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Il libro di Deuteronomio R.Marletta - Comunità Evangelica ADI San ...

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commenti <strong>di</strong><br />

<strong>Marletta</strong> Rosario


IL DEUTERONOMIO<br />

<strong>Il</strong> deuteronomio si apre con un riassunto delle esperienze d’Israele nel deserto, in seguito sviluppa alcune delle<br />

leggi fondamentali elencate nei libri precedenti (Torà). <strong>Il</strong> titolo del <strong>libro</strong> è data dalla versione dei LXX e della<br />

Vulgata e significa “seconda legge o ripetizione della legge”. <strong>Il</strong> titolo ebraico “debarim”, che è anche la prima<br />

parola del <strong>libro</strong>, significa Parole. Autore ispirato da Dio è Mosè, il tema è la rievocazione della legge, e l’anno<br />

<strong>di</strong> stesura è circa il 1407 a.C.<br />

Questo <strong>libro</strong> è principalmente consacrato ai <strong>di</strong>scorsi che Mosè pronunciò poco prima <strong>di</strong> morire, nelle pianure <strong>di</strong><br />

Moab <strong>di</strong> fronte la Palestina. <strong>Il</strong> nuovo testamento fa riferimento più <strong>di</strong> 80 volte a questo <strong>libro</strong>. Pochi libri come<br />

questo sono stati così tanto citati da Cristo. L’amore <strong>di</strong> Dio e l’ubbi<strong>di</strong>enza dell’uomo sono i concetti<br />

dominanti. <strong>Il</strong> <strong>libro</strong> può essere <strong>di</strong>viso in 5 sezioni principali e saranno il tempo che prenderemo a leggerne ed<br />

apprenderne i passaggi fondamentali e più importanti per noi.<br />

I. Primo <strong>di</strong>scorso: rievocazione della storia d’Israele dopo l’Esodo e gli insegnamenti che ne derivano 1-4;<br />

II. Secondo <strong>di</strong>scorso: ripetizioni della legge nel Sinai, avvertimenti ed esortazioni, 5-26;<br />

III. Terzo <strong>di</strong>scorso: bene<strong>di</strong>zioni o male<strong>di</strong>zioni risultanti dall’ubbi<strong>di</strong>enza o dalla <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza, 27-28;<br />

IV. Quarto <strong>di</strong>scorso: il patto con Israele per la terra promessa, avvertimenti e bene<strong>di</strong>zioni, 29-30;<br />

V. Conclusione : ultime parole ed ultimi atti <strong>di</strong> Mosè, narrazione della sua morte, 31-34.<br />

<strong>Il</strong> ricordo del deserto e gli insegnamenti ricevuti<br />

Questi primi capitoli narrano il resoconto <strong>di</strong> quello che è stato il cammino lungo il deserto, alcuni passaggi<br />

importanti e da ricordare sono:<br />

1. <strong>Il</strong> giorno del 1° <strong>di</strong>scorso cap.1:3 erano passati 40 anni ed 11 mesi;<br />

2. Necessità <strong>di</strong> spiegare alle nuove generazioni la vecchia legge ma legge perenne che già i loro padri<br />

avevano <strong>di</strong>menticato 1:5;<br />

3. dopo aver ricevuto la legge al monte Oreb (Oreb e Sinai sono complementari) erano rimasti per un<br />

tempo per ricevere tutta la legge e dopo aver ricevuto l’invito a partire per la terra promessa v.8 ma un<br />

intoppo ne causò il cambio <strong>di</strong> programma da parte <strong>di</strong> Dio.<br />

4. Egli ricorda loro il perché e come fece i capi per gruppo perché erano troppo numerosi, e<br />

nell’amministrare la giustizia si spossava, si stancava, in altre parole non ce la faceva, ma se ricor<strong>di</strong>amo<br />

bene fu attraverso il suggerimento del suocero Ietro, sacerdote <strong>di</strong> Ma<strong>di</strong>an (Esodo 18:11 conversione?)<br />

che <strong>di</strong>ede questo suggerimento a <strong>di</strong>viderlo per gruppi ed i casi più importanti li affidavano a Mosè<br />

Esodo 18:13-27.<br />

5. Con la partenza il popolo doveva prenderne possesso per fede (solo Dio poteva ricondurre un’intera<br />

nazione e spostarsi presso la propria terra), ma giunti a Cades- Barnea v.19 era giunto il punto cruciale,<br />

il punto della fede, il punto dove prendere decisioni importanti, incoraggiati e sorretti e sostenuti da Dio<br />

stesso vv.20-21 ma in tutto ciò, l’attesa produsse:<br />

• Dubbi, il popolo si avvicino a Mosè per chiedere u<strong>di</strong>enza, sollevò dei dubbi, propose alternative;<br />

• Mandare degli esploratori che relazionassero sulla terra <strong>di</strong> Dio Numeri.13 e 14;<br />

• Tutti videro i buoni frutti, ma mormorarono nelle loro tende, <strong>di</strong> nascosto, non avevano coraggio<br />

neanche <strong>di</strong> essere sinceri e <strong>di</strong> testimoniare le loro paure…mormorarono vv.26-27<br />

• Erano incoraggiati da Dio ma non avevano fiducia in Dio v.32 e Dio stesso udì le loro parole ed<br />

inizio il loro pellegrinare nel deserto<br />

• Tutta quella generazione non entro tranne i due esploratori positivi, <strong>di</strong> fede Giosué e Caleb v.35-38<br />

• Ma con le forze umane tentarono <strong>di</strong> vincere i popoli che vi abitavano ma furono sconfitti perché<br />

Dio si era ritirato da loro …per i mormorii.<br />

• Furono sconfitti piansero e pellegrinarono per 38 anni intorno a Cades. cap. 2:14<br />

Capitolo 2. <strong>Il</strong> nostro viaggio attraverso la ripetizione della legge continua a grossi passi scrutando gli episo<strong>di</strong><br />

più importanti che ne hanno caratterizzato degli insegnamenti non solo per il popolo ebraico, ma anche per tutti<br />

noi. È molto <strong>di</strong>fficile saltare interi capitoli dove troviamo del cibo utile al “nostro sviluppo spirituale”. In questo<br />

capitolo 2, Mosè riepiloga gli interventi <strong>di</strong> Dio in favore d’Israele. Tuttavia non riporta quello che accadde<br />

durante la te<strong>di</strong>osa marcia a ritroso verso il Mar Rosso in cui consumarono quasi 38 anni, Mosè riprende il filo<br />

del racconto a partire dal momento in cui gli israeliti fecero <strong>di</strong>etro-front verso Canaan (vv.1-3). Questi territori<br />

erano già abitati e Dio dà specifiche <strong>di</strong>rettive su:<br />

1. Quali popoli dovevano essere lasciati in pace e perché, prima <strong>di</strong> andare a muovere guerra,<br />

guardati a chi non fare guerra. Dio è come quel Padre meraviglioso che mette tutti d’accordo e<br />

con il suo carisma da delle <strong>di</strong>rettive sempre sagge e giuste:


• Gli Edomiti vv.4-8; gli israeliti non dovevano mostrarsi ostili, inimicandoseli, non dovevano<br />

toccare le loro cose (vv.4-5); non dovevano sfruttare il vantaggio che avevano e che derivava<br />

dalla paura che avevano dal come loro si avvicinavano a gran<strong>di</strong> passi “…essi avranno paura <strong>di</strong><br />

voi…” perché conoscono la vostra forza, il vostro numero, e sanno che la potenza <strong>di</strong> Dio è dalla<br />

vostra parte, ma non pensate <strong>di</strong> poterli saccheggiare solo perché la paura li rende facili prede,<br />

anzi state in guar<strong>di</strong>a: Occorre grande prudenza spirituale e notevole autocontrollo per riuscire a<br />

trattenersi dall’infierire contro avversari sui quali abbiamo un vantaggio. Essi non dovevano<br />

VENDICARSI dell’affronto fatto loro dagli Edomiti, quando avevano rifiutato <strong>di</strong> farli transitare<br />

sul proprio territorio Numeri 20:21. Dunque Dio cosa insegna loro? Dio insegna loro che prima<br />

<strong>di</strong> spingere gli Israeliti a <strong>di</strong>struggere i loro nemici, li esortò a perdonare i nemici Edomiti.<br />

Perché? La grazia <strong>di</strong> Dio non giustifica il sopruso, la pietà e la misericor<strong>di</strong>a valgono sempre più<br />

della vendetta, perché un’azione non fatta è più istruttiva <strong>di</strong> una normale evoluzione cinica.<br />

Dovevano trattare con loro come vicini <strong>di</strong> casa, acquistando i loro prodotti, ma senza sentirsi<br />

obbligati. Essi sono figliuoli <strong>di</strong> Esaù, vostri fratelli (v.4). Malgrado il comportamento scorretto<br />

verso Israele, il rifiuto in transito pacifico nel loro territorio, li chiama fratelli. Quando i nostri<br />

parenti sono in <strong>di</strong>fetto verso <strong>di</strong> noi, dobbiamo comunque ricordarci che sono nostri<br />

familiari e non venire meno ai nostri doveri quando si presenta l’occasione. Loro non ti<br />

accettano e tu va oltre…allontanati dal loro territorio, anche se il sentiero è più impervio 2:8.<br />

• I Moabiti 2:9 <strong>di</strong> cui, come gli Edomiti, accenna alcuni antecedenti storici vv.10-12. I moabiti<br />

risiedevano in una regione che prima era appartenuta a una razza numerosa <strong>di</strong> giganti chiamati<br />

Emim cioè i terribili, alti come gli Anakim e forse più selvaggi vv.10-11. Anch’essi come Edom<br />

erano loro lontani parenti e siccome Dio aveva fatto una promessa a Lot, nel tempo e nelle<br />

generazioni future Egli mantenne la promessa, anche alla millesima generazione, Dio continua a<br />

far grazia per quell’uno che l’ha onorato ed amato. La mano <strong>di</strong> Dio vegliava sui <strong>di</strong>scendenti <strong>di</strong><br />

Lot v. 19<br />

• Gli Ammoniti vv.17-23 anch’essi <strong>di</strong>scendenti <strong>di</strong> Lot erano preservati da Dio v.19 ed anche loro<br />

dovevano essere rispettati dagli Israeliti. Noi possiamo <strong>di</strong>menticare, Dio non <strong>di</strong>mentica mai.,<br />

anche se loro si comportarono male con Israele Numeri 22:6, gli israeliti dal canto loro, non<br />

avrebbero dovuto mirare alla <strong>di</strong>struzione dei Moabiti. <strong>Il</strong> fatto che altri macchinano qualcosa<br />

contro <strong>di</strong> noi, non dovrebbe servirci da pretesto per ritorsione. Perché erano figli <strong>di</strong> Lot, del<br />

giusto Lot, che si mantenne integro a Sodoma, anche se si fanno delle scelte sbagliate e se ne<br />

pagano le conseguenze…manteniamoci integri <strong>di</strong>nanzi a Dio.<br />

2. Avendo Dio messo alla prova l’ubbi<strong>di</strong>enza del suo popolo con varie proibizioni, Dio li ricompensò<br />

dando loro in possesso il paese <strong>di</strong> Sicon, re degli Amorei. Se ci asteniamo da quello che Dio<br />

proibisce, riceveremo quello che Egli ci promette, se non fai torto agli altri Dio ti renderà giustizia<br />

• Dio li autorizza a impadronirsi <strong>di</strong> Sicon vv.24-25, anche se quella era una terra che Dio aveva<br />

dato loro, essi dovevano conquistarsela, ciò che Dio ci promette dobbiamo sudarcelo, i doni i<br />

carismi, le anime da salvare, le chiese da costruire. La <strong>di</strong>struzione ed il possesso <strong>di</strong> quel territorio<br />

non avvenne per un capriccio. Sicon aveva respinto questa offerta <strong>di</strong> pace, i verbi ebraici<br />

usati per esprimere “l’indurimento dello spirito e della mente” (il cuore) <strong>di</strong> Sicon possono<br />

voler <strong>di</strong>re che il Signore confermò quello che era già nel cuore <strong>di</strong> Sicon, vale a <strong>di</strong>re la sua<br />

arroganza contro il Signore ed il suo popolo Israele (Esodo 4:21). La richiesta <strong>di</strong> poter pagare<br />

quelle mercanzie che servivano, visti i trascorsi che avevano avuti con i loro fratelli Edomiti<br />

vv.28-29. Ma Dio indurì il cuore del re <strong>di</strong> Sicon e mossero per primi guerra verso gli Israeliti che<br />

reagendo li sconfissero. Ricor<strong>di</strong>amoci sempre che il giu<strong>di</strong>zio è senza misericor<strong>di</strong>a per colui che<br />

non ha usato misericor<strong>di</strong>a Giacomo 2:13. Essi ora s’impadroniscono delle loro ricchezze, città,<br />

beni, terre, vv.35-36.<br />

Capitolo 3 in questo capitolo troviamo un altro popolo coraggioso che viene conquistato dagli Israeliti, il<br />

popolo <strong>di</strong> Basan, e viene sottomesso il principe <strong>di</strong> Og che incuteva molto timore, perché era dotato <strong>di</strong> forza<br />

eccezionale, essendo uno degli ultimi giganti rimasti v.11, il suo letto era un pezzo raro e conservato con<br />

premura dagli ammoniti (circa mt. 4,5 x 2). Og non seppe cogliere nella sconfitta <strong>di</strong> Sicon una ragione per<br />

arrendersi ma volle sfrontatamente …darci battaglia…v.1. Confidò nella sua forza e nella testardaggine che lo<br />

portò alla <strong>di</strong>struzione. Ma Dio aveva fortificato le braccia degli Israeliti per bocca <strong>di</strong> Mosè e fu sconfitto ed i<br />

suoi territori sud<strong>di</strong>visi a delle tribù d’Israele, per l’esattezza due e mezza infatti beneficiarono per primi <strong>di</strong> quei<br />

territori i Rubeniti ed i Ga<strong>di</strong>ti e mezza tribù <strong>di</strong> Manasse. La parte finale del capitolo vi è l’incoraggiamento che<br />

Mosè <strong>di</strong>ede a Giosuè a non farsi prendere dalla paura v. 21-22 perché Dio era con loro e la preghiera finale


<strong>di</strong> Mosè che chiede a Dio <strong>di</strong> poter passare e vedere il bel paese vv.24-25, ma non sempre le risposte <strong>di</strong> Dio sono<br />

affermative neanche per i suoi figli pre<strong>di</strong>letti, neanche per i primi della classe Dio è <strong>San</strong>to e sovrano chi può<br />

<strong>di</strong>rgli che fai? V.26 In ciò notiamo tutte le debolezze <strong>di</strong> un uomo che ha combattuto insieme a Dio e che ha<br />

ancora dei sogni e delle visioni, dei desideri che non possono sempre essere esau<strong>di</strong>te. <strong>Il</strong> perché è scritto nel<br />

verso 26 (ve<strong>di</strong> Salmo 106:32-33) poiché questo <strong>di</strong>niego avvenne….per causa vostra. Dio non fa sconti a<br />

nessuno, se la <strong>di</strong>sciplina non è uguale per tutti allora vi è il <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ne.<br />

Ma nonostante tutto Dio è misericor<strong>di</strong>oso e <strong>di</strong>nanzi ad una preghiera rivolta a Lui con fede ed umiltà apre le<br />

porte della sua grazia lo porta su un alto monte e gli fa scorgere il paese e lo invita a contemplarlo. Vv. 27-28<br />

Anche noi non sappiamo se passeremo dalla morte ma dall’alta montagna del Calvario possiamo contemplare<br />

già il bel paese celeste, la nuova Gerusalemme dove Dio ci raccoglierà e ci radunerà alla sua presenza, l’ultimo<br />

invito è nel dare le ultime istruzioni al suo sostituto: Giosuè.<br />

Capitolo 4 In questo capitolo vi è una sincera ed appassionata esortazione generale ad esortare i decreti <strong>di</strong> Dio.<br />

In generale vi è v. 1…ora dunque Israele dà ascolto…, non si può né si deve trascurare o <strong>di</strong>menticare la<br />

provvidenza <strong>di</strong>vina. L’invito <strong>di</strong> Mosè è <strong>di</strong> tenersi stretto a Dio, a non lasciarlo, a non abbandonarlo ed a seguirlo<br />

in tutte le sue <strong>di</strong>rettive, ma come sono esortati?<br />

• Israele dà ascolto…cioè dovevano prestare massima attenzione<br />

• Conservando integra la legge <strong>di</strong>vina senza aggiungere nulla v.2 (i vostri principi, le vostre idee, le vostre<br />

tra<strong>di</strong>zioni, le vostre bravure…nulla aggiungere e nulla togliere)<br />

• Esorta a guardarsi personalmente e non gli altri v.9,15,23. Chi vuole stare ritto deve stare attento a non<br />

cadere;<br />

• Lo avverte in maniera specifica a non cadere nel peccato dell’idolatria che ancora dopo tanti anni fu il<br />

primo dei peccati che ancora turbavano il suo cuore e quello <strong>di</strong> Dio v.14-17;<br />

• Essi dovevano far sapere tutto ciò ai loro figli ed anche ai nipoti v.9-10 si deve aver cura <strong>di</strong> preservare la<br />

propria identità religiosa e <strong>di</strong> trasmettere ai posteri la conoscenza e l’adorazione del vero Id<strong>di</strong>o,<br />

guardatevi dal <strong>di</strong>menticare il patto v.23<br />

Quali le argomentazioni e le ragioni con cui Mosè sostiene questa linea?<br />

• In primo luogo la gloria e la bontà <strong>di</strong> Dio…unico Dio v.39<br />

• Guardati dall’offenderlo con i tuoi atti perché è geloso v.24<br />

• Ricordati delle sue apparizioni solenni v.10 e del suo parlare u<strong>di</strong>bile v.12,33-37<br />

• Ricordati che la tua felicità <strong>di</strong>pende dalle tue scelte v.40<br />

• Ricordati <strong>di</strong> Baal Peor dove gli uomini si prostituirono con le donne ma<strong>di</strong>anite Num. 25:1-9<br />

• Ma ricordati che se anche ti dovessi sviare se tornerai pentito al Signore e con tutto il cuore Egli ti<br />

accoglierà ed avrà pietà <strong>di</strong> te vv.28-30<br />

Le città rifugio<br />

• La scelta delle città rifugio era stata dettata da Dio verso coloro che involontariamente avrebbero<br />

commesso qualche omici<strong>di</strong>o, cioè anche nell’estremo giu<strong>di</strong>zio Dio lascia una porta aperta alla sua<br />

misericor<strong>di</strong>a per il pentito che cerca grazia.<br />

• Furono designate 3 città: una nel territorio <strong>di</strong> Ruben, un’altra in quello <strong>di</strong> Gad e l’altra ancora in quello<br />

della mezza tribù <strong>di</strong> Manasse v.41-43<br />

• Qui viene descritto anche il luogo dove Mosé consegnò queste leggi <strong>di</strong> fronte a Beth-Peor vv.44-46 in<br />

un luogo dove la preoccupazione <strong>di</strong> Mosè era grande perché temeva la contaminazione spirituale che<br />

avrebbero potuto acquisire dai Mo’abiti<br />

• Erano su nuovi territori conquistati e queste recenti vittorie erano un valido motivo per seguire Dio. La<br />

vittoria al calvario da parte <strong>di</strong> Cristo è per noi un valido motivo per essere e rimanere più che vincitori.<br />

Capitolo 5 In questo capitolo troviamo la seconda e<strong>di</strong>zione dei <strong>di</strong>eci comandamenti, ma con delle esortazioni<br />

molto interessanti. La prima è che tutti erano stati convocati e tutti dovevano presentarsi, nessuno escluso, tutti<br />

dovevano sentire <strong>di</strong>rettamente dalla voce <strong>di</strong> Mosè la legge <strong>di</strong> Dio. I problemi che anche noi oggi abbiamo e<br />

dobbiamo affrontare, non sono con i nuovi nella che magari commettono grossolani errori, ma spesso li<br />

abbiamo con i vecchi, con gli anziani della fede, che si credono e si sentono esentati dall’ascoltare “le stesse<br />

cose” perché già li sanno. Quando ascoltiamo la Parola <strong>di</strong> Dio, dobbiamo darci da fare per impararla. Una<br />

domanda è: come mai in questi versetti c’è una ripetizione dei <strong>di</strong>eci comandamenti? Era in<strong>di</strong>spensabile che essi<br />

venissero nuovamente ripetuti precetto dopo precetto, parola dopo parola e tutto questo non è sufficiente per<br />

tenere a mente la Parola <strong>di</strong> Dio è necessario inculcarle più volte anche l’apostolo Paolo lo scrisse ai Filippesi<br />

Filippesi 3:1 Del resto, fratelli miei, rallegratevi nel Signore. Io non mi stanco <strong>di</strong> scrivervi le stesse cose, e ciò è<br />

garanzia <strong>di</strong> sicurezza per voi. Ma nella ripetizione della legge vi sono alcune varianti, una <strong>di</strong> esse è anche molto


importante è nel v.15 dove Mosè riba<strong>di</strong>sce che il riposo del sabato è in conseguenza alla liberazione della<br />

schiavitù in Egitto Sabato è lo Shabbath ebraico, Gesù è il Signore del sabato Marco 2:27-28 Poi <strong>di</strong>sse loro:<br />

«<strong>Il</strong> sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato; perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del<br />

sabato». Lui è lo Shabbath, Lui è il nostro riposo ed il liberatore dalla schiavitù del peccato. Ricor<strong>di</strong>amo che i<br />

comandamenti sono <strong>di</strong>visi in due gran<strong>di</strong> sezioni: i primi 4 comandamenti sono come base per il nostro rapporto<br />

con Dio i restanti 6 stabiliscono il nostro rapporto con il prossimo, Gesù li schematizzò proprio così quando<br />

parlò ad un dottore della legge che voleva metterlo alla prova Luca 10:27. Adesso non <strong>di</strong>mentichiamoci che<br />

siamo salvati per grazia ma non esautorati dal rispettare i comandamenti <strong>di</strong> Dio Giacomo 2:10-11.<br />

<strong>Il</strong> 5° comandamento è l’inizio per vivere felici sulla terra, tema ripreso dall’apostolo Paolo ed inizia con i<br />

parenti più stretti: i genitori. Ricor<strong>di</strong>amo che tutto ciò fu promulgato con un atmosfera carica <strong>di</strong> santo timore e<br />

solennità v.22. Mosè non aggiunse altro a ciò che Dio gli aveva or<strong>di</strong>nato, non aggiunse le sue sensazioni, come<br />

le sue esperienze ministeriali anche se già da 40 anni era ministro <strong>di</strong> quella chiesa itinerante, perché la legge è<br />

già completa.<br />

Essa è stata scritta in tavole <strong>di</strong> pietra non perché non vi fossero altri strumenti, il papiro era già in voga tra gli<br />

egizi, ma perché essa doveva essere preservata dal tempo, dalle manomissioni Apocalisse 11:19.<br />

In quel tempo il popolo era tremante <strong>di</strong>nanzi a Dio la paura per i loro peccati gli faceva temere per la vita e Dio<br />

stesso desiderava e sperava che rimanessero sempre così, con una santa riverenza v.29. La conclusione del<br />

capitolo è <strong>di</strong> camminare in tutto e per tutto per la via dell’Eterno v.33.<br />

Capitolo 6 Con l’inizio <strong>di</strong> questo capitolo si ha un’esortazione all’ubbi<strong>di</strong>enza. Mosè insegna solo quello e tutto<br />

quello che Dio gli ha comandato d’insegnare Matteo 28:20. Ora se uno non si adegua ad una vita santa in terra<br />

cosa si aspetta <strong>di</strong> fare in cielo?<br />

<strong>Il</strong> v.4 ci <strong>di</strong>ce…Ascolta Israele (= Shamah) è la parola ebraica con cui inizia questo versetto e tutto il brano<br />

viene recitato come una confessione <strong>di</strong> fede della religione giudaica. Nella liturgia ebraica lo shamah<br />

comprende i vv4-9 ed anche i brani <strong>di</strong> Deu.11:13-21 e Num 15:37-41. I Giudei sostengono che Mosè ha avuto<br />

l’or<strong>di</strong>ne da Dio <strong>di</strong> leggere lo Shamah due volte al giorno “..quando ti coricherai e quando ti alzerai…v.6”,<br />

questi versi sono per gli israeliti i principi fondamentali <strong>di</strong> fede ed ubbi<strong>di</strong>enza e tra i più importanti delle<br />

scritture, li scrivevano nelle filatterio (sorte <strong>di</strong> nastro) e si sentivano obbligati a ripeterli, come abbiamo detto,<br />

almeno 2 volte al giorno. Ma qual è il significato <strong>di</strong> questa parola? Essi c’insegnano come costruire un vero<br />

ambiente cristiano casalingo, la prima chiesa, senza TV, motorini, play station…dove almeno 2 volte al giorno<br />

Dio è l’argomento su cui fare cadere il <strong>di</strong>scorso, se volete il culto <strong>di</strong> famiglia, il tempo in cui la famiglia si<br />

riunisce in Cristo. (Signore perdonami/ci!!!) (Inculcherai = Affilerai/come una lama affilata).<br />

Alcuni stu<strong>di</strong>osi hanno osservato che Mosè insegno la legge in modo chiaro<br />

Capitolo 7 Le nozioni principali <strong>di</strong> questo capitolo è l’esortazione <strong>di</strong> un vecchio saggio e cioè la ripetizione ad<br />

osservare i comandamenti <strong>di</strong> Dio, in particolare ad evitare qualsiasi rapporto con gli idolatri vv.1-5.<br />

Essi dovevano <strong>di</strong>struggere le 7 nazioni interdette v.1,16 perché idolatre. Non dovevano avere nessun tipo <strong>di</strong><br />

amicizia e familiarità con gli idolatri, non dovevano graziarle…non si può avere pietà al peccato! Dio o<strong>di</strong>a il<br />

peccato ma ama il peccatore. Nessuna mescolanza era accettata ma la netta separazione v.4. Anche oggi molti si<br />

sono rovinati avendo fatto scelte sbagliate, matrimoni sbagliati o misti, amicizie cattive.<br />

Quali le buone motivazioni dell’ubbi<strong>di</strong>re:<br />

• Erano stati scelti, essendo scelti quali sono le sensazioni e le emozioni <strong>di</strong> questo privilegio,<br />

consideriamo un po’ profanamente l’elezione <strong>di</strong> una miss, quali forti emozioni, tu sei scelto da Dio!<br />

• Essere il tesoro particolare <strong>di</strong> Dio, ciò comporta protezione infinita, considera dove tu terresti un<br />

<strong>di</strong>amante, pensa adesso che tu sei un tesoro…particolare;<br />

• Dio era affezionato a loro, non per il loro numero e la loro forza ma solo per amore v.7<br />

• Perché Dio è un Dio fedele alle promesse v.8-9.<br />

Dio si sarebbe comportato con loro come loro si sarebbero comportati con Dio v.9-10 anzi Dio avrebbe fatto<br />

molto <strong>di</strong> più allontanando ogni tipo <strong>di</strong> malattia per la loro ubbi<strong>di</strong>enza v.15.<br />

Forse il tuo pensiero va alla tua debolezza ma NON TEMERE è l’esortazione rivoltagli da Dio v.17-18, ma<br />

guardati dal risparmiare o dal tenere per te l’argento o l’oro degli idoli (collanine, medagliette, braccialetti<br />

iconoclastici) dovevano essere <strong>di</strong>strutti v.25 9:21 Acan per la sua <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza e per la sua avi<strong>di</strong>tà causò<br />

un’amara sconfitta al popolo d’Israele e pagò con la vita Giosuè 7.<br />

Capitolo 8 Ancora una volta Mosè “ripetitivo” come tutti gli anziani e come tutti quei padri che amano i propri<br />

figli, esorta tutti ad essere ubbi<strong>di</strong>enti:<br />

• Avendo cura, essendo meticolosi, prudenti;<br />

• Di mettere in pratica, non come una nozione ma come applicativo <strong>di</strong> vita;<br />

• Tutti i comandamenti, non quelli più convenienti o più semplici;


• Con il risultato: affinché viviate e moltiplichiate<br />

• Ricordandosi però <strong>di</strong> tutto il cammino svolto, dalla liberazione, all’umiliazione, alla preservazione (il<br />

vestito non si è logorato, le scarpe neanche e neanche i pie<strong>di</strong> si sono gonfiati) v.3-4<br />

• Essendo certo che è Dio che ti ha condotto v.15<br />

• Che è <strong>di</strong>o che ha fatto sgorgare l’acqua dalla roccia;<br />

• Che è Dio che ti ha nutrito nel deserto e non la tua mano.<br />

Guardati dal <strong>di</strong>menticare tutto questo pensando che è stata la tua forza e la tua potenza a procurarti questi beni<br />

v.17, perché la forza e la salute te la da il Signore v.18. L’orgoglio è un pericoloso nemico…guardati!<br />

Capitolo 9 Se il precedente capitolo rammemora tutti i lati positivi del cammino nel Signore, questo capitolo<br />

ricorda loro gli sbagli che i loro padri fecero e le conseguenze <strong>di</strong> tali atti.<br />

<strong>Il</strong> capitolo inizia ancora una volta con: Ascolta Israele! È il continuo del secondo <strong>di</strong>scorso fatto in un secondo<br />

momento, o al culto successivo, o al sabato seguente. Sono contenuti alcuni avvisi:<br />

• <strong>Il</strong> primo avviso è <strong>di</strong> stare attento a dopo il fiume Giordano che dovevano ancora attraversare, il nemico è<br />

più grande, più forte, e più numeroso <strong>di</strong> quelli che hai conosciuto sino ad ora. Dopo il battesimo la vita<br />

<strong>di</strong> testimonianza è dura, e bisogna perseverare sino alla fine, il nemico è grande, forte e spesso vuole<br />

tentarci, provarci, scoraggiarci, <strong>di</strong>ssuaderci perché è astuto, v. 1<br />

• ma tu non vacillare perché devi sapere che il Signore marcia alla tua testa, come un fuoco che <strong>di</strong>vora e<br />

purifica dove Egli passa v.3<br />

• ma non credere che ciò sia per i tuoi meriti speciali ma per la malvagità dei reprobi v.4/B. Anzi ricordati<br />

che sei stato, etichettato e schedato da Dio stesso come “popolo dal collo duro” v.6.<br />

Perché era un popolo dal collo duro? Perché vi sono state dei gravi episo<strong>di</strong> in passato, cose che le nuove<br />

generazione non devono nuovamente ricadere:<br />

• Ricordati cosa è successo in Oreb v.8 dove <strong>di</strong>o scrisse le tavole della legge con il Suo <strong>di</strong>to e dopo 40<br />

giorni e 40 notti Dio <strong>di</strong>ede le tavole a Mosè esortandolo a scendere presto ed a sbrigarsi perché il suo<br />

popolo si era corrotto, facendosi un’immagine da adorare.<br />

• Dio era a<strong>di</strong>rato fortemente anche contro Aronne che non seppe tenere a freno il popolo, tanto che voleva<br />

farlo morire ma Mosè intercedette per lui e la sua vita gli fu risparmiata. Prese il vitello d’oro v.21 lo<br />

<strong>di</strong>strusse, lo gettò nel fuoco e le polveri li <strong>di</strong>sperse nel torrente facendoli poi bere a tutti i peccatori.<br />

• Dovevano ricordarsi <strong>di</strong> Tabera o ardente fuoco dove Dio fece <strong>di</strong>vampare un incen<strong>di</strong>o a causa dei<br />

mormorii Numeri 11:3<br />

• Dovevano ricordarsi <strong>di</strong> Massa o le tentazioni dove sfidarono l’Onnipotente Esodo 17:7;<br />

• Dovevano ricordarsi <strong>di</strong> quanto successo a Chibrot-Attava o le tombe dei lussuriosi dove le prelibatezze<br />

<strong>di</strong>vennero veleno Numeri 11:34<br />

• Ricordatevi <strong>di</strong> Kades-Barnea dove nel punto cruciale delle vostre scelte aveste paura e solo 2 esploratori<br />

ebbero il coraggio <strong>di</strong> andare avanti e 10 fecero marcia in<strong>di</strong>etro adducendo scuse carnali.<br />

Errare è umano ma perseverare è <strong>di</strong>abolico.<br />

Capitolo 10 In questo capitolo vengono descritti le motivazioni della riconciliazione <strong>di</strong> Dio con il suo popolo,<br />

la prima viene rivolta all’interme<strong>di</strong>ario a Mosè con un invito a salire da Lui, è molto bella questa espressione<br />

che rapporta un invito amichevole <strong>di</strong> chi è a piano terra o nel portone e viene invitato a prendere un caffè un<br />

qualcosa <strong>di</strong> comunione con un grande personaggio.<br />

Come tutte le visite non ci si va a mani vuote, e Mosè è invitato a tagliarsi delle tavole <strong>di</strong> pietra ed a prepararsi<br />

un’arca <strong>di</strong> legno. Qua in altre parole viene rinnovato il patto della sua grazia, la legge <strong>di</strong> Dio prepara il cuore<br />

alla grazia <strong>di</strong> Dio, la legge scritta da Dio non doveva e non poteva fare la fine che fece la prima volta, cioè la<br />

<strong>di</strong>struzione, ma Dio già preparava l’uomo a preservare la legge custodendola nell’arca, la parola <strong>di</strong> Dio oggi va<br />

custo<strong>di</strong>ta nei nostri cuori moderne arche v.5.<br />

Quando Mosè salì la seconda volta sul monte aveva ricevuto l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> consacrare la tribù <strong>di</strong> Levi all’Eterno ed<br />

al Suo servizio perché si erano <strong>di</strong>stinti nello zelo contro gli adoratori del vitello d’oro v.8-9.<br />

Dal v. 12 troviamo un’accorata esortazione all’ubbi<strong>di</strong>enza…cos’altro richiede da te l’Eterno?...che tu tema…<br />

che tu cammini…che tu lo ami…che tu lo serva con tutto te stesso.<br />

In altre parole abbiamo dei doveri noi stessi circoncidendo il nostro cuore, v.16 cioè mortificate la carne con le<br />

sue concupiscenze, dei doveri verso il prossimo v.18-19 (orfani, vedove e stranieri sono oggetto dell’attenzione<br />

<strong>di</strong> Dio), e dei doveri verso Dio che dobbiamo temerlo e farne oggetto della nostra lode per la sua grande<br />

liberazione v.20-22.<br />

Capitolo 11 La continuazione con il capitolo precedente e chiara anche se tocca un argomento scottante: la<br />

<strong>di</strong>sciplina, che non è mai gra<strong>di</strong>ta, ma <strong>di</strong>menticata, ma sempre preziosa quando produce ravve<strong>di</strong>mento.


Se non <strong>di</strong>mentichi la grandezza dei suoi atti potenti contro gli egiziani non <strong>di</strong>menticare neanche quello che fece<br />

in giu<strong>di</strong>zio nei confronti <strong>di</strong> Datan ed Abiram “inghiottiti dalla terra” v.6. Proverbi 6:22-23 Ebrei 12:5-6. Questo<br />

avvenimento scritturale è tremendo e mette paura ma considerate un attimo cosa avreste fatto voi se foste stati<br />

al posto <strong>di</strong> Dio, quando avete un bel paniere <strong>di</strong> mele e qualche mela marcisce che fate? Quando la vostra scorta<br />

<strong>di</strong> patate viene intaccata da qualche patata marcia che fate? Non gettate via solo quelle mele marce o patate<br />

marce per salvaguardare il resto della <strong>di</strong>spensa? Ecco Dio fece così per preservare il popolo tolse le mele<br />

marce, per amore d’Israele.<br />

Poiché il paese dove stai per entrare non è come l’Egitto dove per coltivare i campi facevi enormi fatiche<br />

perché dovevi portare l’acqua in un’ampia pianura e dovevi fare i canali con i pie<strong>di</strong>, nella terra promessa paese<br />

<strong>di</strong> monti e valli tu preparerai i tuoi campi ma l’acqua che viene dalla pioggia irrigherà i tuoi campi v.10-11.<br />

Ecco in cosa consisteva la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dio: se avessero ubbi<strong>di</strong>to <strong>di</strong>ligentemente, Dio avrebbe dato le giuste<br />

piogge d’autunno e <strong>di</strong> primavera per avere dei buoni raccolti v.13-15.<br />

<strong>Il</strong> capitolo continua con l’ennesima esortazione a legarsi la parola <strong>di</strong> Dio in fondo all’anima v.18-20avendo cura<br />

<strong>di</strong> trovare sempre degli spunti per parlarne in famiglia in viaggio in ogni tempo e fuori <strong>di</strong> tempo, insegna esorta.<br />

In conseguenza alle vostre azioni <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza a Dio la paura prenderà i vostri nemici v.25 e la bene<strong>di</strong>zione e<br />

la male<strong>di</strong>zione non è data da qualche fatto scaramantico (gatto nero, specchio rotto, olio, sale, etc.) ma<br />

dall’ubbi<strong>di</strong>enza o dalla <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza a Dio v.26-28.<br />

Stabilisce che sui due monti Gherizim ed Ebal, si faccia una proclamazione pubblica e solenne della<br />

bene<strong>di</strong>zione e della male<strong>di</strong>zione v.29-30, Parashah KI TAVO’ e troviamo maggiori dettagli <strong>di</strong> questa<br />

solennità in Deut.27:11 ed i Giosuè 8:33. Sei tribù dvevano salire sul monte Gherizim e sei tribù sul monte Ebal<br />

e pronunciare la bene<strong>di</strong>zione e la male<strong>di</strong>zione. Sul monte Gherizim i Samaritani costruirono in seguito un<br />

tempio 2 Re 17:32–33. Gherizim = accette <strong>di</strong> tagliatori; Ebal = mucchi antichi.<br />

Capitolo 12 In questo capitolo la prescrizione principale è la <strong>di</strong>struzione <strong>di</strong> tutti gli alti luoghi dove i popoli<br />

pagani avevano eretto dei luoghi sacri ai loro dei, senza risparmiare nulla v.2-3. Viene raccomandato <strong>di</strong> non<br />

importare riti e gli usi degli idolatri nel culto in onore <strong>di</strong> Dio, magari con la scusa <strong>di</strong> abbellirlo e <strong>di</strong> migliorarlo<br />

v.4, cioè non dovrete importare un nuovo tipo <strong>di</strong> adorazione più bella, più particolare, con dei luoghi <strong>di</strong>versi,<br />

ma lo cercherete nella SUA <strong>di</strong>mora v.5, nel luogo che Dio stesso avrà scelto e là andrete, cioè non sarete<br />

girovaganti alla ricerca <strong>di</strong> posti sacri ma andrete là dove avrete incontrato Dio, là nel luogo che Dio ha scelto<br />

“io aggiungo per voi”, il posto storico, ma anche attuale è Gerusalemme (Giosuè 9:27; 1 Re 8:29; 2 Cron. 7:12).<br />

Sempre là il popolo avrebbe dovuto portare gli olocausti, i sacrifici, le decime,le offerte votive e volontarie<br />

delle primizie <strong>di</strong> ogni cosa possedevano v.5 permettetemi <strong>di</strong> darvi una lettura in chiave contemporanea senza<br />

aggiunte: là andremo a portare ai pie<strong>di</strong> del Signore tutti i nostri peccati perché l’olocausto è stato già offerto una<br />

volta e per sempre, là porteremo tutti i nostri sacrifici <strong>di</strong> lode portando la nostra adorazione a Dio, là porteremo<br />

le nostre decime “i sol<strong>di</strong> del nostro guadagno o primizie”, là porteremo le nostre offerte votive, il nostro<br />

impegno, il talento che Dio ci ha dato, l’impegno che abbiamo assunto con il Signore, là porteremo anche le<br />

nostre offerte volontarie, oltre la decima mettiamo da parte qualcosa e la portiamo nella casa <strong>di</strong> Dio.<br />

Nel v.7,12 troviamo la prima “agape” della storia la comunione del prendere i cibi insieme alla presenza del<br />

Signore tra figli <strong>di</strong> Dio, mentre stavano davanti alla presenza dell’Eterno dovevano rallegrasi insieme, perché è<br />

volontà <strong>di</strong> Dio che lo serviamo con gioia (ecco perché desidero realizzare una chiesa con una bella cucina e<br />

spazi per con<strong>di</strong>videre tempi spirituali insieme, ma senza decime, senza offerte votive e volontarie sarà <strong>di</strong>fficile).<br />

Un unico avvertimento è che avrebbero mangiato <strong>di</strong> tutto ma senza mangiarne il sangue v.16,23 Levitico 17:11-<br />

14, perché nel sangue c’è la vita argomento ripreso nel nuovo testamento nell’assemblea generale delle chiese<br />

svoltasi a Gerusalemme alla presenza degli apostoli in Atti 15:20,29 (Efesini 1:7; 2:13 Ebrei 9:12-14).<br />

Un ultimo avvertimento è dal guardarsi dal cadere in tentazione seguendo l’esempio dei popoli pagani che sono<br />

stati scacciati v.30-31 ma avrete cura <strong>di</strong> mettere in pratica solo quello che Dio vi ha comandate, ripetiamo<br />

visioni personali, sistemi umani, prelibatezze musicali a noi non devono interessare deve interessarci <strong>di</strong> metter<br />

in pratica tutto il consiglio della parola <strong>di</strong> Dio Colossesi 1:25 Di questa io sono <strong>di</strong>ventato servitore, secondo<br />

l'incarico che Dio mi ha dato per voi <strong>di</strong> annunziare nella sua totalità la parola <strong>di</strong> Dio.<br />

Capitolo 13 Questo capitolo apre uno scenario nuovo e cioè del pericolo che può incorrere il popolo <strong>di</strong> Dio<br />

vittima <strong>di</strong> qualche incantatore. È strano pensare che potesse sorgere tra <strong>di</strong> loro, con la pretesa <strong>di</strong> avere doni <strong>di</strong><br />

profezia e visioni, qualcuno che li istigasse <strong>di</strong>cendo: an<strong>di</strong>amo <strong>di</strong>etro a dei stranieri v.1. Ancora più strano è il<br />

fatto che si possano verificare segni e pro<strong>di</strong>gi “pericolosi” capaci <strong>di</strong> sedurre “anche gli eletti” Marco 13:22<br />

perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno segni e pro<strong>di</strong>gi per sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.<br />

<strong>Il</strong> v.2 è un vera e propria parola profetica è attualissima, quanti segni e pro<strong>di</strong>gi miracolosi vi sono oggi nel<br />

mondo, quanti miracoli assur<strong>di</strong> ed apparizioni che hanno allontanato gli uomini da Dio? Ricor<strong>di</strong>amoci <strong>di</strong><br />

apparizioni e messaggi continui da parte del “cielo”: come <strong>di</strong>menticare Fatima, Pio da Pietrelcina, Lourdes,


Medjugorje, statue che piangono ed altre che sanguinano, a Napoli il sangue che si trasforma attribuito a <strong>San</strong><br />

Gennaro ma <strong>di</strong>mostrato che è un falso (Tissotropia: Fenomeno per cui alcuni geli passano allo stato liquido per<br />

effetto <strong>di</strong> semplice agitazione o <strong>di</strong> vibrazioni, e tornano a coagulare quando l'azione meccanica cessa), ecc.<br />

Tutte le informazioni più dettagliate sono state tratte dal sito del Cicap, alle voci:<br />

Indagine sul sangue <strong>di</strong> <strong>San</strong> Gennaro, <strong>di</strong> Franco Ramaccini<br />

A Thixotropic mixture like the blood of Saint Januarius (<strong>San</strong> Gennaro), “Nature”, vol.353, 10 oct 1991.<br />

Visto tutto ciò possiamo <strong>di</strong>re che Dio non si sbagliava e che Mosè faceva bene a ripetere le stesse cose e gli<br />

stessi avvertimenti, ma sorgono naturalmente certe domande del tipo: perché Dio lo permette? Per quale motivo<br />

non possono essere fermati questi falsi? La risposta la troviamo ai versi 3 e 4, dove leggiamo, che è Dio che<br />

vuole provare chi veramente lo ama, perché chi lo ama lo conosce e chi lo conosce gli è ubbi<strong>di</strong>ente e non lo<br />

tra<strong>di</strong>sce. E come comportarsi con il falso profeta? La parola non lascia scampo deve essere tolto <strong>di</strong> mezzo al<br />

popolo perché è come quel cancro che deve essere rimosso in tempo affinché l’intero essere non perisca.<br />

I versi da 6 a 11 iniziano con …se… ed avvertono che questo pericolo idolatrico può essere partorito anche in<br />

casa, il figlio, la madre, il padre, un conoscente caro può portare questo grave peccato, perché? Fa parte del<br />

tentatore tentarci me<strong>di</strong>ante quelli che amiamo e da cui non ci aspettiamo che nutrano cattive intenzioni contro<br />

<strong>di</strong> noi. Egli cerca <strong>di</strong> convincere che l’adorazione a questi dei è pratica normalissima nel mondo, mentre chi si<br />

limita all’adorazione <strong>di</strong> una sola Deità è anormale, inoltre gli dei proposti sono le <strong>di</strong>vinità dei popoli che vi<br />

circondano v.7. Questo modo <strong>di</strong> ragionare tende ad allontanare dalla fede e dalla santità considerate fuori moda.<br />

La tentazione <strong>di</strong> solito agisce subdolamente t’incita in segreto. In tutto ciò non dobbiamo e non possiamo<br />

ostacolare il corso della giustizia <strong>di</strong> Dio v.9!<br />

Anche i versi da 12 a 18 iniziano con:…se…e sono stati dati degli avvisi al pericolo che si possono incorrere in<br />

famiglia mentre adesso viene fatta menzione al pericolo che ad<strong>di</strong>rittura un’intera città potesse sviarsi dalle fede<br />

per seguire l’idolatria, come comportarsi? V.14 Tu farai delle ricerche, investigherai, non si doveva andare con<br />

pregiu<strong>di</strong>zi ma con un’attenta analisi del problema e se risultava positivo bisognava epurare quella città secondo<br />

l’or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong>vino.<br />

Capitolo 14 Mosè fa notare come Dio li aveva onorati con 3 <strong>di</strong>stinti privilegi v. 1-2:<br />

• L’elezione: l’Eterno ti ha scelto… non per meriti presenti, né per meriti futuri, ma per esaltare tra loro<br />

la grandezza della sua potenza e della sua grazia. Non li aveva scelti a motivo della loro de<strong>di</strong>zione e/o<br />

sottomissione, perché avevano <strong>di</strong>mostrato <strong>di</strong> essere fallaci, ma perché <strong>di</strong>venissero tali tramite la sua<br />

grazia.<br />

• L’adozione: …voi siete i figlioli dell’Eterno… erano <strong>di</strong>ventati la Sua famiglia (Esodo 4:22), non<br />

perché Dio avesse bisogno <strong>di</strong> figli, ma perché loro erano orfani e bisognosi <strong>di</strong> un padre 1 Giov.3:1;<br />

Romani 9:3-5; Galati 4:4-6.<br />

• La santificazione: …tu sei un popolo consacrato all’Eterno… Israele è un popolo separato e appartato<br />

da Dio, de<strong>di</strong>cato al suo servizio, designato per lodarlo, oggetto della grazia <strong>di</strong>vina. <strong>Il</strong> popolo <strong>di</strong> Dio è<br />

assolutamente tenuto ad essere santo.<br />

Come dovevano <strong>di</strong>stinguersi dagli altri popoli? Essendo sobri, senza abbrutirsi accettando le pratiche<br />

superstiziose dei pagani. Dovevano <strong>di</strong>stinguersi in due cose:<br />

• Nel modo <strong>di</strong> manifestare il lutto…non vi fate incisioni addosso… questo, ritengono alcuni, era fatto<br />

per esternare il dolore e placare col sangue le <strong>di</strong>vinità infernali, come facevano i profeti <strong>di</strong> Baal 1 Re<br />

18:28 – cioè cercare <strong>di</strong> muovere a pietà una deità a causa dell’auto-fustigazione attirandone<br />

l’attenzione e l’aiuto.<br />

• Chi è consacrato a Dio, essendo popolo santo, non deve far nulla per sfigurarsi, il corpo appartiene al<br />

Signore e va usato come si deve. Questa rasatura tra gli occhi mi fa pensare a tanti uomini che<br />

modellano le loro sopracciglia, un tempo figura <strong>di</strong> lutto e <strong>di</strong> richiamo <strong>di</strong> attenzione verso deità pagane<br />

e <strong>di</strong> egocentrismo, che io non con<strong>di</strong>vido. V.1<br />

Nei versi da 4 a 21 viene data istruzione su ciò che potevano mangiare e cioè ciò che è impuro da ciò che non è<br />

impuro. Erano chiamati ad astenersi da molti tipi <strong>di</strong> carni che erano considerate sane e che altri popoli<br />

mangiavano comunemente e le dovevano considerare impure. Considerando il contesto, sembra che tale legge<br />

costituisse un segno <strong>di</strong> <strong>di</strong>stinzione, osservandola, essi si sarebbero <strong>di</strong>stinti dagli altri popoli, come un popolo<br />

<strong>di</strong>verso, evitando così <strong>di</strong> far comunella con i vicini pagani e <strong>di</strong> comportarsi come loro. Quanto agli animali che<br />

si potevano mangiare troviamo un elenco più dettagliato rispetto all’elenco riportato in Levitico. Per quanto<br />

riguarda il pesce, fu data una sola regola generale, cioè solo le specie che non avevano pinne e squame<br />

andavano considerate impure v.9-10. Inoltre viene proibito <strong>di</strong> mangiare la carne <strong>di</strong> alcuna bestia morta da sé,<br />

perché il sangue non si poteva separare dalla carne e quin<strong>di</strong> impura Lev.11:39 e perché non è cibo salutare, oggi<br />

abbiamo una realtà <strong>di</strong>versa e più completa 1 Timoteo 4:4; Atti 10.


Dai versi 22 a 29 troviamo una parte del regolamento riguardante le decime. Dei prodotti della terra si pagava la<br />

decima due volte, la prima decima era per il sostentamento dei Leviti mentre della seconda <strong>di</strong> cui si parla qui,<br />

quella che doveva essere detratta dopo che i Leviti avevano avuto la loro. Viene detto come doveva essere<br />

utilizzata questa decima: in opere <strong>di</strong> pietà, portarle sotto forma <strong>di</strong> merce v.23, oppure convertirla in denaro<br />

v.24-25. Infine avendo cura del Levita che in <strong>di</strong>fficoltà dovrà essere curato dall’assemblea v.27-29.<br />

Capitolo 15 Ogni settimo anno c’era un anno <strong>di</strong> remissione, <strong>di</strong> riposo, durante il quale la terra cessava d’essere<br />

coltivata e i servitori erano esonerati dal loro servizio. Chiunque avesse avuto un prestito e non fosse stato in<br />

grado <strong>di</strong> ripagarlo, durante l’anno <strong>di</strong> remissione sarebbe stato svincolato da quell’impegno, il debito il settimo<br />

anno sarebbe stato condonato (Nehemia 5:6-13). Si suppone che (v.3) il debitore fosse israelita, uno straniero<br />

non avrebbe tratto vantaggio da questa legge, che fosse povero (v.4) e che non avesse richiesto il prestito per<br />

commercio o per fare acquisti, ma per il sostentamento della famiglia. Serviva per onorare l’anno sabatico, era<br />

l’anno <strong>di</strong> YHWH e rappresenta la grazia del Vangelo. Serviva ad evitare che qualche Israelita cadesse<br />

nell’in<strong>di</strong>genza estrema.<br />

• La conseguenza se loro avessero adempiuto i loro doveri era ed è: L’Eterno senza dubbio ti bene<strong>di</strong>rà v.4,6<br />

• Non dovevano <strong>di</strong>menticare che la terra era un dono <strong>di</strong> Dio e la sua abbondanza la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong>vina.<br />

• Non dovevano indurire il cuore verso i bisognosi v.7, se la mano si chiude è un segno che anche il cuore si<br />

chiude, si è indurito (Eccl.11:3 Giac. 2:15-16)<br />

• Non soltanto presterai ma sarai più generoso del bisogno stesso v.8, perché così noi vogliamo che il<br />

Signore sia con noi..<br />

• E ancora più particolare la parola <strong>di</strong> Dio che c’invita non solo ad essere generosi ma anche ad eliminare<br />

ogni dubbio ed ogni pensiero che possa frenare la tua carità v.9 Quante volte siamo stati titubanti sul dare<br />

o sul fare qualcosa <strong>di</strong> spirituale perché frenati da pensieri negativi, o <strong>di</strong> auto giustificazione o<br />

autocommiserazione...pensieri che vanno rigettati prima che nascano.<br />

• Un consiglio che mi sento <strong>di</strong> darvi coma già qualcuno fa, se qualcuno ha un bisogno ed ha già avuto il<br />

coraggio <strong>di</strong> chiederti aiuto…se puoi anziché il prestito gli <strong>di</strong>rai io ti regalo questo niente più mi devi ma<br />

non lasciare la mano del Signore.<br />

• È necessario dare con gioia e non con cruccio, alcuni se mettono 50 € e come se avessero sacrificato il<br />

proprio figlio sull’altare, come ripete l’apostolo Paolo 2Corinzi 9:7 Dia ciascuno come ha deliberato in<br />

cuor suo; non <strong>di</strong> mala voglia, né per forza, perché Dio ama un donatore gioioso. Perché l’Eterno ti<br />

ricompenserà.<br />

Nei versi da 12 a 18 ritroviamo la legge riguardante coloro che erano stati venduti dai genitori per estrema<br />

in<strong>di</strong>genza.<br />

La legge stabiliva che servissero per sei anni e nel settimo anno fossero lasciati liberi v.12 cfr. Es. 21:2. Se alla<br />

fine del sesto anno non desideravano essere affrancati, ma preferivano rimanere a servire allora si foravano<br />

l’orecchio contro la porta in segno <strong>di</strong> appartenenza e <strong>di</strong> schiavitù perenne v.16-17 Es. 21:6.<br />

Coloro che erano liberati non andavano via a “mani nude” ma secondo la generosità del loro padrone avevano<br />

una forma <strong>di</strong> “liquidazione” v.13-14 per potersi rialzare ed andare avanti nella vita. Non sempre il cielo è nero,<br />

c’è anche il tempo in cui tu devi far fruttare i tuoi talenti, il tuo lavoro. Ci sono alcuni che non si rialzano mai<br />

perché non voglio lavorare e non si affidano a Dio.<br />

L’ultima parte del capitolo, vv.19-23, evidenziano l’importanza delle primizie offerte al Signore che dovevano<br />

essere senza <strong>di</strong>fetto. Quello che noi offriamo al Signore non può essere uno scarto, o un superfluo, perché Id<strong>di</strong>o<br />

non ci sarà grato, noi dobbiamo sempre offrire il meglio <strong>di</strong> quello che abbiamo, e non le cose <strong>di</strong>fettose che noi<br />

stessi abbiamo già scartato. Se abbiamo qualcosa <strong>di</strong> primizia non perfetta non la offriremo ne la regaleremo ma<br />

la terremo solo per noi.<br />

Capitolo 16 Le feste menzionate in questo passo erano le tre gran<strong>di</strong> feste annuali a cui dovevano partecipare<br />

tutti i maschi israeliti v.16 possibilmente con le loro famiglie v.11,14. Anche più tar<strong>di</strong> Atti 2:9-11 gli israeliti<br />

partecipavano a questa ricorrenza poiché facendo così riconoscevano in Dio il loro liberatore. Le istruzioni più<br />

dettagliate per la celebrazione della Pasqua si trovano descritte in Esodo 12:1-28; 43-49.<br />

La parola Pasqua (pesah) deriva dal verbo “passare oltre” e ricordava la notte in cui il Signore era passato oltre<br />

la casa degli israeliti che avevano gli stipiti bagnati dal sangue dell’agnello, risparmiando così la vita dei<br />

primogeniti del popolo e mettendo a morte invece i primogeniti degli egiziani e del loro bestiame.<br />

Era compito degli Israeliti approfittare della Pasqua per insegnare ai loro figli la liberazione miracolosa<br />

dall’Egitto che Dio aveva operato Es.12:26-27.<br />

Era celebrata nel mese <strong>di</strong> Abib o delle primizie (marzo-aprile), il sacrificio era un animale del proprio gregge,<br />

sia un agnello che un capretto <strong>di</strong> un anno Es. 12:5 più in là fu ampliata anche con la scelta degli “armenti” quale<br />

olocausto, il sacrificio avveniva al tramontar del sole <strong>Deuteronomio</strong> 16:2 Celebrerai la Pasqua al SIGNORE


tuo Dio, sacrificando vittime delle tue greggi e dei tuoi armenti, nel luogo che il SIGNORE avrà scelto come<br />

<strong>di</strong>mora del suo nome.<br />

La festa era subito seguita per sette giorni dalla festa del pane azzimo, cosicché <strong>di</strong>venne un’unica festa (Luca<br />

2:41 22:7 Atti 12:3-4) ed il significato <strong>di</strong> questa festa era che mangiando il pane senza lievito essi ricordavano<br />

la fretta con cui erano usciti dal paese d’Egitto Es.12:33-34. <strong>Il</strong> pane <strong>di</strong> afflizione simboleggia anche la schiavitù<br />

degli Israeliti in Egitto, nessuna parte della carne sacrificata la sera del primo giorno (agnello) doveva essere<br />

conservata da mangiare al mattino ma i resti dovevano essere bruciati Es.12:10.<br />

Nel N.T., Gesù Cristo venne identificato come agnello pasquale sacrificato per i credenti:<br />

• Giovanni Battista <strong>di</strong>sse: Giovanni 1:29 <strong>Il</strong> giorno seguente, Giovanni vide Gesù che veniva verso <strong>di</strong> lui e<br />

<strong>di</strong>sse: «Ecco l'Agnello <strong>di</strong> Dio, che toglie il peccato del mondo!<br />

• Paolo scrive 1Corinzi 5:7 Purificatevi del vecchio lievito, per essere una nuova pasta, come già siete senza<br />

lievito. Poiché anche la nostra Pasqua, cioè Cristo, è stata immolata.<br />

• L’adempimento profetico sulle sue ossa: Esodo 12:46 Si mangi ogni agnello per intero in una casa. Non<br />

portate fuori casa nulla della sua carne e non gli spezzate neanche un osso. Giovanni 19:36 Poiché questo è<br />

avvenuto affinché si adempisse la Scrittura: «Nessun osso <strong>di</strong> lui sarà spezzato».<br />

Ora applicando a se stessi il sangue <strong>di</strong> Cristo, cioè confidando nel suo sacrificio, i cristiani sono salvati dalla<br />

morte eterna.<br />

La festa <strong>di</strong> pentecoste o delle settimane 9-12<br />

Sette settimane dopo la Pasqua, da quando si metteva mano alla falce nella messe, e veniva offerta la primizia<br />

al Signore <strong>di</strong> orzo, veniva celebrata la festa <strong>di</strong> Pentecoste Deut.16:9-12, quin<strong>di</strong> veniva celebrata alla fine <strong>di</strong><br />

maggio, era conosciuta come la festa del raccolto Es.28:16 e il giorno delle primizie Num.28:26, in seguito fu<br />

chiamata pentecoste in virtù della traduzione dei Settanta “cinquanta giorni” Levitico 23:16 Conterete<br />

cinquanta giorni fino all'indomani del settimo sabato e offrirete al SIGNORE una nuova oblazione.<br />

La festa delle settimane era la celebrazione dell’abbondante provvidenza <strong>di</strong> Dio per il suo popolo, quin<strong>di</strong> le<br />

offerte volontarie erano nella misura delle bene<strong>di</strong>zioni ricevute dal Signore Deut.16:10,17 15:14.<br />

Era una festa <strong>di</strong> gioia e <strong>di</strong> unità e carità che andava ad essere con<strong>di</strong>visa con tutti Deut.16:12.<br />

Tutto questo deve farci riflettere e considerare quanto bene abbiamo ricevuto dal Signore, nella misura che Dio<br />

ha fatto a noi, noi <strong>di</strong>amo a Lui allora alcuni forse non danno perché non hanno ricevuto? Liberazione, salvezza,<br />

grazia, misericor<strong>di</strong>a, amore…ecc. <strong>Il</strong> dare è sempre un’espressione <strong>di</strong> gratitu<strong>di</strong>ne!<br />

La festa delle capanne 13-15<br />

Questa celebrazione era svolta dopo il raccolto dell’autunno (mese <strong>di</strong> Tishiri settembre-ottobre) Levitico 23:39<br />

e dovevano vivere per sette giorni in baracche o capanne Lev. 23:43 era <strong>di</strong>venuta la più importante festa ebraica<br />

perché ricordavano il loro pellegrinaggio nel deserto Levitico 23:42-43 Abiterete in capanne per sette giorni;<br />

tutti quelli che saranno nativi d'Israele abiteranno in capanne, affinché i vostri <strong>di</strong>scendenti sappiano che io feci<br />

abitare in capanne i figli d'Israele, quando li feci uscire dal paese d'Egitto. Io sono il SIGNORE, il vostro Dio"».<br />

Era qualcosa da non <strong>di</strong>menticare, anno dopo anno.<br />

Che significano oggi per noi queste feste? Nulla o quasi, perché con l’avvento del Cristo la cortina del tempio è<br />

stata squarciata e tutto ciò che era figura è completata con il nuovo tutte queste feste fanno capo a Gesù che ci<br />

ha salvato essendo l’agnello purissimo e ci guida tutti i giorni della nostra vita se ricor<strong>di</strong> dobbiamo avere sono il<br />

periodo in cui eravamo schiavi dal peccato-Egitto<br />

• Colossesi 2:16-17 Nessuno dunque vi giu<strong>di</strong>chi quanto al mangiare o al bere, o rispetto a feste, a noviluni, a<br />

sabati, che sono l'ombra <strong>di</strong> cose che dovevano avvenire; ma il corpo è <strong>di</strong> Cristo.<br />

• Ebrei 10:1 La legge, infatti, possiede solo un'ombra dei beni futuri, non la realtà stessa delle cose. Perciò con<br />

quei sacrifici, che sono offerti continuamente, anno dopo anno, essa non può rendere perfetti coloro che si<br />

avvicinano a Dio….Ebrei 10:10 In virtù <strong>di</strong> questa «volontà» noi siamo stati santificati, me<strong>di</strong>ante l'offerta del<br />

corpo <strong>di</strong> Gesù Cristo fatta una volta per sempre.<br />

Caratteristica <strong>di</strong> questa festa era la gioia, sia per la liberazione che per la provvidenza <strong>di</strong>vina in ogni cosa 14-15.<br />

La conclusione del capitolo è la responsabilità che i pubblici ufficiali, giu<strong>di</strong>ci e magistrati, avevano <strong>di</strong><br />

amministrare la giustizia con imparzialità. <strong>Deuteronomio</strong> 16:20 La giustizia, solo la giustizia seguirai, affinché<br />

tu viva e possegga il paese che il SIGNORE, il tuo Dio, ti dà.<br />

Capitolo 17 L’ammonizione che spesso abbiamo trovato “non sacrificherai alcuna creatura che abbia qualche<br />

<strong>di</strong>fetto..o qualche deformità” è un’abominazione per Dio. Dio è l’essere migliore e perciò qualsiasi cosa che gli<br />

si offra deve essere il meglio, come Lui ha fatto per noi offrendoci il meglio per la nostra salvezza il Suo<br />

unigenito figliuolo Cristo Gesù 1 Pietro 1:19. I peccati da cui ancora una volta dovevano guardarsi erano <strong>di</strong><br />

servire ed adorare altri dei v.3 con l’aggiunta <strong>di</strong> guardarsi dall’adorazione del sole, la luna e tutte le sfere<br />

celesti, v.2 perché un male agli occhi dell’Eterno, anche se viene nascosto, Lui lo vede. Gli altri peccati erano


una trasgressione dei coman<strong>di</strong> <strong>di</strong>vini, ma questa era una trasgressione del patto, era considerato un adulterio<br />

spirituale, che rompeva il vincolo matrimoniale.<br />

Come doveva essere provato il reato? Si devono fare delle inchieste v.4, bisogna trovare delle prove v.6 e visto<br />

che questo crimine è molto grave bisognava essere cauti e sicuri con la testimonianza <strong>di</strong> almeno due testimoni.<br />

Quale sentenza deve essere inflitta? L’uomo che sarà stato trovato colpevole (<strong>di</strong> idolatria) deve essere lapidato<br />

v.5 alla porta della città, affinché la vergogna ed il peccato doveva essere rigettato fuori dalla comunità ed<br />

essere così una sentenza pubblica visibile a tutti, dove i testimoni saranno i primi a scagliare le loro pietre.<br />

Per questa ragione in ogni città dovranno erigere dei tribunali per <strong>di</strong>scutere le varie cause, ma in questo caso<br />

troviamo un elemento in più dove il giu<strong>di</strong>ce nel qual caso avesse dei dubbi sul giu<strong>di</strong>zio da emettere avrebbe<br />

dovuto manifestare con umiltà il suo dubbio e ricorrere all’aiuto <strong>di</strong> Dio ricorrendo in aiuto ai sacerdoti che<br />

avrebbero consultato l’Eterno, com’è lontana quella società dalla nostra, umiltà, ricerca della verità,<br />

sottomissione e ricerca dell’aiuto <strong>di</strong>vino erano d’obbligo da parte dei figli <strong>di</strong> Dio. vv.8-13.<br />

Questi casi <strong>di</strong>fficili, che in passato venivano sottoposti a Mosè, secondo il consiglio del suocero Ietro, dopo la<br />

sua morte avrebbero dovuto essere giu<strong>di</strong>cati da un giu<strong>di</strong>ce (come Otniel, Deborah, Gedeone) o dal sommo<br />

sacerdote (nel caso <strong>di</strong> Eli), in caso non ci fossero state queste figure la faccenda si sarebbe dovuta proporre ai<br />

sacerdoti (vv.9, 11-12) e fidarsi della loro saggezza secondo alcuni storici l’uso dell’urim e il tummim era<br />

riservato solo nelle occasioni pubbliche, nelle decisioni comunitarie.<br />

Altro riguardo è l’attenzione che si doveva mettere nell’osservanza e l’ubbi<strong>di</strong>enza a quanto stabilito dai<br />

sacerdoti, non dovevano <strong>di</strong>scutere, non dovevano ribellarsi ma dovevano accettare quanto essi<br />

stabilivano v. 9-13 tutto ciò in osservanza in quanto scritto in Esodo 22:28 «Non bestemmierai contro Dio<br />

e non male<strong>di</strong>rai il principe del tuo popolo.<br />

Notate che è per l’onore <strong>di</strong> Dio ed il benessere del popolo che bisogna sostenere e rispettare le autorità e tra le<br />

autorità gran<strong>di</strong>ssimo rilievo avevano le autorità religiose. La gravità della <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza, dettata dalla<br />

testardaggine, che nasce in uno spirito <strong>di</strong> contrad<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong> opposizione è un male che doveva essere tolto.<br />

Avere opinioni <strong>di</strong>verse, per debolezza o altro è un fatto che poteva essere accettato, ma avere uno spirito critico<br />

(come spiega un’antica versione) voleva <strong>di</strong>re ribellarsi al governo che era stato stabilito da Dio stesso.<br />

Dopo le regole che riguardavano il popolo vi erano delle regole riguardanti i re, la loro elezione, ecc. Come<br />

prima cosa notiamo che era una scelta voluta dal popolo e non consigliata da Dio stesso vv.14-15, se entrando<br />

in nuovi paesi <strong>di</strong>rai voglio un re come ce l’hanno loro allora tu potrai averlo ma alle con<strong>di</strong>zioni dettate da Dio,<br />

dovrà essere scelto da Dio stesso, doveva essere del loro stesso popolo e mai sarebbe dovuto essere uno<br />

straniero se no avrebbero corso il rischio <strong>di</strong> ritornare in Egitto ed avrebbe potuto introdurre usanze, costumi e<br />

tra<strong>di</strong>zioni strane. Vengono stabilite alcune leggi al principe che dovrà essere eletto:<br />

1. dovrà <strong>di</strong>ligentemente evitare ogni cosa che lo <strong>di</strong>stragga da Dio e dalla fede, ricchezze, onori e piaceri<br />

che sono i tre gran<strong>di</strong> ostacoli verso la santità;<br />

2. non dovrà sod<strong>di</strong>sfare l’amore verso il proprio prestigio v.16 cavalcare i cavalli mentre gli altri o<br />

camminavano a pie<strong>di</strong> o avevano dei muli è come <strong>di</strong>re avere la ferrari mentre tutti gli altri sono con le<br />

biciclette, è quanto scaturito durante la rivoluzione francese in cui Maria Antonietta al popolo che<br />

soffriva la fame e chiedevano il pane rispondeva: “mangiatevi i pasticcini” , morì ghigliottinata.<br />

3. non dovrà cercare l’amore sensuale con l’avere molte mogli v,17/A, come più tar<strong>di</strong> fece Salomone,<br />

affinché il suo cuore de<strong>di</strong>cato a loro, non si <strong>di</strong>stragga nei piaceri ed abbandoni la via <strong>di</strong> Dio 1Re 11:4<br />

Al tempo della vecchiaia <strong>di</strong> Salomone, le sue mogli gli fecero volgere il cuore verso altri dèi; e il suo<br />

cuore non appartenne interamente al SIGNORE suo Dio, come il cuore <strong>di</strong> Davide suo padre.<br />

4. non dovrà cercare <strong>di</strong> arricchirsi v.17/B<br />

5. ed una volta inse<strong>di</strong>atosi doveva riscriversi, quin<strong>di</strong> leggere e scrivere per uso personale, la legge <strong>di</strong> Dio,<br />

per non <strong>di</strong>menticarla, perché era il centro del suo successo e <strong>di</strong> quello del popolo v.18-20.<br />

<strong>Deuteronomio</strong> 17:19 Terrà il <strong>libro</strong> presso <strong>di</strong> sé e lo leggerà tutti i giorni della sua vita, per imparare a<br />

temere il SIGNORE,…<br />

Quanta amara <strong>di</strong>fferenza con i governanti moderni, politici, uomini potenti, uomini <strong>di</strong> governo che lontani da<br />

quanto bibbia afferma fanno l’esatto contrario, facendo cadere l’intero popolo nel peccato…mi chiedo non è<br />

forse in parte colpa nostra quando an<strong>di</strong>amo a votare?<br />

Capitolo 18 Dal governo comune Mosè parla adesso del governo spirituale, del loro mantenimento. Essi non<br />

avranno nessuna ere<strong>di</strong>tà con Israele, il loro cammino era un cammino per fede, la loro ere<strong>di</strong>tà v.2 era ed è Dio<br />

stesso. Perché? È importante che i sacerdoti non s’immischino nelle faccende <strong>di</strong> questa vita, beni ed ere<strong>di</strong>tà<br />

<strong>di</strong>stolgono lo sguardo dall’ere<strong>di</strong>tà celeste, essi hanno cose migliori a cui guardare vv.1-8.<br />

Non perché non avevano ere<strong>di</strong>tà il popolo poteva scrollarseli <strong>di</strong> dosso, non campavano <strong>di</strong> aria, il popolo per la<br />

stessa fede che avevano i sacerdoti dovevano sostenere i leviti in ogni cosa con le primizie. V.3 Colui che viene


ammaestrato dalla parola, <strong>di</strong>rà più in là l’apostolo Paolo, faccia parte <strong>di</strong> tutti i suoi beni a chi l’ammaestra,<br />

Galati 6:6. Spalla, mascella, e stomaco era la parte che toccava sistematicamente a loro v.3-4. E se qualche<br />

levita si sente chiamato in un’altra città secondo il desiderio del proprio cuore, potrà e dovrà fare il servizio con<br />

i suoi fratelli, sostenuto in egual misura con gli altri v.6-8<br />

Dai versi 8-14 vengono date in<strong>di</strong>cazioni ed istruzioni sulla <strong>di</strong>vinazione e la magia, sembra impossibile che ciò<br />

possa essere solo pensabile eppure il pericolo era ed è presente, è come andare nei boschi senza i veleni antivipera.<br />

La consacrazione dei loro figli a Moloc facendoli passare per il fuoco ed offrendoli in sacrificio v.10 era<br />

da aborrire. L’uso <strong>di</strong> arti <strong>di</strong>vinatorie, per cercare <strong>di</strong> acquisire l’inutile conoscenza <strong>di</strong> cose avvenire, pronostici,<br />

auguri, magie e altro ancora erano detestate dal Signore v.12-14. Astrologi ed indovini erano da allontanare.<br />

• 2Re 23:5 Destituì i sacerdoti idolatri che i re <strong>di</strong> Giuda avevano istituito per offrire profumi negli alti luoghi delle città<br />

<strong>di</strong> Giuda e nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Gerusalemme, e quelli pure che offrivano profumi a Baal, al sole, alla luna, ai segni dello<br />

zo<strong>di</strong>aco, e a tutto l'esercito del cielo.<br />

• Ger 10:2 Così parla il SIGNORE: ´Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni<br />

del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura.<br />

• Mat 16:3 e la mattina <strong>di</strong>te: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque<br />

<strong>di</strong>scernere, e i segni dei tempi non riuscite a <strong>di</strong>scernerli?<br />

<strong>Deuteronomio</strong> 18:10 Non trovisi fra te chi faccia passare il suo figliuolo o la sua figliuola per lo fuoco; nè<br />

indovino, nè pronosticatore, nè augure, nè malioso; (Diodati)<br />

Augure<br />

Da Wikipe<strong>di</strong>a, l'enciclope<strong>di</strong>a libera.<br />

L'augure (dal latino augur, al plurale augures) era un sacerdote e un indovino ufficiale dell'Antica Roma. Queste figure<br />

erano tuttavia già note alla cultura etrusca, come <strong>di</strong>mostra la Tomba degli auguri a Tarquinia. Nel periodo arcaico<br />

c'erano due tipi <strong>di</strong> augure principalmente gli auguria privata sulla cui base si prendevano alcune decisioni all'interno<br />

della famiglia e gli auguria publica[1] per quanto riguarda l'ambito pubblico. Esistevano più auguri <strong>di</strong> questo ultimo<br />

tipo, che costituivano un collegium (tre auguri, che <strong>di</strong>vennero 15 da Silla in poi) che veniva consultato dal magistrato<br />

prima <strong>di</strong> ogni importante atto pubblico. Dalla nascita della Repubblica (509 a.C.) e fino alla fine del IV secolo a.C. solo i<br />

patrizi poterono far parte <strong>di</strong> questo collegio, mentre dal 300 a.C. vi ebbero accesso anche i plebei. <strong>Il</strong> compito degli<br />

auguri era <strong>di</strong> trarre auspicia dall'osservazione del volo, del comportamento e del verso degli uccelli e <strong>di</strong> capire se gli dèi<br />

approvavano o no l'agire umano sia nell'ambito pubblico sia in quello privato, sia in pace sia in guerra. Erano inoltre<br />

specializzati nello stu<strong>di</strong>o delle viscere degli animali sacrificali e in quello delle con<strong>di</strong>zioni atmosferiche, come la caduta<br />

dei fulmini. L'augure non doveva pre<strong>di</strong>re quale fosse la cosa migliore da fare, ma solo se un qualcosa su cui si era già<br />

deciso incontrasse o meno l'approvazione <strong>di</strong>vina (ciò si desume da: Livio, I, 35,3). Secondo la religione romana, gli<br />

Auspicia (plurale dal latino auspicium) sono i segni <strong>di</strong>vini che un augure trae dal cielo. A seconda del movimento delle<br />

ron<strong>di</strong>ni, del loro numero e da altri fattori, un augure traccia dei segni immaginari nel cielo e poi li riporta proiettandoli<br />

sul pavimento,creando una specie <strong>di</strong> mappa. Trarre gli auspicia era necessario soprattutto quando si attraversavano<br />

determinati confini, per capire la volontà degli dei. Non farlo sarebbe stato un affronto alle Divinità e (secondo la<br />

mentalità dei Romani) avrebbe provocato tremende sciagure.Uno dei casi più famosi in cui i Romani Trassero gli<br />

auspicia è la leggenda <strong>di</strong> Romolo e Remo.Secondo alcune fonti(fra cui Livio nel suo "Ab Urbe Con<strong>di</strong>ta")per decidere chi<br />

dovesse avere la supremazia della città <strong>di</strong> Roma,Romolo e Remo si recarono rispettivamente Sul Palatino e sul Quirinale<br />

e chi per primo fra i due avvesse avvistato degli uccelli avrebbe dominato Roma.Remo per primo avvistò sei avvoltoi,poi<br />

Romolo,quando ricevette la notizia che Remo aveva ricevuto gli aupicia,na vide ben do<strong>di</strong>ci.Cosi,non sapendo se usare il<br />

numero o il tempo come metodo capire chi dei due aveva vinto,Entrambi ottennero il potere.In seguito Remo oltrepassò<br />

un confine stabilito da Romolo e venne ucciso.Romolo dopo aver fatto ciò,<strong>di</strong>sse furibondo:"chiunque oltrepasserà questo<br />

confine otterrà la stessa punizione".<br />

Sono pericoli da allontanare perché è dato al <strong>di</strong>avolo il potere <strong>di</strong> poter ingannare e <strong>di</strong> sedurre le menti.<br />

<strong>Deuteronomio</strong> 18:11 né incantatore, né chi doman<strong>di</strong> lo spirito <strong>di</strong> Pitone, né mago, né negromante. (Diodati).<br />

Al verso 15 vi è una profezia riguardante Gesù (Giov.1:21, 45 6:14 Atti 3:22-23 7:37) e giustamente chi non<br />

darà conto alle parole <strong>di</strong> Gesù dovrà renderne conto a Dio stesso non più a nessun tribunale umano v.37.<br />

La conclusione è rivolta verso i falsi profeti che avranno la presunzione <strong>di</strong> parlare nel nome del Signore, ma<br />

come riconoscerli? Da quello che <strong>di</strong>cono, dai frutti, se si avvera è un profeta <strong>di</strong> Dio, ma se non si avvera è un<br />

falso profeta, non lo devi temere anzi deve essere messo a morte v.20.<br />

• 1Corinzi 12:10 a un altro, potenza <strong>di</strong> operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il <strong>di</strong>scernimento degli<br />

spiriti; a un altro, <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue;<br />

• 1Tessalonicesi 5:19-21 Non spegnete lo Spirito. Non <strong>di</strong>sprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e<br />

ritenete il bene;<br />

Capitolo 19 Uno dei precetti dati ai figli <strong>di</strong> Noè era stato: <strong>Il</strong> sangue <strong>di</strong> chiunque spargerà il sangue sarà sparso<br />

dall’uomo, riguardava cioè la vendetta in caso <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o Genesi 9:6. Ora abbiamo qui la legge riguardante i<br />

rapporti fra l’assassino e l’ucciso ed i suoi ere<strong>di</strong> o amici. Le città rifugio erano una protezione per chi ha


commesso un omici<strong>di</strong>o involontariamente. Una battuta <strong>di</strong> caccia, un lavoro compiuto maldestramente…ecco le<br />

città rifugio sono un ricovero verso il peccatore, è un tipo <strong>di</strong> Cristo, dove il peccatore viene soccorso e protetto,<br />

non per non aver commesso il fatto, ma per la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong>vina.<br />

Le città rifugio erano state stabilite da Dio stesso Esodo 21:13-14 e queste città erano descritte in Numeri<br />

35:10-15 e ripetute più dettagliatamente in <strong>Deuteronomio</strong> 4:41-43, la storia ricorda che per rendere più facile la<br />

strada verso la città rifugio per il colpevole, si doveva preparare una strada, riparare i ponti, rimuovere le pietre<br />

d’ostacolo e negli incroci mettere dei cartelli con la scritta mila, mila – rifugio, rifugio, in conformità <strong>di</strong> questo i<br />

veri nati <strong>di</strong> nuovo dovranno mostrare la strada che porta a Cristo e dovrebbero esortarli a fuggire per fede verso<br />

<strong>di</strong> lui. In tutto ciò vi è anche stabilito che le città rifugio non potranno proteggere un assassino volontario, che <strong>di</strong><br />

là verrà scacciato e consegnato nelle mani del ven<strong>di</strong>catore del sangue vv.11-13. Questo <strong>di</strong>mostra che l’omici<strong>di</strong>o<br />

volontario non deve essere mai protetto. Durante il dominio del papato, nella nostra nazione, prima della<br />

riforma protestante, c’erano alcune chiese e case religiose che erano un rifugio per i criminali che vi si<br />

rifugiavano, <strong>di</strong> recente anche in Francia e credo altre luoghi nel mondo alcuni senza tetto si sono rifugiati nelle<br />

chiese per protezione, perché era come entrare in un altro stato.<br />

Dai vv. 14 a 21 troviamo qui un or<strong>di</strong>namento per la prevenzione <strong>di</strong> fro<strong>di</strong> e spergiuri, è volontà <strong>di</strong> Dio che<br />

ognuno abbia la sua parte e che vengano usati tutti i mezzi per prevenire le fro<strong>di</strong> e gli sbagli, dopo aver stabilito<br />

i confini, si deve fare <strong>di</strong> tutto affinché non vengano spostati, in modo da non causare <strong>di</strong>spute.<br />

<strong>Il</strong> comando esplicito ai posteri <strong>di</strong> non spostare i confino stabiliti, per non accaparrarsi in segreto <strong>di</strong> ciò che<br />

appartiene al vicino. Ciò ci porta a riflettere su confini che possono o rischiano <strong>di</strong> essere sconfinati:<br />

• Proverbi 22:28 Non spostare il confine antico, che fu messo dai tuoi padri.<br />

• Proverbi 23:10 Non spostare il confine antico, e non entrare nei campi degli orfani;<br />

Oltre a ciò non si doveva ammettere un solo testimone per addurre una prova in un processo penale v.15 e che il<br />

falso testimone incorre nella stessa punizione inflitta alla persona che ha accusato ingiustamente vv.16-21 (la<br />

famosa legge del taglione cambiata e rivoluzionata dal Cristo Matteo 5:38-39, poiché in questo e nel tempo gli<br />

uomini erano <strong>di</strong>ventati spietati.<br />

Capito 20 In questo capitolo s’istituisce l’esercito e si emanano le leggi e gli or<strong>di</strong>namenti riguardanti la guerra:<br />

• Per quanto riguarda i soldati, che chi va in battaglia deve essere incoraggiato vv.1-4<br />

1. Dovevano essere incoraggiati a scacciare le paure v.1<br />

2. anche se il nemico è più numeroso hanno due gran<strong>di</strong> certezze<br />

La presenza <strong>di</strong> Dio con loro Isaia 41:10<br />

La prova che già in passato è stato con loro (quando si svolgono delle pratiche si prendo sempre le<br />

vecchie linee guida).<br />

3. Questo tipo d’incoraggiamento doveva essere rivolto ai soldati comuni tramite un sacerdote scelto,<br />

definito l’unto <strong>di</strong> guerra.<br />

Egli doveva incoraggiarli a non aver paura v.3<br />

Assicurarli alla presenza <strong>di</strong> Dio e della Sua personale presenza, era un me<strong>di</strong>atore! Una figura, un<br />

tipo <strong>di</strong> Cristo, che è me<strong>di</strong>atore del nuovo patto ed assicura noi della presenza <strong>di</strong> Dio in tutte le nostre<br />

battaglie.<br />

• Devono essere rimandati a casa quelli i cui affari privati richiedono la loro presenza fisica v.5-7 o quelli che<br />

per debolezza e timidezza non sono adatti al servizio militare v.8-9<br />

• Per quanto riguarda i nemici con cui combatteranno, i trattati che dovranno stipulare con le città lontane<br />

v.10-15, dove prima, come primo passo, si dovrà procedere cercando la pace, ma anche la loro sud<strong>di</strong>tanza<br />

tributaria (in altre parole sarai libero ma sud<strong>di</strong>to del popolo <strong>di</strong> Dio – il popolo <strong>di</strong> Dio non potrà più essere<br />

schiavo <strong>di</strong> nessuna altro popolo, gli altri devono essere asserviti a Dio e pagare il prezzo dell’appartenenza);<br />

• La <strong>di</strong>struzione riguardante le genti del paese in cui stanno per recarsi v.16-18;<br />

• La cura con cui dovranno evitare <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere gli alberi da frutta quando asse<strong>di</strong>arono le città v.19-20<br />

Capitolo 21 In questo capitolo si fa menzione al caso in qui una persona viene trovata uccisa, senza che si<br />

sappia chi sia il colpevole v.1. vengono date delle <strong>di</strong>rettive. Si dà per scontato che si sia cercato <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare<br />

il colpevole, che siano stati esaminati i testimoni e le prove, in modo da poter scoprire il colpevole, ma se dopo<br />

tutte le indagini non si arriva al colpevole non può il delitto rimanere impunito.<br />

Le azioni da compiere sono:<br />

• Gli anziani della città più vicina vengono avvisati della vicenda e dovranno misurare a quale delle città il<br />

corpo è più vicino ed essi dovranno procedere alla liberazione del luogo dal peccato,<br />

• I sacerdoti ed i leviti dovranno essere presenti e presiedere questo tribunale v.5 e far rispettare la legge,


• Avrebbero dovuto far scendere una giovenca (mucca giovane) v.3-4 presso un terreno incolto e là ucciderla,<br />

ma sarebbero stati gli anziani della città (il potere giuri<strong>di</strong>co) a mozzare il collo della giovenca con la<br />

partecipazione visiva del potere religioso. Ciò significa che non era un sacrificio per la colpa se no sarebbe<br />

toccato ai sacerdoti adempiere il compito, ma era adempiuto dagli anziani come <strong>di</strong>re…il colpevole se lo<br />

troviamo sarà messo a morte…è un omici<strong>di</strong>o che non può passare impunito <strong>di</strong>nanzi agli occhi <strong>di</strong> Dio, “la<br />

chiesa” si lava le mani nel sangue per testimoniare che ne è a conoscenza e non partecipano a quel delitto<br />

negligentemente.<br />

• Gli ebrei <strong>di</strong>cono che finché non si fosse trovato il colpevole il terreno dove la giovenca è stata sacrificata,<br />

sarebbe rimasto incolto.<br />

• <strong>Il</strong> sangue grida finché i magistrati facciano giustizia del criminale e se non sarà ascoltato griderà verso il cielo<br />

La seconda parte del capitolo parla delle donne prigioniere <strong>di</strong> guerra e permette ai soldati che innamoratisi delle<br />

loro prigioniere avevano la possibilità <strong>di</strong> sposarle, e mai <strong>di</strong> abusare <strong>di</strong> loro v.11<br />

1. non dovevano agire in fretta, certe decisioni vanno ponderate …un mese intero…v.13<br />

2. erano decisioni che avrebbero portato ad un matrimonio, una realtà in<strong>di</strong>ssolubile v.12…e vorrai<br />

prenderla in moglie, non poteva avere rapporti con lei pre-matrimoniali<br />

3. ed in quel mese doveva convincerla a lasciare la sua vecchia natura, conquistandola<br />

spiritualmente e materialmente, avrebbe dovuto <strong>di</strong>smettere tutte le sue vecchie cose, dagli abiti<br />

alle unghie ed alla capigliatura.<br />

4. …ma se non ti piacerà più…v.14 se in questo mese lei imbruttendosi o non rinunciando alla sua<br />

religione tu potrai mandarla via, non avendo abusato <strong>di</strong> lei, lasciandola libera e non avendo più<br />

nessun pretesto per venderla come schiava.<br />

<strong>Il</strong> caso esposto al v.15 è molto istruttivo mostra come non bisogna fare particolarità tra i figli e <strong>di</strong> quali sono le<br />

conseguenze ed i problemi della poligamia e che la primogenitura non è in base ai sentimenti ma ai dati <strong>di</strong> fatto.<br />

Inoltre viene data istruzione circa in figli “caparbi e/o ribelli” come comportarsi, voi sapete che i figli sono<br />

pezzi <strong>di</strong> cuore ma a volte per svariati motivi, primo tra tutti la mancanza <strong>di</strong> <strong>di</strong>sciplinarli cristianamente, se<br />

prima viene data istruzione affinché un padre non faccia preferenze ora sono i figli che devono comportarsi<br />

bene ed onorare i genitori, ma se uno ha un figlio, cocciuto, testardo, ribelle, ubriacone e senza freni<br />

“comportamentali”, quel giovano dopo una prima <strong>di</strong>sciplina familiare doveva essere condotto agli anziani della<br />

sua città che dovevano metterlo alla porta della città e lapidarlo.<br />

Ciò a <strong>di</strong>mostrazione che il peccato doveva essere messo fuori dalla città e tutto Israele veniva a conoscenza del<br />

giu<strong>di</strong>zio e ne avrà timore, cioè sarebbe servito <strong>di</strong> esempio agli altri.<br />

<strong>Il</strong> capitolo si conclude con la norma riguardante gli impiccati, adesso gli ebrei non impiccavano, prima<br />

lapidavano e poi il corpo morto veniva messo appeso alla vista <strong>di</strong> tutti. Viene qui specificato che colui che<br />

appeso è maledetto per l’obbrobrio eterno e tu non puoi contaminare la terra che Dio ti ha dato Galati 3:13.<br />

Capitolo 22 <strong>Il</strong> testo <strong>di</strong> adesso è quello che più <strong>di</strong> tutti mi ha spinto a portare avanti questo stu<strong>di</strong>o, per la<br />

semplicità e la schiettezza con cui vengono affrontate certe tematiche ostiche, per chi non ci vuole sentire. La<br />

prima è la gentilezza, la cortesia, il buon vicinato, il come comportarsi con gli oggetti trovati che non ci<br />

appartengono vv.1-4 Giacomo 4:17 Chi dunque sa fare il bene e non lo fa, commette peccato. <strong>Il</strong> ritrovare<br />

qualcosa che non apparteneva loro e che sicuramente era fonte <strong>di</strong> guadagno e <strong>di</strong> lavoro era dovere del<br />

ritrovatore fare <strong>di</strong> tutto per riportarlo al legittimo proprietari e nel caso non fosse stato possibile per lontananza<br />

o perché non si sapeva chi fosse, egli era tenuto ad accogliere e custo<strong>di</strong>re l’animale finché qualcuno bussando<br />

alla porta non venga a chiederne notizie v.2. Così andava fatto per l’asino o la veste o qualunque altra cosa…tu<br />

trovi, non farai finta <strong>di</strong> NON averli visti. Cioè guardati dalla furbizia.<br />

I vv.5- 12 chiarisce alcune questioni che si prestano ad ambiguità.<br />

• La prima <strong>di</strong> esse è l’abbigliamento che faccia <strong>di</strong>stinguere i due sessi. L’abbigliamento non deve dare a<strong>di</strong>to a<br />

confusione. Alcuni pensano che siano cose antiche perché allora ci si vestiva con tuniche, altri pensano che<br />

questo verso si riferisca ad un’usanza idolatra dei gentili, nel culto <strong>di</strong> Venere, dove le donne solevano<br />

indossare un’armatura e gli uomini indossare degli abiti femminili, queste cose vengono definite<br />

un’abominazione per il Signore. Ciò porta a determinare il condannare ambigui atteggiamenti che portano ad<br />

un sovvertimento nei ruoli, gli uomini non devono essere effeminati, né essere loro i responsabili dei lavori<br />

domestici, né la donna portare “il pane a casa”, se no viene sovvertita la prima legge <strong>di</strong> Dio Genesi 3:16-17;<br />

1 Timoteo 2:9-12.<br />

• V.6-7 vi è una norma che regolamenta l’aver trovato un nido <strong>di</strong> uccelli e come comportarsi, ma la cosa che<br />

sorprende è che la bene<strong>di</strong>zione che uno ne riceve è la stessa che si ha nel rapporto dell’onorare i genitori nel<br />

prolungare i giorni <strong>di</strong> vita. Efesini 6:1-3.


• V.8 nel costruire la casa devi fare in modo <strong>di</strong> renderla sicura costruendo un parapeto in terrazza affinché<br />

nessuno potesse cadere IN CASA TUA, nessuno deve trovare elementi <strong>di</strong> caduta a morte a casa tua, è chiaro?<br />

Sia dal punto <strong>di</strong> vista fisico sia da quello spirituale.<br />

• V.9-10 è un avvertimento contro le mescolanze, Levitico 19:19, è questa una norma ancora non ben<br />

compresa, ma si pensa al voler sfruttare la terra al massimo o al fatto <strong>di</strong> non affiancare due forze <strong>di</strong>verse con<br />

lo sfinimento dell’animale più debole. Alcuni pensano ad evitare d’imparare pratiche idolatriche <strong>di</strong> altri<br />

popoli comuni in quei tempi.<br />

Dai vv.13 a 21 si ha la legge circa la verginità della propria moglie e contro le false calunnie o accertamenti <strong>di</strong><br />

verità matrimoniali, con le relative azioni e conseguenze. Maria, madre <strong>di</strong> Gesù, rischiava questo se il buon<br />

Giuseppe non fosse stato avvertito da un angelo Matteo 1:18-21.<br />

Infine dai vv.22 al 30 vi sono norme che regolamentano le azioni da intraprendere contro gli adulteri, i<br />

fornicatori o i violentatori (Genesi 34 la figlia <strong>di</strong> Giacobbe – Dina che volle andare a vedere le fanciulle del<br />

paese, per la sua curiosità ne partorì un grave problema). Dove due sono a sbagliare entrambi dovevano essere a<br />

morte per lapidazione, cosa che non è stata fatta alla donna adultera quando fu portata <strong>di</strong>nanzi a Gesù Giovanni<br />

8:4-11. Nessuno, conclude il capitolo prenderà la moglie <strong>di</strong> suo padre, né solleverà la coperta <strong>di</strong> suo padre. 1<br />

Corinzi 5:1.<br />

Capitolo 23 Le leggi <strong>di</strong> questo capitolo:<br />

1. La preservazione della purezza e dell’onore delle famiglie israelite, escludendo gli abomini e gli<br />

imperfetti (vv. 1-8);<br />

2. La preservazione della purità e della decenza dell’accampamento (vv. 9 -14);<br />

3. L’incoraggiamento ed il comportamento nei confronti degli schiavi fuggitivi (vv.15 -16);<br />

4. Norme contro le offerte impure (vv. 17 -18);<br />

5. Norme contro l’usura ed i prestiti (vv. 19 – 20);<br />

6. L’inadempienza dei voti ( vv. 21 – 23);<br />

7. La spigolatura, norme sulla povertà e contro le furbizie e l’abuso.<br />

Tutti sono concor<strong>di</strong>, anche in riferimento a Levitico 21:17-23 sul <strong>di</strong>vieto rivolto ad alcune categorie ad entrare<br />

alla presenza del Signore (alcuni ritengono nell’ufficio ministeriale), eunuchi, bastar<strong>di</strong>, ammoniti e moabiti,<br />

mentre idumei ed egiziani solo sino alla terza generazione.<br />

Bastardo non è quello che viene da situazioni incestuose e per fornicazione ma anche da mescolanze <strong>di</strong> razze<br />

religiose Levitico 18.<br />

Degli eunuchi viene da chiedere il perché sono stati fatti così, quale causa ma Dio stesso non li scaccia dalla sua<br />

presenza Isaia 56:1-6.<br />

Gli ammoniti ed i moabiti furono scortesi non <strong>di</strong>edero neanche un pane ai loro fratelli israeliti quando<br />

fuggirono dagli egiziani e per la loro negligenza dovevano essere IGNORATI “…non cercherai la loro<br />

pace…”. Ad<strong>di</strong>rittura Moab assoldò Balaam per male<strong>di</strong>rli, ma Dio cambiò la male<strong>di</strong>zione in bene<strong>di</strong>zione.<br />

Più clemenza per Idumei ed Egiziani che se si fossero convertiti alla terza generazione potevano essere<br />

considerati membri d’Israele.<br />

In tempo <strong>di</strong> guerra si sa che si è spietati ma Dio non vuole e non tollera malvagità gratuita perché il nostro Dio<br />

è lento all’ira e grande in misericor<strong>di</strong>a.<br />

Infine nella pulizia e nell’igiene, non si può essere indecenti, <strong>di</strong>nanzi a Dio che passeggia in mezzo al campo e<br />

vede se la tua casa è sporca ma non <strong>di</strong> peccato, ma <strong>di</strong> sporcizia, ognuno era responsabile della propria PALA,<br />

ognuno doveva averla, ognuno doveva usarla.<br />

Capitolo 24 Questo capitolo apre una problematica vecchia da millenni ma sempre attuale e dolorosa: il<br />

<strong>di</strong>vorzio. Si tratta <strong>di</strong> quella concessione che i Farisei erroneamente considerano un precetto: Mosè ha<br />

or<strong>di</strong>nato…Matteo 19:7, ma non era così infatti il Signore nostro rispose loro che Mosè l’aveva permesso<br />

soltanto a causa della durezza dei loro cuori affinché, non avendo la libertà <strong>di</strong> <strong>di</strong>vorziare dalla propria moglie,<br />

non le sottomettessero con rigore, provocandone ad<strong>di</strong>rittura la morte. È probabile che già in precedenza i<br />

<strong>di</strong>vorzi venissero praticati, infatti in Levitico 21:14 vengono dati per scontato, e che quin<strong>di</strong> Mosè ritenne<br />

necessario stabilire alcune norme a riguardo.<br />

In tutto ciò è chiaro il concetto che Dio non approva il <strong>di</strong>vorzio anzi lo o<strong>di</strong>a Malachia 2:14-16 e più avanti nel<br />

tempo Gesù confermerà…che dal principio non era così…Matteo 19:1-12. L’unica eccezione se ne parla in<br />

Matteo 5:31-32 dove molti stu<strong>di</strong>osi hanno sottolineato il fatto che si trattava proprio il suo personale caso<br />

quando Giuseppe seppe che Maria era incinta e doveva darle l’atto <strong>di</strong> ripu<strong>di</strong>o ma per immenso amore non volle<br />

esporla ad infamia finché un angelo <strong>di</strong> Dio parlò anche a lui spiegandogli la situazione Matteo 1:18-25.<br />

È chiaro che si tratta <strong>di</strong> fornicazione e non <strong>di</strong> adulterio, perché vi è <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio, allora ci si fidanzava<br />

per andare a matrimonio, non era come ai giorni nostri dove ci si lascia e prende, dove la parola verginità è una


attuta per ridere. Coloro che commettevano adulterio erano destinati (se scoperti) entrambi alla lapidazione,<br />

poi è chiaro che nella società corrotta anche le meretrici avevano un posto ai margini delle città Genesi 38:15<br />

Giosuè 2:1, particolare è la storia <strong>di</strong> Raab che viene trasformata da una vita <strong>di</strong>ssoluta per un atto <strong>di</strong> fede. In tutta<br />

questa storia compren<strong>di</strong>amo che è meglio accontentarsi <strong>di</strong> quello che si ha e cercare <strong>di</strong> vivere lietamente con la<br />

sposa della propria giovinezza piuttosto che cacciarsi nei guai per cambiamenti fatti per il malcontento della<br />

convivenza Proverbi 5:15-21. È importante che una moglie ed un marito facciano <strong>di</strong> tutto per mantenere vivo<br />

l’amore fra <strong>di</strong> loro e che evitino tutto ciò che li potrebbe estraniare l’uno dall’altra 1 Corinzi 7:1. Adesso viene<br />

contemplato solo questo caso, perché tra credenti il resto non dovrebbe esistere, il timore del Signore dovrebbe<br />

unire secondo quei principi che abbiamo ripetuto in tante occasioni, adesso che due coniugi si o<strong>di</strong>no, si<br />

detestino, si fanno del male…e poi vengono ai culti pregando e testimoniando…io dubito della loro vera<br />

conversione, in quei casi posso <strong>di</strong>re che è la loro coscienza e la propria responsabilità che deve emergere e non<br />

scaricare sul pastore, o su un parente o un amico questa pesante decisone affinché non si possa <strong>di</strong>re un giorno è<br />

stato lui a consigliarmi così (poi finisce sempre così). Altra cosa è per i <strong>di</strong>vorziati il ministero, cioè lo svolgere<br />

incarichi pastorali e <strong>di</strong> <strong>di</strong>aconato in tale con<strong>di</strong>zione che è vietato dalla bibbia 1 Timoteo 3:2 Tito 1:6 non perché<br />

ci siano dei pregiu<strong>di</strong>zi, perché ciò che Dio trasforma è trasformato completamente ma affinché la potenza della<br />

parola <strong>di</strong> Dio e la testimonianza non possa essere attaccata.<br />

La conclusione saggia che Dio annuncia per mezzo il suo servo Paolo è: 1Corinzi 7:20-24 Ognuno rimanga nella<br />

con<strong>di</strong>zione in cui era quando fu chiamato. Sei stato chiamato essendo schiavo? Non te ne preoccupare, ma se puoi <strong>di</strong>ventar libero, è<br />

meglio valerti dell'opportunità. Poiché colui che è stato chiamato nel Signore, da schiavo, è un affrancato del Signore; ugualmente<br />

colui che è stato chiamato mentre era libero, è schiavo <strong>di</strong> Cristo. Voi siete stati riscattati a caro prezzo; non <strong>di</strong>ventate schiavi degli<br />

uomini. Fratelli, ognuno rimanga davanti a Dio nella con<strong>di</strong>zione in cui si trovava quando fu chiamato.<br />

• Uno sposino v.5 è esonerato a partire in guerra il primo anno affinché sia felice con la propria moglie.<br />

• V. 6 Non si potranno chiedere in pegno le macine perché sarebbe come togliere il <strong>di</strong>ritto al prossimo <strong>di</strong><br />

mangiare, allora la farina non era nei sacchi <strong>di</strong> plastica, se la dovevano polverizzare al bisogno;<br />

• V.7 le conseguenze dei soprusi e dei rapimenti;<br />

• V.8 …avrete cura <strong>di</strong> fare…La prevenzione nei casi <strong>di</strong> lebbra, non erano ammesse scorciatoie, si doveva<br />

passare dal sacerdote, non poteva essere nascosto, come i casi <strong>di</strong> coscienza ed il peccato non può avere sconti<br />

si deve passare dal sacerdote che lo porterà al periodo <strong>di</strong> purificazione finché Dio non lo ristabilisca.<br />

• V.10-13 i prestiti! Anche questo argomento è interessante, quante volte ci siamo prestati qualcosa, che poi<br />

magari superficialmente abbiamo <strong>di</strong>menticato <strong>di</strong> restituire, non si proibisce <strong>di</strong> richiedere dei pegni, ma il<br />

cre<strong>di</strong>tore non sarebbe potuto entrare nella casa del vicino per esigere il suo pegno, doveva aspettare fuori, ed<br />

avrebbe dovuto restituire il pegno al tramonto affinché il già umiliato debitore non sprofon<strong>di</strong> in depressione e<br />

sconforto ma per la gioia della restituzione bene<strong>di</strong>rà Dio ed anche il cre<strong>di</strong>tore è tutto ciò sarà messo in conto<br />

da Dio come atto <strong>di</strong> giustizia. Proverbi 22:7.<br />

• V.14-15 ai padroni viene or<strong>di</strong>nato <strong>di</strong> essere giusti nei confronti dei loro servitori, non dovranno opprimerli<br />

avendo particolare cura <strong>di</strong> dare il suo giusto salario ed al momento della sua paga, perché come potrà<br />

comprare il pane necessario alla sua famiglia se non sarà pagato alla fine della giornata?<br />

• V.16 evidenzia la responsabilità umana dove ciascuno pagherà le conseguenza delle proprie azione.<br />

• V.17-18 vengono preservate tre categorie <strong>di</strong> bisognosi: stranieri, orfani e vedove, dovevano essere rispettati<br />

nei loro <strong>di</strong>ritti affinché un potente non li schiacci, perché un tempo anche tu fosti straniero e schiavo, non<br />

<strong>di</strong>menticarlo.<br />

Infine il capitolo si conclude, vv.19-22, con un invito a non essere ingor<strong>di</strong>, se nel capitolo precedente era data<br />

facoltà ai poveri <strong>di</strong> passare per i campi e raccogliere il giusto e necessario che poteva stare in una mano, adesso<br />

viene data istruzione a non essere avi<strong>di</strong> e se nell’abbondanza del raccolto qualche olivo, o qualche spiga <strong>di</strong><br />

grano, dei grappoli d’uva o altro rimane nel campo dopo la raccolta non ritornerai in<strong>di</strong>etro per fare piazza pulita<br />

ma li lascerai affinché i poveri abbiano <strong>di</strong> che tirare avanti. Ruth 2:3-9.<br />

Capitolo 25 Capita <strong>di</strong> avere delle liti? Come comportarsi? Come superare questo problema? È la cosa più<br />

comune e più naturale, sarebbe buono che non avvengano mai, ma è impossibile che ciò si verifichi in un<br />

mondo che giace nel maligno Luca 17:1; Geremia 17:9-10. La sequenza è semplice:<br />

• Entrambi andranno in giu<strong>di</strong>zio (cioè non andranno in giro a farsi dei compari);<br />

• Entrambi saranno giu<strong>di</strong>cati<br />

• Sarà data ragione a chi ha ragione, non a chi fa pena! Affinché il giu<strong>di</strong>zio sia giusto.<br />

Sembrano banalità, ma in un contesto <strong>di</strong> furbizia e/o eloquenza oratoria il più debole soccomberebbe ma in<br />

questa maniera è preservato. Se il colpevole meritava la fustigazione, sarebbe stato fatto stendere a terra e fatto<br />

frustare con una quantità <strong>di</strong> colpi pertinenti la sua condanna, il massimo dei colpi erano 39 perché secondo<br />

credenza al 40° si sarebbe morti o che si era sbagliati a contare, anche se un giu<strong>di</strong>ce contava a parte, o perché


non volevano usare il massimo rigore v.3 ve<strong>di</strong> 2 Corinzi 11:24. Un altro storico aggiunge che la battitura era<br />

fatta con una frusta a tre scu<strong>di</strong>sci 1 , per cui la tre<strong>di</strong>cesima frustata, essendo composta da tre colpi, equivaleva a<br />

trentanove. La motivazione era affinché il tuo fratello non venga <strong>di</strong>sonorato o avvilito per l’eccesso <strong>di</strong><br />

punizione (2 Cor. 2:5-11). I giudei raccontano che mentre si eseguiva la fustigazione, il capo supremo della<br />

corte leggeva ad alta voce (<strong>Deuteronomio</strong> 28:58-59; 29:9) e concludeva con le parole:”Ma Egli, che è<br />

misericor<strong>di</strong>oso, perdonò la loro iniquità”. In questo modo il cerimoniale <strong>di</strong>veniva una sorta <strong>di</strong> atto religioso,<br />

inteso sia a riformare il colpevole che ad ammonire gli altri. 1<br />

Al v. 4 cambia completamente scenario e si parla che l’agricoltore non deve impe<strong>di</strong>re al suo bue <strong>di</strong> mangiare<br />

del cibo mentre lavora. Questo precetto è ripetuto per ben due volte nel nuovo testamento e spiegato in maniera<br />

straor<strong>di</strong>nariamente semplice dall’apostolo Paolo in 1 Cor. 9:9-11; 1 Tim. 5:17-18 ed è chiaro qui il significato<br />

non retorico che colui che lavora ha <strong>di</strong>ritto <strong>di</strong> essere retribuito della sua paga, lavorativa o spirituale che sia, il<br />

servo <strong>di</strong> Dio non è un cameriere a servire alle mense ed ai bisogni dei membri <strong>di</strong> chiesa ma ad essere retribuito<br />

della stima fraterna, del rispetto fraterno, dei beni fraterni…ma si potrebbe continuare Galati 6:6.<br />

Vi è una storiellina <strong>di</strong> una padrone <strong>di</strong> un asino che era stanco perché il suo asino mangiava sette giorni su sette, allora sperimentò <strong>di</strong><br />

fargli saltare un giorno e vide che il suo asino rendeva lo stesso, così si ingegnò <strong>di</strong> togliergli la biada per due giorni e vide che anche<br />

così sperimentò che il suo asino lavorava e consumava meno. L’esperimento non fini qui e continuò con il terzo giorno senza<br />

mangiare, poi il quarto..e vedeva che i suoi guadagni erano costanti il suo asino lavorava ancora bene, che lui era meno affaticato<br />

dal dargli il magiare, nel frattempo l’asino sporcava anche meno…non mangiando e volle provare a lasciarlo senza mangiare sette<br />

giorni su sette e con grande sorpresa notò che l’esperimento funzionava e tutto allegro lo raccontava in giro finché una mattina nel<br />

continuare il suo lavoro trovò il suo economico asino bello e stecchito e pensò tra sé: Proprio ora che non mangiava più e non<br />

consumava niente…proprio ora doveva morire? Morale ogni operaio è degno della paga per il suo lavoro! Chiaro?<br />

vv. 5-10 La legge relativa al matrimonio della vedova <strong>di</strong> un fratello, appare già nella famiglia <strong>di</strong> Giuda figlio <strong>di</strong><br />

Giacobbe in Gen. 38:8 e serviva alla preservazione <strong>di</strong> una determinata famiglia. L’esempio riportato è il caso <strong>di</strong><br />

un uomo che muore senza lasciare <strong>di</strong>scendenti (questa è la clausola). La vedova non avrebbe dovuto sposare<br />

estranei, questa norma serviva a non far perdere il patrimonio in sua dotazione. <strong>Il</strong> fratello del marito avrebbe<br />

dovuto sposarla per darle una prole che porterà il nome del fratello defunto v.6, ma pur non<strong>di</strong>meno non era un<br />

obbligo ma una cortesia, egli poteva rifiutarsi ed in quel caso la donna avrebbe richiamato l’attenzione degli<br />

anziani della città che avrebbero dovuto chiamarlo cercando <strong>di</strong> <strong>di</strong>ssuaderlo v.7-8, in caso <strong>di</strong> continua<br />

opposizione la donna in presenza <strong>di</strong> tutti farà un gesto eclatante per svergognarlo v.9-10 (ve<strong>di</strong> Ruth 4:7).<br />

In Luca 20:27-38 alcuni farisei vollero cercare <strong>di</strong> mettere in crisi Gesù ponendogli proprio una domanda<br />

inerente questo passo della scrittura, ma come sempre Gesù rispose abilmente.<br />

Saltando i versi 11 e 12 che emettono solo una sentenza nei confronti <strong>di</strong> chi osa più <strong>di</strong> ciò che dovrebbe i versi<br />

seguenti mirano all’equità vv.13-16. La legge seguente è contro i doppi pesi e le doppie misure, non solo non si<br />

sarebbero dovuti usare, ma non si sarebbero dovuti neppure avere nel sacco ed in casa, il già possedere qualcosa<br />

<strong>di</strong> falso era peccato e Dio detestava allora come detesta oggi chiunque fa queste cose.<br />

<strong>Il</strong> capitolo si chiude con un ricordo particolare, qualcosa <strong>di</strong> mai <strong>di</strong>menticato, la vigliaccheria <strong>di</strong> Amalec che<br />

piombarono da <strong>di</strong>etro sul popolo d’Israele già in fuga e stanco dall’Egitto. In questa storia sono interessanti due<br />

particolari, su chi si scagliarono gli amalechiti e su come fu ottenuta la vittoria:<br />

1. episo<strong>di</strong>o descritto in Esodo 17:8-16 ma con particolari nel verso 18 l’aggressione <strong>di</strong> coloro che si<br />

trascinano, e camminano sempre per ultimi, quelli che hanno sempre bisogno <strong>di</strong> ricostituenti<br />

spirituali perché il nemico è pronto a piombargli alle spalle (Num.11:4)<br />

2. lo spunto della vittoria, le mani alzate verso il cielo<br />

3. il sostegno dei santi collaboratori<br />

Esodo 17:11-13 E quando Mosè teneva le mani alzate, Israele vinceva; e quando le abbassava, vinceva Amalec. Ma le mani <strong>di</strong> Mosè<br />

si facevano pesanti. Allora essi presero una pietra, gliela posero sotto ed egli si sedette; Aaronne e Cur gli tenevano le mani alzate,<br />

uno da una parte e l'altro dall'altra. Così le sue mani rimasero ferme fino al tramonto del sole. E Giosuè sconfisse Amalec e la sua<br />

gente passandoli a fil <strong>di</strong> spada.<br />

Una nota particolare ci viene da alcuni stu<strong>di</strong>osi sugli Amalechiti che Dio aveva dato or<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> <strong>di</strong>struggere v.19.<br />

Secondo alcuni stu<strong>di</strong>osi essi sono arabi, perenni nemici degli israeliti, ai tempi <strong>di</strong> Saul vi fu un’altra aspra<br />

battaglia, ma che risparmiò un solo elemento Agag…Dio non sbaglia mai! 1 Samuele 15.<br />

Amaleq fu un'antica tribù araba che si ricollegava alla <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> Iram, figlio <strong>di</strong> Sem, figlio <strong>di</strong> Noè.Essi governarono l'Egitto per 108 anni. A<br />

quel tempo la XV Dinastia governava l'Egitto e i suoi governanti sono noti alla storia come i Re degli Hyksos, o Re-Pastori. Gli Amaleciti erano<br />

1 1 Lo scu<strong>di</strong>scio (chiamato anche scuriscio) è un tipo <strong>di</strong> frusta più corta come lunghezza e dalla forma rigida, molto simile al frustino. È<br />

uno staffile dal manico in legno e dal corpo in legno o cuoio ed è usato per incitare o correggere il cavallo Da Wikipe<strong>di</strong>a, l'enciclope<strong>di</strong>a<br />

libera.


etnicamente arabi, ma erano emigrati dalla Palestina e dalla Siria alla volta dell'Egitto intorno al 2000 a.C. e s'erano impadroniti del paese. Gli storici<br />

arabi e gli esegeti del Corano dettero loro il nome <strong>di</strong> ʿAmāliq ( arabo: قيلامع, "gli Amaleciti"), e l'etnonimo Amalek si trova anche nella Bibbia ebraica<br />

e, <strong>di</strong> conseguenza, cristiana. <strong>Il</strong> loro ruolo nella storia è stato confermato da recenti ricerche compiute da egittologi. Gli Amaleciti furono invasori<br />

stranieri che ebbero la capacità <strong>di</strong> erigere un loro regno in Egitto per la loro precedente istituzione <strong>di</strong> feu<strong>di</strong> nel paese (fatto che ha ricordato ad alcuni<br />

l'analogo processo d'e<strong>di</strong>ficazione del moderno Stato d'Israele che partì da acquisizioni <strong>di</strong> terreni operate in base a contratti <strong>di</strong> <strong>di</strong>ritto privato).<br />

Sappiamo anche dalla storia dell'Egitto che i "Re Hyksos" non riconoscevano le <strong>di</strong>vinità egiziane e che, <strong>di</strong> conseguenza, importarono dalla Siria la<br />

religione loro propria, con l'idea <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffonderla in Egitto. Secondo il Libro del Genesi e del 1 Cronache, Amalek arabo: قيلامع, ʿ Amāliq,<br />

Ebraico קלֵמָ עֲ ,<br />

ʻ Amaleq o ʻ Ămālēq - fu il figlio <strong>di</strong> Eliphaz e il nipote <strong>di</strong> Esaù (Gen36,12); (1Cron1,36); e capo <strong>di</strong> una tribù edomita (Gen36,16). Sua madre fu una<br />

Hurrita, appartenente cioè a una tribù il cui territorio <strong>di</strong> cui s'erano impadroniti i <strong>di</strong>scendenti <strong>di</strong> Esaù. Secondo la genealogia <strong>di</strong> (Gen36,12) e <strong>di</strong><br />

1Cron1,36) Amalek è un nipote <strong>di</strong> Esaù, Eliphaz, e della concubina Timna, una Hurrita e sorella <strong>di</strong> Lotan. <strong>Il</strong> passaggio <strong>di</strong> (Gen36,16) si riferisce a lui<br />

come al "capo <strong>di</strong> Amalek", per cui il suo nome potrebbe essere inteso come un titolo riferibile al clan o al territorio sul quale questi avrebbe regnato.<br />

In realtà una tra<strong>di</strong>zione extra-biblica, registrata da Nachmanide [1] , riferisce che gli Amaleciti non <strong>di</strong>scendevano dal nipote <strong>di</strong> Esaù, bensì da un uomo<br />

chiamato Amalek, e il nome <strong>di</strong> questi sarebbe stato imposto anche al nipote <strong>di</strong> Esaù. Anche le tra<strong>di</strong>zioni arabe lo ricordano come antenato eponimo<br />

degli Amaleciti.<br />

Capitolo 26 Con questo capitolo Mosè conclude gli or<strong>di</strong>ni che ritenne necessario impartire ad Israele prima<br />

della sua morte. Una buona norma da adempiere è quella <strong>di</strong> presentare a Dio ogni anno un cesto <strong>di</strong> primizie,<br />

oltre ai covoni <strong>di</strong> primizie (Lev.23:10) che si sarebbero dovuti offrire per tutta la nazione il giorno dopo la<br />

Pasqua. Durante la festa <strong>di</strong> Pentecoste ognuno avrebbe dovuto portare un cesto <strong>di</strong> primizie, alla fine della<br />

mietitura, che venne per questo definita festa delle primizie (Es. 34:22). Questo cesto veniva considerato un<br />

tributo volontario (Deu.16:10), e secondo gli ebraisti, era un’offerta libera in qualunque periodo dell’anno. <strong>Il</strong><br />

coltivatore andava presso i suoi campi e raccoglieva solo le primizie (che anche oggi sono considerate<br />

prelibatezze solo per i più ricchi) ed i frutti migliori, venivano scelti e presentati a Dio nel luogo da Lui<br />

prestabilito dandoli nelle mani del sacerdote, quin<strong>di</strong> parliamo <strong>di</strong> grano, orzo, uva, fichi, melograni, olive, ecc.<br />

Ciò ci insegna:<br />

1. a riconoscere Dio quale donatore <strong>di</strong> tutte le cose buone del creato;<br />

2. a dare delle primizie che ha un valore particolare Michea 7:1, a dare a Dio il meglio <strong>di</strong> ciò che abbiamo.<br />

Chi consacra i giorni della propria gioventù e la prima parte del proprio tempo al servizio <strong>di</strong> Dio, ha<br />

certamente da offrire il meglio a Dio Geremia 2:2, perché non c’è malizia, c’è umiltà, c’è forza.<br />

Oltre al dare qualcosa come primizia per il Signore, l’offrente doveva pronunciare una “formula per il Signore”,<br />

quale spiegazione del significato <strong>di</strong> questa cerimonia:<br />

1. l’offerente avrebbe dovuto iniziare il suo <strong>di</strong>scorso prima <strong>di</strong> consegnare il cesto, quale motivazione del<br />

gesto<br />

2. l’avrebbe dovuto deporre nelle mani del sacerdote davanti l’altare;<br />

3. avrebbe dovuto rilasciare una <strong>di</strong>chiarazione solenne….io <strong>di</strong>chiaro…v.3 quale testimonianza che Dio è<br />

fedele e mantiene le promesse, e noi non dobbiamo <strong>di</strong>menticarle;<br />

4. era importante non <strong>di</strong>menticare la liberazione dalla schiavitù, e l’abbondanza nella terra <strong>di</strong> Canaan,<br />

proprio come noi non dovremmo mai <strong>di</strong>menticare, la liberazione che Dio ci ha offerto in Cristo Gesù,<br />

portandoci alla sua preziosa presenza Salmi 50:14 Come sacrificio offri a Dio il ringraziamento, e<br />

mantieni le promesse fatte al SIGNORE; Romani 15:15-17;<br />

5. non doveva <strong>di</strong>menticare la sua origine; cioè una Arameo errante (Siriano, da Aram figlio <strong>di</strong> Sem<br />

Gen.10:22), e per come tutta la nazione era stata benedetta nella terra benedetta v.9<br />

6. avrebbe dovuto offrire con riconoscenza e conscio della motivazione v.10, gli agi che ciascuno <strong>di</strong> noi ha<br />

lo deve unicamente alla grazia ed alla bontà <strong>di</strong> Dio, 1 Cronache 29:14.<br />

7. deponendole davanti all’altare viene esaltata una qualità dell’offerente e cioè la gioia con cui avrà<br />

offerto, gioia con<strong>di</strong>visa insieme al Levita e lo straniero v.11.<br />

Avevamo già notato in Deu. 14:28-29 la decima del terzo anno. Mentre per due anni consecutivi la decima<br />

andava consegnata al tempio durante la festività, nel terzo anno la si portava per aiutare i: levita, lo straniero,<br />

l’orfano, la vedova…perché ne mangino v.12.<br />

Anche in questo caso, l’offerta non andava sbattuta a terra, gettata come fosse l’ennesima tassa, ma coscienti<br />

che ciò che si stava facendo era giusto e santo, e doveva esser fatta un’altra <strong>di</strong>chiarazione v.13-14,<br />

1. <strong>di</strong> non aver accumulato cose consacrate, come la nostra vita non possiamo essere delle acque<br />

ristagnanti, se non impariamo a dare, non cresceremo;<br />

2. ubbi<strong>di</strong>ente perché era parola <strong>di</strong> Dio v.14;<br />

3. donandoli per i poveri che non potevano godere <strong>di</strong> questi beni, perché anche lui un giorno sarebbe<br />

potuto cadere in <strong>di</strong>sgrazia;<br />

4. il desiderio <strong>di</strong> chi ubbi<strong>di</strong>sce è che Dio volga il Suo sguardo per bene<strong>di</strong>re la sua nazione v.15 Sal. 67:5-7.<br />

A conclusione <strong>di</strong> questo secondo <strong>di</strong>scorso Mosè sottolinea due cose:<br />

Che sono comandamenti <strong>di</strong> Dio v.16, non dettati da un maestro <strong>di</strong> vita, non impartiti da chi vuole<br />

imporre il suo operare, ma ricevuti da Dio stesso, e che quin<strong>di</strong> vanno eseguiti.


Che il loro patto con Dio li obbliga ad osservare questi comandamenti, poiché è un patto reciproco; è<br />

una norma che li regolava in fedeltà. Allo stesso modo noi siamo stati eletti a ubbi<strong>di</strong>re 1 Pie.1:2 eletti<br />

affinché fossimo santi Ef.1:4. L’onore maggiore è stipulare un patto con Dio, Eterno, immutabile.<br />

Capitolo 27 Questo terzo <strong>di</strong>scorso apre sinteticamente i risultati <strong>di</strong> scelte fatte e prescrive dei meto<strong>di</strong> pratici nel<br />

rapporto verso Dio e verso il prossimo. Per aiutare la loro memoria avrebbero dovuto scrivere tutte le parole <strong>di</strong><br />

questa legge sulle pietre per stimolare i loro sentimenti spirituale, affinché l’indolenza non li colpisca,<br />

avrebbero dovuto leggere solennemente le bene<strong>di</strong>zioni e le male<strong>di</strong>zioni e tutto Israele avrebbe dovuto esprimere<br />

l’amen.<br />

Con insistenza spingono il popolo alla massima sincerità: Fa silenzio ed ascolta! Vv.9-10. Si <strong>di</strong>ce che<br />

non c’è peggiore sordo <strong>di</strong> chi non vuole sentire.<br />

L’informano del privilegio e del loro onore: Oggi sei <strong>di</strong>venuto il popolo che Egli si è scelto.<br />

I privilegi che acquisiamo ci devono stimolare a fare il bene ed il nostro dovere.<br />

Avrebbero dovuto erigere un monumento sul quale avrebbero scritto le parole <strong>di</strong> questa legge.<br />

<strong>Il</strong> monumento doveva essere molto semplice v.2 ed anche molto chiaro per essere letto da qualunque<br />

passante e contenere tutte le parole <strong>di</strong> questa legge v.3 nessuna esclusa, ognuna <strong>di</strong> esse è vitale.<br />

Avrebbero dovuto inoltre erigere un altare per offrire profumi a Dio, come <strong>di</strong>re per mezzo della parola<br />

Dio parla all’uomo, ma per mezzo della preghiera e/o dell’altare l’uomo parla a Dio.<br />

Avrebbero dovuto erigere l’altare con pietre comuni trovate nei campi, per offrire sacrifici <strong>di</strong><br />

ringraziamento v.6-7 figura <strong>di</strong> Cristo il me<strong>di</strong>atore che ci mette in comunione con Dio Daniele 2:34-35;<br />

Avrebbero dovuto mangiare in quel luogo e rallegrarsi <strong>di</strong>nanzi all’Eterno v.7 ciò a <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> aver<br />

accettato <strong>di</strong> buon grado il patto stabilito, riconoscendo <strong>di</strong> aver ottenuto un buon territorio.<br />

Dopo aver scritto la legge vista e letta da tutti, tutte le tribù, nessuna esclusa, si sarebbero dovute riunire davanti<br />

a queste due montagne, le une <strong>di</strong> fronte alle altre, sei da una parte e sei dall’altra.<br />

Dio stesso scelse quali tribù si sarebbero dovute radunare ai pie<strong>di</strong> del Monte Gherizim e quali davanti al monte<br />

Ebal v.12-13, per prevenire <strong>di</strong>spute e contenziosi che sarebbero potuti nascere, se avesse lasciato loro la scelta.<br />

È classico l’esempio <strong>di</strong> due bambini che in un paniere hanno una mela da prendere tutti e dui cercheranno<br />

sempre la migliore, la più bella , la più appetibile, nessuno dei due rinuncerebbe in favore dell’altro, onde<br />

evitare Dio previene, che è sempre meglio che curare.<br />

Di quelle tribù che avrebbero dovuto <strong>di</strong>re amen alle bene<strong>di</strong>zioni viene detto che staranno sul Monte Gherizim<br />

per bene<strong>di</strong>re il popolo, ma delle altre staranno sul monte Ebal per pronunziare la male<strong>di</strong>zione.<br />

Nel sermone sul monte Gesù era in realtà sul monte Gherizim e troviamo solo bene<strong>di</strong>zioni Matteo 5:3.<br />

Anche alle male<strong>di</strong>zioni il popolo doveva rispondere amen, perché?:<br />

1. Così <strong>di</strong>mostravano <strong>di</strong> aver fede in esse<br />

2. Riconoscevano l’equità <strong>di</strong> queste male<strong>di</strong>zioni;<br />

3. Accettavano il contratto con Dio, che se avessero sbagliato era giusto cadere nel giusto giu<strong>di</strong>zio <strong>di</strong> Dio;<br />

4. Era come un’esortazione a se stessi, un obbligo a non avere niente a che fare con quelle pratiche empie;<br />

5. Chi rispondeva amen s’impegnava ad osservare la legge, stipulata con Dio.<br />

Osserviamo ora quali erano i peccati particolari contro i quali si scagliavano le<br />

male<strong>di</strong>zioni:<br />

a. Peccati contro il secondo comandamento v.15 maledetto non solo che adora le<br />

immagini, ma chi le crea o le detiene per il culto ai propri dei;<br />

b. Contro il quinto comandamento v.16, il <strong>di</strong>sprezzo per i genitori è considerato come<br />

<strong>di</strong>sprezzo verso Dio;<br />

c. Contro l’ottavo comandamento v.17, sul vicino ingiusto che sposta i confini<br />

De.19:14; sul consigliere ingiu sto che spinge maliziosamente 2 Sam. 15:12 a far<br />

sbagliare il proprio amico per farlo cadere, sul giu<strong>di</strong>ce ingiusto che froda del <strong>di</strong>ritto<br />

i deboli v.19;<br />

d. Contro il settimo comandamento v.20,22-23 e contro gli accoppiamenti con le<br />

bestie v.21;<br />

e. Contro il sesto comandamento, in omici<strong>di</strong>o nascosto v.24 Salmo 10:8-9, o omici<strong>di</strong>o<br />

coperto dalla legge che è il peggiore affronto a Dio, giustificando <strong>di</strong> uccidere<br />

qualcuno per la legge, <strong>di</strong>struggendo oltre la sua vita il suo onore e la sua <strong>di</strong>gnità,<br />

macchiandolo irreparabilmente, la calunnia è qualcosa <strong>di</strong> spaventevole, v.25<br />

Salmo 15:5;


La solennità si conclude con una male<strong>di</strong>zione generale su chi non si attiene o non mette<br />

in pratica tutte le parole <strong>di</strong> questa legge v.26 Salmo 119:126 Galati 3:10.<br />

Se Cristo non ci avesse liberato dalla male<strong>di</strong>zione della legge, essendo <strong>di</strong>venuto<br />

male<strong>di</strong>zione per noi che speranze avremmo avuto noi? Galati 3:13.<br />

FOTOGRAFIE DI LUOGHI SCRITTURALI MONTE GHERIZIM E MONTE EBAL<br />

Questi due monti sovrastano l’antica città <strong>di</strong> Sichem, dove vennero sepolte le ossa <strong>di</strong><br />

Giuseppe (ve<strong>di</strong> Gios. 24:32).<br />

In questa panoramica verso ovest si vede a sinistra il monte Gherizim e a destra il monte Ebal. Nella foto è<br />

ritratta la moderna città <strong>di</strong> Nablus. Tra questi due monti, nella parte bassa della valle (sull’estrema destra<br />

nella foto), era situata l’antica città <strong>di</strong> Sichem. Avvenimenti importanti: Abrahamo si accampò a Sichem<br />

(Gen. 12:6–7). Giacobbe si accampò qui ed acquistò un pezzo <strong>di</strong> terra (Gen. 33:18–20). <strong>Il</strong> monte Gherizim<br />

era il monte della bene<strong>di</strong>zione, mentre il monte Ebal era quello della male<strong>di</strong>zione (Deut. 27–28). Sul monte<br />

Ebal, Giosuè eresse un monumento e vi trascrisse la legge <strong>di</strong> Mosè, poi lesse la legge agli Israeliti (Gios.<br />

8:30–35). Le ossa <strong>di</strong> Giuseppe furono sepolte a Sichem (Gios. 24:32).<br />

Capitolo 28 Questo capitolo è un’esposizione ampliata <strong>di</strong> due argomenti tratti dal capitolo precedente: la<br />

bene<strong>di</strong>zione e la male<strong>di</strong>zione. Fondamentalmente, gli ubbi<strong>di</strong>enti usufruiscono delle bene<strong>di</strong>zioni, ma i<br />

<strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enti delle male<strong>di</strong>zioni. Però, visto che l’argomento generale <strong>di</strong> solito non ha grande impatto, Mosè<br />

scende nei particolari, descrivendo le bene<strong>di</strong>zioni e le male<strong>di</strong>zioni.<br />

Descrive le bene<strong>di</strong>zioni che riceveranno se saranno ubbi<strong>di</strong>enti, bene<strong>di</strong>zioni personali, familiari ed allargando<br />

anche al loro gruppo e nazione v.1-14.<br />

Come hanno avuto la ripetizione della legge precetto dopo precetto, così ora versetto dopo versetto hanno la<br />

ripetizione delle promesse e delle minacce. Prevenire è sempre meglio che curare.<br />

Come abbiamo notato le bene<strong>di</strong>zioni vengono poste prima delle male<strong>di</strong>zioni perché:<br />

a. Dio è lento a l’ira, ma pronto a mostrare misericor<strong>di</strong>a;<br />

b. La bene<strong>di</strong>zione è legata alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> ascoltare <strong>di</strong>ligentemente la voce dell’Eterno v.1-2;<br />

c. La bene<strong>di</strong>zione è legata alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> osservare e mettere in pratica tutti i suoi comandamenti, per<br />

ubbi<strong>di</strong>re c’è bisogno <strong>di</strong> osservare e <strong>di</strong> camminare nelle vie dell’Eterno;


d. La bene<strong>di</strong>zione è legata alla con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> non deviare né a destra né a sinistra, in particolare non<br />

avrebbero dovuto seguire altri dei v.14.<br />

Dopo aver descritto con dovizia <strong>di</strong> particolari il lato splendente della nuvola che spetta agli ubbi<strong>di</strong>enti, ci viene<br />

adesso mostrato quello triste ed oscuro che spetta ai <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enti. Se non osserviamo i comandamenti <strong>di</strong> Dio,<br />

non solo non riceviamo le bene<strong>di</strong>zioni promesse, ma ca<strong>di</strong>amo sotto la male<strong>di</strong>zione che comprende ogni miseria,<br />

così come la bene<strong>di</strong>zione comprende ogni felicità.<br />

Bisogna ora osservare alcune semplici cose:<br />

a. L’equità <strong>di</strong> questa male<strong>di</strong>zione, non è data per un capriccio e/o senza motivo, ma determinata in<br />

conseguenza <strong>di</strong> atti;<br />

b. <strong>Il</strong> <strong>di</strong>sprezzo per Dio e/o le cose <strong>di</strong> Dio…il rifiutare <strong>di</strong> ascoltare la sua voce v.15 è il primo ed il più<br />

grave dei vilipen<strong>di</strong>, perché è come se affermassimo che le parole <strong>di</strong>vine non valgono la pena <strong>di</strong> essere<br />

ascoltate;<br />

c. La <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza non osservando i suoi comandamenti si è soggetti alla male<strong>di</strong>zione;<br />

d. La <strong>di</strong>serzione v.20 Dio non ci scaccia, ma se lo allontaniamo; Egli si allontana da noi<br />

In conclusione la <strong>di</strong>subbi<strong>di</strong>enza, l’alterigia, il <strong>di</strong>sprezzo delle cose sante sono parti delle fonti della male<strong>di</strong>zione<br />

e non saranno evitabili se non con il pentimento ed il ravve<strong>di</strong>mento. Qualunque cosa farà, sarà maledetto e<br />

rimarrà costante verso coloro che confidano nel mondo, e si aspettano che da esso provenga la loro gioia.<br />

Capitolo 29 IV Discorso Le prime parole <strong>di</strong> questo capitolo fungono un po’ da introduzione e spiegano il<br />

contenuto dello stesso “queste sono le parole del patto” 28:69 e cfr. v.11.<br />

I patti <strong>di</strong> Dio o le alleanze, sono l’impegno che Dio prende nei confronti dell’uomo, <strong>di</strong> un popolo, <strong>di</strong> una<br />

nazione, senza chiederne niente in contraccambio:<br />

1. <strong>Il</strong> patto con Noè per la conservazione del mondo ed ha come segno l’arcobaleno Gen.8:21-22 9:8-17;<br />

2. <strong>Il</strong> patto <strong>di</strong> Abramo dove Dio si impegna a dare il paese <strong>di</strong> Canaan alla <strong>di</strong>scendenza <strong>di</strong> Abramo Gen.<br />

15:4,7,18-21 ne è segno la circoncisione Gen. 17:9-14;<br />

3. <strong>Il</strong> patto con Israele, o antico patto, si tratta del patto della Legge contratto al Sinai, ne è il segno il sabato<br />

Es. 31:12-17.<br />

4. <strong>Il</strong> patto con Davide, dove Dio si impegna ad assicurare il trono <strong>di</strong> Israele ad un <strong>di</strong>scendente <strong>di</strong> Davide.<br />

Cristo della stirpe <strong>di</strong> Davide, possiede un regno eterno 2 Sam.7:12-16 Is. 9:5-6 Mat.1:1-16.<br />

5. <strong>Il</strong> nuovo patto, la legge e le sue caratteristiche erano infatti l’ombra dei beni futuri ma la realtà è in<br />

Cristo Col. 2:16-17 Eb. 10:1-4. <strong>Il</strong> nuovo patto si basa sul sacrificio si basa sul sacrificio perfetto <strong>di</strong><br />

Cristo. <strong>Il</strong> segno <strong>di</strong> questo nuovo patto è il dono dello Spirito <strong>San</strong>to Rom. 8:9 Ef. 1:13 e le clausole sono<br />

la purificazione dai peccati ed il dono della vita eterna.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che coloro che hanno pattuito e stabilito un patto solennemente con Dio dovrebbero essere felici <strong>di</strong><br />

poterlo rinnovare e <strong>di</strong> stare attenti a non poterlo perdere. Questa nuova generazione aveva sentito parlare del<br />

patto ma no ne avevano firmato il contratto e come tutti i contratti vanno ripetute le clausole <strong>di</strong> quel contratto<br />

affinché i nuovi non possano <strong>di</strong>re io non sapevo, quante volte ci pongono davanti un contratto in bianco e noi<br />

dobbiamo firmare senza sapere cosa, se no quelli si offendo, così non è con Dio che ti dettaglia in maniera<br />

particolareggiata le clausole del contratto.<br />

A <strong>di</strong>mostrazione <strong>di</strong> quanto detto fa loro ricordare quanto hanno visto v.2. I loro occhi, i loro sensi non potevano<br />

essere ingannati da quanto avevano visto e sperimentato. Non potevano <strong>di</strong>menticare i cibi ed i vestiti che li<br />

avevano accompagnati in quei quarant’anni, vv.4-5 ottenuti per la misericor<strong>di</strong>a <strong>di</strong> Dio.<br />

Se avete vinto delle battaglie e siete entrati in possesso delle bene<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> Dio non è per la vostra forza ma<br />

sempre per il patto stipulato con Dio <strong>di</strong> cui voi ora entrate a far parte v.9.<br />

È con l’Yahwè che hanno stretto un patto, quin<strong>di</strong> a Lui dovranno arrendersi ed a Lui dovranno unirsi. Tutti<br />

avrebbero dovuto fare un patto, tutti avrebbero dovuto partecipare, nessuno doveva essere escluso o sentirsi<br />

esentato dal presentarsi alla stipula del patto. Non solo gli uomini d’Israele ma anche gli stranieri nel loro<br />

accampamento dovevano presentarsi per prender parte a questo patto. Lo scopo principale del rinnovamento <strong>di</strong><br />

questo patto è quello <strong>di</strong> fortificarli contro la tendenza all’idolatria. <strong>Il</strong> pericolo che avrebbero corso, se avessero<br />

ceduto alla tentazione avrebbero corso seri percoli.<br />

Uno che ricadeva nell’idolatria è uno il cui cuore si allontana da Dio v.18, il problema <strong>di</strong> trascurare, <strong>di</strong><br />

allontanarsi da Dio è la prima delle cause <strong>di</strong> sviamento v.17-21. Consideriamo che uno dei sintomi<br />

dell’allontanamento da Dio e lo sviarsi <strong>di</strong>etro altri dei è la per<strong>di</strong>ta della pace, nessuno si dovrà illudere,<br />

convincendosi che potrà continuare ad avere pace pur camminando nella caparbietà del proprio cuore v.18,<br />

dalla per<strong>di</strong>ta della pace con Dio, con se stessi e con il prossimo ne scaturisce una serie <strong>di</strong> conseguenze<br />

<strong>di</strong>sastrose: avrebbe inondato <strong>di</strong> piaghe il paese oppresso dalle amarezze, le malattie e le piaghe saranno ben<br />

visibili nel paese dagli stranieri v.21, la carestia e l’ari<strong>di</strong>tà del territorio sarà il perfetto opposto dalla


ene<strong>di</strong>zione che si riceve nelle piogge nelle stagioni giuste nei cuori <strong>di</strong> chi stringe al patto dell’Eterno. Tutto ciò<br />

sarà <strong>di</strong> monito anche alle generazioni future v.23-24.<br />

• Non è una novità che Dio riduca in desolazione un popolo che si professa vicino a Lui Amos 3:2;<br />

• Dio non lo farà mai senza una buona ragione;<br />

• Tocca a noi scoprirne le ragioni e riconoscendole torniamo a Lui pentiti e ravveduti.<br />

<strong>Il</strong> capitolo si chiude in risposta a quelle domande a cui non si sarebbero saputi dare delle risposte perché la<br />

propria mente carnale, limitata, umana non è pienamente aperta a conoscere le verità che solo l’Eterno conosce,<br />

alcuni vorrebbero scoprire dettagliatamente tutti i misteri della vita, della morte, delle malattie, delle leggi, dei<br />

pianeti, ecc. e non si danno pace se qualcuno non gli dà una risposta che sod<strong>di</strong>sfa la propria curiosità, non<br />

quello che è vero ma solo quello che le proprie orecchie amano sentire, per questo è meraviglioso sapere e<br />

comprendere che c’è una parte rivelata ma c’è ancora una grande parte che solo Dio conosce ed a noi non è<br />

dato sapere per ora v.29…le cose occulte appartengono all’Eterno le cose rivelate sono per noi! Per metterle<br />

in pratica insieme ai nostri familiari.<br />

Capitolo 30 Questi versi possono essere considerati sia una promessa con<strong>di</strong>zionale, sia una pre<strong>di</strong>zione assoluta.<br />

<strong>Il</strong> loro scopo è quello <strong>di</strong> assicurare che il più grande dei peccatori, se si ravvede e si converte, sarà perdonato e<br />

riacquisterà il favore <strong>di</strong>vino. Questo è lo scopo del patto basato sulla grazia, vi è spazio per il ravve<strong>di</strong>mento, in<br />

caso <strong>di</strong> caduta spirituale, a cui segue il pentimento ed il perdono. Ma come viene descritto il ravve<strong>di</strong>mento, che<br />

è la con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> queste promesse:<br />

• In primo luogo una seria considerazione, richiamerai alla memoria ciò che hai <strong>di</strong>menticato o tralasciato v.1, è<br />

da notare come la considerazione è il primo passo da fare verso la conversione. Se i peccatori considerassero<br />

seriamente la felicità che hanno perso con il peccato e la miseria in cui si sono ridotti, e se si rendessero conto<br />

che con il ravve<strong>di</strong>mento possono evitare quella misera con<strong>di</strong>zione e <strong>di</strong>ventare felici, non esiterebbero a<br />

tornare al Signore;<br />

• Consiste nella vera conversione, l’effetto della considerazione non può che portare a un santo dolore e una<br />

santa vergogna. È il ritornare al Signore nostro Dio v.2. Se solo torni con tutto il tuo cuore e la tua anima<br />

v.10. Bisogna ritornare all’ubbi<strong>di</strong>enza a Dio quale nostro Signore, dobbiamo <strong>di</strong>pendere da Lui quale nostro<br />

Padre;<br />

• È provato da un’ubbi<strong>di</strong>enza costante alla santa volontà <strong>di</strong> Dio…se ubbi<strong>di</strong>rai alla sua voce tu e i tuoi figli v.2.<br />

Infatti no è abbastanza fare il proprio dovere, ma bisogna educare ed ammaestrare anche i propri figli a farlo.<br />

Bisogna ubbi<strong>di</strong>re tenendo presenti le esigenze <strong>di</strong> Dio, tu ubbi<strong>di</strong>rai alla sua voce v.8 e le darai ascolto v.10.<br />

Tale ubbi<strong>di</strong>enza deve essere sincera, volontaria e completa, con tutto il tuo cuore e tutta l’anima tua v.2. Deve<br />

scaturire dall’amore e quell’amore deve essere con tutto il cuore e con tutta l’anima, cioè deve essere totale<br />

secondo il tuo comando v.2.<br />

Qual è il favore <strong>di</strong>vino promesso dopo il ravve<strong>di</strong>mento?<br />

1. Che Dio avrà compassione <strong>di</strong> loro quali oggetti della sua pietà v.3. <strong>Il</strong> nostro Dio si a<strong>di</strong>ra contro i<br />

peccatori che continuano a peccare, ma ha un’immensa compassione per quelli che si ravvedono.<br />

2. Che li trarrà dalla cattività e li riunirà traendoli dalle nazioni nelle quali li aveva <strong>di</strong>spersi v.3.<br />

3. Che li avrebbe riportati <strong>di</strong> nuovo nel loro paese v.5, è da notare come i peccatori convertiti non<br />

solo vengono liberati dalla miseria, ma ottengono <strong>di</strong> nuovo la vera felicità con il favore <strong>di</strong>vino.<br />

4. Che avrebbe fatto loro del bene v.5 ed avrebbe gioito nel farlo v.9. C’è gioia in Gesù.<br />

5. Che li avrebbe moltiplicati v.5<br />

6. Che avrebbe trasferito le male<strong>di</strong>zioni ai loro nemici v.7<br />

7. Che avrebbe concesso loro grazia <strong>di</strong> mutare il loro cuore, l’Eterno il tuo Dio circonciderà il tuo<br />

cuore affinché tu ami l’Eterno v.6. Per amare Dio è necessario avere un cuore circonciso, cioè<br />

rigenerato, la concupiscenza della carne và messa al bando Col, 2:11-12 Rom.2:29.<br />

8. Che chi si ravvede tornando a Dio può trovare da Lui <strong>di</strong>rettive ed incoraggiamento.<br />

Mosè li esorta all’ubbi<strong>di</strong>enza considerando la semplicità e la chiarezza del comando che non è troppo alto o<br />

<strong>di</strong>fficile per loro v.11. Nel senso che non avrai bisogno <strong>di</strong> inviare messaggeri in cielo v.12 per indagare cosa<br />

fare per piacere a Dio. Non avrai bisogno <strong>di</strong> andare al <strong>di</strong> là del mare v.13 come fecero altri, cioè non dovrai fare<br />

cose straor<strong>di</strong>narie o <strong>di</strong>fficili per raggiungere o ritornare a Dio v.14.<br />

Se la legge era chiara e facile, ma il vangelo lo è molto <strong>di</strong> più. Mosè conclude con qualcosa <strong>di</strong> molto chiaro,<br />

cosa avrebbe potuto <strong>di</strong>re <strong>di</strong> più convincente per poter dare un’impressione più profonda? <strong>Il</strong> messaggio è molto<br />

chiaro e <strong>di</strong>retto, non ha fronzoli o pratiche convulse e caotiche, ma semplici e <strong>di</strong>rette.<br />

<strong>Il</strong> tutto del messaggio può essere sintetizzato dal v.16 che se insieme alla loro famiglia ameranno e serviranno<br />

Dio, vivranno e saranno felici.


Di conseguenza opposta è v.17-18 che se insieme alla loro famiglia, non <strong>di</strong>mentichiamo mai che la famiglia è la<br />

prima chiesa unita a Dio, si allontaneranno da Dio, non lo serviranno più ed adoreranno altri dei certamente<br />

saranno rovinati.<br />

Avranno vita solo coloro che scelgono la grazia <strong>di</strong> Dio e la comunione con Lui per la propria felicità e<br />

perseverano in questa scelta con fedeltà. Coloro che non hanno la vita eterna e felicità devono rimproverare<br />

solo se stessi per non aver fatto <strong>di</strong> tutto per riceverla.<br />

<strong>Il</strong> capitolo si conclude con l’invito <strong>di</strong> Dio ad avere al suo popolo un solo dovere: amare Dio e amarlo come il<br />

Signore, cioè come il Padrone in<strong>di</strong>scusso degno dell’amore e della lode e come patto <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>enza dovranno<br />

tenersi stretti a Lui, non allontanandosi mai da Lui. Perché ora <strong>di</strong>pendono da Lui: Egli è la tua vita, e colui che<br />

prolunga i tuoi giorni. La tua vita anche se fragile, con la sua potenza e la sua pazienza, Egli l’addolcisce con il<br />

Suo conforto. Tutti questi sono gli argomenti a conclusione del IV <strong>di</strong>scorso che ci spronano a continuare ad<br />

amare e ubbi<strong>di</strong>re al Dio che è misericor<strong>di</strong>oso verso <strong>di</strong> noi.<br />

Capitolo 31 Con questo capitolo si apre il V ed ultimo <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> Mosè con cui cessa <strong>di</strong> ripetere gli<br />

or<strong>di</strong>namenti della legge e prepara il popolo al suo successore, non per meritocrazia ma per scelta <strong>di</strong>vina. Si <strong>di</strong>ce<br />

che chi è riluttante a partire, indugia nei saluti, e Mosè sembra comportarsi proprio così, non perché teme <strong>di</strong><br />

andare da Dio, ma perché è riluttante a lasciarli, nel timore che dopo la sua <strong>di</strong>partita si possono allontanare da<br />

Dio. È giunto il tempo dei saluti e delle motivazioni per cui deve lasciarli:<br />

1. Non è che è malato o ha qualche sofferenza particolare<br />

2. ha 120 anni è tempo che il testimone passi ad un altro, il tempo della pensione e del riposo è giunto,<br />

anche se ha scritto un salmo <strong>di</strong> cui è cosciente che la vita umana è <strong>di</strong> 70 o 80 anni (Salmo 90:10) lui ha<br />

<strong>di</strong> gran lunga superato ogni record giungendo a 120 anni;<br />

3. non può più andare e venire v.2, non può più adempiere il suo ufficio,<br />

4. e soprattutto il Signore gli ha detto: Tu non passerai. Ha ricevuto una sentenza definitiva. È meglio per<br />

lui raggiungere altri li<strong>di</strong> altre mete, perché l’Id<strong>di</strong>o Sovrano ha deciso così, e Mosè non si oppone alle<br />

scelte <strong>di</strong> Dio, non sindaca il suo operato, ma l’accetta <strong>di</strong> buon grado preparando il successore.<br />

5. Adesso ha il compito d’incoraggiare il popolo, che alla fine ci si affeziona ed accetta un capo<br />

carismatico così eloquente al suo successore e l’incoraggia con:<br />

• Assicurando che la presenza <strong>di</strong> Dio è stata e sarà costante v.3, ti ha guidato e ti ha protetto<br />

• Enfatizza questa realtà che è il punto car<strong>di</strong>ne della loro fede v.6 che è ben <strong>di</strong>fferente dal car<strong>di</strong>ne<br />

dei pigri Proverbi 26:14 Come la porta si volge sui car<strong>di</strong>ni, così il pigro sul suo letto.<br />

• Non dovranno aver paura dell’ignoto o della strada della loro vita perché <strong>di</strong>o stesso li precederà<br />

e non li lascerà e non li abbandonerà, deludendoli nelle loro aspettative.<br />

• Presenta loro Giosuè come sostituto che andrà davanti a loro v.3, uno la cui condotta si è sempre<br />

contrad<strong>di</strong>stinta insieme al suo coraggio, la sua subor<strong>di</strong>nazione, la sua serietà…ma soprattutto<br />

perché Dio stesso aveva conosciuto e visto le sue qualità ministeriali, oggi molti vogliono essere<br />

prima <strong>di</strong> essere stati scelti da Dio, si arrabbiano perché vorrebbero, credendo <strong>di</strong> essere ma senza<br />

l’essenza migliore: la chiamata Numeri 27: 18-21.<br />

• Ricor<strong>di</strong>amoci sempre, che quando degli strumenti <strong>di</strong> Dio utili vengono rimossi, Dio ne fa<br />

sorgere altri.<br />

• L’incoraggia con dei ricor<strong>di</strong> speciali, che non possono e non devono essere <strong>di</strong>menticati, la<br />

conquista <strong>di</strong> Sicon ed Og v.4 deve rimanere viva nei loro ricor<strong>di</strong>, prima perché non vollero far<br />

passare dai loro territori il popolo d’Israele poi perché si opposero facendogli guerra occasione<br />

questa in cui, fu la prima vera battaglia, in cui scorsero la mano <strong>di</strong> Dio vincente contro gli<br />

oppositori del popolo <strong>di</strong> Dio (Numeri 21:21…).<br />

• L’invito ad essere forti e coraggiosi v.6.<br />

Dopo aver esortato il popolo, Mosè ora incoraggia Giosuè, perché anche lui ha bisogno <strong>di</strong> essere incoraggiato,<br />

non c’è servo vero <strong>di</strong> Dio che non necessiti <strong>di</strong> veri e sani incoraggiamenti. Nonostante Giosuè fosse già<br />

generale, ne ha viste tante e vinte altrettante, uomo esperto e valoroso, Mosè ritenne opportuno incoraggiarlo<br />

v.7, ricordando anche a lui che il Signore cammina davanti a lui, sarà con te e non lo lascerà v.8.<br />

Al verso 9 troviamo l’autore o meglio lo scrittore del pentateuco o la Torà e cioè Mosè che affida la legge ai<br />

sacerdoti leviti affinché la custo<strong>di</strong>ssero e potessero spesso esaminarla e consultarla, conservandola accanto<br />

all’arca dell’alleanza. Ricor<strong>di</strong>amo che all’interna dell’Arca vi si trovavano: Ebrei 9:4 Conteneva un incensiere<br />

d'oro, l'arca del patto tutta ricoperta d'oro, nella quale c'erano un vaso d'oro contenente la manna, la verga <strong>di</strong><br />

Aaronne che era fiorita e le tavole del patto. In altre parole i <strong>di</strong>eci comandamenti Esodo 25:21.<br />

Dopo averla consegnata ed affidata alla sua gestione gli or<strong>di</strong>na :<br />

• Di leggerla ogni 7 anni, nell’anno del condono v.10;


• Durante la festa delle Capanne (festa del peregrinare e del non <strong>di</strong>menticare);<br />

• Di radunare tutto Israele e farlo presentare davanti il Signore v.11;<br />

• Nel luogo scelto da Dio, non in qualunque luogo;<br />

• Leggendo questa legge affinché il popolo oda la legge e le nuove generazioni si convertano v.13<br />

La storia ci ricorda che alcuni re fecero così leggendo la legge del Signore a tutto il popolo all’epoca del loro<br />

inse<strong>di</strong>amento: Giosuè 8:33-35; Giosia in 2 Cronache 34:30; ed Esdra in Neemia 8:3.<br />

Mosè e Giosuè “vengono chiamati a rapporto dal capo” e nella tenda <strong>di</strong> convegno v.14-16 dove Dio stesso<br />

adesso appare ad entrambi e rivela il futuro che li attende:<br />

Che Mosè andrà ad incontrarsi con i suoi padri, rivelando una vita <strong>di</strong>fferente dopo la morte e se volete<br />

l’immortalità dell’anima;<br />

Che il popolo si sarebbe sviato, nonostante tutti gli avvertimenti dati avrebbe violato il patto v.16;<br />

Che sarebbero stati puniti per la loro infedeltà v.17, essendosi rivolti ad altri dei;<br />

A scriversi questo cantico v.19 ad insegnarlo come testimonianza.<br />

Infine Dio stesso incoraggia Giosuè ad essere forte e coraggioso.<br />

<strong>Il</strong> capitolo si conclude con la fine della stesura del <strong>libro</strong>, della conservazione dello stesso accanto all’arca del<br />

patto, cioè uno che perde Dio perde anche i suoi precetti invece essi devono essere entrambi vicini e con<br />

l’ultimo avviso dato al popolo certo che si sarebbe allontanato dal patto v.29, certo abbiamo detto poiché Dio<br />

glielo aveva rivelato concludendo con un cantico in presenza <strong>di</strong> tutto il popolo che me<strong>di</strong>teremo la prossima<br />

settimana.<br />

Capitolo 32 Nel capitolo 15 dell’apocalisse verso 3, la visione del mare <strong>di</strong> “vetro” o meglio trasparente, con i<br />

santi in pie<strong>di</strong> sulla riva <strong>di</strong> quel mare che cantano “il cantico <strong>di</strong> Mosè servo <strong>di</strong> Dio, e il cantico dell’Agnello” ha<br />

un significato molto particolare per noi, sono qui presenti i due patti per eccellenza la legge e la grazia. <strong>Il</strong><br />

cantico <strong>di</strong> Mosè fu composto e cantato quando Israele fu liberato dall’Egitto, portato attraverso il Mar Rosso, e<br />

poi privilegiato <strong>di</strong> testimoniare lo spettacolo dei suoi nemici ricoperti dalle acque richiusesi del Mar Rosso.<br />

Davanti ad Israele si stendeva il viaggio nel deserto prima <strong>di</strong> poter entrare nella Terra Promessa. Davanti a loro<br />

c’erano pure i nemici che sfidavano il loro passaggio. Ma la grande realtà era la liberazione dalle catene, dalla<br />

schiavitù, e l’equipaggiamento con la gloriosa libertà dei figli <strong>di</strong> Dio. Essi erano ora una nazione santa, e un real<br />

sacerdozio in Dio, la cui presenza marciava con loro e che fece la propria tenda regale al centro del campo.<br />

Ogni riga <strong>di</strong> questo cantico echeggia i Salmi ed i Profeti. La liberazione prefigurata nell’Esodo, nel ritorno dalla<br />

cattività in Babilonia, in ogni liberazione <strong>di</strong> Israele, tutte queste molto <strong>di</strong> più fu adempiuto sul Calvario nella<br />

grande liberazione che Cristo ha compiuto per la Sua Chiesa nel rovesciare i legami del peccato e della morte.<br />

Questo è il gioioso cantico dei redenti <strong>di</strong> ogni epoca, e la gioiosa anticipazione <strong>di</strong> piena e finale vittoria: “tutte<br />

le nazioni verranno e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giu<strong>di</strong>zi sono stati manifestati”. Cristo è Re delle<br />

nazioni. Questa è l’aspettativa (prospettiva) cristiana e deve essere il programma d’azione dei Cristiani: la<br />

sovranità <strong>di</strong> Cristo su tutte le cose e su tutte le nazioni. <strong>Il</strong> cantico <strong>di</strong> liberazione, ai giorni <strong>di</strong> Mosè e al giorno<br />

d’oggi, è il Cantico dell’Agnello.<br />

<strong>Il</strong> cantico <strong>di</strong> Mosè che ora leggiamo intreccia alle sue parole le <strong>di</strong>chiarazioni in prima persona <strong>di</strong> Dio stesso. Gli<br />

stu<strong>di</strong>osi sono convinti che l’inno rifletta uno schema letterario caro ai profeti, quello <strong>di</strong> una requisitoria<br />

pubblica (in ebraico = «rib», “lite”, “contesa” giu<strong>di</strong>ziaria) nei confronti dell’infedeltà e della rottura degli<br />

impegni dell’alleanza con Dio da parte d’Israele. Di <strong>di</strong>fficile datazione (le ipotesi vanno dal XI al VI secolo<br />

a.C.), il cantico è posteriore a Mosè — almeno nella forma in cui ora lo troviamo nella Bibbia — e suppone il<br />

popolo ebraico già stanziato nella terra promessa.<br />

Brevemente nel testo troviamo un appello rivolto ai cieli e alla terra proprio per in<strong>di</strong>care l’universalità del canto<br />

e della gloria <strong>di</strong> Dio, perché se l’uomo continuerà a non voler ascoltare o a <strong>di</strong>menticare i cieli e la terra, che<br />

sono pieni della gloria del Signore sono testimoni veraci. L’argomento <strong>di</strong> questo canto è l’insegnamento che è<br />

paragonata alla rugiada che bagna, annaffia e <strong>di</strong>sseta le tenere verdure. I buoni insegnamenti sono sempre<br />

preferibili ai sentimenti emozionali passeggeri, Proverbi 4:13; 23:23,26.<br />

<strong>Il</strong> testo può sud<strong>di</strong>vidersi in alcune parti :<br />

• Dove la prima è innalzare e magnificare il Signore v.1-6, poiché Egli è la Rocca 1 Corinzi 10:1-5.<br />

• La seconda parte è un invito a non <strong>di</strong>menticare nulla <strong>di</strong> ciò che Dio ha fatto, dalla chiamata, alla guida lungo<br />

il deserto, alla preservazione, all’aiuto, alla misericor<strong>di</strong>a e liberazione v.7-14.<br />

• La terza è la caduta <strong>di</strong> chi si riteneva giusto (questo è il significato <strong>di</strong> Iesurun, che è il nome poetico dato ad<br />

Israele Isaia 44:2) ingrassato dai grassi <strong>di</strong> chi si sente sazio e non ha più alcuna fame v.13-18;<br />

• La conseguenza <strong>di</strong> tale atto è l’allontanamento <strong>di</strong> Dio ed il suo volto nascosto a chi non lo cerca più e l’ra del<br />

giu<strong>di</strong>zio che è pronto a raggiungere ogni anima anche nello sheol v.18-25;


• I versi 26-27 è Dio che risponde a se stesso e frena la sua mano <strong>di</strong> giu<strong>di</strong>zio affinché il nemico non si gonfi e<br />

<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> essere stato lui l’autore della sconfitta del popolo del Signore, invece è solo l’auto<strong>di</strong>struzione, è solo<br />

suici<strong>di</strong>o allontanarsi o non riconoscere Dio;<br />

• I vv.28-33 è per la sovranità <strong>di</strong> Dio sia per i figliuoli <strong>di</strong> Dio sia per i nemici vincere le guerre, perché senza il<br />

suo aiuto saremmo spazzati;<br />

• Tutto ciò deve far riflettere che non vi è altro Dio e nessuno che può salvare v.34-43;<br />

La fine del capitolo è la solenne consegna <strong>di</strong> questo canto ai figli d’Israele v.44-47 e l’ultima esortazione a tutto<br />

il popolo a prendere a cuore TUTTE LE PAROLE DELLA LEGGE.<br />

I versi finali v.48-52 aprono la parte finale della biografia privata <strong>di</strong> Mosè, <strong>di</strong> quello che l’attendeva e <strong>di</strong> come<br />

si preparava ad incontrare Colui che gli parlava faccia a faccia. L’invito finale era <strong>di</strong> salire sul monte Nebo, in<br />

un territorio dove avrebbe contemplato e visto la terra promessa, ma senza potervi entrare perché anche lui era<br />

stato debole in alcuni percorsi della sua vita e glieli cita pure a Meriba, a Cades e nel deserto <strong>di</strong> Sin.<br />

Capitolo 33 <strong>Il</strong> capitolo precedente si era concluso con le esortazioni personali finali e come tutti i commiati che<br />

si rispettino in cui vi è un po’ <strong>di</strong> affetto e <strong>di</strong> spiritualità vera non può non esserci una bene<strong>di</strong>zione finale, una<br />

bene<strong>di</strong>zione su ogni tribù, che è sia una preghiera che una pre<strong>di</strong>zione della loro felicità. <strong>Il</strong> primo verso è il titolo<br />

del capitolo: è una bene<strong>di</strong>zione. Dopo esser stato forse anche un po’ duro in precedenza non li lascia con<br />

l’amaro in bocca ma con una santa bene<strong>di</strong>zione, che scenderà su loro e su tutti i figli <strong>di</strong> pace. È una preghiera<br />

d’intercessione e <strong>di</strong> esortazione, come un genitore per Israele, Mosè bene<strong>di</strong>ce tutte le tribù, anche quelle che si<br />

erano comportate male. Non c’è bene<strong>di</strong>zione senza l’esaltazione ed il riconoscimento <strong>di</strong> chi è sceso dalla sua<br />

gloria per incontrare l’uomo e dargli le sue leggi affinché le rispetti, v.2-5 e chiama se stesso Re <strong>di</strong> Iesurum.<br />

Viene definita legge <strong>di</strong> fuoco, perché promulgata in mezzo al fuoco Deu. 4:33, e perché opera come un fuoco,<br />

se ricevuta scioglie, riscalda e purifica da ogni peccato, ma se rifiutata tormenta e <strong>di</strong>strugge.<br />

Le bene<strong>di</strong>zioni per le tribù:<br />

• V.6 Ruben – viva Ruben e che egli non muoia, è in invito alla preservazione <strong>di</strong> questa tribù <strong>di</strong><br />

combattenti, che avevano fatto dei confini il proprio territorio dove vivere;<br />

• V.7 Giuda – Gesù proveniva da questa tribù ed in generale, Mosè pre<strong>di</strong>ce la prosperità affinché Dio<br />

oda le sue preghiere e la stabilisca nella parte assegnatale. Giuda è e sarà sempre, nella sua personale<br />

storia una combattente, l’unico ceppo rimasto sempre fedele al Signore viene da Giuda, Dio gli sarà <strong>di</strong><br />

aiuto in tutte le sue battaglie contro i suoi nemici;<br />

• V.8-11 Levi – nella bene<strong>di</strong>zione della tribù <strong>di</strong> Levi, Mosè si esprime <strong>di</strong> più non solo perché è la sua,<br />

ma perché è quella <strong>di</strong> Dio. È una bene<strong>di</strong>zione riguardante il suo sommo sacerdote, chiamato fedele o<br />

Kadosh cioè messo a parte, ricor<strong>di</strong>amo che nel cappello egli portava scritto santo all’Eterno. Egli<br />

prega che l’ufficio dell’urim e del tumin rimanga in eterno (luci e perfezioni). Loda lo zelo <strong>di</strong> questa<br />

tribù per Dio, capaci a rinunciare agli affetti familiari pur <strong>di</strong> servire Dio v. 9 Marco 3:31-35 Mat.<br />

10:31-35 e fedeli nell’insegnamento della legge <strong>di</strong> Dio quali interme<strong>di</strong>ari o come <strong>di</strong>rà Paolo degli<br />

ambasciatori che usano la parola per riconciliare l’uomo a Dio<br />

• V. 12 Beniamino – viene definito l’amato dell’Eterno, gli viene assicurata la protezione <strong>di</strong>vina, perché<br />

colui che è amato da Dio albergherà al sicuro Sal.91:1, pare che profeticamente gli attesta che là<br />

sorgerà il tempio da de<strong>di</strong>care al Signore (un po’ estrema come profezia anche se poi su una delle sue<br />

colline sorgerà il tempio <strong>di</strong> Salomone …egli riposerà tra le sue colline…);<br />

• V.13-17 Giuseppe – la bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Giuseppe che include sia Manasse che Efraim che erano i figli<br />

<strong>di</strong> Giuseppe Genesi 46:20, era la maggiore perché Mosè lo definisce principe tra i suoi fratelli.<br />

Abbondanza sarà la bene<strong>di</strong>zione con cui quei terreni fruttiferi si apprestavano a raccogliere la<br />

bene<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> Dio, egli prega per la pioggia che non venga a mancare, per il tepore del sole senza il<br />

quale nessun erba germoglierebbe, la forza necessaria per andare avanti, oltre alle bene<strong>di</strong>zioni<br />

spirituali che non devono mai mancare ad una tribù che cammina con Dio, ma non una presenza<br />

semplice la stessa presenza che aveva conquistato la sua vita alla presenza del pruno ardente v.16;<br />

• V. 18-19 Zabulon ed Issacar – bene<strong>di</strong>zione rivolta insieme perché sono entrambi i figli <strong>di</strong> Giacobbe e<br />

Lea, <strong>di</strong> loro viene predetto che avrebbero avuto una sistemazione confortevole e un buon impiego,<br />

Zabulon deve gioire perché avrà motivo <strong>di</strong> farlo e Mosè prega che possa uscire a combattere<br />

Giud.5:18, se Zabulon sarà benedetta nei suoi commerci marini, Issacar lo sarà nei suoi traffici interni,<br />

la provvidenza <strong>di</strong> Dio non è solo sufficiente ma è abbondante per tutti;<br />

• V. 20-21 Gad – questa era una delle tribù già stanziate dall’altro lato del Giordano, nel luogo in cui si<br />

trova Mosè adesso, questa è una tribù che si allargherà nell’espansione dei territori, che sarà una tribù<br />

valente e vittoriosa che <strong>di</strong>morerà al sicuro ed impavida come un leone, ma se provocata reagirà come<br />

una leonessa tra le fessure delle rocce;


• V.22 Dan – nella sua bene<strong>di</strong>zione Giacobbe l’aveva paragonato ad un serpente astuto, Mosè invece lo<br />

paragone ad un leone coraggioso e risoluto;<br />

• V.23 Neftali – osserva questa tribù con meraviglia e la loda per la sua felicità che non possa mai<br />

perdere conservandola sempre, ella è sazia <strong>di</strong> favori, ricolma delle bene<strong>di</strong>zioni dell’Eterno, occupa il<br />

mare <strong>di</strong> Galilea che vide i numerosi miracoli <strong>di</strong> Gesù;<br />

• V.24 Ascer – prega e pre<strong>di</strong>ce 4 cose: la loro crescita numerica, il loro interesse nei confronti dei<br />

vicini, le ricchezze del territorio, la perennità della loro forza;<br />

• Manca tra le tribù quella <strong>di</strong> Simeone e non se ne ha nessuna certezza è un silenzio assordante;<br />

• V.26 Iesurum è la bene<strong>di</strong>zione per l’intera nazione che corre sul carro dei cieli, è la chiesa che è<br />

soccorsa, aiutata e protetta da Dio stesso che è il suo rifugio, e sotto <strong>di</strong> lui stanno le braccia eterne <strong>di</strong><br />

Dio, che scaccia davanti a te il tuo nemico…Israele abiterà al sicuro e miracolo dei miracoli è quando i<br />

nemici verranno ad adularti v.28 e tu calpesterai le loro alture ed il loro orgoglio.<br />

Capitolo 34 Dopo aver letto in che modo Mosè concluse la propria testimonianza, adesso ci viene narrata la sua<br />

morte, questo capitolo evidentemente non è stato scritto da lui, ma fu aggiunto da qualcun altro che ne curò la<br />

stesura con puntualità nei particolari. Dopo essersi congedato, dopo aver dato le ultime istruzioni, dopo aver<br />

benedetto tutti coloro che rappresentavano i suoi figli, Mosè ora sale sul monte Nebo, in vetta al Pisga, perché<br />

questo è il posto che Dio ha scelto Deut. 32:49-50, e vi si recò solo senza aiuto, perché le sue forze ed il suo<br />

vigore non era venuto meno.<br />

• Una riflessione coloro che sanno <strong>di</strong> essere stati accettati e salvati da Dio non hanno paura <strong>di</strong> affrontare il loro<br />

ultimo viaggio perché sanno che le braccia del Signore sono pronte ad accoglierli Atti 7:55-60.<br />

• Dio lo porta nella montagna <strong>di</strong> fronte alla terra promessa per poter vedere con i suoi occhi ciò per cui ha<br />

camminato fedelmente per 40 anni, egli può ammirare con i suoi occhi ciò che Dio ha preparato per il suo<br />

popolo.<br />

• Egli vide da lontano la terra promessa come tutti i santi dell’antico testamento avevano visto da lontano il<br />

regno del Messia;<br />

• Egli vide tutto questo prima <strong>di</strong> morire, a volte Dio riserva ai suoi figli le rivelazioni più forti della sua grazia<br />

proprio quando stanno per morire, Canaan era il paese dell’Emmanuele Isaia 8:8.<br />

Mosè morì, perché l’Id<strong>di</strong>o sovrano l’aveva stabilito secondo il rhema che aveva pronunciato v.5, l’aveva detto,<br />

pur essendo mansueto ed umile Numeri 12:3 Dio ha decretato così, egli, il servo dell’Eterno “oiketês: colui<br />

che vive nella stessa casa <strong>di</strong> un altro” ora incontra il suo creatore a servirlo giorno e notte Apoc. 7:15. Muore<br />

come l’Eterno aveva comandato, o secondo il testo ebraico originale “sulla bocca <strong>di</strong> Yahwè” , gli ebraisti<br />

commentano: “con un bacio dalla bocca <strong>di</strong> Dio”. Senza dubbio morì spe<strong>di</strong>tamente, fu un’eutanasia <strong>di</strong>vina, non<br />

ci fu banda a suonare per il suo funerale o folle straripanti che straziate andavano alla ricerca del loro idolo ma<br />

nella sua morte Mosè gusto tutto il tenero amore <strong>di</strong> Dio, il fatto che morì sulla bocca <strong>di</strong> Dio significa anche che<br />

fino all’ultimo la sua perseveranza fu quella <strong>di</strong> essergli ubbi<strong>di</strong>ente sino all’ultimo cammino, ubbidendo<br />

totalmente alla sua volontà.<br />

Circa la sua sepoltura alcuni stu<strong>di</strong>osi hanno pensato che Mosè fosse stato portato in cielo come Elia ed Enoc,<br />

ma la parola <strong>di</strong> Dio in questo punto è chiarissima e sottolinea della sua morte e della sua sepoltura attestando<br />

che Dio stesso lo seppellì! Si servì <strong>di</strong> angeli? Non sappiamo, ma sappiamo che è preziosa la morte dei suoi<br />

fedeli Salmo116:15.<br />

<strong>Il</strong> problema della sepoltura è interessante perché il luogo specifico non fu reso noto per evitare che i figli<br />

d’Israele, così inclini all’idolatria, non adorassero le spoglie <strong>di</strong> Mosè. Molti pensano che la contesa fra Michele<br />

(che secondo alcuni sarebbe Gesù) ed il <strong>di</strong>avolo, nella contesa che ebbero per il corpo <strong>di</strong> Mosè Giuda 9 fu<br />

proprio questa, il <strong>di</strong>avolo avrebbe voluto rivelare il luogo della sepoltura in modo da sedurre il popolo e<br />

Michele non glielo permise.<br />

I giorni del lutto furono 30 per attestare che grande uomo sia stato Mosè v.8, ma non fu l’attestazione <strong>di</strong> pochi<br />

amici ma il profondo rispetto da parte <strong>di</strong> tutti i figli d’Israele.<br />

Infine il capito si conclude con il passaggio del testimone a Giosuè che fu pieno dello Spirito <strong>di</strong> sapienza perché<br />

Mosè aveva imposto le sue mani sul suo capo e perché da adesso avrebbe dovuto governare il popolo <strong>di</strong> Dio<br />

che non è mai cosa semplice, sia per attacchi esterni, sia per <strong>di</strong>rezione, sia per attacchi interni…ci vuole tanta<br />

ma tanta sapienza ma non umana ma spirituale.


Una cosa è certa che mai più ci sarà un uomo come Mosè in grado <strong>di</strong> parlare faccia a faccia con Dio ed in effetti<br />

noi oggi abbiamo comunione con il Padre grazie alla me<strong>di</strong>azione del Suo figliuolo Gesù Cristo che è benedetto<br />

in Eterno!<br />

…si ringrazia infinitamente:<br />

l’Amore <strong>di</strong> Dio Padre<br />

la grazia meravigliosa ed infinita del Suo Figliuolo Gesù Cristo<br />

la guida insostituibile e la consolazione dello Spirito <strong>San</strong>to!<br />

Bibliografia


Investigare le scritture: Jack S. Deere<br />

Matthew Henry: Commentario Biblico<br />

C.I. Scofield: note esplicative e commenti<br />

Wikipe<strong>di</strong>a: l’enciclope<strong>di</strong>a libera on line

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