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Developmental Care e Musicoterapia in Terapia Intensiva Neonatale:

Developmental Care e Musicoterapia in Terapia Intensiva Neonatale:

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<strong>Developmental</strong> <strong>Care</strong> e <strong>Musicoterapia</strong><br />

<strong>in</strong> <strong>Terapia</strong> <strong>Intensiva</strong> <strong>Neonatale</strong>:<br />

nuove strategie al servizio dei neonati prematuri e delle loro famiglie<br />

di Piera Bagnus, Pedagogista musicale e Musicoterapeuta, Conservatorio “G. F. Ghed<strong>in</strong>i” Cuneo -<br />

Manuela Mart<strong>in</strong>o ed Elisa Beccaria, SC Neuropsichiatria Infantile, ASO S.Croce e Carle di Cuneo<br />

La nascita di un bimbo prematuro determ<strong>in</strong>a per il<br />

suo nucleo famigliare l’<strong>in</strong>izio di un camm<strong>in</strong>o tanto più<br />

gravoso e duraturo quanto più bassa è l’età gestazionale<br />

del piccolo: la necessità di sottoporlo a cure<br />

<strong>in</strong>tensive rende, <strong>in</strong>fatti, necessario il distacco del bamb<strong>in</strong>o<br />

dai genitori e il ricovero <strong>in</strong> un centro specializzato,<br />

dove personale esperto si occuperà di lui.<br />

I genitori pertanto possono sentirsi esclusi dalla<br />

completa gestione del bamb<strong>in</strong>o; viene posticipato il<br />

rapporto che si <strong>in</strong>staura tra il genitore e il neonato e <strong>in</strong><br />

particolare il legame madre-bamb<strong>in</strong>o.<br />

I reparti di <strong>Terapia</strong> <strong>Intensiva</strong> <strong>Neonatale</strong> con le loro<br />

apparecchiature sofisticate, le luci, i rumori e il personale<br />

che ci lavora danno una visione fredda e troppo<br />

“tecnologica” dell’ambiente: il bamb<strong>in</strong>o è assistito <strong>in</strong><br />

modo cont<strong>in</strong>uo, collegato a monitor, sensori, sonde e<br />

l<strong>in</strong>ee <strong>in</strong>fusionali e questa immag<strong>in</strong>e per i genitori è<br />

sconvolgente.<br />

La nascita prematura <strong>in</strong>terrompe <strong>in</strong>fatti la creazione<br />

di quello che Bowlby def<strong>in</strong>isce “bond<strong>in</strong>g” ossia quel<br />

naturale legame tra genitore e figlio che si forma alla<br />

nascita e che tramite l’esperienza sensoriale e<br />

l’<strong>in</strong>terazione amorevole li sp<strong>in</strong>ge verso una speciale e<br />

reciproca s<strong>in</strong>tonia.<br />

Mentre nella specie animale il momento cruciale <strong>in</strong><br />

cui si <strong>in</strong>staura il bond<strong>in</strong>g avviene nel giro di pochi m<strong>in</strong>uti<br />

o a poche ore dalla nascita, per l’uomo vi è un periodo<br />

particolarmente sensibile alla creazione di tale legame,<br />

ma questo periodo è meno rigidamente stabilito e<br />

potrebbe durare per mesi o addirittura anni dopo la<br />

nascita.<br />

I fattori che contribuiscono alla formazione del<br />

legame tra genitore e figlio comprendono il contatto<br />

visivo, tattile, la vocalizzazione, la reazione del bamb<strong>in</strong>o<br />

al genitore, l’attivazione di ormoni materni e paterni<br />

attraverso il contatto, la regolazione della temperatura<br />

corporea.<br />

Questo processo, che si avvia spontanea-mente alla<br />

nascita come una sorta di “danza <strong>in</strong>terattiva” (Stern) <strong>in</strong><br />

cui genitori e bamb<strong>in</strong>o imparano a riconoscersi e<br />

s<strong>in</strong>tonizzarsi reciprocamente, va <strong>in</strong>vece guidato e<br />

facilitato quando il parto prematuro stravolge quell’idea<br />

di calorosa e tranquilla accoglienza.<br />

Proprio a questo scopo presso l’UOA di <strong>Terapia</strong><br />

<strong>Intensiva</strong> <strong>Neonatale</strong> del nostro ospedale è attivo un<br />

programma di “<strong>Developmental</strong> <strong>Care</strong>” che svolgiamo <strong>in</strong><br />

stretta collaborazione con il personale <strong>in</strong>fermieristico e<br />

medico. Si tratta di un <strong>in</strong>sieme di misure, suggerimenti,<br />

strategie, azioni personalizzate, basate sull’osservazione<br />

Precoce del neonato e volte a:<br />

ridurre e prevenire esperienze negative e disorganizzanti:<br />

dim<strong>in</strong>uendo il livello di stress<br />

attraverso la riduzione degli stimoli esterni e<br />

con un attento programma di cura posturali, le<br />

condizioni generali dei neonati migliorano.<br />

Si ottiene <strong>in</strong>fatti una riduzione della durata<br />

della ventilazione assistita, una precoce<br />

competenza per l’alimentazione autonoma,<br />

una riduzione dell’entità delle complicazioni e<br />

un migliore sviluppo neurovegetativo;<br />

promuoverne lo sviluppo;<br />

migliorare la qualità dell’organizzazione neuro<br />

comportamentale.<br />

Marcella con la piccola Adele<br />

L’équipe <strong>in</strong>fermieristica riveste un ruolo primario<br />

nel garantire al neonato il massimo confort e la<br />

normale cont<strong>in</strong>uazione dello sviluppo neuroevolutivo,<br />

attraverso un’attenta modifica dell’ambiente<br />

di cura (riducendo al m<strong>in</strong>imo gli stimoli stressanti,<br />

tramite una regolazione degli stimoli lum<strong>in</strong>osi con<br />

l’uso dei copri culla, dei rumori, limitando il tono di<br />

voce, evitando di far suonare <strong>in</strong>utilmente i monitors,<br />

così come di chiudere violentemente gli oblò dell’<strong>in</strong>cubatrice,<br />

evitando il sovraffollamento e la confusione<br />

nell’unità di degenza) e l’utilizzo di strategie<br />

atte a promuovere e <strong>in</strong>tegrare i pr<strong>in</strong>cipi di sviluppo<br />

all’<strong>in</strong>terno del modello medico tradizionale.<br />

Tale programma prevede il ruolo centrale della<br />

famiglia, <strong>in</strong>tesa come primo e fondamentale<br />

caregiver del bamb<strong>in</strong>o e protagonista irr<strong>in</strong>unciabile<br />

del suo sviluppo.<br />

Obiettivo fondamentale della <strong>Care</strong> è, <strong>in</strong>fatti,<br />

quello di promuovere il legame tra il bamb<strong>in</strong>o e la


sua famiglia e favorire il riappropriarsi del ruolo<br />

genitoriale: molto tempo viene, <strong>in</strong>fatti, dedicato al<br />

prendersi cura del rapporto mamma/ papà e bamb<strong>in</strong>o,<br />

<strong>in</strong>coraggiando i genitori a stare vic<strong>in</strong>o al proprio<br />

piccolo, a parlargli, a coccolarlo, a imparare a leggere i<br />

segnali di benessere e di stress che il neonato <strong>in</strong>via, per<br />

comprendere se <strong>in</strong> quel momento le coccole sono<br />

gradite o il piccolo preferisce dormire.<br />

All’<strong>in</strong>izio possono essere fatte piccole cose<br />

(accarezzarlo, parlargli, provvedere all’igiene del viso e<br />

alla sostituzione del pannol<strong>in</strong>o, ecc.,) che assumono<br />

però un’importanza enorme per genitori che altrimenti<br />

avvertirebbero di essere solo una presenza passiva.<br />

Il co<strong>in</strong>volgimento progressivo dei genitori, e<br />

soprattutto della mamma, nella gestione del bamb<strong>in</strong>o è<br />

di primaria importanza. Spiegare alla mamma<br />

l’importanza del latte materno per il suo bamb<strong>in</strong>o e<br />

chiederle di raccoglierlo per lui è un ottimo <strong>in</strong>izio; è lei<br />

l’unica a poterlo fare e non c’è medico o <strong>in</strong>fermiere o<br />

apparecchiatura, per quanto sofisticata, che possa<br />

sostituirla <strong>in</strong> questo compito.<br />

Non appena le condizioni lo consentono, il piccolo<br />

viene dato <strong>in</strong> braccio alla madre per la Kangaroo<br />

mother care (contatto pelle a pelle) e, successivamente,<br />

quando il neonato ha raggiunto una buona<br />

stabilità dei parametri vitali, per provare ad attaccarlo<br />

al seno.<br />

Superata la fase critica, <strong>in</strong>izia un altro percorso per i<br />

genitori, quello f<strong>in</strong>alizzato a renderli autonomi nella<br />

gestione del bamb<strong>in</strong>o. In questa fase, con gli <strong>in</strong>fermieri,<br />

siamo maggiormente co<strong>in</strong>volti: mostriamo loro il modo<br />

corretto per prenderlo <strong>in</strong> braccio, provvedere alle sue<br />

cure igieniche, assistere nell’alimentazione al seno o con<br />

il biberon, <strong>in</strong>terpretare le sue richieste quando piange e<br />

le modalità più <strong>in</strong>dicate per coccolarlo.<br />

Neonato<br />

All’<strong>in</strong>terno del programma di <strong>Care</strong>, da qualche mese<br />

ha trovato collocazione nel nostro reparto un progetto<br />

dal suggestivo titolo “Il cordone ombelicale sonoro”,<br />

rivolto ai genitori dei neonati ricoverati con l’obiettivo di<br />

sostenerne la relazione di attaccamento e la competenza<br />

genitoriale attraverso una specifica educazione<br />

respiratoria/vocale ed il canto di nenie e n<strong>in</strong>nananne.<br />

Gli <strong>in</strong>contri, che s<strong>in</strong>o ad oggi hanno co<strong>in</strong>volto<br />

bisettimanalmente e per la durata di circa 2 ore i<br />

genitori di 15 neonati, si sono articolati <strong>in</strong> 3 momenti:<br />

la prima fase è stata dedicata al rilassamento<br />

mediante l’ascolto di brani musicali ed attività di<br />

respirazione diaframmatica guidata;<br />

la seconda ha riguardato attività di<br />

vocalizzazione ed apprendimento di n<strong>in</strong>nananne;<br />

l’ultima ha guidato le mamme ed i papà<br />

durante il contatto vocale, visivo e tattile con i propri<br />

bamb<strong>in</strong>i, vocalizzando e cantando per loro durante<br />

la Kangaroo mother care o nel momento successivo<br />

al pasto, per accompagnarli verso il sonno.<br />

Incontrando mamme che, dopo l’esperienza<br />

traumatica di un parto prematuro, vivono sentimenti<br />

contrastanti e spesso devastanti e presentano corpi<br />

e mani rigidi, occhi stanchi, respirazione superficiale<br />

corta ed affannata, voce monocorde, senza grosse<br />

variazioni di <strong>in</strong>tonazione ed <strong>in</strong>tensità, abbiamo<br />

offerto loro la possibilità di effettuare esercizi di<br />

respirazione profonda guidata, suddivisa nelle tre fasi<br />

dell’<strong>in</strong>spirare, trattenere l’aria ed espirare, per<br />

ossigenare il proprio organismo, facilitare l’emissione<br />

di toss<strong>in</strong>e e creare le condizioni ottimali per la<br />

successiva attività canora.<br />

Rassicurante si è mostrato ricordar loro che già<br />

nella vita prenatale del bamb<strong>in</strong>o, quando respiravano<br />

profondamente o cantavano, mettevano il<br />

movimento il diaframma modificando la pressione<br />

del liquido amniotico e regalando al nascituro, oltre<br />

alla stimolazione uditiva, una contemporanea sollecitazione<br />

tattile, il primo vero massaggio sonoro.<br />

Nella seconda parte degli <strong>in</strong>contri abbiamo<br />

guidato le mamme nell’esplorazione dei parametri<br />

vocali - <strong>in</strong>tensità, tono, timbro, velocità e cont<strong>in</strong>uità –<br />

con l’obiettivo di <strong>in</strong>dividuare, per ciascuna di esse,<br />

un ottimale utilizzo del proprio organo vocale per<br />

trasmettere vic<strong>in</strong>anza, dolcezza, gioia, sicurezza,<br />

contenimento ed attaccamento al proprio bamb<strong>in</strong>o.<br />

Il momento più significativo, che a volte abbiamo<br />

accompagnato con poche note su un glockenspiel,<br />

è stato il canto delle n<strong>in</strong>nananne, genere musicale<br />

prescelto sulla base di alcuni significativi caratteri:<br />

tempo lento, metro b<strong>in</strong>ario, ritmo regolare, ricorrenza<br />

dell’<strong>in</strong>tervallo di terza m<strong>in</strong>ore discendente,<br />

prevedibilità ed esecuzione a bassa <strong>in</strong>tensità, senza<br />

la necessità di una base strumentale, oltre alla<br />

presenza di testi rivolti espressamente alla prima<br />

<strong>in</strong>fanzia per rassicurare, proteggere ed<br />

accompagnare verso il sonno.<br />

Sono formule concepite per essere facilmente<br />

memorizzate, che assumono il loro pieno valore<br />

proprio nell’<strong>in</strong>contro vivo e nel dono di una voce<br />

che canta per un bamb<strong>in</strong>o <strong>in</strong> ascolto,<br />

co<strong>in</strong>volgendolo simultaneamente sul piano affettivo,<br />

percettivo, motorio e cognitivo.


L’ultima fase degli <strong>in</strong>contri ha<br />

riguardato il sostegno alle mamme<br />

nel momento <strong>in</strong> cui cantavano<br />

per i loro bamb<strong>in</strong>i, preferibilmente<br />

appoggiandoli direttamente sul<br />

petto per ricreare, come detto,<br />

quel particolare contatto fisico,<br />

vocale ed emotivo, caratteristico<br />

della gravidanza.<br />

Mentre allora erano l’ambiente<br />

uter<strong>in</strong>o ed il liquido amniotico a<br />

sollecitare la sensibilità tattile del<br />

bamb<strong>in</strong>o, ora è stato il canto, nei<br />

suoi aspetti <strong>in</strong>tonativi e ritmici a<br />

riprodurre quel contenimento,<br />

<strong>in</strong>sieme al gesto cullante che,<br />

ricalcando il dondolio prenatale,<br />

ha spesso favorito l’addormentamento.<br />

Avvalendoci della collaborazione<br />

delle terapiste della neuropsicomotricità<br />

dell’età evolutiva<br />

abbiamo predisposto una scheda<br />

valutativa volta a registrare la<br />

s<strong>in</strong>tonizzazione della coppia<br />

durante il canto secondo specifici<br />

categorie comportamentali: direzione<br />

dello sguardo materno,<br />

qualità del contatto fisico, azioni<br />

materne per il controllo della<br />

attenzione, dialogo <strong>in</strong>tenzionale<br />

rivolto al bamb<strong>in</strong>o nei momenti di<br />

<strong>in</strong>terruzione del canto, utilizzo del<br />

baby talk; orientamento selettivo<br />

del bamb<strong>in</strong>o verso la voce<br />

materna che canta o parla,<br />

durata del contatto, segni di<br />

attenzione da parte del bamb<strong>in</strong>o<br />

(spalancarsi degli occhi, sospensione<br />

della suzione…) o risposte<br />

comportamentali che denotano<br />

irrequietezza e stress, <strong>in</strong>terruzione<br />

del pianto, eventuali suoni prodotti<br />

dal neonato.<br />

I risultati s<strong>in</strong>ora raggiunti permettono<br />

di affermare che nel<br />

bamb<strong>in</strong>o la musica aiuta a<br />

sviluppare una relazione affettiva<br />

armoniosa, equilibrata e serena<br />

con la mamma, ad avvertire le<br />

emozioni, ad esplorare e<br />

conoscere il nuovo ambiente<br />

stabilendo, attraverso l’<strong>in</strong>terazione<br />

con i genitori, i primi contatti con il<br />

mondo esterno.<br />

Nelle madri la musica ha<br />

favorito l’espressione delle proprie<br />

emozioni e l’apertura di canali di<br />

ascolto, accoglienza e accettazione<br />

del neonato preterm<strong>in</strong>e.<br />

Inoltre, poiché il canto<br />

aumenta la capacità respiratoria,<br />

liberando il diaframma da tensioni<br />

e contrazioni, attraverso le attività<br />

musicali si è facilitato il<br />

rilassamento e permesso il<br />

raggiungimento di una migliore<br />

situazione di benessere psicofisico.<br />

In questi mesi siamo stati, <strong>in</strong>fatti,<br />

testimoni di come, attraverso il<br />

canto rivolto al proprio bimbo,<br />

anche le madri abbiano ricevuto<br />

numerosi benefici recuperando<br />

energie, sostenendo la propria<br />

competenza genitoriale e scoprendosi<br />

creative nel personalizzare<br />

l’accudimento.

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