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Nobiltà e nobilitazione in Sicilia nel lungo ... - Rivista Meridiana

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<strong>Nobiltà</strong><br />

di nuovo valore. Ma, ancora una volta, sarebbe stato l'<strong>in</strong>teresse poli<br />

tico del regime all'orig<strong>in</strong>e del riconoscimento di titoli e concessioni,<br />

come amaramente sperimenteranno i Morillo, che vedranno resp<strong>in</strong><br />

ta la loro richiesta, al contrario dei Paterno Moneada che saranno<br />

<strong>in</strong>vestiti anche del titolo di conti di Augusta, decaduto f<strong>in</strong> dal<br />

140718.<br />

La scelta di focalizzare l'analisi sui Moneada e i Morillo, pur senza<br />

voler esaurire la problematica sull'aristocrazia siciliana, ha tuttavia<br />

permesso di tratteggiare le direttrici di uno stesso processo che portò<br />

alla formazione di un'elite dirigente <strong>in</strong> una società, quale quella uni<br />

taria, non più divisa <strong>in</strong> ord<strong>in</strong>i. Lo schema gattopardesco dei «leoni<br />

e delle iene» ancora una volta non sembra funzionare. Non perché<br />

la borghesia non cerchi la condizione di nobile, quanto perché le stra<br />

tegie per acquisire la <strong>nobilitazione</strong> sono altre: il successo economico<br />

o la legittimazione politica, sia essa borbonica o unitaria. Tuttavia<br />

è necessario sottol<strong>in</strong>eare come <strong>nel</strong>l'ancien regime il fatto di avere un<br />

patrimonio oberato da debiti non abbia conseguenze negative, né sul<br />

piano dello status, né rispetto al ruolo pubblico dell'aristocrazia; al<br />

contrario, quando i Morillo, <strong>nel</strong> secondo Ottocento, avranno diffi<br />

coltà economiche, perderanno prestigio sociale e centralità politica.<br />

La «persistenza» della nobilità come fulcro della società europea<br />

per tutto il XIX secolo e f<strong>in</strong>o alla prima guerra mondiale, descritta<br />

da Arno Mayer, non sembrerebbe trovare riscontri. Dall'analisi del<br />

la vicenda siciliana quello che appare «persistente» non è il ceto ari<br />

stocratico <strong>in</strong> quanto tale, ma l'idea che l'affermazione sociale si ac<br />

compagni necessariamente all'esclusività del titolo. E l'archetipo no<br />

biliare che stenta a morire <strong>nel</strong>la società del <strong>lungo</strong> Ottocento".<br />

18 Commissione Araldica <strong>Sicilia</strong>na, seduta del 28 maggio 1920, Π, verbale n. 6, AsPa, fon<br />

do Consulta Araldica; sulle vicende che portarono all'est<strong>in</strong>zione del titolo cfr. San Mart<strong>in</strong>o<br />

De Spucches, La storia dei feudi cit., IX, pp. 230-3.<br />

" Sul tema cfr. P. Macry, Ottocento, Famiglie élites e patrimoni a Napoli, Tor<strong>in</strong>o 1988.<br />

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