quantomeno<br />

alla suin<strong>di</strong>cata data del 9 marzo) ne derivava<br />

che la nota del 5 giugno successivo<br />

del……al……era intervenuta a <strong>di</strong>stanza<br />

<strong>di</strong> ben tre mesi dall’assunzione dell’incarico<br />

ed era evidentemente motivata dalla<br />

necessità <strong>di</strong> ottenere la documentazione in<br />

possesso del legale sostituito.<br />

Un lasso <strong>di</strong> tempo così esteso era ad avviso<br />

del CNF oggettivamente immotivato e<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> per sé oggettivamente inadeguato<br />

a sod<strong>di</strong>sfare <strong>il</strong> principio <strong>di</strong> lealtà sancito<br />

dall’art. 6 e quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> precetto dell’art. 33<br />

del Co<strong>di</strong>ce Deontologico.<br />

Ebbene non sembra al Collegio che <strong>il</strong><br />

ricorrente abbia convenientemente confutato<br />

nei motivi <strong>di</strong> ricorso siffatta ritenuta<br />

inadeguatezza, che del resto si sarebbe<br />

configurata, con riguardo allo spirito della<br />

norma deontologica, anche nella ipotesi <strong>di</strong><br />

un intervallo temporale più ristretto rispetto<br />

a quello riscontrato dal giu<strong>di</strong>ce “a quo”.<br />

In conclusione <strong>il</strong> ricorso va rigettato<br />

e tale statuizione travolge ovviamente<br />

l’istanza <strong>di</strong> sospensione dell’esecuzione<br />

dell’impugnata decisione.<br />

Non vi è luogo a pronuncia sulle spese <strong>di</strong><br />

questo giu<strong>di</strong>zio, stante la mancata costituzione<br />

delle parti intimate.<br />

P.Q.M.<br />

La Corte, rigetta <strong>il</strong> ricorso.<br />

Roma, 16 giugno 2009.


Recensione<br />

L’avvocato Adele Sirolli Martini, <strong>di</strong>mostrando ulteriore<br />

amore per la letteratura classica ha dato alle<br />

stampe in questi giorni un interessante volumetto dal<br />

titolo “LA CACCIA IN OMERO”.<br />

L’opera de<strong>di</strong>cata “A Edmondo <strong>il</strong> mio cacciatore”<br />

(amatissimo marito defunto dell’autrice) è costituita da<br />

una rassegna <strong>di</strong> passi omerici che hanno come tema la<br />

caccia.<br />

L’autrice lo <strong>di</strong>chiara come frutto <strong>di</strong> una sua “r<strong>il</strong>ettura<br />

della poesia concentrata su questa particolare tematica<br />

senza alcuna tesi da <strong>di</strong>mostrare nel solo intento<br />

<strong>di</strong> risvegliare l’interesse per gli antichi testi classici<br />

anche dove è trattato un argomento la cui problematica<br />

è tuttora attuale affidando al lettore ogni personale<br />

conclusione”.<br />

Un pregevole lavoro <strong>di</strong> una donna colta che per tanti<br />

anni ha esercitato l’avvocatura.<br />

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Recensione<br />

Il collega Avvocato Francesco Giordano, assecondando<br />

la sua passione letteraria ha pubblicato l’ulteriore<br />

libro “Oblio e Morfeo – Lo Smemorato”.<br />

Il Collega Avvocato Papa già Presidente della Camera<br />

Penale Como e <strong>Lecco</strong>, nella Sua recensione scrive:<br />

“Come non farsi catturare dalla vicenda umana <strong>di</strong> Mario<br />

Celestini, avvocato lecchese, che l’autore Francesco<br />

Giordano ci racconta con garbo delicato facendola<br />

vivere attraverso intrecci originali inaspettati calati in<br />

una atmosfera dalle tenui sfumature in cui sbocciano,<br />

vivono e poi svaniscono emozioni e sentimenti condotti<br />

sul f<strong>il</strong>o <strong>di</strong> una tensione palpab<strong>il</strong>e e coinvolgente”.<br />

In altra recensione <strong>il</strong> Professor Sergio Spini: “Lo “stato<br />

confusionale” <strong>di</strong> quell’avvocato quando esce dal Tribunale<br />

si trova nella strana ed oscura vicenda dell’omino,<br />

che lo porta ad una vecchia, traballante corriera<br />

ad una vettura ferroviaria <strong>di</strong> terza classe (in realtà una<br />

nave), ad un lettino <strong>di</strong> ospedale, ad una casa <strong>di</strong> riposo<br />

<strong>di</strong> una non identificata grande isola.”<br />

Ancora l’Avvocato Papa: “Ma la trama <strong>di</strong>segnata da<br />

Francesco Giordano non è soltanto accattivante invenzione<br />

letteraria, è altro ancora; è vicenda umana reale<br />

– irreale, suscitatrice <strong>di</strong> stimolanti interrogativi”.<br />

Cerco avvocato da inserire nell’organico<br />

dello stu<strong>di</strong>o.<br />

Avv. Michele Cervati<br />

Tel.0341 933005<br />

❖ ❖ ❖ ❖ ❖ ❖ ❖ ❖ ❖<br />

25


Variazione Albo<br />

26<br />

ALBO DEGLI AVVOCATI DI LECCO<br />

AGGIORNAMENTO AL 05/10/2009<br />

ALBO DEGLI AVVOCATI DI LECCO<br />

AGGIORNAMENTO AL 05/10/2009


ALBO DEGLI AVVOCATI DI LECCO<br />

AGGIORNAMENTO AL 05/10/2009<br />

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Le Barze <strong>di</strong> Tity<br />

Perche’ i serpenti non mordono gli avvocati?<br />

Cortesia professionale.<br />

❖ ❖ ❖<br />

Quattro chirurghi durante una pausa<br />

fra un intervento e l’altro <strong>di</strong>scutono del<br />

loro lavoro.<br />

Il primo <strong>di</strong>ce: “Io credo che i piu’ fac<strong>il</strong>i<br />

da operare siano i bancari.<br />

Dentro <strong>di</strong> loro ogni cosa e’ numerata”.<br />

Il secondo <strong>di</strong>ce: “Io invece penso che<br />

i bibliotecari siano i piu’ fac<strong>il</strong>i da operare.<br />

Quando li apri tutti i loro organi sono<br />

or<strong>di</strong>nati alfabeticamente”.<br />

Il terzo <strong>di</strong>ce: “Io preferisco operare gli<br />

elettricisti.<br />

Tutti i loro organi sono co<strong>di</strong>ficati per<br />

colore”.<br />

E <strong>il</strong> quarto: “Io preferisco operare gli<br />

avvocati.<br />

Sono senza cuore, senza spina dorsale<br />

e senza fegato”.<br />

❖ ❖ ❖<br />

Tribunale del profondo sud americano.<br />

Il giu<strong>di</strong>ce bianco sta interrogando un<br />

bianco che ha investito tre uomini<br />

neri sulle strisce mentre andava a 120<br />

all’ora in pieno centro abitato: “Allora,<br />

prima <strong>di</strong> dare la sentenza voglio sapere<br />

a che velocità andavano i neri...”<br />

❖ ❖ ❖<br />

Un avvocato e un ingegnere stanno<br />

pescando ai Caraibi.<br />

L’avvocato <strong>di</strong>ce: “Io sono qui perche’ la<br />

mia casa e’ bruciata e con lei tutto cio’<br />

che possedevo.<br />

L’assicurazione ha pagato tutto”.<br />

Allora l’ingegnere <strong>di</strong>ce: “Ma guarda la<br />

coincidenza.<br />

Io sono qui perche’ la mia casa e<br />

tutti i miei beni sono stati <strong>di</strong>strutti da<br />

un’inondazione, e la mia assicurazione<br />

ha pagato per tutto”.<br />

L’avvocato rimane un po’ perplesso e<br />

poi chiede: “Ma come <strong>di</strong>avolo hai fatto<br />

a provocare l’inondazione?”.<br />

❖ ❖ ❖<br />

L’avvocato <strong>di</strong>fensore si reca dal suo<br />

assistito in cella e gli comunica: “Caro,<br />

Jack lo squartatore, ho due notizie da<br />

darti.<br />

Una cattiva e una buona.<br />

Quella cattiva e’ che <strong>il</strong> test del DNA<br />

ha <strong>di</strong>mostrato che <strong>il</strong> sangue trovato sul<br />

luogo del delitto era <strong>il</strong> tuo”.<br />

“E quella buona?”.<br />

“Beh, glicemia e azotemia, vanno<br />

bene!”.<br />

❖ ❖ ❖


In giro per note...<br />

Mercoledì 4 novembre 2009<br />

ore 21,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società dei Concerti<br />

Pianista Boris Berezowsky<br />

Musiche <strong>di</strong> Schumann,<br />

Schubert e Liszt<br />

Mercoledì 2 <strong>di</strong>cembre 2009<br />

ore 21,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società dei Concerti<br />

Pianista Rudolf Buchbinder<br />

Musiche <strong>di</strong> Mozart e<br />

Schumann<br />

Mercoledì 13 gennaio 2010<br />

ore 21,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società dei Concerti<br />

Pianista Orazio Sciortino<br />

Musiche <strong>di</strong> Beethoven,<br />

Liszt e Prokofiev<br />

Martedì 9 febbraio 2010<br />

ore 20,30<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Pianista Murray Perahia<br />

Programma da definire<br />

Martedì 10 novembre 2009<br />

ore 20,30<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Pianiste Katia e<br />

Marielle Labèque<br />

Musiche <strong>di</strong> Albenit e Ravel<br />

Mercoledì 09 <strong>di</strong>cembre 2009<br />

ore 21,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società dei Concerti<br />

Orch. Sinfonica Città <strong>di</strong> Ravenna<br />

Direttore Matthieu Mantanus<br />

Pianista Vesselin Stanev<br />

Musiche <strong>di</strong> Sibelius,<br />

Grieg e Beethoven<br />

Martedì 19 gennaio 2010<br />

ore 20,30<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Quartetto Artemis<br />

Musiche <strong>di</strong> Beethoven<br />

Martedì 16 febbraio 2010<br />

ore 20,30<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Pianista Andràs Schiff<br />

Musiche <strong>di</strong> Schumann<br />

NOVEMBRE 2009<br />

DICEMBRE 2009<br />

GENNAIO 2010<br />

FEBBRAIO 2010<br />

Mercoledì 18 novembre 2009<br />

ore 21,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società dei Concerti<br />

Pianista Ingrid Fliter<br />

Musiche <strong>di</strong> Bach,<br />

Schumann e Chopin<br />

Domenica 13 <strong>di</strong>cembre 2009<br />

ore 19,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Orchestra Le Concert d’Astrée<br />

Direttore Emmanuelle Haim<br />

Handel - Il Messia<br />

Mercoledì 20 gennaio 2010<br />

ore 21,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società dei Concerti<br />

Pianista Faz<strong>il</strong> Say<br />

Musiche <strong>di</strong> Haydn, Bach-Busoni,<br />

Schumann e Beethoven<br />

Mercoledì 17 febbraio 2010<br />

ore 21,00<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società dei Concerti<br />

Pianista Grigory Sokolov<br />

Programma da definire<br />

Per ulteriori informazioni visitare i seguenti siti: www.quartettom<strong>il</strong>ano.it - www.soconcerti.it - www.laver<strong>di</strong>.org<br />

A cura <strong>di</strong> Giuseppe Lorini<br />

Martedì 24 novembre 2009<br />

ore 20,30<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Baritono Matthias Goerne<br />

Pianista Alexander Schmalz<br />

Lieder <strong>di</strong> Schubert<br />

Martedì 26 gennaio 2010<br />

ore 20,30<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Pianista Rafal Blechacz<br />

Musiche <strong>di</strong> Bach, Mozart,<br />

Szymanowski e Chopin<br />

Domenica 21 febbraio 2010<br />

ore 20,30<br />

Conservatorio <strong>di</strong> M<strong>il</strong>ano<br />

Società del Quartetto<br />

Pianista Leif Ove Andsnes<br />

Musiche <strong>di</strong> Beethoven,<br />

Kurtàg, Schumann e Chopin<br />

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In giro per mostre... A cura <strong>di</strong> Renato Cogliati<br />

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BOLDINI<br />

NELLA PARIGI DELLE<br />

IMPRESSIONI<br />

Ferrara<br />

Palazzo dei Diamanti<br />

20 Settembre 2009<br />

10 Gennaio 2010<br />

Info: 0532 – 244949<br />

www.palazzo<strong>di</strong>amanti.it<br />

SCAPIGLIATURA<br />

un “pandemonio”<br />

per cambiare l’arte<br />

M<strong>il</strong>ano<br />

Palazzo Reale<br />

26 Giugno 2009<br />

22 Novembre 2009<br />

Info: 02 – 54915<br />

www.ticket.it/scapigliatuta<br />

GLI ATLETI DI ZEUS<br />

Lo sport nell’antichità<br />

Mendrisio<br />

Museo D’Arte<br />

12 Settembre - 10 gennaio 2010<br />

Info: 0041-91-640.33.50<br />

museo@mendrisio.ch<br />

www.mendrisio.ch/museo<br />

FUTURISMO<br />

Da Boccioni all’<br />

aeropittura<br />

Parma<br />

F. Magnani Rocca<br />

Fino all’ 8 Dicembre<br />

Info: 0521 – 848327<br />

www.magnanirocca.it<br />

IL FUTURISMO<br />

A VIAREGGIO E IN<br />

VERSILIA<br />

Lorenzo Viani<br />

Viareggio<br />

Palazzo delle Muse<br />

10 ottobre – 20 <strong>di</strong>cembre<br />

Info: 0584 -966343<br />

0584 - 581118<br />

www.viareggiomuse.it<br />

VENEZIA<br />

PALLADIO E/A<br />

VENEZIA<br />

Museo Correr<br />

sino al 10.01.2010<br />

Info: 041 5209070Info: www.<br />

otiumludens.com<br />

www.ravvenantica.it<br />

CELIBERTI ESILIO<br />

E<br />

ANIMA<br />

Venezia<br />

Museo Ebraico<br />

Fino al 27 Gennaio<br />

Info: 041 – 715359<br />

www.museoebraico.it<br />

IL LABORATORIO<br />

DI LEONARDO<br />

Castello Di Vigevano<br />

12 Settembre 2009<br />

5 Apr<strong>il</strong>e 2010<br />

Info: 02 4335.3522<br />

e-ma<strong>il</strong>: servizi@civita.it<br />

DA FATTORI A PREVIATI:<br />

UNA RACCOLTA<br />

RITROVATA<br />

Canton Ticino, Svizzera<br />

Pinacoteca cantonale Giovanni Zust<br />

Rancate (Mendrisio)<br />

20 settembre – 10 gennaio<br />

Info: 0041 (0) 91 646 45 65<br />

www.ti.ch/zuest


In giro per mostre... A cura <strong>di</strong> Renato Cogliati<br />

L’ETA’ DI<br />

COURBET<br />

E MONET<br />

Passariano <strong>di</strong><br />

Codroipo (U<strong>di</strong>ne)<br />

V<strong>il</strong>la Manin<br />

26 settembre -<br />

7 marzo 2010<br />

Info: 0422 429999<br />

www.lineadombra.it<br />

CHAGALL E IL<br />

MEDITERRANEO<br />

Pisa<br />

Palazzo d’Arte e Cultura<br />

9 ottobre – 17 gennaio<br />

www.chagallpisa.it<br />

CALDER<br />

Roma<br />

Palazzo delle Esposizioni<br />

23 ottobre – 14 febbraio<br />

Info: 06 39967500<br />

www.palazzoesposizioni.it<br />

www.modomostre.it<br />

DA REMBRANDT<br />

A GAUGUIN A<br />

PICASSO<br />

L’incanto della Pittura<br />

Rimini<br />

Castel Sismondo<br />

10 Ottobre – 14 marzo 2010<br />

Info: 0422 429999<br />

www.lineadombra.it<br />

RITRATTI<br />

DI ARTISTI<br />

United Artists of Italy<br />

M<strong>il</strong>ano<br />

Corso Magenta 61<br />

Fondazione Stelline<br />

23 sett – 31 gen 2010<br />

Info: 02 45462411<br />

www.stelline.it<br />

CAPOLAVORI DELLA<br />

MODERNITA’<br />

Opere dalla collezione<br />

del kunstmuseum<br />

winterthur<br />

MICHELANGELO<br />

BUONARROTI<br />

Roma<br />

Musei Capitolini, Palazzo<br />

Caffarelli<br />

Piazza del Campidoglio<br />

6 ottobre - 21 febbraio<br />

Info: 06 0608<br />

www.museicapitolini.org<br />

Rovereto<br />

Museo Mart<br />

Fino al 10 gennaio 2010<br />

Info: 0464 438887<br />

LA PITTURA DI<br />

UN IMPERO<br />

Roma<br />

Scuderie del Quirinale<br />

Fino al 17 gennaio 2010<br />

Info: 06 39967500<br />

www.scuderiequirinale.it<br />

TELEMACO<br />

SIGNORINI<br />

e la pittura in<br />

europa<br />

Padova<br />

Palazzo Zabarella<br />

Via san Francesco, 27<br />

fino al 31 Gennaio 2010<br />

Info: 0498753100<br />

www.palazzozabarella.it<br />

EDWARD<br />

HOPPER<br />

M<strong>il</strong>ano<br />

Palazzo Reale<br />

15 ottobre – 24 gennaio<br />

Info: 199 – 202202<br />

www.edwardhopper.it<br />

FEDERICO<br />

GUIDA<br />

Senza <strong>di</strong>strazione<br />

né <strong>di</strong>spersione<br />

M<strong>il</strong>ano<br />

Galleria Blu<br />

13 ottobre – 15 gennaio<br />

Info: 02 76022404<br />

www.galleriablu.com<br />

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