Undici anni… ...in cammino - Psase.It

Undici anni…
...in cammino

… Se l’amore è tanto più grande quanto più è semplice,
se il desiderio più semplice sta nella nostalgia,
allora non è strano che Dio voglia
essere accolto dai semplici
da quelli che hanno candido il cuore
e per il loro amore non trovano parole.
Ed egli stesso nell’offerta
c’incantò con la sua semplicità,
la povertà, la mangiatoia, il fieno.
La Madre, allora, sollevò il Bambino
e lo cullava tra le braccia
e nelle fasce Gli avvolgeva i piedi.
Miracolo – miracolo – miracolo!
Quando proteggo Dio con la mia umanità,
da Lui protetto col Suo amore,
protetto col Suo martirio …
da “Canto del sole inesauribile”, Karol Woytila, 1944
Queste belle parole dell’allora giovane prete Karol Woytila, il nostro amato Giovanni
Paolo II, possano essere l’augurio più bello nell’ora del nostro commiato.
La tenerezza del presepe, meraviglia stupita che si rinnova ogni giorno dinanzi al
prodigio perenne dell’Eucaristia, siano sempre nella tua vita fonte di rinnovamento.
L’immersione quotidiana tra la gente non diventi logorante, ma sia stimolo continuo alla
missione. Perché si compie un miracolo ogni volta che “proteggo Dio con la mia
umanità”, ogni volta che la presenza del sacerdote rende nascostamente presente Cristo
stesso, il Sacerdote Vero ed Eterno.
Disse in un’altra occasione l’amato Papa: il sacerdote è uomo della parola di Dio, uomo
del sacramento, uomo del “mistero della fede”.
Ti auguriamo di essere sempre un prete così: pieno di fede!
Auguri, don Giuseppe… e buon cammino!

1997—2008
Undici anni in cammino con
Don Giuseppe
E’ difficile raccontare la storia di questi undici anni che la nostra
comunità ha vissuto con don Giuseppe. La storia di una comunità
cristiana è al tempo stesso semplice e complicatissima, perché è fatta
delle cose che capitano tutti i giorni, semplici e complicate come le
nostre vite.
Ogni vita ha un ritmo, è segnata da fatti che si ripetono: ci si alza, si
va al lavoro, si torna a casa, si curano i figli, si prega insieme, si fa da
mangiare, si tiene pulita la casa, si fa la spesa, si vanno a trovare gli
amici, si coltivano impegni e passioni… Sembra talvolta che siano
sempre le stesse cose, ed invece ogni momento è unico. E’ un dono
del buon Dio ed una responsabilità. Ma di questo ci dimentichiamo
spesso.
Se si prova a dare una scorsa al nostro calendario parrocchiale, si
resta colpiti dalle tante iniziative della comunità. Però anche in questo
caso potrebbe sembrare che siano sempre le stesse cose. Tutti gli
anni (se vogliamo solo elencare le iniziative seguendo il ritmo
dell’anno pastorale) la festa oratorio, l’ottobre missionario, le giornate
eucaristiche, i ritiri di Avvento, l’open day della scuola parrocchiale, la
festa patronale di S. Ambrogio, il concorso presepi, il presepe
vivente, il falò di Sant’Antonio, la Giubiana, il Carnevale, la festa della
Famiglia, l’itinerario quaresimale, i ritiri di Quaresima per genitori e
figli (spesso con qualche uscita), la mostra del libro organizzato dalla
scuola S. Ambrogio, le iniziative pasquali, gli anniversari di
matrimonio, la festa patronale di Fatima, le prime comunioni, le
cresime, la professione di fede, la camminiamo insieme, il torneo
serale, l’oratorio feriale, la vacanze delle famiglie … E poi, il
catechismo, i gruppi di ascolto, la celebrazione quotidiana delle
messe, i battesimi, il corso fidanzati, le iniziative missionarie, i
pellegrinaggi parrocchiali …
Eppure anche nella vita della comunità capita come nella vita di
ciascuno: ogni fatto che si ripete non è mai uguale. Dietro ad ogni
iniziativa pastorale vi è la dedizione di molti, la passione, la fatica,
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qualche volta anche qualche arrabbiatura e incomprensione.
E soprattutto c’è il desiderio di contribuire, con le proprie capacità, al
bene ed alla diffusione del Vangelo di Gesù.
Però nella nostra vita ci sono anche dei fatti che sono proprio unici e
che non si ripetono ma lasciano un segno indelebile nelle nostre
esistenze: così è il matrimonio, la nascita di un bimbo, la morte di una
persona cara. Fatti belli e fatti brutti, gioie e dolori spesso si
intrecciano in modo talvolta inesplicabile. E si intrecciano con la vita
della comunità cristiana e con la vita di un prete, che è vicino a tutti,
raccoglie le confidenze, asciuga le lacrime, condivide la gioia.
E anche nella vita di una comunità cristiana ci sono dei fatti unici, che
lasciano un ricordo indelebile nella mente di tutti e sono segno di un
cammino che continua in una direzione precisa, nuova. Come sono
stati, per fare soli due esempi, l’esperienza del Giubileo ed il cammino
del Quarantesimo.
Raccontare la storia di questi undici anni vuol dire ripensare alle
persone amate, quelle che ci sono vicine e quelle che non ci sono più,
rivedere tanti volti, raccogliere nel santuario della memoria tanti fatti
lieti o tristi e capire alla fine che tutto è grazia, lodare Dio per andare
avanti con maggior fiducia sulle strade della vita.
Gli appunti di questa breve cronistoria non hanno la pretesa di essere
esaurienti né di ricordare tutti i fatti accaduti: vogliono solo invitare
ciascuno a ripensare a questi anni per invitare alla gratitudine. Ogni
sacerdote è un dono per la Chiesa e per la comunità cui è inviato dal
Vescovo.
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Caro don Giuseppe, tu per noi in questi anni sei stato un
DONO SUPER! GRAZIE DI TUTTO!
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Cronistoria
L’elenco che segue contiene solo alcuni dei più significativi
momenti vissuti con la guida e la compagnia di don Giuseppe.
Il cammino di questi undici anni è stato impegnativo ed intenso,
talvolta anche faticoso, ma sicuramente insieme tante sono state le
esperienze che ci hanno aiutato vicendevolmente nella crescita
cristiana.
Nell’elenco compaiono solo alcuni degli importanti lavori svolti per la
sistemazione degli edifici parrocchiali che si sono resi indispensabili e
hanno consentito di vivere ancor meglio la realtà di una parrocchia in
cammino.
Per non parlare dell’attenzione che don Giuseppe ha sempre riservato
alla Scuola Parrocchiale e dell’incoraggiamento continuo agli insegnanti
nel loro difficile ruolo educativo.
Nella loro ricchezza questi anni, che sembrano essere volati,
certamente verranno conservati da ognuno nel proprio cuore affinché
contribuiscano a costruire il cammino futuro.
1997
1 aprile: don Giuseppe è nominato parroco di
S. Ambrogio.
18 maggio: Ingresso solenne di don Giuseppe.
Primi lavori: la nuova sistemazione dell’area
del Crocifisso di via Solferino.
26 ottobre: In processione il crocifisso torna a
casa nel suo quartiere (presente Padre Giulio).
29 dicembre: S. Messa concelebrata in ricordo
di don Guglielmo nel I anniversario della morte.
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1998
marzo: pellegrinaggio parrocchiale a Fatima –
Santiago de Compostela
10 maggio: Incoronazione della statua della
Madonna di Fatima (presente Mons. S. Motta).
13 giugno: Ordinazione sacerdotale di don Carlo
Confalonieri.
14 giugno: Prima messa di don Carlo
Confalonieri.
8 novembre: 30 anni di attività della scuola S.
Ambrogio.
28 novembre: a Blinisht inaugurazione della casa
del volontario intitolata a don Guglielmo.
28 dicembre: I giovani di Taizé a S. Ambrogio.
29 dicembre: Inaugurazione e benedizione delle
vetrate della cripta (presente don Lorenzo fratello
di don Guglielmo).
1999
Inizio della ristrutturazione del teatro S. Ambrogio
marzo: pellegrinaggio parrocchiale in Terrasanta
agosto: sistemazione dell’organo a canne della
chiesa parrocchiale
19 settembre: Saluto di don Fabrizio alla
comunità parrocchiale e accoglienza di don Luca.
22 ottobre: I ragazzi albanesi ambasciatori di
pace con la campana della pace a S. Ambrogio.
5 dicembre: Celebrazione del XXV di sacerdozio
di don Carlo Silva.
25 dicembre: Il Papa apre la Porta santa e dà
inizio al Grande Giubileo del 2000.
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2000
Marzo: pellegrinaggio parrocchiale in Polonia
(Czestochowa – Cracovia).
Agosto: i nostri giovani alla GMG di Roma.
Settembre: Il diacono Emiliano è in Zambia con
la famiglia.
29 settembre: 20.30 S. Messa d’inizio del
pellegrinaggio per il nostro Giubileo in cammino.
30 settembre: 8.00 nella Basilica di
Sant’Ambrogio a Milano, S. Messa con
indulgenza plenaria (230 persone a piedi e 580
persone in pullman).
30 settembre: Ore 10.00 a Rho, ordinazione
diaconale del nostro caro Alessandro Cesana.
2001
Dal 4 al 18 marzo: Missione cittadina “E
camminava con loro”. Sono tra i noi i padri di
Rho, con il mitico Padre Andrea Asiani. Al
termine viene piantato un fico dietro la chiesa
(segno dell’ascolto della Parola) e a tutti è dato il
mandato, la bustina di semi con la scritta: “Il
seme è la Parola di Dio”.
Marzo: Pellegrinaggio parrocchiale in Sicilia
12 maggio: Dopo dieci anni, don Luigi Fari torna
alla sua baracca (con presenza di mons. Citterio).
9 giugno: Ordinazione sacerdotale di don
Alessandro Cesana.
9 giugno: In chiesa alle ore 21,00 il musical
“Perfetta letizia” per festeggiare insieme il nostro
prete novello!
10 giugno: Prima messa di don Alessandro
Cesana.
Ottobre: Elezione del nuovo consiglio pastorale
7 dicembre: Inaugurazione del nostro Teatro. Si
ricomincia ad usare la sala della comunità, il
salotto buono della nostra “famiglia”.
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2002
Marzo: Pellegrinaggio parrocchiale in Francia
(Ars, la Salette…)
Rifacimento del tetto della scuola materna e
imbiancatura.
Imbiancatura delle aule della scuola media.
Nuovo bancone del Bar e nuova cucina per
l’oratorio.
12 maggio: Festa Patronale della Madonna di
Fatima. Nasce ufficialmente la radio per gli
ammalati della parrocchia.
17 giugno: Inaugurazione della Piazza dedicata a
don Luigi Fari.
29 settembre: Ingresso ufficiale a Milano del
nuovo Arcivescovo, il Card. Tettamanzi.
17 novembre: 39° anniversario della
Consacrazione della nostra Chiesa. Inizia il
cammino verso il Quarantesimo.
L’itinerario è così strutturato: “Una comunità di
fratelli … mendicanti di Dio” (Avvento – Natale);
“che seminano pace (gennaio - marzo); che
consolano e sperano (aprile), sulle strade di Dio
(maggio giugno)”. Infine (settembre – novembre)
la preparazione immediata al Quarantesimo.
In vista del Quarantesimo si iniziano dei lavori in
chiesa: acquisto delle nuove panche, fornite di
inginocchiatoio, sistemazione della nicchia della
Madonna con un bel mosaico; lucidatura della
pavimentazione.
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2003
Dal 9 al 16 marzo: Settimana di esercizi
Spirituali nella nostra Parrocchia e in tutta la
città.
Inizio lavori per il nuovo campo di calcio, nuovi
spogliatoi e nuova illuminazione.
Marzo: Pellegrinaggio parrocchiale a Cipro.
8 aprile 2003: presentazione del libro su don
Guglielmo
Settembre: Saluto a suor Clara. Accoglienza di
suor Antonietta.
Le priorità del CPP: spiritualità, comunità, adulti.
Proposta della catechesi degli adulti (con padre
Paolo dei frati minori di Cermenate) sul tema
delle beatitudini.
26 settembre: Pellegrinaggio notturno che ha
voluto ripercorrere la storia della nostra
Parrocchia toccando i tre paesi natali dei Parroci
di Sant’Ambrogio, da Mondonico a Viganò a
Monticello B.za con arrivo alla nostra Chiesa
Parrocchiale il mattino del 27 settembre.
27 settembre: Conclusione del pellegrinaggio
con la S. Messa presieduta dal vicario episcopale
mons. Provasi.
Ottobre: nasce il gruppo dei “confratellini”
Ottobre: nasce il Cinecircolo Sant’Ambrogio.
Completamento del fonte battesimale con
l’artistica stele.
16 novembre: Vigilia del 40°. Celebrazione
presieduta dal vicario generale della diocesi di
Milano, mons. Giovanni Giudici.
17 novembre: Il giorno del 40°. S. Messa
solenne celebrata dal Vescovo emerito di Crema
mons. Libero Tresoldi.
7 dicembre: Festa Patronale di Sant’Ambrogio e
chiusura dei festeggiamenti per il 40° con la
funzione Eucaristica presieduta dal Vescovo
ausiliare di Milano mons. Angelo Mascheroni.
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2004
6 febbraio: Inizio della Catechesi per adulti sul
Credo tenuta da don Luigi Galli.
Maggio: Pellegrinaggio parrocchiale in Russia.
22 maggio: Il nuovo campo di calcio in erba
sintetica viene benedetto e inaugurato da don
Giuseppe.
Scuola elementare: nuova scala d’emergenza,
imbiancatura e pavimentazione. Messa a norma di
tutti gli impianti e rinnovamento del riscaldamento
dell’oratorio e della scuola elementare e media.
Sistemazione del piazzale della chiesa.
Restauro del Crocifisso di via Solferino
30 novembre: il crocifisso di via Solferino
restaurato viene riportato “a casa”.
Natale: Per la prima volta una sezione di archi
accompagna i canti del coretto.
2005
Dal 18 al 25 gennaio:settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani con la presenza di Dom Paul
Lepadatu, della Chiesa di San Macario a Bucarest.
25 gennaio: Veglia Ecumenica con Padre Paul e il
Pastore Evangelico Rev. Davide Marazzita.
Febbraio: I seminaristi di I e II Teologia del
Seminario di Seveso tra noi.
7 marzo: Inizia la settimana di accoglienza dei
ragazzi rumeni di Parada. Durante la settimana
incontrano le scuole, i giovani e gli adulti con vari
spettacoli.
13 marzo: Nel pomeriggio in Oratorio spettacolo
finale dei ragazzi rumeni.
marzo: Pellegrinaggio parrocchiale in Grecia
2 aprile: La morte di Giovanni Paolo II.
19 aprile: L’elezione del nuovo papa, Benedetto
XVI.
Salutiamo suor Antonietta e accogliamo tra noi
suor Delfina
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14 ottobre: Inizia la Catechesi degli Adulti sulla
Bibbia "Dal Concilio ad Abramo - da Abramo a
noi" tenuta dal biblista mons. Giovanni Giovini.
Dal 29 al 31 ottobre: Pellegrinaggio a Fatima.
13 novembre: Per l’Avvento scegliamo di aiutare
una delle comunità colpite dal terremoto, per
essere missionari con i fratelli vicini. Il paese si
chiama Clibbio in provincia di Brescia.
11 dicembre: Celebrazione del XXV di
sacerdozio di don Enzo Zago.
28 dicembre: Taizé: l’accoglienza dei giovani e
l’esperienza nella nostra comunità.
2006
4 marzo: Consacrazione della Chiesa dei dei
Santi Martiri Albanesi a Blinisht.
Nuova scala d’emergenza e nuovo impianto
elettrico della palestra.
Casa parrocchiale: recinzione nuovi serramenti.
Dal 13 al 19 marzo: Visita alla nostra Parrocchia
del Vicario Episcopale Mons. Silvano Provasi.
Aprile: Pellegrinaggio parrocchiale in Egitto.
28 maggio: Parte l’iniziativa “Spazio micro”.
13 giugno: XXV anniversario di sacerdozio di
don Giuseppe.
18 giugno: Solenni festeggiamenti per don
Giuseppe
13 ottobre: Catechesi degli adulti sul tema della
famiglia, predicatore don Franco Cardani
15 ottobre: Elezione del nuovo Consiglio
Pastorale.
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2007
Dal 26 febbraio: Esercizi Spirituali Parrocchiali
sul tema “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del
mondo” (Convegno di Verona) predicati da Padre
Franco Oberti dei Padri Dehoniani di Monza.
Marzo: Pellegrinaggio parrocchiale in Spagna
(Madrid, Avila...).
Rifacimento del tetto dell’oratorio e della scuola
elementare, con installazione di pannelli solari.
7 aprile: Veglia Pasquale nella Resurrezione del
Signore con il dono del Battesimo di un adulto e il
dono del nuovo Cero pasquale.
25 maggio: Il consiglio Pastorale e i responsabili
di tutti i Gruppi parrocchiali si incontrano per
riflettere sul tema “Giovani allo sbando: che
fare?”, all’incontro partecipa anche il Sindaco di
Seregno.
8 settembre: Il seminarista Simone Arienti viene
ammesso dal Cardinale fra i Candidati al
Diaconato e al Presbiterato.
28 ottobre: 50° di suor Delfina
2008
15 marzo: Lettura biblica senza soste dei quattro
Vangeli e degli Atti degli Apostoli in Chiesa
Parrocchiale.
Abbellimento dell’entrata della chiesa con due
ulivi centenari.
Aprile: Pellegrinaggio parrocchiale Sinai, Petra,
Gerusalemme.
Maggio: Visita Pastorale decanale del Cardinale.
18 maggio: Allo Stadio Ferruccio S. Messa con il
Cardinale, conclusione della Visita Pastorale.
Fine luglio: viene comunicato l’imminente
trasferimento di don Giuseppe ad Appiano
Gentile.
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Seregno 6 settembre 2008
Carissimo Don Giuseppe,
Rev.do
Don Giuseppe Conti
Parroco S. Ambrogio
Seregno
ricordo ancora il luminoso giorno di maggio del 1997 quando ti
accolsi con i tuoi parrocchiani in Via Milano per accompagnarti, giovane Sacerdote,
alla tua prima responsabilità di Parroco nella chiesa di S. Ambrogio.
Partecipo al rincrescimento del tuo popolo per il distacco che
stai compiendo con obbedienza esemplare e pronta accogliendo la Parrocchia di
Appiano Gentile.
Colgo l’occasione per esprimerti tutta la mia stima e gratitudine.
Hai saputo guidare con impegno la tua Comunità facendo scelte importanti per la
crescita della fede e l’amore alla Parola di Dio, mantenendola vivace e ricca di gruppi
ed iniziative.
Al decanato hai donato insieme alla tua costante presenza,
gesti di fraternità e comunione e ti sei impegnato perché la Caritas avesse una
presenza visibile ed efficace a favore dei poveri.
Il Signore accompagni il tuo cammino Sacerdotale e grati per
quanto lasci a Seregno del tuo stile Sacerdotale e pastorale a nome dei confratelli e
di tutto il decanato auguro ogni bene.
Fraternamente
...Undici anni ...in cammino
Mons. Silvano Motta.
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“A PRESTO”
Quando mi è stato chiesto di mandare un saluto per Don Giuseppe Conti da
pubblicare sul bollettino parrocchiale mi sono reso conto che questo articolo non
avrei mai voluto scriverlo. Perché il trasferimento di Don Giuseppe è una notizia che
mi riempie di enorme tristezza: per la grande stima che ho per lui, per la simpatia e
l’affetto che nutro nei suoi confronti.
Un episodio fra tanti mi è rimasto impresso nella mente: ricordo il giorno in
cui ho assistito ad un incontro di Don Giuseppe con alcuni bambini dell’asilo. Ecco,
se fossi stato il genitore di uno di quei bambini, non avrei potuto desiderare di
meglio come figura educativa per mio figlio. Giuseppe Conti non è solo “Don”: in
questi 11 anni è stato un padre per ogni parrocchiano, un consigliere, un amico, un
punto di riferimento, una colonna inossidabile. Vicino alla gente con una sensibilità
e una umanità eccezionali. E rare. Pronto ad ascoltare i piccoli e i grandi problemi;
intraprendente nell’affrontarli e nel risolverli con determinazione, pazienza ed
umiltà. Un vulcano di idee e di energia. Un Parroco che la comunità di S. Ambrogio
– e credo un po’ tutta Seregno – avrà sempre nel cuore.
Un “difettuccio” però glielo devo riconoscere! ….quei colori nerazzurri che
tanto gli piacciono non si addicono alla sua veste talare! Ho provato a convincerlo in
questi anni a tingere tutto di rossonero ma si vede che il “diavolo milanista” proprio
non gli va giù!
Caro Don Giuseppe, mancherai a tutti noi. Il mio è un “arrivederci”. Anzi un “a
presto”. Seregno ti aspetta a braccia aperte.
Il Sindaco di Seregno
Giacinto Mariani
...Undici anni ...in cammino

Grazie! Al nostro Cappellano
Inizio con doppio Grazie
Grazie per tutto cio' che ha fatto per la Comunita' di Santambrogio e la città di
Seregno.
Grazie per aver accettato la carica di Cappellano della Protezione Civile Comunale.
La notizia del suo trasferimento ci ha lasciato un attimo perplessi quasi come se in
quel momento ci venisse a mancare un qualcosa di importante, un punto forte di
riferimento. Poi dopo aver scambiato quattro chiacchiere con lei ho capito che è
obbedienza ad un ordine che viene dalla Curia di Milano e non è giusto dire che la
“mandano via”: questi cambiamenti, nonostante la fatica e la sofferenza che
comportano, fanno parte della vita di un prete anche se duri da accettare.
Ricordo ancora la felice sorpresa quando quel giorno le promisi che sarebbe
diventato cappellano della Protezione civile di Seregno a pochi giorni dalla mia
candidatura ad Assessore.
E ad oggi mi sento di fargliene un'altra...lei rimarra' SEMPRE il nostro cappellano e
NON MANCHEREMO di invitarla nelle occasioni piu' importanti.
Quindi questo NON è un addio ma un arriverderci e ...........
In bocca al lupo Don!
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Assessore
Ciafrone Gianfranco
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“Un segno profondo nella Comunità”
Caro don Giuseppe,
quando la tua voce alla fine di luglio mi ha raggiunto
telefonicamente in quel di Terento, sono rimasto abbastanza frastornato: “caro don
Luca, le nostre strade si dividono”. Quando, durante la messa della domenica
successiva, mentre celebravo l’Eucaristia con i ragazzi ed i genitori, ho annunciato loro
questa triste nuova, mi sono dovuto trattenere… e vedevo molti occhi lucidi. E pensavo
a te, che nel frattempo, a tutte le messe, stavi annunciando il tuo stesso trasferimento…
facendo il brillante, ma con un gran dispiacere nel cuore.
Abbiamo passato insieme 9 anni, i miei primi 9 anni di sacerdozio. Più volte mi hai detto
“noi preti siamo fenomeni transitori”. In effetti è vero: i preti cambiano e la comunità
resta… Ma è anche vero che i preti che “passano” lasciano un segno profondo nella
comunità.
Così mi tocca salutarti. Pensavo che sarebbe stato il contrario. Ma le “nuove” logiche
pastorali della nostra Diocesi portano a cambi molto più rapidi che un tempo e iniziano a
far vivere nuove modalità di esercizio del ministero sacerdotale.
Qualcuno potrebbe pensare che per un prete cambiare parrocchia sia come per una
qualsiasi persona cambiare lavoro. Non è lo stesso. Si cambia “famiglia”, si cambia tutto.
I tuoi parrocchiani lì conosci bene. Sai dove abitano, sei partecipe di molti segreti, di
grandi gioie e profonde sofferenze… Da domani sei là, non conosci nessuno e devi
ricominciare da capo… E’ certo molto difficile. Una parola di Dio mi ritorna spesso in
mente, quella che Egli disse ad Abramo: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla
casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò” (Gen 12,1). L’abbandono di una
parrocchia per andare altrove è sempre un po’ morire, ma un morire fecondo, carico di
novità per la comunità stessa e per la vita di un sacerdote.
Ti ringrazio perché in questi anni abbiamo condiviso davvero tante “avventure” (è un
termine che ti è caro). Abbiamo cercato di andar d’accordo, abbiamo condiviso la vita
quotidiana, abbiamo pregato ogni mattina insieme (e spesso mi hai aspettato quand’ero
in ritardo…), abbiamo pranzato e cenato insieme. Un grazie anche ai tuoi ed in
particolare ad Antonietta che con affetto e discrezione mi ha sempre fatto trovare a casa
mia nella casa parrocchiale.
Ho imparato moltissimo da te e in questo momento trovo un po’ difficile fare breve
sintesi di tutti gli insegnamenti ricevuti. Lasciarsi andare sul filo dei ricordi rischia di
essere forse troppo personale ed anche un po’ tedioso. Vorrei solo ricordare quattro
insegnamenti:
L’amore per la Parola di Dio. La tua predicazione gustosa, simpatica e spesso anche
spiritosa, ma capace di spezzare il pane della Parola per i piccoli, mi ha insegnato a
dedicare tempo e passione per vivere la predicazione come uno dei servizi più
importanti della vita sacerdotale
L’amore per la bellezza della liturgia, giusta e misurata. So che sei allergico alle
cose troppo “pompose”, però mi hai insegnato a celebrare e vivere la liturgia con
dignità, riconoscendo la presenza del Signore, amando le cose belle.
L’amore per la gente. “Conosco le mie pecore”. Quante volte, nei dialoghi, nelle
...Undici anni ...in cammino

attute, queste frase ti è ritornata sulle labbra! Un prete deve conoscere la sua gente,
stare in mezzo a loro, condividere gioie e dolori. E’ la nostra vita e in questo sei stato
d’esempio. Sapendo anche che la riconoscenza è merce rara ma che il Signore sa,
conosce e ricorda. “i passi del mio vagare tu hai scritto nel tuo libro”
Il gusto del cammino. Ti piace camminare e hai insegnato a tutti noi che la fede non
è per gente “statica”, ma ci mette sempre in cammino. E nella memoria della nostra
comunità e di molti di noi la camminata notturna del grande Giubileo e quella del
Quarantesimo rimangono come pietre miliari di un itinerario interiore molto più prezioso,
il cammino della fede.
Caro don Giuseppe, grazie di tutto. Anche se le nostre strade si dividono, siamo sempre
nella stessa Via. Infatti il nostro Capo ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Ti
auguro di continuare la tua missione con lo stesso entusiasmo e la stessa passione che
ti ha contraddistinto in questi anni. E naturalmente, so che continueremo sempre ad
essere amici. Grazie di tutto e… “avanti con coraggio”!
don Luca Broggi
LA GRATITUDINE, COME LA CARITÀ,
NON AVRÀ MAI FINE!
Carissimo don Giuseppe,
la comunità delle Suore Sacramentine di Bergamo vuol essere presente per dire il suo
“GRAZIE” espresso dal profondo del cuore per questi anni, lunghi o meno, vissuti con
Lei in questa comunità parrocchiale.
La nostra riconoscenza è grande per il dono della sua presenza ricca di umanità e
spiritualità, vorremmo quasi dire “Sacramentino”, perché innamorato di Gesù
Eucaristico. Vogliamo unirci al coro della comunità di cui ci sentiamo parte integrante,
dove abbiamo assaporato le sue ricche Omelie domenicali e gli stimoli quotidiani,
attraverso la Parola, a vivere il Vangelo.
Grazie don Giuseppe! Per la sua accoglienza e collaborazione ci siamo sentite a casa;
grazie per la sua promozione libera e coinvolgente, che ha accettato i nostri limiti e
titubanze, ma chiedendoci il meglio per Dio a servizio dei fratelli.
Il Signore voglia benedire Lei e la nuova porzione di Chiesa affidatale… a noi certamente
mancherà.
Nella nostra adorazione quotidiana sarà sempre presente.
...Undici anni ...in cammino
Le Suore
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Fuoco missionario nella comunità
È opportuno dare uno sguardo retrospettivo ai 11 anni di servizio pastorale di don
Giuseppe a Seregno, non solo per gioire dei passi in avanti compiuti dalla Comunità S.
Ambrogio, ma per consegnare al nuovo pastore un quadro riassuntivo su cui progettare
il futuro.
Nel compendio decennale c’è di rilievo anche la voce “missionarietà” e tra gli orizzonti
raggiunti dalla solidarietà della comunità S. Ambrogio c’è anche l’Albania. L’iniziatore del
ponte tra le due rive dell’Adriatico è stato il parroco don Guglielmo Rigamonti già nel
1993; egli stimolò i parrocchiani a farsi carico delle povertà vicine e lontane.
Don Giuseppe Conti subentrò nel 1997 e incluse nel suo progetto di solidarietà
internazionale l’Albania, ma precisò che l’opera di missionarietà non doveva essere
vissuta dai singoli laici, quasi a titolo personale, ma testimonianza di tutta la comunità
parrocchiale.
Scorrendo le pagine del periodico parrocchiale S. Ambrogio si svela una storia di azione
missionaria intensa, composta sia dai viaggi dei volontari, chiamati a rispondere alle
urgenze più diverse, sia dall’invio di materiali e attrezzi.
Don Giuseppe, con le sue catechesi sul senso della carità evangelica, ha saputo evitare
che la sua parrocchia in confronto della comunità albanese più povera, apparisse come
donatrice, dispensatrice di favori. Costantemente è stato messo in evidenza che il
rapporto missione e parrocchia esige uno scambio di valori e stima reciproca. A tal
proposito si può citare la simpatia che è nata tra il gruppo giovanile Maltrainsema della
parrocchia S. Ambrogio di Seregno con l’Associazione Ambasciatori di Pace a Blinisht. Il
confronto premia gli uni e gli altri, due modi originali, pieni di arte e di allegria, per
vivere la vivacità giovanile e testimoniare la bellezza della fede.
L’iniziativa di collaborazione che ha avuto più risonanza e incidenza pastorale è avvenuta
nel 2005 quando “la fiaccola della fraternità”, accesa nel Santuario dei Martiri Albanesi a
Blinisht, dopo decine e decine di chilometri in terra albanese, oltrepassando il mare
Adriatico e sostando nei santuari mariani di Genazzano e di Loreto, è giunta all’altare
della parrocchia S. Ambrogio con grande festa popolare.
A don Giuseppe, ora atteso da un’altra comunità e ivi preceduto dalla fama di essere
giovane pastore, attento e generoso, l’augurio e la preghiera dei “fratelli albanesi”, certi
che, dov’è chiamato dall’obbedienza, sarà promotore e realizzatore di altre meravigliose
imprese con la potenza dello Spirito.
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Don Antonio Sciarra e Don Enzo Zago
...Undici anni ...in cammino

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“GRAZIE”
Caro don Giuseppe,
sono venuto a sapere che lasci la nostra parrocchia. Purtroppo non posso parlare a
lungo attraverso il telefono, però concentrerò in una parola la mia riconoscenza, per
l'amore tuo e di tutti i parrocchiani alla mia missione di Watsa: "Grazie". Grazie per la
tua discrezione e la tua delicatezza, per il tuo essere attento ai piccoli di questo mondo.
Grazie per la tua generosità, per la tua relazione con i beni della terra, per la tua libertà
di cuore nell'usare e nel disporre dei beni, in un impegno di condivisione con chi era ed
è nel bisogno (anche attraverso lo shopping!!). Nella tua nuova Parrocchia, non
dimenticarmi nella preghiera, perché sia veramente un missionario di Cristo speranza.
padre Ferdinando Colombo
“Ci sei stato veramente vicino”
Caro Don Giuseppe,
sei arrivato in parrochia in un momento assai difficile per la nostra comunità, il dover
sostituire l'amato e indimenticabile don Guglielmo, che ha lasciato in chi lo ha
conosciuto un grande vuoto.
Io ti ringrazio perché con il passare degli anni, sei riuscito a farti apprezzare con la tua
affabilità e il tuo modo di essere accogliente il vuoto lasciato dall'amico don Guglielmo.
Caro don Giuseppe, con noi missionari e anche quando non lo ero, ci sei stato
veramente vicino.
Devo ammettere che la scelta dei tuoi superiori di trasferirti in altra parrocchia mi ha
addolorato, anche se dal punto di vista della fede ci dicono che è volontà di Dio e di
conseguenza dobbiamo accettarla.
Già altre volte abbiamo avuto sacerdoti amici trasferiti altrove e ogni volta sembra
affiorare il sincero dispiacere (non ti dico quando don Piero è stato trasferito, mi era
sembrato venir meno tante certezze; era per noi l'amico, il prete, il catechista che ci
aveva formato, accompagnandoci alla comunione e alla cresima).
Non posso augurarti che un futuro di gioie per te e grandi soddisfazioni pastorali nella
tua nuova comunità, ma ti chiedo di non dimenticare il tempo trascorso nella comunità
di Sant'Ambrogio.
Vogliamo rimanere nel tuo cuore; la preghiera soprattutto ci legherà e ci aiuterà a
sentirci sempre vicini.
Ti ringrazio ancora una volta per la sensibilità che hai dimostrato per la mia missione,
con l'aiuto che non ci hai mai fatto mancare. Un grazie anche da chi hai beneficato qui
in Romania.
Caro don Giuseppe che il Signore e la Santa Madonna ti proteggano e ti diano, nel
nuovo campo di apostolato che la chiesa ti affida, gioie e soddisfazioni.
Con stima
Il rettore della chiesa italiana di Bucarest
Colombo don Graziano
Don Orione Fdp Migrantes CEI
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GRAZIE, DON GIUSEPPE!
Il saggio dice che non bisogna piangere perché qualche cosa è finita, ma sorridere
perché è successa. Ecco che allora sorrido e ringrazio il Signore per le tante cose
successe in questi anni, che inevitabilmente sono finite. Sono tanti i ricordi che
riaffiorano in questo momento, dal giorno del tuo ingresso come nuovo parroco (allora
ero chierichetto), fino al Settembre scorso, quando proprio tu mi hai aiutato ad
indossare per la prima volta la veste talare. Si può davvero dire che sono cresciuto
insieme a te, in questi anni. Anche il mio cammino in Seminario deve molto a te e alla
tua presenza; un seminarista infatti non matura solo grazie alla teologia e alla vita in
Seminario, ma anche grazie all’esempio dei tanti preti che incontra; e ringrazio il Signore
di aver messo anche te sul mio cammino. La tua preghiera mi ha accompagnato e mi è
stata di esempio; il sorriso e la serenità che mi hanno accolto ad ogni rientro in
parrocchia, la testimonianza di una vita spesa con gioia per il Signore, la capacità di
costruire relazioni sincere con estrema spontaneità, sono ricordi che non potrò
cancellare; anche l’obbedienza dimostrata recentemente non può che essere ammirata e
presa d’esempio. Ora il Signore ti chiama a portare il tuo esempio e la tua bella
testimonianza ad altre persone, e sono sicuro che non potrai che fare bene; così come
sono sicuro che nelle tue preghiere non mancherà il ricordo per questa comunità che ti
ha voluto bene; nel Signore e nella preghiera resteremo uniti. … Dimenticavo,
nell’agenda per i prossimi anni, inizia a tenere libero il giorno della prima Messa….
“Per noi riferimento”
Simone
Caro don Giuseppe in questi anni abbiamo preso parte a molti gruppi parrocchiali,
e in questo modo abbiamo imparato a conoscerla, anche se dal nostro particolare punto
di vista, degli adolescenti e dei giovani.
Questi undici anni sono stati intensi anche per noi perché ci hanno visto crescere,
passando dal catechismo al gruppo giovani, ed è stato importante per noi avere una
figura di riferimento fissa durante questi anni di cambiamenti.
Secondo noi ragazzi lei è stato molto vicino alla nostra idea di parroco: serio ma
spiritoso, tranquillo e pacato, affettuoso verso i suoi parrocchiani.
Le auguriamo di poter stare molto tempo vicino ai giovani della sua nuova comunità e di
essere per loro una guida, sia con le parole sia con la preghiera.
Grazie don Giuseppe!
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I giovani
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Spiazzati… ma grati
Sconvolti, allibiti, dispiaciuti e meravigliati sono stati i sentimenti di noi consiglieri
del Consiglio Pastorale Parrocchiale quando ci hai comunicato che in seguito all’ordine
ricevuto dall’Arcivescovo, avresti lasciato la nostra comunità per essere destinato ad
un’altra parrocchia. Non ce l’aspettavamo, anche perché il nostro pensiero e anche la
nostra preoccupazione in questi ultimi tempi erano rivolti a ben altre sorprese… ovvero
alla eventuale formazione di unità pastorale, e quindi la tua comunicazione ci ha
spiazzati! Questo pensiero del trasferimento non ci sfiorava nemmeno!
Ricordo nell’anno 1997 la primo volta che hai presieduto il C.P.P. , mi avvicinai e ti
strinsi la mano dandoti il benvenuto; ora, a distanza di ben undici anni, ho l’occasione
tramite queste righe di ringraziarti e di augurarti di vero cuore un buon inserimento
nella tua nuova comunità. Certo che a suo tempo non deve essere stato facile per te
inserirti nella nostra comunità, dopo tutto quello che avevamo vissuto con il precedente
parroco don Guglielmo… eppure hai saputo pian piano cogliere l’aspetto umano in
ciascuno di noi, dandoci poi col passare del tempo la possibilità di trasformare la nostra
conoscenza in una forte amicizia.
Ricordo con piacere le simpatiche serate di lavoro (che non finivano mai prima delle 24)
e anche il metodo che adottavi per affrontare e risolvere qualsiasi problema e difficoltà:
allo scontro hai sempre preferito il dialogo e la diplomazia… ne faremo tesoro.
Inoltre ci mancherà sicuramente il tuo grande dono di avere le parole giuste per ogni
circostanza di gioia e di dolore e per ogni situazione familiare.
E’ stato bello lavorare con te e mi dispiace tanto questo cambiamento. Purtroppo però è
un aspetto della promessa di obbedienza di voi sacerdoti. Saranno fortunati i tuoi nuovi
parrocchiani!
Mi auguro che nel tuo cuore rimanga un ricordo speciale di noi (senza nulla togliere ai
tuoi ex parrocchiani di Paderno) e sappi anche che dai nostri cuori non usciranno mai i
ricordi delle tue omelie, delle tue indicazioni pastorali ed in particolare del tuo volto
sempre sorridente e solare.
Con la preghiera ringraziamo il Signore per tutto quanto hai dato a tutti noi e con la
preghiera chiediamo al Signore di sostenerti ed aiutarti in questa nuova missione…
Ci congratuliamo con te per la tua meritata promozione..
Ti vogliamo bene. Grazie don Giuseppe
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Erminia, membro del Consiglio Pastorale Parrocchiale
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“Orgoglioso di essere prete”
Confesso: non amo molto il genere letterario del commiato … troppo alto il rischio
di scivolare nel tono lacrimevole dell’elegia funebre e di immolarsi sull’altare della
retorica.
Troppo facile poi in questo caso tessere le lodi di don Giuseppe, parlando – che so –
della sua finezza, della sua proverbiale capacità di accoglierti con quel sorriso
disarmante, oppure – passando a livelli più densi – della sua passione per le cose belle e
della sua solida struttura spirituale…
Vi racconterò allora quello che – nei nostri purtroppo non frequenti incontri – è il tratto
che mi ha colpito più di ogni altro: don Giuseppe sa essere orgoglioso.
Lo dico così, perché l’orgoglio viaggia sempre sul confine tra vizio e virtù, può abbellire
una personalità oppure guastarla … e quindi per poter essere orgogliosi in modo “sano”
bisogna saperlo essere.
Don Giuseppe è orgoglioso del suo essere prete: ti dà l’idea di uno che non può pensarsi
diversamente da così, di uno che sull’altare mentre celebra l’Eucarestia è esattamente
“al suo posto”, di uno che non ha paura di esporsi per la fede e di metterci la faccia per
il Vangelo. Penso che una delle cose che abbia voluto comunicarmi durante la predica
della mia prima Messa fosse proprio questo invito: sii orgoglioso del tuo essere prete.
Quasi come una naturale conseguenza, don Giuseppe era orgoglioso di essere parroco
di S. Ambrogio, di poter guidare una comunità sui difficili sentieri dello Spirito, di poter
sbriciolare per tutti il pane della Parola di Dio, di poter gioire e soffrire con quella che
praticamente da subito era diventata la “sua” gente.
Era (… vedi che ti prende la sindrome dell’epitaffio? …parlo al passato …. )…era
orgoglioso della “sua” gente, dei gruppi, delle attività, fiero dei suoi collaboratori, dei
volontari, degli operatori ai quali spesso distribuiva parole di stima e di gratitudine.
Era fiero della sua chiesa e non mancava – con gesti misurati quasi da anfitrione – di
mostrare a chi veniva a trovarlo le piccole o grandi opere di abbellimento.
Voglio scommettere che quando lo andremo a trovare nella sua nuova destinazione lo
troveremo altrettanto fiero della gente, delle attività, della chiesa … perché forse, in
realtà, non è di quello che è orgoglioso …. don Giuseppe è soltanto orgoglioso di essere
prete.
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don Carlo Confalonieri
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“Coraggio, coraggio”
«Coraggio, coraggio» così ricordo l’invito che sovente don Giuseppe rivolgeva ai
suoi parrocchiani e ai suoi collaboratori al suo arrivo nella comunità di Sant’Ambrogio. E
credo che, raccogliendo l’eredità dei preti che l’avevano preceduto nel suo incarico, lui
per primo abbia dato prova di metterci coraggio, non tanto perché l’impresa fosse
ardua, ma piuttosto perché partiva con entusiasmo come parroco nel mettere a
disposizione di una comunità la sua esperienza e le sue qualità. Dopo non molto tempo,
sono stato io a partire per il seminario e la vita della parrocchia ho potuto seguirla solo
un po’ più a distanza o per pochi giorni all’anno. Tuttavia, anche grazie a don Giuseppe,
la mia comunità mi ha sempre accompagnato, seguendomi nel cammino e preparando
con gioia la festa per una vocazione nata dal proprio oratorio.
Di don Giuseppe ho sempre apprezzato il tratto cordiale con tutti ed in particolare con le
persone che incontrava in occasioni speciali come i battesimi o i matrimoni ed ora
capisco ancora di più l’importanza di questo atteggiamento e cerco di farlo anche mio
nel ministero.
Ricordo poi con gioia la sua vicinanza nei primi giorni di ordinazione, dalla mia prima
Messa alla prima visita fatta con lui e i miei genitori per conoscere la parrocchia a cui il
Vescovo mi destinava. C’era il desiderio paterno di accompagnare, forse proteggere,
certamente consigliare e poter trasmettere un po’ dell’esperienza che anche lui, come
prete, aveva.
Oggi il Vescovo destina lui a una nuova comunità e tutto ciò che ha condiviso con la sua
gente di Seregno sarà un ricordo ed un tesoro prezioso per il suo ministero. Ogni
distacco è sempre doloroso, ma auguro a don Giuseppe di saper mettere a disposizione
di un’altra comunità quello che è e quello che ha imparato, come un nostro piccolo
regalo alla Chiesa diocesana e di poter raccogliere soddisfazioni e frutti evangelici
abbondanti nel suo nuovo incarico.
Un grazie di cuore e la mia benedizione,
don Alessandro Cesana
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“Grazie per il cammino vissuto insieme”
Caro don Giuseppe, noi ministri straordinari dell’eucaristia desideriamo ringraziarti
per il cammino vissuto insieme in questi anni. E’ proprio nella linea dell’apertura
ecclesiale quello che don Giuseppe ha intrapreso istituendo nella comunità e per la
comunità i ministri straordinari della Comunione Eucaristica, come prolungamento e
continuità del servizio già esistente da anni, svolto dalle religiose sacramentine.
Il nostro essere ministri non implica una diversità dagli altri fedeli laici, ma una
responsabilità posta a servizio della Chiesa. In questo contesto di saluto e di
ringraziamento vogliamo, insieme alle religiose, farci eco degli ammalati della nostra
comunità, fratelli che si uniscono con le preghiere e soprattutto con l’offerta della loro
sofferenza silenziosa per il bene della Chiesa. E con loro e a nome loro vogliamo dire
grazie a don Giuseppe per l’attenzione squisita con cui essi sono stati accompagnati in
questi anni. E mentre anch’essi ti accompagnano con le loro preghiere e ti sono vicini
con l’affetto, tutti quanti vogliamo assicurarti che continueremo a chiedere
incessantemente a Gesù Eucaristia che sia vicino nel tuo ministero di Parroco e
Sacerdote, per essere immagine di Gesù buon Pastore.
I ministri straordinari dell’Eucaristia
A don Giuseppe Conti
Nella primavera del 1997 ti sei presentato alla Parrocchia di Sant’Ambrogio, un po’
intimidito hai conosciuto i tuoi nuovi parrocchiani ed i componenti dei vari Consigli:
Pastorale ed Economico, già presenti in ambito parrocchiale ed hai ritenuto di doverli
confermare, senza così stravolgere quanto già presente.
Da quel primo incontro ne sono passati di anni, quasi undici e di problemi che hanno
riguardato le strutture parrocchiali ne sono stati affrontati e per la maggior parte risolti.
Ciò grazie certamente anche alla Tua abilità di saper infondere sicurezza e di non
drammatizzare mai più di tanto le situazioni critiche che si sono presentate, anche forse
perché a differenza di noi Tu sai sempre di poterti affidare a chi sta sopra tutti, anche
quando gli altri non sanno più a che santo rivolgersi e sai trovare il giusto conforto nella
speranza della fede che talvolta ai “comuni mortali” viene a mancare.
La Chiesa, la Scuola, l’Oratorio e la sistemazione della parrocchia hanno occupato una
parte importante del Tuo tempo, senza però mai farti trascurare quello dedicato alla
pastorale che nella Tua missione è la cosa più importante e lo si percepiva con le giuste
parole che sapevi trovare durante le funzioni.
Ora nel tuo nuovo compito, che ti è stato affidato nella Parrocchia di Appiano Gentile,
con una chiesa in ridondante stile barocco nella quale trovano collocazione due cappelle
nel transetto e dieci cappelle nella navata principale dedicate a vari santi, una di queste
sarà certamente dedicata a Sant’Ambrogio. Quando davanti a questa ti raccoglierai in
preghiera non potrai non ricordati dei tuoi parrocchiani di Seregno, ed in particolare dei
tuoi “tecnici-consiglieri”che ti saranno sempre vicini e ti ricorderanno con tanto affetto.
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Il Consiglio Affari Economici Parrocchiale
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SALUTI E RINGRAZIAMENTI
DA PARTE DELLA SCUOLA S. AMBROGIO
Don Giuseppe ha creduto molto nella Scuola S. Ambrogio, come coloro che
lo hanno preceduto (soprattutto chi l’ha fondata). Credere in questa istituzione
ha significato sostenerla, difenderla e promuoverla in periodi che sono stati
delicati con situazioni difficili da affrontare e risolvere. Credere in questa scuola
significa incoraggiarla e motivare sempre il personale riconoscendone l’impegno
e i risultati. Questo è quello che noi abbiamo sentito in questi 11 anni condivisi
insieme.
E’ vero… in classe poi ci siamo stati noi! Tuttavia la certezza di essere sostenuti
attraverso il frequente monito “FORZA E CORAGGIO!” ci ha aiutato a capire
che quella era la strada giusta. In ogni ambiente di lavoro, tanto più se
parrocchiale, è importante sapere che il proprio “datore di lavoro” si fida di te e
con questa rassicurazione si riescono ad affrontare situazioni che talvolta sono
davvero impegnative (avendo a che fare con le persone).
Di questo desideriamo ringraziare accoratamente don Giuseppe augurandogli di
continuare a fare altrettanto bene altrove e assicurandogli che non lo
dimenticheremo mai. Da parte nostra promettiamo di continuare sempre a
“pensare alla grande e strafare nel piccolo!”.
Laura, Cristina e tutto il personale della scuola S. Ambrogio
CARO DON GIUSEPPE…
Caro don Giuseppe, ci stai per abbandonare,
La nostra scuola devi lasciare.
Ad Appiano Gentile ti devi trasferire
Così l’Inter da vicino puoi seguire.
La forza e il coraggio che ci hai dato non ci abbandonerà
E il tuo nome nella scuola rimarrà.
Ti preghiamo di starci vicino,
tu, che hai condiviso gran parte del nostro cammino.
Gli alunni di classe III con la prof.ssa Paolini
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Il saluto di una catechista
Caro don Giuseppe,
mi ricordo quel primo inverno di 10 anni fa, quando eri appena
arrivato ed abbiamo avuto una riunione a casa di Emiliano; finita la riunione ti ho
accompagnato a casa e tu hai incominciato a chiedermi della mia famiglia. Due ore sono
passate fra domande e risposte. Sai, mi è stato così facile parlarti perché tu eri così
disponibile. Ora devo salutarti perché tu sei stato trasferito ad un’altra parrocchia…
come invidio i tuoi nuovi parrocchiani! Grazie per tutto quello che tu hai saputo
trasmetterci. Grazie per la tua disponibilità. Sentiremo molto la mancanza delle tue
omelie perché eri, sei e sarai sempre un buon predicatore.
In questi anni noi tutte catechiste abbiamo avuto modo di collaborare e di affrontare le
tante difficoltà che si incontrano in questa essenziale missione. In effetti oggi fare
catechismo è molto difficile perché spesso ci tocca portare il primo annunzio del
Vangelo, più che dare una istruzione più completa rispetto a fondamenti già posti in
famiglia. Ricorderai le molte discussioni, le riflessioni riguardo il rapporto con le famiglie,
le sfide che abbiamo incontrato stando a contatto con i bambini ed i ragazzi… In queste
occasioni ci sei stato di aiuto, un punto di riferimento prezioso per cercare insieme le vie
giuste per svolgere bene questo nostro compito.
Le tue catechiste ti sono vicine e ti accompagnano nel tuo nuovo cammino con le loro
preghiere.
Luisa, una catechista
“Ci hai appoggiato e consigliati”
Come gruppo famiglia, abbiamo avuto la fortuna di sperimentare la ricchezza e la
necessità di condividere momenti di riflessione, di gioia, di convivialità fra le famiglie
della parrocchia. Abbiamo toccato con mano la bellezza e la fatica di essere famiglie
cristiane nella vita quotidiana.
Tu, Don Giuseppe, hai condiviso con noi molti momenti del nostro cammino, ci hai
appoggiati e consigliati, rispettando pienamente le nostre scelte di gruppo.
Ci auguriamo di aver lasciato un segno che porterai con te nella nuova comunità, una
piccola scorta d’esperienza, da proporre alle famiglie che incontrerai.
Con affetto
Il Gruppo Famiglia
...Undici anni ...in cammino

...Undici anni ...in cammino
Don Giuseppe “esonerato”!!!
Che ne sarà dell’allenatore “esonerato”? Le voci, oramai certe, lo danno
ingaggiato da una confraternita che indossa i colori nerazzurri e che in campo è
predisposta sullo schema classico ad albero di Natale. Si dice anche che, lui… emulando
Bearzot, voglia cambiare questo modulo nel nuovo schema ad uovo di Pasqua… ai
posteri l’ardua sentenza!
Arrivò nella nostra S. Ambrogio undici anni or sono!
Eppure sembra ieri: la morte di don Guglielmo che sconvolge la nostra squadra e
poi ecco finalmente un nuovo direttore sportivo. Giovane e disinvolto, con la sua
oratoria incanta gli avversari e soprattutto usa schemi diversi come il vincente “Quattro
stagioni di Vivaldi”
Avere avuto sul groppone una compagine come la nostra non deve essere stato
facile:con tutti quei gregari da motivare ed i tanti campioni da seguire, ed ora, dopo
undici anni, una nuova prova, un nuovo “contratto”.
Grazie per gli anni vissuti gomito a gomito, per l’Eucarestia e la Parola di Dio che
insieme abbiamo celebrato e per le tante esperienze condivise siano esse state gioie o
dolori. Grazie per aver creduto in tutte le nostre iniziative e nei nostri “Confratellini”.
Questo percorso di vita insieme, nella nostra grande squadra di S. Ambrogio ora
si conclude, e siamo convinti non vi sia miglior maniera che trasformare tutto questo in
preghiera a Gesù Eucaristico. Proprio a Lui la nostra squadra è dedicata.
Ad Appiano Gentile, troverai la Confraternita del SS. Sacramento (magari hanno
le mantelline nerazzurre…), sostienila ed incoraggiala a continuare con spirito di servizio
e di amore all’Eucaristia e vedrai che ti seguiranno con passione nell’accudire alla tua
nuova comunità.
Ma ora, la nostra squadra deve proseguire nel suo cammino, non ci si può
fermare…
Il campionato è già incominciato e il prossimo direttore tecnico ha già firmato il
contratto con questa comunità. Un cambio veloce di panchina e via verso lo scudetto:
formazione che vince non si cambia! La nostra squadra, forte dell’esperienza acquisita,
saprà sicuramente adattarsi ai nuovi schemi di gioco proposti dal nuovo allenatore!
Un abbraccio.
I Confratelli della comunità di S. Ambrogio
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Abbiamo condiviso idee e progetti
Undici anni che non si possono scordare. E’ facile cadere nella retorica,
soprattutto quando si scrive un saluto ad una persona che se ne va, che abbandona per
intraprendere un nuovo cammino.
E’ facile andare a cercare solo i lati positivi di un’esperienza proprio perché è come se
affiorasse un inconscio “buonismo” capace di condizionare ogni giudizio.
Nel rapporto tra persone è inevitabile che ci siano divergenze di opinioni, punti di vista
diversi, modi di fare e agire diversi. E’ innegabile che tutto questo sia accaduto anche
con Don Giuseppe Conti. I miei quasi dieci anni in quello che era il Gruppo Sportivo
oratoriano ed ora Associazione Sportiva Dilettantistica Oratorio S.Ambrogio sono dieci
degli undici anni da parroco di Don Giuseppe. Un percorso quasi in parallelo fatto di
gioie ma anche, purtroppo, di grandi dolori. Un percorso dove esperienza personale e
parrocchiale spesso si sono fuse e dove il confronto tra persone che si stimano ha
trovato fertile terreno per un confronto vero, appassionato, sincero.
Ho avuto il piacere di discutere e lavorare con Don Giuseppe, ho avuto il piacere di
confrontarmi, di sentire il suo umore ma anche la sua fiducia, di scoprire lati nascosti di
un prete che forse a volte poteva anche apparire distratto. E quante volte ho sentito e
combattuto questa sensazione. No distratto, Don Giuseppe non lo è mai stato, come mai
si è dimostrato accentratore. Anzi, al contrario, ho potuto apprezzare la sua fiducia,
l’essere delegato in totale autonomia e fiducia.
Il percorso di crescita del Gruppo Sportivo lo si deve in gran parte alla condivisione di
idee e progetti. Da quello della trasformazione in Associazione Sportiva che lo ha visto
tra i soci fondatori e severo, puntuale e intelligente consigliere nella stesura del primo e
unico statuto societario, a vero e proprio motore e alleato quando si è trattato di varare
il piano di progetti e interventi che hanno consentito la realizzazione del campo sportivo
in manto sintetico ed il totale rifacimento degli spogliatoi. Una realizzazione quest’ultima
che ha richiesto coraggio e sacrifici ma che gli ha fatto brillare gli occhi allorché
terminata.
Sì, caro Don Giuseppe, certe cose non si dimenticano, certi passaggi non possono non
entrare a far parte del vissuto e dei ricordi. Certi confronti, anche di tipo personale su
cosa significa essere cristiani, sul mistero della vita e della morte, su cosa significa
ripartire, su cosa è impegno verso gli altri non li potrò dimenticare e per questo ti dico
grazie personalmente e per conto di quella Associazione che anche tu hai voluto che
presiedessi.
Buon viaggio e buon cammino Don Giuseppe, ad Appiano Gentile dove batte il cuore
nerazzurro e dove ti sentirai più vicino alla tua fede calcistica, ti chiedo solo di portare
anche un po’ dei nostri colori, quelli del S.Ambrogio Seregno.
Con affetto.
Maurizio Losa
Presidente Associazione Sportiva Dilettantistica
Oratorio S. Ambrogio
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...Undici anni ...in cammino

Al servizio del Signore
C’era una volta un bellissimo, meraviglioso giardino. Era situato a ovest del paese,
in mezzo al Grande Regno. Il Signore di questo giardino aveva l’abitudine di farvi una
passeggiata ogni giorno, quando il caldo della giornata era più forte.
C’era in questo giardino un bambù di aspetto nobile. Era il più bello di tutti gli alberi del
giardino e il Signore amava questo bambù più di tutte le altre piante. Anno dopo anno,
questo bambù cresceva e diventava sempre più bello e grazioso. Il bambù sapeva bene
che il Signore lo amava e ne godeva.
Un bel giorno il Signore, molto in pensiero, si avvicinò al suo albero amato e l’albero, in
grande venerazione, chinò la sua testa. Il Signore gli disse: “caro Bambù, ho bisogno di
te”. Sembrò al bambù che fosse venuto il giorno di tutti i giorni, il giorno per cui era
nato. Con grande gioia, ma a bassa voce, il bambù rispose: “O Signore, sono pronto. Fa’
di me l’uso che vuoi”.
“Bambù” - la voce del Signore era seria – per usarti devo abbatterti”. Il bambù fu
spaventato, molto spaventato: “Abbattermi, Signore? Me che hai fatto diventare il più
bell’albero del tuo giardino? No, per favore no! Fa’ uso di me per la tua gloria, Signore,
ma per favore non abbattermi”.
“Mio caro Bambù” disse il Signore e la sua voce era ancora più seria “se non posso
abbatterti, non posso usarti”. Nel giardino ci fu allora un grande silenzio. Il vento non
soffiava più, gli uccelli non cantavano più. Lentamente, ma molto lentamente, il bambù
chinò ancora di più la sua testa meravigliosa. Poi sussurrò: “Signore, se non puoi usarmi
senza abbattermi, fa’ di me quello che vuoi ed abbattimi.” “Mio caro Bambù” disse di
nuovo il Signore “non solo devo abbatterti ma anche tagliarti le foglie e i rami” “O
Signore” disse il Bambù “ non farmi questo. Lasciami almeno le miei foglie e i miei
rami”. “Se non posso tagliarti, non posso usarti”. Allora il sole si nascose e gli uccelli
ansiosi volarono via. Il bambù tremò e disse appena udibile: “Signore, tagliali!”
“Mio caro Bambù, devo farti ancora di più. Devo spaccarti in due e strapparti il cuore. Se
non posso fare questo non posso usarti”. Il bambù non poté più parlare. In silenzio si
chinò fino a terra.
Così il Signore del giardino abbatté il bambù, tagliò i rami, levò le foglie, lo spaccò in
due e ne estirpò il cuore. Poi portò il bambù alla fonte di acqua fresca vicino ai suoi
campi inariditi. Là, delicatamente, il Signore depose l’amato bambù a terra: un’estremità
del tronco la collegò alla fonte, l’altra la diresse verso il suo campo inaridito.
La fonte dava acqua, l’acqua si riversava sul campo che tanto aveva aspettato. Poi fu
piantato il riso. I giorni passarono, la semenza crebbe e il tempo della raccolta venne.
Così il meraviglioso bambù divenne realmente una grande benedizione in tutta la sua
povertà e umiltà. Quando era ancora grande e bello viveva e cresceva solo per sé stesso
e amava la propria bellezza. Ora, nella sua povertà, era diventato un canale che il
Signore usava per rendere fecondo il suo Regno.
… il bambù ha chinato la testa e si è messo al servizio del suo Signore. Ti auguriamo di
essere, anche nella tua nuovo parrocchia, il canale che il Signore usa per portare la sua
parola d’amore.
Il gruppo missionario
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“Ti accompagni la Vergine Maria”
“Anche per questo preghiamo di continuo per voi, perché il nostro Dio vi renda
degni della sua chiamata e porti a compimento, con la sua potenza, ogni vostra volontà
di bene e l’opera della vostra fede; perché sia glorificato il nome del Signore nostro
Gesù in voi e voi in lui, secondo la grazia del nostro Dio e Signore Gesù Cristo” (2 Ts
1,11-12)
Ti accompagni nel nuovo cammino la Vergine Maria, Madre dell’Eterno Sacerdote. A Lui
sappi ricorrere sempre, in Lei troverai aiuto, conforto e rinnovato slancio apostolico.
Il gruppo Caritas
Caro don Giuseppe,
ti vogliamo salutare ed augurarti ogni bene
Siamo i tuoi amici del Gruppo Lavoro. Sai bene che tenere in mano la penna non è
la nostra passione, perché preferiamo altri attrezzi forse meno nobili ma certo più utili (il
martello, il trapano…). In questi anni ci siamo conosciuti bene. Il nostro gruppo è
sempre stato disponibile e a servizio delle necessità della parrocchia e dell’oratorio.
Abbiamo sempre fatto i lavori necessari volentieri, con spirito di servizio e di amicizia
vera. Se pensiamo alle tante raccolte della carta e del rottame, ai tanti carri di carnevale
costruiti per i nostri ragazzi, alle belle cazzuolate in compagnia, alle castagnate, al falò
di S. Antonio … ci vengono in mente tanti momenti belli vissuti in comunità, in cui noi
abbiamo fatto la nostra parte. O come non ricordare le sere in chiesa per preparare i
presepi, sempre in fretta, per arrivare pronti alla messa di mezzanotte? Un pu ’em anca
buzà… come capita tra veri amici. E mentre in questi giorni siamo ancora una volta
impegnati per aiutarti nel tuo imminente trasloco, vogliamo solo dirti, con semplicità,
che ti portiamo nel cuore e ti affidiamo al Signore.
Andremo avanti a lavorare per la parrocchia e l’oratorio, sperando di collaborare bene
con il nuovo parroco, convinti che il bene è meglio farlo che dirlo.
Ancora tanti auguri, don Giuseppe!
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Il gruppo lavoratori
...Undici anni ...in cammino

Grazie per lo “Spazio”
Caro don Giuseppe,
la notizia della tua nuova destinazione ha colto tutti di sorpresa. Vogliamo salutarti
anche noi, bambini e genitori dello SPAZIO MICRO. E soprattutto vogliamo ringraziarti
per aver avviato questa iniziativa che ci ha permesso di conoscerci e sostenerci a
vicenda nel nostro cammino di crescita, come figli e come genitori. Speriamo che in
futuro lo Spazio Micro possa essere un’opportunità anche per altre famiglie con bimbi
piccoli, così come lo è per noi.
Ancora un grosso GRAZIE e un grosso AUGURIO per la nuova avventura che stai per
cominciare; ti affidiamo al Signore e ti resteremo vicino con la preghiera.
“Ci mancherà”
Una mamma dello SPAZIO MICRO
Un fulmine a ciel sereno! Don Giuseppe è stato trasferito ad Appiano Gentile a
partire dal 1° ottobre. La notizia ha fatto il giro della parrocchia subito dopo ferragosto.
Un colpo al cuore, un nodo alla gola, sgomento!
Il nostro carissimo Parroco che, con tanto amore, dedizione e spirito di abnegazione ha
retto questa parrocchia cercando sia spiritualmente che materialmente di mantenere
quel patrimonio di istituzioni che la compongono; umano, sempre pronto ad ascoltare i
bisognosi, se ne va.
Ci mancheranno molto le sue S. Messe così ben celebrate, le sue omelie, i suoi sorrisi
così accattivanti. E’ una grande perdita! Con noi della Terza Età, sempre pronto ad
accondiscendere alle nostre iniziative. Compagno benevolo nelle nostre gite annuali.
Lo sosterremo con la nostra preghiera, perché il Signore lo aiuti in questo momento così
doloroso del suo trasferimento e gli porgiamo i nostri migliori auguri per un efficace
inserimento nella sua nuova missione
...Undici anni ...in cammino
Il gruppo Terza Età
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Il saluto del Parroco
D’improvviso, nel cuore dell’estate, i Superiori mi hanno convocato
per affidarmi un nuovo incarico.
Ricordo quando (in circostanze simili) undici anni fa sono stato
chiamato per venire a Sant’Ambrogio… Immaginavo una piccola
Parrocchia per cominciare a fare il Parroco; invece mi aspettava una
… prova del fuoco: una parrocchia popolosa che richiede grosse
responsabilità (come la Scuola Parrocchiale) con una forte tradizione
e vivacissima. Davvero, lasciatemelo dire, “una bella Parrocchia”.
Rivedo nella mia mente questi undici anni intensissimi; mi sembra
d’essere appena arrivato ma... è giunto il momento di salutarci.
A Sant’Ambrogio ho trovato una Comunità allegra, accogliente e ricca
d’iniziative dove ho potuto imparare a fare il Parroco; ho trovato due
bravi coadiutori, delle Suore disponibili, tanti collaboratori (alcuni
purtroppo ci hanno già lasciato) e tanti amici; ho percorso così un
tratto molto significativo della mia vita e del mio ministero
Sacerdotale.
Di tutto questo e di moltissime cose che non posso raccontare ma
che ricorderò sempre voglio dirvi “GRAZIE, GRAZIE, GRAZIE”.
Vi porto tutti nel cuore nella riconoscenza e nella preghiera.
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Don Giuseppe
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