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2 Fondatore e Direttore Responsabile Renato Cogliati Stampa: MapeR - Renate (Mi) Autorizzazione n. 2/91 del tribunale di Lecco SOMMARIO Palazzo di Giustizia: Comunicato Stampa ……………… pag. 3 Palazzo di Giustizia: Lettera al Sindaco di Lecco ……… “ 4 Intervista al Dr. Luca Masini ………………………… “ 5 Cicerone: consigli di un vecchio avvocato ……………… “ 7 Ulteriori riflessioni sul Caso Englaro …………………… “ 8 L’affidamento dei figli minori in relazione alla loro età ed ai loro bisogni …………………………………… “ 9 Il gemellaggio Lecco/Macon: idea di un Avvocato ……… “ 12 In risposta all’articolo “Infedeltà coniugale omossessuale. Conseguenze risarcitorie” …………………………… “ 13 Il Pacchetto Sicurezza: valutazioni della Camera Penale … “ 16 La Riforma CPC ……………………………………… “ 18 Giurisprudenza deontologica ………………………… “ 22 Recensioni …………………………………………… “ 25 Cerco/Offro ………………………………………… “ 25 Variazione Albo ……………………………………… “ 26 Le Barze di Tity ……………………………………… “ 28 In giro per note ……………………………………… “ 29 In giro per mostre …………………………………… “ 30
Palazzo di Giustizia: Comunicato Stampa In conformità alla deliberazione dell’Assemblea degli Avvocati di Lecco in data 09.10.2009, con riferimento al Palazzo di Giustizia ed al suo ipotizzato trasferimento temporaneo o definitivo, è opportuno che la cittadinanza conosca alcuni fatti ed antefatti. La storia recente e meno recente dell’ubicazione del Palazzo di Giustizia, tralasciando la preistoria che vede avvocati e commercialisti lecchesi costituire una società che assunse a proprio carico gli oneri della progettazione e della costruzione dell’attuale Palazzo di Giustizia, prende le mosse dall’idea, mai sopita nell’Amministrazione Comunale, di trasferirne la sede. Così è che prima si convenne con l’allora Banca Popolare di Lecco la costruzione di un nuovo Palazzo di Giustizia, interamente a spese della banca, nell’area tra Piazza Manzoni, Via Trieste e Via Caprera (Cinema Lariano e aree limitrofe) con permuta dell’edificio di Via Cornelio; convenzione poi risolta, a richiesta della stessa Banca, con il solo indennizzo delle spese professionali subite dal Comune, per di seguito immaginare variegate diverse collocazioni, sempre lontane dal centro cittadino, quali un’area a Sant’Ambrogio e l’area allora ex Sae. Ma non solo. Tutte tali successive ipotesi trovarono la ferma opposizione degli avvocati che, con varie meditate argomentazioni, chiedevano il mantenimento in centro del Palazzo di Giustizia, non solo e non tanto per personali interessi (solo in parte gli avvocati lecchesi sono proprietari di stu- di in centro città), ma anche per interessi della collettività. E’ storia recente quella che vede il Comune finalmente condividere ed affermare l’ipotesi di ampliamento del Palazzo di Giustizia nello stesso luogo di storica ubicazione, deliberando la realizzazione del parcheggio interrato di Piazza Affari e la ricostruzione, con ampia elevazione, della palazzina adiacente il Palazzo di Giustizia. Proprio in considerazione di tale scelta definitiva del Comune si abbandonava una trattativa allora in corso tra l’Ordine degli Avvocati e la Deutsche Bank, proprietaria dell’immobile sempre adiacente ma verso la piazza invece che verso il lago, per procurare l’acquisto di una porzione di quello stabile. Poi l’appalto delle opere alla Carena, le difficoltà insorte con quest’ultima, il fermo del cantiere, la risoluzione del contratto appunto con Carena, ed il nuovo appalto con la Nessi & Maiocchi. E’ storia di ieri: sembrerebbe tutto risolto come da ultimo progetto, ovvero si finisce la nuova palazzina, si trasferiscono qui temporaneamente gli uffici giudiziari, si sistema il vecchio Palazzo di Giustizia e poi si collegano i due edifici, ottenendo quanto tutti volevano e cioè il nuovo ed ampliato Palazzo di Giustizia in centro città. Ma tra ieri ed oggi qualcosa va storto e quanto tutti volevano, e tutti gradivano, e tutti ancora ieri confermavano, viene improvvisamente stravolto. I lavori relativi alla palazzina adiacente vengono riappaltati soltanto per il completamento della struttura, rendendo impossibile ivi collocare gli uffici giudiziari durante la ristrutturazione del Palazzo esistente; ritenendosi necessario il trasferimento altrove dei medesimi uffici, ecco che unica sede utile per la loro temporanea allocazione, non è dato sapere in base a quali raffronti con altre possibilità, risulta essere un immobile di proprietà privata nell’area ex DB Macchine in Corso Promessi Sposi. Nessuno sembra considerare che tale immobile è difficilmente e scarsamente raggiungibile per le parti, per i testimoni, per gli avvocati che giungono da fuori Lecco spesso con il treno, mediante il trasporto pubblico. Nessuno sembra considerare che il quotidiano spostamento dal centro città, ove è ubicata gran parte degli uffici, di avvocati, loro collaboratori e altri professionisti che per motivi di lavoro debbono accedere al Tribunale, originerà aggravio del traffico veicolare lungo direttrici viarie già ampiamente congestionate. Nessuna sembra considerare che i parcheggi, pur esistenti nelle vicinanze della nuova ubicazione, non saranno comunque sufficienti a sopperire alle necessità di quanti dovranno recarsi presso il Palazzo di Giustizia, non più a piedi come sinora ma in auto. Nessuno sembra considerare che l’immagine complessiva della città sarà danneggiata, anche agli occhi dei frequentatori esterni, dalla collocazione di un palazzo pubblico, quale il Tribunale, 3
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