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ANNO XV<br />
APRILE<br />
2008<br />
2<br />
“La vita<br />
non dipende<br />
dai beni”
Cosa trovi in questo numero<br />
“La vita non dipende dai beni” ….. 3<br />
Il nostro Decano Mons. Motta<br />
in visita alla comunità ….. 5<br />
In Oratorio ….. 6<br />
Pollicino ….. 8<br />
Scuola Sant’Ambrogio ….10<br />
Dopo “L’ombra delle Croci” ….12<br />
Le reliquie della Passione di<br />
nostro Signore Gesù Cristo ….15<br />
Confraternita<br />
del SS. Sacramento ….18<br />
Il nostro recapito è:<br />
Trema2003@libero.it
Sorelle e fratelli nel Signore,<br />
Parola e Vita<br />
3<br />
“La vita<br />
non dipende<br />
dai beni”<br />
la gioia che respiriamo nella liturgia del Tempo Pasquale ci annuncia la presenza<br />
costante fra noi di Gesù Risorto che ci spinge a continuare la sua stessa missione.<br />
In questo mese d’Aprile abbiamo raggiunto la terza tappa del nostro cammino<br />
di fede intitolata: “La vita non dipende dai beni”.<br />
Il Vangelo di Luca parla di un uomo che aveva tenuto per sé tutta l’eredità dei genitori,<br />
ignorando volutamente i diritti del fratello: Uno della folla gli disse: «Maestro, dì a<br />
mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito<br />
giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Guardatevi e tenetevi lontano da<br />
ogni cupidigia, perché anche se uno è nell'abbondanza la sua vita non dipende dai<br />
suoi beni» (Luca 12,13-15). Gesù a questo punto racconta la parabola del “possidente<br />
stolto”, un uomo che faceva consistere la propria sicurezza nell’accumulo dei beni:<br />
quando finalmente crede d’avere raggiunto il successo si rende conto che la sua vita<br />
è alla fine e — destino beffardo - altri si godranno il frutto delle sue fatiche.<br />
I soldi, i beni materiali, il successo, il piacere, il benessere: con questo siamo abituati<br />
a misurare la nostra esistenza, come se tutto dipendesse solo da noi e dalle forze<br />
dell’uomo…<br />
“Con i soldi si può fare tutto” - siamo abituati a dire - e questa sembra la logica che<br />
tutto muove e tutto spiega nel mondo, con le conseguenze tragiche che ne derivano:<br />
fame, guerre, ingiustizie, prepotenze, ma anche — nel nostro piccolo — inimicizie e divisioni<br />
tra fratelli spesso causate da interessi economici.<br />
Un minimo di saggezza umana ci avverte che non tutto si può comprare o misurare<br />
coi soldi, e che le cose essenziali e la vita stessa abitano da un’altra parte: i beni sono<br />
un mezzo per vivere e far vivere decorosamente, non l’unico scopo della vita; noi,<br />
in realtà, non possediamo nulla: siamo solo amministratori dei nostri beni per il breve<br />
corso della nostra esistenza.<br />
Gesù è venuto donarci “la vita in abbondanza”; per questo vuole guarirci dalla febbre<br />
del possedere, metterci in guardia dall’ambiguità delle ricchezze e donarci una<br />
grande libertà interiore: a sicurezza del discepolo non consiste dall’accumulo dei<br />
beni ma nell’amore del Padre e dei fratelli.<br />
Gesù ci ha testimoniato in prima persona alcuni comportamenti concreti che noi, da<br />
veri discepoli, vogliamo imitare: saper apprezzare ciò che abbiamo, riscoprire il gu-
sto dell’essenziale e non farsi travolgere dalla smania del superfluo, avere a cuore<br />
anche il bene degli altri e condividere ciò che abbiamo con chi è meno fortunato, fidarsi<br />
di Dio e affidarsi alla sua paternità provvidente…<br />
Fervono i preparativi per la Festa Patronale di Maggio in onore della Madonna di Fatima.<br />
Che cosa chiede il vostro Parroco alla Madonna? Che la nostra Comunità sappia cogliere<br />
questa occasione per crescere.<br />
La Festa Patronale è anzitutto annunciare la testimonianza evangelica di Maria e affidarsi<br />
alla sua protezione. Vediamo nelle apparizioni di Fatima un segno della sua<br />
presenza materna anche in questo “oggi” della storia : la Madre non ci abbandona;<br />
ci ama e ci incoraggia a continuare sulla strada che ci ha indicato. Noi la ascoltiamo<br />
e le ubbidiamo; ella ci dà un esempio e noi vogliamo imitarla.<br />
Maria è Madre della Chiesa: di tutta la Chiesa e insieme di ogni sua singola porzione,<br />
anche la più piccola e sconosciuta. Cosa caratterizza il nostro essere “Comunità<br />
parrocchiale”? Siamo molti e viviamo insieme ma... non ci siamo scelti (a volte neppure<br />
ci conosciamo); abbiamo professioni, età, doti, cultura, tenore di vita diversi:<br />
Maria madre della Chiesa ci aiuta a capire ciò che fa di noi “una cosa sola”.<br />
Ciò che unisce è “l’essere di Cristo”: appartenere a lui nella fede, come proprietà da<br />
lui conquistata a prezzo del suo sangue.<br />
Vogliamo allora festeggiare questo legame come realtà profonda e decisiva; vogliamo<br />
annunciare anche la novità che da questo deriva, che ci è stata donata, e che<br />
vogliamo coniugare nella concretezza di tutte le circostanze.<br />
Concludo con un invito: Domenica 18 Maggio alle 16 tutti allo Stadio Ferruccio per la<br />
S. Messa con il Cardinale! La nostra Comunità “gioca in casa” ed è particolarmente<br />
chiamata ad una presenza molto numerosa.<br />
Saluto tutti cordialmente e tutti porto nella preghiera davanti al Signore.<br />
SANT’AMBROGIO<br />
4<br />
Il Vostro Parroco<br />
Don Giuseppe
Il nostro Decano Mons. Motta<br />
in visita alla comunità<br />
Sabato 12 aprile la nostra comunità ha vissuto un momento molto importante in<br />
preparazione alla visita pastorale decanale del nostro Arcivescovo. Incaricato dal Cardinale,<br />
mons. Motta, nostro Decano e Prevosto Mitrato di Seregno, è venuto a visitare la<br />
nostra comunità parrocchiale. Ha incontrato nel pomeriggio il Consiglio Affari Economici<br />
Parrocchiale, ha celebrato la Santa Messa prefestiva delle ore 18.00 ed ha incontrato<br />
in serata il Consiglio Pastorale Parrocchiale.<br />
Da parte sua c’è stato il riconoscimento dell’intenso lavoro pastorale svolto dalla nostra<br />
parrocchia, che si realizza nell’ambito dell’impostazione pastorale diocesana. La celebrazione,<br />
solennizzata dalla presenza dei chierichetti e dei confratelli, ci ha aiutato a riflettere<br />
sul mistero di Gesù buon Pastore e ci ha portato a pregare per le vocazioni.<br />
Dalla presentazione svolta dal CAEP è emerso che le strutture delle parrocchia sono in<br />
ordine e sono molto utilizzate: i lavori che si sono svolti in questi ultimi anni sono stati<br />
tutti ben fatti e permettono di guardare al futuro con una certa serenità. La collaborazione<br />
preziosa di tanti professionisti permette di lavorare con serietà e precisione, mantenendosi<br />
in regola con le leggi vigenti.<br />
L’incontro con il CPP ha permesso di guardare con maggiore ampiezza alla vita pastorale<br />
della nostra comunità, mettendone in risalto la vivacità e l’importanza nel contesto<br />
del nostro quartiere. La necessità di continuare a coltivare lo stile dell’accoglienza nei<br />
confronti delle molte famiglie nuove che ancora oggi stanno venendo ad abitare a Seregno,<br />
il bisogno impellente di una svolta ancora più missionaria nella nostra impostazione<br />
pastorale è emersa a più riprese nel dialogo. Così come sono state sottolineate le prospettive<br />
ormai non remote di una collaborazione con la parrocchia di San Carlo, in modi<br />
che solo la sapienza dei superiori potranno e sapranno definire nei tempi che essi stessi<br />
sceglieranno.<br />
Nel corso del dialogo è emerso più volte il disagio vissuto dal nostro quartiere che, a<br />
causa delle recenti rivoluzioni viabilistiche (chiusura passaggi a livello…), si sente<br />
“segregato” dalla città ed avverte anche una certa diffusa insicurezza. La parrocchia però<br />
è presente con saggezza per consentire in tempi ragionevoli la realizzazione di soluzioni<br />
possibili che ottengano il meglio per i membri della nostra comunità.<br />
Il momento più importante del cammino che il nostro decanato sta vivendo sarà domenica<br />
18 maggio, quando nel pomeriggio verso le 16 il Cardinale celebrerà una solenne<br />
Eucaristia allo stadio Ferruccio con tutti i sacerdoti. A questa messa solenne siamo tutti<br />
invitati!<br />
Il giovedì precedente, 15 maggio, l’Arcivescovo incontrerà personalmente i preti, pregherà<br />
con le religiose e in serata incontrerà i Consigli Pastorali Parrocchiali. Prepariamoci<br />
alla visita pastorale con spirito di fede: è un’occasione di grazia e di rinnovamento<br />
del nostro cammino cristiano!<br />
Don Luca<br />
Parola e Vita<br />
5
IN ORATORIO<br />
Ritiro dei cresimandi al santuario<br />
della Madonna dei Campi di Stezzano<br />
Domenica 2 <strong>marzo</strong> i nostri cresimandi hanno vissuto la loro giornata di ritiro recandosi<br />
al santuario della Madonna dei Campi di Stezzano, non lontano da Bergamo. La<br />
bella giornata di sole, anche se un po’ ventosa, ci ha permesso di vivere bene questa esperienza.<br />
Ciascuno si è lasciato interrogare dal brano di Vangelo che narrava il ritrovamento<br />
di Gesù al Tempio. La riflessione sulle scelte della vita ha chiesto ai nostri ragazzi<br />
di riflettere sulle loro scelte. La visita al santuario, non tanto grande ma veramente<br />
molto bello, ha permesso a ciascuno di cogliere l’attualità del messaggio lasciato dalla<br />
Madonna che, attraverso le sue immagini e le sue apparizioni, ha invitato ed invita i pellegrini<br />
a rivolgere lo sguardo al cielo per contemplare l’amore di Dio e compiere la sua<br />
santa volontà.<br />
Sabato in Traditione Symboli e Domenica delle palme<br />
In una chiesa quasi al buio, una lampada arde vicino al leggio. “Lampada per i<br />
miei passi è la tua parola e luce sul mio cammino” (Sal 118). Dal mattino alle 7.00 fino<br />
a sera tardi, alle 22.30, nel sabato “in Traditione Simboli” circa centoquaranta parrocchiani<br />
(e non) hanno raccolto l'invito della parrocchia di prestare a Dio la propria voce,<br />
per proclamare in un'unica giornata tutti e quattro i Vangeli e gli Atti degli Apostoli.<br />
Questa straordinaria esperienza, nata dal desiderio di alcuni parrocchiani che avevano<br />
partecipato lo scorso anno all’avventura della lettura di tutta la Bibbia, senza soste, vissuta<br />
a Mantova (prima assoluta italiana), ha fatto da bella introduzione alla settimana<br />
santa. La Domenica delle Palme ci ha introdotto nella Settimana più santa dell’anno con<br />
una folla di bambini, con Gesù in mezzo a loro, e con l’immancabile asinello che<br />
quest’anno, conforme all’inno, è stato pure “docile”.<br />
Le celebrazioni<br />
Alla messa in Coena Domini abbiamo invitato, come ormai tradizione, i nostri<br />
cresimandi, per compiere un gesto di accoglienza del sacro Crisma, consacrato al matti-<br />
SANT’AMBROGIO<br />
6
no dal Vescovo durante la messa crismale. Nella messa che commemora l’Ultima Cena<br />
le nostre suore, sacramentine di Bergamo, hanno rinnovato i loro voti. Rivivendo il mistero<br />
dell’Ultima Cena in cui Cristo dà sé stesso ai suoi discepoli con le sue mani, abbiamo<br />
distribuito l’Eucaristia sotto le due specie.<br />
Tutti gli anni celebriamo la morte del Signore alle ore 15. E’ una liturgia molto affascinante<br />
nella sua particolarità. L’inizio del vespero, la proclamazione della passione, la<br />
campana a morto, l’altare che viene spogliato, l’adorazione della croce, la preghiera universale:<br />
i gesti e le parole suggestive aiutano a rivivere con intensità il sacrificio di Cristo<br />
per la nostra salvezza.<br />
Durante la veglia pasquale quest’anno non abbiamo celebrato battesimi. L’inizio solenne<br />
della veglia, con la chiesa al buio e l’accensione del fuoco nuovo, l’ingresso solenne<br />
con il cero pasquale (regalato lo scorso anno dal gruppo dei confratelli), il canto solenne<br />
dell’Exultet in latino secondo l’uso ambrosiano antico ci hanno messo in sintonia con i<br />
misteri grandi della Pasqua. Per gustare più in profondità la ricchezza della liturgia abbiamo<br />
scelto di ascoltare con abbondanza la parola di Dio come proposto dalla liturgia<br />
ambrosiana, proclamando tutte le nove letture, senza usufruire dei possibili “tagli”. La<br />
gioia donata dalla risurrezione di Cristo si è espressa col suono gioioso dei campanelli,<br />
che risuonano al triplice annuncio “Cristo è risorto!”.<br />
La due giorni a Padova con i ragazzi dell’oratorio<br />
Nei giorni 25 e 26 <strong>marzo</strong> una ventina di ragazzi del nostro oratorio, guidati da don<br />
Luca, sono andati a Padova, per visitare questa bella città e per fare un cammino spirituale,<br />
incontrando sant’Antonio, san Luca e san Leopoldo Mandic.<br />
I due giorni sono trascorsi in allegria ed armonia. Abbiamo visitato tantissime chiese,<br />
stupende per le opere d’arte: la cappella degli Scrovegni affrescata da Giotto, il battistero<br />
del Duomo, capolavoro di Giusto de’ Menabuoi, l’oratorio di San Giorgio, dipinto<br />
da Altichiero da Verona. Abbiamo pregato e abbiamo partecipato alla messa nel santuario<br />
del Santo. Abbiamo venerato le reliquie di Sant’Antonio, di San Luca (nella basilica<br />
di santa Giustina) e di San Leopoldo Mandic nel suo santuario. La presentazione essenziale<br />
della biografie e delle grandi opere evangeliche di questi protagonisti della storia e<br />
della fede della nostra patria hanno permesso ai ragazzi di farsi qualche domanda sulla<br />
propria vita. La contemplazione della bellezza delle tante opere d’arte hanno fatto capire<br />
a ciascuno come la fede non rende più brutta la vita, bensì la arricchisce di un desiderio<br />
di infinito che diventa poi capacità di iniziativa, di ricerca, di impegno e di novità.<br />
L’amicizia sperimentata nella semplicità dello stare insieme hanno permesso a ciascuno<br />
di gustare la gioia dell’essere comunità. Nonostante alcuni disagi legati a dei disservizi<br />
di Trenitalia, siamo stati molto contenti e siamo ritornati più carichi d’entusiasmo alle<br />
nostre case.<br />
Parola e Vita<br />
7
Pollicino disse ai suoi fratelli: “Non abbiate paura fratelli miei…<br />
vi condurrò a casa. Venite tutti dietro a me“.<br />
La Posta DI: pollicino<br />
Seminario e…vita quotidiana<br />
Dopo aver descritto in generale l’attività del Seminario e aver sottolineato<br />
un elemento caratteristico della nostra vita, il silenzio, provo a raccontare<br />
una giornata tipo in Seminario. La sveglia suona alle 6.30, e subito<br />
scendiamo in cappella per la preghiera delle Lodi, la Messa e il tempo di preghiera<br />
personale, che si conclude alle 8.30, ora della colazione; la giornata<br />
inizia dunque stando davanti al Signore, al quale affidiamo il nuovo giorno<br />
con tutte le attività che porterà con sé, ricordando tutte le persone a noi<br />
care che stanno iniziando la propria fatica quotidiana e pregando per coloro<br />
che non possono, non vogliono o non sanno pregare. Dopo la colazione iniziano<br />
le lezioni di teologia, dalle 9.00 alle 12.30, immediatamente seguite dal pranzo.<br />
Viene poi, prima dello studio personale, il tempo del riposo, impiegato in<br />
modo diverso da ogni seminarista: c’è chi si dedica alla cosiddetta<br />
“meditazione profonda” ( vale a dire alla pennichella), chi allo sport (dal calcio<br />
alla corsa nel nostro enorme parco), chi ad una partita a carte o a calcetto,<br />
chi preferisce una rilassante e “digestiva” passeggiata, chi legge i<br />
quotidiani o guarda il telegiornale. Il pomeriggio è poi dedicato allo studio<br />
personale o alla preparazione del materiale per il fine-settimana in parroc-<br />
SANT’AMBROGIO<br />
8
chia (ritiri, preghiere, giochi, testimonianze, volantini vari ed eventuali…).<br />
Alcuni pomeriggi sono però particolari: il martedì è dedicato una settimana<br />
al rientro a casa ed una settimana alla visita alla case di riposo per preti anziani.<br />
In questo modo ci educhiamo a spendere il nostro tempo anche per i<br />
nostri fratelli, che sentono il peso della solitudine e la fatica del sentirsi<br />
privati di un ruolo più “attivo” nella Chiesa: vedere i giovani seminaristi interessati<br />
ai loro consigli e ai racconti delle loro esperienze rende davvero felici<br />
i preti anziani e risveglia in loro una rinnovata fiducia nel futuro della<br />
Chiesa; per noi è un momento bello di incontro e di scambio, che ci aiuta<br />
sempre più a capire che la vera felicità sta nel cercare la felicità dei fratelli,<br />
e non solo la propria. Altro pomeriggio “diverso” è quello del venerdì, dedicato<br />
alla Adorazione Eucaristica e al tempo per le Confessioni, è un po’ il<br />
momento forte della settimana, nel quale sostare più a lungo davanti al Signore,<br />
che ci permette di incontrare l’Amore e la Misericordia di Dio nei Sacramenti<br />
dell’Eucaristia e della Riconciliazione; è il tempo nel quale ripensare<br />
alla settimana passata, per ringraziare il Signore dei doni che non ci ha<br />
fatto mancare e per chiedere perdono delle nostre mancanze; è anche il momento<br />
nel quale affidare a Lui la nostra attività pastorale, perché sia davvero<br />
Lui ad agire in noi. In ogni caso il pomeriggio si conclude insieme coi Vespri<br />
in cappella, alle 19.00, seguiti dalla cena. Dopo cena, di nuovo momento<br />
di svago, prima di riprendere un po’ di studio (o di guardare un film o una<br />
partita alla televisione), fino alle 22.30 quando inizia il tempo di silenzio, ed<br />
ognuno si gode il meritato riposo, non senza aver rivolto un ultimo pensiero<br />
al Signore, con la recita di Compieta, la preghiera che conclude la giornata.<br />
Come ho accennato, particolare è il fine-settimana: il sabato, dopo pranzo, il<br />
Seminario si svuota, e noi raggiungiamo le parrocchie alle quali siamo stati<br />
destinati per tutto quest’anno (nel mio caso Besana Brianza) dove restiamo<br />
fino alla domenica pomeriggio, rientrando a Venegono per la cena. L’attività<br />
domenicale in parrocchia (della quale vi parlerò prossimamente) fa scattare<br />
un “bonus”: lunedì mattina abbiamo un’ora in meno di scuola, e di conseguenza<br />
la sveglia suona con un’ora di ritardo, alle 7.30 ! Ma non dateci dei pigroni!<br />
Come sempre, vi raccomando di ricordarmi nelle vostre preghiere, io farò<br />
altrettanto. A presto.<br />
Parola e Vita<br />
9<br />
Simone il seminarista
2° Concorso letterario<br />
in memoria di<br />
“Alessandra Mariani”<br />
Con la partecipazione di oltre un centinaio di ragazzi<br />
sono stati assegnati i premi del concorso letterario<br />
“Che sorpresa!!!”.<br />
Prima classificata è stata Veronica Vitali seguita da<br />
Davide Bellani e Chiara Ardemagni.<br />
Sono stati segnalati i racconti di Francesca Pepe, Stella<br />
Nisoli, Andrea Soldan, Lorenzo Faccio ed Elisabeth<br />
Heinz.<br />
Di seguito riportiamo il testo scritto dalla vincitrice.<br />
“CHE SORPRESA!!!”<br />
La sorpresa più grande che mi ha riservato la vita è stata il fatto<br />
che mi sono accorta di essere cresciuta e della sensazione di libertà e<br />
di magia che ho provato.<br />
Non è avvenuto in un preciso momento o per via di un fatto, ma avviene<br />
ogni volta che penso alla mia vita futura, a tutti i sogni, i desideri<br />
che nascono e tengo nascosti nel mio cuore. Ho tredici anni, conosco<br />
ben poco del mondo e dei segreti che esso nasconde, eppure<br />
mi piace sognare ad occhi aperti il nostro tempo diverso, un mondo<br />
come lo vorrei io. Senza violenza e senza ingiustizia. Così immagino<br />
la mia vita futura. Vorrei diventare una persona speciale e nella mia<br />
immaginazione penso che se solo lo voglio potrei cambiare tutto ciò<br />
che ci circonda. Quando penso a questo, il cuore mi si riempie di gio-<br />
SANT’AMBROGIO<br />
10
ia, potrei fare il giro del mondo o persino toccare il cielo con un dito,<br />
non esiste nulla che io non possa fare. Così è come penso che sia il<br />
“mio mondo”, ma anche se ho solo tredici anni penso di comprendere<br />
certe dure realtà della vita. Spesso vedo le persone tristi, stanche<br />
della vita, disperate per la perdita di una persona cara e allora penso<br />
di non essere più in grado di fare tutto e di cancellare la parola impossibile,<br />
per il semplice fatto che non potrei mai cambiare le sorti<br />
della vita di una persona, non riesco a comprendere il senso della<br />
morte, e questo mi dispiace perché mi sento impotente. Spesso nella<br />
realtà le persone perdono la vita così, da un giorno all’altro, senza<br />
motivo. Non esiste però solo la morte; di crudeltà nel mondo reale ce<br />
ne sono molte: le guerre dove sono spesso coinvolte persone innocenti,<br />
i tradimenti oppure basta pensare alle persone sole, abbandonate<br />
al loro destino, a cui nessuno pensa di dare un po’ d’amore.<br />
Mentre continuo a pensare a tutto il male, alle cose brutte del nostro<br />
mondo, cerco di trovare un senso a tutto ciò, un motivo valido e giusto<br />
che spieghi con parole semplici e comprensibili tutto questo male<br />
che causa dolore e sofferenza. Béh, in questo istante la magia, la<br />
sensazione di libertà e di possibilità di fare tutto svaniscono, come se<br />
fosse arrivato un forte vento ed abbia spazzato via i miei sogni e le<br />
mie sensazioni felici. Mi rendo conto ora che non potrò fare nulla da<br />
sola, qualcosa potrà veramente cambiare solo se tutte le persone di<br />
questo pianeta si impegnassero, ognuno ci deve mettere un pizzico di<br />
volontà. Pensando a questo mi ritorna la magia, quelle sensazioni uniche<br />
che sentivo pensando a un mondo che desideravo io, mi torna<br />
la felicità, mi sento libera, ora si che potrei fare tutto. Ho quindi capito<br />
che la vera sorpresa è nascosta in ogni giorno della vita, bisogna<br />
scoprirla dando un senso ad ogni istante. In fondo è un po’ come riuscire<br />
a raggiungere una stella in un enorme spazio racchiuso in un sogno,<br />
è apparentemente impossibile, ma la vera sorpresa è scoprire<br />
che la parola impossibile non esiste!<br />
Veronica Vitali<br />
classe III media Scuola Sant’Ambrogio<br />
Parola e Vita<br />
11
Dopo “L’ombra delle croci”…<br />
Grazie amici! Grazie per avere camminato e vissuto all’ombra delle croci!<br />
Tutti gli oggetti hanno un ombra,<br />
anche le persone ne possiedono una. La mia<br />
è venuta alla luce” il giorno della mia nascita,<br />
abbiamo la stessa età. Mi segue ovunque<br />
vada, in ufficio, in vacanza, sotto la pioggia<br />
o mentre dormo: non mi abbandona mai! E’<br />
caduta con me in montagna, con me e venuta<br />
a pregare in chiesa, ha sofferto accanto a<br />
me in un letto d’ospedale, ha silenziosamente<br />
urlato, al mio fianco, di gioia… e mai m’è<br />
parso si lamentasse. Le sono affezionato, è<br />
una compagna indiscutibilmente discreta.<br />
(…) Ieri l’altro, però, mi ha fatto preoccupare.<br />
Serata piovosa in stazione attendendo l’arrivo di un treno che porta un amico. Un lampione<br />
illuminava malamente me ed il mio gocciolante ombrello: sono solo con la mia ombra! La cercai convinto<br />
della sua presenza, ma non la trovai, e al suo posto, scorsi chiaramente un punto interrogativo!<br />
Dopo cinquantadue anni di vita condivisa, la mia gemella, cosa avrà cercato di farmi capire?<br />
Un giorno chiesi a Dio: “Ma che Dio sei?” Mi rispose: “Non sono il Dio che ti aspetti, e tu<br />
che uomo sei?” (...) Ecco “L’ombra delle croci” a dare spazio a riflessioni (forse troppo personali…)<br />
su come noi, sue creature, vorremmo agisse il nostro Dio: …dunque: “Caro Dio, dovresti essere un<br />
giusto vendicatore, un Dio che esaudisce ogni mio desiderio e vorrei che Tu risolvessi tutti i miei problemi.<br />
Magari, se Tu lo permettessi, ma solo quando mi fa comodo, vorrei essere io al Tuo posto!”<br />
Scrissi tutto questo (e altro ancora…) come prefazione al testo rappresentato Venerdì<br />
Santo nella nostra chiesa. E’ un intreccio di ricordi lontani con le domande, le<br />
ombre ed i dubbi della quotidianità. Il testo non ha alcuna pretesa se non quella di dare<br />
voce ad una riflessione: spero che come me, quella sera, le persone presenti si siano poste<br />
quella domanda che Gesù pone al termine della Sacra Rappresentazione: “E tu che<br />
uomo sei?”<br />
Però voglio anche sottolineare un’altra meraviglia che quella sera è diventata<br />
realtà: ottanta persone si sono impegnate per due mesi a trovare la formula migliore per<br />
trasformare quello scritto in musica, canto, azione e, soprattutto, raccoglimento!<br />
Rivivo nella memoria quella magnifica sera ed ascolto nuovamente le voci candide<br />
dei bambini e le decise voci adulte, i canti straordinari e le note maestose, i suoni<br />
tragici e le calde luci che si sono rincorse o alternate nel gridare una sincera preghiera:<br />
“Signore, dammi la forza di chiedere perdono e la capacità di saper perdonare!” E’ bello perdonare<br />
(anche se, talune volte, diventa più difficile chiedere perdono…) e lo insegna la nonna<br />
Graziosa ai nipotini quando li accompagna nel ”…piccolo camposanto, profumato di cam-<br />
SANT’AMBROGIO<br />
12
pagna, immerso nel desiderato silenzio, ti accoglie tra le sue mura bianche. Vi sono rossi papaveri,<br />
arcobaleni di primule selvatiche e semplici margherite. In autunno viene la nebbia a vegliare sulla<br />
pace degli inquilini e “messer inverno” incide barbe di ghiaccio sui volti delle sbiadite foto di chi attende<br />
(…) e le rondini organizzano concerti portando rametti e fango e, le loro grida, riempiono<br />
d’acute note ogni tegola. Con i loro voli scherzosi, m’accompagnano alla solitaria meta che<br />
m’attende…<br />
Ed è sempre la nonna che, ad un certo punto, chiede ai suoi nipotini di chiudere<br />
gli occhi e: “---divenire piccoli, tanto piccoli da trovarci sotto le tre croci del masso, potremmo immaginare<br />
cosa si sono detti, in quel tragico momento, Gesù, e gli altri condannati. Potreste chiedere<br />
proprio a Gesù il motivo di quell’immeritato… almeno per noi uomini, atto di perdono verso il ladro-<br />
ne pentito.”<br />
E’ stato commovente, come autore del testo, vedere prendere forma e diventare<br />
veri i personaggi del mio narrare, interpreti di una storia capitata tanto tempo fa…<br />
Ed ecco comparire Dimaco e Tito, uno testardo a chiedere miracoli e l’altro gratuitamente<br />
perdonato da Gesù; ecco i “giusti” o presunti tali sempre pronti a giudicare<br />
gli altri; ecco la parabola del figlio smarrito e ritrovato; ecco Maddalena con il suo vaso<br />
d’oli profumati e Simone il fariseo; ecco noi con i nostri dubbi e le nostre domande:<br />
“Ma tu che Dio sei?”; ed ecco Gesù con quelle parole che scavano dentro l’animo e ci<br />
mettono in crisi: “Non sono il Dio che ti aspetti, e tu che uomo sei?”.<br />
Rispondono le parole della nonna Graziosa:” Purtroppo la vita cambia le persone; a<br />
volte si diventa duri e insensibili. Ci siamo convinti di poter fare a meno di Dio! (…) Le croci, come<br />
per i ladroni, ci saranno sempre, ma sappiamo che insieme a noi sta soffrendo pure Gesù! “<br />
E’ stata un’ esperienza irripetibile ascoltare il brano “Camminavo…”<br />
diventato canto grazie a don Luca; è divenuta vera ombra quella delle tre croci infuocate<br />
dai lumini accesi portati da tante persone accompagnate dal canto “Risorgerò con te”; è’<br />
stato bello ascoltare la voce narrante che, vincendo l’emozione, sottolineava che: “ Le<br />
rondini riprendono gioiose a volare seguendo rotte veloci alla ricerca di nuove prede e le cicale nuovamente<br />
riempiono di voci il piccolo camposanto. Non un alito di vento scompiglia la folta chioma<br />
dell’antica quercia. Il sole al tramonto allunga ed attorciglia la mia ombra tra le lapidi.” Già, quo-<br />
Parola e Vita<br />
13
tidianità del tempo, ogni giorno vissuto come dono di Dio!<br />
Rifletti o uomo sul tuo Dio: “Un Dio fattosi vero uomo per salvarci, un Dio bisognoso di<br />
un angelo consolatore nell’orto degli ulivi, un Dio che suda sangue al pensiero di quello che sarebbe<br />
accaduto, un Dio che trema sulla croce per il dolore delle ferite dei chiodi. Un Dio che, donandosi<br />
gratuitamente sul patibolo, muore infamato come un ladro e un terrorista. Un uomo muore con mille<br />
sentimenti: con paura, con nostalgia, con speranza. Gesù è morto con amore: quell’amore che non<br />
chiede nulla in cambio e non muore mai… E’ questo il grande insegnamento!”<br />
Grazie ragazzi! Grazie ragazzi per la vostra impagabile disponibilità nel donare il<br />
vostro tempo a Gesù, grazie per le vostre preziose capacità che hanno reso viva ed appassionante<br />
quella serata divenuta consolazione per le tribolazioni umane; grazie perché<br />
avete saputo trasformare in preghiera le parole di un “modesto autore”, quale io sono,<br />
che ha scopiazzato dal Vangelo!<br />
Vorrei potervi citare uno per uno, ma finirei per dimenticare qualcuno (…visto la<br />
mia età e le malattie senili!). Così, e se permettete anche a nome vostro, mi limito ad<br />
omaggiare chi è stata la mente saggia, la forza caparbia, ma soprattutto il grande grandegrande<br />
cuore di tutta l’organizzazione: Patrizia!<br />
Grazie per avere vissuto e camminato con Gesù a: “L’ombra delle croci”!<br />
Narratore : Sto camminando alla ricerca di un sole,<br />
non quello che all’orizzonte muore,<br />
ricerco quello che dà sempre calore<br />
e mai dà tramonti nel cuore.<br />
Sopra un masso ho visto tre crocifissi:<br />
uno splendeva più di una stella,<br />
uno restava a guardar verso il cielo,<br />
l’altro arrugginiva al corso del tempo.<br />
Gesù: Io sono un Dio morto di chiodi,<br />
a te prometto verrai con me!<br />
Narratore : Al mondo fu chiesta clemenza,<br />
ma di esempi ha bisogno la gente,<br />
nessun peccato prevede condono:<br />
siano infissi sul legno di croce!<br />
Su quel legno la violenza m’accoglie,<br />
è la pesante vanità della legge,<br />
vedo una luce, mi consola un riflesso,<br />
è il sorriso di un Dio crocifisso.<br />
Gesù: Io sono un Dio morto di chiodi,<br />
a te prometto verrai con me!<br />
Io sono Dio risorto dai morti,<br />
a te prometto risorgerai con me!<br />
SANT’AMBROGIO<br />
14<br />
Amarillo
Negli articoli pubblicati sul nostro bollettino parrocchiale abbiamo già parlato<br />
delle reliquie della Passione di Gesù Cristo, dedicando attenzione alle principali reliquie,<br />
cioè al Santo Sepolcro, alla Sindone di Torino, al Volto Santo di Manoppello (cioè<br />
il velo della Veronica? Così pare) e al frammento del “titulus Crucis” conservato a Roma<br />
in Santa Croce in Gerusalemme.<br />
Il discorso sulle reliquie della Passione potrebbe protrarsi ancora a lungo. Infatti sono<br />
tante le reliquie della Passione sparse per tutto il mondo cristiano. E complesso sarebbe<br />
discutere dell’autenticità di ciascuna reliquia. La questione è piuttosto intricata per almeno<br />
due ragioni. Anzitutto, nella mentalità antica e medievale si sentiva un bisogno<br />
“fisico” di contatto con le reliquie. Siccome i viaggi erano spesso difficoltosi, era uso<br />
comune fare delle “copie autentiche” delle reliquie venerate, senza alcuna intenzione di<br />
inganno. Ma la devozione popolare spesso equiparava le copie agli originali, creando<br />
confusione. Ed in secondo luogo occorre tenere presente che il discorso sull’autenticità<br />
delle reliquie non è mai un discorso sereno, perché ci si trova sempre tra persone che<br />
partono per preconcetto a difenderle, persone che per preconcetto le deridono (magari in<br />
nome di una fede più “pura”), miscredenti che non le considerano assolutamente degne<br />
di interesse e per questo non considerano le prove scientifiche degne di interesse, anche<br />
quando fossero incontrovertibili. Talora poi ci si trova ad aver a che fare con imbrogli e<br />
pasticci, determinati da motivi ideologici (basti come esempio la nota “retromarcia” di<br />
… che fece alla Sindone l’esame del C 14, che ha dichiarato di essersi sbagliato…).<br />
In questo ultimo articolo elenco con brevi parole di commento le reliquie, senza entrare<br />
troppo nelle questioni che ho sopra accennato: lo spazio non basterebbe.<br />
Il sudario di Oviedo<br />
Le reliquie delle Passione<br />
di nostro Signore Gesù Cristo<br />
(parte quinta)<br />
Nella Cattedrale di Oviedo, nella Spagna settentrionale, è custodito uno scrigno<br />
d'argento contenente un sudario che si ritiene essere quello che Pietro trovò piegato in<br />
un luogo a parte nel sepolcro di Gesù, "il sudario che gli era stato posto sul capo". E’ un<br />
panno di dimensioni ridotte (84x53 cm) che, diversamente dalla Sindone, non reca impressa<br />
nessuna immagine, ma solo delle macchie di sangue. Secondo i documenti antichi,<br />
il Santo Sudario o Sagrado Rostro ("Santo Volto" in spagnolo) fu conservato a Gerusalemme<br />
fino al 614. In quell'anno la città fu invasa dai Persiani di Cosroe II Parviz, e<br />
il sudario insieme ad altre reliquie fu trasportato via in un'"Arca Santa" di legno: viaggiando<br />
attraverso il Nord Africa, giunse in Spagna, dove fu conservato dapprima a Toledo.<br />
L’invasione dei musulmani del 711 costrinse i cristiani alla fuga. Essi portarono appresso<br />
le più preziose reliquie, nascondendole nell’Arca Santa a Monsagro, e poi nella<br />
Camara Santa a Oviedo, dal 718. Gli studi scientifici eseguiti dal Centro Spagnolo di<br />
Parola e Vita<br />
15
L'arca che contiene<br />
il Sudario di Oviedo<br />
Sindologia attestano che il sudario fu avvolto sul<br />
capo di un cadavere, reclinato 70 gradi in avanti<br />
e 20 gradi verso destra. Si riconoscono i segni<br />
delle dita di una mano che premette il telo sul<br />
volto. Vi sono tre distinte colate di sangue e liquido<br />
pleurico, espulse dal naso e dalla bocca, la<br />
prima quando il sudario fu avvolto sulla testa, la<br />
seconda probabilmente quando il cadavere fu<br />
deposto dalla croce, e la terza quando fu spostato<br />
in un momento successivo. E’ certo che era<br />
un maschio e che il gruppo sanguigno era AB, lo<br />
stesso della Sindone di Torino. La mancanza di macchie di sangue secco fa pensare che<br />
tale sudario sia stato tolto al momento della sepoltura, ma messo comunque nel sepolcro<br />
in ottemperanza alla legge ebraica, che considera sacro il sangue. Il sudario viene esposto<br />
alla venerazione dei fedeli tre volte all’anno: il Venerdì Santo, il giorno della Santa<br />
Croce (14 settembre) e il 21 settembre, san Matteo, ottava della festa della Santa Croce.<br />
Reliquie della Santa Croce<br />
Secondo il racconto di Rufino e Ambrogio, la Santa Croce venne ritrovata da<br />
sant’Elena. La tradizione medievale colorì poi questo ritrovamento con tinte sgargianti<br />
ed un po’ di antigiudaismo, ed in tal modo è narrata nella Legenda aurea ed è dipinta da<br />
Piero della Francesca ad Arezzo. Una parte importante della reliquia della santa Croce<br />
era conservata a Gerusalemme, venne sottratta dai Persiani di Cosroe nel VI secolo e<br />
venne poi riconquistata dall’imperatore bizantino Eraclio. Tale parte della reliquia della<br />
santa Croce andò dispersa quando il Saladino tolse ai crociati la città santa. Secondo lo<br />
studioso greco Smyrniotakis la parte precipua della santa Croce sarebbe conservata in<br />
un monastero del monte Athos, le altri parti importanti sarebbero a Roma (dove è anche<br />
il Titulus), Bruxelles, Venezia, Gant e Parigi. Un frammento importante della Croce si<br />
trova in un monastero lungo il cammino di Santiago. In centinaia e centinaia di chiese e<br />
parrocchie sono conservati pezzi piccolissimi della santa Croce. I frammenti della Croce<br />
vengono venerati con culto solenne, perché sono stati santificati dal Sangue del Nostro<br />
Redentore.<br />
I chiodi della croce<br />
Eusebio di Cesarea, vescovo di simpatia ariane e grande storico della Chiesa, parla<br />
della scoperta del Santo Sepolcro ma non del ritrovamento della croce. Sono ancora<br />
Ambrogio e Rufino, seguiti dagli storici greci Sozomeno e Socrates, a parlare del ritrovamento<br />
delle croce e dei chiodi.<br />
Secondo la loro testimonianza, un chiodo andò disperso (gettato nel mare Adriatico per<br />
placare la tempesta) e con gli altri due, Costantino forgiò un elmo (o corona) e un morso<br />
SANT’AMBROGIO<br />
16
per il suo cavallo. Il senso simbolico della scelta è chiaro: questo imperatore vuole sottomettere<br />
il suo potere all’autorità del vero Dio e vuole rendersi favorevole questo Dio<br />
che ancora bene non conosce, tenendoselo buono. A quanto pare il chiodo della croce,<br />
trasformato in morso, è quello del Duomo di Milano, mentre l’altro dovrebbe essere<br />
quello della “Corona Ferrea” di Monza.<br />
E tutti gli altri? I chiodi conservati a Roma, Aachen, Venezia, Norimberga… dovrebbero<br />
essere considerati “copie” realizzati in epoche molto antiche da devoti vescovi e principi<br />
che non volevano le loro sedi prive di reliquie insigni.<br />
La corona di spine<br />
La corona di spine di Gesù era anticamente (VI sec) venerata nel Santo Sepolcro<br />
di Gerusalemme. Come poté essere conservata? Come venne ritrovata? Non si ha alcuna<br />
risposta a queste domande ragionevoli. Sappiamo però che venne portata a Costantinopoli<br />
dagli imperatori bizantini che cercarono di trasformare la capitale in città santa,<br />
concentrandovi tutte le più importanti reliquie del loro impero. Saccheggiata dai latini<br />
nella quarta crociata, la città fu per breve tempo dominata dai Francesi. E fu l’ultimo<br />
imperatore francese. Baldovino, che donò al re di Francia san Luigi IX la corona di spine.<br />
Per accoglierla il cattolicissimo re fece costruire la meravigliosa Sainte Chapelle che<br />
ancora oggi tutti i turisti vanno a visitare nella capitale francese.<br />
Ma prima di arrivare a Parigi la corona di spine passò per l’<strong>It</strong>alia: e nel nostro paese sono<br />
sparse molte spine di questa corona. Personalmente sono a conoscenza della conservazione<br />
di spine della corona di Cristo a Giffoni, a Valle Piana, a Andria, a San Giovanni<br />
Bianco (BG), a Montone (Veneto), nella chiesa di Santa Corona di Vicenza, a Pavia,<br />
nel Duomo, a Serra San Quirico. Probabilmente ve ne saranno anche altre. Ogni spina<br />
ha dietro di sé una sua storia molto interessante ed un culto locale importante e significativo.<br />
Sarebbe facile ironizzare su così tante spine. Ma a chiudere la bocca agli sciocchi<br />
sono i numerosi fenomeni straordinari che ancora oggi si presentano, soprattutto il<br />
Venerdì santo o in altre circostanze importanti dell’anno liturgico (spine che trasudano<br />
gocce di sangue, spine che fioriscono…). Questi fenomeni sono documentati e narrati<br />
da testimoni attendibili.<br />
Parola e Vita<br />
17<br />
Don Luca
“Cammina nel sole”<br />
Confraternita<br />
del<br />
SS. Sacramento<br />
Si moltiplicano sempre di più le iniziative e i vari impegni del nostro gruppo.<br />
Il titolo di questa canzone di Gianluca Grignani sembra possa a grandi linee, tracciare la<br />
sagoma del nostro cammino nella confraternita della nostra Comunità.<br />
La presenza alle lettura dei quattro Vangeli, le funzioni del “Triduo Pasquale” con la<br />
straordinaria meditazione “L’ombra delle croci”, la convivenza in oratorio, l’adorazione<br />
comunitaria del giovedì dalle nostre suore, il concorso “un nome alla nostra Mascotte”,<br />
la “spaghettata e … dvd in oratorio”. Ultimamente sempre sui giornali, l’impegno con le<br />
altre Confraternite nella Diocesi perché, all’ombra di tutto, cerchiamo di camminare<br />
verso il sole.<br />
Questo percorso che insieme cerchiamo di fare, vuole essere un cammino nel sole della<br />
nostra vita, delle nostre scelte e della nostra testimonianza di fede. Molte volte nel nostro<br />
camminare insieme, si possono trovare difficoltà, paure, titubanze. Far vedere chi<br />
siamo e cosa testimoniamo può diventare difficile o controcorrente: niente ci deve però<br />
scoraggiare a camminare insieme fino a sentir bruciare la suola delle nostre scarpe.<br />
“Attraversare un ghiacciaio in cordata”. Ti senti sicuro perché se scivoli la corda che ti<br />
cinge, ti tiene aggrappato al gruppo: questa vuole essere un immagine che propongo a<br />
tutti i “miei” Confratelli.<br />
L’importante è stare insieme e camminare verso il sole.<br />
Grazie!<br />
Questa camminata ci porti lontano con tanta gioia nel cuore.<br />
SANT’AMBROGIO<br />
18<br />
Patrizio
Parrocchia Sant’Ambrogio – Seregno<br />
Il Cammino di Santiago di Compostela<br />
25 agosto / 1 settembre 2008 – Settimana in cammino<br />
30 agosto / 1 settembre 2008 – Accoglienza Pellegrini e conclusione comunitaria<br />
Programma:<br />
* * * * * * * * * * * * * * *<br />
25 agosto: partenza con volo di linea da Milano Malpensa, nel pomeriggio arrivo<br />
nel capoluogo galiziano e trasferimento a Sartia, cena e pernottamento<br />
dal 26 al 30 agosto: “Cammino di Santiago” (a piedi per 112,5 km)<br />
30 agosto: incontro tra Pellegrini in cammino e il gruppo “accoglienza / non<br />
calcantibus”.<br />
31 agosto: Messa del Pellegrino nella Cattedrale e visita alla città.<br />
1 settembre: Trasferimento a Finisterre, per gesto finale di conversione. Rientro.<br />
Arrivo a Milano in serata.<br />
Pellegrini in cammino<br />
€ 790,00<br />
La quota comprende: pensione<br />
completa e trasferimenti, dalla partenza<br />
del 25/8 fino alla piccola colazione<br />
del 01/9.<br />
Dal momento della partenza in<br />
“cammino” fino all’arrivo in Santiago,<br />
vitto e alloggio sono a carico del<br />
singolo partecipante.<br />
Gruppo “accoglienza / non calcantibus”<br />
Per partecipare, ritirare e compilare il modulo d’iscrizione<br />
da consegnare entro la fine del mese di aprile<br />
Parola e Vita<br />
19<br />
€ 750,00<br />
La quota comprende: pensione completa<br />
e trasferimenti, dalla partenza del 30/8<br />
fino alla piccola colazione del 01/9.<br />
(supplemento singola € 70,00)
Evviva! Il momento è solenne… quasi un battesimo!<br />
Il nostro orsetto ha un nome! La nostra simpatica<br />
mascotte finalmente e con diritto… ha un nome!<br />
Un nome morbido, un nome importante, un nome<br />
da confratello:<br />
“CONFRATORSO”<br />
Grazie a Carola Cannavò per essere riuscita a tenerlo<br />
a battesimo… per essere riuscita ad accontentare<br />
il difficile e intrattabile (quasi come il Priore)<br />
orsacchiotto.<br />
Evviva Carola ed evviva il nostro Confratorso!!!<br />
I confratelli<br />
del SS. Sacramento