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la mediazione familiare: un modo di intendersi - Spazio MeF

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LA MEDIAZIONE FAMILIARE: UN MODO DI INTENDERSI<br />

Laura Gaiotti 1 Monica Lingua 2<br />

La <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> <strong>familiare</strong> è <strong>un</strong>'opport<strong>un</strong>ità che riguarda tutti quei genitori che, in qualsiasi fase del<strong>la</strong><br />

vicenda separativa, intendano affrontare le trasformazioni del<strong>la</strong> loro famiglia prendendosi <strong>un</strong>o<br />

spazio e del tempo per salvaguardare <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> continuare a par<strong>la</strong>rsi. Si tratta <strong>di</strong> andare al<strong>la</strong><br />

ricerca <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>di</strong>alogo che fonda <strong>la</strong> sua ragione d'essere sul<strong>la</strong> consapevolezza che i figli hanno<br />

bisogno <strong>di</strong> mantenere <strong>la</strong> continuità del rapporto con entrambi i genitori e <strong>di</strong> non essere esposti a<br />

tensioni continue. Genitori, d<strong>un</strong>que, che trovano nel<strong>la</strong> crescita equilibrata dei loro bambini <strong>un</strong><br />

obiettivo degno <strong>di</strong> essere perseguito insieme 3 . Oltre ad essere <strong>un</strong> intervento professionale con<br />

tempi, modalità e regole definiti, anche se non ancora formalizzato sotto il profilo giuri<strong>di</strong>co, <strong>la</strong><br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong> <strong>familiare</strong>, come altre forme <strong>di</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>, si nutre <strong>di</strong> <strong>un</strong> atteggiamento culturale che<br />

restituisce capacità e competenza alle persone. Persone che, anche nei momenti più critici, si<br />

ritiene siano, e per questo debbano rimanere, competenti e responsabili delle proprie vicende<br />

re<strong>la</strong>zionali. La <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> fa d<strong>un</strong>que perno sulle risorse che ciasc<strong>un</strong>o può mettere in campo.<br />

Inoltre si basa sul<strong>la</strong> convinzione che il benessere dei genitori, pur da separati, continui a <strong>di</strong>pendere<br />

dal<strong>la</strong> qualità del<strong>la</strong> re<strong>la</strong>zione con l'altro (inter<strong>di</strong>pendenza) 4 . Nel<strong>la</strong> separazione, nonostante quello<br />

che, a seconda dei p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista, si desidera o si teme, il legame continua. Permangono aspetti del<br />

legame che restano attivi ed è inevitabile che i figli trasferiscano da <strong>un</strong>a casa all'altra il clima<br />

emotivo dei rispettivi genitori.<br />

Decidere <strong>di</strong> intraprendere questo percorso implica:<br />

• essere <strong>di</strong>sposti ad affrontare attivamente le questioni re<strong>la</strong>tive al cambiamento in corso;<br />

• entrare nel<strong>la</strong> logica dell'inter<strong>di</strong>pendenza;<br />

• sperimentare <strong>un</strong>a modalità <strong>di</strong> gestione dei conflitti basata sul<strong>la</strong> responsabilizzazione e sul<strong>la</strong><br />

cooperazione;<br />

• non aspettarsi soluzioni <strong>di</strong>spensate dall'esperto.<br />

Per questo <strong>un</strong> tentativo <strong>di</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>:<br />

• si basa sul<strong>la</strong> libera scelta e sul<strong>la</strong> <strong>di</strong>sponibilità personale: si può aderire o sospendere il<br />

percorso in qualsiasi momento;<br />

• si fonda sul<strong>la</strong> assoluta riservatezza <strong>di</strong> quanto avviene negli incontri. Il me<strong>di</strong>atore non può<br />

testimoniare, i contenuti e lo svolgimento del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> sono protetti dal segreto<br />

professionale. Ness<strong>un</strong> contatto, né scritto né orale, intercorre tra il me<strong>di</strong>atore e il giu<strong>di</strong>ce o<br />

l'avvocato. L'esito del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> è riferito al giu<strong>di</strong>ce dai genitori stessi, <strong>di</strong> solito assistiti<br />

dai loro legali;<br />

• richiede <strong>di</strong> prendersi del tempo durante il quale i genitori, incontrandosi me<strong>di</strong>amente ogni<br />

quin<strong>di</strong>ci giorni nell’arco <strong>di</strong> sei-otto mesi, <strong>di</strong>scutono e cercano insieme delle soluzioni;<br />

• si rivolge esclusivamente ai genitori offrendo loro <strong>un</strong> luogo dove incontrarsi e iniziare a<br />

sospendere le ostilità e a sperimentare degli accor<strong>di</strong>.<br />

1<br />

Me<strong>di</strong>atrice <strong>familiare</strong> presso il Servizio pubblico per genitori separati "Genitori Ancora" del<strong>la</strong> Provincia <strong>di</strong><br />

Torino<br />

2<br />

Me<strong>di</strong>atrice <strong>familiare</strong> presso il Servizio pubblico <strong>di</strong> sostegno al<strong>la</strong> genitorialità “P.E.G.A.S.O” del Con.I.S.A.<br />

"Valle <strong>di</strong> Susa"<br />

3<br />

CESA-BIANCHI M.,QUADRIO A., SCAPARRO F, ”Maturare <strong>la</strong> separazione”, in Il bambino incompiuto,<br />

N. 2, Mi<strong>la</strong>no,1985, pag. 122<br />

4<br />

vedasi CANEVELLI F.,LUCARDI M. “La <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> <strong>familiare</strong> dal<strong>la</strong> rottura del legame al riconoscimento<br />

dell’altro” Boringhieri, Torino, 2000 cap. 3 pag. 85<br />

1


SOSPENDERE LE OSTILITA'<br />

Decidere <strong>di</strong> intraprendere <strong>un</strong>a <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> comporta con<strong>di</strong>videre e aderire ad alc<strong>un</strong>i criteri che<br />

sono anche dei presupposti in<strong>di</strong>spensabili per il procedere del <strong>la</strong>voro. Sospendere le ostilità è <strong>un</strong>a<br />

con<strong>di</strong>zione, <strong>un</strong> <strong>modo</strong> concreto <strong>di</strong> agire che riguarda:<br />

• La gestione del<strong>la</strong> procedura legale. Risulta incompatibile con il <strong>la</strong>voro <strong>di</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> <strong>la</strong><br />

possibile concomitanza con u<strong>di</strong>enze, den<strong>un</strong>ce, o altre iniziative legali e peritali che, com<strong>un</strong>que,<br />

innalzano il livello <strong>di</strong> tensione, irrigi<strong>di</strong>scono i p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> vista, portano ciasc<strong>un</strong>o a <strong>di</strong>mostrare <strong>la</strong><br />

ragione per sé e il torto per l’altro. Costituiscono, d<strong>un</strong>que, interferenze inconciliabili perché<br />

accrescono <strong>la</strong> logica del<strong>la</strong> contrapposizione. E' necessario che i genitori informino i rispettivi<br />

legali dell'intenzione <strong>di</strong> intraprendere <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> e si consultino con loro per valutare <strong>la</strong><br />

possibilità del<strong>la</strong> sospensione <strong>di</strong> qualsiasi iniziativa. Oppure può capitare che sia l'avvocato<br />

stesso o il giu<strong>di</strong>ce, su iniziativa propria o su sollecitazione delle parti, a suggerire o accogliere<br />

l'ipotesi <strong>di</strong> <strong>un</strong> tentativo <strong>di</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>. Tecnicamente occorre fare in <strong>modo</strong> che il tempo che<br />

intercorre tra l'avvio del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> e <strong>la</strong> data del<strong>la</strong> successiva u<strong>di</strong>enza in Trib<strong>un</strong>ale, sia<br />

sufficiente (almeno sei-otto mesi) per permettere <strong>di</strong> portare a termine il tentativo <strong>di</strong><br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong> 5 . I singoli genitori, d<strong>un</strong>que, devono considerare attentamente se e quanto, nel<strong>la</strong><br />

loro situazione, sarebbe potenzialmente proficuo o controproducente l’allentamento dell'iter<br />

giu<strong>di</strong>ziario che <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> richiede .<br />

• L'utilizzo <strong>di</strong> interlocutori esterni. Il <strong>la</strong>voro <strong>di</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> rimette al centro i genitori in quanto<br />

protagonisti <strong>di</strong> <strong>un</strong> <strong>di</strong>alogo che è consigliabile avvenga nel<strong>la</strong> massima <strong>di</strong>screzione e riservatezza<br />

per non essere influenzato da in<strong>di</strong>cazioni e consigli esterni. E’ preferibile che gli argomenti<br />

trattati in <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> non vengano ri<strong>di</strong>scussi e commentati altrove all'insaputa dell'altro.<br />

Questo atteggiamento può provocare, più o meno consapevolmente, <strong>la</strong> prosecuzione o<br />

l'aggravamento del conflitto. Si chiede, d<strong>un</strong>que, <strong>di</strong> prendere decisioni in proprio, in <strong>un</strong> confronto<br />

solo tra genitori. Ben <strong>di</strong>versa, e solitamente molto produttiva, risulta <strong>un</strong>a aperta e con<strong>di</strong>visa<br />

decisione <strong>di</strong> confrontarsi con i rispettivi legali o con altri professionisti su specifiche questioni<br />

tecniche. La <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> va intesa come <strong>un</strong> processo <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro integrato che, su sollecitazione<br />

degli interessati, si avvale dell'attivazione <strong>di</strong> specifiche competenze.<br />

• Il reciproco impegno:<br />

- <strong>di</strong> adottare <strong>un</strong> comportamento e <strong>un</strong> atteggiamento costruttivo, dentro e fuori dal<strong>la</strong> stanza<br />

del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>, che presuppone <strong>un</strong>'attitu<strong>di</strong>ne <strong>di</strong> ascolto del p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista dell'altro e <strong>la</strong> capacità<br />

<strong>di</strong> astenersi dalle provocazioni, dai giu<strong>di</strong>zi negativi e dal criticarsi o sminuirsi davanti ai figli;<br />

- <strong>di</strong> evitare azioni e decisioni non concordate. Gli incontri vanno utilizzati proprio per <strong>di</strong>scutere,<br />

proporre o informare l'altro <strong>di</strong> qualsiasi cambiamento che riguarda <strong>la</strong> vita dei figli affinché decisioni<br />

e scelte siano, nel presente e nel futuro, il più possibile con<strong>di</strong>vise.<br />

SPERIMENTARE DEGLI ACCORDI: PICCOLI PASSI NELLA QUOTIDIANITA'<br />

Il me<strong>di</strong>atore si impegna ad accompagnare i genitori verso <strong>un</strong> loro accordo, rispettando i p<strong>un</strong>ti <strong>di</strong><br />

vista <strong>di</strong> entrambi. Non rappresenta <strong>un</strong>a delle parti, ma, piuttosto, assume <strong>un</strong>a posizione <strong>di</strong><br />

equi<strong>di</strong>stanza pur prendendo parte al<strong>la</strong> negoziazione. Per questo non si muove all'interno del<strong>la</strong><br />

logica del<strong>la</strong> ragione e del torto, prioritaria se si persegue l'idea del<strong>la</strong> giustizia, ma fuorviante e<br />

opposta all'idea del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>. E' importante che i genitori non sopravvalutino il tentativo <strong>di</strong><br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong> e tengano sempre presente che non esisterà mai <strong>un</strong> accordo perfetto e che ogni<br />

soluzione, anche <strong>la</strong> migliore, sarà sempre costel<strong>la</strong>ta dall'impreve<strong>di</strong>bilità e dagli effetti indesiderati<br />

che accompagnano le decisioni nelle vicende umane. Non esistono regole generali, quello che può<br />

f<strong>un</strong>zionare in <strong>un</strong>a situazione può rive<strong>la</strong>rsi controin<strong>di</strong>cato in <strong>un</strong>'altra. Occorre quin<strong>di</strong> <strong>di</strong>scutere,<br />

venirsi incontro, ascoltare il p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista dell'altro, creare <strong>un</strong> clima <strong>di</strong> cooperazione, essere in<br />

grado <strong>di</strong> rivedere i propri piani tanto più che le esigenze dei bambini cambiano e vanno<br />

costantemente assecondate. Nel<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> questo viene fatto mettendo al centro <strong>la</strong><br />

quoti<strong>di</strong>anità dei bambini e ragionando sulle piccole cose del<strong>la</strong> vita <strong>di</strong> tutti i giorni. I figli, proprio su<br />

questioni del<strong>la</strong> vita <strong>di</strong> tutti i giorni, hanno bisogno <strong>di</strong> continuare a sentire <strong>la</strong> guida dei genitori;<br />

5 Vedasi “Forme,luoghi,contenuti del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> <strong>familiare</strong>” <strong>di</strong> G. BUSELLATO pagg. 3 - 37 in<br />

BERNARDINI I., a cura <strong>di</strong>,”Genitori ancora: La <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> <strong>familiare</strong> nel<strong>la</strong> separazione”, E<strong>di</strong>tori Ri<strong>un</strong>iti,<br />

Roma,1994<br />

2


genitori che, seppure in <strong>un</strong>a fase dolorosa <strong>di</strong> crisi e <strong>di</strong> confusione, riescano a rimanere per loro <strong>un</strong><br />

rassicurante p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> riferimento.<br />

I LIMITI DELLA MEDIAZIONE<br />

Circa <strong>un</strong> terzo delle me<strong>di</strong>azioni avviate si interrompono: alc<strong>un</strong>e non procedono per assenza <strong>di</strong><br />

presupposti o <strong>di</strong> motivazione, altre perché sono intraprese in <strong>un</strong>a fase troppo avanzata del<br />

conflitto. L’esperienza <strong>di</strong> questi anni ci ha confermato che l’aiuto offerto dal<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> risulta più<br />

efficace se utilizzato prima dell’avvio delle procedure legali. Occorre però non cadere in facili<br />

entusiasmi e nel<strong>la</strong> pretesa che sia <strong>un</strong>a risorsa sempre e com<strong>un</strong>que praticabile. Molti aspetti del<br />

nostro <strong>la</strong>voro presentano delle criticità che vanno riviste e costantemente adattate per migliorare e<br />

affinare questo strumento. Da questo p<strong>un</strong>to <strong>di</strong> vista il contributo del dott. Canevelli offre importanti<br />

e p<strong>un</strong>tuali sp<strong>un</strong>ti <strong>di</strong> riflessione e <strong>di</strong> ripensamento teorico del<strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>. Per certo <strong>la</strong><br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong> può porsi solo come <strong>un</strong>a opport<strong>un</strong>ità che dovrebbe essere offerta, mai imposta, ai<br />

genitori alle prese con <strong>la</strong> complessità del<strong>la</strong> separazione. Inoltre, poiché <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> costruisce<br />

<strong>un</strong>'alleanza <strong>di</strong> <strong>la</strong>voro basata sul valore del<strong>la</strong> paro<strong>la</strong> e sull'atten<strong>di</strong>bilità degli interlocutori, nel caso <strong>di</strong><br />

adulti con <strong>un</strong>’alcoltossico<strong>di</strong>pendenza attiva, o con <strong>di</strong>sturbi psichici questo prerequisito è <strong>di</strong>satteso<br />

in partenza ed è più opport<strong>un</strong>o che sia il Trib<strong>un</strong>ale a prendere delle decisioni. Anche le situazioni <strong>di</strong><br />

violenza o <strong>di</strong> sospetto abuso, che impongono <strong>un</strong>a tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> parte più debole, impe<strong>di</strong>scono <strong>la</strong><br />

libertà negoziale che è il fondamento del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>. Gli operatori del <strong>di</strong>ritto agli albori del<strong>la</strong><br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong> hanno giustamente espresso fondati timori sul fatto che <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> non tute<strong>la</strong>sse<br />

<strong>la</strong> parte più debole. In effetti le situazioni <strong>di</strong> vittima e aggressore sono per noi <strong>un</strong> caso in cui non si<br />

deve praticare <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>. Ci sono poi situazioni in cui <strong>la</strong> <strong>di</strong>sparità all'interno del<strong>la</strong> coppia, in<br />

termini emotivi, culturali e/o economici, non consente <strong>un</strong> percorso basato sull'autonomia e sul<strong>la</strong><br />

<strong>di</strong>screzionalità in<strong>di</strong>viduale. Nel<strong>la</strong> separazione può presentarsi <strong>un</strong> fardello <strong>di</strong> sofferenza che rende<br />

impraticabile o prematuro <strong>un</strong> intervento come questo circoscritto al<strong>la</strong> ricerca <strong>di</strong> soluzioni concrete<br />

per <strong>la</strong> gestione dei bambini.<br />

ALCUNE RIFLESSIONI PER UN CONFRONTO CON GLI OPERATORI DEL DIRITTO<br />

Autonomia e col<strong>la</strong>borazione possibile tra avvocati e me<strong>di</strong>atori<br />

Il rapporto tra avvocati e me<strong>di</strong>atori muove i primi passi fra luoghi com<strong>un</strong>i all'insegna del sospetto e<br />

dell’ostilità: come se per gli avvocati i me<strong>di</strong>atori usurpassero il loro <strong>la</strong>voro e per i me<strong>di</strong>atori gli<br />

avvocati alimentassero <strong>la</strong> conflittualità. Questi pregiu<strong>di</strong>zi sono stati favoriti dall’idea <strong>di</strong>storta che <strong>la</strong><br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong> <strong>familiare</strong> potesse porsi come iter sostitutivo e antagonistico a quello legale,<br />

supposizione che finiva per liquidare semplicisticamente <strong>la</strong> figura degli avvocati come coloro che<br />

fomentano le liti. In realtà, non è raro, che i me<strong>di</strong>atori riscontrino come sussista in alc<strong>un</strong>e persone<br />

<strong>un</strong> bisogno incalzante <strong>di</strong> confliggere che stenta a p<strong>la</strong>carsi e che può solo intraprendere <strong>la</strong> strada<br />

del ricorso al<strong>la</strong> giustizia, tanto è vero che capita <strong>di</strong> sapere che <strong>un</strong> legale è stato sostituito dal<br />

collega più agguerrito. Peraltro sono abbondantemente con<strong>di</strong>vise le preoccupazioni sollevate dagli<br />

operatori del <strong>di</strong>ritto in merito al<strong>la</strong> tute<strong>la</strong> giuri<strong>di</strong>ca, al<strong>la</strong> salvaguar<strong>di</strong>a del<strong>la</strong> parte più debole, al<strong>la</strong><br />

con<strong>di</strong>zione economica delle parti in re<strong>la</strong>zione al pregresso tenore <strong>di</strong> vita. Constatiamo come, in<br />

tal<strong>un</strong>i casi, il processo, le sue regole, le sue garanzie siano l'<strong>un</strong>ico strumento per ottenere tute<strong>la</strong> e<br />

giustizia. L’esperienza <strong>di</strong> questi anni ha d<strong>un</strong>que confermato <strong>la</strong> delicatezza del<strong>la</strong> materia del<strong>la</strong><br />

separazione e quanto sarebbe superficiale e rischioso pensare <strong>di</strong> poter fare a meno del<strong>la</strong> f<strong>un</strong>zione<br />

<strong>di</strong> garanzia rappresentata dal<strong>la</strong> giuris<strong>di</strong>zione. La maggior parte delle persone che si rivolgono a noi<br />

hanno già o preferiscono appoggiarsi a <strong>un</strong> avvocato per interpretare <strong>la</strong> legge, per esaminare i<br />

termini degli accor<strong>di</strong>, per stendere il ricorso da presentare al giu<strong>di</strong>ce. Solitamente quando <strong>un</strong> uomo<br />

o <strong>un</strong>a donna intravedono l'eventualità <strong>di</strong> <strong>un</strong>a separazione, subita o voluta, nel<strong>la</strong> maggioranza dei<br />

casi, vanno a consultarsi con <strong>un</strong> avvocato 6 . Il legale, infatti, risponde a bisogni che <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong><br />

non può sod<strong>di</strong>sfare. Questa prima consultazione è, talvolta, determinante. Il conflitto, dal chiuso<br />

del<strong>la</strong> vita <strong>familiare</strong>, si apre all'esterno, <strong>la</strong> parte giocata dall'avvocato è significativa. Capita <strong>di</strong><br />

imbattersi in coppie <strong>la</strong> cui rottura sembra catapultata nell’ambito giu<strong>di</strong>ziario senza che ci sia stata<br />

6 BERNARDINI I., “Finché vita non ci separi”, Rizzoli, Mi<strong>la</strong>no, 1995 pag. 100<br />

3


<strong>un</strong>a maturazione del<strong>la</strong> decisione e si coglie il persistere <strong>di</strong> <strong>un</strong> investimento emotivo nel<strong>la</strong> coppia,<br />

anche se compromesso da <strong>un</strong> clima <strong>di</strong> accuse reciproche. Viene da chiedersi se tale scelta non<br />

sia stata prematura, se non sarebbero occorsi tempi <strong>di</strong>versi, se non si sarebbe potuto affrontare <strong>la</strong><br />

crisi in altro <strong>modo</strong>. Apprezziamo molto quegli avvocati che, ci accorgiamo, hanno illustrato, a chi si<br />

rivolge loro, l'iter del<strong>la</strong> separazione legale e soprattutto <strong>di</strong> quel<strong>la</strong> giu<strong>di</strong>ziale: i tempi, le fasi, i<br />

passaggi, i rischi, e le opport<strong>un</strong>ità rimettendo in mano al cliente <strong>la</strong> decisione. Molte persone non<br />

hanno chiarezza <strong>di</strong> quello a cui vanno incontro. Ci sono avvocati che non solo non<br />

approfon<strong>di</strong>scono se e quanto effettivamente <strong>la</strong> decisione sia già stata presa, non consigliano,<br />

come invece fanno altri, <strong>un</strong>a pausa <strong>di</strong> riflessione oppure <strong>la</strong> consultazione in<strong>di</strong>viduale o <strong>di</strong> coppia <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong> consulente <strong>familiare</strong>. Tuttavia ci sono avvocati che sanno affrontare <strong>un</strong>a materia così delicata<br />

con attenzione e <strong>di</strong>sponibilità e che, pur non venendo meno al compito <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa del proprio cliente,<br />

sanno declinare tale impegno con l'interesse dei bambini, interesse che non è sempre<br />

sovrapponibile agli irrazionali e <strong>di</strong>struttivi desideri <strong>di</strong> rivincita <strong>di</strong> certi adulti. Incontriamo genitori che<br />

hanno sopravvalutato <strong>la</strong> figura del loro <strong>di</strong>fensore, lo hanno delegato a protezione dei pericoli che<br />

potrebbero sopraggi<strong>un</strong>gere “dal<strong>la</strong> controparte” o dal<strong>la</strong> decisione del giu<strong>di</strong>ce. Ce ne accorgiamo<br />

quando, concretamente, per avviare <strong>un</strong>a <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>, verifichiamo con loro <strong>la</strong> possibilità <strong>di</strong><br />

allentare l’iter giu<strong>di</strong>ziario e <strong>di</strong> sospendere le ostilità. Certi genitori sono oggettivamente in <strong>di</strong>fficoltà<br />

nel riappropriarsi del<strong>la</strong> loro vicenda e nel confrontarsi con linguaggi, procedure e contesti che<br />

suscitano soggezione. Oggi possiamo <strong>di</strong>re che il rapporto tra avvocati e me<strong>di</strong>atori è improntato<br />

sul<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione e lo scambio molto più <strong>di</strong> quanto si immaginava anni fa. L'avvocato, ha da noi<br />

sempre più il ruolo <strong>di</strong> inviante e al<strong>la</strong> fine, attraverso i genitori stessi, <strong>di</strong> ricevente del percorso <strong>di</strong><br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong>. Nell'esperienza <strong>di</strong> questi anni abbiamo visto crescere l'interesse degli avvocati verso<br />

<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> e le possibilità <strong>di</strong> col<strong>la</strong>borazione e <strong>di</strong> valorizzazione reciproca delle <strong>di</strong>fferenti<br />

f<strong>un</strong>zioni. La <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> è <strong>un</strong> intervento che ottiene migliori risultati quando è il frutto <strong>di</strong><br />

<strong>un</strong>’integrazione tra le competenze del me<strong>di</strong>atore e quelle dei legali delle parti.<br />

Autonomia e col<strong>la</strong>borazione possibile tra magistrati e me<strong>di</strong>atori<br />

In questi anni ci sembra che i giu<strong>di</strong>ci abbiano guardato al<strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> con<br />

atteggiamenti <strong>di</strong>versi in cui è prevalsa, <strong>di</strong> volta in volta, <strong>la</strong> curiosità, il pragmatismo, l'in<strong>di</strong>fferenza o<br />

lo scetticismo. Questo non stupisce in quanto giustizia e <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> hanno <strong>di</strong>fferenti ragioni<br />

d'essere. L'<strong>un</strong>a sottende a precise f<strong>un</strong>zioni e procedure e basa <strong>la</strong> sua essenza sul provve<strong>di</strong>mento<br />

che <strong>di</strong>rime e trancia le controversie secondo le regole del <strong>di</strong>ritto, l'altra, pur rispettando <strong>la</strong> Legge,<br />

tenta <strong>di</strong> ripristinare <strong>un</strong> canale com<strong>un</strong>icativo tra le parti in conflitto senza tranciare nul<strong>la</strong>. Inoltre,<br />

mentre <strong>la</strong> giustizia è <strong>un</strong>a emanazione dall'alto, <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> è <strong>un</strong> fenomeno dal basso che<br />

affonda le ra<strong>di</strong>ci nel<strong>la</strong> società civile. Essa si alimenta del bisogno <strong>di</strong> com<strong>un</strong>icazione, <strong>di</strong> confronto e<br />

<strong>di</strong> partecipazione degli in<strong>di</strong>vidui. Ci sembra che prevalga nei magistrati <strong>la</strong> posizione secondo <strong>la</strong><br />

quale <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> possa rappresentare <strong>un</strong> utile percorso a con<strong>di</strong>zione che venga esercitata<br />

sotto il controllo del<strong>la</strong> giustizia. Per questa via, talvolta, capita che venga "in<strong>di</strong>cato" su<br />

provve<strong>di</strong>mento <strong>di</strong> rivolgersi a <strong>un</strong> me<strong>di</strong>atore, me<strong>di</strong>atore che, in tal <strong>modo</strong>, rischia <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

ausiliario del<strong>la</strong> giustizia e a cui, in <strong>un</strong> futuro, si potrebbe, stante questa logica, richiedere resoconti<br />

rego<strong>la</strong>ri e precisi. La logica giuri<strong>di</strong>ca rischia, d<strong>un</strong>que, <strong>di</strong> snaturare i me<strong>di</strong>atori trasformandoli in<br />

“conciliatori”. Ci sembra che si debba prestare partico<strong>la</strong>re attenzione a questo slittamento <strong>di</strong><br />

contesto. Confondere conciliazione con <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>, sottovalutando il <strong>di</strong>verso significato dei termini<br />

e <strong>la</strong> <strong>di</strong>fferente f<strong>un</strong>zione svolta, può essere partico<strong>la</strong>rmente svantaggioso sia per <strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> sia<br />

per <strong>la</strong> giustizia. Infatti <strong>la</strong> conciliazione, a <strong>di</strong>fferenza del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>, può essere imposta da<br />

<strong>un</strong>'autorità pubblica e non ha carattere facoltativo, ad esempio nel<strong>la</strong> procedura <strong>di</strong> separazione tale<br />

tentativo deve essere attuato <strong>di</strong> routine. Al contrario, nel<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>, genitori e me<strong>di</strong>atore, dopo<br />

<strong>un</strong>a attenta conoscenza e valutazione reciproca del<strong>la</strong> situazione e delle aspettative, non sono<br />

obbligati a darvi seguito. Allo stato attuale, <strong>la</strong> volontarietà è garante dell'esito del percorso. La<br />

<strong>me<strong>di</strong>azione</strong> si basa interamente sul<strong>la</strong> autonomia dei partecipanti. Qualsiasi imposizione <strong>di</strong><br />

partenza ne falsa <strong>la</strong> natura e il risultato. Riteniamo che giustizia e <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> debbano<br />

necessariamente avere precise linee <strong>di</strong> demarcazione pur nel<strong>la</strong> ricerca <strong>di</strong> complementarietà.<br />

Altrimenti il duplice rischio risiede nel fatto che <strong>la</strong> pratica del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> assumerebbe <strong>un</strong>a<br />

posizione sussi<strong>di</strong>aria e subor<strong>di</strong>nata al<strong>la</strong> giustizia e che <strong>la</strong> giustizia, attraverso <strong>la</strong> delega al<br />

me<strong>di</strong>atore, perderebbe cre<strong>di</strong>bilità. Come per gli avvocati, anche il rapporto con i magistrati è<br />

improntato sul<strong>la</strong> più rigorosa autonomia: quoti<strong>di</strong>anamente si ha <strong>modo</strong> <strong>di</strong> constatare che <strong>un</strong> invio<br />

4


coerente con gli scopi e i limiti del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> favorisce il raggi<strong>un</strong>gimento <strong>di</strong> risultati<br />

sod<strong>di</strong>sfacenti. Capita, tuttavia, che "l’invio" del giu<strong>di</strong>ce possa avere delle complicazioni in più<br />

rispetto a quello del legale <strong>di</strong> fiducia. Infatti, per i genitori, lo spazio del<strong>la</strong> <strong>me<strong>di</strong>azione</strong> rischia <strong>di</strong><br />

essere vissuto come emanazione del "potere giu<strong>di</strong>ziario", anche quando si tratta <strong>di</strong> <strong>un</strong><br />

suggerimento fatto a voce 7 . Il passaggio al me<strong>di</strong>atore, percepito in tal senso, vanifica, sin dalle<br />

prime battute, l’idea <strong>di</strong> <strong>un</strong> percorso che renda protagonisti i genitori ovvero può talvolta risultare<br />

strumentale al<strong>la</strong> logica del conflitto. "Si viene in <strong>me<strong>di</strong>azione</strong>" per prendere tempo o con l'obiettivo<br />

<strong>di</strong> far fallire il percorso e rimettere <strong>la</strong> decisione nelle mani del giu<strong>di</strong>ce.<br />

Per approfon<strong>di</strong>re queste delicate questioni sentiamo <strong>la</strong> necessità <strong>di</strong> mantenere vivi<br />

perio<strong>di</strong>ci momenti <strong>di</strong> integrazione e confronto con gli operatori del <strong>di</strong>ritto per approfon<strong>di</strong>re insieme<br />

e, ad esempio, calibrare, nel<strong>la</strong> maniera più opport<strong>un</strong>a, i tempi e i mo<strong>di</strong> degli invii al fine <strong>di</strong><br />

alimentare aspettative coerenti e adeguate al<strong>la</strong> riuscita del percorso stesso.<br />

7 GAIOTTI L.; MIEROLO G. “Genitori e figli tra affetti e conflitti . Un Servizio Pubblico del<strong>la</strong> Provincia <strong>di</strong><br />

Torino per genitori separati.” pag. 109 in a cura <strong>di</strong> BOUCHARD M.; MIEROLO ”Prospettive <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>azione “<br />

E<strong>di</strong>zioni Gruppo Abele, Torino, 2000<br />

5

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