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Pettazzoni - Università degli Studi di Trieste

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La Scuola Storico Religiosa Italiana<br />

profili essenziali<br />

La natura peculiare ,il carattere stesso dei fatti religiosi come tali da<br />

loro il <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> formare argomento <strong>di</strong> una scienza speciale …… il<br />

carattere essenziale dei fatti religiosi è la ragione necessaria e sufficiente<br />

della sua esistenza .Questa scienza non può essere filologica né<br />

archeologica né altro. E nemmeno può essere la somma totale dei fatti<br />

particolari….<br />

Storia e fenomenologia nella scienza delle Religioni , Essays in the<br />

History of Religions 1954 Raffaele <strong>Pettazzoni</strong><br />

A Raffaele <strong>Pettazzoni</strong> (1883-1959 ) il merito <strong>di</strong> aver fondato una<br />

<strong>di</strong>sciplina umanistica nuova, la Storia delle Religioni <strong>di</strong>sciplina per la<br />

quale riven<strong>di</strong>ca con ragione l’importanza strumentale .<br />

La Storia delle Religioni ha come “oggetto “ <strong>di</strong> interesse le religioni –<br />

dove il plurale è d’obbligo- e la definizione dell’oggetto la “religione”<br />

“<strong>di</strong>fficile” .<br />

Tanto che qualcuno ,nello specifico un ultimo rappresentante della scuola<br />

,Dario Sabbatucci ,ha proposto <strong>di</strong> “vanificare il fatto religioso ” Così nel<br />

Sommario <strong>di</strong> Storia delle religioni (1988) .<br />

Il tutto in risposta <strong>di</strong>alettica alla tendenza <strong>di</strong> considerare il fatto religioso<br />

un dato esistente in sé,omologato e riconducibile al concetto <strong>di</strong> religio<br />

cristiana o giudaico-cristiana ,o islamica ,un concetto in ogni caso proprio<br />

del monoteismo che sottintende nelle sue varianti l’accettazione <strong>di</strong> un Dio<br />

Uno Solo trascendente creatore onnipotente ,legislatore responsabile <strong>di</strong> un<br />

mondo come “cosmo”,nel senso <strong>di</strong> or<strong>di</strong>nato .Si tratta <strong>di</strong> un modello non<br />

“innato” né rivelato ma storicamente costruito ,datato, e non<br />

universalmente con<strong>di</strong>viso.<br />

<strong>Pettazzoni</strong>, come Brelich e come Sabbatucci sottolineano con forza le<br />

<strong>di</strong>versità del “modello religioso” e l’importanza del politeismo.


Nella lezione inaugurale per la prima cattedra <strong>di</strong> Storia delle Religioni<br />

italiana ( cattedra voluta dall’allora ministro della pubblica istruzione<br />

Giovanni Gentile ) pronunciata il 17 gennaio 1924, <strong>Pettazzoni</strong> affermava<br />

<strong>di</strong> voler “formare la coscienza storico religiosa <strong>degli</strong> italiani “.<br />

La Storia delle Religioni deve servire per formare la “ coscienza civile”<br />

<strong>degli</strong> Italiani.<br />

Il presupposto è costruire negli Italiani la consapevolezza della<br />

“religione “ come fatto storico ,variabile , definito culturalmente<br />

Non verità, per <strong>di</strong> più rivelata<br />

<strong>Pettazzoni</strong> ritorna sul tema più volte .<br />

Anche in “Italia religiosa “ (Bari 1952) dove esplicitamente si occupa <strong>di</strong><br />

“Religione dello Stato e Religione dell’uomo” ,<strong>di</strong>videndo tra l’esigenza <strong>di</strong><br />

un modello <strong>di</strong> comportamento etico ,pubblico identificato con il rispetto<br />

della normatività dello stato rispetto quelli che sono i “riti “privati.<br />

Sullo sfondo sia pure in ottica <strong>di</strong>versa dobbiamo porre i programmi <strong>di</strong><br />

costruzione <strong>di</strong> una religione civile presenti anche ad una parte della<br />

intellettualità del regime fascista con il quale <strong>Pettazzoni</strong> convisse in una<br />

posizione <strong>di</strong> misurata <strong>di</strong>stanza.<br />

In un ‘opera postuma ,il successore <strong>di</strong> <strong>Pettazzoni</strong> Angelo Brelich ,<br />

<strong>di</strong>chiarerà molti anni dopo il mancato raggiungimento dell’obiettivo da<br />

parte <strong>di</strong> <strong>Pettazzoni</strong> e della sua scuola , nel senso che la presa <strong>di</strong> coscienza<br />

culturale della <strong>di</strong>mensione storica quin<strong>di</strong> variabile della “religione” non è<br />

stata raggiunta. Anzi.( E ,aggiungiamo ,la <strong>di</strong>sciplina <strong>di</strong>visa e <strong>di</strong><br />

conseguenza svalutata).<br />

“Ogni tentativo <strong>di</strong> definire il termine religione deve tener conto che si<br />

deve anzi tutto prima “sapere come vogliamo definire un termine<br />

impiegato in vari sensi, onde poterlo usare a fini scientifici, una volta<br />

rivestito <strong>di</strong> un significato che non offra pretesto ad equivoci. In campo<br />

storico contrariamente a quanto avviene per la matematica o per la<br />

logica - una definizione aprioristica più o meno precisa è<br />

perfettamente inutile; la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> una sua utilità è che a questa<br />

definizione corrisponda effettivamente una realtà storica coerente e<br />

precisa”<br />

Angelo Brelich Storia delle Religioni: perché?, Napoli 1979<br />

(Liguori): 141.


Quando ottiene la cattedra <strong>Pettazzoni</strong> ha alle spalle alcune opere già<br />

significanti per il panorama culturale italiano. .<br />

La religione primitiva in Sardegna del 1912; La religione <strong>di</strong> Zarathustra<br />

nella storia religiosa dell’Iran ,1920 ,La religione nella Grecia antica fino<br />

ad Alessandro 1921 rie<strong>di</strong>ta nel 1954.<br />

Pubblicata nel 1922 la monografia “ Dio: formazione e sviluppo del<br />

monoteismo (vol. I: L’Essere celeste nelle credenze dei popoli primitivi”<br />

1922) L’opera pensata in tre volumi si ferma al primo,l’indagine de<strong>di</strong>cata<br />

agli Esseri supremi senza arrivare al volume conclusivo che doveva<br />

riguardare il punto centrale della riflessione,la nozione del <strong>di</strong>o<br />

monoteistico.<strong>Pettazzoni</strong> si occupa in realtà in maniera approfon<strong>di</strong>ta<br />

soprattutto <strong>degli</strong> ” Esseri Supremi” .<br />

Il primo personaggio preso in considerazione è Baiame “essere supremo”<br />

dei Kamilaroi , dei Wiradjuri , <strong>degli</strong> Euahlay tribù stanziate del sud ovest<br />

dell’Australia ( New South Wales ) …il primo ad essere conosciuto dagli<br />

europei …<br />

Di Esseri Supremi, High Gods ecc <strong>Pettazzoni</strong> si era occupato in<br />

precedenza , intervenendo nella nota questione sul “monoteismo<br />

primor<strong>di</strong>ale” sollevata dalla loro scoperta nelle culture cd. “primitive “<br />

da Andrew Lang.<br />

La scoperta <strong>degli</strong> Esseri Supremi attivi nel presente ,responsabili della<br />

creazione del mondo,interventisti nel regolarne le con<strong>di</strong>zioni ribaltava il<br />

noto schema evoluzionistico che voleva il “monoteismo” traguardo <strong>di</strong> un<br />

percorso evolutivo che portava l’umanità anche nel campo della<br />

costruzione della propria <strong>di</strong>mensione “cd spirituale” attraverso un<br />

percorso che doveva partire da una situazione elementare per progre<strong>di</strong>re<br />

verso soluzioni più complesse .<br />

I modelli “primitivi” erano il feticismo ( espressione <strong>di</strong> Charles de<br />

Brosses che interpretava alla metà del XVIII secolo le immagini fatte<br />

dagli abitanti dell’Africa atlantica come ingenuo sforzo da parte umana <strong>di</strong><br />

costruirsi “<strong>di</strong>vinità”esseri sovrumani superpotenti con i quali entrare in<br />

relazione ). Oppure l’animismo termine coniato da Robert Tylor nel 1871<br />

(Primitive Culture ) per identificare il momento iniziale della percezione<br />

<strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione “altra” rispetto la <strong>di</strong>mensione materiale<br />

corporea,partendo dall’osservazione <strong>di</strong> fenomeni normali come il sonno,il<br />

sogno,la transe,o da patologie come l’epilessia ,il sonnambulismo ecc.<br />

Attraverso un lunghissimo processo la percezione <strong>di</strong> una <strong>di</strong>mensione


extracorporea avrebbe portato alla formulazione <strong>di</strong> entità extraumane<br />

varie ,sino alla formulazione storicamente fondamentale del Dio Uno e<br />

Unico .<br />

La presenza <strong>di</strong> figure extraumane complesse così simili al Dio dei<br />

monoteismi nei miti dei popoli senza scrittura ,i popoli “primitivi” popoli<br />

che avrebbero dovuto esse feticisti o “animisti” provocava scalpore .<br />

Padre Wilhelm Schmidt, gesuita ,etnologo approfittava della scoperta <strong>di</strong><br />

Lang per in<strong>di</strong>care negli Esseri Supremi la <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> un monoteismo<br />

primor<strong>di</strong>ale (Urmonotheismus) come conferma della verità della<br />

rivelazione biblica. I popoli “primitivi” attuali avrebbero conservato quella<br />

rivelazione in quanto rappresentanti ultimi <strong>di</strong> un’umanità sfuggita al<br />

<strong>di</strong>luvio universale ! La raccolta dei dati etnografici è nei 12 volumi <strong>di</strong> Der<br />

Ursprung der Gottesidee (L’origine dell’idea <strong>di</strong> Dio ) 1912 –1954.<br />

<strong>Pettazzoni</strong> interpreta invece gli Esseri Supremi come figure sovrumane<br />

strutturalmente <strong>di</strong>verse rispetto l’invenzione straor<strong>di</strong>naria del Dio<br />

Uno,Unico trascendente , creatore e legislatore quale appare dal<br />

(comunque tardo) testo biblico.<br />

Il Dio biblico si propone come “invenzione” –rivoluzionaria - in un<br />

particolare momento della storia nel quale per precise circostanze risultava<br />

necessaria la fondazione o rifondazione <strong>di</strong> una identità forte e unitaria. Una<br />

circostanza storica importante per le tribù <strong>di</strong> Israele. In un’epoca<br />

relativamente recente. Essenzialmente nella forma più compiuta tra il VI<br />

ed il V secolo a.C.<br />

<strong>Pettazzoni</strong> non riuscirà scrivere la sua trilogia su Dio .Si ferma al primo<br />

volume sull’Essere Supremo .<br />

Nel suo interesse rimangono le culture antiche non monoteiste –la<br />

religione greca in particolare –e le culture contemporanee in particolare le<br />

culture dei cosiddetti “popoli primitivi” ,i popoli “senza scrittura “ i<br />

rappresentanti o quello che sarà definito più tar<strong>di</strong> il “pensiero selvaggio “<br />

Alle mitologie dei popoli cosiddetti primitivi, alla <strong>di</strong>vulgazione del<br />

“pensiero selvaggio “ <strong>Pettazzoni</strong> de<strong>di</strong>ca un’opera monumentale ,Miti e<br />

Leggende, pubblicato in 4 volumi a partire dal 1948 presso la casa e<strong>di</strong>trice<br />

UTET .<br />

Per <strong>Pettazzoni</strong> il richiamo alla “necessità della storia” è centrale<br />

soprattutto per fronteggiare l’illusoria “facilità” della fenomenologia che<br />

attraverso la comparazione , metodo tuttavia essenziale per lo storicismo


pettazzoniana.Mentre la fenomenologia cerca la somiglianza ,lo<br />

storicismo compara per evidenziare le <strong>di</strong>fferenze ed i loro perché.<br />

Attraverso la comparazione <strong>Pettazzoni</strong> <strong>di</strong>mostra la “<strong>di</strong>versità”. delle figure<br />

<strong>degli</strong> Esseri Supremi dalla figura del Dio del monoteismo<br />

In questa prospettiva la posizione <strong>di</strong> <strong>Pettazzoni</strong> si delinea prima <strong>di</strong> tutto<br />

antitetica a quella interpretazione del la “religione” come “sacro” , quid<br />

esistenziale, il “tutto altro” che si manifesta autonomamente nelle varie<br />

culture esercitando il fascino del tremendum, <strong>di</strong>vulgato dal testo famoso <strong>di</strong><br />

Rudolf Otto, Das Heilige, 1917.<br />

<strong>Pettazzoni</strong> vuole comunque sottolineare l’importanza strutturale del<br />

sacro come categoria a sé nella <strong>di</strong>mensione della storia.In conflitto nel<br />

panorama intellettuale italiano , con il filosofo Benedetto Croce.<br />

Benedetto Croce negava consistenza storica al dato religioso e<br />

in<strong>di</strong>viduava nel “sacro” <strong>di</strong> Otto uno strumento pericoloso che dava<br />

consistenza categoriale a qualche cosa che si poneva invece come irreale<br />

in sé .Il religioso appunto.<br />

Croce si pronuncia in modo esplicito sul libro <strong>di</strong> Otto in una recensione<br />

molto dura alla traduzione italiana del 1926, opera del modernista<br />

cattolico Ernesto Buonaiuti. ( La Critica, XXVI, 1928, pp.48-51). Per<br />

Croce il libro <strong>di</strong> Otto è ironicamente definito utile perché <strong>di</strong>mostra che<br />

“non si dà una storia <strong>di</strong> ciò che non è, e che in quanto non è non si<br />

svolge e non vive”<br />

<strong>Pettazzoni</strong> più sottilmente accoglie il suggerimento <strong>di</strong> Otto ,riconosce<br />

l’importanza in sé del “sacro” ma riven<strong>di</strong>ca al “sacro” il suo posto<br />

“storico “, “sacro” come prodotto dell’uomo nella storia .<br />

Il “sacro” è “costruzione umana “ è genomenon e si oppone al sacro<br />

phainomenon ,la “ierofania” secondo la terminologia introdotta da Mircea<br />

Eliade 1 .<br />

Il <strong>di</strong>o dei monoteismi è un “prodotto “ della storia in un momento<br />

storico bene in<strong>di</strong>viduato tra VI e il V a.C della storia <strong>di</strong> un popolo,il<br />

popolo ebraico dopo la liberazione dall’esilio in Babilonia.<br />

Così anche gli Esseri Supremi sono prodotti della storia culturale dei<br />

singoli popoli ai quali appartengono .<br />

1 L’espressione del sacro come genomenon ,costruzione umana contrapposto al phainomenon<br />

manifestazione <strong>di</strong> qualche cosa che c’è autonomamente ,il sacro ontico <strong>di</strong> Otto che confluisce nella<br />

ierofania <strong>di</strong> M.Eliade si trova nella Introduzione alla seconda e<strong>di</strong>zione della Religione in Grecia del<br />

1954 ( la prima e<strong>di</strong>zione è del 1921) Sul tema del sacro <strong>Pettazzoni</strong> ritorna anche nel suo ultimo<br />

articolo su Numen 1959 citato.


<strong>Pettazzoni</strong> cerca <strong>di</strong> rintracciare i momenti della costruzione del<br />

personaggio extraumano destinato a trasformarsi nello specifico storico del<br />

<strong>di</strong>o monoteista d’Israele, mettendo in evidenza alcuni attributi essenziali.<br />

Tra questi l’onniscienza legata all’onniveggenza, facoltà <strong>di</strong>pendente in<br />

modo imme<strong>di</strong>ato da una situazione uranica per la quale questo tipo <strong>di</strong><br />

Essere Supremo appare legato al cielo ,alla luce quin<strong>di</strong> alla possibilità<br />

<strong>di</strong>latata del vedere. Da ciò anche le identificazioni con il sole e il rapporto<br />

con le manifestazioni metereologiche (venti, tempeste…).<br />

Gli Esseri supremi potevano essere progressivamente mo<strong>di</strong>ficati secondo<br />

le mo<strong>di</strong>ficazioni strutturali richieste dalla storia seguendo percorsi <strong>di</strong>versi<br />

<strong>Pettazzoni</strong> insiste sull’importanza <strong>degli</strong> All Fathers <strong>di</strong> Andrew Lang che<br />

li aveva segnalati nel suo testo dal significativo titolo The Making or<br />

Religion London 1898 . Tutta la Prefazione del primo volume su Dio del<br />

1922 rimane molto importante per sottolineare come il monoteismo sia il<br />

risultato <strong>di</strong> un processo storico ,in ogni caso un fatto unico.<br />

Il tema è ripreso in un articolo denso La formation du Monothéisme<br />

pubblicato sulla Revue des Histoire des Religons del 1923 dove<br />

puntualizza quello che rimane il problema <strong>di</strong> fondo :la necessità <strong>di</strong> tenere<br />

separata la tendenza all’Uno,definibile come enoteismo ,monolatria<br />

,presente in situazioni <strong>di</strong>verse ,compatibile con il politeismo ,<br />

dall’imposizione del culto <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o Uno,Unico assoluto 2 .<br />

Sempre <strong>di</strong> Esseri Supremi<br />

<strong>Pettazzoni</strong> si occupa ancora nel volume sull’Onniscienza <strong>di</strong> Dio del 1955<br />

-una specie <strong>di</strong> risposta alle Lectures <strong>di</strong> Lewis Farnell de<strong>di</strong>cate agli<br />

Attibutes of God datate al 1925.<br />

Il tutto per riba<strong>di</strong>re che: tra i vari esseri supremi <strong>di</strong> culture<br />

essenzialmente noma<strong>di</strong>co-pastorali, quin<strong>di</strong> culture dei gran<strong>di</strong> spazi<br />

2 <strong>Pettazzoni</strong> nell’articolo su RHR 1923 cita le recensioni al suo volume del 1922.: W. Schmidt in<br />

Anthropos XVI-VII 1921-2 p.1041 e Recherches de science religieuse 1923,p.392 . e <strong>di</strong> H.Pinard<br />

de la Boullaye nello stesso volume <strong>di</strong> Recherches p.459 . Anche B.Gentile interviene in La Critica<br />

20 ,1922,298 . Richiama anche l’attenzione sulla <strong>di</strong>stinzione tra monoteismo ed enoteismo o<br />

katenoteismo con rimando a M.Müller, Chips from a German workshop I 353 ; Lectures on the<br />

growth of Religion as illustrated by the religions of In<strong>di</strong>a London 1880,271 ss . La religione ve<strong>di</strong>ca<br />

esemplifica l’ enoteismo Ma ve<strong>di</strong> Schelling ,Einleitung in <strong>di</strong>e Philosophie de Mythologie ,Stuttgart<br />

1856 p.126ss In tutto l’ articolo Petazzoni riba<strong>di</strong>sce come il monoteismo si <strong>di</strong>ffonda sempre per<br />

conversione per negazione <strong>di</strong> una situazione precedente . le vrai monotheisme ..qui se forme non<br />

par fusione ,par aggregation, par gérarchisation monarchique des <strong>di</strong>fferents <strong>di</strong>eux mai par<br />

négation de tous les <strong>di</strong>eux à l’exception d’un seul.


aperti delle steppe e dei deserti, solo uno ebbe la ventura <strong>di</strong> essere<br />

trasformato nel Elohim – Yhwé .<br />

Essere trasformato in Dio.<br />

Sul tema ritorna nel 1957 nel suo ultimo volume L’Essere Supremo nelle<br />

religioni primitive ,!957.<br />

Da vedere l’Appen<strong>di</strong>ce su La Formazione del monoteismo.Si tratta <strong>di</strong> un<br />

breve luci<strong>di</strong>ssimo profilo che mette in mette in evidenza l’ipotesi <strong>di</strong><br />

Voltaire che nel Dictionnaire philosophique del 1764 scriveva che nella<br />

sua ipotesi (da ateo)l’umanità avrebbe cominciato a credere in un solo <strong>di</strong>o<br />

e solo la debolezza umana avrebbe portato all’adozione <strong>di</strong> più dei “. Quasi<br />

contemporaneamente Rousseau sosteneva l’ipotesi <strong>di</strong> De Brosses su<br />

un’umanità primitiva i Negri ,che si costruiva i propri dei feticci (<br />

Rousseau Emile 1964 )<br />

La “religione nel suo modello forte ,il monoteismo , in ogni caso viene<br />

“intesa come componente fondante della cultura L’affermazione precede<br />

<strong>di</strong> molto la definizione corrente dell’antropologo Clifford Geertz che<br />

propone <strong>di</strong> interpretare la religion as a cultural system Un sistema<br />

culturale identificante ! Fatto <strong>di</strong> ovvia naturale importanza.<br />

In Italia religiosa del 1952 (Bari) <strong>Pettazzoni</strong> esplicitamente parla <strong>di</strong> una<br />

“religione dello stato e <strong>di</strong> una religione dell’uomo”.<br />

Entrambe precedono l’avvento del cristianesimo ,sono presenti anche nei<br />

politeismi del mondo classico greco e romano.<br />

La prima è bene espressa dal tipo <strong>di</strong> religione applicato dalla polis e dalla<br />

res publica romana ,l’altra è espressa dalle religioni cd.misteriche con il<br />

loro reclutamento personalistico,”sopranazionale”e “sovraetnico “.<br />

<strong>Pettazzoni</strong> illustra il conflitto tra le due forme attraverso la rilettura del<br />

celebre episo<strong>di</strong>o delle repressione dei bacchanalia ,i riti per Liber<br />

Bacchus , riti “misterici” per i quali il paragone va con analoghe forme<br />

della “religione “ del <strong>di</strong>o Dionysos,il <strong>di</strong>o della transe <strong>di</strong> possessione legato<br />

al vino droga nel politeismo greco. I bacchanalia furono messi fuori legge<br />

a Roma per or<strong>di</strong>ne del senato nel 186.<br />

Sull’episo<strong>di</strong>o al centro esiste un lungo racconto romanzato dello storico<br />

Tito Livio (XXXIX ) Intorno ai “misteri”nel mondo classico <strong>Pettazzoni</strong><br />

aveva scritto un saggio nel 1924 I misteri : saggio <strong>di</strong> una teoria storicoreligiosa<br />

Bologna ( rie<strong>di</strong>zione 1997).


Per <strong>Pettazzoni</strong> il cristianesimo , pur non essendo derivazione <strong>di</strong>retta dei<br />

culti misterici del mondo pagano, con<strong>di</strong>vide con questi alcuni punti<br />

importanti come il proselitismo e la <strong>di</strong>mensione sovraetnica e trasversale e<br />

si propone come una religione dell’uomo e della salvezza in una<br />

<strong>di</strong>mensione ultramondana . Divenendo religione <strong>di</strong> stato-l’impero romano-<br />

il cristianesimo si impossessa dell’ambito della religione pubblica e<br />

cancella la religiosità espressa dallo stato che era stata propria delle forme<br />

politiche del “paganesimo” della polis greca e della respublica romana.<br />

Soprattutto della respublica romana .<br />

Per chiarire <strong>Pettazzoni</strong> ricorre all’esempio <strong>di</strong> un istituto come la devotio<br />

un modello esplicito della religione dello stato .La devotio propone il<br />

gesto dell’autosacrificio per il bene comune al centro <strong>di</strong> una ideologia che<br />

propone nella “patria” il bene ultimo .L’esempio più famoso <strong>di</strong> devotio<br />

de<strong>di</strong>ca e voto <strong>di</strong> se stessi alla morte in un’azione <strong>di</strong> guerra,è <strong>di</strong> Publio<br />

Decius Mus nella battaglia <strong>di</strong> Sentino del 295 a.C. quando l’esercito<br />

romano deve affrontare una mici<strong>di</strong>ale coalizione <strong>di</strong> Galli e Sanniti .<br />

Il console Decius Mus consapevole della gravità della situazione de<strong>di</strong>ca se<br />

stesso agli dei inferi prima <strong>di</strong> lanciarsi da solo contro le file nemiche per<br />

essere ucciso .<br />

L’autosacrificio provoca la vendetta <strong>degli</strong> dei contro coloro che avevano<br />

ucciso chi si era a loro consacrato ed i romani risultano vincitori.<br />

Il tema della religiosità civica per <strong>Pettazzoni</strong> si ripropone in una serie <strong>di</strong><br />

episo<strong>di</strong> che costellano la storia d’Italia raccontati in Italia Religiosa. I riti<br />

del Carroccio dell’Italia comunale contro il Barbarossa, la vita civica <strong>di</strong><br />

Arnaldo da Brescia contro Adriano IV ,la proclamazione <strong>di</strong> Cristo Re <strong>di</strong><br />

Firenze me<strong>di</strong>ante elezione pubblica voluta da Nicolò Capponi nel 1528.<br />

Un modello <strong>di</strong> religione dello stato può essere espresso da un modello<br />

simbolico religioso arcaico,non monoteistico , come lo shinto , la<br />

“religione” politeista <strong>di</strong> stato in Giappone . Con la costituzione del 1889<br />

che affermava la libertà <strong>di</strong> culto e la parità <strong>di</strong> tutte le religioni,<br />

cristianesimo e bud<strong>di</strong>smo furono messi in Giappone sullo stesso piano<br />

dello shinto ,il culto politeistico tra<strong>di</strong>zionale.<br />

( Ve<strong>di</strong> Saggi <strong>di</strong> Storia delle Religioni e <strong>di</strong> mitologia , Roma 1946 p.XVIII<br />

ma anche Religione e cultura ( il Mondo ,12-7-1955 ) in Religione e<br />

società ,M.Gan<strong>di</strong>ni ed Bologna 1966<br />

La religione per <strong>Pettazzoni</strong> poteva <strong>di</strong>ventare un mezzo <strong>di</strong> costruzione e<br />

innovazione <strong>di</strong> civiltà e in questo caso <strong>di</strong>ventava “religione civile “


Analoghe le osservazioni su La libertà religiosa nella nuova Cina in<br />

AA.VV. Atti del Convegno scambi con la Cina, Milano 1957 131-138 in<br />

Religione e Società 183-190 ) .<br />

La religione viene proposta come “un elemento immanente della civiltà”<br />

una forma accanto all’arte, al pensiero speculativo ,alla struttura sociale<br />

,alla vita economica e politica .<br />

L’autonomia del “fatto religioso”, creato dall’uomo,rispondente ad<br />

esigenze umane ,quin<strong>di</strong> variante umana permette <strong>di</strong> fondare una <strong>di</strong>sciplina<br />

specifica storica non teologica.<br />

Il secondo profilo riguarda Angelo Brelich( 1913-1977) successore <strong>di</strong><br />

<strong>Pettazzoni</strong> alla cattedra <strong>di</strong> Roma . Una personalità molto <strong>di</strong>versa che allo<br />

stesso tempo appare interprete fedele delle convinzioni metodologiche<br />

pettazzoniane<br />

Con Brelich la storia delle religioni entra <strong>di</strong> prepotenza nel campo della<br />

Altertumwissenschaft , la scienza dell’antichità ,patrimonio per eccellenza<br />

della filologia soprattutto tedesca , dell’archeologia o dell’interpretazione<br />

e trasformazione letteraria soprattutto del materiale mitico che ha<br />

caratterizzato il modello occidentale Proprio riguardo questo patrimonio<br />

mitico <strong>di</strong> rilevanza profonda Brelich affina in modo estremo ed<br />

altamente innovativo il suo metodo analitico.<br />

Per Brelich lo “storicismo assoluto” appare lo strumento più adatto ad<br />

indagare proprio i fenomeni cosiddetti religiosi a cominciare da quelli<br />

antichi extra e precristiani .<br />

“ Lo storico ab<strong>di</strong>cherebbe al suo mestiere nel momento stesso nel quale<br />

ammettesse la sola possibilità <strong>di</strong> un intervento <strong>di</strong> fattori sovrumani nella<br />

storia o fondasse giu<strong>di</strong>zi su valori assoluti prestabiliti da Dio o da chi per<br />

lui<br />

Così in Storicismo e quale storicismo in Storia delle religioni<br />

perché?(Napoli 1979) .<br />

E ancora sempre nello stesso testo pubblicato postumo<br />

Anche lo storico credente finché stu<strong>di</strong>a la storia delle religioni deve<br />

saper prescindere dalla propria fede perchè appena introduce<br />

nell’interpretazione <strong>di</strong> un fatto religioso fattori sovrumani ,rinuncia al<br />

mestiere dello storico che è quello <strong>di</strong> cercar conto delle ragioni umane<br />

che hanno prodotto un evento,una situazione ..”


I guadagni <strong>di</strong> questa <strong>di</strong>chiarata presa <strong>di</strong> posizione si evidenziano nella<br />

vasta produzione <strong>di</strong> articoli e libri e si esemplifica anche nella lunga<br />

continuata attività <strong>di</strong> recensore sulla rivista ufficiale della <strong>di</strong>sciplina <strong>Stu<strong>di</strong></strong> e<br />

Materiali <strong>di</strong> Storia delle Religioni ,iniziata alla fine <strong>degli</strong> anni trenta e<br />

continuata sino agli anni settanta .( messa a punto del materiale recensito<br />

in Chirassi Colombo 2002 Il lungo impegno in Angelo Brelich e la Storia<br />

delle Religioni :temi problemi e prospettive .Atti del Convegno <strong>di</strong> Roma<br />

(2002) 2005 .<br />

Il suo “non manuale “ Introduzione alla storia delle religioni (1966prima<br />

e<strong>di</strong>zione rimane una <strong>di</strong>mostrazione eccezionale del metodo).<br />

Il rapporto con il “mondo antico” è per Brelich inizialmente<br />

filtrato dall’interpretazione <strong>di</strong> Karl Kerényi,che al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni<br />

critica, rimane uno <strong>degli</strong> stu<strong>di</strong>osi “ affascinanti “ <strong>di</strong> quella<br />

Mythologie nella quale si identificava praticamente la “religione<br />

greca” 3 .<br />

Con un articolo del 1939 su Il mito nella storia <strong>di</strong> Cecilio Metello<br />

pubblicato sempre su SMSR B. inaugura uno dei suoi filoni <strong>di</strong><br />

ricerca costante ,un punto nodale : la ricerca sul mito che non<br />

lascerà mai .Comincia da un punto <strong>di</strong> partenza critico,il problema<br />

del mito,nello specifico del mito a Roma : si mette al centro la<br />

singolarità della scelta romana che al mito,alla mitologia , ha in<br />

apparenza almeno rinunciato,ha “demitizzato” optando per la<br />

storia .Il politeismo romano infatti non “produce” mitologia intesa<br />

come racconto delle origini a vario titolo . Il testo su Cecilio<br />

Metello può essere considerato un lavoro seminale ,punto <strong>di</strong><br />

avvio per una serie <strong>di</strong> riflessioni sempre più analitiche e stringenti<br />

che lo porteranno anche lontano dai materiali narrativi ,dai miti<br />

del mondo classico o, in genere dalle mitologie dei politeismi per<br />

3 ù sulle problematiche del mito attraverso il novecento Chirassi Colombo 2002 Il mito greco<br />

rimane sempre l’”inesauribile pozzo ” <strong>di</strong> ispirazione della cultural europea (Christa Wolf ) ma è<br />

fondamentale quella cerniera imposta dallo strutturalismo <strong>di</strong> Levi Strauss . L’ultimo Brelich<br />

comprende in pieno il senso <strong>di</strong> quella “cerniera” della quale con<strong>di</strong>vide l’impostazione razionalistica<br />

<strong>di</strong> fondo anche se non vuole “imitare “ Levi Strauss.. .


affrontare sempre in chiave comparativa con sullo sfondo in<br />

critica e consapevole <strong>di</strong>stanza Levi Strauss e lo strutturalismo.<br />

Risulta quin<strong>di</strong> sconcertante l’assenza <strong>di</strong> ogni cenno a Brelich ed alla<br />

scuola romana nella prefazione del “filologo antropologo” Maurizio<br />

Bettini ad una raccolta <strong>di</strong> “Miti romani” pubblicata dalla casa e<strong>di</strong>trice<br />

Einau<strong>di</strong> nel 2010 !!!<br />

Il primo impegnativo testo <strong>di</strong> Brelich è de<strong>di</strong>cato al mito ed alla Grecia<br />

Gli eroi Greci .Un problema storico –religioso 1958 è il titolo della<br />

complessa monografia nella quale affronta a tutto tondo “ il mondo<br />

greco” partendo appunto dal “mito” ,espressione per eccellenza<br />

dell’identità greca.( ristampa 2010 Adelphi con dotta postfazione che<br />

non coglie tuttavia la novità dell’approccio breliciano ).<br />

La cultura greca <strong>di</strong>ce Brelich .ha prodotto una quantità <strong>di</strong> miti<br />

documentati impareggiata tra le culture del mondo antico, se non forse per<br />

la cultura ve<strong>di</strong>ca ed aggiunge che « la quantità <strong>di</strong> miti documentati per la<br />

Grecia supera forse anche quella che qualunque etnologo sia riuscito<br />

raccogliere presso una società primitiva » .<br />

Gli eroi sono “personaggi mitici” per eccellenza . Come le eroine che<br />

sono gli eroi al femminile delle quali tuttavia Brelich non si occupa<br />

nello specifico .Sulle eroine tenta un informato excursus Deborah<br />

Lyons Gender and Immortality Heroines in Ancient Greek Myth and<br />

Cult.Princeton 1997<br />

iniziando dal problema del genere femminile sempre affiorante in<br />

linguistica .. eroina in greco è termine relativamente tardo ( nel lessico del<br />

poeta Pindaro V a.C.)…!<br />

Brelich riesce comunque ad isolare l’eroe greco come una figura specifica<br />

tra le tipologie <strong>degli</strong> esseri extra o sovrumani che popolano gli universi<br />

simbolici delle varie “religioni” .Quelle tipologie che Brelich formalizza<br />

nella sua Introduzione alla Storia delle Religioni del 1966.<br />

Il guadagno più interessante è comunque la definizione dello statuto<br />

eroico come statuto extraumano. L’eroe è un essere extraumano che<br />

sperimenta nella sua biografia la morte . Non <strong>di</strong>o decaduto ,neppure essere<br />

umano promosso <strong>di</strong> statuto.


Anche se ci sono varie testimonianze <strong>di</strong> processi <strong>di</strong> eroizzazione storici<br />

in Grecia .Sul tema ve<strong>di</strong> la breve nota sulla “fabbrica <strong>degli</strong> eroi” in<br />

I.Chirassi Colombo,La Religione in Grecia (1983)1994 .<br />

L’eroe è un essere extraumano che conosce nella sua biografia un destino<br />

<strong>di</strong> morte ed è onorato con culto tombale .Il tema si apre a molteplici<br />

considerazioni dalle quali Brelich volutamente si astiene.<br />

Il secondo “grande” testo <strong>di</strong> Brelich è Paides e Parthenoi che esce nel<br />

1969 . Argomento le inziazioni puberali ,i rituali <strong>di</strong> “introduzione” alla<br />

vita adulta rintracciabile nella prassi cultuale delle città greche .<br />

Sono considerate la severa agoge per i” ragazzi” i paides a Sparta e <strong>di</strong><br />

contro gli analoghi rituali <strong>di</strong> introduzione previsti per le “ragazze “,le<br />

parthenoi ad Atene , il servizio delle arrephoroi per la dea della città<br />

Athena e quello delle arktoi le “orse” “ imitate “dalle ragazzine per la<br />

“selvatica “ Artemis<br />

Sullo sfondo il problema dei rituali <strong>di</strong> iniziazione adolescenziale delle<br />

società cd.primitive , rituali ben noti nelle culture e stu<strong>di</strong>ati da van<br />

Gennep all’inizio del ‘900 ( Les rites de passage 1909).<br />

Il tema rimanda <strong>di</strong>rettamente al delicato problema metodologico della<br />

comparazione tra istituzioni apparentemente simili in contesti culturali<br />

profondamente <strong>di</strong>versi.<br />

Si propone sottinteso anche il problema <strong>di</strong> “ tradurre”l’informazione<br />

etnoantropologica della ricerca sul terreno (ad esempio i dati<br />

scrupolosamente elencati ed utilizzati da Brelich nella lunga introduzione)<br />

in termini adatti ad essere recepiti dal “<strong>di</strong>scorso antropologico”<br />

occidentale .Brelich non cerca il <strong>di</strong>scorso dell’antropologia “filosofica”e<br />

preferisce l’imme<strong>di</strong>atezza dello sguardo ra<strong>di</strong>cale storico .Le<br />

“iniziazioni”dei popoli cosiddetti primitivi sono in realtà imparagonabili<br />

vi possono essere situazioni nelle quali ma situazione storica richiede una<br />

loro opportuna rifunzionalizzazione in una prospettiva per così <strong>di</strong>re <strong>di</strong><br />

mimesis storica.<br />

Brelich aveva affrontato il tema etnologico delle iniziazioni in un corso<br />

universitario per l’anno accademico 1959-60 ( le <strong>di</strong>spense sono rie<strong>di</strong>te nel<br />

2009 A.Brelich Le iniziazioni a cura <strong>di</strong> A.Alessandri ).<br />

Prendendo le <strong>di</strong>stanze metodologiche dai modelli seguiti da altri stu<strong>di</strong>osi<br />

nell’affrontare il tema in rapporto alla specifica realtà greca Brelich evita<br />

i percorsi de i suoi predecessori .Evita un’ interpretazione in chiave<br />

simbolica come quella seguita da Jane Harrison famosa rappresentante


della cd scuola <strong>di</strong> Cambridge in Themis 1927 . Qui la Harrison si<br />

sofferma sul punto simbolico centrale dell’iniziazione –la necessità della<br />

messa morte dell’ iniziando come uccisione e ritorno in vita <strong>di</strong> un <strong>di</strong>vino<br />

fanciullo Dionysos Zagreus ( il racconto è in Plutarco de Iside et Osiride<br />

364 B) per arrivare alla soluzione del tutto nuova .<br />

Tralascia anche l’ottica <strong>di</strong> <strong>di</strong> Henry Jeanmaire in Couroi et Couretes<br />

(1939) che interpreta il modello iniziatico come istituto destinato<br />

essenzialmente alla costruzione <strong>di</strong> “corpi militari” speciali dove gli<br />

in<strong>di</strong>vidui “muoiono” nelle loro singole personalità per rinascere come<br />

“combattenti “scelti<br />

Riassumendo al massimo Brelich propone una interpretazione in<br />

prospettiva <strong>di</strong>namica che affronta il tema dell’’istituto iniziatico dal<br />

punto <strong>di</strong> vista storico-culturale . L’iniziazione puberale tipica <strong>di</strong> società<br />

<strong>di</strong>verse , società tribali ,“tribali” viene rifunzionalizzata per i fini<br />

storicamente “attuali” in strutture <strong>di</strong>verse , le poleis che hanno interesse<br />

ad assicurarsi “simbolicamente” una riproduzione omogenea del proprio<br />

gruppo adulto ,sia maschile che femminile .<br />

Il “materiale” etnologico raccolto costituisce, come è stato detto una<br />

monografia nella monografia, anche la scelta e la trattazione dei dati<br />

riguardanti gli exempla “politici” sono del massimo interesse.<br />

Il <strong>di</strong>scorso su Angelo Brelich rimane tutto aperto La ripubblicazione<br />

recentissima in corso delle sue opere in nuove rie<strong>di</strong>zioni lo testimonia .<br />

Per una messa a punto ve<strong>di</strong> comunque anche P.Xella cur. A. Brelich<br />

Mitologia Politeismo Magia e altri stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> storia delle Religioni ( 1956-<br />

1977) 2002<br />

Il terzo breve profilo riguarda Dario Sabbatucci /1923-2004) (allievo<br />

<strong>di</strong>retto <strong>di</strong> Raffaele <strong>Pettazzoni</strong> .<br />

Di <strong>Pettazzoni</strong> Sabbatucci cercò <strong>di</strong> portare a termine i singoli singoli<br />

punti del programma , a partire dal primo : la storia dell’idea <strong>di</strong> “Dio”.<br />

Le sue ultime opere riguardano appunto il Politeismo 2 vol. Roma 1999<br />

e Monoteismo Roma 2001 Sono opere <strong>di</strong> sintesi stringente che attendono<br />

ancora una piena valutazione .<br />

Con <strong>Pettazzoni</strong> e con Brelich Sabbatucci con<strong>di</strong>vide la necessità <strong>di</strong> dare<br />

massima importanza per la storia del simbolico culturale umano al<br />

“politeismo”. Il primo politeismo appartiene al modello simbolico sumero


la misteriosa cultura della scrittura della Mesopotamia (o<strong>di</strong>erno Iraq )del<br />

III millennio a.C. Una prima cultura cosiddetta superiore una cultura della<br />

scrittura. Ed il politeismo è una realtà estremamente <strong>di</strong>ffusa nel<br />

contemporaneo..In<strong>di</strong>a Giappone Corea…<br />

Sabbatucci riba<strong>di</strong>sce l’affermazione della qualità storica del monoteismo<br />

inteso come elaborazione storica identitaria del giudaismo postesilico . Il<br />

monoteismo <strong>degli</strong> Uomini del Ritorno dall’esilio in Babilonia .<br />

Dato consapevolmente sottolineato anche da Sigmund Freud in Mose e il<br />

monoteismo . Avvalendosi <strong>di</strong> una per l’epoca aggiornata bibliografia<br />

Freud sostiene l’estraneità <strong>di</strong> Mosè egiziano al ethnos ebraico .<br />

ziano dal popolo ebraico ma è anche consapevole che la religione<br />

mosaica la conosciamo come fu fissata dal sacerdozio giudaico circa<br />

ottocento anni più tar<strong>di</strong> in epoca successiva all’esilio<br />

Monoteismo termine inventato dal filosofo <strong>di</strong> Cambridge Henry More<br />

nel 1660 definisce da un punto <strong>di</strong> vista preciso una realtà multipla .<br />

E puntualmente Sabbatucci non manca <strong>di</strong> porre l’interrogazione sul<br />

problema dell’identità del <strong>di</strong>o <strong>di</strong> Mosè con il <strong>di</strong>o del cd “co<strong>di</strong>ce<br />

sacerdotale” <strong>di</strong>chiaratamente postesilico. Pur senza entrare nell’intrigo<br />

della costruzione del corpus biblico anche limitando l’attenzione ai soli<br />

primi cinque libri ,il Pentateuco Sabbatucci non esita a porre la sua<br />

problematica<br />

il suo sguardo da lontano rispetto le problematiche strette della critica<br />

testuale. Così nel trattare cristianesimo e islam non manca <strong>di</strong> rilevare le<br />

<strong>di</strong>fferenze profonde che <strong>di</strong>vidono tra loro i “ monoteismi “ ,modelli<br />

accomunati dall’enfasi sull’Uno . L’enfasi sull’uno non è sufficiente per<br />

definire un monoteismo . Per questo è sbagliato cercare un monotheism<br />

nella tarda antichità ( ve<strong>di</strong> P.Athanassi<strong>di</strong> –M.Frede ed Pagan<br />

Monotehism in Late Antiquity Oxford 1999 o il più recente S.Mitchell –<br />

P.van Nuffelen ed One God Pagan Monotheism in the Roman Empire<br />

Cambridge 2010 . I vari Zeus o Juppiter onorati con aggettivi forti ,<br />

Hypsistos , o


Così è molto importante considerare con la massima attenzione la<br />

speculazione sull’Uno e sull’Essere che occupa la riflessione della<br />

filosofia greca presocratica Senofane e Parmenide nel VI secolo a.C.in<br />

rapporto anche con la particolare situazione del me<strong>di</strong>terraneo dell’epoca.<br />

Sabbatucci non manca <strong>di</strong> richiamare l’attenzione sul cosiddetto<br />

monoteismo “politico” persiano <strong>di</strong> Ahura Mazda ispiratore del<br />

monoteismo “teologico” del giudaismo del II tempio,il giudaismo<br />

attualizzato dalla grande riforma <strong>degli</strong> ebrei esiliati a Babilonia e liberati<br />

da Ciro re <strong>di</strong> Persia .Ed ancora non manca <strong>di</strong> sottolineare la lontananza del<br />

modello <strong>di</strong> Amenhotep IV Eckhnaton , il faraone <strong>di</strong> Tell el Amarna<br />

costruttore <strong>di</strong> un culto personale e regale incentrato sulla sua persona e sul<br />

suo rapporto con un’identità <strong>di</strong>vina unica identificata e rappresentata<br />

attraverso il <strong>di</strong>sco solare ( XIV secolo a.C.)<br />

Il tema del “monoteismo” al <strong>di</strong> fuori e prima dell’ investitura ufficiale nel<br />

primo modello storico ebraico è tema assai <strong>di</strong>ffuso. In particolare insiste<br />

sul tema della presenza dell filone ,”intuizione” unitaria <strong>di</strong> un’idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>o<br />

l’egittologo Jan Assman ( ve<strong>di</strong> da ultimo Dio e gli Dei Egitto Israele e la<br />

nascita del monoteismo tr.it 2009) che pure sottolinea molti punti<br />

<strong>di</strong>versificanti . In ogni caso la tendenza fenomenologica –evidenziare ciò<br />

che appare simile –prevale e si trovano così un poco ovunque modelli<br />

“monoteisti”. Così Sabbatucci avverte il lettore <strong>di</strong> “riflettere su un’<br />

importante <strong>di</strong>fferenza tra la definizione analogica e la definizione storica .<br />

del monoteismo(Monoteismo p.135).Sabbatucci e la sua scuola cercano la<br />

definizione storica .<br />

Almeno sino a quando rimangono in vigore i parametri che quella scuola<br />

hanno definito.<br />

L’osservazione è a proposito <strong>di</strong> una pretesa presenza <strong>di</strong> un monoteismo<br />

induista ! Occasione un libro a due mani su “Il monoteismo hindu “ <strong>di</strong><br />

Federico Squarcini e Clelia Batoli ( Pisa 1997) Un libro sul visnuismo<br />

definito correttamente “formazione religiosa o complesso <strong>di</strong> formazione<br />

facenti capo al <strong>di</strong>o Visnu” In realtà gli autori poi ripiegano sul termine<br />

generico teismo ,modello simbolico incentrato sul concetto <strong>di</strong> “<strong>di</strong>o” non<br />

necessariamente l’unico <strong>di</strong>o del monoteismo . Ci sarebbe una “tensione”in<br />

In<strong>di</strong>a che avrebbe provocato l’ascesa <strong>di</strong> un <strong>di</strong>o Visnu che nei Veda ,i testi<br />

più antichi del politeismo induista, è secondario. Dietro a Visnu un Essere<br />

Supremo dei Bhil ,popolazione pre- aria che avrebbe mantenuto l’idea <strong>di</strong>


un “monoteismo primor<strong>di</strong>ale “!! I ricercatori in questo caso sono<br />

con<strong>di</strong>zionati dall’Urmonotheismus <strong>di</strong> padre Schmidt e dalle loro<br />

convinzioni accettate per fede ..<br />

Alla “fede” concetto centralissimo del monoteismo cristiano, -notiamo <strong>di</strong><br />

passaggio – Sabbatucci de<strong>di</strong>ca un primo capitolo <strong>di</strong> un suo importante<br />

libro La prospettiva storico-religiosa Milano 1990.<br />

I testi importanti sono tuttavia molti altri ..Lo stato come conquista<br />

culturale , Roma 1975;Il mito il rito e la storia Roma 1978 ;La religione<br />

<strong>di</strong> Roma antica , Milano 1988<br />

Per una messa a punto purtroppo ancora molto preliminare della vasta<br />

opera <strong>di</strong> Dario Sabbatucci riman<strong>di</strong>amo a Dario Sabbatucci e la Storia<br />

delle religioni ( I.Baglioni- A.Cocozza cur. Roma 2006 )<br />

Nota<br />

abbiamo tralasciato volutamente alcuni nomi In particolare il<br />

problematico cattolico della scuola laica <strong>di</strong> <strong>Pettazzoni</strong> ,Ugo Bianchi che<br />

merita una valutazione critica a sé .<br />

Tralasciata anche la riflessione su Ernesto De Martino al quale deve essere<br />

de<strong>di</strong>cata una riflessione molto specifica

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