SETT OTT 2009 TIPOGRAFO - Suore Missionarie del Sacro Costato

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SETT OTT 2009
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T
ESTIMONIARE
Bimestrale Bimestrale
Bimestrale
...e ne uscì sangue
ed acqua
delle delle Suore Suore Missionarie Missionarie del del del Sacro Sacro Costato
Costato
e e Associazione Associazione Laicale Laicale “Sacro “Sacro Costato Costato” Costato
Direttore Direttore Responsabile:
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Mario Ladisa
Redazione:
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Maria Cristina Floris
Collaboratori
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Daniele Mereu
Floriano Scioscia
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di Bari n° 1308 del 20.01.1997
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Unione Tipografica
Via S. Milella, 10 - Bari
EDITORIALE
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La disoccupazione:
un problema
planetario
Mario Ladisa
Parola della Chiesa
7
Ministri al servizio
del Vangelo
Benedetto XVI
Abbonamento
mediante: c/c n. 86931003
intestato a: Ist. Suore Miss.
rie Sacro Costato Post. Canonizzazione
E. Montemurro
Via S. Stefano Rotondo, 7
00184 Roma
Indicare la causale:
Bimestrale Testimoniare
Abbonamento annuale:
offerta libera
sabato 17 ottobre 2009 18.49
Composito

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Sommario n. 3 luglio-ottobre 2009 - Anno VII(X)
Vita della Congregazione
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Il « Sì » della
consacrazione di sé
al Signore
Gjelina Nikolli
Di fronte
alle nuove sfide
Ciro De Angelis
Vita dell’Associazione
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Burlingame:
visita del Presidente
internazionale
Gaetano Scioscia
Una “famiglia”
in crescita
Giovanni Felice
In copertina
Fr Marcio pf
riceve il
Diaconato.
Professione
perpetua.
Il presidente
G. Scioscia a
Burlingame
Spazio aperto
23
La Chiesa,
Missionaria
nel sangue
Floriano Scioscia
Parlano del seme
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28
I Piccoli Fratelli
ritornano
a Gravina
mcf
Ordinazione
diaconale
di Marcio Oliveira PF
Pasquale Quercia
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Composito

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SCOPRI L’AMORE
Prendi un sorriso
regalalo a chi non l’ha mai avuto.
Prendi un raggio di sole
fallo volare là dove regna la notte.
Scopri una sorgente
fa’ bagnare chi vive nel fango.
Prendi una lacrima
posala sul volto di chi non ha mai pianto.
Prendi il coraggio
mettilo nell’animo di chi non sa lottare.
Scopri la vita
raccontala a chi non sa capirla.
Prendi la speranza
e vivi nella sua luce.
Prendi la bontà
e donala a chi non sa donare.
Scopri l’Amore
e fallo conoscere al mondo.
M. Gandhi
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Composito

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«La
giustizia,
induce a
dare all’altro
ciò che è
suo, ciò che
gli spetta in
ragione del
suo essere e
del suo
operare».
ditoriale
di Mario Ladisa
C i stiamo lasciando alle
spalle un’estate molto calda,
conseguenza della disattenzione
con cui il problema del clima,
minato dai gas serra, viene considerato.
Stiamo invece entrando in
un altro clima, non meno preoccupante
di quello atmosferico:
il futuro “caldo” della disoccupazione.
Tanto per citare un dato europeo,
l’Ocse ha previsto 57
milioni di senza lavoro nei
prossimi anni. In Italia la situazione
va esaminata per regioni,
tenendo conto che la metà dei
disoccupati, cioè circa 950.000
unità su circa 2 milioni, risiede
nelle otto regioni meridionali.
Questo significa ancora che,
mentre al Nord si registra 1 disoccupato
su 3, al Sud vi è 1 disoccupato
su 6. Il tasso di disoccupazione
quindi al Sud raggiunge
il 13,2%, contro il 7,9%
del dato nazionale ed il 5,1%
del Nord, più del doppio.
Questi dati di fatto non sono
privi di conseguenze sia all’interno
del tessuto sociale del
Meridione e sia all’interno del
Paese, perché mina alle basi la
così detta coesione sociale, che
è l’insieme delle reti, dei comportamenti
e dei legami di affinità
e solidarietà tra individui e
comunità.
Questi legami attenuano le
disuguaglianze create dalla società,
dal mercato, dalla cultura
e da etnie. Per realizzare una
solida coesione, sono necessari
molti requisiti: innanzi tutto la
soddisfazione di alcune necessità
materiali (occupazione, casa,
reddito, salute, educazione).
Tali requisiti, indicatori di
progresso civile, sono fondamentali
per la creazione di relazioni
favorevoli tra individui di
una stessa comunità. Il secondo
requisito fondamentale è l’ordine
e la sicurezza sociale. Il terzo
è la presenza di relazioni sociali
attive con la creazione di
scambi di informazione, supporto,
solidarietà e credito. Il
quarto requisito è il coinvolgi-
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Composito

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eee ditorial ditoriale ditorial
mento di tutti nella gestione delle istituzioni,
che consolida il senso di
identità e di appartenenza ad una
collettività.
Se facciamo l’esempio di un extracomunitario,
di un disoccupato,
di un senza tetto, vediamo come
questi quattro requisiti si incrinano.
Chi fugge dalla guerra o dalla povertà,
in pratica non ha: né lavoro,
né casa, né reddito, talvolta nemmeno
la salute. È sottoposto spesso a
leggi; come quella sull'immigrazione
clandestina, che lo rende colpevole
di violare la legge penale con
tutte le conseguenze; è un emarginato
e non partecipa alla gestione delle
istituzioni, ha perso qualsiasi senso
di identità e di appartenenza ad una
qualsiasi collettività. Ma anche un
padre di famiglia costretto ad emigrare
al Nord, spesso, ha tagliato i
ponti con una comunità di provenienza,
ha perso i riferimenti culturali,
abitudini proprie, relazioni sociali
consolidate nel tempo.
Il dibattito politico spesso vede
due posizioni diametralmente opposte.
Per la maggioranza, sembra che
ci siamo lasciati alle spalle la crisi,
per l’opposizione invece, i problemi
sono ancora gravi ed accusa il governo
di non aver un piano strategico
per farci uscire dalla stessa.
Preferisco lasciare agli addetti
questa diatriba, che si svolge all’interno
di una dialettica politica tutta
italiana, sfociata in storie di gossip,
di dossier contro politici e giornalisti
che hanno fatto solo il dovere di
informare, quindi costretti alle dimissioni.
Sono del parere che in Italia, ma
anche in Europa, manca un piano di
rilancio per l’occupazione. Come
scrive l’economista francese Jean
Paul Fitoussi, “nessuno può dichiarare
che questa crisi è finita, fino a
quando la disoccupazione continuerà
ad aumentare”. Non è, quindi, il
Pil, cioè la ricchezza prodotta da un
Paese, a segnalare un buon livello di
civiltà, di benessere e, quindi, di coesione,
ma il “come” questa ricchezza
si distribuisce; ed è evidente che
chi non ha un lavoro, non possiede
ricchezza, anche se vede aumentato
il Pil del Paese.
La crisi è stata determinata da operazioni
finanziarie senza controllo
e senza regole.
Benedetto XVI, pur non negando
il mercato o gli effetti positivi della
globalizzazione, ha ribadito nell’enciclica
Caritas in veritate che l’economia
non può essere priva di implicazioni
etiche. «La carità ― scrive
il Papa ― eccede la giustizia,
perché amare è donare, offrire del
mio all’altro; ma non è mai senza la
giustizia, la quale induce a dare all’altro
ciò che è suo, ciò che gli
spetta in ragione del suo essere e del
suo operare».
Occorre, quindi, una rivoluzione
culturale, un modo di pensare molto
diverso da quello avuto finora. Spero,
per il bene di chi soffre, che tutti
gli organismi interessati, politici,
imprenditori, associazioni di volontariato,
sindacati sappiano farsi carico
delle gravi problematiche insorte
a causa della crisi mondiale. ■
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Composito

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APERTURA DELL’ANNO SACERDOTALE
OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI
19 GIUGNO 2009
MINISTR INISTR INISTRI INISTR
AL SERVIZIO
SERVIZIO
DEL VANGELO
VANGELO
L’Anno Sacerdotale è un’iniziativa
voluta da Benedetto XVI in
coincidenza con il 150 mo
anniversario del “dies natalis” di
San Giovanni Maria Vianney,
Patrono dei parroci.
Un anno per «promuovere
l’impegno d’interiore rinnovamento
di tutti i sacerdoti per una loro più
forte ed incisiva testimonianza
evangelica nel mondo di oggi»: è
quanto auspica il Papa nella Lettera
indirizzata ai “fratelli nel
sacerdozio” in occasione dell’Anno
Sacerdotale, che ha inaugurato il
19 giugno u.s., Festa del
Sacratissimo Cuore di Gesù.
Riportiamo i punti nodali dell’omelia
del Santo Padre.
I l cuore di Dio freme di compassione!
[…]. Un amore misterioso, che
parola della chiesa
nei testi del Nuovo Testamento ci viene
rivelato come incommensurabile passione
di Dio per l’uomo […]. Simbolo
di tale amore che va oltre la morte è il
suo fianco squarciato da una lancia. A
tale riguardo, il testimone oculare, l’apostolo
Giovanni, afferma: “Uno dei
soldati con una lancia gli colpì il fianco,
e subito ne uscì sangue ed acqua”
(cfr. Gv 19, 34) […].
Cari fratelli e sorelle, fermiamoci
insieme a contemplare il Cuore trafitto
del Crocifisso. […]. Nel Cuore di Gesù
è espresso il nucleo essenziale del cristianesimo;
in Cristo ci è stata rivelata e
donata tutta la novità rivoluzionaria del
Vangelo: l’Amore che ci salva e ci fa
vivere già nell’eternità di Dio.
Scrive l’evangelista Giovanni: “Dio
infatti ha tanto amato il mondo da dare
il suo Figlio Unigenito, perché chiunque
crede in lui non vada perduto, ma
abbia la vita eterna” (3, 16). Il suo Cuore
divino chiama allora il nostro cuore;
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Composito

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parola della chiesa
ci invita ad uscire da noi stessi, ad abbandonare
le nostre sicurezze umane
per fidarci di Lui e, seguendo il suo esempio,
a fare di noi stessi un dono di
amore senza riserve.
RIMANERE NEL SUO AMORE.
S e è vero che l’invito di Gesù a
“rimanere nel suo amore” (cfr. Gv 15,
9) è per ogni battezzato, […] tale invito
risuona con maggiore forza per
noi sacerdoti, nel solenne inizio dell’Anno
Sacerdotale, da me voluto in
occasione del 150° anniversario della
morte del Santo Curato d’Ars. Mi
viene subito alla mente una sua bella
e commovente affermazione “Il sacerdozio
è l’amore del Cuore di Gesù”.
Come non ricordare con commozione
che direttamente da questo
Cuore è scaturito il dono del nostro
ministero sacerdotale? Come dimenticare
che noi presbiteri siamo stati
consacrati per servire, umilmente e
autorevolmente, il sacerdozio comune
dei fedeli?
La nostra è una missione indispensabile
per la Chiesa e per il mondo,
che domanda fedeltà piena a Cristo
ed incessante unione con Lui; questo
rimanere nel suo amore esige cioè
che tendiamo costantemente alla santità,
a questo rimanere come ha fatto
san Giovanni Maria Vianney.
Nella Lettera a voi indirizzata per
questo speciale anno giubilare, cari
fratelli sacerdoti, ho voluto porre in
luce alcuni aspetti qualificanti del nostro
ministero, facendo riferimento al-
l’esempio e all’insegnamento del
Santo Curato di Ars, modello e protettore
di tutti noi sacerdoti, e in particolare
dei parroci. Che questo mio
scritto vi sia di aiuto e di incoraggiamento
a fare di questo anno un’occasione
propizia per crescere nell’intimità
con Gesù, che conta su di noi,
suoi ministri, per diffondere e consolidare
il suo Regno, per diffondere il
suo amore, la sua verità. E pertanto,
“sull’esempio del Santo Curato
d'Ars - così concludevo la mia Lettera
- lasciatevi conquistare da Lui e
sarete anche voi, nel mondo di oggi,
messaggeri di speranza, di riconciliazione,
di pace”.
LASCIARSI CONQUISTARE DA CRISTO
L asciarsi conquistare pienamente
da Cristo! Questo è stato lo
scopo di tutta la vita di san Paolo, al
quale abbiamo rivolto la nostra attenzione
durante l'Anno Paolino […];
questa è stata la meta di tutto il ministero
del Santo Curato d’Ars, che invocheremo
particolarmente durante
l’Anno Sacerdotale; questo sia anche
l’obiettivo principale di ognuno di
noi.
Per essere ministri al servizio del
Vangelo, è certamente utile e necessario
lo studio con una accurata e permanente
formazione teologica e pastorale,
ma è ancor più necessaria
quella “scienza dell’amore” che si apprende
solo nel “cuore a cuore” con
Cristo. È Lui infatti a chiamarci per
spezzare il pane del suo amore, per rimettere
i peccati e per guidare il greg-
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Composito

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ge in nome suo. Proprio per questo
non dobbiamo mai allontanarci dalla
sorgente dell’Amore che è il suo
Cuore trafitto sulla croce.
FEDELTÀ AL DISEGNO DEL PADRE
S olo così saremo in grado di
cooperare efficacemente al misterioso
“disegno del Padre” che consiste nel
“fare di Cristo il cuore del mondo”!
Disegno che si realizza nella storia,
man mano che Gesù diviene il Cuore
dei cuori umani, iniziando da coloro
che sono chiamati a stargli più vicini,
i sacerdoti appunto.
Ci richiamano a questo costante
impegno le “promesse sacerdotali”,
che abbiamo pronunciato il giorno
della nostra Ordinazione e che rinnoviamo
ogni anno, il Giovedì Santo,
nella Messa Crismale.
Perfino le nostre carenze, i nostri
limiti e debolezze devono ricondurci
al Cuore di Gesù. Se infatti è vero che
i peccatori, contemplandoLo, devono
apprendere da Lui il necessario
“dolore dei peccati” che li riconduca
al Padre, questo vale ancor più per i
sacri ministri. Come dimenticare, in
proposito, che nulla fa soffrire tanto
la Chiesa, Corpo di Cristo, quanto i
peccati dei suoi pastori, soprattutto di
quelli che si tramutano in “ladri delle
pecore” (Gv 10, 1ss), o perché le deviano
con le loro private dottrine, o
perché le stringono con lacci di peccato
e di morte?
Anche per noi, cari sacerdoti, vale
il richiamo alla conversione e al ri-
parola della chiesa
corso alla Divina Misericordia, e ugualmente
dobbiamo rivolgere con umiltà
l’accorata e incessante domanda
al Cuore di Gesù perché ci preservi
dal terribile rischio di danneggiare
coloro che siamo tenuti a salvare.
LA DIGNITÀ DEL SACERDOTE
H o potuto venerare, nella Cappella
del Coro, la reliquia del Santo
Curato d’Ars: il suo cuore. Un cuore
infiammato di amore divino, che si
commuoveva al pensiero della dignità
del prete e parlava ai fedeli con accenti
toccanti e sublimi, affermando
che “dopo Dio, il sacerdote è tutto!...
Lui stesso non si capirà bene che in
cielo”.
Coltiviamo, cari fratelli, questa
stessa commozione, sia per adempiere
il nostro ministero con generosità e
dedizione, sia per custodire nell’anima
un vero “timore di Dio”: il timore
di poter privare di tanto bene, per nostra
negligenza o colpa, le anime che
ci sono affidate, o di poterle - Dio
non voglia! - danneggiare.
La Chiesa ha bisogno di sacerdoti
santi; di ministri che aiutino i fedeli a
sperimentare l’amore misericordioso
del Signore e ne siano convinti testimoni
[…].
Ci accompagni la Vergine Santa,
nostra Madre, nell’Anno Sacerdotale
che oggi iniziamo, perché possiamo
essere guide salde e illuminate per i
fedeli che il Signore affida alle nostre
cure pastorali. Amen! ■
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vita della congregazione
IL «SÌ»
DELLA
CONSACRAZIONE
DI SÉ AL SIGNORE
di sr Gjelina Nikolli
Il 19 Giugno 2009, nel Santuario
del “Sacro Cuore”, a Guri i Zi,
in Albania, sr Gjelina Nikolli MSC
ha emesso i Voti perpetui.
E, con la mente
rivolta ai tanti martiri della sua
terra che hanno offerto la loro
vita per Cristo sotto il duro
regime comunista, ha raccontato
le tappe principali della storia
della sua Chiamata a seguire il
Signore tra le Missionarie
del Sacro Costato.
Se ne riporta il testo.
C arissimi, colgo
l’occasione per condividere con
voi la gioia e per rendere grazie al
Signore per la sua fedeltà e il suo
amore incondizionato.
Mi chiamo suor Gjelina
Nikolli. Sono nata in una famiglia
cristiana, ricca di valori umani e
morali, quinta di otto figli, nel
paese delle Aquile, in Albania,
terra bagnata dal sangue di tanti
martiri, che hanno offerto la loro
vita al Signore, per la Chiesa e per
la loro patria. Io sono un
germoglio di questa terra, frutto di
questi “alberi” che hanno radici
nel Cristo Crocifisso.
Durante la mia fanciullezza e
giovinezza mi piaceva pregare,
conoscere e scoprire nuove cose,
ma dentro mi abitava una
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Composito

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domanda che mi recava molta
inquietudine.
La domanda era questa: «Chi ha
creato l’universo, l’uomo e tutto
ciò che esiste?».
Dopo la caduta del Comunismo,
venne nel mio paese un Padre
Francescano a cui rivolsi la mia
domanda. Egli, con stupore, mi
accolse e mi disse: «Il mondo l’ha
creato il Signore, che ci ama con
un amore incondizionato, tanto che
muore sulla croce, proprio perché
ci ama». Questa risposta mi colmò
di gioia e accrebbe, ancor di più, in
me il desiderio di offrire la mia
vita al Signore.
Ed ecco che, mentre ero alla
vita della congregazione
ricerca, a Scutari, nella Cattedrale
di Santo Stefano, incontrai,
un’aspirante alla vita religiosa,
Valbona Marku, oggi sr Valbona,
che aveva scelto di seguire il
Signore tra le Missionarie del
Sacro Costato. Con tanta gioia nel
cuore, mi parlò del sua storia
vocazionale, del carisma e della
spiritualità della Congregazione
che stava imparando a conoscere.
Rimasi attratta dal carisma e dalla
spiritualità: “Amore e
Riparazione”. Dopo un periodo di
discernimento, le domandai come
avrei potuto entrare a far parte
delle Missionarie del Sacro
Costato.
In apertura: sr Gjelina esprime il suo ringraziamento. In basso: un momento del rito e
della liturgia eucaristica presieduta da vescovo di Scutari, mons. Angelo Massafra.
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vita della congregazione
Da sinistra: Madre Fides Sebis e sr Gjelina mentre firma la Formula dei Voti.
Valbona mi mise in contatto con
le Suore della comunità di Scutari,
dove mi recai il 12 gennaio 1995,
accompagnata da mio padre, Gjon
Prend. Il 2 gennaio 1997 a
Castelgandolfo, con altre due mie
connazionali, ho ricevuto la
medaglia della Madre Addolorata; il
1° maggio 1998, a Gravina, in
occasione del 90° della fondazione,
sono entrata in Noviziato; il 18
giugno 2000, Anno Giubilare, ho
emesso i Primi Voti di Castità,
Povertà e Obbedienza. Il 19 giugno
2009, Solennità del Sacro Cuore e
inizio dell’Anno Sacerdotale, nella
Parrocchia del Santuario del Sacro
Cuore, a Guri i Zi, ho emesso gli
ultimi Voti, alla presenza del
vescovo mons. Angelo Massafra,
della superiora generale Madre
Fides Sebis, della sua assistente sr
suor Gabriella Panella, della
superiora provinciale sr Amerilde
Di Pierro, delle consorelle della mia
comunità, di tanti Sacerdoti e suore
di altre Congregazioni e di
tantissimi fedeli convenuti dai
paesi vicini.
Ringrazio di vero cuore il
Signore per le meravigliose opere
compiute nella mia persona; sono
molto grata alla Congregazione che
con premura e tenerezza mi ha
accolta, accompagnata durante
questi anni di formazione. Ringrazio
anche tutte le persone che sono state
come Angeli custodi nel mio
percorso formativo. A tutte, va la
mia gratitudine e chiedo di
accompagnarmi con la preghiera. ■
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Composito

Il 15 agosto 2009, Festa
dell’Assunzione, a Roma,
nella suggestiva Chiesa di
Santo Stefano Rotondo,
attigua alla Curia
Generalizia, sr Maria Yan
Liping e sr Teresa Pang
Sulin, entrambe della Cina
continentale, hanno
emesso i voti perpetui di
Povertà, Castità,
Obbedienza.
Foto a destra: l’abbraccio
augurale di Madre Fides.
Foto ricordo
con P.Ignacio
Echarte,
Segretario
generale della
Compagnia di
Gesù, che ha
presieduto la
celebrazione.
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Da
sinistra:
sr Teresa
e sr Maria,
in un
momento
del rito.
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vita della congregazione
Di fronte alle
N U OV E S F I D E
di Ciro De Angelis
A San Marzano, nell’entroterra
della città di Taranto, la
Comunità delle Missionarie del
Sacro Costato, che negli anni
ha accolto centinaia di bambini,
ormai adulti, oggi è aperta alle
nuove sfide: accoglienza e
integrazione di minori
provenienti dai Paesi poveri o
martoriati dalla guerra, e primo
rifugio a persone vittime di
violenze e abusi.
H a 65 anni ma non li
dimostra. Parliamo della Comunità
San Giuseppe che, con rinnovato
spirito, ospita numerosi minori in
situazione di disagio e rischio
devianza.
Con grande spirito di
dedizione, la Comunità si è
occupata negli anni di centinaia di
bambini, ormai uomini e donne,
che hanno trovato tra queste mura
domestiche assistenza, conforto,
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vitto, alloggio e tante cure
amorevoli, quello che tutte le
famiglie dovrebbero essere in
grado di offrire ai propri figli.
Gli obiettivi sono accresciuti da
quando la Comunità ospita anche
numerosi minori provenienti da
luoghi martoriati dalla guerra o da
Paesi che versano in povertà.
Molti minori afghani ed egiziani
hanno fatto tappa in questo luogo
di accoglienza, alcuni solo per
pochi giorni, otto di questi invece
si sono trattenuti ambendo
all’integrazione sociale e
lavorativa che il nostro territorio
ha potuto offrire loro.
Frequentano la scuola,
vita della congregazione
cominciano i primi percorsi
lavorativi, frequentano
associazioni sportive, fanno
volontariato, e tre di loro si sono
iscritti presso l’autoscuola per
conseguire la patente di guida.
Che soddisfazione per questa
Comunità che segue anche
numerosi minori italiani che
condividono con gli stranieri lo
stesso percorso educativo!
Una dinamicità simile non
poteva passare inosservata. Scuole
pubbliche di questo Comune e di
Comuni limitrofi hanno
organizzato corsi P.O.N. che,
rivolti ai genitori, trattavano la
prevenzione delle situazioni di
rischio e di devianza,
In apertura - Ragazzi egiziani (in seconda fila) e italiani con un educatore .Sotto -Alcune tra le famiglie
di visitatori che hanno scelto di sostenere con iniziative varie l’opera educativa delle Suore.
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Composito

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vita della congregazione
Ragazzi della Comunità durante l’attività nel laboratorio di ceramica.
Quale opportunità migliore per il
docente di questi corsi P.O.N., il
dott. Ciro De Angelis, che è pure il
responsabile dell’equipe psicopedagogica
della Comunità, per
estendere a queste famiglie la
conoscenza della stessa di cui si
sapeva dell’esistenza, ma si
ignorava spesso la vera utilità e la
ricaduta favorevole su persone e
territorio.
Detto fatto, complice la grande
disponibilità della superiora e
responsabile della struttura, suor
Maria Luigina, oltre cinquanta
corsisti, docenti e loro familiari
hanno visitato la casa famiglia,
conosciuto i minori che vi sono
ospitati, e si sono commossi nello
scoprire che la miglior adozione
che possono fare è quella di
prendersi cura e farsi carico,
secondo le modalità consentite, dei
bisogni di questi minori, che
hanno risposto a queste attenzioni
con affetto e gratitudine.
Queste famiglie di visitatori
hanno organizzato in più occasioni
un buffet e raccolto piccole somme
di denaro da destinarsi
all’abbigliamenti di questi giovani.
Hanno inoltre donato loro alcuni
sussidi scolastici al fine di
incentivare lo studio che,
essenzialmente, costituisce l’unico
vero riscatto possibile per questi
futuri adulti.
Occasionalmente e previo
incarico dell’autorità giudiziaria, la
Comunità offre rifugio a persone
che, come nel caso recente di una
straniera, hanno subito violenze ed
abusi e che si ritrovano senza un
luogo sicuro in cui vivere in attesa
di risolvere la loro emergenza. ■
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E ra da tempo che in seno al
Consiglio internazionale
dell’Associazione Laicale “Sacro
Costato” si valutava l’idea di
organizzare delle visite dei membri
vita dell’associazione
Burlingame:
VISITA del
Presidente Internazionale
Il presidente internazionale
Gaetano Scioscia ci ha rilasciato le
notizie intorno al suo recente
viaggio in California, insieme al
nostro corrispondente Floriano,
dove a Burlingame ha potuto
incontrare i laici del Sacro Costato.
di Gaetano Scioscia
del Consiglio a sezioni estere.
D’altra parte qual è il ruolo
principale di questo organismo
dell’Associazione, se non quello di
far in modo che le sezioni di Paesi
diversi, distanti migliaia di
chilometri, caratterizzate da
tradizioni, abitudini e lingua
differenti, possano crescere
armoniosamente, condividendo tra
loro i connotati che ci fanno un’unica
Associazione, e che tutti ereditiamo
dal carisma specifico di don
Eustachio Montemurro?
L’occasione si è presentata, un
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vita dell’associazione
po’ per caso un po’ perché
organizzata, la scorsa estate.
Mio fratello Floriano ed io
stavamo programmando per settembre
un viaggio in California, più
precisamente a Berkeley, nell’area di
San Francisco, per prender parte ad
un congresso attinente alla nostra area
di lavoro e di studio, e di questa
notizia abbiamo fatto partecipe anche
le Suore del Sacro Costato. In
California si trovano anche le due
comunità che le Missionarie del Sacro
Costato hanno aperto negli Stati
Uniti, nelle cittadine di Burlingame e
Stockton.
Entrambe sono sede di sezioni
dell’Associazione Laicale. Un’altra
fortunata combinazione è stata la
presenza in Italia, nel periodo estivo,
di sr Corinna, missionaria dell’istituto
di Burlingame, che era qui per i suoi
Esercizi Spirituali. In agosto siamo
entrati in contatto e, da quel momento
in poi, abbiamo interagito per fare in
modo che una tappa del nostro
viaggio fosse proprio Burlingame.
Il pomeriggio del 18 settembre
scorso Floriano ed io siamo giunti a
Burlingame, una piacevole ed
ordinata cittadina poco a sud di San
Francisco; abbiamo visto l’istituto
delle Missionarie del Sacro Costato
immediatamente adiacente alla
parrocchia di Santa Caterina da
Siena, con la quale è fortemente
integrata. Siamo stati ricevuti dalle
suore con un caloroso entusiasmo che
ci ha messo subito a nostro agio,
sebbene non ci fossimo mai incontrati
di persona. Dopo questa bella
accoglienza le suore ci hanno
raccontato la storia dell’istituto, della
loro comunità, che conta quattro
sorelle, della loro esperienza
missionaria in California. L’istituto è
sede di una scuola cattolica che vanta
ben settant’anni di storia e che negli
ultimi 35 è condotta dalle Missionarie
del Sacro Costato. Ce ne hanno
mostrato le belle aule, arricchite dai
lavoretti e dalle creazioni artistiche
dei giovani studenti (corrispondenti
alle nostre fasce di Scuola Materna,
Elementare e Media). Abbiamo
conosciuto il parroco padre John,
irlandese, da poco rientrato da un
soggiorno nel suo paese e il
viceparroco padre Edward che, tra
l’altro, è l’assistente spirituale degli
associati laici.
Calorosissima ed affettuosa è stata
anche l’accoglienza riservataci dagli
associati, che hanno veramente fatto
di tutto per farci sentire come in
famiglia, e... ci sono riusciti! Ci siamo
presentati, abbiamo parlato di noi,
abbiamo fatto il possibile per
conoscerci nel poco tempo che
avevamo a disposizione. Le associate
hanno anche cucinato per preparare
un’ottima cena che abbiamo
consumato tutti insieme. Dopo ci
siamo trattenuti insieme per parlare
un po’, per conoscerci meglio, in
particolare per scambiarci le nostre
esperienze di associati laici del Sacro
Costato. Eravamo tutti interessati di
sapere reciprocamente come
svolgiamo le nostre attività
associative, i momenti di preghiera
comuni, i momenti di formazione, le
iniziative benefiche e di apostolato, le
loro attività nella parrocchia di Santa
Caterina, ove ciascuno ha saputo
mettere a frutto i propri talenti,
offrendo un servizio alla comunità
(chi come lettore, chi come ministro
sabato 17 ottobre 2009 18.49
Composito

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straordinario della Eucaristia, o altro).
Eravamo desiderosi di imparare l’un
dall’altro per individuare tutto ciò che
potesse arricchire e migliorare la
nostra esperienza associativa.
È proprio questo lo scambio
necessario per far crescere in armonia
sezioni diverse, e che tutti noi
associati dovremmo promuovere a
tutti i livelli, non solo internazionale,
ma anche e soprattutto a livello
locale.
Senza far troppo tardi, dovendo
Floriano ed io tornare a Berkeley,
abbiamo poi dovuto salutarci con la
speranza di avere altre occasioni di
rivederci, in California o, magari, in
Italia.
Quello che a me e a Floriano è
rimasto di questa bella esperienza è
anzitutto un ricordo che penso
porteremo nel cuore molto a lungo;
poi il piacere di aver conosciuto tante
belle persone, mi riferisco sia alle
Missionarie sia agli associati laici, ed
inoltre la forte sensazione di un
vita dell’associazione
gruppo che mostra un affiatamento,
una sintonia ed un’unità fuori dal
comune
Personalmente devo dire che mi ha
procurato un forte senso di conforto,
tanta motivazione e grandi speranze,
per il futuro dell’Associazione, il fatto
di aver incontrato a molte miglia di
distanza dall’Italia un gruppo di
persone che si sono unite per crescere
nella fede ispirate dai principi e
dall’esempio che ci ha lasciato don
Eustachio Montemurro.
Per la prima volta ho avuto
davvero la percezione che la nostra
Associazione ha una portata
veramente ampia, ciò vuol dire è
veramente grande l’eredità che don
Eustachio ha saputo lasciare alla
Chiesa non solo mediante i religiosi e
le religiose delle sue Congregazioni,
ma anche – speriamo – mediante i
laici che la Provvidenza ha voluto e
vorrà riunire nell’Associazione
Laicale. ■
In apertura e sotto: il Presidente Gaetano Scioscia (primo da sinistra) con Floriano (in prima
fila) assieme agli associati della Sezione di Burlingame e alle suore della Comunità.
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Composito

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vita dell’associazione
UNA
“FAMIGLIA”
IN
CRESCITA
di Giovanni Felice
I l 19 giugno, Solennità del
Sacro Cuore di Gesù, la nostra
Sezione di San Marzano è cresciuta
in numero, con l’ammissione di
altre 14 persone che desiderano
intraprendere il cammino di fede
sulla scia di Padre Eustachio
Montemurro e, al tempo stesso, si è
consolidata, con l’emissione della
Promessa di 21 associati. Essi,
dopo un periodo di formazione,
hanno assunto l’impegno di
“mettere tutte le proprie forze al
servizio dell’edificazione del
Regno di Dio e di diffondere
sempre più la devozione al Cuore
di Gesù”, divenendo così membri
effettivi dell’Associazione.
I Riti di Ammissione e di
Il presidente internazionale Gaetano Scioscia
Appartenenza effettiva celebrati
durante l’Eucaristia, presieduta dal
parroco, sono stati accompagnati
da segni eloquenti, carichi di
significato: il presidente
internazionale Gaetano Scioscia,
infatti, ha consegnato lo Statuto e
una crocetta lignea ai candidati,
quale segno d’ingresso
nell’Associazione, mentre coloro
che hanno emesso la Promessa
hanno ricevuto il distintivo
dell’Associazione e il Crocifisso.
Al termine della celebrazione,
il parroco ha portato
processionalmente Gesù
Sacramentato lungo il bellissimo
parco dell’Istituto. Tutti seguivamo
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Composito

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il Santissimo, cantando e pregando.
È stata una giornata densa di
emozioni, preceduta da tre giorni di
preparazione e di formazione,
guidati dalla Delegata della
Superiora generale sr Delia Trianni.
Due eventi hanno coronato
questa preparazione. Teresa,
un’associata molto giovane, affetta
da tumore alla fase terminale, che
da tempo attendeva la visita di
sr Delia, ha ricevuto dalle sua mani
il distintivo e il Crocifisso che ha
stretto tra le proprie mani sino al
momento del suo incontro con il
Signore, avvenuto qualche giorno
dopo. Anche Francesca, che da anni
vive in un polmone di acciaio, ha
realizzato il suo desiderio di entrare
Gli Associati durante la celebrazione eucaristica.
vita dell’associazione
a far parte dell’Associazione,
ricevendo come segni il Crocifisso e
lo Statuto.
Personalmente faccio parte
dell’Associazione Sacro Costato da
un anno, e ringrazio il Signore per
avermi dato la possibilità di vivere
esperienze così toccanti e di
partecipare a questa festa, in cui ho
visto la gioia e la contentezza
stampate sui volti di tante persone.
Auspico che questi giorni
possano restare impressi in tutti noi
associati e in tutti coloro che sono
intervenuti, come ricordo e come
preghiera affinché si arrivi alla
glorificazione del Servo di Dio don
Eustachio Montemurro. ■
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Composito

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vita dell’associazione
Sopra: l’inferma Francesca, durante la visita di sr Delia (a sinistra) e della superiora sr
M. Luigina.Giannotte
Sotto - Il 7 giugno 2009, otto associate delle Sezione di Narbolia, con l’emissione della
Promessa, sono diventate membri effettivi dell’Associazione Sacro Costato. Posano
per una foto ricordo con il parroco don Ignazio, sr Delia Trianni (a sinistra) e sr Adalberta
Mura, superiora della Comunità.
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Composito

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« La partecipazione
di Floriano Scioscia
I l cristianesimo è una
religione missionaria per
costituzione, in obbedienza alla
volontà del fondatore Gesù Cristo.
La vocazione missionaria dei
cristiani è infatti ben sintetizzata
negli ultimi versetti del Vangelo
secondo Matteo: «Gesù si avvicinò
e disse loro: “A me è stato dato
ogni potere in cielo e sulla terra.
Andate dunque e fate discepoli tutti
i popoli, battezzandoli nel nome del
Padre e del Figlio e dello Spirito
Santo, insegnando loro a osservare
tutto ciò che vi ho comandato.
Ed ecco, io sono con voi tutti i
giorni, fino alla fine del mondo”»
(Mt 28,18-20).
L
spazio aperto
L A CHIES A ,
MISSIONARIA NEL
alla missione di
Cristo contrassegna
anche il vivere degli
annunciatori del
Vangelo, cui è
riservato lo stesso
destino del loro
Maestro »
SANGUE
a parola “missionario” si è
però affermata solo nel
sedicesimo secolo, come traduzione
latina del termine “apostolo”, che
significa inviato. Ad introdurla fu la
Compagnia di Gesù, i cui membri
possono aggiungere, ai tre voti di
povertà, castità e obbedienza, il
voto di obbedienza al Papa circa
missiones. In forza di tale voto, i
gesuiti si mettono a disposizione
del Papa per qualsiasi «missione»
egli ritenga necessaria o utile per il
bene della Chiesa.
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Composito

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spazio aperto
ei primi due-tre secoli della
N Chiesa, a partire dall’opera
di evangelizzazione degli apostoli
narrata nel libro degli Atti,
l'annuncio del Vangelo si è diffuso
principalmente nel bacino del Mare
Mediterraneo: Europa meridionale
(dalla Grecia alla Spagna), Medio
Oriente (Palestina, Anatolia) e Nord
Africa (dal Libano al Marocco).
I secoli successivi, segnati dalla
caduta dell'Impero Romano
d’Occidente, vedono un’ulteriore
espansione verso est (ricordiamo
l’Armenia, l’est europeo e la
Russia) e verso nord (Paesi
anglosassoni e scandinavi). In
questa fase storica e per tutto il
Medioevo, la missionarietà cristiana
si esprime soprattutto negli sforzi di
singoli testimoni coraggiosi (quali
ad esempio San Patrizio in Irlanda e
Santi Cirillo e Metodio in Russia).
La missione non ha ancora
raggiunto quella maturità che oggi
conosciamo, con una struttura
ricorrente ed uno sforzo di
evangelizzazione continuo e
sistematico.
iò avviene dopo la scoperta
C dell'America, quando le
missioni verso il nuovo continente
vengono affidate agli ordini religiosi
(soprattutto Domenicani,
Francescani e Gesuiti), la cui
migliore organizzazione permette
proprio di dare continuità all'opera
evangelizzatrice ed un costante
raccordo con la Santa Sede. Nel
corso del tempo, le sedi di missione
si trasformano in normali strutture
ecclesiastiche, diventando diocesi a
tutti gli effetti con la nomina di un
Vescovo locale.
n questa fase storica i
I missionari sono stati spesso
accusati, non sempre a torto, di
sopprimere la cultura locale delle
popolazioni destinatarie della
missione. Insieme alla dottrina
cristiana, infatti, si portava alle
popolazioni evangelizzate una
cultura prettamente “occidentale”,
modificando gli schemi mentali
propri della cultura preesistente. Il
problema è stato più forte nelle
Americhe, meno in Estremo Oriente
(Cina, Giappone, Filippine), dove i
missionari – soprattutto gesuiti – si
sono impegnati per una convivenza
pacifica tra le culture.
A partire
dal diciannovesimo
secolo, l’Africa
subsahariana diventa la nuova
frontiera delle missioni cristiane.
Matura la coscienza della necessità
della inculturazione, cioè
dell'integrazio-ne tra la cultura
locale d’origine e i nuovi valori
portati dai missionari con
l’annuncio del Vangelo. Nello
stesso tempo, di fronte ai problemi
provocati dal colonialismo, emerge
la necessità di promuovere
attivamente la pace e la giustizia
sociale. Va ricordata, in particolare,
la figura di Mons. Daniele
Comboni.
on il Concilio Vaticano II, si
C prende maggiormente
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Composito

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coscienza del ruolo dell’azione
missionaria nella vita della Chiesa.
In particolare, la missionarietà è
stata distinta dall’apostolato (nei
documenti conciliari Lumen
Gentium e Ad Gentes).
Apostolato significa annunciare e
testimoniare la Parola di Dio; la
Chiesa riconosce la possibilità e la
vocazione all’apostolato di tutti i
battezzati, pur nella diversità di
ruoli. La missionarietà, invece,
consiste più precisamente
nell’abbandonare la propria terra per
annunciare Cristo ai lontani. Essa è
sì svolta da singoli, ma sostenuta
dalla Chiesa nel suo complesso
attraverso collaborazioni tra diocesi
di continenti diversi, con un
sostegno materiale e spirituale verso
le chiese più “giovani” e soprattutto
con l’invio di sacerdoti (detti “Fidei
donum”, dal nome dell'enciclica del
1957, in cui Papa Pio XII per primo
sollecita l’invio di sacerdoti nelle
terre di missione).
e comunità missionarie oggi
L sono composte da uomini e
donne, laici, consacrati e religiosi.
Essi si dedicano principalmente
all’annuncio del Vangelo, ma anche
a promuovere lo sviluppo,
l’istruzione, la sanità, la cura dei più
poveri. Ancora oggi, come già in
passato, i missionari cristiani spesso
pagano con la vita la loro opera di
evangelizzazione e di promozione
umana. Il 24 marzo si celebra in
Italia e in altri Paesi la “Giornata di
memoria e preghiera per i
Missionari martiri”: la data prescelta
spazio aperto
è quella in cui, nel 1980, il vescovo
di Città di San Salvador,
mons. Oscar Arnulfo Romero, fu
ucciso mentre celebrava la Messa.
a Giornata Missionaria
L Mondiale, che ricorre ogni
anno in ottobre, è un altro momento
forte in cui riflettere, pregare e agire
per sostenere le missioni cristiane
nel mondo. Nella Chiesa italiana
tutto il mese di ottobre è “mese
missionario”, in cui vengono prese
in ogni diocesi iniziative a favore
delle missioni e di sensibilizzazione
dell’opinione pubblica.
e parole del messaggio di
L Papa Benedetto XVI per la
Giornata Missionaria Mondiale
2009 esprimono tutta l’importanza
dell’opera dei missionari cristiani e
l’elevato prezzo che questi testimoni
coraggiosi sono spesso costretti a
pagare: «La partecipazione alla
missione di Cristo contrassegna
anche il vivere degli annunciatori
del Vangelo, cui è riservato lo
stesso destino del loro Maestro.
“Ricordatevi della parola che vi ho
detto: Un servo non è più grande del
suo padrone. Se hanno perseguitato
me, perseguiteranno anche voi”
(Gv 15,20). La Chiesa si pone sulla
stessa via e subisce la stessa sorte di
Cristo, perché non agisce in base ad
una logica umana o contando sulle
ragioni della forza, ma seguendo la
via della Croce e facendosi, in
obbedienza filiale al Padre,
testimone e compagna di viaggio di
questa umanità ». ■
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Composito

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parlano del seme
È prossimo l’insediamento
della prima comunità dei Piccoli
Fratelli del Santissimo Sacramento
in Gravina, nella casa Padre
Montemurro, attigua alla chiesa di
S. Emidio.
La Congregazione, fondata dal
Servo di Dio sac. Eustachio
Montemurro il 21 novembre 1907,
ed estintasi per circostanze
storiche, è stata ripristinata a
Invihema, in Brasile, il 21
novembre 1993 dal sac. Giovanni
Volmir Dos Santos.
Attualmente i Piccoli Fratelli
operano soprattutto in Brasile; ma
anche in Italia c’è una discreta
A sinistra e nella pagina successiva:
la chiesetta di S. Emidio
I PICCOLI
FRATELLI
RITORNANO
A GRAVINA
di mcf
rappresentanza: quattro di loro
studiano Teologia: fr Gianpaolo e
fr Renato presso il seminario
maggiore di Molfetta, e fr Luis con
fr Edalto presso il seminario di
Firenze. Padre Wagno e
p. Candido, già sacerdoti, svolgono
il loro ministero come viceparroci,
rispettivamente nella diocesi di
Potenza e in quella di Volterra..
La nascente Comunità, a
Gravina, è costituta da padre
Giuseppe da Silva e da fr Marcio
Oliveira, e ha come sede la stessa
casa in cui il 1° maggio 1908 si
trasferirono don Eustachio e il suo
primo compagno d. Saverio
Valerio, che dal 21 novembre 1907
avevano dato inizio alla vita
comune
Padre Giuseppe e fr Marcio
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Composito

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curano il servizio liturgico e
l’adorazione eucaristica nella
piccola chiesa annessa, di
S. Emidio, dove il loro Fondatore
accoglieva gli aspiranti alla
Congregazione, e dove, stando alle
testimonianze, “trascorreva le
intere notti ai piedi di Gesù
Sacramentato”.
Il vescovo mons Mario Paciello,
che da tempo caldeggiava il ritorno
a Gravina dei Piccoli Fratelli, ha
assegnato a questi due giovani
religiosi i primi compiti pastorali
nella sua diocesi: p. Giuseppe è
viceparroco nella parrocchia di
S. Matteo, mentre fr. Marcio
continua a prestare il suo aiuto nella
parrocchia di S. Domenico dove,
esattamente 105 anni fa, il
1° ottobre, il Fondatore celebrò la
sua prima Messa.
Il ritorno a Gravina segna, senza
dubbio una pietra miliare nella
parlano del seme
storia dei Piccoli Fratelli. «La
Storia — scrive Madre Fides nel
darne notizia alla Congregazione
— ritorna su se stessa come per
riannodare provvidenzialmente le
trame spezzate del passato.
È certamente una bella notizia,
carica di emozioni e di tante
speranze! Chissà come sarà radioso
il sorriso di P. Fondatore dal cielo
nel vedere i suoi “Piccoli Fratelli”
tornare a casa dopo un lungo
periodo di assenza e di arcana
attesa!».
L’immagine del Chicco fecondo,
che in altri contesti è stata attribuita
al Montemurro, torna quanto mai
efficace: il seme germogliato e poi
sotterrato nei solchi della storia,
circa cento anni fa, è rispuntato
rigoglioso e, alimentato dalla linfa
del carisma, non cessa di dare frutti
e di espandersi, diffondendo
l’annunzio gioioso dell’amore e
della tenerezza di Dio. ■
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Composito

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parlano del seme
ORDINAZIONE
DIACONALE
di Marcio Oliveira pf
di Pasquale Quercia
È stato un giorno di festa il 28
settembre 2009 per la
Congregazione dei Piccoli Fratelli
del Santissimo Sacramento che ha
visto il nostro fratello Marcio
rivestito del dono del diaconato in
vista del presbiterato: dono dello
Spirito alla Chiesa universale.
La cerimonia si è svolta nella
Basilica Cattedrale di Gravina, città
di origine della Congregazione e
del suo Fondatore: Padre Eustachio
Montemurro. La solenne
concelebrazione è stata presieduta
dal vescovo della diocesi di
Altamura–Gravina–Acqua Viva
delle Fonti, mons. Mario Paciello.
La Cattedrale di Gravina era
gremita di gente che lodava il
Signore per ciò che va compiendo.
sabato 17 ottobre 2009 18.49
Composito

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Erano presenti i Piccoli Fratelli
che operano a Gravina, Potenza e
Volterra, che hanno vissuto insieme
come famiglia religiosa questo
evento. E spiritualmente erano uniti
a noi anche tutti i Piccoli Fratelli
che operano in Brasile, guidati dal
Superiore generale Padre Giovanni
Volmir. Presenti erano anche: il
clero della diocesi, le Suore
Missionarie del Sacro Costato e di
Maria Santissima Addolorata e le
Suore Missionarie Catechiste del
Sacro Cuore, accompagnate dalle
rispettive Superiore generali.
Le due Congregazioni hanno in
comune con i Piccoli Fratelli il
Fondatore Padre Eustachio.
Numerosi i laici del Sacro
Costato e non, che si sono voluti
parlano del seme
stringere attorno a fratello Marcio,
per esprimere con gratitudine il loro
affetto e la loro incessante
preghiera.
Fratel Marcio è stato ordinato
insieme ad un altro seminarista
diocesano, Stefano Naccuchi di
Gravina; un bel segno, significativo
di comunione e fraternità della
Congregazione con la diocesi.
A fratello Marcio va il nostro più
caro augurio, perché il Signore che
lo ha chiamato alla vita religiosa e
rivestito del ministero del diaconato,
in vista del presbiterato, lo spinga
sempre ad annunciare agli uomini le
tenerezze del suo amore per
l’intercessione di padre Eustachio
Montemurro. ■
In apertura: fratel Marcio (a sinistra) riceve il diaconato - Sotto: con il vescovo mons. M. Paciello
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L a prudenza
è non dimenticare mai
di essere una creatura
che non possiede la verità,
ma deve cercarla.
La prudenza è sapere
che ogni apparenza
può essere specchio
per le allodole.
È la capacità
di guardare dentro,
al di là, oltre il lock.
La prudenza
è non lasciarsi condurre,
come il cavallo e il mulo,
dal bastone o dalla carota
ma dall’intelligenza.
T. Lasconi
Ecco: Io vi mando come pecore in mezzo ai lupi;
siate prudenti come i serpenti
e semplici come le colombe.
Mt. 10,16
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Composito

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PAESI INTERESSATI
ECUADOR
FILIPPINE
COME INVIARE LE OFFERTE:
versando sul CCP 1784 3012
intestato a:
Adozione a distanza MSC
Via S. Stefano Rotondo, 7
00184 Roma
a
con assegno bancario intestato a:
Missionarie del Sacro Costato
Adozione a distanza
Via S. Stefano Rotondo, 7
00184 Roma
consegnandole direttamente a:
Suor Maria Nicla Loviglio MSC
Via Santo Stefano Rotondo, 7
00184 - Roma
E-mail: marianiclamsc@yahoo.it
Tel. 06/30813624
COSTO DEL PROGRAMMA
€ 31,00 al mese
€ 93,00 a trimestre
€ 186,00 a semestre
€ 372,00 all’anno
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