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Il libro di Deuteronomio R.Marletta - Comunità Evangelica ADI San ...

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ammaestrato dalla parola, <strong>di</strong>rà più in là l’apostolo Paolo, faccia parte <strong>di</strong> tutti i suoi beni a chi l’ammaestra,<br />

Galati 6:6. Spalla, mascella, e stomaco era la parte che toccava sistematicamente a loro v.3-4. E se qualche<br />

levita si sente chiamato in un’altra città secondo il desiderio del proprio cuore, potrà e dovrà fare il servizio con<br />

i suoi fratelli, sostenuto in egual misura con gli altri v.6-8<br />

Dai versi 8-14 vengono date in<strong>di</strong>cazioni ed istruzioni sulla <strong>di</strong>vinazione e la magia, sembra impossibile che ciò<br />

possa essere solo pensabile eppure il pericolo era ed è presente, è come andare nei boschi senza i veleni antivipera.<br />

La consacrazione dei loro figli a Moloc facendoli passare per il fuoco ed offrendoli in sacrificio v.10 era<br />

da aborrire. L’uso <strong>di</strong> arti <strong>di</strong>vinatorie, per cercare <strong>di</strong> acquisire l’inutile conoscenza <strong>di</strong> cose avvenire, pronostici,<br />

auguri, magie e altro ancora erano detestate dal Signore v.12-14. Astrologi ed indovini erano da allontanare.<br />

• 2Re 23:5 Destituì i sacerdoti idolatri che i re <strong>di</strong> Giuda avevano istituito per offrire profumi negli alti luoghi delle città<br />

<strong>di</strong> Giuda e nei <strong>di</strong>ntorni <strong>di</strong> Gerusalemme, e quelli pure che offrivano profumi a Baal, al sole, alla luna, ai segni dello<br />

zo<strong>di</strong>aco, e a tutto l'esercito del cielo.<br />

• Ger 10:2 Così parla il SIGNORE: ´Non imparate a camminare nella via delle nazioni, e non abbiate paura dei segni<br />

del cielo, perché sono le nazioni quelle che ne hanno paura.<br />

• Mat 16:3 e la mattina <strong>di</strong>te: "Oggi tempesta, perché il cielo rosseggia cupo!" L'aspetto del cielo lo sapete dunque<br />

<strong>di</strong>scernere, e i segni dei tempi non riuscite a <strong>di</strong>scernerli?<br />

<strong>Deuteronomio</strong> 18:10 Non trovisi fra te chi faccia passare il suo figliuolo o la sua figliuola per lo fuoco; nè<br />

indovino, nè pronosticatore, nè augure, nè malioso; (Diodati)<br />

Augure<br />

Da Wikipe<strong>di</strong>a, l'enciclope<strong>di</strong>a libera.<br />

L'augure (dal latino augur, al plurale augures) era un sacerdote e un indovino ufficiale dell'Antica Roma. Queste figure<br />

erano tuttavia già note alla cultura etrusca, come <strong>di</strong>mostra la Tomba degli auguri a Tarquinia. Nel periodo arcaico<br />

c'erano due tipi <strong>di</strong> augure principalmente gli auguria privata sulla cui base si prendevano alcune decisioni all'interno<br />

della famiglia e gli auguria publica[1] per quanto riguarda l'ambito pubblico. Esistevano più auguri <strong>di</strong> questo ultimo<br />

tipo, che costituivano un collegium (tre auguri, che <strong>di</strong>vennero 15 da Silla in poi) che veniva consultato dal magistrato<br />

prima <strong>di</strong> ogni importante atto pubblico. Dalla nascita della Repubblica (509 a.C.) e fino alla fine del IV secolo a.C. solo i<br />

patrizi poterono far parte <strong>di</strong> questo collegio, mentre dal 300 a.C. vi ebbero accesso anche i plebei. <strong>Il</strong> compito degli<br />

auguri era <strong>di</strong> trarre auspicia dall'osservazione del volo, del comportamento e del verso degli uccelli e <strong>di</strong> capire se gli dèi<br />

approvavano o no l'agire umano sia nell'ambito pubblico sia in quello privato, sia in pace sia in guerra. Erano inoltre<br />

specializzati nello stu<strong>di</strong>o delle viscere degli animali sacrificali e in quello delle con<strong>di</strong>zioni atmosferiche, come la caduta<br />

dei fulmini. L'augure non doveva pre<strong>di</strong>re quale fosse la cosa migliore da fare, ma solo se un qualcosa su cui si era già<br />

deciso incontrasse o meno l'approvazione <strong>di</strong>vina (ciò si desume da: Livio, I, 35,3). Secondo la religione romana, gli<br />

Auspicia (plurale dal latino auspicium) sono i segni <strong>di</strong>vini che un augure trae dal cielo. A seconda del movimento delle<br />

ron<strong>di</strong>ni, del loro numero e da altri fattori, un augure traccia dei segni immaginari nel cielo e poi li riporta proiettandoli<br />

sul pavimento,creando una specie <strong>di</strong> mappa. Trarre gli auspicia era necessario soprattutto quando si attraversavano<br />

determinati confini, per capire la volontà degli dei. Non farlo sarebbe stato un affronto alle Divinità e (secondo la<br />

mentalità dei Romani) avrebbe provocato tremende sciagure.Uno dei casi più famosi in cui i Romani Trassero gli<br />

auspicia è la leggenda <strong>di</strong> Romolo e Remo.Secondo alcune fonti(fra cui Livio nel suo "Ab Urbe Con<strong>di</strong>ta")per decidere chi<br />

dovesse avere la supremazia della città <strong>di</strong> Roma,Romolo e Remo si recarono rispettivamente Sul Palatino e sul Quirinale<br />

e chi per primo fra i due avvesse avvistato degli uccelli avrebbe dominato Roma.Remo per primo avvistò sei avvoltoi,poi<br />

Romolo,quando ricevette la notizia che Remo aveva ricevuto gli aupicia,na vide ben do<strong>di</strong>ci.Cosi,non sapendo se usare il<br />

numero o il tempo come metodo capire chi dei due aveva vinto,Entrambi ottennero il potere.In seguito Remo oltrepassò<br />

un confine stabilito da Romolo e venne ucciso.Romolo dopo aver fatto ciò,<strong>di</strong>sse furibondo:"chiunque oltrepasserà questo<br />

confine otterrà la stessa punizione".<br />

Sono pericoli da allontanare perché è dato al <strong>di</strong>avolo il potere <strong>di</strong> poter ingannare e <strong>di</strong> sedurre le menti.<br />

<strong>Deuteronomio</strong> 18:11 né incantatore, né chi doman<strong>di</strong> lo spirito <strong>di</strong> Pitone, né mago, né negromante. (Diodati).<br />

Al verso 15 vi è una profezia riguardante Gesù (Giov.1:21, 45 6:14 Atti 3:22-23 7:37) e giustamente chi non<br />

darà conto alle parole <strong>di</strong> Gesù dovrà renderne conto a Dio stesso non più a nessun tribunale umano v.37.<br />

La conclusione è rivolta verso i falsi profeti che avranno la presunzione <strong>di</strong> parlare nel nome del Signore, ma<br />

come riconoscerli? Da quello che <strong>di</strong>cono, dai frutti, se si avvera è un profeta <strong>di</strong> Dio, ma se non si avvera è un<br />

falso profeta, non lo devi temere anzi deve essere messo a morte v.20.<br />

• 1Corinzi 12:10 a un altro, potenza <strong>di</strong> operare miracoli; a un altro, profezia; a un altro, il <strong>di</strong>scernimento degli<br />

spiriti; a un altro, <strong>di</strong>versità <strong>di</strong> lingue e a un altro, l'interpretazione delle lingue;<br />

• 1Tessalonicesi 5:19-21 Non spegnete lo Spirito. Non <strong>di</strong>sprezzate le profezie; ma esaminate ogni cosa e<br />

ritenete il bene;<br />

Capitolo 19 Uno dei precetti dati ai figli <strong>di</strong> Noè era stato: <strong>Il</strong> sangue <strong>di</strong> chiunque spargerà il sangue sarà sparso<br />

dall’uomo, riguardava cioè la vendetta in caso <strong>di</strong> omici<strong>di</strong>o Genesi 9:6. Ora abbiamo qui la legge riguardante i<br />

rapporti fra l’assassino e l’ucciso ed i suoi ere<strong>di</strong> o amici. Le città rifugio erano una protezione per chi ha

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