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Le Beatitudini F. Marletta - Comunità Evangelica ADI San Giovanni ...

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<strong>Comunità</strong> Cristiane <strong>Evangelica</strong> A.D.I S. <strong>Giovanni</strong> La Punta - Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

"LE BEATITUDINI"<br />

Relatore Pastore Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Pubblicazione realizzata in proprio non<br />

commercializzabile destinata ai<br />

membri di chiesa.<br />

Distribuzione gratuita<br />

Stampato Aprile 2013<br />

Distribuzione gratuita


<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Sommario<br />

Beati quelli che fanno cordoglio.......................................................................................<br />

9<br />

Beati i mansueti.............................................................................................................<br />

14<br />

Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia.............................................................<br />

20<br />

Beati i misericordiosi......................................................................................................<br />

25<br />

Beati i puri di cuore........................................................................................................<br />

32<br />

Beati coloro che si adoperano alla pace.........................................................................<br />

39<br />

Beati quelli che sono perseguitati..................................................................................<br />

46<br />

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<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Matteo 5: 1-3<br />

Il testo del sermone sulla montagna ci spiega come vivere in questo mondo dal momento che siamo figli di<br />

Dio.<br />

Alcune chiese evangeliche sostengono che questo insegnamento di Gesù non è stato dato per la chiesa in<br />

generale ma per i giudei che in seguito faranno parte del regno di Dio.<br />

Giacomo cita spesso il sermone sulla montagna almeno una cinquantina di volte.<br />

Questo sermone dai primi versi fino alla fine del capitolo 7 ci porta a riflettere in quanto cristiani. In merito a<br />

chi siamo?<br />

Qual è il fondamento della nostra vita cristiana alla luce di queste beatitudini?<br />

Qual è il nostro rapporto con il mondo non cristiano?<br />

Che impatto abbiamo noi nel mondo e viceversa che impatto ha il mondo su di noi?<br />

Qual è la regola di vita dei cristiani e quale il modo in cui devo vivere?<br />

Come comprendere meglio i dieci comandamenti visto che sono ancora validi per noi oggi?<br />

Gesù ci insegna a vivere un vero cristianesimo che ci permette di giudicare senza condannare, valutando<br />

un vero profeta da un falso.<br />

Ebbene tutto questo ci viene insegnato nel sermone sul monte.<br />

<strong>Le</strong> beatitudini non sono un mezzo attraverso il quale noi ci guadagniamo la salvezza o il cielo.<br />

Se tu sei povero in spirito il regno dei cieli ti apparterrà …. non è assolutamente a questo che si riferisce<br />

l’insegnamento di Gesù.<br />

Il regno dei cieli o la salvezza ci è donata per opera di Gesù Cristo per ciò che Lui ha fatto per noi, per la Sua<br />

opera, ed unicamente per il Suo amore.<br />

Questo sermone di Gesù ci fornisce un’ analisi di un vero cittadino del cielo, di un vero cristiano. <strong>Le</strong> beatitudini<br />

ci mostrano i differenti aspetti di un cristiano.<br />

Egli è povero in spirito, egli è misericordioso, egli è procacciatore di pace, egli fa cordoglio etc.<br />

Queste beatitudini ci mostrano in dettaglio il carattere di un vero cristiano.<br />

Ma ci mostrano anche l’avvenire glorioso del vero cristiano e cioè il regno di Dio è nostro, il cielo ci<br />

appartiene etc.<br />

Quello che dicevano i grandi riformatori ci viene mostrato in questo passaggio delle Scritture e cioè noi<br />

gustiamo già ma non è ancora reso pienamente manifesto come saremo saziati.<br />

Ciò che stiamo gustando oggi non sono altro che le primizie.<br />

Noi vogliamo adesso, prima di considerare la prima beatitudine, fare un passo indietro e considerare una<br />

cosa: perché Gesù decide di esporre questo sermone ai convenuti ed in una tale occasione? Beati, beati,<br />

etc.<br />

La domanda che io vi pongo è : cosa conta per voi nella vita?<br />

Rifletteteci bene un momento.<br />

Oggi nel XXI secolo assistiamo ad un mondo che non ha veramente compreso questo ed assistiamo inoltre<br />

all’aggravamento ed alla confusione in merito a cosa conta di più nella vita.<br />

Dal momento che noi viviamo in una società occidentale dove sia noi sia i nostri antenati hanno vissuto e<br />

stiamo vivendo, sappiamo e ci rendiamo conto di quanto era importante il carattere di ognuno.<br />

Oggi purtroppo i sociologi e coloro che fotografano la vita attuale ci dicono che noi stiamo passando da una<br />

fase in cui si poneva l’accento sul carattere ad una fase in cui si pone l’accento sulla personalità.<br />

Mi spiego, un tempo ciò che contava di una persona cristiana era la sua integrità, la sua onestà , la bontà<br />

d’animo, la sua verità , la sua lealtà , la sua autenticità etc.<br />

Ma oggi cosa conta veramente?<br />

Sei tu attivo, perspicace, hai capacità nei contatti umani, è di questo che si parla e cioè di personalità e non<br />

di carattere.<br />

Una personalità che si sappia vendere ed è questo oggi quello che vale di più.<br />

Sei tu intelligente, hai dei doni, sei talentuoso?<br />

Questo è quello che viene sostenuto e che spinge gli uomini a dire: così bisogna essere!!! Mentre Cristo ci<br />

dice qualcosa che è completamente opposto.<br />

Il Suo insegnamento è rivoluzionario “beati i poveri …” ”beati coloro che fanno cordoglio …” “beati i<br />

misericordiosi ...” “beati coloro che si adoperano per la pace ...”.<br />

Un modo di pensare completamente fuori dall’ordinario diremmo oggi.<br />

Poniamoci ora qualche domanda sulla prima delle beatitudini, vi è un ordine in questo insegnamento di Cristo.<br />

Esse non sono gettate lì a caso ed in modo del tutto arbitrario.<br />

Vi sono beatitudini che si riferiscono alle nostre attitudini nei confronti di Dio e di seguito le nostre attitudini<br />

nei confronti del prossimo.<br />

Siete voi poveri in spirito?<br />

Noi vedremo che essere poveri in spirito è una parte del vero segreto per vivere una vita gloriosa e piacevole<br />

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<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

agli occhi di Dio.<br />

Che cos’è questa povertà di spirito? Avere coscienza di questo ci apre la porta alle ricchezze spirituali.<br />

Ma che cosa esso vuol realmente significare?<br />

Nessuna di queste beatitudini corrisponde ad una caratteristica del tuo temperamento che puoi avere<br />

naturalmente.<br />

Ci sono dei giovani che sono per natura riservati, timidi etc.<br />

Non è di questo che Gesù parla, questo rappresenta piuttosto un problema che una virtù. Ma allora cosa<br />

significa esattamente questa beatitudine?<br />

Forse Gesù ci sta parlando della povertà materiale?<br />

No, in quanto Gesù sta trattando un aspetto spirituale della vita cristiana.<br />

Infatti Egli ci dice poveri in spirito.<br />

Gesù invita a guardarci dentro, per vedere in fondo al nostro cuore e davanti a Dio se stiamo fallendo<br />

spiritualmente, quale concetto abbiamo di noi stessi.<br />

Davanti all’Iddio tre volte <strong>San</strong>to noi tutti siamo indegni ed impuri.<br />

Tutta la Bibbia ne parla, Gesù lo ricorda anche al giovane ricco quando lo chiama Maestro buono, Egli gli<br />

ricorda che uno solo è buono, Dio solo.<br />

Paolo lo ricorda anche nell’epistola ai Romani dicendo : ”non vi è neppure uno giusto..”. Dunque il Signore<br />

Gesù Cristo ci dice che ogni vera spiritualità deve cominciare da qui, cioè da una vera povertà di spirito, e<br />

cioè una consapevolezza della nostra vera natura.<br />

Con questo non voglio dirvi che Dio non opera una trasformazione in noi, perché così non è.<br />

Dio opera in noi un cambiamento ed una conversione ma una cosa deve essere chiara in noi, e cioè qual è la<br />

nostra provenienza.<br />

Oggi io vedo più chiaramente ed è per questo motivo che vedo il peccato nella mia vita nelle sue forme anche<br />

le più impercettibili all’occhio umano, proprio a motivo della trasformazione che Dio ha operato in noi.<br />

Questo non significa che sono diventato più peccatore ma piuttosto meno peccatore.<br />

Ma a motivo della trasformazione che Dio ha operato in me io vedo meglio me stesso, ben sapendo quanto<br />

subdole ed ambigue sono le vie del peccato.<br />

Dunque noi siamo pienamente coscienti della dipendenza dalla grazia di Dio e dalla misericordia di Dio.<br />

Un grande riformatore disse in punto di morte ad un amico che lo confortava dicendogli “stai andando verso la<br />

ricompensa...” egli rispose “no, sto andando verso la misericordia, perché Dio ha avuto pietà di me per il<br />

peccatore che io sono, ed una goccia sola del sangue di Cristo vale molto di più di tutto il mio ministero”.<br />

Beati i poveri in spirito.<br />

Nella Chiesa di oggi un simile linguaggio risulta essere complicato ed incomprensibile.<br />

Tutti i più grandi uomini di Dio invece si sono sentiti e si sentono come quel riformatore indegni e Immeritevoli.<br />

Lo stesso Pietro davanti a Cristo pronunciò la sua indegnità dicendo “allontanati da me perché io sono un<br />

uomo peccatore”.<br />

Oppure il pubblicano che torna a casa giustificato in quanto ha riconosciuto davanti a Dio la propria indegnità.<br />

Questa è la povertà di spirito, cioè il riconoscere la nostra condizione immeritevole quando guardiamo al<br />

nostro passato ed al nostro presente.<br />

Il peccato vuole portarci ad essere disonesti, gelosi, egoisti ed è per questa ragione che dobbiamo rimanere<br />

in questa attitudine di povertà di spirito.<br />

Beati i poveri in spirito.<br />

Prima riflessione sei povero in spirito quando conduci qualcuno al Signore?<br />

Questo credo sia il problema dei problemi soprattutto per coloro che sono impegnati in un attivismo<br />

responsabile.<br />

Infatti vi sono alcuni che non se la sentono di venire a Cristo in quanto ritengono di essere troppo colpevoli<br />

per essere accettati da Cristo, ritengono di dover fare prima qualcosa al fine di essere accolti da Dio.<br />

Essi aspettano di diventare peccatori a metà in quanto ora si ritengono peccatori completi. Ma Dio non riceve<br />

dei peccatori a metà in quanto non riconoscono il loro vero stato.<br />

Seconda riflessione, tu cominci a crescere nella povertà di spirito quando il peccato non ti sciocca più.<br />

Questo non significa che il peccato non ti crea più dei rimorsi, perché il peccato crea dei rimorsi infatti Cristo<br />

dice beati coloro che fanno cordoglio. Il senso di quanto ho detto lo possiamo tradurre così io ho peccato ma<br />

se Dio non fosse Colui che temo sarei capace di fare molto ma molto peggio.<br />

Ebbene se il peccato ti porta ad uno stato depressivo così profondo che non riesci a vedere più la grazia di<br />

Dio forse è a motivo del fatto che hai posto tutta la tua attenzione sulla tua giustizia e non sul fatto che Dio è il<br />

nostro unico appoggio e noi siamo graditi ai suoi occhi solo ed unicamente per la sua misericordia che<br />

accoglie dei risoluti ed ostinati peccatori.<br />

Come reagireste voi in quanto cristiani dinanzi ad un rimprovero?<br />

Quando a motivo di un nostro malvagio comportamento qualcuno o della nostra famiglia o prossimo ci<br />

rimprovera quale attitudine manifestiamo?<br />

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<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

La reazione normale di un individuo è quella di opporre una giustificazione o una menzogna.<br />

Ma un vero cristiano davanti ad un rimprovero si esamina e semmai chiede delle spiegazioni affinché venga<br />

aiutato a non cadere più nello stesso errore.<br />

La prima risposta dovrebbe essere ho ascoltato quanto mi hai detto ed è probabilmente vero voglio ascoltarti<br />

per meglio comprendere.<br />

Questo è uno dei segni della povertà di spirito.<br />

Perché la povertà di spirito è così importante?<br />

Vi darò adesso qualche ragione in merito a ciò ed alla fine vi dirò come crescere nella povertà di spirito.<br />

La povertà di spirito è così importante, perché è qualcosa di assolutamente vera.<br />

Noi siamo dei peccatori, poveri spiritualmente e non possiamo dire come la Chiesa di Laodicea siamo ricchi,<br />

ci vediamo e siamo pure vestiti, assolutamente no.<br />

Noi siamo poveri spiritualmente, e non vivere nella povertà di spirito è una menzogna, in quanto io sono<br />

povero spiritualmente.<br />

Inoltre un’altra ragione è che la Bibbia ci dice che l’orgoglio ci tiene lontano dalla grazia in quanto Dio fa<br />

grazia agli umili. Nel libro di Isaia al cap. 57 “Dio dice io dimoro nei luoghi elevati e nella santità, ma sto vicino<br />

a chi è oppresso e umile di spirito per ravvivare lo spirito degli umili e per ravvivare il cuore degli oppressi”.<br />

Dio ha la sua dimora in coloro che sono poveri di spirito.<br />

Egli ama abitare in loro. Voi volete che Dio sia più prossimo a voi, voglio darvi un consiglio, Dio dimora in<br />

coloro che sono umili e contriti nello spirito.<br />

Terza ragione che voglio presentarvi , quale vita è più confortevole che quella che cerca di essere<br />

onestamente se stessa.<br />

Qualcuno ha detto giustamente che una delle cose peggiori del mondo è quella di guadagnarsi una<br />

reputazione perché poi sarai costretto a custodirla.<br />

Infatti se gli altri si sono convinti che tu sei un ottimo cuoco dovrai custodire tale reputazione senza fare<br />

errori.<br />

Ma che gioia di sapere di non essere altro che peccatori.<br />

Di essere qualcuno che ha torto (di tanto in tanto), di non essere perfetto.<br />

Che deve confrontarsi con la sua debolezza ed è cosciente di pensare delle cose malvagie e di dire delle<br />

cose malvagie.<br />

E non ho assolutamente l’intenzione di convincermi né di convincere il mondo del contrario.<br />

E l’ultima ragione ha anche la sua importanza perché ci cambia radicalmente nel nostro approccio verso gli<br />

altri. La povertà di spirito ci aiuta nella nostra relazione di coppia… “ hai ragione non ho alcuna scusa, ho<br />

assolutamente torto”.<br />

Che beatitudine ci porta la povertà di spirito quando siamo coscienti di quello che in realtà siamo nella nostra<br />

relazione con il prossimo vicino e lontano.<br />

Che ricchezza quando puoi dire agli altri …”ho torto”. Il sermone sul monte è una ricetta radicale che può<br />

capovolgere il mondo se applicato.<br />

Voglio terminare con qualche consiglio su come crescere nella povertà di spirito.<br />

Prima cosa l’amore immenso di Gesù che ci perdona dei nostri peccati ci libera da un sentimento di giustizia<br />

in quanto siamo stati amati quando eravamo ingiusti.<br />

Non c’è più bisogno di temere, poiché Dio mi ama così come sono in quanto Dio è amore. Rivediamo Pietro<br />

dire “...allontanati da me Signore perché sono un peccatore...” e Cristo che risponde invece non temere<br />

Pietro io ti amo anche se peccatore ed io non mi allontano da te a motivo di ciò. “… Saulo, Saulo perché mi<br />

perseguiti, chi sei Signore” quest’amore di Cristo lo libera dal timore di essere un peccatore ed egli può<br />

tranquillamente gettarsi tra le braccia di Cristo.<br />

Secondo consiglio se voi volete crescere nella povertà di spirito, contemplate la vita di Gesù che perviene a<br />

noi dagli evangeli.<br />

Non c’è nulla di più potente per farmi mettere al mio posto moralmente nel contemplare la Sua vita e<br />

confrontandomi con Lui.<br />

Tutto questo mi porterà a considerare quanto io sia povero spiritualmente.<br />

Crescere nella povertà di spirito tenendo gli occhi fissi sul grande maestro.<br />

Terzo consiglio per crescere nella povertà di spirito è la croce di Gesù.<br />

La croce di Gesù mi interpella circa la mia povertà di spirito.<br />

E’ bello cominciare il nostro culto personale ricordandoci le parole di Isaia 53 “… Noi tutti eravamo erranti<br />

come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il Signore ha fatto ricadere su di Lui l’iniquità di noi tutti<br />

…”.<br />

Con questo passaggio veniamo ridestati e messi davanti alla nostra posizione davanti a Cristo, quali peccatori<br />

che hanno trovato grazia in Lui.<br />

Guardiamo all’orrore della croce e consideriamo il fatto che noi avremmo dovuto essere là al posto di Cristo ,<br />

esso rappresenta il ritratto di ciò che io merito.<br />

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<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Sono io che avrei dovuto subire i colpi e le sferzate a motivo dei miei peccati.<br />

La croce di Gesù Cristo fa crescere in noi la povertà di spirito.<br />

Quarta riflessione pregate per la povertà di spirito.<br />

Domandate al Signore che vi renda poveri in spirito.<br />

Queste sono preghiere che verranno esaudite in quanto corrispondono al volere di Dio.<br />

Un'altra riflessione che può aiutarci a crescere nella povertà di spirito consiste nel fatto che il peccato non<br />

costituisce più alcuna minaccia per noi.<br />

Non c’è una giustizia mia che possa riabilitarmi e non c’è nulla di perduto nel fatto che sia consapevole dei<br />

miei peccati, non ho bisogno di temere, né di ridefinire ciò che in realtà io sono.<br />

Quando ho fatto parte delle mie debolezze ai miei fratelli ed alle mie sorelle ho notato che essi mi rispettano<br />

di più.<br />

All’inizio ho pensato che qualcuno avrebbe potuto dire di me : “ma tu sei un pastore!!!”.<br />

Ma invece è tutto il contrario perché questa povertà di spirito è quello che deve apparire nei nostri rapporti<br />

umani.<br />

Questo non significa che dovete vuotare il sacco davanti a tutto il mondo o raccontare a tutti ciò che voi fate,<br />

ma confessiamo i nostri falli gli uni agli altri, poiché non ci sono in mezzo a noi dei superuomini.<br />

Questa è una buona cosa per la nostra povertà di spirito.<br />

I poveri in spirito sono beati dunque perché loro sono tutte le ricchezze del regno di Dio.<br />

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<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Matteo 5:4<br />

Beati quelli che fanno cordoglio<br />

Continuiamo la nostra riflessione sul sermone sulla montagna.<br />

Esso ci presenta le caratteristiche del cittadino del regno dei cieli, il ritratto o la descrizione del carattere di un<br />

cristiano.<br />

<strong>Le</strong> beatitudini non sono la descrizione del carattere dell’uomo tale che egli era al principio o l’ha voluto nel<br />

principio.<br />

Non possiamo certamente dire che Dio fece l’uomo affinché faccia cordoglio o pianga o si lamenti, o perché<br />

sia perseguitato.<br />

<strong>Le</strong> beatitudini non sono le caratteristiche del carattere dell’uomo tale che sarà un giorno nella gloria, perché lì<br />

non ci sarà più pianto, persecuzione o cordoglio.<br />

<strong>Le</strong> beatitudini sono la descrizione dell’uomo e della donna di Dio, persone condotte da Dio nel Suo regno,<br />

nella Sua famiglia, tale che egli è salvato dai suoi peccati ma vivente ancora in un mondo di peccato e con<br />

ancora dei residui di peccato nella sua vita.<br />

Ragione per la quale l’uomo è portato a piangere ed a essere perseguitato.<br />

Noi abbiamo già visto la volta scorsa la prima beatitudine, beati i poveri in spirito, ed abbiamo visto il<br />

significato profondo di questa beatitudine che ci porta a considerare la nostra condizione davanti all’iddio tre<br />

volte <strong>San</strong>to da cui dipendiamo ogni giorno per ricevere il Suo perdono a motivo dei nostri peccati presenti.<br />

Vediamo qui invece in questa beatitudine che v’è consolazione per coloro i quali piangono e fanno cordoglio,<br />

altre versioni traducono si lamentano.<br />

Quale profondità è nascosta in questa beatitudine?<br />

Quanto rivoluzionario è il ragionamento che tiene Gesù in questa circostanza?<br />

Il modo di vivere presentato in questi versi da Gesù è una maniera di vivere completamente sorprendente.<br />

Voglio porre tre questioni al testo che analizzeremo quest’oggi.<br />

Prima questione che cos’è questa qualità?<br />

Seconda questione perché questa qualità è così importante?<br />

Terza questione come possiamo sviluppare questa qualità nella nostra vita?<br />

Prima riflessione che cos’è questa qualità?<br />

Quando Gesù vi dice beati quelli che si lamentano, non vuol significare beati i malinconici o i depressi o<br />

coloro che si deprimono.<br />

Non è una questione di temperamento qui ma è piuttosto qualcosa di soprannaturale di tipo differente che<br />

indica un cambiamento nella mia vita.<br />

Gesù non vuole significare che se abbiamo una piccola stima di noi stessi noi diventiamo beati. Non è questo<br />

il significato di questo piangere o lamento, non piangiamo per il fatto che abbiamo commesso una cosa<br />

terribile per la nostra vita ed ora temiamo le conseguenze di un tale atto.<br />

Ad esempio un uomo che teme di perdere la sua moglie per il modo in cui a vissuto con lei, egli piange<br />

dicendo a sé stesso “è la mia vita, come posso fare senza di lei!!”, ma egli non si lamenta a causa del suo<br />

comportamento malvagio e deprecabile piuttosto per il fatto che ella parta e lo lasci.<br />

Non è di questo tipo di cordoglio o lamento che Gesù parla.<br />

Il significato non è ascrivibile neppure a coloro che ritengono che la sofferenza è qualcosa di particolarmente<br />

purificante per la nostra anima come ad esempio nel mondo cattolico il quale ritiene che più soffri più sei<br />

gradito a Dio, una sorta di auto-espiazione dei peccati.<br />

Ma che cos’è in realtà questo carattere che ci viene descritto in questo testo, la prima cosa da dire è che<br />

coloro che fanno cordoglio nel senso voluto da Gesù sono persone diverse da coloro che vivono in questo<br />

mondo, infatti una delle caratteristiche della nostra società odierna è quella di mettere da parte in modo<br />

radicale la tristezza, cercando ogni tipo di diversivo per annientarla.<br />

Vogliono essere allegri ad ogni costo, spendono quantità enormi di denaro per evitare tutto ciò che può<br />

significare tristezza.<br />

Gesù dice esattamente il contrario di ciò che pensa la società odierna, infatti nessuno che fa cordoglio come<br />

andremo ad approfondire può davanti a Dio essere santo e beato.<br />

Dunque è completamente all’inverso di ciò che abbiamo l’abitudine di fare o pensare, senza avere la luce che<br />

Dio ci dona.<br />

Vi è anche nelle Chiese oggi una tendenza simile, il culto è imperniato soprattutto di canti celebrativi o di lode<br />

o di adorazione, non vi è più posto nei nostri innari per canti di umiliazione che avevano un largo spazio in<br />

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<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

passato, in quanto era parte fondamentale del culto cristiano l’umiliazione ed il pentimento.<br />

Oggi forse vi sono rimasti solo pochi inni del tipo “così qual sono” etc. che ci riportano a considerare il<br />

cordoglio che dobbiamo rivolgere a Dio.<br />

Con questo io non voglio spingervi al cordoglio per essere tristi, ma al contrario Gesù ci parla del pianto che<br />

trova consolazione e soddisfazione in Lui.<br />

La lamentazione di cui parla Gesù in questo testo è qualcosa che parte verso qualcosa di gioioso. Questo<br />

cordoglio è in effetti qualcosa che ci porta a temere non le conseguenze dei peccati ma piuttosto Dio che<br />

abbiamo offeso con il nostro peccato.<br />

Paolo ci ricorda che c’è una tristezza secondo il mondo che porta alla morte ed una tristezza secondo Dio che<br />

porta alla vita.<br />

Gesù ci parla di questo tipo di lamentazione liberata per la grazia di Dio, che mi spinge a non pensare alle<br />

conseguenze perché per la grazia io ho la certezza di essere stato perdonato.<br />

Io sono liberato per quel che io ho fatto a l’altro, a Dio ed all’uomo.<br />

Gesù parla dunque di un cordoglio che ci viene a motivo del nostro peccato che ha offeso l’altro ma altresì di<br />

un peccato generalizzato e radicato nella società.<br />

Vi ricordate del pubblicano di cui abbiamo parlato la volta scorsa “... egli si batte il petto davanti a Dio ma poi<br />

torna giustificato a casa...” oppure possiamo riflettere altresì sulla prostituta che versa le sue lacrime ai piedi<br />

di Gesù condolendosi dell’offesa arrecata a motivo della sua condotta immorale. Entrambi tornano a casa<br />

consolati e il loro cordoglio viene trasformato in gioia.<br />

Possiamo anche fare una considerazione su Pietro che cammina con Gesù per alcuni anni e quando Gesù lo<br />

avvisa dei pericoli imminenti non vi pone subito mente ma poi nel momento in cui tradisce Colui che lo aveva<br />

così tanto amato facendolo un Suo apostolo “...non conosco quell’uomo...”, incrociando il Suo sguardo<br />

“...piange amaramente...”, non per le conseguenze di un tale atto ma per Cristo che aveva tradito ed offeso.<br />

Beato l’uomo che è capace di sentire questo.<br />

Allo stesso modo anche Gesù sulla città di Gerusalemme manifesta il Suo cordoglio, in questo caso non per il<br />

proprio peccato ma per quello generalizzato di una società in degrado.<br />

Gesù in questo testo non ci dice beati tutti quelli che non fanno altro che lamentarsi, ma piuttosto beati coloro<br />

che si lamentano quando è opportuno farlo.<br />

Seconda riflessione perché una tale qualità e così importante?<br />

Quando tu ti lamenti a motivo dei tuoi peccati sei cosciente e consapevole di essere parte dell’opera di<br />

redenzione?<br />

Questo significa che vi è qualcosa nella tua vita che fa in modo che tu abbia nella tua vita a motivo del<br />

peccato non una preoccupazione ma un cordoglio.<br />

Questo ti mette in armonia con Dio stesso che guarda nello stesso modo il peccato.<br />

Coloro che sono in armonia con Dio sono esclusivamente coloro che fanno cordoglio.<br />

Perché quando Dio riguarda a questo mondo e la sua immagine sfigurate, appare come un grande<br />

monumento, un tempio d’altri tempi , che peccato come si è ridotto questo mondo prima di essere distrutto.<br />

Dio riguarda questa umanità, questa società umana dolendosi per la desolazione e la mancanza di valori che<br />

vi proliferano.<br />

Anche noi come Dio messi a confronto con una tale desolazione dovremmo provare il medesimo dolore per<br />

una società in totale rovina.<br />

Essere in cordoglio significa trovarsi nella stessa lunghezza d’onda del proprio creatore.<br />

Inoltre perché è importante essere qualcuno che piange e fa cordoglio?<br />

Gesù dice: beati coloro che fanno cordoglio perché saranno consolati.<br />

Questo ci parla dell’avvenire, infatti tutti quanti noi che viviamo in una tale società degradata non possiamo<br />

sperare di continuare a vivere così ma desideriamo ricevere consolazione.<br />

Questa sicuramente è la ragione ultima per colui che fa cordoglio.<br />

Nessuno che non si lamenta può pretendere di ricevere una simile consolazione.<br />

In un testo di I Cor. 5 :1-2 vediamo la Chiesa non lamentarsi né condolersi a motivo di una grave situazione<br />

di incesto all’interno della Chiesa, che dovrebbe generare indignazione e volontà di cambiamento se la<br />

comunità di credenti è in sintonia con il Suo Dio.<br />

Allo stesso modo se una Chiesa non prende posizione e si lamenta a motivo del peccato è una Chiesa che<br />

non ha avvenire.<br />

Tale presa di posizione è una reazione fatta alla luce e nella luce contro ogni forma torbida e tenebrosa di<br />

peccato.<br />

E’ tempo per la chiesa locale di fare cordoglio perché se essa non lo fa, non è in sintonia con il volere di Dio.<br />

Avete voi sperimentato un retrocedere dalle vie del Signore?<br />

Vi siete voi accorti che vi stavate allontanando da Dio? Come uscirne ?<br />

La parola ci insegna che v’è uno strumento un utensile potente che può permettervi di uscire e senza di esso<br />

è impossibile uscirne, questo strumento è il cordoglio, la lamentazione.<br />

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<strong>Comunità</strong> Cristiana <strong>Evangelica</strong> A.D.I. S. <strong>Giovanni</strong> La Punta Catania - LE BEATITUDINI - Past.<br />

Francesco <strong>Marletta</strong><br />

<strong>Le</strong>ggiamo Giacomo cap. 4 che si indirizza a cristiani che sono retrocessi nella loro vita spirituale<br />

“Sottomettetevi a Dio; ma resistete al diavolo ed egli fuggirà da voi. Avvicinatevi a Dio, ed Egli si avvicinerà a<br />

voi. Pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori o doppi d’animo! Siate afflitti, fate cordoglio e<br />

piangete! Sia il vostro riso convertito in lutto, e la vostra allegria in tristezza! Umiliatevi davanti al Signore, ed<br />

Egli v’innalzerà."<br />

V’è un tempo per il cristiano di piangere a motivo della sua relazione con il Signore ed il suo raffreddamento.<br />

Ovviamente non tutti i giorni retrocediamo dalla nostra posizione in Cristo, vivendo il nostro rapporto con Dio<br />

nella gioia, ma vi sono delle situazioni che ci portano a lamentarci ed a fare cordoglio.<br />

Vi è un verso che utilizziamo sovente quando celebriamo la <strong>San</strong>ta Cena, in questo passaggio della Scrittura<br />

Paolo ci esorta ad esaminarci prima di accostarci alla <strong>San</strong>ta Cena perché egli afferma “se esaminassimo noi<br />

stessi, non saremmo giudicati;”.<br />

Se imparassimo a dire al Signore: “... là Signore ho peccato, ho trasgredito ad un comandamento chiaro ...”.<br />

Questa lamentazione faccia a faccia con noi stessi è qualcosa che deve avvenire costantemente nella vita<br />

cristiana.<br />

L’ultima cosa che mi porta ad affermare che una tale espressione risulta essere importante consiste nel fatto<br />

che fare cordoglio ci aiuta ad avere una buona relazione con Dio ma ci dona altresì una buona energia per<br />

cambiare.<br />

Quale energia ci porta avere dolore o fare cordoglio per qualcosa che è contraria alla volontà di Dio.<br />

Avere la consapevolezza del declino di questa società ci porta a pregare per questa società, una grande<br />

energia per cambiare anche me stesso, ma viceversa la mancanza di tali stimoli ci porta a non senti re alcun<br />

peso né responsabilità di fare qualcosa per gli altri.<br />

Finisco con l’ultimo punto, come crescere sotto quest’aspetto?<br />

Lamentiamoci e cresciamo in questo, non ricercando solamente il malessere esterno a noi , ma soprattutto<br />

ciò che non va nella mia vita.<br />

Come sviluppare dunque questo carattere?<br />

Prima di tutto la vera lamentazione non è qualcosa di costruito.<br />

Quindi non vogliamo costruire una falsa lamentazione.<br />

Non lamentatevi dunque dove non bisogna lamentarsi.<br />

Anche gli israeliti furono invitati nell’antico testamento a non lamentarsi continuamente ma a considerare che<br />

la gioia del Signore era la loro forza.<br />

Ma che cosa ci fa crescere nella vera lamentazione là dove veramente occorre fare cordoglio?<br />

La legge di Dio e la Grazia di Dio.<br />

Quando io riguardo alla legge di Dio io mi guardo come in uno specchio ed io osservo le ragioni per cui devo<br />

fare cordoglio.<br />

Ma la legge sola non può condurmi ad una sana lamentazione, la legge sola mi spinge piuttosto a fuggire<br />

perché temo le conseguenze.<br />

Ma quando guardo la legge di Dio e nel contempo la grazia Sua infinita è là che vengo umiliato e portato a<br />

piangere sui miei peccati e quelli attorno a me.<br />

Nel libro del profeta Zaccaria vi è una profezia in cui si dice che nel giorno in cui il Messia verrà coloro che lo<br />

avranno trafitto lo vedranno e faranno cordoglio.<br />

E’ il contemplare il Cristo che mi spinge al pentimento ed al cordoglio.<br />

Un altro aiuto per crescere nel cordoglio è la contemplazione della croce di Cristo.<br />

Egli, il Giusto è morto al mio posto ed è percosso al mio posto.<br />

Il cristiano non è sempre al top e non esistono questi modelli di cristiani in quanto un vero cristiano è anche<br />

uno che fa cordoglio.<br />

E’ la grazia di Cristo che fa crescere in noi quest’amore per Lui nel cordoglio.<br />

due applicazioni pratiche, quando voi retrocedete è il caso di prendere delle misure estreme, le preghiere o la<br />

lettura quotidiana alcune volte non sono sufficienti, ed occorre se necessita un buon momento da trascorrere<br />

soli con Dio e fare davanti a Lui cordoglio e fare il punto davanti a Lui un bilancio spirituale svuotandomi di<br />

tutto “… io voglio sapere davanti a te Signore tutto quello che a te non piace, mostrami tutto quello che ha<br />

interrotto la nostra comunione..”.<br />

L’altra applicazione riguarda la vita di tutti i giorni di prendere un momento tutti i giorni per aprirsi davanti al<br />

Signore che merita tutta la nostra riverenza e confessargli qualcosa che non è stata confessata, chiedendo<br />

perdono a Lui e poter ripartire di nuovo e con energie rinnovate.<br />

Così come in una coppia non è bene finire la giornata con qualcosa che non sia stata regolata, perché si<br />

accumula.<br />

Ogni giorno dunque troviamo il momento per andare a Dio e fare cordoglio dicendoGli: ” Signore perdonami<br />

sono infinitamente amareggiato per quanto ho fatto quest’oggi”.<br />

Siete beati o consolati quest’oggi ?<br />

No, allora vi dono la ricetta “Beati quelli che fanno cordoglio, perché essi saranno consolati".<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

<strong>Le</strong>ttura Matteo 5:5 ; Salmo 37: 1-9<br />

Beati i mansueti<br />

In queste beatitudini Gesù ci fa un ritratto del cittadino dei cieli o di colui che è il vero seguace del regno di<br />

Dio.<br />

Siamo arrivati alla beatitudine che concerne i mansueti o i miti.<br />

La parola greca ha sicuramente un significato più marcante che la parola che viene usata nella lingua italiana.<br />

Potremmo utilizzare anche la parola bonario per tradurre esattamente il significato di tale termine greco.<br />

Il termine bonario può voler dire di qualcuno che è di buona volontà o naturale e non artificiale. Il termine nel<br />

dizionario ci indica qualcuno che fa il bene ed é buono fino alla debolezza.<br />

Mansueto non significa molle o fiacco o cedevole. Vogliamo dunque vedere bene chi sono questi mansueti di<br />

cui parla Gesù ed in cosa consiste una tale beatitudine.<br />

Vi trovate voi tra questi mansueti?<br />

Se noi siamo cristiani sicuramente sì ma certamente ognuno di noi deve fare molti progressi in tal senso.<br />

Più diveniamo miti più vi sono delle meraviglie che possono passarsi nella nostra vita ed attorno a noi.<br />

Una persona mansueta non è qualcuno di effeminato e neanche qualcuno senza ambizioni. Il mansueto non è<br />

neanche qualcuno che si lascia camminare sulla schiena.<br />

Non è neanche qualcuno che è incapace di opporsi a qualche cosa che gli viene fatta o detta. Gesù aveva<br />

insegnato questa caratteristica ai suoi discepoli dicendo: “prendete il mio giogo su voi, perché esso è dolce,<br />

poiché io sono umile e mansueto di cuore” ma lo stesso Gesù e quello che caccia i mercanti dal tempio con<br />

la frusta.<br />

Dunque mansueto non è certamente qualcuno che è molle.<br />

Di Mosè ci viene detto che egli era l'uomo più dolce sulla faccia della terra eppure era assolutamente<br />

vigoroso e mascolino.<br />

Abbiamo dunque visto ciò che la mansuetudine non è vediamo invece cos'è.<br />

La prima cosa che osserviamo in tale virtù il totale distacco dallo spirito di questo mondo.<br />

Ascoltate bene ciò che dice Gesù “Beati i mansueti perché essi erediteranno la terra”.<br />

Allo stato attuale chi oggi possiede la terra, chi la domina, chi possiede la maggior parte delle cose, sono<br />

forse i miti o i mansueti? o gli umili?<br />

No, è esattamente il contrario.<br />

Sono piuttosto coloro che s'impongono sugli altri, i dominatori, coloro che raccolgono tutto per loro<br />

disinteressandosi degli altri.<br />

Ma Gesù dice che sarà esattamente il contrario un giorno.<br />

Infatti saranno gli umili ed i mansueti che erediteranno la terra.<br />

I nuovi cieli e la nuova terra.<br />

C'è un totale cambiamento delle cose in questo discorso di Gesù, e cioè i cristiani devono appartenere a<br />

questo Regno futuro che Dio ha preparato per loro.<br />

Quindi possiamo dire che i mansueti sono coloro che si possono facilmente condurre, che è umile, moderato,<br />

che è temperato e s'abbandona alla volontà di Dio.<br />

Il mansueto è colui che rinuncia ai vantaggi di questo mondo e rimane molto discreto.<br />

Egli non è un rivendicatore né turbolento né violento né dominatore ma è tutto il contrario.<br />

Ma egli è qualcuno dotato di una forza calma.<br />

La bibbia ci dice a proposito di alcune caratteristiche ad esempio dei pastori o degli anziani che essi devono<br />

in ogni occasione favorevole e non, riprendere esortare ed educare alla giustizia con uno spirito di mitezza o<br />

mansuetudine.<br />

E' proprio questa la particolarità di questo carattere cioè poter dire le cose più forti e scioccanti con una<br />

mitezza e mansuetudine disarmanti senza mostrare alcuna aggressività ma al contrario mostrando della<br />

compassione e dell'amore.<br />

Ti invito a pentirti se invece la tua durezza ti ha portato lontano dal modello biblico.<br />

Paolo esorta Tito ad usare grande autorità quando deve esortare ma con uno spirito di mansuetudine affinché<br />

nessuno possa riprenderlo.<br />

Ma non è certamente la mansuetudine che può portare le persone a controllarsi se essa non è accompagnata<br />

dalla esortazione.<br />

Voglio per meglio comprendere il soggetto dividere la riflessione in due parti come deve essere la<br />

mansuetudine verso Dio e come deve essere quella verso gli altri.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Prima di tutto esaminiamo la mansuetudine nei confronti di Dio.<br />

Il mansueto apprendiamo dalle Scritture è colui che è tale faccia a faccia con Dio, e cioè verso i Suoi<br />

comandamenti e verso la Sua provvidenza.<br />

In Giacomo 1:21 leggiamo” Ecco perché rigettiamo ogni tipo di sozzura e malvagità ricevendo con dolcezza la<br />

Parola che è stata piantata in voi”.<br />

La Parola ci invita a ricevere con ogni docilità o mitezza, e cioè un' attitudine che si lascia guidare che non è<br />

costantemente nel contraddire o nel questionare ma il mansueto è colui che non è duro verso i comandamenti<br />

di Dio.<br />

Ti trovi in questa condizione?<br />

Sei un uomo ed una donna che ti lasci condurre con docilità dai precetti di Dio?<br />

Ma colui che Dio gradisce è colui che è mansueto anche nei confronti della provvidenza di Dio.<br />

Ci sono molte cose che capitano nella nostra vita e che sono lontane dalla nostra volontà, alcune volte sono<br />

cose che meritiamo altre volte sono frutto d'ingiustizia.<br />

Questo lo ritroviamo anche nella vita di Gesù infatti Dio ha permesso che venissero fatte ingiustizie contro il<br />

Suo Figlio anche prima di arrivare alla croce.<br />

Come ha vissuto tutto questo Gesù?<br />

Ha Egli cercato di vendicarsi?<br />

Ha Egli rivendicato i Suoi diritti? Assolutamente no. “Rimetti la tua sorte nel Signore, confidati in Lui ed Egli<br />

opererà”, “Egli farà apparire la tua giustizia...”.<br />

Questo lo vediamo anche nella vita di Giobbe quando perde i suoi figli, egli mantiene uno spirito dolce e mite<br />

nonostante sua moglie lo inviti “a rinnegare Dio”, “Dio ha dato Dio ha tolto sia benedetto il nome del Signore”.<br />

Alcune volte faremmo bene a mettere le mani sulla nostra bocca.<br />

Se rimaniamo nell'attitudine della povertà di spirito e del cordoglio possiamo permettere a Dio di operare cose<br />

difficili nella nostra vita e restare umili e miti.<br />

Alcune volte ci arrivano cose che non sono giuste ed anche se cerchiamo delle soluzione e tali ingiustizie non<br />

arriviamo ad una giusta conclusione.<br />

Per prima cosa noi davanti a Dio dobbiamo essere umili, evitando di irritarci davanti al Signore, lasciandoci<br />

dirigere, poiché Egli sa bene cosa fa.<br />

Il secondo punto ci porta a riflettere che se manteniamo tale attitudine nei confronti di Dio potremo altresì<br />

dirigerla verso gli uomini.<br />

Per meglio comprendere quanto sto per dirvi preferirei procedere per opposizioni.<br />

Infatti se voglio chiarire una determinata cosa è utile dire innanzitutto ciò che quella cosa non è.<br />

La mitezza biblica è certamente il contrario di atteggiamento litigioso e querelante.<br />

Se è questo il mio atteggiamento di entrare immediatamente nelle dispute ed a infiammarmi con furia ed<br />

indecenza di linguaggio ed uno spirito turbolento non ha certamente lo spirito di mansuetudine di cui si parla<br />

in questo testo.<br />

Quando si parla del Messia nell'Antico Testamento si dice di Lui ”Egli non contenderà né griderà e nessuno<br />

ascolterà la Sua voce nelle strade”, certamente Gesù ha predicato per le vie della Galilea, ma qui si dona<br />

l'immagine di un rivoltoso che scende nelle piazze a mostrare tutta la sua rabbia.<br />

Inoltre di lui è detto che “non spezzerà la canna rotta né spegnerà il lucignolo fumante”.<br />

Questo non significa che non è determinato a portare avanti la giustizia ma è il Suo modo di fare che ci<br />

sciocca, offrendo una ulteriore possibilità a chi è caduto.<br />

La mansuetudine di cui si parla in questo testo è l'opposto della durezza, della severità e della rigidità.<br />

Questo testo ci parla di qualcuno che non è insensibile nei confronti degli altri, Giacomo 1:19 ci esorta<br />

dicendo “che ciascuno sia pronto ad ascoltare , tardo al parlare, lento all'ira, perché l'ira dell'uomo non mette<br />

in opera la giustizia di Dio...”.<br />

L'uomo mansueto è pronto ad ascoltare e lento a parlare e non si lascia prendere dall'ira. Infatti la collera non<br />

ristabilisce la giustizia ma crea altre ingiustizie in perpetuo.<br />

Il libro dei Proverbi 25:15 ci dice che è possibile “piegare un principe con uno spirito mansueto e paziente”.<br />

Che sconfitta trova un uomo collerico quando incontra uno spirito mansueto.<br />

Vi è una grande forza in questa mansuetudine di coloro che si confidano nel Signore.<br />

Sempre in Giacomo 3:17 è scritto che “la sapienza dall'alto prima è pura poi pacifica, mite, arrendevole, piena<br />

di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità, senza ipocrisia”.<br />

Quindi la mitezza è l'opposto di essere querelanti o duri di essere rigidi o severi e si oppone pure alla<br />

tendenza di essere dominatori. Il mansueto è colui che non ha la tendenza a dominare né ha tale desiderio.<br />

Egli è ben capace di seguire ed ascoltare ma mai d'imporre la sua volontà in tutte le circostanze. Matteo<br />

11:28-29 Gesù si dona come esempio dicendo ”Venite a me, voi tutti che siete travagliati ed aggravati, ed io<br />

vi darò riposo. Prendete su voi il mio giogo ed imparate da me, perché io son mansueto ed umile di cuore; e<br />

voi troverete riposo alle anime vostre;”<br />

Egli ci dice che noi possiamo apprendere da Lui perché giustamente Egli non è un dominatore.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Paziente verso colui che apprende lentamente e che fallisce varie volte.<br />

Tale carattere mansueto è assolutamente contrario al carattere ostentatorio, infatti mansueto è spesso<br />

tradotto umile per questa ragione.<br />

La Scrittura ci dice che l'ingresso del Messia a Gerusalemme sarebbe stato caratterizzato da tale mitezza<br />

“...ecco il tuo Re viene mansueto e montato sopra una puledra d'asina...”.<br />

Una ultima cosa che possiamo dire per definire questa mitezza che si confronta con gli uomini concerne la<br />

reazione alle ingiustizie umane, il Salmo 37 ci dà tutte le caratteristiche di tale mansuetudine.<br />

Non irritarti contro il malvagio, non invidiare chi commette il male, confida nel Signore, pratica il bene,<br />

conserva il silenzio davanti al Signore poiché Lui agirà, lascia la collera perché ciò ti porterà ad agire male.<br />

Abbiamo molti esempi nella Bibbia di uomini e donne che hanno agito in questo modo un esempio fra tutti e<br />

quello del re Davide nel libro di II Samuele che dinanzi a Scimei che lo denigrava non questionò né invitò i<br />

suoi alla vendetta ma si limitò a dire “lasciatelo stare che maledica pure, perché è Dio che gli permette di dire<br />

questo contro di me”.<br />

Potete osservare qui un uomo con una forza calma, umile e mite che si lascia dirigere dal Signore anche<br />

attraverso l'ingiustizia anche quella più grande.<br />

Io penso che Davide abbia riflettuto su quello che il profeta Nathan gli aveva profetizzato circa la ribellione<br />

che sarebbe avvenuta nella sua famiglia a causa dei suoi peccati.<br />

Davide agisce così perché egli è povero in spirito riconoscendo il suo stato di peccatore davanti a Dio e non<br />

ribellandosi alla riprensione di Dio.<br />

Probabilmente Davide in sé dicendo: io sono stato un adultero ed un assassino lasciate pure che costui mi<br />

maledica poiché Dio mi ricorda chi sono e cosa ho fatto, ma può essere che Dio riverrà nuovamente verso di<br />

me per offrirmi la Sua misericordia.<br />

Possiamo notare che tale mansuetudine scaturisce dal fatto che Davide è povero in spirito consapevole dei<br />

propri sbagli e la sua preoccupazione non è Scimei ma lui stesso per ciò che ha fatto nel passato.<br />

Nel libro di Tito Paolo dice ”che non dicano male d'alcuno che non siano contenziosi, che siano benigni,<br />

mostrando ogni mansuetudine verso tutti gli uomini. Perché anche noi eravamo una volta insensati, ribelli,<br />

traviati, servi di varie concupiscenze e voluttà, menanti la vita in malizia ed invidia, odiosi ed odiandoci gli uni<br />

e gli altri.”<br />

Prima di passare alle applicazioni finali vorrei un momento mettervi in guardia dall'essere mansueti quando<br />

non bisogna esserlo.<br />

Infatti vi sono dei casi in cui a motivo del ruolo che occupiamo nella società occorre usare una certa severità<br />

davanti a qualcuno che non vuole assolutamente ascoltare, perché con la dolcezza non va avanti né<br />

funziona.<br />

Ma vi sono dei casi in cui occorre rivendicare sebbene la mansuetudine e opposta alla rivendicazione.<br />

Gesù ad esempio dinanzi al sommo sacerdote lo ha fatto, portato dinanzi al Sinedrio in maniera illegale<br />

secondo la legge di Mosè, Gesù dinanzi alla domanda “che cosa hai tu insegnato” Egli risponde in questo<br />

modo ”perché mi interroghi su ciò che ho loro insegnato, io ho parlato apertamente al mondo... e non ho detto<br />

nulla in segreto..” a queste parole una guardia del sommo sacerdote lo percosse dicendo ''è così che si<br />

risponde al sommo sacerdote'' e Gesù “se io ho parlato male dimmi dove ho sbagliato e se ho parlato in<br />

modo corretto perché mi hai percosso?”<br />

Vediamo qui Gesù rivendicare la giustizia ma troviamo in Lui una forza calma, Egli non si irrita né altera la<br />

Sua voce.<br />

Abbiamo un altro caso d'ingiustizia nel libro degli Atti nei confronti di Paolo da parte di un tribunale romano a<br />

Filippi che instaura contro di lui un processo sommario e quando i responsabili romani vengono a conoscenza<br />

che lui è anche un cittadino romano ed è stato compiuto un abuso nei suoi confronti cercano di sottacere la<br />

cosa è a quel punto che Paolo con una forza calma dice che essendo stati offesi pubblicamente chiedeva<br />

delle pubbliche scuse.<br />

Sebbene una persona sia mansueta può fare valere i suoi diritti nello spirito giusto, una forza calma può<br />

chiedere che giustizia sia fatta.<br />

Perché questa qualità è tanto importante, perché essa è una forza calma e con la mansuetudine noi<br />

dobbiamo fare accostare la gente a noi.<br />

Perché la gente si allontana da un uomo collerico e duro?<br />

E come mai la gente ha più la tendenza ad accostarsi a d un uomo o ad una donna mite e dolce?<br />

Attraverso la mitezza siamo portati a non fare cose irriflessive, non proferiamo delle parole brusche che<br />

feriscono e sono difficili da guarire dopo.<br />

Ecco perché vi sono molte relazioni incrinate perché nel rapporto qualcuno è stato mancante quanto alla<br />

dolcezza e la durezza ha aggravato la situazione.<br />

Una altra ragione per cui è importante la mitezza è perché se hai tale qualità puoi essere certo di non creare<br />

problemi attorno a te ma al contrario di sanarli.<br />

Con la mitezza potete conquistare persone che contraddicono l'evangelo.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Paolo dice a Timoteo che l’anziano può attraverso la mitezza reindirizzare coloro che contraddicono verso la<br />

verità. La risposta corretta e dolce apre i cuori anche quelli più ostinati.<br />

Se apprendiamo meglio la mansuetudine possiamo anche realizzare l’essere soddisfatti.<br />

Questa frustrazione e dunque questa mancanza di mansuetudine viene dal fatto che ci manca qualcosa e non<br />

riusciamo ad essere soddisfatti di ciò che abbiamo.<br />

Spesso essendo insoddisfatti e frustrati mostriamo la nostra durezza di cuore.<br />

E’ veramente difficile poter ragionare con qualcuno che si trova in una tale situazione.<br />

Una persona che è dura e severa e che vuole che la sua volontà si faccia come egli vuole tale persona non è<br />

mai contenta.<br />

E’ non può mai essere contenta perché non potrà mai far valere la sua volontà in ogni circostanza. La<br />

mansuetudine invece ci porta aduna accettazione serena di ciò che ci capita in ogni circostanza della nostra<br />

vita.<br />

L’ultima cosa che voglio dirvi è ciò che dice Gesù che è la cosa più importante e cioè “Beati i mansueti perché<br />

essi erediteranno la terra”.<br />

Colui che si confida in Dio dice nelle circostanze più incomprensibili “è Dio che agirà”.<br />

Ma chi pensa di voler agire da solo e con i propri sforzi si sentirà dire un giorno “bene hai voluto fare di testa<br />

tua, ecco questo è tutto quello che hai”.<br />

Confidatevi nel Signore ed è Lui che agirà un giorno.<br />

Come possiamo crescere in questa qualità confidando nell’opera dello Spirito <strong>San</strong>to che farà sviluppare<br />

quella data virtù, in quanto il frutto dello Spirito viene proprio da Lui.<br />

In secondo luogo possiamo crescere seguendo maggiormente l’esempio di Gesù, come ha reagito in simili<br />

situazioni?<br />

Egli è il Figlio di Dio eppure la sua mitezza è sempre stata manifestata.<br />

Terzo invito a crescere in questa virtù è nel ricordarsi di ciò che noi eravamo, in quanto eravamo ribelli ed<br />

insensati questo ci deve spingere verso una maggiore mitezza e dolcezza nei confronti degli altri.<br />

Quarto invito alla crescita ubbidiamo alle esortazioni del Salmo 37, nel caso vi troviate in casi di grandi<br />

ingiustizie e potreste essere portati ad irritarvi, perché è assolutamente ingiusto ciò che abbiamo ricevuto,<br />

confidate nel Signore e lasciate a Lui la direzione dei lavori, e pratica il bene.<br />

Infine convincetevi del fatto che Dio vede tutto e sarò Lui stesso a condurvi verso la giustizia.<br />

Dobbiamo credere che Dio è là e nel futuro farà giustizia. Io credo che il problema che spinge noi a non<br />

praticare la mansuetudine ed a vivere nella rivendicazione sia quello di aver dimenticato due cose Dio e<br />

l’avvenire. Imparate anche se volete crescere nella mansuetudine il verso che Giacomo dice e cioè “ l’ira<br />

dell’uomo non mette in atto la giustizia di Dio”.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia<br />

<strong>Le</strong>ttura: Matteo 5:6<br />

Il sermone sulla montagna comincia con una presa di posizione da parte di Gesù che apre la bocca per<br />

insegnare, Egli ha l’intenzione di comunicare qualcosa che sia ben recepito dall’uditorio.<br />

Egli si mise a parte con i suoi discepoli per insegnare loro qualcosa di importante, infatti in Luca 6:20<br />

troviamo scritto che Gesù alza gli occhi verso i suoi discepoli e poi comincia ad insegnare, ed è per questo<br />

che richiede da parte loro un’attenzione eccezionale.<br />

Queste nove beatitudini sono lì non per indicarci il modo per guadagnarci il cielo e cioè ora cerco di essere<br />

povero in spirito così mi guadagno il regno dei cieli, ma al contrario esse ci descrivono le qualità di coloro che<br />

sono già cittadini del cielo.<br />

I cittadini del cielo sono coloro che sono poveri in spirito, misericordiosi, mansueti etc. e vivono ogni giorno<br />

mostrando tali qualità, in quanto Dio li ha cambiati e sono così.<br />

Noi vogliamo comprendere questo carattere cristiano perché è qualcosa di rassicurante per noi, perché siamo<br />

stati trasformati dalla grazia di Dio ma dobbiamo ancora crescere sotto certi punti di vista in questi aspetti<br />

della vita cristiana.<br />

Io sono sì povero in spirito ma non in modo perfetto, sono mansueto ma non perfettamente e così via<br />

discorrendo.<br />

Se questo è il carattere di un figlio di Dio io voglio crescere in questo tipo di carattere.<br />

Vogliamo adesso analizzare e comprendere questo tipo di beatitudine “beati coloro che hanno fame e sete di<br />

giustizia perché saranno saziati”.<br />

La prima cosa che vogliamo domandarci è di quale tipo di giustizia si tratta?<br />

Hai tu fame e sete di giustizia?<br />

Ci sono tanti che hanno fame e sete della giustizia civile, vogliono che tutti si comportino in modo corretto.<br />

Ci sono altri che vogliono che non ci siano disparità né ingiustizie nel mondo, ma tutto ciò è assolutamente<br />

distante da quella che è la giustizia faccia a faccia con Dio di cui parla Gesù.<br />

Infatti Gesù nel sermone sul monte non sta cercando di parlare della giustizia che si intrattiene nei rapporti<br />

umani, ma la giustizia di cui parla qui Gesù e la giustizia che bisogna avere faccia a faccia con Dio.<br />

Infatti di questa giustizia viene nuovamente accennato al versetto 10 quando il Figlio di Dio ci parla di coloro<br />

che “verranno perseguitati a motivo di questa giustizia e saranno beati” ..” e beati quando vi insulteranno e vi<br />

perseguiteranno e, mentendo diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia”.<br />

Per causa mia dice Gesù è dunque una giustizia legata a Lui, una giustizia giusta e vera.<br />

Possiamo anche vedere ciò nel capitolo 6 di Matteo dove Gesù va un po’ più lontano dicendo “ Guardatevi dal<br />

praticare la vostra giustizia davanti agli uomini, per essere osservati da loro; altrimenti non ne avrete premio<br />

presso il Padre vostro che è nei cieli... affinché la tua elemosina sia fatta in segreto, e il Padre tuo, che vede<br />

nel segreto, te ne darà la ricompensa”.<br />

Questa giustizia è una giustizia che va fatta nel segreto, perché pur non essendo vista dagli uomini è vista da<br />

Dio.<br />

Ma questa giustizia è una giustizia che viene da un rapporto con Dio e, cioè io faccio ciò che a Lui piace, non<br />

in modo da ostentare qualcosa ma in modo da assomigliare in tutto al Figlio di Dio che agisce non per un<br />

piacere della carne ma perché corrisponde ai principi divini.<br />

Dunque si tratta di questo tipo di giustizia.<br />

La seconda cosa che voglio dirvi riguarda una chiara definizione del concetto di giustizia.<br />

Abbiamo detto che non è la giustizia civile.<br />

Tale tipo di giustizia non corrisponde ad un tipo di giustizia o di legge intima e personale.<br />

Qualche volta in quanto cristiani pensiamo che essere giusti è essere puri nel cuore o essere veritiero nei<br />

propositi o essere fedele alle promesse.<br />

Quando pensiamo alla giustizia pensiamo a questo tipo di norme personali che mi permettono di arrivare fino<br />

a lì.<br />

Ma è un modo falso di intendere la giustizia, la giustizia è relazionale è un modo di intrattenere dei rapporti<br />

con Dio.<br />

Era un problema che avevano i farisei essi avevano la legge, tutti i comandamenti, ma avevano divorziato<br />

dalla persona di Dio.<br />

Essi volevano misurarsi alle loro performance di ubbidienza alla legge … oh come sono bravo ad osservare<br />

questo e ad osservare quest’altro.<br />

Questa non è la giustizia, la giustizia è rispondere a Dio sia in ciò che Egli dice sia in ciò che Egli fa, la<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

giustizia è rispondere a Lui, imitarlo, mettersi all’ascolto di Dio.<br />

Essa è dunque una giustizia relazionale.<br />

Io sono giusto con mia moglie ma ciò non dipende dal fatto che io ho letto un libro sul matrimonio ma<br />

piuttosto relazionale.<br />

Io dovrei essere qualcosa che mia moglie si aspetta.<br />

Essere giusti è essere qualcosa per Dio e altresì verso Dio. Dio cerca qualcosa da me e dunque la giustizia<br />

di cui Gesù parla è rispondere a questo.<br />

Cerchiamo adesso di fare delle illustrazioni per comprendere il senso di quanto detto, la prima illustrazione è il<br />

nostro Signore Gesù.<br />

Andiamo a <strong>Giovanni</strong> capitolo 4 : 31-38 per concretizzare al meglio quanto detto sulla giustizia e mettere<br />

meglio in luce cosa significava per Gesù avere fame e sete di giustizia.<br />

Il passo citato parla dell’episodio dell’incontro con la samaritana ed in particolare del momento in cui Gesù fa<br />

presente ai discepoli la Sua fame.<br />

I discepoli si preoccupano e vanno alla ricerca di cibo e quando ritornano su Gesù, Egli risponde loro di<br />

essere soddisfatto.<br />

<strong>Le</strong>ggiamo, ...“Intanto i discepoli lo pregavano, dicendo: maestro mangia. Ma Egli disse loro: Io ho un cibo da<br />

mangiare che voi non conoscete. Perciò i discepoli si dicevano gli uni gli altri: forse qualcuno gli ha portato da<br />

mangiare? Gesù disse loro: Il mio cibo è far la volontà del Colui che mi ha mandato, e compiere l’opera sua.<br />

Non dite voi che ci sono ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ebbene vi dico: alzate gli occhi e<br />

guardate le campagne come già biancheggiano per la mietitura. Il mietitore riceve una ricompensa e raccoglie<br />

frutto per la vita eterna, affinché il seminatore ed il mietitore si rallegrino insieme. Poiché in questo è vero il<br />

detto: L’uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere là dove voi non avete lavorato; altri hanno<br />

faticato, e voi siete subentrati nella loro fatica”.<br />

Noi stiamo parlando di fame e cibo quest’oggi e noi vediamo che Gesù ha un nutrimento che sazia la Sua<br />

fame, e cioè quello di fare la volontà del Padre Suo e compiere la Sua opera.<br />

Egli è stato sempre soddisfatto nel fare la volontà di Dio che è buona e gloriosa. Ebbene questo è il cibo di<br />

Gesù, e cioè essere in una relazione e riempito di felicità nel fare l’opera di Dio Padre.<br />

Il secondo esempio lo troviamo nella parabola del figliol prodigo.<br />

In tale parabola troviamo che il figliol prodigo non ha più giustizia posto a confronto con suo padre, egli è<br />

ingiusto nei confronti di suo padre.<br />

Egli non ha più dei rapporti con lui, ha commesso delle ingiustizie e non risponde più a quello che suo padre<br />

ha il diritto di domandargli.<br />

Egli è lontano, immorale, nel degrado ed in tale stato ritorna in sé stesso per ritornare da suo padre.<br />

Nel momento in cui ritorna al padre nel suo ravvedimento, egli è ricevuto e perdonato, nei simboli delle vesti<br />

dei calzari e dell’anello.<br />

Egli è perdonato, giusto davanti suo padre e reintegrato nella famiglia.<br />

Da quel momento la storia sul figliol prodigo si ferma, sarebbe interessante sapere come lui continuerà<br />

all’interno della famiglia e sapere come si comporterà da lì in avanti.<br />

Sarebbe bello pensare che dal momento in cui è ritornato a casa tutto si è svolto bene ma in realtà la vita<br />

cristiana non è così perché dal momento del ravvedimento dobbiamo confrontarci e relazionare con Dio.<br />

La questione che si pone per ogni cristiano è come far fronte, ora che sono venuto alla giustizia, alle mie<br />

ingiustizie?<br />

Il fatto che io non sia assolutamente giusto, non mi permette di rispondere in modo adeguato a Dio ed è<br />

lontano dalle aspettative di Dio?<br />

Ogni giorno devo appressarmi a Dio per sottomettere il mio cuore che spesso non ha una attitudine celeste.<br />

Il puritano Samuel Rutherford è famoso per un libro di lettere, circa un centinaio, che sono state preservate.<br />

Egli era un pastore puritano che fu espulso dalla sua chiesa per aver predicato l’evangelo in modo chiaro.<br />

Per questo motivo fu imprigionato e dalla prigione scriveva ai cristiani di tener ferma la loro professione di<br />

fede nonostante le persecuzioni che stavano crescendo.<br />

Rutherford ha un linguaggio molto chiaro e forte ma in una delle sue lettere dice una cosa come questa: “Io<br />

ho del fumo ma non c’è del fuoco” tutto quello che gli resta di Cristo è del fumo”.<br />

Alcune volte notiamo che Samuel è in piena comunione col Signore mentre altre volte precipita nell’ abisso.<br />

Spurgeon diceva delle lettere di Rutherford che erano la cosa più ispirata dopo la Sacra Bibbia.<br />

Beh, non propriamente nel senso dell’ispirazione della Bibbia, ma queste lettere avevano dei picchi di<br />

spiritualità per poi precipitare in basso. Rutherford diceva che la vita cristiana è come una barca a vela “io non<br />

posso comandare al vento che faccia gonfiare le mie vele, ma posso supplicare Gesù che faccia riempire<br />

queste vele orribili della mia barca”.<br />

Spesso capita nella vita cristiana di essere incapaci di uscire da alcune situazioni di esserne incapaci<br />

spiritualmente ma, nell’averne la consapevolezza si trova la forza di gridare aiuto.<br />

Ebbene questa è la vita di un vero cristiano, non siamo sovrani sugli avvenimenti della nostra vita ed il<br />

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peccato è ancora abbastanza forte in noi. Ecco come dobbiamo vivere i momenti difficili della nostra vita ed i<br />

momenti in cui tutto sembra andare a gonfie vele.<br />

Questa beatitudine ci dice che tra questi due aspetti della vita cristiana, abbiamo fame e sete della giustizia,<br />

così come Gesù nei confronti del Padre.<br />

Il Salmo 17 : 14-15 dice così, paragonando le persone del mondo con colui che si appoggia su Dio, : “il cui<br />

compenso è solo in questa vita, e il cui ventre tu riempi con i tuoi beni; di questi si saziano i loro figli, e<br />

lasciano il resto dei loro averi ai loro bambini. Quanto a me, per la mia giustizia, contemplerò il tuo volto; mi<br />

sazierò, al mio risveglio, della tua presenza.”<br />

Questo significa che un giorno quando mi risveglierò dalla morte io sarò saziato di te.<br />

Nonostante la moltitudine di difficoltà patite, la cosa che più mi fa avanzare è che sarò pienamente saziato<br />

della Tua immagine.<br />

Abbiamo cercato di decriptare ciò che è questa giustizia rievocando l’immagine che ci viene della fame e della<br />

sete.<br />

Per concludere vorrei cercare di mostrarvi a cosa rassomiglia questa fame e questa sete di giustizia, e cosa<br />

un vero cristiano deve albergare nel suo cuore tutti i giorni.<br />

Che cos’è per un cristiano avere fame e sete di giustizia?<br />

In termini di logica avere fame è avere la mancanza di qualcosa.<br />

Gesù con questa beatitudine vuole dire che i cristiani sono coloro che avvertono questa mancanza, come<br />

qualcosa che dobbiamo avere.<br />

Cioè noi non siamo ancore dei giusti, infatti le beatitudini ci parlano di redenzione e, non di una religione che<br />

sviluppa una auto-giustizia, “ ho in me tutto quello che mi occorre”.<br />

Io non ho tutto quello di cui ho bisogno ma, so che Dio è in grado di donarmelo.<br />

Essi saranno saziati cioè Dio mi esaudirà e mi donerà ciò che a me manca. Avere fame non è soltanto avere<br />

una mancanza, avere una mancanza è essere coscienti di essere in mancanza, la chiesa di Laodicea aveva<br />

un sentimento contrario e cioè era consapevole di essere di nulla mancante ebbene questo non è il<br />

sentimento di un vero cristiano.<br />

Il sentimento di un nato di nuovo è un sentimento di fame e cioè di qualcosa che non ha ancora, sì è buono<br />

essere qualche volta giusti, qualche volta corretti, ma egli è cosciente di non esserlo del tutto ed è questo il<br />

sentimento di fame, ho fatto degli sforzi ma sono cosciente che non sono ancora sufficienti. In una relazione<br />

coniugale non possiamo essere contenti solo di qualche aspetto del nostro vivere insieme, perché altrimenti è<br />

qualcosa che è destinata a concludersi.<br />

Bisogna avere fame e sete di una relazione completa e non parziale. Questa è la giustizia qualcosa di<br />

completo.<br />

Quindi la fame è essere in mancanza ma altresì essere coscienti di qualcosa che ti manca e cioè di ben<br />

identificata.<br />

Ci sono alcuni di essere coscienti di non essere in un tale rapporto con Dio ma non fanno nulla per<br />

migliorarlo.<br />

Ve ne sono fra di noi?<br />

Avere fame e sete così come ne parla Cristo è che noi l desideriamo questa giustizia. Desideriamo essere in<br />

questo rapporto completo con Gesù.<br />

Inoltre avere fame non è soltanto essere in mancanza, essere coscienti o avere il desiderio ma altresì trattare<br />

questo come qualcosa di primario e non di secondario.<br />

Gesù ci parla di fame e sete perché la fame e la sete sono qualcosa di primario, necessario e non facoltativo.<br />

La fame e la sete sono qualcosa che devo avere.<br />

Non posso dire non ho fame, mangerò fra qualche giorno.<br />

Gesù prende questa immagine perché il nato di nuovo ha dentro di sé questa necessità impellente “io devo<br />

impegnarmi e voglio avere questa relazione col Padre mio”.<br />

Infine, avere fame vuol dire che tu non puoi sovvenire al tuo bisogno da te stesso.<br />

Infatti la fame non può essere soddisfatta con qualcosa che io ho in me, essa deve venire da fuori.<br />

Egli usa questa immagine perché quello che vuoi viene da Lui e non da te. Voglio essere più preciso.<br />

Non verrà adesso ma nel regno a venire in quanto tutte le beatitudini ricevono la loro piena e completa<br />

soddisfazione nel regno a venire.<br />

Questo vuol dire che tale fame e tale sete deve accompagnarci per tutta la nostra vita poiché di questa<br />

relazione non potrò mai esserne soddisfatto proprio perché incompleta.<br />

E’ vero questa mancanza è parziale in quanto la giustizia già ci è stata accreditata da Dio in Cristo ma ancora<br />

non ha raggiunto la sua pienezza. Avrò questo tipo d’ insoddisfazione fino alla fine dei miei giorni.<br />

Ho dimenticato di chiedervi siete forse venuti qui pienamente soddisfatti?<br />

In una gioia completa?<br />

Non è così, forse alcuni lo sono oggi ma non lo saranno la prossima volta, è per questo che viviamo in una<br />

continua ricerca di essere soddisfatti e saziati. Siamo dei bemolle e non delle note piene e complete.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Vengo a qualche illustrazione, tornando alle lettere di Rutherford egli scrive ad un amico in cui parla delle sue<br />

inquietudini come cristiano mentre attraversa delle difficoltà e dice così “io ho un po’ di Cristo in questa<br />

prigione, tutta la riserva che ho di Cristo in questo mio momento di crisi è di avere fame di Lui, io non posso<br />

dire di essere ricco ma ho un po’ di fame”.<br />

Egli riguarda la sua esistenza, apre il suo cuore e non può dire di essere al fianco del Signore Gesù, anche se<br />

ha avuto dei momenti di comunione reale e profonda con Cristo, egli afferma io voglio, io ho fame, anche se<br />

non ho Cristo in questo momento di crisi, io voglio Cristo.<br />

Ogni cristiano quale che sia la vostra esperienza deve dire questo, io ho fame e sete per ciò che non riesco<br />

ad esperimentare in questo momento.<br />

E’ incoraggiante questo per ogni cristiano che anche nei momenti più abissali della sua vita può arrivare a dire<br />

simili cose, ho un po’ fame di te Signore, di essere più vicino a Lui, più corrispondente alle Sue aspettative.<br />

Non possiamo, né dobbiamo nasconder con una sottile ipocrisia “sì tutto va bene”, che il nostro cuore è<br />

insoddisfatto e non sazio.<br />

Possa tu appressarti a Dio e dire “Signore ho fame di te, guarda a questo mio povero cuore che non ha la<br />

capacità di entrare in relazione con te e permettimi di entrarvi”, “Vieni a rimpiazzare il fumo con un po’ di<br />

fuoco, vieni a rimpiazzare l’ingiustizia con una buona disposizione verso di te.” “Signore io so che questo può<br />

ripetersi, mi troverò ancora in una malvagia disposizione, forse fra un mese o domani, ma attendo quel giorno<br />

in cui ti vedrò e lo attendo con fame perché tu hai detto che un giorno sarò saziato.”<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

<strong>Le</strong>ttura: Matteo 5:7 ; Matteo 18:23-35<br />

Beati i misericordiosi<br />

Avrete senz'altro notato che tutte le benedizioni che seguono le beatitudini, concernono il futuro.<br />

Eccetto che per la benedizione che riguarda il regno dei cieli affermando che è loro, le seguenti benedizioni ci<br />

prospettano qualcosa che sarà o che dovrà verificarsi.<br />

Questo ci mostra che v'è qualcosa nel futuro o meglio utilizzando un termine tecnico diremmo v'è<br />

dell'escatologia in questo testo.<br />

Gesù vuole comunicarci qualche cosa che avverrà e verrà in un futuro prossimo.<br />

Egli vuole mostrarci la finalità del Regno, il Regno di Dio viene e verrà in tutta la sua potenza. Quando questo<br />

Regno si stabilirà ed il Figlio di Dio sarà manifestato tutti i cittadini di questo Regno saranno pubblicamente<br />

dichiarati figli di Dio.<br />

Ma vi sono anche degli insegnamenti nella Scrittura che affermano che il Regno di Dio è già venuto ed è in<br />

mezzo a voi così come affermava Gesù. Oggi ci soffermeremo su questo testo di Matteo 5 in cui Gesù<br />

afferma che “ I misericordiosi sono beati in quanto otterranno misericordia”.<br />

C'è una progressione nel testo di Matteo, infatti fino a questo versetto abbiamo la descrizione di un vero<br />

cittadino del Regno dei cieli, piuttosto passivo ed orientato verso Dio.<br />

Il sentimento che io sia povero in spirito o che abbia bisogno di giustizia non sono delle vere e proprie virtù<br />

attive attraverso le quali io mi disporrò a fare qualcosa di bene per gli altri.<br />

Quando faccio cordoglio è sì una buona reazione al mio peccato ma è una azione di riflesso e non una<br />

iniziativa.<br />

Possiamo continuare considerando le altre virtù passive come la mansuetudine o avere fame e sete di<br />

giustizia.<br />

Ma attraverso questa beatitudine noi osserviamo un cambiamento, “Beati i misericordiosi perché otterranno<br />

misericordia”.<br />

V'è un esercizio della misericordia verso l'altro che ci porta ad ottenere misericordia.<br />

Il vero cittadino del Regno dei cieli non è qualcuno che ha a cuore soltanto la sua situazione davanti a Dio ma<br />

che gli preme anche l'altrui.<br />

La prima cosa che proviamo ad analizzare è, che cos'è la misericordia? La parola che è impiegata qui<br />

significa un'attitudine ed una disposizione di cuore che è compassionevole e che prende a cuore le sofferenze<br />

e le miserie dell'uomo.<br />

La misericordia è dunque questa disposizione di cuore attraverso la quale io vedo le miserie degli altri uomini,<br />

e non mi giro altrove né spengo il mio cuore perché ho pietà ed agisco.<br />

Qualcuno ha detto che l'amore è come un amico, e la misericordia è come un medico.<br />

L'amore ci visita in qualsiasi momento, la misericordia invece ci visita quando non stiamo bene.<br />

L'amore è cosciente, la misericordia è suscitata dal bisogno o dalla sofferenza. Esso può essere un bisogno<br />

fisico che magari ci porta a dare a coloro che non hanno (nutrimento, vestiario, consolazione).<br />

La misericordia ci spinge inoltre a perdonare a coloro che si trovano nella miseria della loro colpevolezza.<br />

La misericordia vola molto in basso e quando vede un bisogno essa viene messa in atto.<br />

Adesso dobbiamo andare un po' oltre perché la misericordia qui citata da Gesù non è soltanto una sorta di<br />

compassione naturale che chiunque ha quando vede delle persone meno agiate di noi o le sofferenze<br />

quotidiane nel mondo che commuovono.<br />

Questo tipo di sentimento è molto comune fra gli uomini. Infatti se osserviamo la parabola del “buon<br />

samaritano” ci accorgiamo di quanto questo sentimento fosse sviluppato in un cuore estraneo alla religione.<br />

I religiosi di questa parabola avevano invece fermato il loro cuore, il rubinetto della misericordia era stato<br />

arrestato.<br />

C'è dunque una sorta di compassione naturale che spinge gli uomini a fare qualcosa verso coloro che sono<br />

nel bisogno.<br />

Ma qui Gesù parla di misericordia differente.<br />

Questa è una misericordia miracolosa.<br />

E' proprio qui il punto, la misericordia miracolosa ci spinge a vedere il bisogno laddove altri non riescono a<br />

percepirlo, né si sognerebbero di esercitarla perché colui che la dovrà ricevere risulta essere persona indegna<br />

del nostro aiuto.<br />

E' questa la misericordia di cui Gesù sta parlando, che agisce verso il reprobo e l'indegno. Possiamo ritornare<br />

al passaggio precedente del samaritano che passa accanto al giudeo, considerate il fatto che non correva<br />

buon sangue tra le due etnie.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Nonostante la differenza etnica del samaritano col ferito giudeo, egli non si è mostrato indifferente al bisogno<br />

o addirittura felice per la retribuzione ricevuta dal giudeo ma si mostra compassionevole e vicino a colui che<br />

soffre, agendo praticamente.<br />

Abbiamo letto la storia del servitore spietato che non vuole perdonare un piccolo debito di colui che era a lui<br />

sottomesso, ma che a sua volta aveva avuto rimesso un ben più grosso debito che aveva contratto col suo<br />

padrone.<br />

Vediamo come questa persona non è assolutamente toccata dalla difficoltà che ha il suo subalterno.<br />

Non sappiamo se questo suo subalterno aveva agito male nei confronti del suo superiore, ma egli si trova nel<br />

bisogno ed implora pietà senza ricevere alcun sussidio.<br />

La colpa o la cattiva azione subita la maggior parte delle volte ci spinge a chiudere il nostro cuore verso gli<br />

altri.<br />

Ecco perché la misericordia di cui parla Gesù è ben differente da quella a cui siamo soliti pensare. Infatti Egli<br />

dice ”Beati i misericordiosi perché riceveranno misericordia”, non subito ma alla fine dei tempi.<br />

Volete voi donare misericordia solamente a coloro i quali meritano?<br />

E’ questo tipo di misericordia che volete incontrare l’ultimo giorno?<br />

Non è certo questo tipo di misericordia che è la più conveniente per noi, in quanto ci troviamo in una<br />

situazione assai precaria e malvagia.<br />

Non si addice a questo tipo di misericordiosi la parola “beati”.<br />

La misericordia che riceveremo alla fine dei tempi è una misericordia che noi non meritiamo.<br />

Gesù riguardando la folla vide che essi erano delle pecore senza pastore e mosso a compassione Gesù<br />

disse: “pregate il Signore della messe che invii degli operai nella sua messe, poiché la messe è grande ma gli<br />

operai sono pochi”.<br />

Fu in questo preciso momento che Gesù invia i dodici per predicare e guarire le folle, questo lo troviamo in<br />

Matteo 9 e 10.<br />

I bisogni intorno a Gesù erano tantissimi ecco perché bisognava raccogliere mano d’opera per venire<br />

incontro ai bisogni molteplici attorno.<br />

Ecco dunque il tipo di misericordia che dovremmo avere nel nostro cuore. Il nostro egoismo ci porta a<br />

disconoscere i bisogni ed a girarci dall’altro lato avendo così la errata visione che la sofferenza non esiste.<br />

Ma Gesù parla di qualche cosa di molto più profondo e cioè una misericordia che è come la Sua.<br />

Mi ricordo di un peccato che aveva commesso il re Davide facendo fare un censimento e che causò un<br />

grande castigo di Dio contro Israele.<br />

Dio aveva donato a Davide tre scelte, una di queste era di essere consegnato in mano dei nemici, una<br />

ulteriore scelta diceva che il castigo poteva essere eseguito direttamente da Dio.<br />

Davide disse: “Che io cada nelle mani dell’Eterno, perché grandi sono le sue misericordie ma che non cada<br />

nelle mani degli uomini”.<br />

Tutto ciò ci fa pensare che gli uomini non hanno questo tipo di misericordia. Io non so se avete avuto la<br />

possibilità di esercitare questa misericordia, ma vedrete come alla fine di questo sermone vi accorgerete di<br />

quante occasioni si presentano ogni giorno per esercitarla.<br />

Una illustrazione per chiarire meglio le cose e poi passare al secondo punto.<br />

Pensiamo ad un uomo che riceve una lettera molto forte da parte di un collega di lavoro, questa lettera è<br />

accusatoria giustamente ed arriva nelle mani del responsabile dell’impresa il quale viene invitato a farla<br />

conoscere a tutta l’equipe. Il responsabile leggendo la lettera trova delle cose talmente gravi che lo<br />

coinvolgono e non chiarendole potrebbero ritorcersi contro di lui. Cosa farà? E cosa fareste voi?<br />

Egli è un cristiano e legge la lettera a tutta l’equipe ma toglie le parti più esagerate e legge invece le parti che<br />

sono più ragionevoli, perché ha misericordia verso colui che l’attacca ed ha pietà di lui.<br />

Egli sa che quest’affare deve essere regolato ma non desidera che questa persona perda il suo lavoro.<br />

Potete vedere in questa situazione una misericordia miracolosa, che va ben al di là di ciò a cui l’uomo è<br />

portato a motivo della sua natura peccaminosa.<br />

Continuiamo adesso con il secondo punto. Quale legame c’è tra la prima parte e la seconda parte di questo<br />

testo e cioè tra donare misericordia e riceverla?<br />

La bibbia ci parla molto di questo legame nel testo del servitore spietato Gesù dice “..non dovevi avere<br />

misericordia di questo tuo suddito come io ho avuto pietà di te?..”.<br />

Abbiamo una misericordia divina ed una misericordia tra gli uomini le due forme di pietà devono essere<br />

collegate.<br />

La condanna di colui che non esercitò la misericordia fu dura al pari di quella che lui aveva esercitato verso il<br />

suo simile, “e pari sarà la condanna di coloro che non esercitano il perdono di cuore”.<br />

Nel Salmo 109 v’è un esempio che ci riporta alla remunerazione il salmista al verso 6 dice: “ Costituisci un<br />

empio su di lui, si tenga alla sua destra un avversario. Quando sarà giudicato, esca condannato, e la sua<br />

preghiera gli sia imputata come peccato. Siano i suoi giorni pochi: un altro prenda il suo ufficio. Siano i suoi<br />

figlioli orfani e la sua moglie vedova”.<br />

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<strong>Le</strong>ggendo questo passaggio, uno si domanda quale sia il suo crimine per attirarsi tanta maledizione.<br />

La risposta la troviamo al verso 16 “perché’egli non si è ricordato d’usar misericordia, ed ha perseguitato il<br />

misero, il povero, il tribolato di cuore per ucciderlo”.<br />

Nessuna misericordia degli uomini verso gli uomini, nessuna misericordia da parte di Dio verso questi uomini.<br />

E’ impossibile dice Gesù di essere cittadino del regno dei cieli e di mancare di misericordia.<br />

Un cristiano senza pietà è di totale impossibilità.<br />

Ci sono persone che professano Cristo e sono riconosciute per la loro durezza e mancanza di misericordia ed<br />

esigono ad ogni circostanza la giustizia, “quello che mi devi, dammelo subito!!”.<br />

Ma Gesù dice qui che tali persone non sono dei veri cittadini della città del cielo. Tu puoi incontrare tali<br />

cristiani nell’esercizio della pietà.<br />

Certamente ognuno di noi ha la necessità di crescere enormemente in questo aspetto, in quanto tutti falliamo<br />

ed io il primo.<br />

Ma se siamo cristiani, noi abbiamo il fondamento di quest’aspetto in noi.<br />

Ma adesso cerchiamo di vedere come esercitare la misericordia e nel contempo riceverla.<br />

Nell’epistola di Giacomo 2:12 leggiamo “Parlate e operate come dovendo essere giudicati da una legge di<br />

libertà. Perché il giudizio è senza misericordia per colui che non ha usato misericordia: la misericordia trionfa<br />

nel giudizio”.<br />

Ed ancora nella preghiera insegnataci da Gesù troviamo scritto: “Rimettici i nostri peccati, come noi li<br />

abbiamo rimessi ai nostri debitori” e Gesù aggiunge “Se voi perdonate gli uomini delle offese a voi arrecate<br />

anche il vostro Padre Celeste perdonerà voi, ma se voi non perdonate gli uomini neanche il vostro Padre<br />

celeste perdonerà voi”.<br />

Qual è questo legame dunque?<br />

Ci sono tanti che come accadde a J. Wesley ricevono risposte del tipo “io non perdono mai coloro che<br />

sbagliano!!” e sarebbe buono rispondere come Wesley rispose: “ io spero che lei non abbia mai bisogno di<br />

essere perdonato … perché altrimenti!!!”.<br />

Il pensiero sottile ed errato che può introdursi nella nostra mente potrebbe essere questo “io uso misericordia<br />

dunque avrò misericordia”, dunque Dio mi è creditore di un favore.<br />

Ma non possiamo stabilire una simile connessione perché è molto più complicato di come tu forse hai<br />

immaginato nella tua mente.<br />

Se io penso in questo modo posso immaginare che io sarò salvato per la mia misericordia e non per quella di<br />

Dio.<br />

Il vero legame lo possiamo trarre andando nuovamente a rileggere la parabola del servitore spietato.<br />

In questa parabola troviamo un uomo a cui è perdonato un debito enorme, e l’elemento della parabola che ci<br />

sciocca, così come in ogni parabola v’è un elemento scioccante, e cioè un uomo a cui è rimesso un simile<br />

debito non riesca a sua volta a rimetterne uno più insignificante.<br />

Quest’uomo è spietato per una forma di incoscienza completa di ciò che egli ha fatto.<br />

E’ dunque impensabile che un tale a cui è rimesso un simile debito da parte di Dio, e cioè i peccati da lui<br />

commessi, non riesca a perdonare un suo simile. Questo ci induce a pensare che tu non hai mai ricevuto una<br />

simile misericordia così come essa è veramente.<br />

La misericordia dunque dei cristiani deriva dal fatto che sono stati perdonati infinitamente, da un debito<br />

incredibile.<br />

La forza che deve spingerci alla misericordia è nel pensare a quanto Dio è stato misericordioso verso noi.<br />

La prima misericordia non è dunque la mia ma la Sua.<br />

La seconda è la mia.<br />

La terza un giorno sarà la Sua.<br />

Affinché possiamo essere aiutati in quest’aspetto della vita cristiana riflettiamo spesso sulla misericordia<br />

accordataci da Dio e da quella che ci verrà accordata un giorno.<br />

Il fatto che tu sei toccato dai bisogni dell’altrui anche se esso è un indegno, il fatto che tu hai il cuore aperto,<br />

mostra che tu sei un cittadino del regno dei cieli. Questa misericordia deve crescere ancora molto durante il<br />

corso della nostra vita.<br />

Terminiamo adesso con un’applicazione pratica, come possiamo impegnarci in quanto cittadini del regno dei<br />

cieli, nell’essere sempre più misericordiosi.<br />

La cosa che mi domando è vi è oggi abbastanza misericordia in questo mondo? Spesso ascolto di attitudini<br />

spietate da parte di datori di lavoro, o di professori, o di compagni a scuola, o in qualsiasi altro ambiente<br />

sociale.<br />

Ma noi vogliamo crescere in misericordia nei confronti degli uomini.<br />

Se dovessi esaminare la mia vita cristiana dico che vi sono delle virtù che mi risultano più semplici a confronto<br />

d’essa.<br />

Ed per questo che ho un grande bisogno che Dio mi lavori su questo punto. Come collaborare con Dio per<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

crescere nella misericordia.<br />

A) Prima cosa dobbiamo crescere nella comprensione della grande misericordia che Dio ha verso di noi.<br />

Tutta la misericordia che io posso avere proviene dalla consapevolezza della misericordia che io ho ottenuto<br />

da parte di Dio.<br />

B) Noi abbiamo bisogno di essere sensibilizzati dalla mancanza di misericordia nella nostra vita.<br />

Ed è per questo motivo che bisogna, dal momento che siamo cristiani, essere più sensibili circa gli episodi in<br />

cui non siamo stati misericordiosi. Io osservo e constato di un padre cristiano o di una madre cristiana o di un<br />

lavoratore cristiano che è troppo duro, troppo esigente.<br />

V’è la necessità che prendiamo un po’ di calma e ci analizziamo, rendendoci conto di quanto siamo stati duri<br />

alcune volte, mancanti di misericordia.<br />

Ecco qualcuno ti ha fatto un torto in questa Chiesa e sei diventato ipercritico nei confronti di questa persona,<br />

e qualsiasi cosa ci sia che possa metterti in relazione hai sempre da ridire verso tale persona, non c’è un<br />

minimo di pietà né di misericordia verso colui che ha sbagliato.<br />

Tu vuoi che assolutamente sia saldato il tuo piccolo credito.<br />

C) Inoltre non potete crescere nella misericordia se vi contentate di tenere al minimo le relazioni con questa<br />

persona.<br />

Sovente nelle relazioni che si sono dissaldate siano essi parenti, fratelli, amici o colleghi, rimaniamo al nostro<br />

posto, non facciamo alcun passo verso l’altro. Non vogliamo più avere alcuna relazione con lui.<br />

Cerchiamo dunque le occasioni per riavvicinare colui che abbiamo allontanato.<br />

D) Alcune volte possiamo dire che la mancanza di misericordia è legata alla ridicolizzazione dell’altro.<br />

Ogni volta che noi menzioniamo un'altra persona per mancarle di rispetto, intanto che essere umano, noi<br />

manchiamo di misericordia.<br />

Questo lo possiamo fare verso chiunque ed, appena se ne presenta l’occasione saltiamo sulle varie proposte<br />

per rendere ancora più cattiva l’immagine dell’altro.<br />

Proprio come il servitore spietato pretendiamo che ci sia restituito tutto quello che ci devono.<br />

Ecco che la misericordia deve svilupparsi nel coprire i difetti e le cadute degli altri e non ad utilizzarli per<br />

offendere.<br />

Dovremmo avere sempre uno spazio nel nostro cuore per compatire.<br />

Vi sono alcuni casi in cui troviamo difficile applicare la misericordia, in quanto facciamo appello alla giustizia.<br />

Bisogna fermare il cammino di coloro che delinquono, gridiamo in modo risoluto, si occorre fermarli, affinché<br />

non facciano più delitti.<br />

Ma la misericordia di cui stiamo parlando non tratta questi aspetti di giustizia civile e penale.<br />

E) Ciò che ci può aiutare a crescere nella misericordia è che dobbiamo divenire più coscienti delle occasioni<br />

che ci presentano per esercitare la misericordia.<br />

Ad esempio vi è una serie di errori dovuta all’immaturità dei nostri figli, dove v’è una parte di immoralità, una<br />

parte d’infedeltà.<br />

Dobbiamo riflettere siamo dei genitori che ci inaspriamo immediatamente, riprendendo con severità oppure<br />

abbiamo della misericordia in vista di un eventuale chiarimento.<br />

Ma venendo anche al nostro rapporto di coppia, qual è il nostro posizionarci di fronte agli sbagli ripetitivi del<br />

coniuge?<br />

Io credo che questo sia un buon terreno dove mettere in atto la misericordia. Gli aspetti negativi del carattere<br />

dei nostri fratelli e sorelle nella chiesa, sono spesso oggetto delle nostre focalizzazioni ed è per questo motivo<br />

che la misericordia ci sprona a non mettere in luce gli aspetti negativi del fratello, perché altrimenti daremo<br />

prova di esserne mancanti.<br />

Colui che ha misericordia si fa una immagine di suo fratello o di sua sorella mettendo davanti a lui tutto ciò<br />

che di questa persona è lodevole e degno di apprezzamento.<br />

Ci sono cose lodevoli ed apprezzabili in ciascuno di noi.<br />

F) C’è altresì un campo legato all’utilizzo delle parole spesso cattive nel quotidiano, come scuola o lavoro o<br />

vicinato in cui il cristiano come diceva Spurgeon deve avere un occhio cieco ed un orecchio sordo.<br />

Cioè io non ascolto che la metà delle cose malvagie che la gente dice, perché se vi facessi caso molte delle<br />

relazioni diverrebbero fredde o insipide per il resto della vita anche nelle chiese.<br />

Mi è capitato di vedere relazioni frantumarsi perché qualcuno si è intromesso raccontando cose cattive<br />

riguardo all’altro.<br />

La persona senza misericordia guarda l’altro in funzione di questo avvenimento e attraverso l’immagine che<br />

gli è stata presentata.<br />

Chiediamoci quante volte siamo stati severi con le persone accanto a noi, o abbiamo coltivato quelle immagini<br />

distorte?<br />

Sono chiamato ad usare la stessa misericordia che Dio ha utilizzato per me a motivo dei miei peccati.<br />

G) Inoltre in una Chiesa possiamo trovarci con differenti culture al suo interno che possono scioccarci proprio<br />

perché differenti dalla nostra.<br />

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Tutto questo per dirvi che siamo chiamati ad essere misericordiosi nonostante la nostra differente<br />

provenienza e ad apprezzarci così come siamo.<br />

H) L’ultima cosa riguarda coloro che sono in una situazione di responsabilità v’è un campo d’azione per voi<br />

tutti i giorni.<br />

Infatti voi avete sotto di voi degli impiegati o dei subalterni e per costoro voi dovete alcune volte avere della<br />

pietà.<br />

Ci si trova dinanzi a infedeltà, a mancanza di assiduità, che non osserva le istruzioni date. In tutte queste<br />

situazioni di responsabilità v’è un grande bisogno d’usare misericordia.<br />

E’ giusto far comprendere là dove sbagliano ma senza asprezza o severità o incomprensione per l’errore<br />

fatto.<br />

Termino ricordando Agostino, egli aveva una grande attenzione ed un grande peso per la misericordia.<br />

Agostino durante un momento conviviale disse che se qualcuno voleva distruggere il nome di un altro durante<br />

il pasto, quel luogo non faceva al caso suo ed era meglio che digiunasse.<br />

Era sicuramente un modo di dire in questa casa noi vogliamo e ci sforziamo di esercitare la misericordia.<br />

Che il Signore ci aiuti.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

<strong>Le</strong>ttura: Matteo 5:8<br />

Beati i puri di cuore<br />

Sono già diverse settimane che stiamo considerando il sermone sul monte, oggi affronteremo la sesta<br />

beatitudine che si trova al verso 8 di Matteo “Beati i puri di cuore perché essi vedranno Dio”.<br />

Voglio ancora ricordarvi che le beatitudini non sono una scala per arrivare o arrampicarsi verso Dio, né un<br />

modo per guadagnarci la salvezza ma, esse rappresentano le caratteristiche di coloro che sono già cittadini<br />

del cielo.<br />

<strong>Le</strong> prime quattro beatitudini ci presentano aspetti della vita di un cristiano che lo portano a considerare il fatto<br />

che egli è un vero peccatore.<br />

Abbiamo visto nella prima beatitudine come Gesù afferma che sono “Beati i poveri in spirito..” perché essi non<br />

hanno una giustizia propria per presentarsi a Dio e farsi raccomandare, sono poveri spiritualmente, che hanno<br />

le mani vuote e si sono allontanati dal loro creatore, ed accettano la realtà della loro povertà.<br />

“Beati coloro che fanno cordoglio” che sono dispiaciuti a causa del loro peccato, si addolorano a motivo della<br />

loro fragilità.<br />

Abbiamo visto come Gesù sta cercando di marcare i tratti o le caratteristiche del vero popolo di Dio.<br />

Anche nell'Antico Testamento Dio aveva scelto un popolo, simbolicamente rappresenta la Chiesa eletta da<br />

Dio, Egli aveva dato loro dei profeti affinché annunciassero il Vero Dio e gli uomini uscissero dal paganesimo.<br />

Solo una nazione aveva questo compito di annunciare il solo vero Dio creatore di ogni cosa, eterno ed<br />

immutabile.<br />

Ma anche in Israele la maggior parte di loro non aveva un cuore puro, c'erano dei veri credenti ma anche<br />

persone che simulavano vivendo in modo impuro.<br />

Gesù cambia radicalmente le cose, Egli apre le Sue labbra ed annuncia l'evangelo al mondo intero.<br />

La Chiesa da allora sarà la portatrice di questa buona novella cioè Cristo il Figlio di Dio venuto in carne e<br />

rivelatosi agli uomini e, che fa del suo popolo un vero popolo di Dio.<br />

Di questo popolo vi fanno parte solo quelli che hanno il cuore puro e sono cambiati dalla grazia di Dio e vanno<br />

nel mondo ad annunciare Cristo Salvatore degli uomini.<br />

Dopo questa introduzione, avviamoci all'esame di questa sesta beatitudine.<br />

Voglio domandarvi: Avete voi il cuore puro verso Dio?<br />

Cristo ci dice che solo quelli che hanno il cuore puro vedranno Dio.<br />

Vediamo esattamente ciò che il Signore vuole mostrarci in questa beatitudine.<br />

Come per le altre beatitudini vediamo il vero significato di questa frase di Gesù.<br />

Ricordandoci come abbiamo fatto in precedenza per le altre beatitudini, nessuno di noi è perfettamente nello<br />

stato ideale richiesto da Dio, ed è per questo che cercheremo attraverso l'esame di alcuni testi biblici il vero<br />

senso di questa beatitudine.<br />

La prima cosa che voglio dirvi è di sottolineare bene ciò che Gesù afferma ancora una volta in questo testo.<br />

Gesù vuole che ogni cristiano analizzi bene come in precedenza la sua attitudine di cuore “Beati i puri di<br />

cuore..” “Beati quelli che sono poveri in spirito..” "Beati quelli che fanno cordoglio..” esse sono attitudini del<br />

cuore, così come anche la mansuetudine.<br />

Gesù in questo modo va completamente a rivoluzionare la religione farisaica che era fatta principalmente di<br />

atti esteriori.<br />

Gesù con questo vuole affermare che tutti gli atti esteriori della tua religione (faccio questo o non faccio<br />

quest'altro, o mi vesto così o non mi vesto così) non hanno alcuna importanza se non sono motivati da una<br />

profonda e reale attitudine del cuore.<br />

Gesù ci dice con questo versetto che oggi nel 2013 vi sono delle persone in questo mondo che hanno il cuore<br />

puro, “Beati i puri di cuore..”.<br />

Noi possiamo associare questo testo con le altre beatitudini, poiché vi sono sulla faccia della terra persone<br />

mansuete, che fanno cordoglio che sono perseguitati e, vi sono persone anche oggi in questo luogo, per la<br />

grazia di Dio, che hanno il cuore puro.<br />

Vorrei attirare la vostra attenzione su tre o quattro passaggi che ci aiuteranno a comprendere meglio.<br />

<strong>Le</strong>ggiamo in Atti 15:8-10 “E Dio, conoscitore dei cuori, rese loro testimonianza, dando lo Spirito <strong>San</strong>to a loro,<br />

come a noi; e non fece alcuna differenza fra noi e loro, purificando i cuori loro mediante la fede. Perché<br />

dunque tentate adesso Iddio mettendo sul collo dei discepoli un giogo che né i padri nostri né noi abbiamo<br />

potuto portare?”<br />

Il fatto sopra riportato tratta della prima conferenza di Gerusalemme istituita per dirimere una questione sorta<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

tra i giudeo-cristiani che furono sconvolti dal fatto che coloro che provenivano dal paganesimo potevano<br />

essere inclusi nella Chiesa.<br />

Per diversi anni la questione non fu risolta in quanto per i giudeo-cristiani i pagani erano impuri e non<br />

potevano essere accolti.<br />

Nel testo citato viene utilizzata la stessa parola greca che indica la purezza del cuore.<br />

Ma chi è Colui che purifica il cuore? Dio. Come? Donando la fede.<br />

Non una semplice fede che possono avere anche i demoni, ma la vera fede in Cristo, il solo Unico Salvatore<br />

che Regna ed è alla destra di Dio e che perdona tutti i peccati di coloro che vengono a Lui.<br />

Una volta che Egli penetra nella vita di un giovane o di un adulto mediante la fede, veniamo purificati.<br />

E' di questa purificazione che intendo parlare.<br />

Ma ecco dei giovani che hanno apparentemente il cuore puro; leggiamo II Tim.2:22 : “ Ma fuggi gli appetiti<br />

giovanili e procaccia giustizia, fede, amore, pace con quelli che di cuore puro invocano il Signore”.<br />

C'erano dei giovani ad Efeso nel contesto dove si trovava Timoteo, che facevano prova di doppiezza.<br />

C'erano degli ipocriti in mezzo al popolo di Dio, Paolo lo esorta dicendo lascia questo tipo di persone e cerca<br />

persone che vivono in modo reale la loro fede in Dio, cercali tu puoi trovarli, perché esistono.<br />

Inoltre noi vediamo in questo testo biblico che apparentemente avere un cuore puro è una condizione fissa,<br />

stabile e permanente.<br />

Ma tu puoi dire il mio cuore alcune volte traballa, sì è vero sul piano secondario ma sul piano essenziale chi<br />

ha il cuore purificato da Dio è una condizione che non può assolutamente mutare, a parte delle variazioni<br />

secondarie che possono avvenire, cerco ora di spiegare questo punto.<br />

Nel testo che abbiamo letto in Atti 15, Pietro dice che “Dio ha purificato i loro cuori per la fede”.<br />

Il verbo greco utilizzato in questo testo è un aoristo che vuol dire che l'azione una volta fatta ha i suoi effetti in<br />

modo permanente.<br />

Non è come il passato remoto Dio purificò i loro cuori, cioè un tempo. Troviamo altresì negli insegnamenti di<br />

Gesù ad esempio in <strong>Giovanni</strong> 13:8-10 “Pietro gli disse: Tu non mi laverai mai i piedi! Gesù gli rispose: Se non<br />

ti lavo, non hai con me parte alcuna. E Simone Pietro: Signore non soltanto i piedi, ma anche le mani e il<br />

capo! Gesù gli disse: Chi è lavato tutto non ha bisogno che d'aver lavati i piedi; è netto tutto quanto; e voi<br />

siete netti ma non tutti.” .<br />

Questo racconto della lavanda dei piedi significa che colui che è stato purificato una volta, non ha più bisogno<br />

di essere purificato ma solamente richiamato ad una pulizia quotidiana davanti a Dio.<br />

Gesù vuole dirci che v'è una purezza fondamentale in cui l'uomo accede nel momento in cui ha posto la fede<br />

in Cristo.<br />

Essa è qualcosa che avviene una volta ma non si ripete nuovamente, essa è fondamentale, “voi siete puri o<br />

netti”.<br />

La sporcizia di cui dobbiamo liberarci ogni giorno è quella accumulata durante il nostro coinvolgimento<br />

quotidiano, per cui siamo chiamati a domandare il perdono ed il sostegno di Dio.<br />

Sono infatti i peccati isolati che ci portano ogni giorno davanti a Dio affinché Egli ci lavi, ma non siete fra quelli<br />

che fondamentalmente non hanno il cuore puro.<br />

Pensate per un attimo di essere un non credente, voi non credete in Cristo, voi non cercate Dio ed il vostro<br />

cuore è una fabbrica di peccato, una fabbrica pronta a violare il piano di Dio.<br />

Voi pensate in modo contrario, mentite, siete immorali, avete dell'orgoglio, dipendete da voi stessi piuttosto<br />

che da Dio.<br />

Potrei moltiplicare gli esempi, dicendo che un cuore impuro non può che produrre in modo continuato dei<br />

cattivi esempi.<br />

Quando siete venuti al Signore, devo dire che tutti questi peccati venivano dall'incredulità, perché non<br />

credevate a Dio, ai Suoi piani, alla Sua voce, ai Suoi comandamenti, al Suo perdono, al Suo evangelo,<br />

vivevate contro di Lui.<br />

Questa incredulità regnava in noi e produceva un moltiplicarsi dei peccati.<br />

E' proprio questa l'impurità del cuore ed il suo motore principale è l'incredulità.<br />

E adesso la fede di cui avete ascoltato, ed avete creduto che Dio è veramente là, Cristo è divenuto il Figlio di<br />

Dio, Egli è morto sulla croce, ha pagato la pena dei miei peccati e m'invita a venire a Lui per essere perdonato<br />

dei miei peccati.<br />

Io dono la mia vita a Cristo, accetto il Suo perdono ed allora avviene un cambiamento fondamentale nel mio<br />

cuore e nella mia vita.<br />

Adesso quello che regna nel tuo cuore è un principio di fiducia, Dio è là, Egli è ammirabile, perfetto,<br />

completamente saggio, buono, degno , clemente. Adesso la fabbrica produce non delle impurità ma bensì<br />

delle purezze.<br />

Il peccato che prima ci dominava è partito ma sono rimaste solo delle rare tracce.<br />

Non ci sono delle tracce nel vostro confronto giornaliero con gli altri a partire dalla famiglia? Purtroppo ancora<br />

è possibile trovare di queste tracce che ci portano a confessarle faccia a faccia con Dio.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Ed a questo punto cari fratelli e sorelle che cosa fate voi?<br />

Voi fate cordoglio e cercate l'aiuto dello Spirito <strong>San</strong>to per cambiare dicendo “Signore aiutami, purifica il mio<br />

cuore e questa malvagia attitudine che resta in me”. Dunque il cuore puro è quel cuore, che come dice Atti 15,<br />

è quel cuore purificato dalla fede, ed in cui la fede è entrata, la ragnatela del peccato è stata tolta ed adesso è<br />

tutto piacevole a Dio.<br />

Voi credete nelle promesse di Dio?<br />

Avete fiducia nella provvidenza di Dio?<br />

Credete che i comandamenti, cioè la maniera di vivere istituita da Dio, sia la migliore?<br />

Se tutto questo corrisponde a ciò che voi ritenete sia assolutamente inconfutabile, allora ciò conferma che voi<br />

avete un cuore puro, purificato dalla grazia di Dio e per la fede.<br />

Possiamo notare una differenza enorme tra il prima ed il dopo.<br />

Quando pensiamo alla differenza fra la nostra attitudine tra il prima e il dopo l'essere cristiani.<br />

Come sono cambiate le nostre attitudini anche verso i comandamenti che neppure conoscevamo, e non<br />

avevamo neppure il desiderio di conoscerli.<br />

Ma ora cerchiamo di conoscere e comprendere meglio i suoi comandamenti e come meglio fare la volontà di<br />

Dio.<br />

<strong>Le</strong> provvidenze di Dio ogni volta che qualcosa di cattivo arriva, possono portarmi a criticare Dio accusandolo<br />

delle nostre sventure?<br />

Ma ora che Dio ti ha rigenerato, sai che ogni cosa che ti capita, Dio la fa cooperare per il tuo bene e se Egli<br />

permette il male è per farlo sfociare al bene.<br />

Qualche volta pensiamo alla purezza in termini di semplicità o sincerità di cuore.<br />

Ma in realtà cuore puro significa senza miscugli o strane misture, questo significa che la sua fede è reale<br />

senza ipocrisie.<br />

Egli crede veramente che Cristo è il Signore, egli sa esattamente cosa Dio ha fatto per lui.<br />

Questa è l'autenticità di colui che ha il cuore puro.<br />

Beati quelli che hanno il cuore puro e credono a tutte le conseguenze che la loro fede produce.<br />

Vediamo una seconda cosa quali sono le conseguenze di coloro che hanno il cuore puro, ”essi vedranno<br />

Dio”.<br />

Arriviamo adesso a qualcosa di una gloria immensa. Immaginate un po' la scena è il Figlio di Dio a parlarci ed<br />

Egli dice che vi sono in questo mondo delle persone che falliscono più volte, vengono meno eppure vedranno<br />

Dio.<br />

Noi ci ricordiamo che la Bibbia ci dice che Dio abita in una luce inaccessibile, che gli angeli stessi si coprono<br />

la faccia davanti a Dio e dicono “<strong>San</strong>to, <strong>San</strong>to, <strong>San</strong>to è il Signore”.<br />

L'iddio maestoso e glorioso che ci ha creato attraverso la Parola ed ha fatto ogni cosa in modo così perfetto,<br />

ci permetterà di vederlo. Incontrare Dio è la felicità suprema.<br />

Gesù dice “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio”.<br />

Certamente noi non lo vedremo in maniera diretta e cioè nella pienezza della Sua essenza ma vedremo la<br />

gloria di Dio, questo ci deve fare pensare alla trasfigurazione.<br />

Nella trasfigurazione abbiamo appena una piccola parte della gloria non possiamo neanche immaginare come<br />

sarà la gloria piena e risplendente di Dio.<br />

Qui non si parla dell'amore o della misericordia di Dio ma, di qualcosa di più concreto io lo sentirò lo<br />

percepirò, lo gusterò.<br />

Io sarò in una piena conoscenza diretta di com'è Colui che si è dato per me sulla croce del Calvario.<br />

C'è qualcosa d'interessante in questa promessa rispetto alle altre.<br />

Ogni promessa corrisponde alla beatitudine alla quale essa risponde e cioè tutto ciò che il cuore aspira(fame<br />

e sete, consolazione, misericordia) lo avrà un giorno.<br />

In questo passaggio è la stessa cosa “Beati i puri di cuore” “perché vedranno il solo Dio puro”, cosa ci insegna<br />

questo, che coloro che disdegnano l'impurità , le nefandezze dimostrano di volere qualcosa e cosa in realtà<br />

vogliono, essi vogliono Dio.<br />

Una cosa apprendiamo da questo che il somigliare è la condizione per vedere Dio.<br />

La rassomiglianza è la condizione indispensabile per vedere l'Iddio puro. Un uomo impuro non potrà entrare<br />

nella presenza di Dio .<br />

Per la mia vita cristiana come per la vostra prima di arrivare alla fine dei tempi realizziamo un po' delle<br />

promesse già ora.<br />

Un cristiano che ha il cuore puro vede Dio ogni giorno di più, perché egli è in comunione con Lui in modo<br />

sempre più intimo e stretto.<br />

Vuoi tu approssimarti di più a Cristo o conoscerlo in modo più intimo?<br />

Beati i puri di cuore perché vedranno Dio.<br />

Una delle grandi motivazioni di un cristiano che lo spinge a cercare Dio è quello di appressarsi a Dio stesso.<br />

Quando pensate di giocare con certi peccati, considerate il fatto che voi state dicendo a Dio io non voglio<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

vederti più da vicino.<br />

Tutto questo ci deve motivare a divenire più santi e più prossimi al nostro Dio.<br />

Ed infine l’ultimo punto , come crescere nella purezza di cuore?<br />

Come posso sbarazzarmi di quel po’ di ragnatele che restano nel mio cuore? Io cercherò di spiegare questo<br />

molto rapidamente.<br />

Se Dio ha purificato attraverso la fede il nostro cuore all’inizio della conversione, ma allora crescete nella<br />

fede!!<br />

Più avrete fiducia nella persona di Dio e sui comandamenti di Dio , le promesse di Dio e la clemenza di Dio e,<br />

più tutte le cose che nel vostro cuore sono impure non troveranno più posto.<br />

La fede purifica il cuore. Nutritevi dunque cari fratelli mediante la fede. Attaccatevi alla Parola di Dio,<br />

attaccatevi alla preghiera, attaccatevi ai sacramenti, attaccatevi alla comunione fraterna.<br />

Tutto ciò che nutre la fede che voi lo sappiate o no, purifica il vostro cuore. Voglio farvi una illustrazione, non<br />

sono né le lunghe preghiere né l’osservanza più stretta, né l’esercizio di qualche dono particolare che può<br />

nettarci dalla sozzura del peccato, l’unico mezzo per sbarazzarci del peccato lo ripetiamo “è il perdono<br />

attraverso la fede in Gesù Cristo”, che è indispensabile per vivere una vita santa.<br />

Egli solo può donarci tale impulso alla santità che nessuna altra cosa può darci.<br />

Una vera trasformazione e ravvedimento è il solo potente rimedio contro il peccato e la carne.<br />

Quand’è che vi sentite veramente perdonati?<br />

Qual è il desiderio che voi avete?<br />

Il desiderio di vivere completamente per Dio e neanche un po’ per il peccato. Il secondo avviso su questo<br />

ultimo punto è : purifichiamo il nostro cuore pulendo le nostre mani. Io trovo questa espressione in Giacomo<br />

4:8 “Avvicinatevi a Dio ed Egli si avvicinerà a voi; pulite le vostre mani, o peccatori; e purificate i vostri cuori, o<br />

voi dal cuore doppio”.<br />

<strong>Le</strong> due cose vanno di comune accordo in quanto il cuore rappresenta le attitudini mentre le mani gli atti.<br />

Se siete cristiani dagli atti impuri siete qualcuno che non ha purificato il suo cuore, se continuate in questo tipo<br />

di atti.<br />

Se vi intrattenete in atti che fomentano l’adulterio, la menzogna, l’ira e nutrite questo genere di cose, purificate<br />

le vostre mani, fermatevi di guardare un certo tipo di trasmissioni o di frequentare un certo tipo di compagnie.<br />

Vi accorgerete che anche il vostro cuore sarà purificato.<br />

Se voi siete portati ad imbrogliare sui vostri esami, il cuore non può essere purificato se continuate in questo<br />

tipo di atti.<br />

Oppure se imbrogliate sulle vostre imposte o altro genere di cose.<br />

Se voi non dite la verità il cuore non può essere purificato continuando questo genere di atti.<br />

Permettete voi un certo tipo di fantasie che non sono né buone né sane?<br />

Bisogna troncare con questo genere di cose affinché il cuore si purifichi recidendo tali atti.<br />

Infine ultima riflessione su come purificare il cuore; Riflettete sul giorno in cui incontrerete Cristo nella Sua<br />

purezza.<br />

Perché vi dico questo? Perché anche l’apostolo <strong>Giovanni</strong> ce lo dice in I Gio.3:2; “Cari oggi noi siamo figli di<br />

Dio, e quello che noi saremo non è stato ancora manifestato, ma quando Egli sarà manifestato noi saremo<br />

simili a Lui perché lo vedremo come Egli è”.<br />

Beati quelli che hanno il cuore puro perché vedranno Dio.<br />

“Chi ha questa speranza (di vedere Cristo) si purifica come Egli è puro.” v.3 . Vogliamo essere nella presenza<br />

di Gesù Cristo?<br />

Desideriamo vederLo? Qual è la prima cosa che gli diremo? Oh perdonami Signore!!<br />

Ma se io penso a questo oggi, cosa ci motiverà a fare?<br />

Chiunque ha questa speranza si purifica, come Lui è puro.<br />

Ci stiamo preparando all’incontro con Cristo?<br />

Nell’attesa di questo meraviglioso incontro con Cristo, purifichiamo i nostri cuori per appressarci a Lui.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

<strong>Le</strong>ttura Matteo 5:9<br />

Beati coloro che si adoperano alla pace<br />

Siamo arrivati alla settima beatitudine, abbiamo realizzato attraverso queste meditazioni che Gesù sta<br />

cercando di descrivere il carattere del vero credente, cittadino del regno dei cieli.<br />

Dalle beatitudini comprendiamo che l'insieme delle beatitudini fa di noi dei veri cristiani e non solamente una o<br />

due d'esse, descrivendo il carattere del vero cristiano.<br />

Così partendo dalla prima benedizione “Beati i poveri in spirito” ci rendiamo conto che non soltanto al<br />

momento della conversione abbiamo riconosciuto una tale miseria ma, altresì oggi dopo svariati anni ci<br />

accorgiamo di non poterci vantare di nulla e di non poter mettere nulla davanti a Dio per poter essere graditi.<br />

La mia ricchezza, la mia gloria e la mia felicità sono in Dio solo, perché è Lui che mi ha riscattato. Niente<br />

guarisce il nostro cuore e niente sana le nostre ferite.<br />

Oggi anche se cristiani, restiamo così assolutamente dipendenti da Dio Padre.<br />

Io so con certezza, che ciò che Dio vuole io non lo faccio e v'è alcuna giustizia in me a causa della mia natura<br />

e del peccato che abita in me, ricordava Paolo ai Romani.<br />

Io non sono arrivato come cristiano, ma sono in marcia e sulla via della santificazione.<br />

La mia famiglia e quelli che mi conoscono lo sanno che ci sono ancora tante cose che non vanno nella mia<br />

vita che devono essere cambiate e rimesse nelle mani del Sommo Pastore che dice “Beati quelli che fanno<br />

cordoglio”.<br />

La terza beatitudine ci parla di quanto il cristiano debba essere docile verso tutti (Dio ed il prossimo).<br />

Abbiamo visto come i misericordiosi otterranno misericordia.<br />

Questa misericordia non è originata da noi ma è la diretta conseguenza della grazia ricevuta.<br />

Ed ancora abbiamo visto come venga richiesto ai cristiani di avere un cuore puro e semplice senza ipocrisie.<br />

Arriviamo dunque a questa settima beatitudine, che arriva dopo un percorso di progressione.<br />

Infatti dalla quarta beatitudine in poi notiamo come da una forma di agire passiva del credente, in quanto<br />

mirata su se stesso, arriviamo ad un forma attiva.<br />

Alcune traduzioni traducono facitori di pace o artigiani della pace.<br />

Andiamo adesso a porci qualche domanda per vedere se abbiamo compreso bene.<br />

Innanzitutto che cos'è la pace?<br />

La pace non è semplicemente la tolleranza.<br />

Non è l'assenza di guerra aperta né di guerra fredda.<br />

Possiamo avere relazioni verso altri in cui non c'è un vero e proprio conflitto aperto, rimanendo tolleranti ma,<br />

portatori di pace non significa questo.<br />

La pace è un bene relazionale che possiamo descrivere attraverso la parola armonia.<br />

La pace è essere in armonia con gli altri.<br />

La pace è essere in una relazione positiva, dove si cerca il bene e si vuole il bene dell'altro.<br />

Essere in regola ed in armonia con l'altro ci aiuta ad instaurare delle relazioni positive.<br />

Vivere gioiosamente insieme: è questa la pace.<br />

E' questo il tipo di relazione che hai in famiglia? Con i tuoi parenti?<br />

Ma vedremo come tutto ha inizio con una relazione di pace con Dio stesso, lo vedremo più avanti.<br />

Con Dio si comincia con una relazione d'armonia, corretta, vivendo gioiosamente con Dio portiamo tali<br />

benefici nella nostra relazione con gli altri.<br />

Nel Salmo 133 è detto in maniera poetica “Ecco quanto è buono e piacevole che fratelli dimorino insieme,è<br />

come l'olio squisito che scende sul capo e la barba d' Aaronne...”.<br />

Oh quanto è bello vivere tra fratelli in armonia!!!<br />

Non c'è niente di più terribile in una Chiesa cristiana di avere conflitti al suo interno.<br />

Questa armonia deve essere ricercata e procacciata da ogni membro, sempre.<br />

Qual è il bisogno della pace in questo mondo?<br />

Innanzitutto partiamo da Dio, certamente.<br />

Quanti nella nostra città vivono in una armonia gioiosa con Dio?<br />

Oppure in una situazione ostile con il Suo Creatore?<br />

Questo crea due tipi di carattere: uno deflagrante ed attivo e l'altro passivo. Non si pensa assolutamente al<br />

Creatore anzi si crede che neppure esista.<br />

E tra gli uomini qual è la situazione?<br />

Qual è il bisogno di pace tra gli uomini?<br />

Certamente qui Gesù non sta evocando un valore sconvolgente.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Certamente il nostro mondo è stato influenzato dal cristianesimo da più di duemila anni, l'etica cristiana ha<br />

cambiato il modo di pensare di questo mondo.<br />

Ma purtroppo abbiamo ancora e sopratutto là dove il Vangelo non è ancora penetrato, le barbarie più indicibili.<br />

Ed anche recentemente attraverso l'influenza del Darwinismo in modo più penetrante del cristianesimo si<br />

cade ancora nella violenza, nell'odio etc.<br />

Se riguardiamo all'attualità sappiamo attraverso fonti ONU che vi sono conflitti nel mondo intero che portano<br />

alla morte migliaia di persone ogni anno.<br />

Il nostro mondo è sommerso da conflitti che mietono molte vittime.<br />

Se ci avviciniamo un po' di più ci accorgiamo dei conflitti nostrani, in famiglia e nella società in cui viviamo.<br />

Questo ci porta a considerare che coloro che si adoperano alla pace non sono ovunque.<br />

Vediamo dalla cronaca che almeno una donna al giorno è vittima di colui che dovrebbe amarla e proteggerla.<br />

Circa 145.000 tra separazioni e divorzi nel 2010 in Italia con un incremento costante del 2,5% ogni anno<br />

perché coppie non riescono a fare la pace né a vivere in pace.<br />

Quanti fratelli e sorelle non si parlano più e quanti vicini non riescono a vivere pacificamente insieme?<br />

Quante associazioni o partiti sono in rotta a causa di continui conflitti interiori? “ Beati coloro che si adoperano<br />

per la pace.” Gesù non ha detto beati quelli che vivono in pace con gli altri ma piuttosto beati chi procaccia la<br />

pace e si impegna in tale attività.<br />

Il cristiano ha il potere di influenzare e apportare la pace laddove v'è un conflitto.<br />

C'è qualcosa nel suo patrimonio spirituale che lo porta ad influenzare il mondo attorno a lui.<br />

Terza domanda: qual è la sorgente della pace?<br />

La sola e unica sorgente della pace è Dio stesso.<br />

Là dove Dio non c'è non si può avere della pace vera ma una specie di pace menzognera, artificiale e<br />

temporanea.<br />

Gesù invece ci parla di qualcosa di fondamentale, reale e stabile.<br />

Quando ci soffermiamo a pensare a Dio stesso, non possiamo non fare riferimento alle Sacre Scritture che<br />

affermano che Dio è l'Iddio della pace. Prima di tutto perché in Lui dal principio regna una armonia perfetta,<br />

indicibile e indescrivibile tra Padre Figlio e Spirito <strong>San</strong>to.<br />

Il Dio della pace è perfettamente ancorato a questo principio ed è Lui stesso l'esempio e la fonte della pace.<br />

Lui è non solo la fonte ma Colui che si adopera per la pace.<br />

Pensate all' evangelo che mostra agli uomini che nonostante si siano allontanati da Lui ed avergli fatto guerra,<br />

Egli offre loro la promessa della riconciliazione annunciando la buona novella.<br />

La bibbia ci dice che Dio annuncia la pace a quelli che sono lontani ed a quelli che sono vicini.<br />

Osservate cosa l'apostolo Paolo annuncia in 2 Cor. 5:19 “in quanto che Iddio riconciliava con sé il mondo in<br />

Cristo, non imputando agli uomini i loro falli, ed ha posta in noi la parola della riconciliazione”.<br />

Ecco cosa significa essere facitori di pace, riconciliare.<br />

Questo è il carattere divino portare la pace là dove l'uomo è in guerra, non rispondendo al male con il male<br />

ma portando il Suo grande amore anche ai ribelli.<br />

Egli viene ed è venuto per fare la pace, a rendere il bene per il male e a portare attraverso la croce un<br />

messaggio di riconciliazione e di perdono avendo fatto pagare il prezzo dell'iniquità dell'uomo a Dio Figlio,<br />

“Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno..”.<br />

La nostra ricchezza e la nostra gloria è giustamente questo ed è per questo che siamo riuniti in questo luogo<br />

di culto.<br />

Dio è dunque la sorgente della pace.<br />

Questo significa che noi non possiamo essere dei veri procacciatori di pace a meno che Cristo abiti in noi, e<br />

noi in Lui.<br />

Immaginate qualcuno, che si impegna e milita perché vi sia pace in questo mondo, questa è chiamata la<br />

grazia comune che opera in tutti gli uomini. Gente impegnata affinché non vi siano più guerre, ma non si<br />

rendono conto che militano ad una guerra, in quanto non dicono agli uomini riconciliatevi con Dio.<br />

Infatti se l'uomo non torna al suo Creatore non ci sarà per Lui alcuna pace. Il principio su cui siamo chiamati a<br />

vivere non è certamente quello che ci porta a dire: “io faccio quello che mi sembra buono”.<br />

Se io non faccio ciò che Dio mi dice io farò quello che a me sembrerà buono. Non tutto quello che sembra<br />

buono è buono.<br />

Senza Dio alla base non saremo dei veri facitori di pace. Infatti ogni movimento rivoluzionario legittimo o<br />

illegittimo non è sfociato in regimi di pace ma vere e proprie dittature, si combatte il male si tiene lontano Dio<br />

per praticare a sua volta il male.<br />

Ma quando andiamo al Signore v'è qualche cosa che arriva, prima di divenire un cristiano eravamo spesso in<br />

una posizione di rivalità.<br />

Uomini e donne che si guardano dall'alto in basso, si mettono a confronto nascono contrasti.<br />

Questo ci mostra lo spirito di rivalità. Il giovane che guarda con disprezzo un altro coetaneo, pensando se<br />

venissimo alle mani lo annienterei subito.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Non vi stupite vi sono miriadi di giovani che la pensano così e vanno alla ricerca di questo tipo di sfide.<br />

Dio dice nella Sua parola che Egli detesta quelli che amano la violenza ed hanno una tale attitudine.<br />

Ma quando diveniamo cristiani la pace che Dio ha fatto con noi, ha completamente capovolto lo spirito<br />

interiore di rivalità, non sappiamo esattamente perché ma vogliamo fare la pace con tutto il mondo e<br />

desiderare questo tipo di pace a tutti.<br />

La gente e la terra sembrano avere un aria differente ed io anche.<br />

Egli mi ha così tanto perdonato che desideriamo anche noi perdonare e perdonare. Questo è il principio dei<br />

facitori di pace.<br />

Tristemente questo tipo di sentimento dopo la conversione a causa del peccato a cui siamo sottoposti può<br />

traballare o diminuire e creare dell'amarezza in noi ma il Signore non permetterà che ciò persista.<br />

Dove il procacciatore di pace agisce per portare la fede?<br />

Dove dovreste agire se siete un procacciatore di pace?<br />

Noi, poiché cristiani, siamo chiamati ad agire portando agli uomini la riconciliazione in Cristo.<br />

I cristiani hanno questo tipo di servizio di riconciliazione.<br />

Essere testimoni è tentare di fare la pace, tra gli uomini e Dio.<br />

Dio ci ha inviato ed Egli vuole la pace.<br />

Ogni volta che facciamo parte della buona novella a qualcuno dovremmo pensarla in questi termini, noi siamo<br />

coloro che si adoperano alla pace. Riconciliati con Dio, Egli vuole essere in armonia con te, questo deve<br />

essere il nostro primo obiettivo, la prima cosa di cui vogliamo rendere partecipi gli uomini che sono in guerra<br />

con Dio.<br />

Tutte le volte che noi agiamo con questo spirito, non certamente con lo spirito di guadagnare convertiti ma<br />

nello spirito di fare la pace e di servire alla riconciliazione.<br />

In secondo luogo noi lo facciamo tra gli uomini perché come è scritto in Matteo 5:43 “Voi avete udito che fu<br />

detto Ama il tuo prossimo e odia il tuo nemico. Ma io vi dico: Amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi<br />

perseguitano, affinché siate figlioli del Padre vostro che è nei cieli; poiché Egli fa levare il Suo sole sopra i<br />

malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti.”<br />

Beati coloro che si adoperano alla pace perché saranno chiamati figli di Dio, amare i nemici come ci riporta il<br />

verso ci attesta il fatto di essere figli di Dio. Gesù ci dice che in ogni circostanza il cristiano deve essere un<br />

agente di armonia e di pace, anche verso quelli che sono in disarmonia e conflitto con Dio.<br />

Un figlio di Dio agisce come suo Padre “tale Padre tale figlio”, ecco i cristiani sono chiamati a mettere armonia<br />

e pace tra gli uomini e Dio.<br />

La parola greca per figlio non traduce la parola ragazzino o adolescente ma sta a significare qualcuno che è<br />

arrivato alla piena maturità e si prepara a prendere il posto di suo Padre.<br />

In pratica questa frase ricorda quel vecchio adagio citato “Tale padre..”.<br />

Il figlio ricorda il suo genitore, chi li vede può dire “ah, ora vedo che tu somigli a tuo padre”.<br />

Voi sarete chiamati figli di Dio perché Dio ha queste caratteristiche particolari ed Egli fa la pace ovunque<br />

attorno a lui, lo stesso con i suoi nemici.<br />

Dunque noi ci adoperiamo per la pace, sia nella chiesa quando ci sono dei conflitti.<br />

La Bibbia ci esorta a farlo in Efesini 4:2-3 leggiamo: ”con ogni umiltà e mansuetudine, con longanimità,<br />

sopportandovi gli uni e gli altri con amore, studiandovi di conservare l'unità dello spirito col vincolo della pace”.<br />

Inoltre in Filippesi Paolo esorta due donne che nella chiesa vivevano in conflitto dicendo loro di avere un<br />

medesimo sentimento fra loro ed esorta inoltre il responsabile della chiesa a contribuire alla loro<br />

riappacificazione. Quando è impossibile regolare un problema fra due persone occorre fare intervenire una<br />

terza persona affinché il problema sia regolato.<br />

Così anche nelle nostre chiese non è possibile rimanere immobili sapendo che nella chiesa vi sono dei<br />

conflitti ma occorre agire.<br />

Se siamo facitori di pace non possiamo rimanere inerti vedendo un conflitto tra fratelli e sorelle nella chiesa.<br />

Certamente vi sono dei fattori che limitano nella capacità di fare la pace. Quali sono questi fattori che ci<br />

limitano in questo.<br />

La Bibbia nella epistola ai Romani ci dice “ Per quanto dipende da voi vivete in pace con tutti”.<br />

E' molto interessante la formulazione di questo verso, per quanto dipende da voi, infatti come ben sapete la<br />

pace fra due persone dipende dalle due persone.<br />

Anche se io fossi per la riconciliazione se non dovessi trovare dall'altra parte qualcuno con lo stesso<br />

sentimento non sfocerebbe a nulla.<br />

La mia responsabilità è essere per l'armonia e la pace e di fare tutto a questo fine e pregare che questo<br />

sentimento vi sia anche dall'altra parte. Infatti non posso fare la pace da solo.<br />

Infine concludo, come possiamo crescere in questo ruolo di artigiani della pace? Voglio giusto menzionarvi<br />

tre cose.<br />

La prima vivete questa pace che ci reca l'evangelo, cioè vivete questa armonia.<br />

Vivete nella fede che Dio ha fatto la pace con voi non la dimenticate, in quanto non c'è più alcuna condanna<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

per quelli che sono in Cristo.<br />

Dio è sempre tutti i giorni ed in ogni momento in pace con noi.<br />

Gioite di questa armonia che Dio ha stabilito con voi.<br />

L'effetto di questo sentimento vi porterà ad amare la pace.<br />

Quando un cristiano ha un problema di conflitto con altre persone cosa bisogna fare?<br />

Io so sicuramente cosa fare, per prima cosa occorre impegnarsi affinché venga posto il termine a questo<br />

conflitto.<br />

Egli probabilmente ha dimenticato di quando Dio ha fatto la pace con lui, infatti è impossibile avere ricevuto<br />

tanta pace e poi vivere in conflitto con gli altri, forse ci siamo dimenticati del vangelo o del Dio che ci ha<br />

perdonati ed è forse per questo che non riusciamo a perdonare.<br />

Di seguito ricordatevi quando vi sono delle occasioni che vi tentano d'essere conflittuali ed ostili. Ricordatevi<br />

che Dio vi chiama ad agire su questo punto esatto affinché siate chiamati figli di Dio.<br />

Pregate per i vostri nemici affinché siate chiamati figli del Padre vostro che è nei cieli. Dio vuole avere dei figli<br />

che assomigliano a Lui in questo punto. Ricordiamoci che inquiniamo l'immagine di Dio in noi se non agiamo<br />

come dovremmo.<br />

Infine per essere procacciatore di pace dobbiamo purificare il nostro cuore ed eliminare quei sentimenti<br />

egoistici che sono alla base delle ostilità.<br />

Giacomo ci dice: “qual è la sorgente dei conflitti fra voi? Non è egli da questo e cioè dalle vostre voluttà che<br />

guerreggiano nelle vostre membra? Voi bramate e non avete; voi uccidete ed invidiate..”.<br />

Dobbiamo dunque purificare il nostro cuore per fare la pace con gli altri.<br />

Siate voi caratterizzati da un'influenza o da un carattere che va verso il positivo e va verso una relazione<br />

edificante, che perdona, armoniosa e che cerca la pace.<br />

Oppure le vostre relazioni sono caratterizzate dal rigetto o dal rifiuto o dal giudizio o solamente tenere a<br />

distanza quella persona.<br />

Che il Signore ci aiuti ad essere dei facitori di pace ed avere questo grande bene che ne consegue essere<br />

chiamati figli di Dio.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

<strong>Le</strong>ttura Matteo 5:10-12<br />

Beati quelli che sono perseguitati<br />

Inizieremo la meditazione di quest'oggi attraverso una introduzione e di seguito quattro punti molto semplici.<br />

Questa è la sola beatitudine che non è nelle qualità del credente.<br />

Noi siamo poveri in spirito, mansueti, misericordiosi,abbiamo fame e sete di giustizia.<br />

Ma qui alla fine di queste beatitudini il Signore ci dona un carattere riguardo al cittadino del regno dei cieli che<br />

non è qualcosa che concerne il suo carattere è invece qualcosa che viene dall'esterno.<br />

Beati quelli che sono perseguitati, cioè il vero cristiano provoca sempre una risposta precisa da parte del<br />

mondo, e ripeto sempre a motivo del suo carattere e del suo attaccamento a Cristo.<br />

Una seconda osservazione essa è la sola beatitudine che Gesù commenta. Egli non aveva detto nulla circa le<br />

precedenti beatitudini, ma qui il Signore commenta abbastanza lungamente quest'ultima beatitudine.<br />

Vi è una buona ragione perché il Signore ci rassicura molto perché abbiamo qualcosa di molto serio oggi<br />

davanti ai nostri occhi.<br />

Ancora una riflessione in questa nostra introduzione, Gesù ci dice che bisogna gioire se possediamo questo<br />

tipo di carattere “rallegratevi se voi siete perseguitati”.<br />

Dunque cominciamo la nostra meditazione chiedendo a Dio che ci venga in aiuto, perché come abbiamo<br />

detto è un soggetto molto serio per noi.<br />

La prima cosa cari fratelli che dovete conoscere è questa, tutti i veri cristiani saranno perseguitati.<br />

Il Signore dice qui: “Beati i perseguitati per cagione di giustizia, perché di loro è il regno dei cieli”.<br />

Perché quanto vi sto dicendo concerne tutti i veri cristiani?<br />

Perché quanto abbiamo letto in tutte le beatitudini sono in possesso di ogni vero cristiano.<br />

Ogni vero cristiano è povero in spirito, mansueto, ha fame e sete della giustizia, è misericordioso etc.<br />

Gesù sta affermando che il regno dei cieli è di coloro che possiedono dalla prima all'ultima beatitudine. Infatti<br />

se il regno di Dio è vostro voi sarete perseguitati nel cammino della salvezza.<br />

Seconda dimostrazione ci viene dal fatto che altrove nella Bibbia, Dio ci dice esplicitamente così come lo<br />

ritroviamo nella II Tim. 3:14 “E d'altronde tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo Gesù saranno<br />

perseguitati; mentre i malvagi e gli impostori andranno di male in peggio, seducendo ed essendo sedotti.”<br />

Sottolineo tutti.<br />

Forse ti domanderai: "Sono io un vero credente?”<br />

Dal momento che non ho alcun tipo d'esperienza su questo tipo di beatitudine.<br />

Non trascorrerà molto tempo per ottenere risposta alla vostra domanda.<br />

Tutti quelli che vogliono vivere piamente in Cristo saranno perseguitati, se infatti voi avete il carattere ed il<br />

vero attaccamento di un cristiano voi provocherete questo tipo di risposta.<br />

Un'altra raffigurazione che riguarda questa beatitudine è: l'abbandono della fede in momenti di persecuzione<br />

che dimostrerebbe in modo incontrovertibile che la nostra fede, è falsa.<br />

Gesù ci dice questo nella parabola del seminatore “E quegli che ha ricevuto la semenza in luoghi rocciosi, è<br />

colui che ode la Parola e subito la riceve con allegrezza; però non ha radice in sé, ma è di corta durata; e<br />

quando venga tribolazione o persecuzione a cagione della Parola, è subito scandalizzato”. Ed ora cari fratelli<br />

voi sapete ciò che avete chiesto riguardo alla vostra cristianità. Sappiamo per certo che noi prendiamo una<br />

croce divenendo cristiani e non una limousine.<br />

Il vento soffia contro il viso di Gesù Cristo durante il Suo pellegrinaggio terreno, Gesù marcia contro il vento<br />

di questo mondo che soffia.<br />

Se voi marcerete con lui vi troverete il vento di questo mondo soffiarvi contro. Il mondo sputa sul viso di Gesù,<br />

e se voi gli camminate accanto riceverete il medesimo trattamento.<br />

Questo è il vostro dovere ed il vostro premio.<br />

La conclusione a questo primo punto è: tutti i veri cristiani saranno perseguitati a motivo della loro fede.<br />

La seconda domanda è: Perché tutti i veri cristiani dovranno essere perseguitati?<br />

Vi è una falsa risposta a questa domanda e due vere.<br />

La falsa ci dice che veniamo perseguitati a motivo del fatto che abbiamo un malvagio carattere oppure siamo<br />

scontrosi, duri etc.<br />

Dico questo perché vi sono alcuni che professano Cristo e sono giustamente perseguitati, rifiutati, messi da<br />

parte ma non a motivo della giustizia di Cristo ma perché sono francamente poco amabili.<br />

Avete voi conosciuto delle persone che sono così?<br />

L'apostolo Pietro al capitolo 4 verso 14 ci dice in questo modo “Se voi siete oltraggiati per il nome di Cristo,<br />

beati voi! Perché lo spirito di gloria, lo spirito di Dio, riposa su voi. Nessun di voi patisca come omicida, o<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

ladro, o malfattore, o come ingerentesi nei fatti altrui; ma se uno patisce come cristiano non se ne vergogni,<br />

ma glorifichi Dio portando questo nome.”<br />

E' possibile soffrire a motivo dei nostri peccati caratteriali e gravi e non a motivo di Cristo.<br />

Quali sono le vere ragioni per cui è possibile essere perseguitato?<br />

Gesù ne da due.<br />

Egli dice che cristiani saranno perseguitati a causa della giustizia ed a causa mia.<br />

Nel versetto 10 di queste beatitudini, Gesù ci parla di una persecuzione a causa della giustizia ed andando<br />

oltre al versetto 11, Egli dice che gli uomini diranno ogni sorta di male per causa mia. Cristo, cioè la seconda<br />

persona della Trinità, è la sorgente o meglio la ragione della nostra persecuzione. Cerchiamo di comprendere<br />

per prima cosa il significato d' essere perseguitato a causa della giustizia.<br />

Essere perseguitato a causa della giustizia vuole dire che tu vuoi vivere una vita giusta davanti a Dio,<br />

secondo la Sua legge, i Suoi ordini, il Suo carattere. Ed è per questo modo di vivere la tua vita secondo il<br />

modello di Cristo che tu sarai perseguitato e, nel contempo tu ti opponi alla ingiustizia che esiste nel mondo.<br />

Ritorniamo un attimo al discorso di Pietro, egli dice anche che il vivere in modo contrario allo stile di vita dei<br />

pagani è considerato strano e anticonformista da parte dei cristiani stessi I Pie.4:3-4 “Poiché basta l'aver dato<br />

il vostro passato a fare la volontà dei gentili col vivere nelle lascivie, nelle concupiscenze, nelle ubriachezze,<br />

nelle gozzoviglie, negli sbevazzamenti, e nelle nefande idolatrie. Per la qual cosa trovano strano che voi non<br />

corriate con loro agli stessi eccessi di dissolutezza, e dicono male di voi”.<br />

E' difficile trovare molti amici quando rifiutate di scendere negli stessi eccessi degli uomini.<br />

Lo stesso accade se voi rifiutate di mentire o di imbrogliare al lavoro non siete ben visti dai vostri colleghi.<br />

In secondo luogo i cristiani tengono testa contro l'ingiustizia degli altri, senza essere dei poliziotti, poiché non<br />

è questo il nostro compito, ma vi sono occasioni in cui il cristiano non può tacere.<br />

Quando non tace dinanzi all'ingiustizia egli viene perseguitato.<br />

Molte volte noi tacciamo e di conseguenza non veniamo perseguitati.<br />

Paolo dice così “Non partecipate alle opere infruttuose delle tenebre anzi piuttosto riprendetele”.<br />

Non è sufficiente soltanto evitarle ma il cristiano è chiamato a condannarle.<br />

Il Signore stesso dice “Ricordatevi della Parola che v'ho detto il servitore non è da più del Suo Maestro, se<br />

hanno perseguitato me , perseguiteranno anche voi, se ascolteranno la Mia Parola, ascolteranno anche la<br />

vostra”.<br />

Ancora Gesù aggiunge, “se io non avessi parlato essi sarebbero senza conoscenza del loro peccato, ma dal<br />

momento che Io ho parlato il loro peccato rimane”.<br />

Gesù è stato perseguitato perché è venuto ed ha parlato.<br />

Egli ha detto ai farisei, ipocriti, dinanzi alle ingiustizie non ha taciuto ed è per questo motivo che è stato<br />

perseguitato. Camminiamo seguendo le Sue orme. Vorrei adesso prendere un momento per parlarvi di ciò<br />

che bisogna dire e ciò che non bisogna dire.<br />

Possiamo fare riferimento al caso di <strong>Giovanni</strong> il Battista il quale Erode fece incarcerare su ordine di Sua<br />

moglie Erodiada che pretendeva da suo marito l'eliminazione di quest'uomo che li accusava di adulterio.<br />

<strong>Giovanni</strong> fu condannato solo perché aveva detto “tu non puoi fare questo”. Noi oggi non abbiamo la stessa<br />

possibilità di accedere ai palazzi del potere, ma nel nostro piccolo possiamo far levare le voci contro l'aborto,<br />

l'adulterio, la corruzione etc.<br />

Vediamo inoltre che oltre ad essere perseguitati a motivo di giustizia, la Bibbia ci dice che lo saremo anche<br />

per causa Sua e cioè di Cristo.<br />

Se voi non siete cristiani non potete essere perseguitati a causa di Gesù, perché avete scelto l'amore del<br />

mondo piuttosto che l'amore di Dio e della Verità.<br />

Voi che agite così non avrete mai dei problemi perché non vi tenete mai presso di Lui.<br />

Ma se voi camminate con Gesù e la gente sa che voi seguite Cristo, senza essere vagamente dei credenti,<br />

questo può diventare un problema.<br />

Se voi siete attaccati a Cristo come Figlio di Dio rivelato ed incarnato provocherà resistenza ed opposizione<br />

da parte dei non credenti.<br />

Vi faranno tutto questo a causa del Mio Nome, disse Gesù, perché essi non conoscono Colui che Mi ha<br />

inviato.<br />

Paolo quando parla della sua conversione dice di avere agito contro il Nome di Gesù, che credeva essere<br />

malvagio.<br />

Egli credeva di essere credente ma non nel vero Dio.<br />

Voi certamente saprete che nei primi secoli dopo la resurrezione di Cristo i cristiani sono stati perseguitati<br />

dappertutto ad ondate ed in modo molto violento, il motivo della loro persecuzione era dovuta al fatto che i<br />

cristiani si opponevano al culto dell'imperatore che ritenevano diabolico e contrario ai precetti di Dio.<br />

Paolo diceva: “Nessuno mi dia molestia perché io porto su di me i segni di Gesù Cristo crocifisso”.<br />

Paolo portava su di sé i segni di una persecuzione feroce nei suoi confronti, dal momento della sua<br />

conversione non vi è stato un momento nel quale egli non abbia avuto problemi a motivo della sua fede in<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

Cristo.<br />

Anche oggi in molti paesi cattolici se viene predicata la salvezza unicamente per la grazia fuori da ogni opera<br />

umana, leggi, cerimonie, riti o astinenze, crea non poco disappunto e persecuzione.<br />

Come all'epoca della Riforma, quando il ritorno alla grazia ed alla Parola di Dio fu molto osteggiato da coloro<br />

che si ritenevano cristiani ma anteponevano la loro tradizione alla Parola.<br />

Andiamo ora al terzo punto formulando un altra domanda a cui cercheremo di dare una risposta.<br />

Che tipo di persecuzione si volgerà contro a noi?<br />

Il testo che abbiamo letto in Matteo 5 ci parla di almeno tre persecuzioni, “ vi oltraggeranno e vi<br />

perseguiteranno e diranno mentendo ogni sorta di male per cagione mia”.<br />

Il primo tipo di persecuzione riguarda gli oltraggi che significa ingiuriare gravemente. I cristiani di ogni tempo<br />

hanno subito questo genere di attacchi. Anche Cristo fu oggetto di questo tipo di attacchi che lo dipingevano<br />

come un mangione ed un beone amico dei peccatori, invece a <strong>Giovanni</strong> il Battista il quale viveva una vita<br />

povera e da eremita dicevano avesse un demonio.<br />

<strong>Le</strong> ingiurie sono delle parole create per fare male, insultare, sbeffeggiare, demolire una persona.<br />

Diranno mentendo ogni tipo di male contro di voi, state tranquilli se siete cristiani e volete seguire Gesù,<br />

aspettatevelo!!<br />

Permettetemi di dirvi che i primi a subire questo genere di trattamento sono coloro i quali sono in prima linea<br />

ad esempio pastori ed anziani.<br />

L'Antico testamento ci riporta la storia di Nehemia che dovette affrontare questo genere di calunnia da parte di<br />

coloro i quali non volevano fare avanzare l'opera di Dio è scritto in Neh. 6:6 “ corre voce fra queste gente, e<br />

Gashmu l'afferma, che tu ed i Giudei meditate di ribellarvi; e che perciò tu ricostruisci le mura; e stando a quel<br />

che si dice, tu diventeresti il loro re, ed avresti perfino stabiliti dei profeti per fare la tua proclamazione a<br />

Gerusalemme, dicendo: V'è un re in Giuda!<br />

Or questi discorsi saranno riferiti al re.<br />

Vieni dunque, e consultiamoci insieme.<br />

Che calunnie! Samballat cercava di screditare Nehemia dicendo che lui era un uomo ambizioso e le cose che<br />

faceva, erano per fini personali.<br />

Anche i sacerdoti cercarono false accuse e calunnie da adottare contro Gesù per farlo morire.<br />

Anche su Paolo piovvero molte calunnie tra cui una citata in Romani 3:8 “E perché (secondo la calunnia che<br />

ci è lanciata e la massima che taluni ci attribuiscono), perché non facciamo il male affinché ci venga del<br />

bene? La condanna di quei tali è giusta".<br />

Alcuni gli avevano attribuito una falsa interpretazione della grazia, e cioè fai il male affinché ne venga il bene.<br />

Sui cristiani dei primi secoli vennero dette molte calunnie, ad esempio di essere stati la causa dell'incendio di<br />

Roma ai tempi di Nerone, di adorare un Dio con la testa d'asino, di essere dei cannibali etc.<br />

Di seguito Gesù ci parla di persecuzioni, cosa sono esattamente queste persecuzioni.<br />

<strong>Le</strong> persecuzioni ci parlano di qualcosa di fisico più che verbale.<br />

Il testo di Ebrei 10:32 che dice: ”Ma ricordatevi dei giorni di prima, quando dopo essere stati illuminati, voi<br />

sosteneste una così gran lotta di patimenti: sia coll'essere esposti al vituperio e ad afflizioni, sia coll'essere<br />

partecipi della sorte di quelli che erano così trattati. Infatti, voi simpatizzaste coi carcerati, ed accettaste con<br />

allegrezza la ruberia dei vostri beni, sapendo d'avere per voi, una sostanza migliore e permanente”.<br />

Gesù dice inoltre che coloro che lo seguiranno saranno messi a morte per causa Sua. Nella notte di S.<br />

Bartolomeo in Francia più di trentamila cristiani furono uccisi per la loro fede. Ogni anno vi sono tra 150.000 e<br />

250.000 cristiani uccisi a motivo della loro fede (Birmania, Messico, Marocco, Laos, Siria, Nigeria, Algeria,<br />

Somalia etc.). La Bibbia ci dice che la persecuzione è una cosa permanente per la Chiesa.<br />

Termino con il quarto punto.<br />

Cristo ci spiega il motivo per cui la persecuzione ci porta la gioia.<br />

“Gioite e siate nella allegrezza, perché il vostro premio è grande nei cieli; poiché così hanno perseguitato i<br />

profeti che vi hanno preceduto.”<br />

Il Signore ci dice che quando arriva la persecuzione porta con sé un'allegrezza.<br />

Questo ci mostra quanto le beatitudini risultino paradossali.<br />

Perché essere felici dal momento che facciamo cordoglio?<br />

Perché gioire nel dolore della persecuzione?<br />

Oppure essere felici perché si è poveri?<br />

Gesù a questo dà delle risposte ed in questa circostanza anche un commento.<br />

Siate felici perché la vostra ricompensa sarà grande nei cieli.<br />

Noi sappiamo che questa vita sulla terra non è eterna, e questo tanto più lo sappiamo in quanto cristiani.<br />

Noi tutti siamo in pellegrinaggio verso il cielo.<br />

Non ci aspettiamo onori e plausi qui in terra.<br />

Gioiamo per il fatto che la vera ricompensa sarà in cielo e non su questa terra.<br />

Il cielo identifica qualcosa di grande quindi grande sarà la ricompensa.<br />

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Francesco <strong>Marletta</strong><br />

“Una leggera afflizione qui sulla terra porterà ad una ricompensa oltremisura su in cielo.”<br />

La prima ragione è dunque la ricompensa impagabile.<br />

Seconda ragione sono i martiri del passato. Noi siamo in buona compagnia. Gesù vuole rassicurare il popolo<br />

perseguitato.<br />

La peggiore delle cose che può capitarci è che non riceviamo alcuna persecuzione.<br />

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