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Download - Autorità Portuale Taranto

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1) Una lettura comune della crisi<br />

Per adottare strategie condivise è indispensabile che le tre <strong>Autorità</strong> Portuali condividano una lettura comune della<br />

crisi economica che coinvolge in maniera profonda anche il settore del trasporto marittimo e della portualità. I<br />

tratti essenziali di questa lettura sono così riassunti:<br />

- permane uno squilibrio fra domanda ed offerta con una sovracapacità di stiva non facilmente<br />

riassorbibile nel breve periodo; infatti, da una parte si è registrata la riduzione dei consumi nel mondo<br />

occidentale e dall’altra l’orientamento della Cina verso strategie di consumo interno;<br />

- il mercato dei noli registra una contrazione in tutti i settori che molti osservatori, in particolare armatori,<br />

stimano genererà instabilità fino al 2014. Le cose potrebbe anche peggiorare per via delle strategie<br />

protezionistiche di Brasile e Cina che utilizzano proprie navi per le loro esportazioni;<br />

- la situazione dei noli, riducendo i margini di redditività per l’armamento, rischia di scaricare sulle imprese<br />

e sui terminalisti portuali i costi maggiori della crisi;<br />

- nel settore dei container, dove proseguono i programmi di nuove costruzioni, volte prevalentemente a<br />

preservare gli attuali equilibri fra le grandi major nello share del mercato globale, la reazione delle<br />

Compagnie è quella di ristrutturare i servizi in modo da migliorare il fattore di carico e ridurre i costi.<br />

Operazioni favorite dagli aiuti di complessi programmi di cooperazione attivati con alleanza fra operatori;<br />

- i porti di transhipment italiani, in particolare Gioia Tauro, appaiono in crisi sotto i colpi degli incrementi<br />

dei porti nord africani, a partire da Tanger Med;<br />

- nel settore ferry si assiste a fenomeni di concentrazione fra i grandi protagonisti del settore . L’entrata in<br />

vigore dello Stockholm Agreement ha messo fuori mercato molte navi e i margini di movimento degli<br />

“outsider” del settore ( in particolare l’armamento greco) ;<br />

- nel settore crocieristico che, apparentemente non risente nell’immediato della crisi, si sono comunque<br />

rallentati i programmi di nuove costruzioni;<br />

2) I mutamenti geopolitici nel mediterraneo e le nuove opportunità per l’Italia ed il suo sistema portuale<br />

Viviamo un tempo di straordinari mutamenti. Così come il crollo del socialismo reale, all’inizio degli anni novanta,<br />

ha decretato l’avvio di una nuova fase storica per l’Europa dell’Est e per i Balcani, anche se certamente non<br />

lineare ed esente da contraddizioni (guerra civile jugoslava, ritardi nella costruzione di istituzioni realmente<br />

democratiche etc.) anche la fine delle autocrazie nei paesi dei paesi arabi è foriera di un processo di maggiore<br />

integrazione economica e sociale con i paesi europei che si affacciano sul mediterraneo. L’Italia deve<br />

scommettere sia sul processo di democratizzazione di quei paesi, sia sulla prospettiva di un nuovo sviluppo<br />

economico e sulla crescita di quei mercati interni. La nuova prospettiva dell’Italia e del suo sistema portuale è<br />

quella di diventare interlocutore privilegiato di questo nuovo straordinario processo di integrazione economica.<br />

Proprio perché i processi storici non sono mai esenti da contraddizioni e conflitti, è indispensabile che l’Italia,<br />

assieme agli altri paesi europei mediterranei, adotti politiche di sostegno e cooperazione nei confronti di quei<br />

paesi tale anche da promuovere una politica di pace. Anche un’intensificazione della cooperazione e del<br />

sostegno nei confronti della Grecia, oggi in forte crisi, fa parte di delle scelte strategiche che abbiamo sintetizzato.<br />

3) Le risposte dei porti alla crisi<br />

Occorre prendere atto che i tempi di risposta dei porti sul piano infrastrutturale, rispetto alle scelte del mercato dei<br />

traffici vivono una drammatica discrasia. Pertanto i porti dovranno dotarsi di strategie, sia a breve che a lungo<br />

termine, capaci di intercettare l’immediatezza delle repentine scelte dell’armamento e di impostare una politica di<br />

programmazione per costruire il futuro. Tuttavia i servizi sono per loro natura “flessibili” mentre le infrastrutture, al<br />

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