10.06.2013 Views

Introduzione psicosomatica.pdf

Introduzione psicosomatica.pdf

Introduzione psicosomatica.pdf

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Evento traumatico e stili di attaccamento<br />

Corpo e Trauma<br />

Sofia Tavella


Le origini del termine “salute”<br />

• “SALUS” (latino): salvezza, ovvero allontanamento da<br />

una condizione negativa<br />

• “HOLOS” (greco): totalità, ovvero ripristino dello<br />

stato originario di completezza


5 significati di salute<br />

• Salute come stato ideale<br />

• Salute come fitness fisica e mentale<br />

• Salute come bene di consumo<br />

• Salute come forza/capacità dell’individuo<br />

• Salute come sviluppo delle potenzialità personali


“una salute in sé non esiste e tutti i tentativi per definire una cosa siffatta<br />

sono miseramente falliti. Dipende dalla tua meta, dal tuo orizzonte, dalle tue<br />

energie, dai tuoi impulsi, dai tuoi errori e, in particolare, dagli ideali e dai<br />

fantasmi della tua anima determinare che cosa debba significare la salute<br />

anche per il tuo corpo”


CONTINUUM BENESSERE-<br />

morte<br />

prematura<br />

disabilità<br />

Ryan & Travis, 1981<br />

MALESSERE<br />

sintomi<br />

Modello del<br />

trattamento<br />

modello del benessere<br />

segni<br />

consapevolezza<br />

Punto neutrale<br />

educazione<br />

alto livello<br />

di benessere<br />

crescita


Il rapporto salute-malattia: 3 approcci<br />

• Il dualismo: salute e malattia sono due opposti; la salute<br />

è assenza di malattia, e viceversa.<br />

• L’olismo: salute e malattia si compenetrano, come parti<br />

inscindibili di un tutto.<br />

• L’approccio relazionale: salute e malattia sono due<br />

fenomeni distinti ma tra loro in relazione; un processo<br />

continuo connette i due poli.


Il paradigma biomedico<br />

• salute come assenza di malattia<br />

• enfasi sulla natura fisica della<br />

malattia<br />

• fuoco sul processo patogenetico<br />

• medici come responsabili


La “salute-che-pensiamo”<br />

Concezioni socialmente e storicamente differenziate<br />

danno luogo ad abiti mentali e a modelli di salute che<br />

risultano spesso in competizione tra di loro nella<br />

società.<br />

Attualmente si confrontano 3 modelli principali:<br />

- bio-medico<br />

- comportamentale<br />

- socio-psico-somatico


Il modello bio-medico (1)<br />

Approccio di matrice positivista, occidentale,<br />

consolidatosi tra la fine dell’Ottocento e i primi del<br />

Novecento, si basa sull’idea di un sapere medicoscientifico<br />

potenzialmente incrementabile all’infinito e<br />

in ultima istanza in grado di debellare ogni tipo di<br />

malattia.<br />

E’ l’approccio ancora oggi dominante e si fonda<br />

sempre più sull’innovazione tecnologica.


Il modello biomedico (2)<br />

La medicina è una scienza oggettiva, che scopre le<br />

cause delle malattie ed i rimedi per riportare la<br />

salute.<br />

Il livello di salute di una popolazione dipende dal<br />

livello delle sue conoscenze medico-scientifiche (e<br />

tecnologiche) e dalla sua disponibilità di risorse<br />

mediche.<br />

La salute è assenza di anormalità fisiologiche.


Assunti fondamentali del<br />

modello bio-medico<br />

• Dualismo mente-corpo (2 realtà distinte)<br />

• Metafora meccanica (il corpo è una macchina)<br />

• Imperativo tecnologico<br />

• Riduzionismo biologico (salute biologica)<br />

• Eziologia specifica


Il modello biopsicosociale<br />

“I confini tra salute e malattia, tra lo star bene e l’essere<br />

ammalati sono ben lontani dall’essere chiari e mai lo<br />

saranno”<br />

“Un modello biopsicosociale capace di comprendere tanto il<br />

paziente quanto la malattia, potrebbe spiegare perchè<br />

alcuni individui sperimentano come “malattia” condizioni<br />

che altri considerano soltanto “problemi di vita”, reazioni<br />

emotive alle circostanze di vita piuttosto che sintomi<br />

somatici.”<br />

Engel G., Science 196, 1977


Il modello biopsicosociale<br />

BIO<br />

PSICO<br />

SOCIALE


BIO<br />

COMPONENTE<br />

BIOLOGICA<br />

ASPETTI<br />

ORGANICI-STRUTTURALI<br />

ASPETTI FUNZIONALI<br />

SESSO, ETA’<br />

PATRIOMONIO<br />

GENETICO


BIO<br />

PSICO<br />

EMOZIONI,<br />

PREOCCUPAZIONI<br />

CREDENZE,<br />

TEORIE,<br />

ASPETTATIVE<br />

COMPONENTE<br />

PSICOLOGICA


BIO<br />

PSICO<br />

SOCIALE<br />

COMPONENTE<br />

SOCIALE<br />

LAVORO<br />

HOBBIES<br />

AMICIZIE<br />

FAMIGLIA<br />

CULTURA<br />

DISP.<br />

ECONOMICA


Il quadro evolutivo che<br />

emerge è quindi<br />

fortemente<br />

caratterizzato da una<br />

relazione lungo la linea<br />

temporale tra “persona”<br />

e “contesti”, in un<br />

disegno assimilabile a<br />

quello proposto da Ford<br />

e Lerner (1992)<br />

tempo<br />

Ford e Lerner, 1992


Il modello comportamentale (1)<br />

• Approccio nato dall’insoddisfazione per i limiti del<br />

modello bio-medico, si avvale soprattutto delle<br />

conoscenze in ambito psicologico.<br />

• La salute delle persone è fortemente correlata ai loro<br />

comportamenti, ovvero alle pratiche e alle abitudini<br />

quotidiane di vita.<br />

• Enfasi sulla responsabilità individuale verso la salute.


Il modello comportamentale (2)<br />

• Il modello enfatizza l’educazione alla salute e la<br />

prevenzione delle malattie.<br />

• Le 7 “regole d’oro” della prevenzione:<br />

1. Non fumare<br />

2. Dormire 7 ore per notte<br />

3. Fare colazione al mattino<br />

4. Non superare il peso consigliato<br />

5. Bere alcol con moderazione<br />

6. Fare movimento ogni giorno<br />

7. Non mangiare tra i pasti<br />

Una persona che a 45 anni segue 6/7 di queste regole ha<br />

un’aspettativa di vita di 11 anni più lunga di una persona che ne<br />

segue meno di 4.


… promozione della<br />

salute?<br />

Una comprensione olistica della salute è fondamentale per la definizione<br />

di promozione della salute


… promozione della salute?<br />

Gli stili di vita individuali, caratterizzati da modelli di comportamento<br />

identificabili,possono avere un profondo effetto sulla salute di un individuo


… promozione della salute?<br />

La promozione della salute è il processo che (ad esempio con le informazioni)<br />

mette le persone nella condizione di esercitare un maggior controllo sulla<br />

propria salute


Il modello socio-psico-somatico (2)<br />

• La salute è una capacità di risolvere i problemi e di<br />

gestire le emozioni, attraverso la quale si mantiene o si<br />

ristabilisce un’idea positiva di sé ed il benessere sia<br />

psicologico che fisico (senso di coerenza dell’individuo).<br />

• La promozione della salute si realizza attraverso un<br />

insieme di interventi non solo di carattere medicosanitario,<br />

ma anche finalizzati a mettere l’individuo nella<br />

condizione di sviluppare l’insieme delle proprie<br />

potenzialità (qualità della vita, empowerment).


Accudimento<br />

(cibo, cure corporee)<br />

I sistemi comportamentali<br />

Attaccamento<br />

(protezione dai pericoli)<br />

Sicurezza<br />

Affetti<br />

Piacere<br />

Sessualità<br />

(riproduzione)


La relazione d’attaccamento<br />

E’ definita dalla presenza di tre caratteristiche:<br />

• Ricerca della vicinanza di una figura preferita<br />

(proximity seeking) (analogia con l’imprinting)<br />

• Effetto base sicura (secure base)<br />

• Protesta per la separazione (separation<br />

protest )<br />

(Weiss 1982)


Ricerca<br />

della vicinanza<br />

La relazione<br />

d’attaccamento<br />

Attaccamento<br />

Base sicura<br />

Protesta per<br />

la separazione<br />

(Weiss 1982)


Attaccamento equilibrato (Tipo B)<br />

• Le loro figure d’attaccamento sono state fonte di<br />

protezione e conforto<br />

• Recuperano le informazioni relative ai pericoli<br />

passati per affrontare il presente<br />

• Accedono sia ad informazioni cognitive che<br />

affettive<br />

• Manifestano buone capacità integrative ed<br />

empatiche (funzione riflessiva)<br />

• Utilizzano le proprie capacità a vantaggio delle<br />

relazioni e nella gestione del conflitto<br />

(cooperazione regolata dell’obiettivo )


Attaccamento Distanziante<br />

(Tipo A)<br />

• Minimizzano i problemi distanziando i ricordi negativi e<br />

idealizzando o esonerando i genitori<br />

• Tendono ad assumere il punto di vista degli altri (per<br />

controllarli) iperadattandosi in modo compiacente<br />

• Privilegiano la cognitivita (logica) rispetto all’affettività<br />

• Manifestano un distanziamento (esclusione difensiva) degli<br />

affetti negativi (rabbia, paura, vulnerabilità, rifiuto)<br />

• Sminuiscono i propri bisogni d’attaccamento, sono a disagio<br />

con l’intimità<br />

• Scarsa funzione riflessiva e maggiore rischio di<br />

comportamenti aggressivi e antisociali (per mancato controllo<br />

delle emozioni negative)


Attaccamento Preoccupato (Tipo C)<br />

• Si lamentano dei propri problemi enfatizzando le<br />

esperienze negative e biasimando i genitori<br />

• Sono centrati sul proprio punto di vista (nel tentativo di<br />

convincere gli altri)<br />

• Privilegiano l’affettività (si fanno guidare dalle<br />

emozioni) rispetto alla logica (cognitività)<br />

• Enfatizzano in modo ambivalente gli affetti negativi<br />

(rabbia, paura, vulnerabilità, rifiuto)<br />

• Possono nascondere informazioni o mentire<br />

(falsa cognitività)<br />

• Sono ancora coinvolti in un conflitto con le proprie<br />

figure di attaccamento


Tipo A<br />

Distanziante<br />

Tipo B<br />

Equilibrato<br />

Tipo C<br />

Preoccupato<br />

Attaccamento e<br />

+ Cognitività<br />

- Affettività<br />

+ Cognitività<br />

+ Affettività<br />

- Cognitività<br />

+ Affettività<br />

Trauma<br />

P<br />

r<br />

o<br />

t<br />

e<br />

z<br />

i<br />

o<br />

n<br />

e<br />

Scissione mente-corpo<br />

(non simbolico)<br />

Trauma<br />

somatico o psichico<br />

Comportamenti<br />

di attaccamento<br />

(simbolico)


Falso Sé<br />

(Winnicott)<br />

Attaccamento distanziante (A)<br />

Enfasi<br />

cognitività<br />

Scissione mente-corpo<br />

Pensiero operatorio<br />

(Scuola di Parigi)<br />

(non simbolico)<br />

Trauma<br />

Alessitimia<br />

Distanziamento<br />

affetti negativi<br />

Affettività falsa,<br />

Repressione, diniego<br />

(Scuola di Boston)<br />

(Temoshock, Morris)<br />

Espressione somatica Espressione psichica<br />

Funzionale Organica<br />

(M. cardiovascolari,<br />

(Somatizzazioni)<br />

autoimmuni, endocrine, cancro)<br />

Iperadattamento<br />

Personalità<br />

tipo C<br />

Depressione


Attaccamento preoccupato<br />

Enfasi<br />

affettività<br />

Valore funzionale<br />

e comunicativo<br />

(prospettiva sistemica)<br />

(C)<br />

Falsa<br />

cognitività<br />

Comportamenti di attaccamento<br />

(simbolico)<br />

Protesta<br />

Trauma<br />

Espressione somatica Espressione psichica<br />

Disturbi di conversione<br />

(Isteria)<br />

Disturbi fittizi<br />

(Sindrome di Münchausen)<br />

Conflitti<br />

Ambivalenza<br />

Vantaggi<br />

secondari<br />

Psiconevrosi<br />

Disturbi di personalità<br />

Disturbi del comportamento<br />

Psicosi, paranoia


Attaccamento equilibrato (B)<br />

Cognitività + Affettività<br />

Autenticità emotiva<br />

Integrazione Funzione riflessiva<br />

Gestione<br />

dei conflitti<br />

Migliore<br />

qualità di vita<br />

Adattamento<br />

(in condizioni di pericolo non grave)<br />

Equilibrio psicofisico<br />

Valida comunicazione<br />

di emozioni e bisogni


Funzione riflessiva e<br />

Fallimento<br />

attaccamento<br />

Neonato<br />

(Sé non psicologico)<br />

Difese primitive<br />

Falso Sé Evitamento Aggressività<br />

Attaccamento insicuro<br />

funzione<br />

riflessiva<br />

Sé psicologico<br />

(Sé riflessivo)<br />

Attaccamento sicuro<br />

Caregiver


La carenza riflessiva<br />

• I genitori che non tengono conto degli stati<br />

mentali dei figli non permettono lo sviluppo di<br />

adeguate capacità riflessive<br />

• L’incapacità di considerare gli stati mentali<br />

propri ed altrui espone agli stress psicosociali<br />

e ai traumi<br />

• I comportamenti aggressivi possono rivelarsi<br />

come difese estreme nei confronti degli stati<br />

mentali dei genitori


La carenza di funzione riflessiva<br />

• E’ legata al fallimento della funzione riflessiva<br />

genitoriale<br />

• Conseguenze:<br />

– Sviluppo di un attaccamento insicuro<br />

– Minore regolazione e controllo degli affetti (scompensi<br />

psicosomatici)<br />

– Patologie psichiche (disturbi di personalità, DCA)<br />

– Comportamenti antisociali (bullismo, vandalismo,<br />

violenza individuale o collettiva, abusi di tipo sessuale)<br />

– Maggiore vulnerabilità agli stress psicosociali e ai traumi


Funzione riflessiva ed equilibrio<br />

psicosomatico<br />

• La carente mentalizzazione comporta una<br />

minore regolazione e controllo degli affetti<br />

(Fonagy 1991)<br />

• Viene meno la capacità di rappresentare<br />

psicologicamente, simbolizzare e comunicare<br />

adeguatamente le emozioni proprie e degli altri<br />

• Gli affetti vengono percepiti prevalentemente sul<br />

piano corporeo<br />

• Vedi: Falso sé (Winnicott), Pensiero operatorio<br />

(Marty, De M’Uzan), Alessitimia (Sifneos)


“ Non si può escogitare nessuna tortura più malvagia che non ricevere nessuna<br />

risposta quando parlate , nessuno che si volta quando fate un cenno, ma tutti<br />

semplicemente vi ignorano. Presto dentro di voi sorge l’ostilità , attaccate quelli<br />

che vi ignorano e se ciò non riesce ad ottenere un riconoscimento , volgete<br />

l’ostilità contro voi stessi , nello sforzo di provare che esistete realmente.”<br />

William Joines<br />

Nella società contemporanea sembra che, per<br />

raggiungere la massima efficienza, si debba<br />

perdere il contatto con le emozioni, quindi<br />

aderire all’onnipotenza.<br />

La tecnologia, può diventare la fuga impossibile<br />

dal dolore.<br />

La possibilità e il riconoscimento del limite e<br />

dell’impotenza invece, integrando tecnologia<br />

ed etica, possono rendere tollerabile e<br />

comprensibile l’esperienza del dolore.<br />

Il pensiero che ci guida nel nostro lavoro è che<br />

non si possono lasciare andare situazioni che<br />

non si sono tenute, che non abbiamo “fatto<br />

nostre”.<br />

E’ necessario lasciarsi “attraversare” dal<br />

dolore o dalla gioia, per poterli veramente<br />

sentire.


A volte, anche e soprattutto per gli operatori è<br />

necessario saper ascoltare e accogliere ciò<br />

che si può solo intuire, narrare o tacere:<br />

l’emozione e il sentimento non sempre<br />

comprensibile, non sempre tollerabile.<br />

Occorre imparare a considerare i genitori non<br />

come pazienti, ma come persone che, in una<br />

situazione gravemente e realmente traumatica,<br />

possono aver bisogno di un sostegno per sé<br />

stessi, per la coppia e per la costruzione della<br />

relazione con il loro bambino.<br />

Cerchiamo di pensare, quindi, non in termini di<br />

psicopatologia, ma di dolore mentale<br />

inevitabile, che può trasformarsi in<br />

psicopatologia se non è accolto, contenuto,<br />

condiviso.<br />

Abbiamo imparato che gli operatori hanno<br />

sempre bisogno di comprendere i propri<br />

sentimenti messi in gioco nella relazione<br />

d’aiuto.<br />

Sentimenti non equivale a “buoni”<br />

sentimenti


La mente genera metafore sull’esperienza del mondo, cerca di comprendere gli<br />

eventi costruendo su di essi fantasie inconsce, giochi, sogni, racconti.<br />

La mente vive sulla ricchezza e sulla verità delle proprie costruzioni simboliche.<br />

Se non vi è sviluppo simbolico o se i simboli non sono corrispondenti alle emozioni<br />

che li hanno generati, la mente “muore”.<br />

Occorre accettare il limite, ma anche cercare, trovare nuove strade, a volte un<br />

sentiero poetico per cercare di capire, cercare di incontrarci tra bambini,<br />

genitori,operatori e continuare a vivere, a crescere a lavorare.


I sentimenti come strumento professionale nel<br />

lavoro sanitario<br />

Occorre considerare i sentimenti dei<br />

“pazienti”, delle loro famiglie e degli<br />

operatori, come una risorsa piuttosto<br />

che un problema, orientare la formazione<br />

a “coltivarli” come una preziosa<br />

indispensabile ricchezza nelle situazioni<br />

del prendersi cura.<br />

Occorre fornire strumenti formativi e<br />

organizzativi che aiutino gli operatori a<br />

riconoscere i sentimenti propri e altrui, a<br />

nominarli, ed educarli perché non<br />

emergano disordinatamente, ma possano<br />

umanizzare la dimensione professionale.<br />

Non tutto si può spiegare con le relazioni<br />

e le interpretazioni psicologiche, non tutto<br />

si può “discutere”, a volte si può solo<br />

“narrare”. Narrare può curare.


“Dà parole al dolore : il dolore che non<br />

parla sussurra al cuore greve e gli<br />

comanda di spezzarsi “<br />

( Macbeth, Shakespeare)<br />

“Non tutti sanno soffrire il dolore,<br />

alcuni subiscono il dolore, non<br />

sono in grado di soffrirlo. Ma chi<br />

non ha imparato a soffrire il dolore,<br />

non sa neppure vivere la gioia ”<br />

( Bion ).

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!