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La “Scapigliatura” milanese Più “moderna” che pandemonio

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—<br />

Anno rotariano XLIII<br />

2009 – 2010<br />

Bollettino n. 1790<br />

Riunione del 22/10/09<br />

WEB SITE: WWW.ROTBGALTA.ORG<br />

Taverna del Colleoni Club number 2040 12216<br />

Un argomento interessante <strong>che</strong> ha preso<br />

spunto dalla mostra in corso a palazzo Reale di<br />

Milano, un commento sapiente, una significati-<br />

ROTARY CLUB BERGAMO CITTA' ALTA<br />

va scelta di splendide immagini e di tempi per<br />

una serata agile e piacevole dedicata alla<br />

pittura della cosiddetta “Scapigliatura milane-<br />

CONVIVIALE DEL 22 OTTOBRE<br />

Blumer Brambilla Briolini Camplani Colleoni Cortinovis<br />

Giannini Mandolesi Medolago Mirandola Plebani Pomè<br />

Previtali Rampinelli F Rampinelli E Riva Salvi A Solari<br />

Terranova<br />

Organico: soci eff. 73<br />

Presiede il vice presidente Emanuele Medolago Albani<br />

ASSIDUITA’ 26+8= 34 su 41= 82,9% (2 in congedo)<br />

TEMA <strong>La</strong> “scapigliatura” in mostra a Milano di Paolo Plebani.<br />

OSPITI<br />

Dott. Paolo Plebani. AdG Fulvia Castelli. Silvio Colloca (Milano<br />

Nord Ovest).<br />

FAMILIARI Giuliana Camplani, Sissi Giannini, Maria Previtali, Lisetta Rampinelli.<br />

I PROSSIMI INCONTRI<br />

Giovedì<br />

29 ottobre<br />

Giovedì<br />

5 novembre<br />

Giovedì<br />

12 novembre<br />

Sabato<br />

14 novembre<br />

Rotary International<br />

Incontro AERA: Marino, Moltrasio Mario Salvi, Antonio Salvi, Giannini,<br />

Pesenti, Martino e Briolini.<br />

Quinto giovedì del mese: nessuna riunione<br />

Nel tardo pomeriggio a Milano e visita alla mostra<br />

“Scapigliatura, un <strong>pandemonio</strong> per cambiare l’ arte” allestita<br />

a palazzo Reale. Seguirà la conviviale, sempre a Milano. I<br />

dettagli verranno comunicati direttamente ai soci appena<br />

disponibili.<br />

Riunione rinviata a sabato 14 novembre.<br />

Alle 12,30, alla Taverna avremo una conviviale meridiana,<br />

un po’ particolare, con l’ intervento di due astronauti<br />

italiani <strong>che</strong> ci parleranno delle loro esperienze.<br />

Distretto 2040 Italia<br />

Numero riunione 11<br />

Soci intervenuti 19<br />

Ospiti 3<br />

Familiari 4<br />

Totale presenti 26<br />

<strong>La</strong> <strong>“Scapigliatura”</strong> <strong>milanese</strong><br />

<strong>Più</strong> <strong>“moderna”</strong> <strong>che</strong> <strong>pandemonio</strong><br />

se” (vedi pag. 2.).Una sorta di preparazione,<br />

potremmo dire, alla visita <strong>che</strong> faremo fra due<br />

settimane.<br />

Da vice, ormai ben collaudato, Emanuele<br />

Medolago ha aperto la serata con un caldo<br />

saluto alla nostra AdG<br />

Fulvia Castelli ed al nostro<br />

relatore, il dott. Paolo<br />

Plebani <strong>che</strong> già ebbimo l’<br />

occasione di conoscere ed<br />

apprezzare, pochi anni or<br />

sono in occasione di una<br />

visita estiva al polittico del<br />

Lotto di Ponteranica. Giovane,<br />

36 anni, ma già affermato<br />

storico dell’ arte<br />

Plebani, come lo ha presentato<br />

Giovanna Brambilla, è<br />

un grande conoscitore della<br />

pittura del ‘500 e del ‘600,<br />

ma ha avuto occasione di<br />

approfondire, collaborando alla realizzazione di<br />

varie ed importanti mostre, an<strong>che</strong> quella del<br />

‘700 e dell’ ‘800. Proprio due anni or sono ha<br />

collaborato per un’ altra mostra dedicata alla<br />

Scapigliatura lombarda.<br />

E’ durato un ventennio, a partire dal 1860,<br />

questo movimento, ci ha detto, <strong>che</strong> ebbe<br />

proprio a Milano, e poi in Lombardia, la sua<br />

culla ed i suoi limiti. Nacque nel periodo <strong>che</strong><br />

seguì l’ unità d’ italia. All’ origine fu un movimento<br />

di ribellione verso l’ arte come intesa<br />

dalle istituzioni, Brera in particolare, ma presto<br />

si calmò ed ebbe un buon successo. E’ difficile,<br />

ci ha spiegato, deliearne i confini e piacque<br />

soprattutto alla nuova borghesia, quella attiva<br />

<strong>che</strong> si apprestava a rinnovare la società dell’<br />

epoca ed a lanciare Milano nel suo nuovo ruolo<br />

di città <strong>che</strong> guardava avanti dopo l’ agitato<br />

periodo delle guerre d’ indipendenza.<br />

Pertanto ribelli si, ma per definizione più <strong>che</strong><br />

per comportamento. In quell’ epoca si rompono<br />

parecchi s<strong>che</strong>mi consolidati e, fra l’ altro, gli<br />

artisti scapigliati sono i primi in Italia ad aprirsi<br />

al mercato, ad organizzare mostre, a realizzare<br />

cataloghi ad offrire la loro produzione an<strong>che</strong><br />

ricorrendo a tecni<strong>che</strong> più povere come l’ acquaforte<br />

e l’ acquerello.<br />

(Continua a pagina 3)<br />

Piacevole serata<br />

con Paolo<br />

Plebani -<br />

Considerazioni,immagini<br />

e commenti<br />

su una<br />

mostra <strong>che</strong><br />

visiteremo il<br />

5 novembre.<br />

Presidente: ing. Rodolfo Marino - (A) via Tre Armi, 13 - 24129 Bergamo - tel. 035 235446 - (U) Via P. Nenni, 9 - 26845 Codogno (LO) - tel. 0377431070, fax 0377431827<br />

Email: rodolfo.marino@tin.it - Segretario: ing. Gaetano Briolini – viale V. Emanuele, 43 – 24121 Bergamo – tel 035 242554 – - Email: gbriolini@alice.it - cell:+39 338-<br />

6193571 - Ufficio segreteria: Barbara Nappi - Pass. S. Bartolomeo,7 –24121 Bergamo - email: info@rotbgalta.org - tel e fax +39 035 223020 - cell. +39 347 7473022<br />

Riunioni rotariane: al giovedì, ore 20,00, Taverna Colleoni - Piazza Vecchia – Bergamo (tel.035 232596). In luglio sede itinerante nel territorio. Agosto riunioni sospese.


Bergamo Città Alta<br />

Lo racconta lo stesso autore: Cletto arrighi, giornalista, commediografo e romanziere<br />

Perché la chiamai <strong>“Scapigliatura”</strong>?<br />

Perché “scapigliatura”? Qual’ è l’ origine di questo<br />

curioso movimento e chi inventò quell’ altrettanto<br />

strano nome <strong>che</strong> ne segnò la storia?<br />

Fu Cletto Arrighi, giornalista, commediografo e<br />

romanziere, ad escogitarlo nel modo <strong>che</strong> lui<br />

stesso racconta: "Avvenne <strong>che</strong>, un bel giorno,<br />

dovendo pur trovare un titolo mi trovai nella<br />

necessità o di coniare un neologismo o di andare<br />

a pescare nel codice della lingua qual<strong>che</strong><br />

parola vecchia <strong>che</strong> rendesse pressappoco il<br />

concetto del mio qualsiasi romanzo. Prima dunque<br />

di osare, consultai sua maestà il Vocabolario,<br />

se mai nella sua infinita sapienza avesse<br />

saputo additarmi un mezzo di salvezza. Cerca e<br />

ricerca, finalmente trovai una parola acconcia al<br />

caso mio; perché s' ha un bel dire, ma la nostra<br />

lingua, per chi la vuol frugare un po' a fondo,<br />

non manca proprio di nulla, e sa dare a un bisogno<br />

parole vecchie an<strong>che</strong> per idee nuove, nello<br />

stesso modo <strong>che</strong> i Francesi sanno fabbricare<br />

parole nuove, per idee <strong>che</strong> hanno tanto di barba.<br />

Però, in quella maniera <strong>che</strong> potrei star garante<br />

<strong>che</strong> scapigliatura non è una parola nuova, sarei<br />

in un bell' imbarazzo se volessi persuadervi <strong>che</strong><br />

è molto usata e conosciuta.<br />

Infatti fra le tante persone a cui domandai <strong>che</strong><br />

cosa intendessero per scapigliatura, parte inarcò<br />

le ciglia, come a dire: non l' ho mai sentita a<br />

menzionare, e parte mi rispose così a tentoni,<br />

chi: l' atto dello scapigliarsi, chi: una chioma<br />

arruffata, e chi, finalmente - e costui fu un letterato<br />

- una vita da débauché (ndr: viziozo, corrotto);<br />

definizioni tutte o false o inesatte e, in ogni<br />

modo, lontane le mille miglia da quel significato<br />

in cui mi ero proposto di adoperarla io.<br />

Quell' io <strong>che</strong> credevo di aver rubato il lardo alla<br />

gatta, da quelle risposte n' ebbi una delusione<br />

<strong>che</strong> mi afflisse moltissimo - ben inteso, per<br />

quanto può affliggere una delusione filologica - e<br />

avrei messo il cuore in pace, e lasciato nel dimenticatoio<br />

la povera incompresa, se una certa<br />

rincalzante smania di spuntare le cose un po'<br />

difficili - confesso un mio debole - non mi ci<br />

avesse incaponito sopra.<br />

Ed ecco lettori, se il permettete, ch' io la prendo<br />

per mano e ve la presento.<br />

In tutte le grandi e ric<strong>che</strong> città del mondo incivilito<br />

esiste una certa quantità d' individui d' ambo i<br />

sessi - v' è chi direbbe: una certa razza di gente<br />

fra i venti e i trentacinque anni non più, pieni<br />

d' ingegno quasi sempre; più avanzati del loro<br />

secolo, indipendenti come l' aquila delle Alpi;<br />

pronti al bene quanto al male; inquieti, travagliati,<br />

turbolenti - i quali - e per certe contraddizioni<br />

terribili fra la loro condizione e il loro stato, vale<br />

a dire fra ciò <strong>che</strong> hanno in testa, e ciò <strong>che</strong> hanno<br />

in tasca, e per una loro particolare maniera<br />

eccentrica e disordinata di vivere, e per ... mille<br />

e mille altre cause e mille altri affetti il cui studio<br />

formerà appunto lo scopo e la morale del mio<br />

romanzo - meritano di essere classificati in un<br />

nuova e particolare suddivisione della grande<br />

famiglia civile, come coloro <strong>che</strong> vi formano una<br />

casta sui generis distinta da tutte quante le altre.<br />

Questa casta o classe - <strong>che</strong> sarà meglio detto -<br />

vero <strong>pandemonio</strong> del secolo - personificazione<br />

della storditaggine e della follia, serbatoio del<br />

disordine, dello spirito d' indipendenza e di<br />

opposizione agli ordini stabiliti, questa classe,<br />

ripeto, <strong>che</strong> a Milano ha più <strong>che</strong> altrove una<br />

ragione e una scusa di esistere, io, con una<br />

bella e pretta parola italiana, l' ho battezzata<br />

appunto: la Scapigliatura Milanese.<br />

<strong>La</strong> Scapigliatura <strong>milanese</strong> è composta di individui<br />

di ogni ceto, di ogni condizione, di ogni grado<br />

possibile della scala sociale. Plebe, medio<br />

ceto e aristocrazia; foro, letteratura e commercio;<br />

celibato e matrimonio, ciascuno vi porta il<br />

suo tributo, ciascuno vi conta qual<strong>che</strong> membro<br />

d' ambo i sessi; ed essa li accoglie tutti in un<br />

amplesso amoroso, e li lega in una specie di<br />

mistica consorteria, forse per quella forza simpatica<br />

<strong>che</strong> nell' ordine dell' universo attrae fra di<br />

In via Vivaio due erano i punti di ritrovo degli<br />

Scapigliati: l' osteria del Polpetta e il giardino dei<br />

Cicogna nella parte coltivata ad ortaglia.<br />

In quei tempi corso Monforte terminava sui bastioni<br />

chiusi, "dalle larghe ombre degli ippocastani<br />

giganteschi, in mezzo ai bei giardini patrizi e<br />

alle vaste e pingui ortaglie". Il mezzo di collegamento<br />

con questa zona bucolica era un enorme<br />

vecchio omnibus color verde pisello, <strong>che</strong> trasportava<br />

rarissimi passeggeri.<br />

Via Vivaio, come suggerisce il toponimo, era una<br />

via assolutamente campestre, con solo un paio<br />

di case moderne accanto a un paio di anti<strong>che</strong><br />

case rurali. Vi abitavano molti artisti, amanti della<br />

quiete: De Albertis, Francesco Fontana, Eugenio<br />

Perego, Giuseppe Barbaglia, Borgomainerio, ...<br />

Il ritrovo comune a mezzogiorno era presso il<br />

Polpetta, sull' angolo di via Conservatorio, dove<br />

convenivano an<strong>che</strong> Tranquillo Cremona, Giuseppe<br />

Grandi ed Emilio Praga, <strong>che</strong> abitava in Monforte.<br />

<strong>La</strong> polpetta <strong>milanese</strong>, piatto povero e di<br />

recupero per antonomasia, era così famosa fra<br />

gli scapigliati <strong>che</strong> il poeta e commediografo<br />

dialettale Ferdinando Fontana compose la gustosa<br />

poesiola memeghina "<strong>La</strong> polpetta del Re".<br />

A far concorrenza al Polpetta giunsero due portinai<br />

in una casa di recente costruzione di via<br />

Vivaio, due coniugi mastodontici con due bambini<br />

ritagliati sul loro stesso stampo. I bimbi divennero<br />

i modelli preferiti dagli artisti; i genitori si<br />

offrirono di tenere in ordine gli studi e gli "antri"<br />

degli artisti e, pian piano, s' instaurò tra loro un<br />

rapporto di tale complicità <strong>che</strong> un giorno qualcuno<br />

buttò là: "Perché non ci fate an<strong>che</strong> da mangiare?".<br />

Dopo pochi giorni alla mensa della porti-<br />

Seconda 3 4<br />

loro le sostanze consimili... Da un lato un profilo<br />

più italiano <strong>che</strong> Meneghino, pieno di brio, di<br />

speranza e di amore, e rappresenta il lato simpatico<br />

e forte di questa numerosa classe, inconscia<br />

delle proprie forze, anzi della propria esistenza,<br />

propagatrice delle brillanti utopie, focolare<br />

delle idee generose, anima di tutti gli elementi<br />

geniali, artistici e politici del proprio paese, <strong>che</strong><br />

ogni causa o grande o folle fa balzar d' entusiasmo,<br />

<strong>che</strong> conosce della gioia la sfumatura arguta<br />

del sorriso, e lo scroscio franco e prolungato,<br />

ed ha le lagrime del fanciullo sul ciglio e le memorie<br />

feconde nel cuore.<br />

Dall' altro invece un volto smunto, solcato, cadaverico,<br />

su cui stanno le impronte delle notti<br />

passate nello stravizio e nel giuoco, su cui si<br />

adombra il segreto del dolore infinito, e i sogni<br />

tentatori di una felicità inarrivabile e le lagrime di<br />

sangue, e le tremende sfiducie e la finale disperazione."<br />

Nel verde in fondo a corso Monforte<br />

Gli scapigliati nella vecchia Milano?<br />

Al giardino Cicogna o dal Polpetta<br />

neria sedevano tutti i clienti del Polpetta disperato.<br />

All' arrivo della primavera Emilio Praga sospirava<br />

di poter mangiare all' aperto, adocchiando il<br />

giardino fiorito dei conti Cicogna, <strong>che</strong> copriva<br />

l' area dove ora sorge l' istituto dei ciechi. Il<br />

portiere Prevosti ne parlò al conte e ai primi di<br />

maggio s' inaugurò la mensa all' aperto nell' ortaglia<br />

sotto alberi ormai fronzuti, con accanto<br />

predisposto an<strong>che</strong> un gioco di bocce.<br />

E fu quell' angolo di pace <strong>che</strong> ispirò al Carcano e<br />

al Barbaglia due tele <strong>che</strong> trasmettevano armonia<br />

per la vegetazione lussureggiante e per il tremolare<br />

dei raggi del sole attraverso le fronde -<br />

"pizzicotti della luce all' ombra", diceva il Borgomainerio<br />

-. Qui si ritrovarono per molti anni gli<br />

allegri scapigliati, intorno al cibo frugalissimo ma<br />

sano, accompagnato da qual<strong>che</strong> boccale di vino<br />

nostrano e frizzante, vociando e gesticolando<br />

sulla pista delle bocce.<br />

Il Sac<strong>che</strong>tti ne ha lasciato una commossa descrizione:<br />

"A due passi dalla Prefettura pareva d' essere<br />

in fondo a una campagna remota. Alcuni<br />

vecchi alberi bellissimi <strong>che</strong> forse una volta appartenevano<br />

al parco del palazzo vicino avevano,<br />

là dimenticati, disteso i loro rami da tutte le<br />

parti e per questo piacevano all' autore<br />

dei Paesaggi <strong>che</strong> trovava in quella libertà di<br />

fronde una certa somiglianza con la immaginosa<br />

abbondanza del suo stile.<br />

C' era a completare la scena campestre una<br />

rustica osteria, ma aveva un' usanza deplorevolmente<br />

urbana: faceva credito agli avventori e<br />

rincarava il conto ai morosi. In quell' ortaglia si<br />

fecero le più care festicciole ch' io abbia mai<br />

goduto."<br />

pagina a cura di MAS


INCONTRO ROTARIANO<br />

ALLE CONFERENZE A.E.R.A.<br />

Domenica<br />

25 ottobre<br />

Lunedì<br />

26 ottobre<br />

Martedì<br />

27 ottobre<br />

Martedì<br />

3 novembre<br />

Bergamo Città Alta<br />

Nell’ intervallo del ciclo di conferenze (in calendario sabato 9 ottobre al teatro<br />

Sociale) “Fisica e Astrofisica: l’importanza di chiamarsi neutrino”, “Scienza e Politica: il<br />

caso dei cambiamenti globali climatici e ambientali” ed “Entropia in Biologia”, promosse<br />

dall’ AERA (Associazione Europea Rotary per l’ Ambiente) nell’ ambito di<br />

BeramoScienza, c’ è stato an<strong>che</strong> un incontro rotariano. Nell’ intervallo del pranzo,<br />

alla Taverna del Colleoni, sono intervenuti fra gli altri il Governatore Marino<br />

Magri, con la consorte, i PG Nicola e Moretti oltre ad Ettore Ro<strong>che</strong> Governatore<br />

nominato. Per il nostro club erano presenti il presidente Marino, Moltrasio,<br />

Mario Salvi, Antonio Salvi, Pietro e Sissi Giannini, Susanna Pesenti, Gianvito<br />

Martino ed il segretario Briolini. All’ incontro hanno partecipato an<strong>che</strong><br />

rotariani di altri club orobici.<br />

CONSEGNATA LA CHARTA<br />

AL NUOVO CLUB MILANO NET<br />

Milano ha un nuoco club: il segretario distrettuale<br />

Pettinari ci ha comunicato quanto segue<br />

a integrazione dell’ Annuario:<br />

Cari Amici,<br />

con riferimento alle anticipazioni forniteVi con<br />

nostra mail del 22 settembre, Vi confermiamo<br />

<strong>che</strong> venerdì 16 ottobre scorso è stata consegnata<br />

la Charta al nuovo Rotary Club denominato<br />

Milano Net. Vi segnaliamo <strong>che</strong> le riunioni<br />

Venerdì<br />

23 ottobre<br />

Sabato<br />

31 ottobre<br />

Venerdì<br />

6 novembre<br />

appuntamenti rotariani<br />

CLUB DEL GRUPPO OROBICO<br />

Alle ore 8,00 8,00, 8,00<br />

a Treviglio avrà luogo la “1ºprima 1ºprima marcia Sergio Sergio Mu- MuMulitsch litsch”organizzata litsch<br />

dal club di Treviglio. la partenza avverrà nel piazzale antistante<br />

la Bianchi, nota azienda produttrice di biciclette. Il ricavato della<br />

manifestazione sarà destinato alla polio Plus.<br />

Ore Ore 12,45 12,45, 12,45 al club di Bergamo Bergamo, Bergamo<br />

ristorante Colonna, il socio dott. Gregorio<br />

Magnetti parlerà di “Giornate Giornate di orientamento orientamento professionale, professionale, un un progetto progetto<br />

progetto<br />

lungo lungo vent’ vent’ anni anni”. anni anni<br />

Ore Ore 20,00 20,00, 20,00 al club di Bergamo Ovest Ovest, Ovest<br />

Jolly hotel, intervento del dott. Dino<br />

Abbrescia, presidente del C.I.R.A.H (Centro internazionale ricer<strong>che</strong> autosufficienza<br />

handicappati) <strong>che</strong> proporrà “Parliamo Parliamo di rotary e e del del C.I.R.A.H C.I.R.A.H” C.I.R.A.H<br />

Ore Ore Ore 20,00 20,00, 20,00 al club di Bergamo Nord Nord, Nord<br />

Cristtallo palace, il prof. paolo Bensi<br />

terrà una conferenza dal titolo: “<strong>La</strong> <strong>La</strong> pittura veneta veneta del del 700 700”. 700<br />

Ore Ore 20,00 20,00, 20,00 al club di Romano di di LL.,<br />

L<br />

ristorante Ravecca” avrà luogo la<br />

“Commemorazione Commemorazione dei dei defunti, defunti, defunti, consorti consorti e e amici amici del del Rotary Rotary”, Rotary celebrata da<br />

mons. Giuseppe Rivellini.<br />

Ore 18,00/20.00:<br />

primo incontro di formazione e<br />

aggiornamento soci.<br />

Ore 9,00<br />

Forum “Salute e alimentazione”.<br />

Ore 18.00: Amici del CAM.<br />

del Club si terranno presso il Palazzo Cusani,<br />

Via del Carmine 8 - Milano il 2˚ e 4˚ lunedì del<br />

mese alle ore 20.00 (conviviali) e 1˚ e 3˚ martedì<br />

del mese alle ore 19.00 (non conviviali).<br />

Questo l’ organigramma del nuovo club: Presidente<br />

è il Dott. Franco Vicariotto: Tel. 335<br />

6698020 – E-mail francovic@tin.it. Segretario è<br />

la Dott.ssa Simonetta Barbaro: Tel. 348 63621-<br />

13 – E-mail info@simonettabarbaro.it<br />

NEL distretto 2040<br />

SIAM Milano<br />

Via Santa Marta, 18<br />

3<br />

Milano<br />

SIAM Milano<br />

Via Santa Marta, 18<br />

Plebani ci mostra poi una succinto ma significativ<br />

campionario di immagini di opere dei maggiori<br />

esponenti della pittura di quell’ epoca. Da<br />

un bozzetto, per un’ opera destinata a villa<br />

Giovedì<br />

5 novembre<br />

Visita alla mostra<br />

sulla “Scapigliatura “<br />

Ieri ne abbiamo parlato e il 5<br />

la visiteremo. E’ una grande<br />

mostra con una notevole esposizione<br />

di dipinti e non<br />

solo. <strong>La</strong> visita è prevista per<br />

le 20,30. E’ importante prenotarsi<br />

da subito perché il<br />

gruppo non potrà superare il<br />

numero di 25 unità. Se possibile<br />

verrà organizzato un<br />

bus. seguirà la conviviale,<br />

sempre a Milano.<br />

Ponti di Varese, di Giuseppe Bertini<br />

(insegnante a Brera) ad un dipinto di Federico<br />

Faruffini. Alcuni esempi dell’ opera di Tranquillo<br />

Cremona, leader del movimento, con i suoi<br />

dipinti spesso caratterizzati dal “duo amoroso”.<br />

Una scultura di Grandi, ritratti, veramante belli,<br />

di Daniele Ranzoni, di Eugenio Gignous, di<br />

Ripari, di Conconi. Una piacevole panoramica<br />

dell’ arte di questo periodo <strong>che</strong> rapidamente si<br />

evolve verso nuove espressioni.<br />

Sono seguiti alcuni interventi di soci: Blumer,<br />

Giannini, Medolago.<br />

Come anticipato, un interessante prologo, o<br />

meglio preparazione, alla visita <strong>che</strong> effettueremo<br />

a novembre a Palazzo Reale dove sono<br />

esposti ben 250 dipinti, un po’ troppi ha commentato<br />

il nostro relatore.<br />

A proposito della visita ricordo quanto ci ha<br />

detto in merito il segretario Briolini. Grazie a<br />

Giovanna siamo riusciti ad avere una prenotazione<br />

per giovedì 5 alle 20,30. Il gruppo non<br />

può superare i 25 componenti. Qualcuno in più<br />

potrà cercare di entrare singolarmente. E’<br />

importante accelerare le prenotazioni an<strong>che</strong><br />

per valutare la possibilità di utilizzare un bus, il<br />

<strong>che</strong> sarebbe assai comodo. <strong>La</strong> conviviale, dopo<br />

la la visita, si terrà a Milano in un ristorante<br />

comodo e vicino.<br />

Ancora una notizia e stavolta non piacevole:<br />

proprio ieri sera Gaio ha saputo <strong>che</strong> l’ amico<br />

Willi Taschigg è ricoverato con seri problemi di<br />

salute. A lui i nostri più sinceri auguri affinché<br />

possa rimettersi presto e magari tornare qual<strong>che</strong><br />

sera con noi. Willi non è mai stato molto<br />

presente alle nostre conviviali, an<strong>che</strong> se esentato<br />

per ragioni di età e di anzianità, ma al suo<br />

e nostro club è stato sempre molto legato pur<br />

essendo spesso in giro per il mondo.<br />

Un grazie sincero al nostro relatore per la sua<br />

piacevole, interessante e applauditissima<br />

serata “scapigliata” e un caro saluto.


Bergamo Città Alta<br />

Perché “lupi”?<br />

Lupi, vennero chiamati dal nemico, i fanti del<br />

78˚ reggimento fanteria <strong>che</strong>, nel 1917, sulle<br />

alture ad est di Gorizia respinsero e sbaragliarono<br />

un forte contingente austriaco: il nemico,<br />

“sbigottito” dall’eroismo dei fanti del 78˚ gridò “<br />

Ma questi non sono uomini, sono lupi! “. Questo<br />

riporta la storia e, da allora, i fanti dell’ ormai<br />

disciolto reggimento si fregiarono del nome di<br />

“Lupi di Toscana”. Di Toscana in quanto all’<br />

epoca del primo conflitto mondiale il 78º formava<br />

con il 77º la Brigata Toscana a reclutamento<br />

prevalentemente regionale, ma non solo.<br />

Si avvicinano i giorni dei santi, dei defunti, delle<br />

Forze Armate. Una volta il 4 novembre era l’<br />

anniversario della vittoria e, più genericamente,<br />

l’ occasione per ricordare quella prima guerra<br />

mondiale <strong>che</strong> segnò profondamente la nostra<br />

storia, <strong>che</strong> contribuì ad una reale fusione della<br />

nazione italiana e <strong>che</strong>, purtroppo, costò carissima<br />

in termini di vite umane e di inenarrabili<br />

sacrifici da parte di tutti. Oggi quei fatti, quegli<br />

Quattro lupi <strong>che</strong> sembrano balzar fuori<br />

dal bronzo e l’ Italia, seria e svolazzante,<br />

<strong>che</strong> agita una fronda sotto l’ obelisco.<br />

uomini quegli eroi o quelle vittime non si ricordano<br />

quasi più. Politicamente non servono.<br />

Bergamo ha perso perfino il cimelio dell’ aereo<br />

di Locatelli, esiliato nella piana di Almenno, ma<br />

almeno conserva, con ben poca cura, il monumento<br />

dedicato ai “Lupi di Toscana”. Lo conserva,<br />

nel senso <strong>che</strong> ancora esite e nulla più.<br />

Allora, all’ approssimarsi del fatidico anniversario<br />

di Vittorio Veneto, vorrei quest’ anno ricordare<br />

uno fra i tanti episodi <strong>che</strong> videro i soldati<br />

italiani di allora compiere grandi gesta nel nome<br />

di un dovere e di un impegno <strong>che</strong> travalicava i<br />

giudizi sulle scelte strategi<strong>che</strong> e tatti<strong>che</strong> di un<br />

esercito <strong>che</strong> non aveva grandi esperienze alle<br />

spalle.<br />

Torniamo ai “Lupi”, o meglio torniamo per un<br />

momento alla situazione sul fronte dell’ Isonzo<br />

nell’ autunno del 1916. I nostri stanno ancora<br />

cercando, dopo infiniti scontri, di far saltare i<br />

sistema difensivo austriaco. <strong>La</strong> strategia dei<br />

continui assalti non ha dato gran risultati e<br />

certamente non proporzionali alle perdite, ma il<br />

fronte avanza, di poco ma avanza.<br />

E’ il primo novembre del ’16 quando la Brigata<br />

Toscana va all’ assalto del Veliki, un’ altura<br />

grosso modo ad est del più noto San Mi<strong>che</strong>le,<br />

dove gli austriaci hanno salde posizioni fortificate<br />

e dotate di buon armamento. L’ attacco riesce<br />

e la brigata si lancia verso il Fajti, altro<br />

monticello poco più avanti. Ancora una volta il<br />

rabbioso attacco dei nostri fanti sembra riuscire<br />

a sorprendere le difese nemi<strong>che</strong>, quando un<br />

forte contingente austriaco tenta di riconquistare<br />

il Veliki. Gli uomini della Toscana reagiscono<br />

con estrema velocità. Si muovono fino a porsi<br />

alle spalle dei reparti austriaci diretti alla cima<br />

del Veliki pur tenendo sotto pressione il Fajti. <strong>La</strong><br />

manovra consente loro di chiudere in trappola<br />

buona parte degli attaccanti e quindi dare un’<br />

ultima spallata alla difesa austriaca del Fajiti<br />

Il tutto si risolve con una duplice vittoria: la<br />

Brigata tiene il Veliki e conquista il Fajti e lo<br />

scontro si conclude con la cattura di circa 1.500<br />

prigionieri fra i quali il comandante della 55º<br />

Brigata austro-ungarica, con il comandante e<br />

tutto il suo Stato maggiore. Un bel colpo!<br />

Sulle nuove linee la brigata, <strong>che</strong> ha avuto pesanti<br />

perdite di uomini, si ferma qual<strong>che</strong> giorno<br />

respingendo altri attacchi austriaci e l’ 11 viene<br />

inviata nei dintorni di Palmanova per un breve<br />

periodo di riposo.<br />

E’ proprio nel corso della battaglia del Veliki <strong>che</strong><br />

il nemico avrebbe pronunciato la famosa frase<br />

“Ma questi non sono uomini, sono lupi! “.<br />

<strong>La</strong> guerra prosegue, come sappiamo, ed arriviamo<br />

al maggio del 1917. <strong>La</strong> brigata “Toscana”<br />

si trova nell’ area meridionale del fronte, alla<br />

foce del fiume Timavo sulla via per Duino la<br />

porta <strong>che</strong> avrebbe permesso di raggiungere<br />

Trieste. Dopo durissimi combattimenti il Iº battaglione<br />

del 77º riesce a superare il fiume a<br />

quota 28. Il 28 maggio del 1917, truppe della<br />

45a divisione furono lanciate verso Duino. Il 77º<br />

Reggimento Fanteria della brigata “Toscana”<br />

stava quasi per raggiungere la mèta quando<br />

ricevette ordine di ritirarsi. Il maggiore Giovanni<br />

Randaccio, Gabriele d’Annunzio, con pochi<br />

fanti, erano in prima linea sotto una pioggia<br />

di proiettili nemici. Portavano con loro la grande<br />

bandiera <strong>che</strong> d’Annunzio avrebbe voluto<br />

piantare sulla sommità del castello di Duino.<br />

Non c’ era alcuna possibilità di difesa. Randaccio<br />

e d’Annunzio, dopo essersi assicurati <strong>che</strong> i<br />

fanti fossero rientrati, rimasti ultimi, stavano<br />

attraversando, su una passerella improvvisata,<br />

il Timavo, quando il maggiore fu ferito a morte.<br />

Aveva 34 anni.<br />

Un episodio singolare e la presenza del “vate”<br />

gli valse una grande evidenza an<strong>che</strong> propagan-<br />

4<br />

Il monumento ai “Lupi di Toscana” posto<br />

davanti alla ex caserma “Monteleungo”.<br />

distica, senza nulla togliere al sacrificio di quegli<br />

uomini e del loro comandante. Perché, bisogna<br />

precisare <strong>che</strong> la ritirata imposta dai comandi<br />

superiori costò molto cara in quanto il riattraversamento<br />

del Timavo (fiume carsico assai difficile<br />

da affrontare) provocò un gran numero di<br />

vittima fra i nostri fanti sottoposti ad un intenso<br />

fuoco nemico mentre cercavano di lottare con<br />

vortici e pericolose fosse <strong>che</strong> carraterizzano il<br />

corso del fiume in quel tratto. L’ imponenza del<br />

contrattacco austriaco è un segnale. Il crollo del<br />

fronte russo ha consentito agli austriaci di spostare<br />

parte delle truppe dal fronte orientale sul<br />

fronte italiane ed in particolare verso Trieste.<br />

<strong>Più</strong> arriveranno an<strong>che</strong> i tedeschi e sarà Caporetto.<br />

L’ impresa del Veliki e l’ eroica difesa delle<br />

posizioni acquisite nei pressi di Duino valsero<br />

alla brigata “Toscana” la Medaglia d’ Oro al<br />

Valor militare con la seguente motivazione:<br />

Con impeto irrefrenabile assaltarono<br />

e travolsero le più formidabili<br />

posizioni, con orgogliosa audacia<br />

cercarono e sostennero la lotta<br />

vicina, fieramente sprezzando i<br />

più gravi sacrifici di sangue ed acquistando<br />

fama leggendaria, si<br />

<strong>che</strong> il nemico sbigottito ne chiamò<br />

” Lupi ” gli implacabili fanti.”<br />

Da allora i soldati del 77º e 78º reggimento,<br />

portano sul petto a sinistra, un distintivo<br />

dorato con due teste di lupo e sullo stemma<br />

reggimentale compare il motto: “Tusci ab hostium<br />

grege legio vocati luporum”.<br />

Un epitaffio, scritto da D’ Annunzio: “Toscani,<br />

chiamati legione di lupi dalle greggi nemi<strong>che</strong>”<br />

<strong>che</strong> ben rende l’ epopea di questi nostri soldati<br />

e <strong>che</strong> campeggia nel bronzo <strong>che</strong> adorna il<br />

monumento davanti al relitto della caserma<br />

“Montelungo” in via San Giovanni.<br />

( Foto • Rotbgalta)<br />

MAS

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