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Helix Pomatia Alpina gastronomia e tradizione

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<strong>Helix</strong> <strong>Pomatia</strong> <strong>Alpina</strong><br />

<strong>gastronomia</strong> e <strong>tradizione</strong><br />

di Guido Giordana, Servizio Veterinario, Area Sanità Animale 1, ASL CN1 di Cuneo<br />

La <strong>Helix</strong> Pomata è una specie di chiocciola, da sempre<br />

molto apprezzata dal punto di vista gastronomico per le sue<br />

caratteristiche qualitative, la grande pezzatura, la carne<br />

bianca e saporita. È per queste sue peculiarità che i Francesi la<br />

chiamano, tra gli altri appellativi, “Gross blanc “.<br />

L’<strong>Helix</strong> pomata è un mollusco diffuso nella fascia temperata<br />

dell’Europa, ormai, quasi scomparso nel territorio francese, si<br />

trova ancora in abbondanza nei Paesi dell’Est europeo, quali<br />

Croazia, Serbia, Ungheria, Romania, Polonia. In Italia è diffusa<br />

nell’arco alpino, esclusivamente nelle Regioni settentrionali,<br />

che costituiscono il limite meridionale del suo areale.<br />

Amante degli ambienti freschi e umidi, un tempo, si poteva<br />

ritrovare con frequenza, lungo le scarpate, in prossimità dei<br />

corsi d’acqua, sia in territorio montano, pedemontano, ma<br />

anche in pianura. In questi ultimi decenni la popolazione ha<br />

subito una drastica riduzione, in particolar modo nelle zone di<br />

pianura a causa dello sfruttamento intensivo delle campagne,<br />

il massiccio impiego dei mezzi meccanici, ma soprattutto per<br />

l’utilizzo in agricoltura di sostanze particolarmente nocive al<br />

mollusco.In una caratteristica zona del sud ovest del Piemonte,<br />

in alcune valli del cuneese confluenti sulla città di Borgo San<br />

Dalmazzo, si è sviluppata una varietà di <strong>Helix</strong> <strong>Pomatia</strong>,<br />

denominata “<strong>Alpina</strong>” o “Pedemontana”, nella quale si sono<br />

ulteriormente accentuate le caratteristiche sopra descritte.<br />

Ritroviamo, infatti, in un areale costituito dal versante orientali<br />

delle Alpi Marittime, chiocciole particolarmente grandi, con<br />

valori ponderali che possono raggiungere anche i 50 g per<br />

soggetto, carni molto saporite per il consumo di molte varietà<br />

di vegetali, comprese erbe officinali.<br />

Questo territorio, costituito dalle valli Stura,<br />

Gesso e Vermenagna, per la sua vicinanza<br />

al mare, gode di un clima particolare,<br />

caratterizzato da precipitazioni superiori<br />

alla media rispetto ad altre zone del Piemonte;<br />

si viene a creare, così, un microclima<br />

che assicura una biodiversità unica nel<br />

suo genere, con un numero elevatissimo di<br />

specie erbacee, tra cui molte essenze<br />

officinali. In questo ambiente, adatto per lo<br />

sviluppo della chiocciola, ebbe origine<br />

intorno alla metà del XVI secolo, il<br />

tradizionale allevamento a ciclo biologico<br />

parziale. I montanari di questi territori,<br />

durante il periodo estivo, raccoglievano,<br />

dopo le piogge o i temporali, le chiocciole,<br />

allora particolar-mente abbondanti in<br />

natura, per porle in idonei recinti, costruiti in<br />

luoghi freschi in prossimità dei loro casolari.<br />

Una particolare cura veniva riservata nel<br />

creare un ambiente molto simile a quello<br />

naturale e nel soddisfare le loro esigenze<br />

alimentari. Venivano scelte e somministrate<br />

le specie erbacee più appetite dal mollusco,<br />

quali l’ortica, il girasole, il farfaraccio, ma<br />

anche ortaggi coltivati quali la lattuga, la<br />

carota, il cavolo, la zucca e lo zucchino. Il<br />

ciclo di ingrasso della chiocciola si conclude<br />

con la fase di opercolatura nella quale il


mollusco si prepara per il lungo letargo invernale, con il<br />

sopraggiungere dei primi freddi la chiocciola riduce e poi<br />

sospende la sua alimentazione per poter eliminare i residui<br />

alimentari e per costituire in una fase immediatamente<br />

successiva un robusto tappo calcareo detto opercolo, con la<br />

funzione di proteggerla dai rigori invernali consentendo però gli<br />

scambi gassosi.<br />

La chiocciola in questa fase va alla ricerca di terreni molto<br />

soffici quali il sottobosco di alcune piante, scava piccole<br />

buche nel terreno dove si posiziona con l’apertura verso l’alto,<br />

in questo ambiente protetto può sopravvivere fino ai primi<br />

tepori primaverili.<br />

L’<strong>Helix</strong> <strong>Pomatia</strong> in questo periodo del suo ciclo biologico dà<br />

il meglio di sé sotto l’aspetto gastronomico, per le migliori<br />

condizioni di nutrizione e l’assenza di residui vegetali, si hanno<br />

così ottime garanzie sanitarie e organolettiche.<br />

Un prodotto così selezionato e garantito viene fin dal<br />

lontano 1569 commercializzato nella tradizionale Fiera Fredda<br />

di Borgo San Dalmazzo, da sempre importante punto di<br />

riferimento per l’economia locale. Emanuele Filiberto di Savoia<br />

istituì in quell’anno due fiere franche, il 5 di dicembre la Fiera<br />

Fredda e nel mese di aprile la Fiera di S. Giorgio. Entrambi gli<br />

appuntamenti rappresentavano un’importante opportunità<br />

per le popolazioni locali per commercializzare i loro prodotti<br />

stagionali e con il ricavato acquistare alcuni generi alimentari o<br />

capi di vestiario, attualmente costituiscono un grande<br />

momento di attrazione commerciale e gastronomica.<br />

In passato buona parte del prodotto veniva acquistato dai<br />

ristoratori locali, per soddisfare l’usanza, ancora oggi ben<br />

diffusa, di consumare, in occasione della Fiera un pranzo a<br />

base di lumache e di trippe. La chiocciola rappresentava<br />

anche un alimento di sussistenza, era, infatti, usanza<br />

consumarla esclusivamente bollita, intinta nella salsa del<br />

cartunè, o nell’ajè. I cartunè, autotrasportatori dell’epoca, si<br />

fermavano lungo i loro percorsi nelle osterie, per consumare<br />

pasti frugali, il mollusco veniva estratto dal suo guscio con il<br />

tipico chiodo da maniscalco e poi intinto nelle classiche salse.<br />

H. <strong>Pomatia</strong> <strong>Alpina</strong><br />

Attualmente l’allevamento dell’<strong>Helix</strong><br />

pomatia alpina è limitato ad alcuni piccoli<br />

allevamenti sparsi nelle nostre vallate alpine;<br />

la forte contrazione del prodotto consegue<br />

alla notevole riduzione del mollusco in natura,<br />

ma anche alle notevoli difficoltà di<br />

allevamento che richiedono impegno e<br />

cura.<br />

La notevole diminuzione di persone che si<br />

dedicano all’allevamento della chiocciola<br />

deriva anche dalla scarsa remuneratività,<br />

trovandosi il prodotto locale a dover<br />

competere con quello commerciale fresco o<br />

congelato proveniente dall’Est Europa a<br />

prezzi molto inferiori. Con la finalità di tutelare<br />

e conservare questa tipicità emblema del<br />

territorio e delle nostre tradizioni, è stato<br />

costituito il Consorzio per la tutela e la<br />

valorizzazione della chiocciola borgarina.<br />

Fanno parte del Consorzio gli elicicoltori<br />

delle vallate confluenti su Borgo, un gruppo<br />

di ristoratori della zona, ai quali vengono<br />

destinate le loro produzioni contraddistinte<br />

dal marchio di garanzia, oltre ad<br />

Amministrazioni locali.<br />

Da alcuni anni la chiocciola è stata<br />

elevata a prodotto di alta <strong>gastronomia</strong>, nel<br />

periodo dicembrino i ristoranti di Borgo e<br />

dintorni presentano menù con svariati piatti a<br />

base di chiocciole, dalla semplice e<br />

tradizionale lumaca bollita ad altri piatti<br />

ricercati ed elaborati, frutto dell’abilità e<br />

della fantasia di appassionati cuochi.<br />

Possiamo concludere checome un tempo la<br />

pregiatissima <strong>Helix</strong> <strong>Pomatia</strong> alpina, allevata<br />

con la stessa cura e passione di una volta,<br />

rimane sempre la “regina” incontrastata<br />

della Fiera Fredda, e della <strong>gastronomia</strong> di<br />

qualità del nostro territorio.

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