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Scarica il monografico - Pollicino Gnus

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condivisa dalla sua generazione<br />

la mascella al cort<strong>il</strong>e parlava<br />

troppi morti lo hanno smentito<br />

tutta gente che aveva capito.<br />

E <strong>il</strong> bambino nel cort<strong>il</strong>e sta giocando<br />

tira sassi nel cielo e nel mare<br />

ogni volta che colpisce una stella<br />

chiude gli occhi e comincia a sognare,<br />

chiudi gli occhi e comincia a volare.<br />

E i cavalli a Salò<br />

sono morti di noia<br />

a giocare col nero perdi sempre<br />

Mussolini ha scritto anche poesie<br />

i poeti che brutte creature<br />

ogni volta che parlano è una truffa.<br />

Ma mio padre è un ragazzo tranqu<strong>il</strong>lo<br />

la mattina legge molti giornali<br />

è convinto di avere delle idee<br />

e suo figlio è una nave pirata<br />

e suo figlio è una nave pirata.<br />

E anche adesso è rimasta una scritta nera<br />

sopra <strong>il</strong> muro davanti a casa mia<br />

dice che <strong>il</strong> movimento vincerà<br />

i nuovi capi hanno facce serene<br />

e cravatte intonate alla camicia.<br />

Ma <strong>il</strong> bambino nel cort<strong>il</strong>e si è fermato<br />

si è stancato di seguire aqu<strong>il</strong>oni<br />

si è seduto tra i ricordi vicini, rumori lontani,<br />

guarda <strong>il</strong> muro e si guarda le mani<br />

guarda <strong>il</strong> muro e si guarda le mani<br />

guarda <strong>il</strong> muro e si guarda le mani.<br />

LUGANO ADDIO<br />

Ivan Graziani, dall’album “I lupi”, 1977. Testo e Musica di Ivan Graziani.<br />

Le scarpe da tennis bianche e blu,<br />

seni pesanti e labbra rosse e la giacca a vento.<br />

Oh! Marta io ti ricordo così<br />

<strong>il</strong> tuo sorriso e i tuoi capelli, fermi come <strong>il</strong> lago.<br />

"Lugano addio" cantavi, mentre la mano mi tenevi<br />

"Canta con me" tu mi dicevi ed io cantavo<br />

di un posto che non avevo visto mai.

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