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L’affidamento dei figli minori in relazione alla loro
eta’ ed ai loro bisogni :
da 0 anni alla preadolescenza ; la preadolescenza e l’adolescenza
Nell’ambito del Primo Modulo della Formazione
Permanente 2008, organizzato
dall’Associazione Italiana degli Avvocati
per la Famiglia e per i Minori in collaborazione
col Consiglio dell’Ordine degli Avvocati
di Lecco , la prima lezione , ha visto ,
tra gli altri relatori, la presenza della Dott.
ssa Virginia Scaccabarozzi, psicologa e mediatrice
familiare, che ha illustrato il tema
“L’affidamento dei figli minori in relazione
alla loro età ed ai loro bisogni : da 0 anni
alla preadolescenza ; la preadolescenza e
l’adolescenza”, di cui riporto la relazione
integrale, come rilasciata ai partecipanti
all’esito del corso .
Lo spazio della mediazione familiare
come strumento di attenuazione del
conflitto e facilitatore di accordi genitoriali
La separazione coniugale si colloca
all’interno di un processo di trasformazione
delle relazioni familiari.
Tre sono i momenti della separazione :
1- la decisione , in cui si osserva il riconoscimento
di posizioni inconciliabili ed un
progressivo allontanamento dei coniugi.
Sentimenti ricorrenti, in tale fase, sono:
solitudine, delusione, ira e, a volte, depressione.
Diverso è l’atteggiamento
del coniuge che subisce la separazione:
essendoci una situazione di disparità, in
lui avviene più lentamente il distacco
emotivo, il superamento dei sentimenti
negativi. Quindi, il permanere delle disparità
tra i due coniugi rende difficile
individuare degli interessi comuni che
consentono di raggiungere un accordo
attorno alle questioni di maggior rilievo,
quali l’affidamento dei figli e la divisione
dei beni. Il coniuge che non ha preso
l’iniziativa della separazione assume
posizioni rigide nei confronti dell’altro,
in nome del benessere del bambino ( ferito
e trascurato dall’ex coniuge), con cui
appare fortemente identificato (“anch’io
sono trascurato ed abbandonato”).
Difficilmente i coniugi sono preparati in
egual misura allo scioglimento del matrimonio.
E’ importante riconoscere tale
aspetto durante il percorso di mediazione
familiare .
2- lo stadio legale, in cui il conflitto viene
ufficializzato e delegato ad altri, ogni
coniuge trasferisce sull’altro la propria
insufficienza o inadeguatezza nella relazione
e ad esso sono attribuite violenze,
incomprensioni, intenti distruttivi, ecc.
Fase, questa, d’intensa denigrazione
del coniuge, che sembra funzionale alla
separazione: analogamente a quanto
avviene per l’adolescente, per il quale
è necessario svalutare i genitori al fine
di realizzare il processo di distacco dalle
figure parentali, ciascun coniuge può
portare all’eccesso le differenze tra sé e
l’altro, tendendo ad eliminare le componenti
identificatorie con il coniuge che
renderebbero difficile la separazione.
La fase di maturazione, di elaborazione
del lutto e la presa di coscienza del fallimento,
che porta all’elaborazione della
separazione emotiva, diventa matura
quando ciascun coniuge riesce ad accettare
la propria responsabilità .
3- la fase post-legale di stabilizzazione
della nuova situazione familiare, del genitore
unico e del mantenimento delle
relazioni familiari incrociate .
Conseguenze della separazione sui
figli
Considerando gli effetti della separazione
sui figli, già ampiamente affrontati dalla
Dr.ssa Meroni e dal Dr. Buratti, va fatta,
però, una distinzione tra quelli a breve termine
– spesso costituiti da seri disagi per i
bambini, ma ritenuti, in alcuni aspetti, inevitabili
e naturali rispetto all’entità della
destabilizzazione che la separazione porta
nel mondo esterno ed interno del bimbo - e
quelli che si mantengono a lungo nel tempo
- che sono influenzati, non tanto dall’età,
quanto dalle relazioni tra genitori e tra genitori
e figli, ossia dal posto che il bambino
occupa nel processo di proiezioni familiari,
essendo tanto maggiori quanto più il bimbo
si trova al centro delle ansie dei genitori
- . E’ ovvio che, se il conflitto permane e
si cronicizza, gli effetti destabilizzanti sul
bambino si mantengono a lungo, col rischio
dell’insorgere di determinate patologie o
disagi gravi nelle fasi di crescita. Appare,
quindi, evidente che, nelle famiglie disgregate,
il mantenimento costante di un rapporto
tra bambino e genitore ed un contatto
relativamente tranquillo tra i due genitori
preserva i figli da reazioni psicopatologiche.
La cosa peggiore, per un bambino o un
adolescente, non è stare con due genitori
in conflitto, ma con uno solo in conflitto con
l’altro.
Per questo, diversi interventi come la
consulenza tecnica, la mediazione, la psicoterapia
non sono sostituibili l’uno con
l’altro, ma rappresentano livelli d’intervento
diversi in quello che chiamiamo “il lungo
processo di definizione della separazione” .
E’ importante, attraverso tali interventi,
in particolare attraverso la mediazione
familiare, preservare la continuità delle
relazioni parentali e la differenza generazionale,
attraverso il mantenimento, nella
mente del bambino, della trama familiare
che, per quello che riguarda lui, sarà sempre
rappresentata, come nel passato, da
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