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Il libro di Deuteronomio R.Marletta - Comunità Evangelica ADI San ...

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• Durante la festa delle Capanne (festa del peregrinare e del non <strong>di</strong>menticare);<br />

• Di radunare tutto Israele e farlo presentare davanti il Signore v.11;<br />

• Nel luogo scelto da Dio, non in qualunque luogo;<br />

• Leggendo questa legge affinché il popolo oda la legge e le nuove generazioni si convertano v.13<br />

La storia ci ricorda che alcuni re fecero così leggendo la legge del Signore a tutto il popolo all’epoca del loro<br />

inse<strong>di</strong>amento: Giosuè 8:33-35; Giosia in 2 Cronache 34:30; ed Esdra in Neemia 8:3.<br />

Mosè e Giosuè “vengono chiamati a rapporto dal capo” e nella tenda <strong>di</strong> convegno v.14-16 dove Dio stesso<br />

adesso appare ad entrambi e rivela il futuro che li attende:<br />

Che Mosè andrà ad incontrarsi con i suoi padri, rivelando una vita <strong>di</strong>fferente dopo la morte e se volete<br />

l’immortalità dell’anima;<br />

Che il popolo si sarebbe sviato, nonostante tutti gli avvertimenti dati avrebbe violato il patto v.16;<br />

Che sarebbero stati puniti per la loro infedeltà v.17, essendosi rivolti ad altri dei;<br />

A scriversi questo cantico v.19 ad insegnarlo come testimonianza.<br />

Infine Dio stesso incoraggia Giosuè ad essere forte e coraggioso.<br />

<strong>Il</strong> capitolo si conclude con la fine della stesura del <strong>libro</strong>, della conservazione dello stesso accanto all’arca del<br />

patto, cioè uno che perde Dio perde anche i suoi precetti invece essi devono essere entrambi vicini e con<br />

l’ultimo avviso dato al popolo certo che si sarebbe allontanato dal patto v.29, certo abbiamo detto poiché Dio<br />

glielo aveva rivelato concludendo con un cantico in presenza <strong>di</strong> tutto il popolo che me<strong>di</strong>teremo la prossima<br />

settimana.<br />

Capitolo 32 Nel capitolo 15 dell’apocalisse verso 3, la visione del mare <strong>di</strong> “vetro” o meglio trasparente, con i<br />

santi in pie<strong>di</strong> sulla riva <strong>di</strong> quel mare che cantano “il cantico <strong>di</strong> Mosè servo <strong>di</strong> Dio, e il cantico dell’Agnello” ha<br />

un significato molto particolare per noi, sono qui presenti i due patti per eccellenza la legge e la grazia. <strong>Il</strong><br />

cantico <strong>di</strong> Mosè fu composto e cantato quando Israele fu liberato dall’Egitto, portato attraverso il Mar Rosso, e<br />

poi privilegiato <strong>di</strong> testimoniare lo spettacolo dei suoi nemici ricoperti dalle acque richiusesi del Mar Rosso.<br />

Davanti ad Israele si stendeva il viaggio nel deserto prima <strong>di</strong> poter entrare nella Terra Promessa. Davanti a loro<br />

c’erano pure i nemici che sfidavano il loro passaggio. Ma la grande realtà era la liberazione dalle catene, dalla<br />

schiavitù, e l’equipaggiamento con la gloriosa libertà dei figli <strong>di</strong> Dio. Essi erano ora una nazione santa, e un real<br />

sacerdozio in Dio, la cui presenza marciava con loro e che fece la propria tenda regale al centro del campo.<br />

Ogni riga <strong>di</strong> questo cantico echeggia i Salmi ed i Profeti. La liberazione prefigurata nell’Esodo, nel ritorno dalla<br />

cattività in Babilonia, in ogni liberazione <strong>di</strong> Israele, tutte queste molto <strong>di</strong> più fu adempiuto sul Calvario nella<br />

grande liberazione che Cristo ha compiuto per la Sua Chiesa nel rovesciare i legami del peccato e della morte.<br />

Questo è il gioioso cantico dei redenti <strong>di</strong> ogni epoca, e la gioiosa anticipazione <strong>di</strong> piena e finale vittoria: “tutte<br />

le nazioni verranno e adoreranno davanti a te, perché i tuoi giu<strong>di</strong>zi sono stati manifestati”. Cristo è Re delle<br />

nazioni. Questa è l’aspettativa (prospettiva) cristiana e deve essere il programma d’azione dei Cristiani: la<br />

sovranità <strong>di</strong> Cristo su tutte le cose e su tutte le nazioni. <strong>Il</strong> cantico <strong>di</strong> liberazione, ai giorni <strong>di</strong> Mosè e al giorno<br />

d’oggi, è il Cantico dell’Agnello.<br />

<strong>Il</strong> cantico <strong>di</strong> Mosè che ora leggiamo intreccia alle sue parole le <strong>di</strong>chiarazioni in prima persona <strong>di</strong> Dio stesso. Gli<br />

stu<strong>di</strong>osi sono convinti che l’inno rifletta uno schema letterario caro ai profeti, quello <strong>di</strong> una requisitoria<br />

pubblica (in ebraico = «rib», “lite”, “contesa” giu<strong>di</strong>ziaria) nei confronti dell’infedeltà e della rottura degli<br />

impegni dell’alleanza con Dio da parte d’Israele. Di <strong>di</strong>fficile datazione (le ipotesi vanno dal XI al VI secolo<br />

a.C.), il cantico è posteriore a Mosè — almeno nella forma in cui ora lo troviamo nella Bibbia — e suppone il<br />

popolo ebraico già stanziato nella terra promessa.<br />

Brevemente nel testo troviamo un appello rivolto ai cieli e alla terra proprio per in<strong>di</strong>care l’universalità del canto<br />

e della gloria <strong>di</strong> Dio, perché se l’uomo continuerà a non voler ascoltare o a <strong>di</strong>menticare i cieli e la terra, che<br />

sono pieni della gloria del Signore sono testimoni veraci. L’argomento <strong>di</strong> questo canto è l’insegnamento che è<br />

paragonata alla rugiada che bagna, annaffia e <strong>di</strong>sseta le tenere verdure. I buoni insegnamenti sono sempre<br />

preferibili ai sentimenti emozionali passeggeri, Proverbi 4:13; 23:23,26.<br />

<strong>Il</strong> testo può sud<strong>di</strong>vidersi in alcune parti :<br />

• Dove la prima è innalzare e magnificare il Signore v.1-6, poiché Egli è la Rocca 1 Corinzi 10:1-5.<br />

• La seconda parte è un invito a non <strong>di</strong>menticare nulla <strong>di</strong> ciò che Dio ha fatto, dalla chiamata, alla guida lungo<br />

il deserto, alla preservazione, all’aiuto, alla misericor<strong>di</strong>a e liberazione v.7-14.<br />

• La terza è la caduta <strong>di</strong> chi si riteneva giusto (questo è il significato <strong>di</strong> Iesurun, che è il nome poetico dato ad<br />

Israele Isaia 44:2) ingrassato dai grassi <strong>di</strong> chi si sente sazio e non ha più alcuna fame v.13-18;<br />

• La conseguenza <strong>di</strong> tale atto è l’allontanamento <strong>di</strong> Dio ed il suo volto nascosto a chi non lo cerca più e l’ra del<br />

giu<strong>di</strong>zio che è pronto a raggiungere ogni anima anche nello sheol v.18-25;

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