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Tesi di dottorato in Geoingegneria Ambientale Ing. Gianluca ODETTO<br />
Le misure di velocità delle onde elastiche in situ, di contro, pur<br />
richiedendo una strumentazione certo più impegnativa di quella necessaria per i<br />
r<strong>il</strong>ievi geostrutturali (ma non eccessivamente costosa, e di uso abbastanza<br />
semplice), forniscono in un certo senso dati più svincolati dall'interpretazione<br />
dell'operatore, presentano tempi di esecuzione abbastanza ridotti e, soprattutto,<br />
risentono in certa misura della fratturazione all'interno della massa rocciosa (per<br />
profondità limitate in genere a pochi metri, ma praticamente corrispondenti alla<br />
fascia di maggiore interesse per lo studio della stab<strong>il</strong>ità di pareti rocciose<br />
fratturate).<br />
Il ricorso ad un parametro quale Vl /Vs, inoltre, ha permesso di ottenere<br />
una correlazione con Jv in un certo senso svincolata dalle caratteristiche<br />
meccaniche dei diversi litotipi, riducendo ad una sola curva (con ovvi vantaggi<br />
pratici) lo sciame che si sarebbe ottenuto facendo riferimento al solo valore di Vs,<br />
ovviamente diverso, a parità di grado di fratturazione, da litotipo a litotipo.<br />
In secondo luogo, l'uso di queste curve di correlazione permette di<br />
estendere rapidamente in zone tettonicamente omogenee, e quindi con<br />
isoorientamento dei principali sistemi di fratture, le risultanze puntuali dei r<strong>il</strong>ievi<br />
strutturali, riducendone <strong>il</strong> numero minimo necessario e consentendo di verificare<br />
l'omogeneità del grado di fratturazione nelle zone di competenza di ciascun r<strong>il</strong>ievo<br />
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