ANNO XI - N. 3 - SETTEMBRE 2011 Periodico di Informazione e ...
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ANNO XI - N. 3 - SETTEMBRE 2011 Periodico di Informazione e ...
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<strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>Informazione</strong> e Divulgazione dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle <strong>di</strong> Cuneo<br />
<strong>ANNO</strong> <strong>XI</strong> - N. 3 - <strong>SETTEMBRE</strong> <strong>2011</strong>
Sommario<br />
RUBRICHE ARTICOLI<br />
4<br />
5<br />
7<br />
12<br />
E<strong>di</strong>toriale<br />
Cosa pensano <strong>di</strong> noi<br />
Esperienze e riflessioni<br />
Prevenzione<br />
Verso l’accorpamento 2<br />
Riflessioni sui dati del primo semestre <strong>2011</strong><br />
La creatività<br />
La me<strong>di</strong>cina preventiva: vaccinazioni e screening<br />
Sono solo “Scorze d’arancia amara”<br />
Ossiuri o vermi dei bambini<br />
18 Non solo ospedale I poesti lirici greci arcaici in piemontese!<br />
Il S. Croce nel periodo dell’Unità d’Italia - parte II<br />
Dermatologia ed unificazione nazionale a Pavia<br />
Limitazioni alla circolazione durante le partite del Cuneo<br />
28<br />
29<br />
30<br />
35<br />
38<br />
42<br />
Pillole<br />
Do<strong>di</strong>esisminore<br />
Me<strong>di</strong>cina nel mondo<br />
Alte tecnologie<br />
Migranti<br />
Vita in azienda<br />
Stand e spettacolo in Fiera<br />
I farmaci nell’arma<strong>di</strong>etto<br />
Jeff Porcaro Mister Shuffle<br />
La malattia mentale nelle trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Sofocle<br />
Impianto <strong>di</strong> valvola aortica per via percutanea<br />
Donazioni da parte <strong>di</strong> stranieri<br />
Festa dei 50 anni <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria a Cuneo<br />
Lavori <strong>di</strong> ristrutturazione del reparto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina d’urgenza<br />
L’angolo del C.R.A.L.<br />
Profili Assicurativi nella Sperimentazione Clinica No Profit<br />
Ruolo dell’infermiere come aiuto al Caregiver<br />
Counselling... un’opportunità<br />
35 anni <strong>di</strong> convivenza lavorativa<br />
56 Recensioni<br />
Il dolore in pronto soccorso: necessario o evitabile?<br />
Come in una gabbia<br />
59 Pezzi <strong>di</strong> vita<br />
Welcome<br />
Oltre la porta<br />
62<br />
63<br />
Associazioni<br />
Arrivi e partenze<br />
Numeri utili<br />
Il sole rosso<br />
I dermatologi ospedalieri contro il melanoma<br />
OSPEDALE IN<br />
La rivista è presente<br />
su internet:<br />
www.ospedale.cuneo.it<br />
Trimestrale <strong>di</strong> informazione e<br />
<strong>di</strong>vulgazione dell’A.S.O.<br />
S. Croce e Carle <strong>di</strong> Cuneo<br />
Comitato <strong>di</strong> Direzione:<br />
Mario Marchisio,<br />
Riccardo Anfossi,<br />
Guglielmo Bracco.<br />
Direttore Responsabile:<br />
Cristiana Lo Nigro<br />
Comitato <strong>di</strong> Redazione:<br />
Michele Bertero, Marco Bobbio,<br />
Sergio Boschero,<br />
Adele Cardellicchio,<br />
Domenico Clerico,<br />
Laura Cometto,<br />
Gianfranco Conforti,<br />
Massimo Gianelli,<br />
Alessandro Locatelli,<br />
Paola Occelli, Gianmichele Peano,<br />
Gianni Perno, Simona Ramero,<br />
Clau<strong>di</strong>a Romanelli,<br />
Maria Grazia Setaro,<br />
Bruno Tartaglino, Romano Valery,<br />
Silvia Violante, Dante Zenoni.<br />
Segreteria <strong>di</strong> Redazione:<br />
Cinzia Giaccone<br />
Progettazione grafica<br />
e Stampa:<br />
Vignette<br />
<strong>di</strong> Paco Conforti<br />
Hanno collaborato:<br />
Allione A., Arese A., Arneodo P.,<br />
Balestrino E., Baralis G.,<br />
Bertero M., Bobbio M.,<br />
Boschero S., Bracco G.,<br />
Castellino F., Cavallo E., Cento G.,<br />
Cerrina O., Ceschi G., Conforti G.,<br />
Di Gregorio O., Di Natale P.,<br />
Dutto A., Dutto Ma., Dutto Mo.,<br />
Gianelli M., Giurlanda F.,<br />
Gullino E., Lanzoni M.R.,<br />
Lo Nigro C., Meo G.,<br />
Merlano M., Miaglia S.,<br />
Mon<strong>di</strong>no A., Orione L., Peano E.,<br />
Pellegrino A., Pellegrino P.,<br />
Rime<strong>di</strong>o A., Romanelli C.,<br />
Setaro M.G., Somale N.,<br />
Tartaglino B., Valmaggia A.,<br />
Vecchiato C., Vinai I.<br />
A cura della<br />
SC Comunicazione<br />
Azienda Ospedaliera<br />
Santa Croce e Carle<br />
Questo numero è stato<br />
chiuso il 9 settembre ed è<br />
stampato in 5000 copie<br />
Registrazione Tribunale <strong>di</strong><br />
Cuneo n. 544 del 1.8.2001<br />
OSPEDALE IN<br />
Settembre è spesso sinonimo <strong>di</strong> rientro in città, a scuola o al lavoro, con le vacanze<br />
estive alle spalle e la routine che riprende e ci mette alla prova. Incomincia l’autunno,<br />
stagione <strong>di</strong> malinconiche considerazioni, con le foglie che cadono a mulinelli<br />
e ci ricordano inevitabilmente la nostra fragilità.<br />
Prepariamoci, mettendo in campo tutte le nostre risorse, perché sarà un autunno caldo,<br />
non tanto per la temperatura, quanto per il clima <strong>di</strong> tensione che si respira nel Paese,<br />
soffocato dalle spire <strong>di</strong> una crisi economico-finanziaria <strong>di</strong> portata internazionale, che<br />
avrà ripercussioni in ogni settore.<br />
Sarà necessario impegnarsi per evitare che siano compromessi l’eccellenza e la qualità<br />
dei servizi sanitari a tutela della salute dei citta<strong>di</strong>ni.<br />
Cominciamo con una buona notizia: la Giuria del Premio Nazionale Nottola-Mario<br />
Luzi “Il dolore non necessario”, che raccoglie lavori scientifici sul dolore da ridurre, da<br />
controllare, da “curare”, nell’e<strong>di</strong>zione <strong>2011</strong>, ha assegnato una speciale menzione al<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Emergenza Urgenza del nostro ospedale, i cui operatori sono impegnati<br />
per trattare fin dal primo momento il sintomo dolore, in tutte le sue accezioni.<br />
Vi raccontiamo, poi, come è andata, la festa dei “50 anni <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria a Cuneo”, che<br />
ha visto tantissima partecipazione sia nel momento ufficiale de<strong>di</strong>cato alle Istituzioni e<br />
alla citta<strong>di</strong>nanza sia nelle iniziative rivolte ai bambini, con tanto <strong>di</strong> mongolfiere, clown<br />
e <strong>di</strong>vertimenti vari.<br />
Il dr. Bracco, Direttore Sanitario, chiarisce i criteri e i provve<strong>di</strong>menti normativi con cui<br />
la Regione Piemonte intende riorganizzare il sistema ospedaliero, secondo il modello<br />
hub & spoke che inciderà su servizi territoriali e strutture sanitarie in termini <strong>di</strong> rigore<br />
ma anche <strong>di</strong> efficienza e qualità.<br />
Seguono approfon<strong>di</strong>menti scientifici che ci permettono <strong>di</strong> conoscere le realtà più innovative<br />
della nostra azienda ospedaliera in termini <strong>di</strong> esperienze e prospettive. Parliamo<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina preventiva, vaccinazioni e screening; ampio spazio anche alle attività<br />
dei singoli reparti e alle iniziative volte a sensibilizzare su determinate <strong>di</strong>namiche, come<br />
la donazione <strong>di</strong> sangue e cellule staminali da parte <strong>di</strong> stranieri e immigrati o il rischio<br />
melanoma, contro cui si mette in guar<strong>di</strong>a, attraverso il fumetto “Super Ado”, rivolto ai<br />
bambini.<br />
Non possono mancare, in un perio<strong>di</strong>co che vuole essere strumento <strong>di</strong> comunicazione<br />
rivolto ad un’ampia comunità ed aperto alla collaborazione <strong>di</strong> tutto il territorio, interessanti<br />
contributi <strong>di</strong> carattere sociale, ricreativo, e più ampiamente storico-culturale.<br />
Completano il numero le consuete rubriche de<strong>di</strong>cate a film, prodotti musicali e libri. E<br />
naturalmente testimonianze <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> solidarietà.<br />
E a proposito <strong>di</strong> solidarietà, ricor<strong>di</strong>amo gli eventi speciali organizzati in seno alla<br />
Grande Fiera d’Estate dalla nostra Azienda Sanitaria, in collaborazione con il Comitato<br />
<strong>di</strong> Collaborazione Me<strong>di</strong>ca-CCM: l’ascensione in mongolfiera, nel pomeriggio del<br />
3 settembre, e alla sera, l’esibizione della Banda Osiris, preceduta da “I più fuori che<br />
dentro”, la nostra storica band potenziata da me<strong>di</strong>ci ed infermieri dell’ASL CN1. Il ricavato<br />
della serata sarà devoluto ai progetti sanitari per le mamme e i bambini in Sud<br />
Sudan del CCM.<br />
A tutti buona ripresa e buona lettura<br />
Benvenuta a<br />
Carolina<br />
e congratulazioni<br />
a Silvia e Francesco!<br />
Cristiana Lo Nigro<br />
Ospedale IN 3<br />
PRIMMA DI LEEGGGEERRE
4<br />
EDITOORRIIALE<br />
Ospedale IN<br />
Verso l’<br />
“P<br />
er far funzionare in<br />
maniera efficace un si-<br />
stema sanitario dal<br />
punto <strong>di</strong> vista della qualità dei<br />
servizi e dei costi è necessario<br />
che le strutture ospedaliere lavorino<br />
in base a parametri <strong>di</strong> efficienza<br />
documentabili e<br />
oggettivi”. Lo ha detto il presidente<br />
della Regione Piemonte<br />
Roberto Cota, intervenendo il 29<br />
giugno <strong>2011</strong> al convegno<br />
“Sanità + efficienza +<br />
qualità”, organizzato dalla<br />
Regione Piemonte in<br />
collaborazione con Aress<br />
Piemonte, Federsanità e<br />
CSI-Piemonte. Al centro della<br />
<strong>di</strong>scussione la nuova governance<br />
sanitaria della Regione Piemonte,<br />
gli assetti istituzionali, il federalismo<br />
e i costi standard.<br />
“In Piemonte - ha sottolineato<br />
Cota - ci sono molte strutture che<br />
rispondono pienamente a questi<br />
parametri, e ne esistono altre che<br />
non ce la fanno. Per permettere<br />
anche alle strutture inefficienti <strong>di</strong><br />
raggiungere l'obiettivo è necessario<br />
riorganizzare il sistema<br />
e mettere in rete,<br />
salvaguardando così sul<br />
territorio anche i piccoli<br />
presi<strong>di</strong>”.<br />
Efficienza, rigore economico,<br />
qualità dei servizi<br />
ed efficacia delle<br />
risposte da dare al territorio:<br />
sono queste le parole<br />
d'or<strong>di</strong>ne dei prossimi provve<strong>di</strong>menti<br />
normativi che trasformeranno<br />
il modo <strong>di</strong> governare le<br />
strutture sanitarie e i relativi<br />
percorsi assistenziali.<br />
Il nuovo assetto, in larga<br />
parte già in<strong>di</strong>viduato dalla<br />
Regione Piemonte, comporterà<br />
la riorganizzazione e l'integrazione<br />
del sistema ospedaliero,<br />
secondo il modello hub &<br />
spoke. Consentirà <strong>di</strong> eliminare<br />
gli sprechi del passato e<br />
dare nuovo impulso ai servizi<br />
territoriali modulandoli sugli effettivi<br />
bisogni dei piemontesi,<br />
per affrontare le gran<strong>di</strong> sfide<br />
della promozione della salute,<br />
della prevenzione, dell’assi-<br />
<strong>di</strong> Guglielmo Bracco, Direttore Sanitario<br />
stenza agli anziani e ai soggetti<br />
fragili in generale.<br />
La riforma federalista<br />
dello Stato, inoltre, impone alle<br />
istituzioni l'obbligo <strong>di</strong> rivedere,<br />
anche in ambito sanitario, i<br />
principi che regolano l'allocazione<br />
e l'impiego delle risorse;<br />
passaggio storico che prevede<br />
l'introduzione <strong>di</strong> standard<br />
economici e <strong>di</strong> efficacia<br />
che abbandonano i trasferimenti<br />
<strong>di</strong> risorse economiche<br />
fondati sulla spesa storica e incentivano<br />
percorsi virtuosi.<br />
“Le nuove norme - ha sottolineato<br />
Cota - introducono il<br />
“costo standard” e una<br />
serie <strong>di</strong> parametri <strong>di</strong> efficienza<br />
e <strong>di</strong> qualità del sistema sanitario<br />
ospedaliero e territoriale,<br />
destinato a regolare per il futuro<br />
i flussi <strong>di</strong> spesa più equi,<br />
tra le Regioni, e maggiori garanzie<br />
<strong>di</strong> servizi al citta<strong>di</strong>no”.<br />
Il Presidente, già dall’estate<br />
2010, ha attivato un gruppo <strong>di</strong><br />
lavoro <strong>di</strong> esperti e professionisti<br />
del settore per introdurre<br />
anche nella Regione Piemonte<br />
criteri più oggettivi <strong>di</strong> valutazione<br />
dei bisogni <strong>di</strong> salute dei<br />
citta<strong>di</strong>ni, efficienza, qualità e sicurezza<br />
nell'erogazione dei<br />
servizi. Tutto ciò in coerenza<br />
con gli obiettivi del piano <strong>di</strong><br />
rientro della Regione.<br />
Queste riflessioni sono una<br />
parte del comunicato stampa<br />
della Regione Piemonte, emesso<br />
in data 29 giugno <strong>2011</strong> a commento<br />
del convegno tenutosi<br />
nella stessa giornata e dal titolo<br />
“SANITÀ + EFFICIENZA +<br />
QUALITÀ”, la nuova governance<br />
sanitaria della Regione<br />
Piemonte. Assetti istituzionali,<br />
federalismo e costi standard”.<br />
Dal mese <strong>di</strong> aprile del corrente<br />
anno l’ASO S. Croce e<br />
Carle <strong>di</strong> Cuneo e le ASL CN1 e<br />
CN2 hanno avviato un costruttivo<br />
confronto che, attraverso<br />
de<strong>di</strong>cati “tavoli <strong>di</strong> lavoro” che<br />
hanno impegnato numerosi<br />
professionisti delle <strong>di</strong>verse aree<br />
ed aziende, hanno tentato<br />
un’analisi quali-quantitativa dei<br />
servizi offerti, delle prestazioni<br />
erogate, delle risorse impegnate,<br />
con l’obiettivo <strong>di</strong> pianificare<br />
percorsi <strong>di</strong> integrazione<br />
secondo quanto definito nelle<br />
<strong>di</strong>rettive regionali.<br />
Ad oggi si sono realizzati 29<br />
incontri <strong>di</strong> 25 tavoli <strong>di</strong> lavoro.<br />
Tale attività ha visto coinvolti<br />
353 professionisti<br />
delle tre Aziende Sanitarie della<br />
Provincia <strong>di</strong> Cuneo, in rappresentanza<br />
della Dirigenza e del<br />
Comparto sia sanitario che amministrativo;<br />
alcune <strong>di</strong> queste figure<br />
professionali operano su<br />
più tavoli <strong>di</strong> lavoro.<br />
Come preve<strong>di</strong>bile il modo <strong>di</strong><br />
gestire strutture organizzative e<br />
risorse nelle tre realtà aziendali<br />
è a volte <strong>di</strong>scretamente <strong>di</strong>fferente;<br />
basti pensare ad una<br />
prima ovvia <strong>di</strong>fficoltà che è<br />
quella riscontrata già in passato<br />
nell’organizzazione dei sistemi<br />
informativi che operano su<br />
software <strong>di</strong>fferenti e che andrebbero<br />
uniformati per con<strong>di</strong>videre<br />
il lavoro.<br />
Sulle <strong>di</strong>versità si sta lavorando<br />
per scegliere gli strumenti più<br />
efficienti ed efficaci a fornire risposte<br />
comuni. I criteri che verranno<br />
utilizzati nella gestione<br />
della riorganizzazione della sanità<br />
della provincia <strong>di</strong> Cuneo<br />
dovranno dare risposte concrete,<br />
con<strong>di</strong>vise e realizzabili in<br />
termini <strong>di</strong> “chi fa cosa?”<br />
“come?” “in quanto tempo?”<br />
“con quale utilità?” “con quali<br />
costi”? L’impegno è certamente<br />
gravoso ma riteniamo valga la<br />
pena <strong>di</strong> accettare la sfida superando,<br />
con le capacità e le competenze<br />
<strong>di</strong> tutti i professionisti<br />
<strong>di</strong>rettamente coinvolti e chiamati<br />
ad esprimersi, le attuali <strong>di</strong>screpanze.<br />
Ora, fra agosto e settembre,<br />
le nuove ipotesi <strong>di</strong> messa in rete<br />
degli ospedali della Provincia <strong>di</strong><br />
Cuneo verranno portate in<br />
Assessorato ed in Aress per una<br />
valutazione congiunta, al fine <strong>di</strong><br />
dare uniformità alla riorganizzazione<br />
su scala regionale.<br />
ANALISI SEGNALAZIONI<br />
PRIMO SEMESTRE <strong>2011</strong><br />
Ospedale IN 5<br />
COSA PENSANO I CITTADINI<br />
DELL’ASO S. CROCE E CARLE:<br />
RIFLESSIONI SUI DATI<br />
DEL PRIMO SEMESTRE <strong>2011</strong><br />
L’<br />
<strong>di</strong> Antonella Dutto, Alessandra Mon<strong>di</strong>no, Erika Peano, Guido Cento,<br />
SC Ufficio Qualità – Comunicazione<br />
analisi <strong>di</strong> elogi, così come <strong>di</strong> reclami, suggerimenti<br />
e richieste <strong>di</strong> informazioni, costitui-<br />
sce uno degli elementi <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> come<br />
il citta<strong>di</strong>no percepisce la qualità del servizio erogato<br />
la quale, a sua volta, è in relazione con la qualità<br />
che lo stesso si aspetta <strong>di</strong> trovare, ossia ciò che desidera<br />
e si aspetta dal servizio, e con la qualità effettivamente<br />
erogata.<br />
Le segnalazioni che i citta<strong>di</strong>ni fanno ad<br />
un’azienda sanitaria sono, nella maggior parte dei<br />
casi, atti spontanei, spesso non programmati, che<br />
abbisognano <strong>di</strong> forti motivazioni per essere formalizzati;<br />
il citta<strong>di</strong>no che intende inoltrare un reclamo<br />
perché non sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> una prestazione così come<br />
quello che desidera segnalare una esperienza positiva,<br />
non deve trovare sulla sua strada ostacoli procedurali<br />
o burocratici che finirebbero per<br />
scoraggiarne l'espressione. Chi presenta una segnalazione,<br />
infatti, compie un gesto attivo <strong>di</strong> partecipazione<br />
<strong>di</strong>retta ed interessata e perciò costruttiva,<br />
<strong>di</strong>mostrando la sua fiducia nell’istituzione e la convinzione<br />
che servirà, nel caso del reclamo o <strong>di</strong> suggerimenti,<br />
a migliorare il servizio e, nel caso <strong>di</strong> un<br />
elogio, a rinforzare le motivazioni in coloro che<br />
svolgono il proprio operato con professionalità oltre<br />
che a far conoscere ad altri una realtà <strong>di</strong> eccellenza.<br />
In particolare, il reclamo rappresenta un in<strong>di</strong>catore<br />
del giu<strong>di</strong>zio dell’utenza sulla qualità del servizio<br />
erogato, un sistema utilizzato per segnalare una<br />
insod<strong>di</strong>sfazione che però rappresenta un’occasione<br />
per l’azienda <strong>di</strong> “recuperare”, laddove possibile, il<br />
cliente insod<strong>di</strong>sfatto con meccanismi <strong>di</strong> comunicazione<br />
e compensazione, ma anche un’occasione<br />
per identificare criticità e i relativi correttivi organizzativi<br />
che permettano il non ripetersi delle situazioni<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sservizio. L’analisi dei reclami consente<br />
inoltre <strong>di</strong> comprendere cosa abbia<br />
più valore per gli utenti, come si<br />
possano migliorare le organizzazioni<br />
ponendo al centro <strong>di</strong> questi<br />
progetti il citta<strong>di</strong>no investendo su<br />
tali aspetti e attività. Con questo<br />
spirito nell’Azienda Ospedaliera<br />
S. Croce e Carle si cerca <strong>di</strong> “dare<br />
voce ai citta<strong>di</strong>ni”, alle loro esperienze,<br />
ai lori vissuti che, come vedremo,<br />
sono spesso positivi.<br />
Dal 1 gennaio al 30 giugno <strong>2011</strong> sono state<br />
trasmesse all’Ufficio Relazioni con il Pubblico<br />
(URP) dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle<br />
<strong>di</strong> Cuneo 117 segnalazioni ufficiali (sono escluse<br />
da questa analisi le segnalazioni verbali non seguite<br />
da un riscontro scritto o le segnalazioni anonime)<br />
<strong>di</strong> cui 39 sono state classificate come<br />
reclami, 73 sono stati invece gli elogi, 4 i suggerimenti<br />
ed 1 richiesta <strong>di</strong> informazioni.<br />
La modalità complessivamente più utilizzata per<br />
la trasmissione delle segnalazioni risulta essere<br />
quella della mail seguita dalla lettera all’Azienda<br />
e lettera alla Struttura; i reclami tendono però ad<br />
essere segnalati maggiormente utilizzando il modulo<br />
aziendale mentre per gli elogi si utilizzano<br />
principalmente la mail o l’invio <strong>di</strong> lettera (alla<br />
Struttura, all’Azienda o al giornale). Per il dettaglio<br />
si rimanda alla tabella <strong>di</strong> seguito riportata.<br />
COSA PEENSSANO DI NOI
6<br />
CCOSA PENSSAANO DII NNOOII<br />
Ospedale IN<br />
L’autore del primo contatto è nella maggior<br />
parte dei casi il <strong>di</strong>retto interessato (68%) ma può<br />
essere spesso anche un parente o altro incaricato<br />
(32%).<br />
I citta<strong>di</strong>ni segnalano particolarmente aspetti positivi<br />
(elogi) <strong>di</strong> tipo tecnico professionale (conoscenze,<br />
competenze, qualità del lavoro…) e<br />
relazionali (cortesia, gentilezza, rispetto e <strong>di</strong>sponibilità);<br />
la maggior parte dei reclami riguarda<br />
invece aspetti <strong>di</strong> tipo burocratico-amministrativo<br />
(procedure <strong>di</strong> tipo amministrativo quali pagamenti<br />
o rimborsi ticket), criticità percepite legate al<br />
tempo (tempo <strong>di</strong> attesa per l’erogazione o la prenotazione<br />
<strong>di</strong> prestazioni) e alla qualità delle informazioni,<br />
alle relazioni e, in misura inferiore,<br />
gli aspetti tecnico professionali.<br />
Il maggior numero <strong>di</strong> segnalazioni, sia esse positive<br />
che negative, coinvolge i reparti <strong>di</strong> degenza<br />
(87 in totale <strong>di</strong> cui 68 elogi e 19 reclami) seguiti<br />
dagli ambulatori (10 reclami e 1 suggerimento) e<br />
dai servizi sanitari (6 reclami, 4 elogi ed 1 suggerimento),<br />
confermando che la struttura <strong>di</strong> degenza<br />
è quella maggiormente sottoposta alla<br />
valutazione dei citta<strong>di</strong>ni. Questo elemento è interessante<br />
in quanto lascia<br />
supporre che<br />
questioni come la<br />
complessità del funzionamento,<br />
la durata<br />
del contatto, l’esperienza<br />
intensa vissuta<br />
durante un ricovero<br />
portano più spesso il<br />
citta<strong>di</strong>no a manifestare<br />
attraverso una<br />
segnalazione il proprio<br />
vissuto.<br />
Così come previsto<br />
da procedura azien-<br />
dale, tutte le segnalazioni sono state registrate,<br />
classificate, gestite e riconsiderate valutandone la<br />
fondatezza al termine <strong>di</strong> una fase nel corso della<br />
quale sono raccolte informazioni sul caso segnalato;<br />
in particolare, i reclami vengono regolarmente<br />
trasmessi alle Strutture coinvolte per dare<br />
una risposta al citta<strong>di</strong>no sulla base <strong>di</strong> una analisi<br />
realizzata coinvolgendo gli operatori delle strutture<br />
interessate dagli eventi oggetto <strong>di</strong> segnalazione.<br />
Tutte le segnalazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sservizi (reclami)<br />
hanno avuto una risposta in tempi compresi tra 1<br />
e 46 giorni; ciò significa che entro un mese e<br />
mezzo tutti i citta<strong>di</strong>ni che hanno presentato un reclamo<br />
hanno ottenuto una risposta. I tempi potrebbero<br />
sembrare eccessivi però, in alcuni casi,<br />
le segnalazioni hanno richiesto accertamenti particolarmente<br />
impegnativi<br />
necessari a ricostruire<br />
l’accaduto, hanno visto<br />
il coinvolgimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
strutture e <strong>di</strong> molti<br />
operatori e talvolta<br />
hanno richiesto indagini<br />
aggiuntive a comprendere<br />
le ragioni <strong>di</strong> problemi<br />
complessi.<br />
In conclusione è però<br />
doveroso menzionare<br />
come i dati riguardanti<br />
le segnalazioni sono<br />
comunque, seppur rilevanti<br />
per le informazioni<br />
che sono in grado<br />
<strong>di</strong> offrire, numericamente<br />
“deboli” ossia il<br />
numero delle segnalazioni<br />
in rapporto alle<br />
prestazioni risulta essere<br />
molto basso. Questo<br />
comporta, come<br />
inevitabile conseguenza, che una variazione<br />
anche molto piccola <strong>di</strong> segnalazioni raccolte<br />
provoca scostamenti apparentemente significativi<br />
fra un semestre ed un altro o un anno e il successivo.<br />
È per questo che, come sempre, i dati<br />
rappresentati vanno comunque valutati molto<br />
prudentemente e soprattutto interpretati in un’ottica<br />
<strong>di</strong> più lungo periodo.<br />
Comunemente si pensa che<br />
la creatività sia una prerogativa<br />
<strong>di</strong> alcune persone;<br />
persone eccezionali ed inquietanti,<br />
infatti, sembra siano dotate<br />
<strong>di</strong> una particolare sensibilità e <strong>di</strong><br />
una straor<strong>di</strong>naria capacità intellettuale.<br />
La creatività non è misurabile,<br />
bensì è un processo<br />
interiore e silenzioso; essa come<br />
possibilità, come immaginazione<br />
ha a che fare con l’anima, con il<br />
profondo, non necessariamente<br />
con il genio, rispetto alle “normali”<br />
doti intellettuali è una risposta,<br />
una possibilità più<br />
aperta, più <strong>di</strong>namica e meno<br />
uni<strong>di</strong>rezionale.<br />
Il processo creativo e la capacità<br />
creativa sono il fuoco rigeneratore<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazioni<br />
profonde che trovano nell’affettività<br />
e nell’emozione il loro mezzo<br />
<strong>di</strong> comunicazione. L’atto creativo<br />
pone un ponte “sull’altra sponda<br />
<strong>di</strong> un golfo” (V. Woolf), un ponte<br />
fra coscienza ed inconscio. L’arte<br />
è quin<strong>di</strong> un mezzo <strong>di</strong> conoscenza,<br />
una ricerca <strong>di</strong> verità. Il<br />
potenziamento delle proprie capacità<br />
creative rappresenta un<br />
percorso, una possibilità per superare<br />
l’angoscia, è forza primor<strong>di</strong>ale,<br />
è conoscenza.<br />
L’immaginazione, la spiritualità<br />
permettono all’uomo <strong>di</strong> riscoprire<br />
il vero contenuto della<br />
sua essenza: la sua <strong>di</strong>mensione<br />
artistica.<br />
La creatività è un modo <strong>di</strong> essere<br />
e <strong>di</strong> manifestarsi <strong>di</strong> ogni persona<br />
all’interno del suo intreccio<br />
<strong>di</strong> legami, appren<strong>di</strong>menti, motivazioni<br />
e <strong>di</strong>namiche affettive.<br />
Oggi, grazie agli ampi stu<strong>di</strong> che<br />
si sono fatti intorno alla creatività,<br />
ci si trova d’accordo nel sostenere<br />
che essa non è<br />
prerogativa <strong>di</strong> pochi e non va intesa<br />
in senso aristocratico; è la<br />
capacità <strong>di</strong> formare nuove combinazioni,<br />
è un’operazione che<br />
dà vita a sintesi nuove e significative,<br />
creatività è relazione.<br />
Come si è già accennato<br />
prima, nella prospettiva psicoanalitica<br />
la creatività permette<br />
l’accesso ai contenuti inconsci e<br />
<strong>di</strong> Maria Grazia Setaro, SC Psichiatria<br />
“La salute <strong>di</strong> una persona <strong>di</strong>pende dalla sua<br />
creatività, dalla sua capacità <strong>di</strong> rispondere<br />
agli stimoli e <strong>di</strong> raggiungere il fine<br />
che si è prescelto.”<br />
preconsci come espressione compensatoria<br />
<strong>di</strong> bisogni altrimenti<br />
insod<strong>di</strong>sfatti.<br />
Nella concezione umanistica,<br />
invece, essa è la piena realizzazione<br />
delle potenzialità positive<br />
dell’uomo. Scientificamente ci si<br />
chiede fino a che punto sia possibile<br />
<strong>di</strong>fferenziare la creatività<br />
dall’intelligenza e quale sia il livello<br />
<strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza funzionale<br />
tra questi due processi. Si<br />
stu<strong>di</strong>ano i <strong>di</strong>versi fattori che possano<br />
determinare una personalità<br />
creativa: fattori mentali,<br />
affettivi, emozionali. Ci si interroga<br />
sulle <strong>di</strong>mensioni sociali<br />
della creatività, si stu<strong>di</strong>a la sua<br />
relazione con il conformismo (accettazione<br />
sconsiderata, acritica<br />
e passiva delle pressioni esterne),<br />
la <strong>di</strong>versità, la patologia. La<br />
creatività comunque ha una sua<br />
potenzialità terapeutica, sia a livello<br />
in<strong>di</strong>viduale che sociale, sia<br />
nei cosiddetti “sani” che nei<br />
soggetti “<strong>di</strong>sturbati o malati”; è<br />
una possibilità, un’altra scelta,<br />
un altro percorso rispetto alla<br />
definizione, alla omologazione,<br />
all’artificialità.<br />
La creatività libera, libera<br />
l’uomo e lo eleva, restituendogli<br />
la <strong>di</strong>gnità.<br />
Quando parliamo <strong>di</strong> creatività<br />
non possiamo non parlare delle<br />
tecniche espressive.<br />
La fantasia ci invita tutti ad<br />
esprimere il nostro mondo concreto<br />
ed immaginario. Le tecniche<br />
espressive hanno, quin<strong>di</strong>, il<br />
fine <strong>di</strong> superare gli stereotipi e<br />
l’ovvietà me<strong>di</strong>ante varianti e<br />
punti <strong>di</strong> vista che <strong>di</strong>rigono l’osservazione<br />
in tutte le <strong>di</strong>rezioni<br />
possibili. Il mondo interiore può<br />
essere espresso attraverso la<br />
danza, il <strong>di</strong>segno, la musica, la<br />
poesia, la scrittura e la drammatizzazione.<br />
Questi mezzi sono finalizzati<br />
all’espressione genuina<br />
Ospedale IN 7<br />
della persona, che non va giu<strong>di</strong>cata<br />
né valutata. La vita ci impone<br />
spesso <strong>di</strong> fare le cose per<br />
fini strumentali, limitando in noi<br />
la capacità <strong>di</strong> coltivare noi stessi,<br />
<strong>di</strong> conoscerci e <strong>di</strong> esprimerci. Sistematicamente<br />
tutto ciò indebolisce<br />
le nostre capacità affettive,<br />
collaborative, sociali ed in<strong>di</strong>viduali.<br />
Non è importante un tipo<br />
<strong>di</strong> linguaggio in particolare (una<br />
tecnica espressiva), ma il linguaggio<br />
come mezzo <strong>di</strong> espressione<br />
autentica, poiché ci<br />
permette <strong>di</strong> comunicare, <strong>di</strong> incontrarci<br />
e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> conoscere<br />
noi stessi nel rapporto con gli<br />
altri, al <strong>di</strong> là dei modelli e delle<br />
mode imposti. Ciò che è veramente<br />
importante è la vita<br />
umana; sono i <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
esprimerci, i <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vedere<br />
le cose, le <strong>di</strong>verse esperienze,<br />
le <strong>di</strong>verse ricerche <strong>di</strong><br />
verità che ci permettono, nella<br />
<strong>di</strong>fferenza, <strong>di</strong> comunicare: ed è<br />
questo un processo che avviene<br />
solo nel rispetto della <strong>di</strong>fferenza<br />
e per la <strong>di</strong>fferenza stessa. In<br />
ciascuno è insita la voglia <strong>di</strong> far<br />
conoscere i propri pensieri, le<br />
proprie opinioni, le proprie<br />
idee, abbiamo bisogno <strong>di</strong> comunicare,<br />
<strong>di</strong> partecipare, <strong>di</strong><br />
esprimerci e - perché no? -<br />
anche <strong>di</strong> non essere d’accordo.<br />
Importante è poter coltivare gli<br />
stimoli per poterli poi elaborare<br />
e favorire così i cambiamenti.<br />
Se questo non accade i cicli si<br />
interrompono e allora qualcosa<br />
comincia o continua a non funzionare.<br />
Le tecniche espressive<br />
favoriscono e permettono <strong>di</strong> coltivare<br />
in noi il cambiamento.<br />
La creatività ha bisogno <strong>di</strong> sforzi,<br />
<strong>di</strong> energie, <strong>di</strong> attenzioni e <strong>di</strong> volontà<br />
<strong>di</strong> essere. Tutto ciò permette<br />
<strong>di</strong> inventare sempre nuove relazioni,<br />
se si crea si progetta, si sta<br />
dentro le cose, si sta con gli altri.<br />
ESPERIENZE E RIFLESSIONI
8<br />
ESPERIENZE E RIFLESSIONI<br />
Ospedale IN<br />
L’<br />
VACCINAZIONI<br />
immunizzazione attiva contro<br />
le infezioni può essere<br />
ottenuta con l'introduzione<br />
nell'organismo umano <strong>di</strong><br />
una piccolissima quantità<br />
<strong>di</strong> virus o batteri o parti <strong>di</strong> essi<br />
(inattivati, attenuati o <strong>di</strong> sintesi)<br />
che mimano l'infezione<br />
naturale e attivano tutti i meccanismi<br />
<strong>di</strong> riconoscimento da<br />
parte del sistema immunitario e<br />
la produzione <strong>di</strong> anticorpi<br />
specifici, le gammaglobuline.<br />
La prevenzione <strong>di</strong> una malattia<br />
<strong>di</strong>fficilmente curabile o non<br />
curabile viene così effettuata<br />
facendo produrre all'organismo<br />
<strong>di</strong>fese proprie, gli anticorpi, che<br />
riconoscono l'agente patogeno<br />
responsabile della malattia e lo<br />
neutralizzano.<br />
Il principio sfruttato dalla vaccinazione<br />
è quello della memoria<br />
immunitaria, cioè la speciale<br />
capacità del nostro sistema immunitario<br />
<strong>di</strong> ricordare le<br />
sostanze estranee, tra cui i microrganismi<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza,<br />
che hanno attaccato il<br />
nostro organismo e contro le<br />
quali vengono prodotti anticorpi<br />
specifici. La produzione <strong>di</strong><br />
questi anticorpi, anche a seguito<br />
<strong>di</strong> vaccinazione, viene<br />
registrata dal sistema immunitario<br />
che è in grado così <strong>di</strong> reagire<br />
in modo imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong><br />
fronte a un nuovo attacco da<br />
scrivi a:<br />
dì la tua!<br />
ospedaleIN@ospedale.cuneo.it<br />
Il punto su<br />
VACCINAZIONI<br />
e SCREENING<br />
<strong>di</strong> Lorenzo Orione, SC Unità Valutazione e Organizzazione Screening,<br />
ASL CN1/CN2-AO S. Croce e Carle ed Angelo Pellegrino,<br />
SC Servizio Igiene e Sanità Pubblica, ASL CN1<br />
parte dello stesso agente<br />
patogeno anche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />
anni dal primo. Nella maggior<br />
parte dei casi, le vaccinazioni<br />
proteggono per tutta la vita per<br />
cui non sono previsti richiami<br />
oltre al ciclo <strong>di</strong> base. Questo<br />
vale per il morbillo, la rosolia,<br />
la parotite, la polio e per<br />
l'epatite B. Altri vaccini, come<br />
quello per il tetano e <strong>di</strong>fterite,<br />
hanno un'efficacia teorica <strong>di</strong> almeno<br />
30 anni, ma dato che la<br />
protezione decade con il tempo<br />
è necessario eseguire una dose<br />
<strong>di</strong> richiamo perio<strong>di</strong>co ogni 10<br />
anni. La vaccinazione quin<strong>di</strong> è il<br />
modo più sicuro ed efficace per<br />
ottenere la protezione da alcune<br />
gravi malattie. In caso <strong>di</strong> epidemie<br />
o dell'insorgenza <strong>di</strong> casi<br />
<strong>di</strong> patologia infettivo-<strong>di</strong>ffusiva<br />
nella comunità, i soggetti vaccinati<br />
avranno probabilità molto<br />
minori o nulle <strong>di</strong> ammalare.<br />
Oggi, ovviamente, i vaccini<br />
sono <strong>di</strong>ventati uno strumento<br />
raffinatissimo in quanto sono ottenuti<br />
con meto<strong>di</strong>che molto sofisticate,<br />
utilizzando le moderne<br />
tecnologie produttive e le importanti<br />
acquisizioni nel campo<br />
della genetica, della biologia e<br />
della microbiologia. Al momento<br />
attuale <strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong><br />
vaccini, ottenuti con procedure<br />
<strong>di</strong>verse:<br />
Vaccini costituiti da agenti<br />
infettivi vivi, ma attenuati,<br />
come il vaccino orale <strong>di</strong> Sabin<br />
contro la polio (OPV), il vaccino<br />
contro morbillo, parotite e roso-<br />
lia (MPR), il vaccino contro la<br />
varicella, il vaccino contro la<br />
febbre gialla, il vaccino contro<br />
la tubercolosi (BCG) e quello<br />
orale contro il tifo (Ty25a);<br />
Vaccini costituiti da agenti<br />
infettivi interi uccisi, come<br />
il vaccino intero contro l'influenza<br />
e il vaccino iniettabile<br />
contro la poliomielite (IPV);<br />
Vaccini costituiti da tossine<br />
o costituenti batterici,<br />
inattivati con il formolo o resi<br />
atossici per interventi d'ingegneria<br />
genetica, come i moderni<br />
vaccini contro la pertosse<br />
(detti acellulari) e l'anatossina<br />
della <strong>di</strong>fterite e del tetano<br />
(DTPa). Appartengono a questo<br />
gruppo, ad esempio, anche i<br />
moderni vaccini polisaccari<strong>di</strong>ci,<br />
coniugati a proteine <strong>di</strong> trasporto,<br />
contro lo pneumococco, il meningococco<br />
e l'Haemophilus<br />
influenzae tipo b (Hib) nonché i<br />
vaccini “split” o “a sub-unità”<br />
contro l'influenza;<br />
Vaccini <strong>di</strong> sintesi, come il<br />
vaccino contro il virus dell'epatite<br />
B, ottenuto me<strong>di</strong>ante tecniche<br />
DNA ricombinanti o come<br />
il vaccino contro l’HPV/<br />
Papillomavirus, ottenuto in laboratorio<br />
ricostruendo una proteina<br />
che è solo una parte del virus.<br />
Per essere ancor più efficaci,<br />
molte preparazioni vaccinali<br />
oggi in uso contengono nella<br />
fiala un a<strong>di</strong>uvante (in generale<br />
fosfato o idrossido <strong>di</strong> alluminio,<br />
o emulsioni olio-acqua)<br />
ovvero sostanze che, ritardando<br />
l'assorbimento dei principi attivi<br />
del vaccino, permettono un contatto<br />
prolungato nel tempo fra i<br />
costituenti del vaccino e le cellule<br />
che sono deputate alla sintesi<br />
degli anticorpi e alla <strong>di</strong>fesa<br />
(immunità umorale e cellulare).<br />
In tal modo la risposta in anticorpi<br />
e in cellule <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa viene<br />
fortemente rafforzata, a vantaggio<br />
dell’efficacia dell’intervento<br />
<strong>di</strong> prevenzione.<br />
Rispetto alla storica sud<strong>di</strong>visione<br />
delle vaccinazioni in “obbligatorie”<br />
e “facoltative”, fin dal<br />
2006 la Regione Piemonte ha<br />
preferito la <strong>di</strong>stinzione tra vaccinazioni<br />
PRIORITARIE (da offrire<br />
attivamente e gratuitamente a<br />
tutta la popolazione o a particolari<br />
gruppi a rischio sanitario,<br />
concentrandovi prioritariamente<br />
tutti gli sforzi degli Operatori sanitari)<br />
e vaccinazioni NON PRIO-<br />
RITARIE, che possono anche<br />
prevedere la corresponsione <strong>di</strong><br />
un contributo economico da parte<br />
dei citta<strong>di</strong>ni. Tale <strong>di</strong>stinzione è<br />
confermata nell’ultimo Piano Piemontese<br />
<strong>di</strong> Promozione delle<br />
Vaccinazioni (PPPV) del 2009<br />
(http://www.regione.piemonte.it/sanita/sanpub/igiene/<br />
dwd/pppv2009.pdf).<br />
La precedente definizione <strong>di</strong><br />
vaccinazioni OBBLIGATORIE e<br />
FACOLTATIVE poteva purtroppo<br />
indurre nei genitori la sensazione<br />
che le seconde fossero<br />
assai poco importanti e, conseguentemente,<br />
da trascurare, nel<br />
momento in cui invece la letteratura<br />
scientifica conferma l’utilità<br />
<strong>di</strong> tutti i vaccini. Questo fatto<br />
è tanto più vero in quanto, fra<br />
qualche anno, vedremo probabilmente<br />
venir superata,<br />
in tutto il nostro<br />
Paese, l'obbliga-<br />
torietà delle vaccinazioni;<br />
ci si<br />
basa sul convincimento<br />
che il miglioramento<br />
delle<br />
conoscenze<br />
porti tutti i genitoriall’apprezzamento<br />
ed<br />
utilizzo consapevole<br />
<strong>di</strong> questo prezioso<br />
strumento <strong>di</strong><br />
prevenzione, senza che si corra il<br />
rischio <strong>di</strong> una riduzione della copertura<br />
vaccinale; l’esperienzapilota<br />
in corso nella Regione<br />
Veneto, al momento, sta dando<br />
risultati rassicuranti su questa<br />
ipotetica prospettiva.<br />
Intanto, per facilitare la somministrazione<br />
dei vaccini ovvero<br />
per non effettuare contemporaneamente<br />
tante iniezioni al<br />
bambino e, pure, per non dover<br />
convocare le famiglie con vari<br />
appuntamenti, da anni i vaccini<br />
non sono più <strong>di</strong>sponibili singolarmente,<br />
ma vengono combinati<br />
fra loro. Per i bimbi al 3°<br />
mese <strong>di</strong> vita, ad esempio, con<br />
l’iniezione <strong>di</strong> una sola fialasiringa<br />
si combattono 6 malattie<br />
che possono essere anche<br />
mortali (Difterite, Tetano, Per-<br />
Ospedale IN 9<br />
tosse, Epatite B, Poliomielite e<br />
malattie invasive da Emofilo):<br />
un progresso enorme che sta infatti<br />
portando a una maggiore<br />
adesione della popolazione alla<br />
pratica vaccinale.<br />
Quando un bambino, un<br />
adulto o un anziano effettua<br />
una vaccinazione, l'obiettivo<br />
che il Pe<strong>di</strong>atra, il Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
generale ed il Servizio<br />
vaccinale si propongono è<br />
quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderlo dalla stessa<br />
malattia per la quale egli viene<br />
vaccinato. È chiaro che l'obiettivo<br />
è unicamente quello della<br />
prevenzione delle malattie infettive<br />
e – nel caso del vaccino<br />
contro l’Epatite B e contro alcuni<br />
ceppi del Papillomavirus – la<br />
prevenzione <strong>di</strong> malattie tumorali;<br />
tuttavia l'introduzione <strong>di</strong> un<br />
agente infettivo, pur attenuato o<br />
ucciso, così come l'inoculazione<br />
<strong>di</strong> sostanze estranee, compresi<br />
gli stessi a<strong>di</strong>uvanti, possono<br />
ottenere reazioni<br />
“avverse” non desi-<br />
derate, nella mag-<br />
“Dopo<br />
gior parte dei<br />
casi presenti in<br />
una minima<br />
percentuale <strong>di</strong><br />
soggetti e costantemente<br />
<strong>di</strong><br />
entità ridotta e<br />
transitoria. È<br />
chiaro che per un<br />
genitore sottoporre<br />
il proprio figlio a una<br />
vaccinazione che dà anche<br />
minimi effetti collaterali spiacevoli,<br />
quando la malattia per<br />
la quale lo si vuole <strong>di</strong>fendere<br />
non è più presente nella popolazione,<br />
richiede uno sforzo <strong>di</strong><br />
volontà non in<strong>di</strong>fferente. Ma<br />
come non <strong>di</strong>menticare cosa avveniva<br />
prima della <strong>di</strong>ffusione<br />
delle vaccinazioni, alcuni decenni<br />
fa, con le perio<strong>di</strong>che epidemie<br />
<strong>di</strong> poliomielite e <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fterite, che rappresentavano<br />
per le famiglie un vero proprio<br />
momento <strong>di</strong> terrore.<br />
Per quelle terribili malattie,<br />
oggi, tutto questo è soltanto un ricordo<br />
<strong>di</strong> qualche nonno o nonna;<br />
i genitori sono troppo giovani per<br />
averne memoria. Ma perché il rischio<br />
è così ridotto?<br />
Sostanzialmente, grazie alle<br />
vaccinazioni e finché la malat-<br />
la potabilizzazione<br />
delle acque, i vaccini<br />
rappresentano la più<br />
importante scoperta<br />
nel campo della sanità<br />
pubblica”<br />
(Plotkin, 1994)<br />
ESPERIENZE E RIFLESSIONI
10<br />
ESPERIENZE E RIFLESSIONI<br />
Ospedale IN<br />
tia non sia era<strong>di</strong>cata da tutto il<br />
mondo, se allentiamo le <strong>di</strong>fese<br />
conferite dalle vaccinazioni, esiste<br />
sempre la possibilità che<br />
l'agente infettivo si riaffacci da<br />
altre zone del Pianeta e possa<br />
causare <strong>di</strong> nuovo, come tanto<br />
tempo fa, epidemie o pandemie.<br />
Quanto è avvenuto negli<br />
anni scorsi in Albania per la poliomielite<br />
e nei Paesi dell’ex<br />
URSS per la <strong>di</strong>fterite (con oltre<br />
100.000 casi <strong>di</strong> malattia e migliaia<br />
<strong>di</strong> decessi) ci ha insegnato<br />
quale rischio rappresenti<br />
un allentamento delle <strong>di</strong>fese<br />
conferite dal vaccino.<br />
Quando un Pe<strong>di</strong>atra, un Me<strong>di</strong>co<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale ed il<br />
Servizio vaccinale si apprestano<br />
a sottoporre alla pratica vaccinale<br />
un Assistito, affidato loro<br />
dai genitori nel caso <strong>di</strong> minori,<br />
essi assolvono a due obblighi<br />
etico-sanitari, strettamente collegati<br />
fra loro:<br />
<strong>di</strong>fendere il bambino,<br />
l’adulto o l’anziano dall'aggressione<br />
del maggior numero<br />
possibile <strong>di</strong> agenti infettivi;<br />
collaborare a rendere più<br />
fitta la rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> tutta la<br />
popolazione nei confronti delle<br />
malattie prevenibili con vaccini.<br />
Vaccinando un numero elevato<br />
<strong>di</strong> soggetti impe<strong>di</strong>amo in ultima<br />
analisi ai virus e ai batteri patogeni<br />
<strong>di</strong> circolare e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
dare infezione o malattia. Tanto<br />
più alta sarà la copertura vaccinale<br />
<strong>di</strong> una popolazione (oltre<br />
il 90-95%) e tanto maggiore<br />
sarà la probabilità che un<br />
agente infettivo, introdotto<br />
anche casualmente a seguito <strong>di</strong><br />
viaggi o migrazioni, non trovi<br />
spazio per <strong>di</strong>ffondersi da un<br />
soggetto all'altro, per cui verranno<br />
a mancare i casi secondari,<br />
elementi essenziali per la<br />
<strong>di</strong>ffusione della malattia. Questo<br />
concetto viene anche conosciuto<br />
con il nome <strong>di</strong> “immunità<br />
<strong>di</strong> gruppo” (o <strong>di</strong> gregge/herd<br />
immunity) e rappresenta uno<br />
dei capisal<strong>di</strong> della moderna<br />
scienza delle vaccinazioni.<br />
In conclusione, i genitori debbono<br />
considerare oggi le vaccinazioni<br />
come la migliore<br />
opportunità <strong>di</strong> offrire al proprio<br />
figlio un futuro senza malattie,<br />
senza complicazioni e senza<br />
esiti invalidanti. Per i bambini,<br />
ma così pure per adulti ed anziani,<br />
la vaccinazione va considerata<br />
come una importante<br />
assicurazione sulla vita, che<br />
certo ha come contraltare la<br />
possibile comparsa <strong>di</strong> effetti<br />
collaterali, seppur rari e generalmente<br />
<strong>di</strong> scarsa entità<br />
(http://www.levaccinazioni.it/<br />
informagente/domande/<br />
generale.asp#sicurezza).<br />
Tocca agli addetti ai lavori ripagare<br />
questa fiducia impegnandosi<br />
al massimo nella<br />
<strong>di</strong>ffusione delle conoscenze sui<br />
vaccini e nella scelta dei prodotti<br />
messi a <strong>di</strong>sposizione dalla<br />
ricerca scientifica, sempre più<br />
raffinati e sicuri.<br />
SCREENING<br />
Obiettivo della me<strong>di</strong>cina rispetto<br />
alle con<strong>di</strong>zioni asintomatiche<br />
in progressione, laddove<br />
ricorrano alcuni requisiti che andremo<br />
a descrivere più avanti, è<br />
<strong>di</strong>agnosticare e trattare il più<br />
precocemente possibile la patologia,<br />
garantendo nel contempo<br />
la massima limitazione del<br />
danno iatrogeno correlato.<br />
Lo screening, o <strong>di</strong>agnosi precoce,<br />
è proprio quell’attività<br />
volta ad in<strong>di</strong>viduare, tra i soggetti<br />
apparentemente sani, coloro<br />
che probabilmente hanno<br />
una patologia rispetto a coloro<br />
che, probabilmente, non<br />
l’hanno; esso pertanto si rivolge<br />
alle persone asintomatiche e può<br />
interessare la popolazione generale<br />
eleggibile o, in casi particolari,<br />
coorti ristrette <strong>di</strong> soggetti<br />
caratterizzati epidemiologicamente<br />
sulla base <strong>di</strong> un criterio <strong>di</strong><br />
rischio relativo. Altro è la <strong>di</strong>agnosi<br />
tempestiva, che avviene in<br />
presenza del sintomo.<br />
Lo screening (v. figura, a cura<br />
della Dr.ssa Monica Rimondot)<br />
deve intercettare la patologia nel<br />
corso della propria fase <strong>di</strong> latenza<br />
preclinica asintomatica;<br />
tale anticipazione <strong>di</strong>agnostica è<br />
il lead time, misura della precocità<br />
della <strong>di</strong>agnosi non ottenibile<br />
sul paziente ma solo sul piano<br />
epidemiologico, grazie al confronto<br />
tra le <strong>di</strong>stribuzioni dei lead<br />
time nei casi screen-detected ed<br />
in quelli symptom-detected.<br />
Un programma organizzato<br />
<strong>di</strong> screening <strong>di</strong> popolazione<br />
deve garantire il raggiungimento<br />
<strong>di</strong> un ideale equilibrio fra sensibilità<br />
ed aspecificità del test nel<br />
proprio relazionarsi con la biologia<br />
della patologia e con le caratteristiche<br />
del paziente,<br />
me<strong>di</strong>ante l’adozione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori<br />
e standard, sia sul piano<br />
<strong>di</strong>agnostico che su quello terapeutico,<br />
ancorati a linee guida<br />
costruite sui massimi livelli <strong>di</strong> evidenza<br />
<strong>di</strong> efficacia rispetto all’abbattimento<br />
della mortalità<br />
specifica e monitorati grazie ad<br />
una costante valutazione d’impatto.<br />
A priori, l’implementazione <strong>di</strong><br />
un programma <strong>di</strong> screening oncologico<br />
prevede che:<br />
1. l’incidenza della neoplasia<br />
lo renda prioritario (criterio epidemiologico);<br />
2. la fase <strong>di</strong> latenza preclinica<br />
asintomatica della neoplasia<br />
abbia sufficiente durata (criterio<br />
biologico);<br />
3. sia stato allestito un test valido<br />
per tale fase (criterio tecnologico);<br />
4. esista un trattamento che, se<br />
adottato in tale fase, cambia la<br />
prognosi (criterio clinico);<br />
5. i benefici ottenuti superino<br />
gli effetti negativi (criterio etico).<br />
Presupposto epidemiologico<br />
fondamentale rispetto a qualsiasi<br />
ragionamento in questo ambito<br />
metodologico è la consapevolezza<br />
che il valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo<br />
(VPP) del risultato del test,<br />
dal quale inversamente <strong>di</strong>pende<br />
il peso degli approfon<strong>di</strong>menti clinici<br />
su false positività, e che è<br />
funzione della specificità del test,<br />
è legato secondo un noto e caratteristico<br />
andamento matematico<br />
alla prevalenza puntuale<br />
della neoplasia nella popolazione;<br />
e il cancro ha prevalenza<br />
tale da rendere in<strong>di</strong>spensabile<br />
una profonda riflessione intorno<br />
a qualsiasi ipotesi <strong>di</strong> screening/<br />
<strong>di</strong>agnosi precoce, fondata sulla<br />
semplice <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un test.<br />
In provincia <strong>di</strong> Cuneo è attivo il<br />
programma regionale <strong>di</strong><br />
screening dei tumori denominato<br />
Prevenzione Serena, nel contesto<br />
del <strong>di</strong>partimento regionale <strong>di</strong><br />
screening n. 7, coor<strong>di</strong>nato dalla<br />
SC Unità <strong>di</strong> Valutazione ed<br />
Organizzazione dello Screening<br />
(SC U.V.O.S.) e costituito, oltre<br />
che da tale Unità <strong>di</strong> epidemiologia<br />
dei tumori, da oltre 20 Unità<br />
<strong>di</strong> anatomia patologica, ginecologia,<br />
senologia, endoscopia, laboratorio,<br />
consultoriali delle<br />
Aziende Sanitarie Locali ed<br />
Ospedaliera, dagli oltre 400 me<strong>di</strong>ci<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale (referente<br />
scientifico, Dr Bartolomeo<br />
Allasia) e dalle oltre 200 farmacie<br />
(referente scientifico,<br />
Dr Savino Roggia), in raccordo<br />
col governo regionale del<br />
C.P.O. - Epidemiologia<br />
Piemonte. La SC U.V.O.S. gestisce<br />
la popolazione provinciale<br />
invitandola allo screening<br />
e valuta scientificamente i risultati<br />
<strong>di</strong> test, approfon<strong>di</strong>menti<br />
<strong>di</strong>agnostici eventuali e trattamenti<br />
su circa 154 mila femmine<br />
tra 25 e 64 anni (invitate<br />
al Pap test triennale), 96 mila<br />
femmine tra 45 e 69 anni (invitate<br />
alla mammografia annuale o<br />
biennale) e 81 mila maschi e<br />
femmine (invitati alla rettosigmoidoscopia<br />
- RS - una tantum per i<br />
58enni od alla ricerca biennale<br />
del sangue occulto nelle feci -<br />
FOBT - tra 59 e 69 anni). Aderisce<br />
all’invito il 50% delle persone<br />
per il Pap test, il 60% per la mammografia,<br />
il 30% per la RS, il 33%<br />
per il FOBT.<br />
Il programma prevede che l’invito<br />
svolga funzione <strong>di</strong> impegnativa<br />
e che non sia prevista alcuna<br />
compartecipazione economica<br />
da parte dell’assistito né per il test,<br />
né per gli eventuali approfon<strong>di</strong>menti<br />
<strong>di</strong>agnostici ad esso successivi<br />
o trattamenti e follow-up. Gli<br />
approfon<strong>di</strong>menti potranno consistere,<br />
a seconda, nella colposcopia<br />
ed eventuale biopsia per<br />
l’utero; nell’ingran<strong>di</strong>mento, nell’ecografia,<br />
nella citologia, nella<br />
biopsia per la mammella; nella<br />
colonscopia ed eventuale biopsia<br />
per il colon-retto.<br />
Il ruolo del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
generale è fondamentale e, oltre<br />
all’interazione con la SC<br />
U.V.O.S. per la gestione degli<br />
assistiti da escludere per cause<br />
<strong>di</strong>verse, egli svolge il delicato<br />
compito <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong><br />
educazione rispetto ai propri assistiti<br />
eleggibili.<br />
Quanto ai risultati degli<br />
screening in provincia <strong>di</strong> Cuneo,<br />
solo per riportare alcuni sommari<br />
aspetti, ogni anno vengono<br />
identificati da Prevenzione<br />
Serena e portati al trattamento<br />
precoce circa 150 precursori <strong>di</strong><br />
carcinomi squamosi della cervice<br />
uterina; circa il numeratore<br />
del tasso <strong>di</strong> identificazione (DR),<br />
espressione della sensibilità <strong>di</strong>agnostica<br />
del programma i casi,<br />
recentemente stu<strong>di</strong>ati su base<br />
annua, screen-detected <strong>di</strong> lesione<br />
preinvasiva od invasiva<br />
confermati istologicamente sono<br />
stati 58 CIN I, 27 CIN II, 64 CIN<br />
III, 5 carcinomi invasivi (e 2 adenocarcinomi<br />
in situ), con incidenza<br />
massima <strong>di</strong> CIN I tra 25 e<br />
29 anni, CIN II tra 30 e 34 e<br />
CIN III tra 40 e 44. In oltre il 95%<br />
dei casi, al trattamento chirurgico<br />
i margini endocervicali<br />
sono risultati indenni da infiltrazione.<br />
Annualmente, sono inoltre<br />
identificati circa 150<br />
adenocarcinomi della mammella;<br />
il tasso <strong>di</strong> richiamo ad approfon<strong>di</strong>mento<br />
(RR) è dell’8.7%<br />
per i primi test (FT) e del 3.5% tra<br />
quelli ripetuti (RT). La specificità<br />
<strong>di</strong>agnostica, quale rapporto<br />
benigni/maligni su biopsia chirurgica<br />
è 1 (FT) e 0.13 (RT); la<br />
sensibilità <strong>di</strong>agnostica, quale DR<br />
per mille, 2.32 (FT) e 6.01 (RT).<br />
I carcinomi entro i 20 mm (pT1)<br />
sono il 71.4% (FT) e l’80.3% (RT):<br />
rispettivamente, 100% e 83.6%<br />
risultano N0. Circa il cancro del<br />
colon-retto, nel corso dell’ultimo<br />
anno il DR per adenoma avanzato<br />
è stato del 3.9% con l’impiego<br />
del test <strong>di</strong> screening RS nei<br />
Ospedale IN 11<br />
sano malato fine vita<br />
prevenzione<br />
primaria<br />
asintomatico sintomatico<br />
esor<strong>di</strong>o<br />
lesione<br />
Prevenzione secondaria (screening)<br />
esposizione noxa esor<strong>di</strong>o sintomatologia tempo<br />
anticipazione<br />
<strong>di</strong>agnostica<br />
(lead time):<br />
<strong>di</strong>agnosi “precoce”<br />
+ terapia precoce<br />
prevenzione<br />
secondaria<br />
(screening)<br />
funz. <strong>di</strong> biologia e sensibilità test<br />
<strong>di</strong>agnosi<br />
(event. “tempestiva”)<br />
+ terapia<br />
clinica<br />
nati nel 1952 e dell’1.9% attraverso<br />
il FOBT nei nati tra il 1941<br />
ed il 1946 (test comunque da ripetere<br />
dopo due anni, in quanto<br />
caratterizzato da minore sensibilità<br />
verso i precursori). Con un<br />
ulteriore, rispettivo, 0.2% e 0.3%<br />
per cancro. Il tasso <strong>di</strong> neoplasia<br />
avanzata in RS è stato del 5.6%<br />
per i maschi e del 2.4% per le<br />
femmine. Il RR del FOBT è stato<br />
del 5.8%, con un VPP per adenoma<br />
avanzato pari al 41.3% e<br />
<strong>di</strong> neoplasia avanzata del<br />
48.6%. Il tasso <strong>di</strong> neoplasia<br />
avanzata in colonscopia da<br />
FOBT è stato del 3.0% per i maschi<br />
e dell’1.5% per le femmine.<br />
Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> questi risultati sintetici,<br />
estremamente positivi ed incoraggianti,<br />
va rilevata la<br />
tendenza <strong>di</strong> cambiamento culturale<br />
che connota la me<strong>di</strong>cina<br />
negli ultimi decenni, sempre più<br />
vocazionalmente evidencebased,<br />
col progressivo spostarsi<br />
del focus dalla <strong>di</strong>agnostica sul<br />
sintomo alla <strong>di</strong>agnostica precoce<br />
sul rischio: ciò, in altri termini,<br />
corrisponde alla riduzione del<br />
kairos ippocratico entro il kronos<br />
della prevenzione; in definitiva,<br />
osserviamo il passaggio dal sintomo<br />
al rischio e, pertanto, da<br />
una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e terapia<br />
più o meno (ma comunque<br />
sempre) tar<strong>di</strong>va ad una <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi<br />
e terapia precoce (screening),<br />
lungo il vettore della storia<br />
naturale del rapporto tra noxa<br />
patogena ed essere umano.<br />
palliazione<br />
Dr.ssa Monica Rimondot, S.C. Unità Valutazione e Organizzazione Screening ESPERIENZE E RIFLESSIONI
12<br />
PREVENZIONE<br />
Quello degli integratori<br />
alimentari è un settore<br />
produttivo e commerciale<br />
in continua espansione<br />
e, malgrado i prodotti così definiti<br />
siano inquadrati nell’ambito<br />
alimentare, spesso è molto <strong>di</strong>fficile<br />
riuscire a determinare se i<br />
principi attivi in essi contenuti<br />
possano avere anche un effetto<br />
farmacologico; questa problematica<br />
è presente in particolare<br />
per quegli integratori in cui la<br />
principale componente deriva<br />
da piante officinali: così, a cavallo<br />
tra alimento, prodotto erboristico<br />
e paventati effetti<br />
terapeutici, ci troviamo invasi<br />
da integratori alimentari con<br />
formulazioni <strong>di</strong> ogni sorta ed in<strong>di</strong>cazioni<br />
riferite a far funzionare<br />
meglio un determinato<br />
apparato secondo non ben precisati<br />
effetti fisiologici; talvolta<br />
però si scoprono effetti più farmacologici<br />
che nutritivi con tutto<br />
ciò che ne può derivare in termini<br />
<strong>di</strong> possibili effetti<br />
collaterali, intossicazioni,<br />
interazione con i farmaci.<br />
Il mercato, anche nel caso <strong>di</strong><br />
blocco della produzione <strong>di</strong> alcuni<br />
prodotti da parte delle autorità<br />
governative, non ha<br />
nessuna <strong>di</strong>fficoltà a riconvertirsi<br />
ed è in grado <strong>di</strong> proporre sempre<br />
nuovi preparati attingendo<br />
dall’immenso patrimonio <strong>di</strong> molecole<br />
e metaboliti secondari<br />
presenti in “Natura”: così,<br />
quando la FDA (Food and Drug<br />
Administration) proibì nei primi<br />
anni del 2000 negli USA l’utilizzo<br />
degli integratori alimentari<br />
a base <strong>di</strong> ma huang (Ephedra<br />
Sono solo<br />
<strong>di</strong> Sergio Miaglia,<br />
Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione, ASL CN1<br />
Fig. 1. Citrus aurantium.<br />
sinica), in quanto il suo principio<br />
attivo, l’efedrina, fu sospettato<br />
<strong>di</strong> provocare importanti<br />
casi <strong>di</strong> tossicità ed effetti avversi,<br />
ci fu un grande fermento ed interesse<br />
delle aziende produttrici,<br />
per fornire prodotti cosiddetti<br />
“ephedra-free”.<br />
I prodotti commercializzati<br />
come “ephedra-free” contengono<br />
una vasta gamma <strong>di</strong> miscele<br />
erboristiche, nella maggior<br />
parte dei casi a base <strong>di</strong> caffeina<br />
(per esempio, estratto <strong>di</strong> thè<br />
verde [Camelia sinensis],<br />
guaranà [Paullinia cupana], cola<br />
nut [Cola nitida], yerba mate<br />
[Ilex paraguariensis]) ma furono<br />
quelli a base <strong>di</strong> arancia amara<br />
che attirarono maggiormente<br />
l’interesse grazie alla struttura del<br />
principio attivo molto simile alla<br />
efedrina e all’anfetamina; infatti,<br />
la principale sostanza farmacologicamente<br />
attiva contenuta nei<br />
frutti (arance) <strong>di</strong> Citrus aurantium<br />
(Fig. 1) è la sinefrina (Fig. 2),<br />
chiamata anche p-sinefrina o ossedrina.<br />
Strutturalmente la sinefrina<br />
è un simpatico-mimetico<br />
strettamente correlato ai neuro-<br />
Fig. 2. Molecole <strong>di</strong> Sinefrina<br />
ed Efedrina.<br />
trasmettitori endogeni (adrenalina)<br />
e all’efedrina, l’alcaloide<br />
principale <strong>di</strong> Ephedra sinica (Mahuang):<br />
agonista dei recettori-1<br />
adrenergici è in grado <strong>di</strong> stimolare<br />
il sistema nervoso simpatico,<br />
dando luogo alla caratteristica risposta<br />
del “combatti o fuggi”<br />
(fight or flight); a livello<br />
periferico la sinefrina in dosi<br />
farmaceutiche, attraverso la stimolazione<br />
dei recettori-1 adrenergici,<br />
produce vasocostrizione<br />
ed incremento della pressione<br />
sanguigna; in particolare è nella<br />
scorza delle arance amare che la<br />
sinefrina è presente in quantità<br />
apprezzabili: lievemente maggiori<br />
nel frutto essiccato immaturo<br />
<strong>di</strong> Citrus aurantium rispetto<br />
al frutto essiccato maturo<br />
(0,26% vs 0,22%). In ogni caso,<br />
il frutto fresco contiene quantità<br />
inferiori <strong>di</strong> principio attivo rispetto<br />
al frutto essiccato (0,02%<br />
vs 0,3%) mentre l’estratto secco<br />
Citrus aurantium contiene percentuali<br />
<strong>di</strong> sinefrina piuttosto<br />
elevate (3%). Integratori alimentari<br />
a base erboristica contenenti<br />
Citrus aurantium<br />
analizzati al fine <strong>di</strong> quantificare<br />
il contenuto <strong>di</strong> sinefrina, hanno<br />
dato risultati corrispondenti a<br />
concentrazioni variabili tra lo<br />
0,3% e lo 0,99%.<br />
Storicamente il “Citrus<br />
aurantium L.”, cioè l’arancia<br />
amara, è stato poco utilizzato in<br />
ambito alimentare a causa del<br />
forte sapore acre ed amaro dei<br />
suoi frutti e nell’area me<strong>di</strong>terranea<br />
lo ritroviamo soprattutto<br />
come porta-innesto per l’albero<br />
delle arance della varietà dolce<br />
(Citrus sinensis L. Osbeck), oppure<br />
utilizzato per scopi decorativi<br />
lungo i viali delle citta<strong>di</strong>ne<br />
litoranee; la buccia fresca del<br />
frutto può essere utilizzata per<br />
preparazione <strong>di</strong> marmellate, la<br />
buccia essiccata invece è utilizzata<br />
per aromatizzare alcune<br />
birre (come la belga Orange<br />
Muscat) e liquori (Curaçao,<br />
Cointreau etc.). I fiori vengono<br />
utilizzati per la preparazione <strong>di</strong><br />
tè mentre l’olio essenziale<br />
estratto dagli stessi fiori viene<br />
utilizzato nella preparazione <strong>di</strong><br />
profumi. L’utilizzo più frequente<br />
e storicamente più importante<br />
della pianta è tuttavia quello<br />
che la vede coinvolta nell’ambito<br />
della me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionale<br />
erboristica asiatica che riconosce<br />
le proprietà a<strong>di</strong>uvanti del<br />
frutto immaturo essiccato<br />
(Zhi-schi in cinese, Kijitsu in<br />
giapponese) nel trattamento dei<br />
problemi del tratto <strong>di</strong>gerente.<br />
Anche la me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionale<br />
occidentale utilizza il Citrus<br />
aurantium per stimolare l’appetito<br />
e la secrezione gastrica.<br />
A questo utilizzo storico si è<br />
aggiunto negli ultimi anni un<br />
massiccio uso della pianta negli<br />
integratori alimentari al fine <strong>di</strong><br />
promuovere la riduzione del<br />
peso corporeo, inducendo nuovamente<br />
la FDA a porre in osservazione<br />
i prodotti a base <strong>di</strong><br />
Citrus aurantium. È altresì noto<br />
come la maggior parte degli integratori<br />
contenga in realtà miscele<br />
od estratti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
piante: non è infrequente dunque<br />
trovare integratori a base,<br />
per esempio, <strong>di</strong> caffeina e sinefrina,<br />
i cui effetti sinergici sono<br />
poi <strong>di</strong>fficilmente valutabili.<br />
Gli integratori alimentari utilizzati<br />
per perdere peso contengono<br />
me<strong>di</strong>amente 100-200 mg<br />
<strong>di</strong> estratto <strong>di</strong> arancia amara<br />
(Citrus aurantium), che forniscono<br />
10-40 mg <strong>di</strong> sinefrina<br />
per dose. Un estratto puro può<br />
contenere sino al 95% <strong>di</strong> sinefrina.<br />
Gli estratti utilizzati nella<br />
maggior parte degli integratori<br />
alimentari oggi utilizzati per<br />
perdere peso contengono una<br />
quantità <strong>di</strong> sinefrina maggiore<br />
rispetto a quella degli estratti<br />
del frutto secco o della buccia<br />
utilizzati nell’ambito della me<strong>di</strong>cina<br />
tra<strong>di</strong>zionale.<br />
In Italia la Circolare n. 3 del<br />
18 luglio 2002, pubblicata in<br />
Gazzetta Ufficiale n. 188 del<br />
12/08/2002, riporta avvertenze<br />
specifiche da inserire in<br />
etichetta per prodotti contenenti<br />
alcuni ingre<strong>di</strong>enti vegetali. Riguardo<br />
il Citrus aurantium la<br />
circolare recita: «l’apporto giornaliero<br />
<strong>di</strong> sinefrina con le quantità<br />
d’uso in<strong>di</strong>cate non deve<br />
superare i 30 mg, corrispondenti<br />
a circa 800 mg <strong>di</strong> Citrus<br />
aurantium con un titolo del 4%<br />
<strong>di</strong> tale sostanza. Avvertenze:<br />
non superare la dose giornaliera<br />
consigliata. In presenza <strong>di</strong><br />
car<strong>di</strong>ovasculopatie e/o ipertensione,<br />
prima <strong>di</strong> assumere il prodotto,<br />
consultare il me<strong>di</strong>co. Si<br />
sconsiglia l’uso in gravidanza,<br />
durante l’allattamento e al <strong>di</strong><br />
sotto dei 12 anni»; con questi limiti<br />
il Ministero della Salute ha<br />
inserito il Citrus aurantium nell’elenco<br />
degli estratti vegetali<br />
Ospedale IN 13<br />
ammessi nella produzione <strong>di</strong> integratori<br />
alimentari.<br />
All’estero la situazione è variegata:<br />
ad esempio la ven<strong>di</strong>ta<br />
<strong>di</strong> prodotti per perdere peso contenenti<br />
Citrus aurantium o sinefrina<br />
non è autorizzata in<br />
Canada. Negli Stati Uniti il Citrus<br />
aurantium (bitter orange) è inserito<br />
nel Poisonous Plants<br />
Database (PPD) una banca dati<br />
delle piante velenose, tuttavia la<br />
FDA ha solo proposto, ma non<br />
definito, la proibizione della<br />
ven<strong>di</strong>ta dei prodotti contenenti<br />
estratti <strong>di</strong> pianta o sinefrina.<br />
L’olio estratto dalla buccia, i<br />
fiori e le foglie sono altresì inseriti<br />
nel database americano<br />
degli ad<strong>di</strong>tivi alimentari<br />
(EAFUS, o “Everything Added<br />
to Food in the United States”),<br />
un inventario <strong>di</strong> tutto ciò che<br />
negli Stati Uniti viene aggiunto<br />
al cibo in qualità <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>tivo.<br />
Nel succo d’arancia concentrato,<br />
il volume <strong>di</strong> succo<br />
d’arancia amara non può<br />
eccedere il 5%.<br />
Lasciando il comparto alimentare,<br />
la sinefrina purificata viene<br />
utilizzata in alcune preparazioni<br />
farmaceutiche; negli Stati<br />
Uniti il composto viene utilizzato<br />
come decongestionante nasale<br />
e come vasocostrittore mentre in<br />
Europa si usa per il trattamento<br />
dell’asma e dell’ipotensione.<br />
Test clinici hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />
la somministrazione endovenosa<br />
<strong>di</strong> sinefrina alla velocità <strong>di</strong><br />
4 mg/min in volontari sani, incrementa<br />
la pressione sistolica e<br />
la pressione arteriosa me<strong>di</strong>a,<br />
<strong>di</strong>minuisce la resistenza vascolare<br />
periferica ma non influenza<br />
la pressione <strong>di</strong>astolica e la frequenza<br />
car<strong>di</strong>aca. Negli USA, a<br />
causa dell’effetto vasocostrittore<br />
esercitato dalla sinefrina, l’FDA<br />
ha stabilito che negli spray usati<br />
come decongestionanti nasali<br />
venga apposta l’avvertenza:<br />
“Utilizzare il prodotto alle dosi<br />
previste e per non più <strong>di</strong> tre<br />
giorni”. Gli effetti avversi che<br />
sono stati associati all’uso <strong>di</strong> tali<br />
preparazioni sono tachicar<strong>di</strong>a,<br />
aumento della pressione sanguigna,<br />
insonnia, nervosismo,<br />
tremori, cefalea e <strong>di</strong>fficoltà nella<br />
minzione. L’autorità regolatoria<br />
FDA consiglia in caso <strong>di</strong> con-<br />
PREVENZIONE
14<br />
PREVENZIONE<br />
Ospedale IN<br />
comitanza con <strong>di</strong>sturbi car<strong>di</strong>aci,<br />
ipertensione e/o problemi<br />
urinari <strong>di</strong> consultare un<br />
me<strong>di</strong>co prima <strong>di</strong> assumere decongestionanti<br />
nasali contenenti<br />
sinefrina. Viene anche<br />
sconsigliata l’associazione <strong>di</strong><br />
decongestionanti nasali con<br />
altri farmaci dotati degli stessi<br />
effetti secondari al fine <strong>di</strong> evitare<br />
l’insorgenza <strong>di</strong> complicanze<br />
pericolose.<br />
In Italia questi tipi <strong>di</strong> farmaci<br />
sono poco utilizzati ma gli<br />
estratti <strong>di</strong> arancio amaro e la<br />
sinefrina rientrano nella composizione<br />
<strong>di</strong> numerose preparazioni<br />
<strong>di</strong>magranti sotto forma<br />
<strong>di</strong> integratori alimentari. Tale<br />
uso viene giustificato dall’effetto<br />
agonista che la sinefrina<br />
eserciterebbe sui recettori-3<br />
adrenergici, la stimolazione dei<br />
quali potrebbe essere correlata<br />
ad un’attività lipolitica.<br />
I prodotti <strong>di</strong>magranti a base <strong>di</strong><br />
Citrus aurantium o <strong>di</strong> sinefrina<br />
sono sospettati <strong>di</strong> provocare effetti<br />
avversi car<strong>di</strong>ovascolari<br />
gravi, caratterizzati da tachicar<strong>di</strong>a,<br />
arresto car<strong>di</strong>aco, fibrilla-<br />
zione e collasso. Dal 1° Gennaio<br />
1998 al 24 Febbraio<br />
2004, l’Health Canada (Ministero<br />
della Salute Canadese)<br />
ha ricevuto 16 segnalazioni <strong>di</strong><br />
eventi avversi, a carico dell’apparato<br />
car<strong>di</strong>ovascolare, in<br />
soggetti che avevano assunto<br />
prodotti a base <strong>di</strong> arancio<br />
amaro o <strong>di</strong> sinefrina. Tutti i<br />
casi segnalati erano <strong>di</strong> notevole<br />
gravità. In sette dei suddetti<br />
casi gli integratori<br />
incriminati contenevano anche<br />
caffeina ed in otto casi era<br />
presente anche efedrina. In un<br />
solo caso si è trattato <strong>di</strong> un paziente<br />
che aveva assunto prodotti<br />
a base <strong>di</strong> arancio amaro<br />
privi <strong>di</strong> caffeina o efedrina. In<br />
due casi si è verificato il decesso<br />
del paziente. Le informazioni<br />
sul quantitativo e sulla<br />
composizione della miscela assunta<br />
erano insufficienti; pertanto,<br />
sulla base <strong>di</strong> queste<br />
segnalazioni, non è stato possibile<br />
valutare con certezza la<br />
pericolosità della sinefrina o<br />
del Citrus aurantium.<br />
In letteratura sono riportati<br />
vari casi <strong>di</strong> segnalazioni <strong>di</strong> effetti<br />
avversi associati all’uso <strong>di</strong><br />
integratori a base <strong>di</strong> arancio<br />
amaro o <strong>di</strong> sinefrina. In un<br />
caso viene documentato, in<br />
una donna <strong>di</strong> 55 anni, un ricovero<br />
in regime <strong>di</strong> pronto soccorso<br />
a causa <strong>di</strong> un infarto<br />
insorto in seguito all’assunzione<br />
<strong>di</strong> un prodotto <strong>di</strong>magrante<br />
a base <strong>di</strong> arancio<br />
amaro e <strong>di</strong> caffeina. Un altro<br />
caso si riferisce, invece, ad un<br />
paziente <strong>di</strong> 38 anni ricoverato<br />
a causa <strong>di</strong> un ictus ischemico<br />
insorto a seguito dell’assunzione<br />
<strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong>etetici contenenti<br />
sinefrina; infine si<br />
segnala il caso <strong>di</strong> una ragazza<br />
<strong>di</strong> 22 anni che, in seguito all’assunzione<br />
<strong>di</strong> un prodotto a<br />
base <strong>di</strong> Citrus aurantium, ha<br />
manifestato una sincope da<br />
sforzo con prolungamento dell’intervallo<br />
QT nel tracciato<br />
elettrocar<strong>di</strong>ografico.<br />
Tuttavia, è necessario sottolineare<br />
che in nessuno dei<br />
casi sopradescritti è stato determinato<br />
con certezza il rapporto<br />
<strong>di</strong> causalità tra<br />
l’assunzione <strong>di</strong> estratti <strong>di</strong><br />
Citrus aurantium e l’insorgenza<br />
degli effetti avversi.<br />
Le segnalazioni <strong>di</strong> reazioni avverse<br />
correlate all’uso <strong>di</strong> Citrus<br />
aurantium sono state contestate<br />
in una contro-analisi operata<br />
dall’American Herbal Products<br />
Association (AHPA), l’ente che<br />
negli Stati Uniti rappresenta le<br />
industrie erboristiche.<br />
Il ricorso agli integratori<br />
alimentari è cresciuto<br />
considerevolmente negli<br />
ultimi anni: un settore che in<br />
Italia conta migliaia <strong>di</strong> imprese<br />
<strong>di</strong>stribuite sul territorio nazionale<br />
e che produce fatturati stimati<br />
in milioni <strong>di</strong> euro; il<br />
successo è grande, verosimilmente<br />
perché tali prodotti<br />
trasmettono un messaggio<br />
positivo ad una<br />
grande fascia <strong>di</strong> popolazione,<br />
agendo sui concetti <strong>di</strong><br />
migliorato benessere e protezione<br />
dal processo d’invecchiamento;<br />
una crescita <strong>di</strong><br />
consenso da non sottovalutare,<br />
in particolare, in virtù dei potenziali<br />
rischi associati all’uso<br />
<strong>di</strong> queste prodotti, come anche<br />
evidenziato negli ultimi anni da<br />
indagini svolte dall’ISS (Istituto<br />
Superiore <strong>di</strong> Sanità).<br />
Le problematiche sono legate<br />
sia ad un uso eccessivo e<br />
non giustificato <strong>di</strong> tali prodotti<br />
(considerati alimenti per la nostra<br />
legislazione), specialmente<br />
se calati in un’ottica <strong>di</strong><br />
“autocura” dettata dalla pubblicità<br />
o dal passa parola, sia<br />
al rischio <strong>di</strong> instaurare un messaggio<br />
<strong>di</strong>storto sul valore insostituibile<br />
e fondamentale del<br />
perseguire una <strong>di</strong>eta equilibrata<br />
e <strong>di</strong> svolgere una adeguata<br />
attività fisica: inoltre<br />
iniziano ad essere ben descritti<br />
in letteratura scientifica<br />
vere e proprie reazioni<br />
avverse, interazioni con<br />
farmaci e allergie, specialmente<br />
per quegli integratori<br />
a base <strong>di</strong><br />
piante officinali il ministero<br />
della salute, consapevole <strong>di</strong><br />
tali rischi, ha inserito nella lista<br />
delle “sostanze e preparati vegetali<br />
ammessi” negli integratori<br />
alimentari altre avvertenze<br />
oltre a quella già citata per il<br />
citrus aurantium l.; in particolare,<br />
per quelle piante dove la<br />
letteratura scientifica ha evi-<br />
denziato potenziali criticità, si<br />
è ritenuto necessario informare<br />
il consumatore <strong>di</strong> eventuali<br />
interazioni con altri<br />
farmaci o controin<strong>di</strong>cazioni:<br />
così limiti ed avvertenze da<br />
apporre sulle etichette sono<br />
previste anche per gli integratori<br />
alimentari a base <strong>di</strong> hypericum<br />
perforatum l., cimicifuga<br />
racemosa nutt., ginkgo biloba l.,<br />
glycine max (l.) merr.<br />
Ospedale IN 15<br />
Ci <strong>di</strong>mentichiamo troppo<br />
spesso che i vegetali sono<br />
una fonte immensa <strong>di</strong> molecole<br />
e principi attivi <strong>di</strong> cui<br />
per lo più non siamo affatto<br />
a conoscenza oppure<br />
conosciamo poco i meccanismi<br />
d’azione ed i potenziali<br />
effetti benefici o tossici<br />
sull’organismo umano, eppure<br />
sono solo “scorze<br />
d’arancia amara”.<br />
Bibliografia<br />
Promozione salute in Piemonte. Il progetto “scorze d’arancia amara”, Gennaio 2008,<br />
Erboristeria Domani.<br />
ISS Dipartimento del farmaco, Smart Drug Quaderni.<br />
Ministero della salute, Circolare n. 3, 18 luglio 2002. Applicazione della procedura <strong>di</strong><br />
notifica <strong>di</strong> etichetta <strong>di</strong> cui all’art. 7 del Decreto legislativo n. 111/1992, ai prodotti a base <strong>di</strong><br />
piante e derivati aventi finalità salutistiche. Gazzetta Ufficiale n. 188, 12 agosto 2002.<br />
Elenco delle piante e degli estratti vegetali ammessi negli integratori alimentari:<br />
http://www.salute.gov.it<br />
FDA Food and Drug Administration USA http://www.cfsan.fda.gov/~dms/supplmnt.html<br />
U.S. Food and Drug Administration Centre for Food Safety and Applied Nutrition. Dietary<br />
Supplements: Ephedrine Alkaloids. Accessed at http://www.cfsan.fda.gov/~dms/ds-ephed.html<br />
on 9 January 2003.<br />
Paolo Aureli: Considerazioni generali introduttive sull’uso delle piante negli alimenti,<br />
negli integratori e in fitoterapia - Ann Ist Super Sanità Volume 41, n. 1, 2005.<br />
Francesca Menniti-Ippolito, Gabriela Mazzanti: Progetto pilota sulla sorveglianza delle<br />
reazioni avverse a prodotti a base <strong>di</strong> piante officinali e integratori alimentari, Ist Super<br />
Sanità Volume 41, n. 1, 2005.<br />
PREVENZIONE<br />
Segnaliamo con interesse il corso sulle maxiemergenze
16<br />
PREVENZZIONE<br />
Ospedale IN<br />
OSSIURI o VERMI DEI BAMBINI<br />
Miti, leggende, credulità<br />
popolare e ... scienza<br />
Ivermi dei bambini sono forse<br />
fra i parassiti intestinali dell'uomo<br />
che sono, ancora oggi<br />
nel X<strong>XI</strong> secolo, considerati da<br />
una grande porzione <strong>di</strong> popolazione<br />
entità al limite fra il sacro e<br />
il profano e nonostante i parassitologi<br />
siano riusciti a spiegarne<br />
il ciclo biologico e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />
siano state trovate da<br />
tempo le tecniche (farmaci) per<br />
la lotta, la “sapienza” popolare<br />
mette in campo tutta una serie <strong>di</strong><br />
rime<strong>di</strong> e rituali atti ad “esorcizzare”<br />
il parassita in un mix <strong>di</strong> imposizioni,<br />
preghiere e intrugli <strong>di</strong><br />
varia natura.<br />
L'agente infestante:<br />
morfologia e biologia<br />
Gli ossiuri sono sud<strong>di</strong>visi in due<br />
specie: Enterobius vermicularis e<br />
E. gregorii. Ambedue le specie<br />
comprendono vermi ton<strong>di</strong> filiformi<br />
con <strong>di</strong>mensioni variabili a seconda<br />
del sesso; le femmine misurano<br />
9-12 mm <strong>di</strong> lunghezza e<br />
0,3-0,6 mm <strong>di</strong> larghezza, mentre<br />
il maschio ha una lunghezza ridotta<br />
a 2-5 mm.<br />
La biologia <strong>di</strong> Enterobius è<br />
particolarmente semplice e prevede<br />
l'ingestione da parte dell'ospite<br />
delle uova contenenti la<br />
forma larvale del parassita. Una<br />
volta raggiunto l'intestino (duodeno)<br />
la larva esce dall'uovo e<br />
comincia lo sviluppo per raggiungere,<br />
dopo 14-30 giorni<br />
dall'ingestione dell'uovo, lo sta<strong>di</strong>o<br />
adulto.<br />
Lo sviluppo e la vita da adulto<br />
si completa nell'intestino cieco<br />
dove il parassita si nutre <strong>di</strong> materiale<br />
presente in sede intestinale<br />
e <strong>di</strong> detriti cellulari che si<br />
accumulano a livello epiteliare.<br />
Le femmine dopo poche settimane<br />
(6-8 settimane dall'ingestione<br />
delle uova) cominciano a<br />
produrre le uova che vengono<br />
<strong>di</strong> Moreno Dutto, Collaboratore Entomologia Me<strong>di</strong>ca<br />
Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle, Cuneo<br />
Il ciclo vitale degli ossiuri.<br />
trattenute all'interno del corpo.<br />
Con il progre<strong>di</strong>re dell'età la femmina<br />
migra lungo il colon fino a<br />
raggiungere l'apertura anale<br />
dalla quale fuoriesce e in tale<br />
sede comincia a deporre le uova<br />
(fino a 15-20 mila uova per femmina)<br />
e muore. Raramente la<br />
femmina, fuoriuscita dall'apertura<br />
anale, si introduce nella vagina<br />
oppure ritorna all'interno<br />
del lume intestinale.<br />
Le uova emesse, grazie a una<br />
particolare composizione della<br />
parete, restano adese alla cute.<br />
Le uova restano vitali e infestanti<br />
per circa 2 settimane, ma sono<br />
inattivate dalle temperature superiori<br />
a 60°C.<br />
Infestazione e clinica<br />
L'infestazione avviene essenzialmente<br />
per via orale attraverso<br />
l'ingestione <strong>di</strong> uova<br />
presenti sulle mani (tipica autoinfestazione<br />
dei bambini) oppure<br />
attraverso l'ingestione <strong>di</strong><br />
cibi o la manipolazione <strong>di</strong> oggetti<br />
infestati. Le uova possono<br />
essere <strong>di</strong>ffuse negli ambienti<br />
anche attraverso le mosche.<br />
Si tratta essenzialmente <strong>di</strong> una<br />
parassitosi che colpisce i bambini,<br />
anche se può colpire gli<br />
adulti in particolare se convivono<br />
con bambini infestati.<br />
Il significato patogeno del parassita<br />
è essenzialmente dovuto a<br />
fenomeni irritativi della mucosa<br />
intestinale e dalla sottrazione <strong>di</strong><br />
nutrimento. Nei bambini la parassitosi<br />
può essere asintomatica<br />
(in particolare nelle prime settimane<br />
con basse cariche infestanti),<br />
oppure si esprime con:<br />
prurito anale, sintomo classico<br />
che si manifesta maggiormente<br />
nelle ore notturne<br />
arrecando molto fasti<strong>di</strong>o;<br />
<strong>di</strong>sturbi gastroenterici vaghi,<br />
in taluni casi la parassitosi determina<br />
una sintomatologia <strong>di</strong> tipo<br />
appen<strong>di</strong>colare che può essere<br />
confusa con appen<strong>di</strong>citi;<br />
<strong>di</strong>sturbi della sfera emotiva,<br />
con insonnia, agitazione, <strong>di</strong>minuzione<br />
dell'appetito e irritabilità.<br />
Assolutamente importante precisare<br />
che gli ossiuri non hanno<br />
nessuna correlazione con l'acetone<br />
(crisi acetonemiche) che<br />
trova le sue cause in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni metabolici<br />
che determinano la presenza<br />
<strong>di</strong> corpi chetonici nel<br />
sangue. Nella cultura popolare,<br />
invece, sussiste la convinzione<br />
che siano gli stessi ossiuri ad essere<br />
causa scatenante delle crisi<br />
acetonemiche.<br />
Diagnosi e trattamento<br />
Una corretta <strong>di</strong>agnosi è essenziale<br />
al fine <strong>di</strong> poter risolvere<br />
questa parassitosi efficacemente<br />
e in tempi rapi<strong>di</strong>, oltre permettere<br />
<strong>di</strong> mettere un punto fermo sull'infestazione<br />
del soggetto, mentre<br />
troppo spesso la <strong>di</strong>agnosi e il trattamento<br />
sono basati sulle osservazioni<br />
<strong>di</strong> presenze vermiformi<br />
riscontrate nella massa fecale,<br />
oppure, sul prurito anale che, nonostante<br />
sia un buon sintomo che<br />
possa far pensare all'infestazione<br />
da ossiuri in età pe<strong>di</strong>atrica, però<br />
in realtà può essere <strong>di</strong> origine<br />
non parassitaria.<br />
La <strong>di</strong>agnosi deve essere basata su:<br />
riscontro e determinazione<br />
<strong>di</strong> adulti isolati dalla massa fecale;<br />
ricerca delle uova tramite<br />
scotch-test eseguito <strong>di</strong> mattino<br />
(appena il bambino si sveglia) e<br />
per tre giorni consecutivi (un campione<br />
può determinare facilmente<br />
una falsa negatività).<br />
A <strong>di</strong>agnosi certa il trattamento<br />
farmacologico è sempre in<strong>di</strong>cato<br />
e fra i principi attivi che funzionano<br />
meglio si annovera il mebendazolo.<br />
Il trattamento deve<br />
sempre essere eseguito una seconda<br />
volta dopo 7-21 giorni. Al<br />
fine <strong>di</strong> evitare la <strong>di</strong>spersione ambientale<br />
delle uova è utile praticare<br />
al bambino parassitato,<br />
ogni mattina appena sveglio, un<br />
lavaggio dell'area anogenitale<br />
con acqua e sapone. Questo lavaggio<br />
deve essere pratica per<br />
almeno 4-5 giorni dopo il trattamento<br />
antiparassitario.<br />
Rime<strong>di</strong> popolari<br />
I rime<strong>di</strong> popolari sono molti e<br />
spesso inefficaci, altri ingiustificati<br />
e pericolosi.<br />
Fra le tecniche popolari per il<br />
trattamento degli ossiuri si annovera:<br />
rimozione dei vermi, prevede<br />
la rimozione dei parassiti<br />
attraverso manipolazioni a livello<br />
dell'articolazione del polso. Dopo<br />
alcuni atti “estrattivi” il guaritore<br />
butta nuovamente i vermi nel terreno<br />
(credenza che i vermi dei<br />
bambini conducano vita libera<br />
nel terreno);<br />
segnatura dei vermi. È un<br />
trattamento a <strong>di</strong>stanza, dove il<br />
guaritore attraverso un particolare<br />
rituale tira dei fili <strong>di</strong> cotone<br />
incrociandoli sull'acqua e poi li<br />
taglia. I fili in questione rappresentano<br />
le presenze parassitarie<br />
che vengono uccise<br />
attraverso il taglio;<br />
infuso <strong>di</strong> assenzio, si somministrava<br />
un decotto <strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> as-<br />
Ospedale IN 17<br />
senzio (Artemisia absinthium).<br />
Questa pianta possiede sostanze<br />
farmacologicamente attive con<br />
proprietà tossiche epilettogene,<br />
seppur possa potenzialmente<br />
avere effetti vermifughi sussiste il<br />
rischio <strong>di</strong> effetti tossici, in particolare<br />
nei bambini, oltre ad essere<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile somministrazione<br />
(gusto molto amaro e acre);<br />
cartine vermifughe. Venivano<br />
preparate da alcuni farmacisti<br />
almeno fino alla metà degli<br />
anni '80. Questa cartine contenevano<br />
una miscela <strong>di</strong> santonina<br />
(principio attivo estratto dai semi<br />
<strong>di</strong> Artemisia cina) e cloruro mercuroso<br />
(calomelano). L'azione<br />
vermifuga era esplicata principalmente<br />
dall'artemisia, mentre il<br />
calomelano aveva effetto prettamente<br />
purgante. L'uso è ingiustificato<br />
per via della tossicità dei<br />
principi attivi;<br />
collane <strong>di</strong> aglio. L'aglio<br />
gode <strong>di</strong> ampia popolarità e al<br />
fine <strong>di</strong> sconfiggere gli ossiuri si<br />
utilizzano gli spicchi sbucciati<br />
con i quali si fa una collana<br />
che viene posta al collo del<br />
bambino alla sera prima <strong>di</strong> andare<br />
a letto. Questa tecnica risulta<br />
assolutamente inefficace e<br />
si corre il rischio <strong>di</strong> determinare<br />
reazioni infiammatorie<br />
cutanee in particolare nei bambini<br />
piccoli.<br />
Conclusioni<br />
La parassitosi da ossiuri è un evento parassitario che non rappresenta<br />
un'urgenza me<strong>di</strong>ca. Il nocciolo del problema sta nel sapere in<strong>di</strong>viduare<br />
tempestivamente segni e sintomi che possano far preludere ad un'infestazione<br />
del bambino e attuare, assieme al pe<strong>di</strong>atra nei casi in cui è necessario,<br />
un corretto iter <strong>di</strong>agnostico prima <strong>di</strong> intraprendere qualsiasi<br />
trattamento farmacologico.<br />
Assolutamente sono inutili (ritardano solo un trattamento efficace) e talvolta<br />
anche pericolosi i rime<strong>di</strong> popolari, considerato che oggi si <strong>di</strong>spone<br />
<strong>di</strong> farmaci ampiamente testati in età pe<strong>di</strong>atrica e assolutamente sicuri sotto<br />
il profilo tossicologico, oltre ad essere ben tollerati.<br />
Il trattamento farmacologico è sicuramente risolutivo ma al tempo stesso<br />
è assolutamente necessario inasprire le misure <strong>di</strong> igiene del bambino, dei<br />
conviventi e degli ambienti.<br />
Ottima abitu<strong>di</strong>ne, utile anche per prevenire la parassitosi negli ambienti<br />
comunitari (scuole, asili, ecc.), è insegnare ai bambini a:<br />
non mettere gli oggetti in bocca;<br />
non mettere le mani in bocca;<br />
lavarsi correttamente le mani nei mo<strong>di</strong> e nei tempi opportuni.<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista ambientale le uova possono essere infettanti per <strong>di</strong>verse<br />
settimane e sono resistenti ai più comuni <strong>di</strong>sinfettanti domestici.<br />
Quin<strong>di</strong> in caso <strong>di</strong> parassitosi è importante:<br />
aerare sempre bene le stanze (al fine <strong>di</strong> ridurre l'umi<strong>di</strong>tà);<br />
esporre al sole effetti letterecci oppure trattarli con il vapore (attraverso<br />
l'uso <strong>di</strong> generatori <strong>di</strong> vapore);<br />
cambiare frequentemente le lenzuola e lavarle a temperature adeguate<br />
assieme alla biancheria intima (> 60°C per almeno 20 minuti).<br />
PREEVENZIIONE
18<br />
NON SOLO OSSPEDALLEE<br />
Ospedale IN<br />
I POETI LIRICI GRECI<br />
ARCAICI IN PIEMONTESE!<br />
<strong>di</strong> Michele Bertero, SC Dermatologia<br />
Tra gli autori che scrivono in lingua piemontese, ho avuto occasione <strong>di</strong> conoscere<br />
l’Ingegnere Enrico Gullino, un Saluzzese che coltiva numerosi interessi culturali <strong>di</strong><br />
carattere storico ed artistico e che è stato anche autore <strong>di</strong> una originale traduzione<br />
dal greco antico alla lingua piemontese dei poeti lirici greci più antichi. Ho voluto<br />
qui riportare un esempio del suo interessante - e forse unico - lavoro.<br />
Enrico Gullino è nato a Saluzzo<br />
dove ha compiuto gli stu<strong>di</strong><br />
classici <strong>di</strong>plomandosi al Liceo<br />
Ha pubblicato la traduzione in<br />
Piemontese dei Carmi <strong>di</strong> Catullo a<br />
Lesbia (Lesbia, mè cheur; Saluzzo,<br />
G.B. Bodoni. Laureatosi in Inge-<br />
1980) e quella, già citata, dei Lirici<br />
gneria Elettrotecnica al Politecnico<br />
greci arcaici (Ij lirich grech arcàich,<br />
<strong>di</strong> Torino, ha svolto la sua carriera<br />
Gribaudo E<strong>di</strong>tore, Cavallermag-<br />
nell’industria, lavorando per imgiore<br />
1994).<br />
portanti gruppi internazionali. Dal<br />
Questa traduzione ha suscitato<br />
1980 al 2000, data del pensiona-<br />
l’interesse e l’approvazione del<br />
mento, si è de<strong>di</strong>cato alla libera pro-<br />
Prof. Umberto Boella, già docente<br />
fessione.<br />
<strong>di</strong> lettere antiche in Cuneo e noto<br />
Sotto il profilo culturale, ha col-<br />
per il suo rigore tecnico e <strong>di</strong>dattico.<br />
laborato con il “Musicalbrandé”,<br />
Il Professore stesso ha presentato<br />
ha collaborato e collabora con “La<br />
con grande interesse il lavoro <strong>di</strong><br />
Slòira”, “Piemontèis Ancheuj”,<br />
Gullino in una nota pubblicata su<br />
“L’Armanach <strong>di</strong>j Brandé”,<br />
“La Guida” n. 6 <strong>di</strong> Venerdì 10<br />
“Coumboscuro” e vari altri fogli in L’Ingegnere Enrico Gullino, autore<br />
Piemontese ed in Provenzale. È della traduzione in Piemontese<br />
stato premiato in molti importanti dei Poeti lirici greci più antichi.<br />
Febbraio 1995. Il testo è stato<br />
anche recensito da La Stampa e da<br />
fogli saluzzesi.<br />
concorsi in Piemontese ed ha otte-<br />
Enrico Gullino ha anche pubblinuto<br />
premi e menzioni nei concorsi internazionali cato Nebie e lun-e, una raccolta <strong>di</strong> 26 poesie in<br />
<strong>di</strong> poesia in lingua provenzale.<br />
Piemontese con traduzione italiana a fronte.<br />
Ma ora passiamo al confronto <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> questi frammenti poetici, nel testo originale (ci in<strong>di</strong>rizziamo<br />
ai pochi “grecisti” attivi), nella traduzione in Piemontese <strong>di</strong> Gullino ed in una traduzione in Italiano.<br />
Lirica <strong>di</strong> Mimnermo <strong>di</strong> Colofone, poeta greco del settimo secolo prima <strong>di</strong> Cristo.<br />
Di questo autore ci sono giunti solo sei o sette frammenti <strong>di</strong> poesie.<br />
Questo testo greco originale è stato scritto oltre duemilasettecento anni fa!<br />
Noi, come le feuje che la primavera,<br />
mare ‘d tute le fior, a fà fiurì<br />
e jë splëndor dël sol fan chërsi ‘n pressa,<br />
noi i sërcoma ‘d cheuj fin ch’a n’i-é<br />
le fior d’una stagion tròp lesta e curta<br />
sensa deje da ment gnanca na frisa<br />
a lò che ‘d bin e ‘d mal ël Cel masenta.<br />
Neire a në stan dacant veciaja e mòrt<br />
e në slussi l’é ‘l temp ëd giovëntura,<br />
longh coma longh a l’è ‘l temp ch’a-i buta ‘l sol<br />
a spantié so splëndor su costa tera.<br />
Ma quand che ‘l termo a sarà tòst passà<br />
mej la mòrt: ogni sòrta d’assident<br />
alora a caleran a sgnaché ‘l cheur:<br />
na vita pòvra e maira e decadenta,<br />
un dëstrut daj sagrin e n’aotr solet,<br />
consumà da na veuja ‘d companìa<br />
ch’a lo compagnerà fin’a la tomba...<br />
E a gnun ël Cel a-j negherà ‘d miseria.<br />
Traduzione in lingua Piemontese della<br />
poesia greca <strong>di</strong> Mimnermo riportata<br />
sopra. La traduzione è opera <strong>di</strong> Enrico<br />
Gullino ed è ripresa dal suo testo “Ij<br />
lirich grech arcaich”, Gribaudo E<strong>di</strong>tore,<br />
Cavallermaggiore 1994.<br />
Considerazioni<br />
sul testo<br />
Si tratta <strong>di</strong> una poesia greca<br />
antichissima (VII secolo a.C.) <strong>di</strong><br />
Mimnermo, composta con lo<br />
schema metrico del <strong>di</strong>stico elegiaco.<br />
Il poeta mette in stridente<br />
contrasto la giovinezza dell’uomo,<br />
che viene associata alla<br />
luce del sole, ai fiori, alle foglie,<br />
alla luminosa primavera, alla<br />
spensieratezza, con la decadenza<br />
della vecchiaia che viene<br />
tormentata ulteriormente dalle<br />
più comuni ma terribili sofferenze:<br />
l’in<strong>di</strong>genza, la solitu<strong>di</strong>ne<br />
per la mancanza <strong>di</strong> figli, la demenza.<br />
C’è una caduta libera<br />
nell’angoscia più profonda.<br />
Il punto <strong>di</strong> rottura tra la positività<br />
iniziale e la brutale negatività<br />
conclusiva è il lavoro<br />
subdolo ed in<strong>di</strong>fferente delle<br />
Parche, <strong>di</strong>vinità che regolano il<br />
destino dell’uomo nella mitologia<br />
antica.<br />
Quello che è straor<strong>di</strong>nario in<br />
questo frammento è l’attualità<br />
assoluta dei sentimenti espressi<br />
dal poeta migliaia <strong>di</strong> anni fa e<br />
la considerazione <strong>di</strong> come per<br />
ciò che riguarda le con<strong>di</strong>zioni<br />
umane che vengono citate nulla<br />
sia cambiato in questo lunghissimo<br />
tempo.<br />
La profonda tristezza che promana<br />
da questo testo, più profonda<br />
<strong>di</strong> quanto non appaia ad<br />
una rapida lettura, ricorda il<br />
pessimismo del Leopar<strong>di</strong>, nostro<br />
sommo poeta ben più recente.<br />
I Lirici greci<br />
Sono stati chiamati “Lirici” i<br />
poeti che sono vissuti in varie<br />
parti della Grecia tra il VII ed il<br />
VI secolo avanti Cristo e che<br />
cantavano le proprie poesie accompagnandosi<br />
con la lira, antico<br />
strumento musicale a corda.<br />
Si potrebbero definire i più antichi<br />
cantastorie dell’Occidente.<br />
La poesia lirica si caratterizza<br />
per l’interesse centrale per<br />
l’uomo, le sue espressioni, i suoi<br />
sentimenti e le sue reazioni (a<br />
<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella epica, che<br />
celebrava l’eroe ed il suo destino<br />
mescolato agli interventi<br />
degli dei, e <strong>di</strong> quella tragica,<br />
che contrapponeva l’uomo al<br />
suo destino e raggiungendo<br />
l’espressione letteraria più alta<br />
Ospedale IN 19<br />
Come la fiorita stagione della primavera fa<br />
crescere le foglie che si sviluppano in fretta con<br />
i raggi del sole, così noi ci rallegriamo per un<br />
attimo dei fiori della giovinezza senza conoscere<br />
né bene né male da parte degli dei; ma le nere<br />
Parche ci stanno accanto, l’una tenendo la fine<br />
della terribile vecchiaia e l’altra della morte:<br />
breve è il frutto della giovinezza, come il tempo<br />
che il sole impiega ad illuminare la terra. E dopo<br />
arriva la fine della stagione, subito il morire appare<br />
preferibile al vivere; infatti nell’animo accadono<br />
molte brutte cose: talvolta si è privati<br />
della casa e si sopportano le sofferenze della dolorosa<br />
povertà, un tale vorrebbe i figli e desiderandoli<br />
moltissimo scende sotto terra nell’Ade<br />
[senza averli avuti]; un altro ha una malattia che<br />
gli rode la mente e non c’è nessun uomo a cui<br />
Zeus non <strong>di</strong>a molti mali.<br />
Traduzione in lingua italiana della<br />
poesia greca <strong>di</strong> Mimnermo riportata<br />
sopra, del dott. Michele Bertero.<br />
e perfezionata della poesia occidentale).<br />
Dal punto <strong>di</strong> vista<br />
formale, la lirica ha portato<br />
anche all’invenzione <strong>di</strong> nuovi<br />
ritmi più adatti a scan<strong>di</strong>re i contenuti<br />
soggettivi.<br />
La poesia lirica nasce quando<br />
l’uomo greco è costretto a migrare<br />
in altre isole od in altre<br />
terre alla ricerca <strong>di</strong> una vita migliore<br />
e si trova ad essere arbitro<br />
del proprio destino personale ed<br />
artefice delle proprie scelte, <strong>di</strong> cui<br />
sconta in prima persona i rischi<br />
e le conseguenze: <strong>di</strong> qui una<br />
poesia centrata sul singolo e sui<br />
suoi sentimenti.<br />
Sebbene <strong>di</strong> questi Autori<br />
(Archiloco, Mimnermo, Alceo,<br />
Saffo, Ipponatte) ci siano giunti<br />
soltanto frammenti poetici <strong>di</strong><br />
testi recuperati fortunosamente<br />
o citati da Autori più recenti,<br />
quello che è rimasto è stato un<br />
punto <strong>di</strong> riferimento fisso per la<br />
formazione <strong>di</strong> alta cultura<br />
dell’Occidente, a partire dai<br />
tempi <strong>di</strong> Alessandro Magno, attraverso<br />
l’Atene <strong>di</strong> Platone e <strong>di</strong><br />
Aristotele, Roma antica ed il suo<br />
Impero, per giungere, attraverso<br />
il Me<strong>di</strong>oevo ed il Rinascimento,<br />
fino ai nostri tempi.<br />
NON SOLOO OSPPEDAALE
20<br />
NON SOLO OSSPEDALLEE<br />
Ospedale IN<br />
L’OSPEDALE SANTA CROCE<br />
NEL PERIODO<br />
Il grande ospedale citta<strong>di</strong>no<br />
sito nel cuore della città antica,<br />
ritornato nella gestione<br />
della Confraternita <strong>di</strong> Santa<br />
Croce, dopo la parentesi francese<br />
con la Commissione degli<br />
Ospizi1 , manteneva pressoché<br />
intatto il suo spirito <strong>di</strong> assistenza<br />
ai ceti più deboli e meno abbienti<br />
della popolazione, ed era<br />
amministrato dai membri delle<br />
principali famiglie dell’èlite<br />
nobiliare cuneese. Le <strong>di</strong>sposizioni<br />
legislative degli anni 1850-<br />
1852 – leggi guarentigie – ad<br />
opera del ministro <strong>di</strong> Grazia e<br />
Giustizia Giuseppe Siccar<strong>di</strong><br />
(1802-1857) avevano per oggetto<br />
la riduzione dei gran<strong>di</strong><br />
patrimoni degli or<strong>di</strong>ni ecclesiastici<br />
al fine <strong>di</strong> generare un maggior<br />
<strong>di</strong>namismo economico e<br />
miglioramento della produttività<br />
agraria. Le leggi entravano<br />
pure nella questione legata alla<br />
gestione degli ospedali, ai quali<br />
poneva, per la prima volta dalla<br />
loro costituzione, molti risalivano<br />
ai sec. <strong>XI</strong>V e XV, un controllo<br />
da parte dello Stato sulla<br />
ven<strong>di</strong>ta e acquisizione dei patrimoni<br />
immobiliari. L’ingresso<br />
dello Stato nel controllo del patrimonio<br />
<strong>di</strong> questi enti assistenziali<br />
privati rappresentava non<br />
soltanto una questione economica,<br />
ma era finalmente l’interesse<br />
della cosa pubblica nei<br />
confronti <strong>di</strong> un settore scarsamente<br />
considerato dalle forze<br />
governative. Tutto ciò non avveniva<br />
per caso ma grazie ad una<br />
crescita nel campo scientifico<br />
me<strong>di</strong>co-chirurgico nei paesi<br />
avanzati quali: Inghilterra,<br />
Francia, Olanda e Paesi ger-<br />
Parte II<br />
a cura dell’Arch. Edoardo Cavallo<br />
Fig. 7. G. ROSSI, Nuovo Piano Regolatore per le opere <strong>di</strong><br />
Abbellimento ed Ingran<strong>di</strong>mento della Città <strong>di</strong> Cuneo, 1832.<br />
Particolare dell’isolato (Isola XX<strong>XI</strong>V) e<strong>di</strong>lizio contenente i fabbricati<br />
dell’Ospedale Santa Croce con la chiesa annessa.<br />
manici 2 . Lo Stato Sabaudo<br />
aveva <strong>di</strong>mostrato, sin dal 1710,<br />
grazie all’iniziativa del re<br />
Vittorio Amedeo II, un aperto<br />
interesse verso le questioni sanitarie<br />
con la costruzione del<br />
nuovo grande ospedale torinese<br />
<strong>di</strong> San Giovanni Battista ad<br />
opera dell’architetto Amedeo <strong>di</strong><br />
Castellamonte 3 . Aveva imposto<br />
una scuola universitaria <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
per coloro che si occupavano<br />
della cura degli<br />
ammalati negli ospedali, reclutando<br />
per l’Università i migliori<br />
me<strong>di</strong>ci e chirurghi d’Europa, attingendo<br />
dalle famose scuole <strong>di</strong><br />
Padova, Bologna, Parigi, Leida<br />
e Oxford. L’interesse del sovrano,<br />
unitamente alle <strong>di</strong>sposi-<br />
zioni legislative in materia, avevano,<br />
nel tempo, coinvolto tutte le<br />
organizzazioni laico-religiose<br />
che gestivano gli ospedali locali<br />
– Confraternite – tanto da indurre<br />
all’abbandono gli antichi<br />
complessi e<strong>di</strong>lizi me<strong>di</strong>oevali ed<br />
e<strong>di</strong>ficarne <strong>di</strong> nuovi: ve<strong>di</strong> i casi<br />
dell’ospedale SS. Trinità <strong>di</strong><br />
Fossano, dell’Annunziata <strong>di</strong><br />
Savigliano oppure lo Spada <strong>di</strong><br />
Racconigi, mentre altri come<br />
quello <strong>di</strong> Cuneo e Mondovì rimaneggiarono<br />
ampiamente ed<br />
in modo complesso i loro siti<br />
originali.<br />
A Cuneo il complesso e<strong>di</strong>lizio<br />
dell’Ospedale <strong>di</strong> Santa Croce,<br />
negli anni che precedono<br />
l’Unità d’Italia, è, tutto som-<br />
mato, quello settecentesco.<br />
Gli ultimi gran<strong>di</strong> interventi,<br />
e cioè la<br />
costruzione della manica<br />
verso giorno con il<br />
grande ingresso e lo<br />
scalone marmoreo,<br />
erano stati realizzati<br />
negli anni 1727-1735<br />
su progetto degli architetti<br />
Francesco Gallo e<br />
Vittorio Bruno <strong>di</strong> Samone.<br />
Negli anni 1769-1775<br />
seguendo il <strong>di</strong>segno dell’architetto<br />
Bernardo<br />
Vittone furono portati a<br />
compimento dal capomastro<br />
Giacomo Boggio gli<br />
interventi nel grande cortile<br />
con una serie <strong>di</strong> opere<br />
che interessarono la chiusura<br />
del loggiato interno<br />
con gran<strong>di</strong> vetrate e tamponamenti<br />
con finestre<br />
rettangolari 4 .<br />
Il complesso e<strong>di</strong>lizio era<br />
articolato su quattro corpi<br />
<strong>di</strong> fabbrica, collegati tra<br />
loro, e posti lungo le<br />
strade che perimetravano<br />
l’isolato: la contrada <strong>di</strong><br />
San Francesco a notte, il<br />
baluardo <strong>di</strong> Stura a ponente, la<br />
contrada dell’Ospedale a<br />
giorno, e la contrada <strong>di</strong> Santa<br />
Croce a levante. I piani erano<br />
tre fuori terra ed uno seminterrato.<br />
I vari progetti <strong>di</strong> metà-fine<br />
Settecento avevano razionalizzato<br />
i blocchi e<strong>di</strong>lizi originali<br />
abbattendone alcuni e completandone<br />
altri, tanto da generare<br />
Fig. 8. B. VITTONE, Pianta del piano Primo<br />
con le due gran<strong>di</strong> “infermerie” a ponente separate<br />
dalla cappella interna. La corte interna<br />
ha il loggiato su due soli lati, databile al 1769.<br />
un ampio cortile interno con<br />
l’affaccio dei due piani <strong>di</strong> loggiati<br />
aperti. L’ingresso principale<br />
era sulla contrada <strong>di</strong> Santa<br />
Croce con un magnifico portale<br />
marmoreo barocco e un portone<br />
in noce scolpito. Dal loggiato<br />
del piano primo, che non<br />
tardò ad essere chiuso da vetrate<br />
e tamponamenti in mura-<br />
Fig. 9. G. ROSSI, Progetto <strong>di</strong> ampliazione della manica al sudovest<br />
del fabbricato del venerando Spedale dei Poveri Infermi<br />
eretto in questa Città sotto il titolo <strong>di</strong> Santa Croce collo stabilimento<br />
<strong>di</strong> un teatro anatomico 23 marzo 1833 [Pianta del Piano Primo).<br />
Ospedale IN<br />
tura con finestre rettangolari<br />
alte, sempre per la<br />
solita questione dei rigori<br />
invernali, si aprivano le<br />
porte <strong>di</strong> accesso alle infermerie<br />
per gli uomini,<br />
mentre per quella delle<br />
donne la manica si protendeva<br />
oltre il quadrilatero<br />
verso giorno. In<br />
mezzo, a separare i due<br />
sessi, la cappella con due<br />
ampie porte che consentivano<br />
ai degenti <strong>di</strong> seguire<br />
le cerimonie<br />
liturgiche. Nella manica<br />
traversa, verso giorno, a<br />
ridosso della chiesa,<br />
erano collocati gli ambienti<br />
per gli “incurabili”,<br />
i locali <strong>di</strong> alloggio per il<br />
primo me<strong>di</strong>co e primo<br />
chirurgo. In quella verso<br />
notte, con il grande portone<br />
carraio vi erano i<br />
locali destinati al Monte<br />
<strong>di</strong> Pietà.<br />
Il piano terreno era riservato<br />
agli ambienti <strong>di</strong><br />
supporto al nosocomio<br />
quali: la farmacia, l’amministrazione,<br />
i locali per<br />
la cucina e refettorio per i pellegrini,<br />
i depositi. Al piano secondo<br />
i gran<strong>di</strong> granai e gli<br />
alloggiamenti per il personale<br />
<strong>di</strong> servizio. Nel piano seminterrato<br />
vi erano collocate le cantine,<br />
le <strong>di</strong>spense, legnaie, ed<br />
altri ambienti <strong>di</strong> servizio.<br />
Il primo importante intervento<br />
del sec. <strong>XI</strong>X era avvenuto nel<br />
1833-34 quando si costruì il<br />
“teatro anatomico” ed i locali <strong>di</strong><br />
servizio, come prolungamento<br />
della manica delle “infermerie”<br />
verso meri<strong>di</strong>one. I lavori erano<br />
stati progettati sin dal 1823, ma<br />
la loro attuazione avvenne soltanto<br />
<strong>di</strong>eci anni dopo, quando<br />
era alle porte della città l’epidemia<br />
colerica proveniente dalla<br />
Provenza.<br />
Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> fruibilità delle<br />
varie maniche e<strong>di</strong>lizie risentivano<br />
negli anni Cinquanta <strong>di</strong><br />
forti carenze sia in termini <strong>di</strong><br />
spazio, sia in termini <strong>di</strong> degrado<br />
igienico-e<strong>di</strong>lizio. Uno dei<br />
problemi prioritari era la mancanza<br />
<strong>di</strong> acqua corrente ai vari<br />
piani. Tutta l’acqua usata veniva<br />
attinta dall’antico pozzo idrico<br />
21<br />
NON SOLOO OSPPEDAALE
22<br />
NON SOLO OOSSPEEDALE<br />
Ospedale IN<br />
all’interno della grande corte, il<br />
quale era stato approfon<strong>di</strong>to<br />
sino a raggiungere la falda<br />
freatica a circa quaranta metri<br />
sotto il piano del cortile. Il primario<br />
me<strong>di</strong>co Luigi Parola, sempre<br />
nella sua Relazione al<br />
Comitato provinciale del 1853,<br />
ne aveva denunciato la mancanza<br />
come cosa molto grave<br />
sotto il profilo sanitario per un<br />
ospedale <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>mensione ed<br />
importanza. Gli amministratori<br />
dell’ospedale accolsero la richiesta<br />
del me<strong>di</strong>co e fecero re<strong>di</strong>gere<br />
nel 1853, dal geometra Francesco<br />
Dematteis, il progetto <strong>di</strong> collegamento<br />
tra la pubblica<br />
fontana 5 posta sulla Contrada <strong>di</strong><br />
Santa Croce e la manica delle<br />
“infermerie” me<strong>di</strong>ante una condotta<br />
in tubi <strong>di</strong> piombo attraverso<br />
il cortile dello speziale, la grande<br />
corte centrale dove fu costruita<br />
una fontana all’aperto, le cucine,<br />
sino a raggiungere, al<br />
piano primo, i due gran<strong>di</strong> cameroni<br />
ed i bagni. L’opera risultava<br />
tecnicamente interessante,<br />
sia per la <strong>di</strong>mensione dell’immobile<br />
servito, sia per i materiali<br />
dell’epoca, ma doveva scontrarsi<br />
con la <strong>di</strong>mensione eccessivamente<br />
ridotta della presa d’acqua.<br />
La <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> far giungere<br />
l’acqua al primo piano annullò,<br />
in parte, i vantaggi dell’opera.<br />
Si dovette trovare un nuovo accordo<br />
con il Municipio per poter<br />
aumentare la portata e far giungere<br />
un quantitativo sufficiente<br />
alle “infermerie”.<br />
1 La Commissione <strong>di</strong>partimentale<br />
per gli Ospizi sorta nel 1802, aveva<br />
sostituito i vari enti e istituzioni <strong>di</strong> matrice<br />
cattolica che avevano dato origine<br />
all’assistenza sanitaria e sociale<br />
sul territorio. All’inizio i componenti,<br />
<strong>di</strong> nomina prefettizia, erano scelti tra<br />
coloro che appartenevano alla fazione<br />
giacobina, come l’ex frate<br />
Cavalli, il teologo Michele Revelli, gli<br />
avvocati Giuseppe Maria Fantini e<br />
Giuseppe Barbaroux, il me<strong>di</strong>co<br />
Javelli, il chirurgo Demichelis, ed<br />
altri. Con l’affermarsi dell’Impero i<br />
membri mutano e poco alla volta subentrano<br />
nuovamente le famiglie nobili<br />
che avevano avuti loro membri<br />
nell’esercito napoleonico come i<br />
Fig. 10. F. DEMATTEIS, Progetto per la derivazione dell’acqua dalla<br />
fontana pubblica esistente presso la chiesa <strong>di</strong> Santa Croce alle cinque<br />
interne <strong>di</strong> cui: una per il laboratorio della farmacia, una per<br />
il cortile centrale, una per la cucina, due per le infermerie ed una<br />
per i bagni (1853). L<br />
Ferrarsi <strong>di</strong> Celle, i Casotti <strong>di</strong> Chiusano,<br />
etc. La Commissione essendo<br />
costituita dagli stessi esponenti delle<br />
famiglie patrizie che l’avevano retta<br />
sino alla conquista napoleonica,<br />
mantenne, <strong>di</strong> fatto, una gestione<br />
molto simile a quella passata, senza<br />
fondamentali innovazioni, benché vi<br />
fossero molte novità in campo sanitario,<br />
si pensi alla campagna <strong>di</strong> vacinazione<br />
contro il vaiolo, che venne<br />
imposta dal governo francese con<br />
successo anche in Piemonte.<br />
Cfr. I. M. SACCO, La Provincia <strong>di</strong><br />
Cuneo dal 1800 ad oggi, Torino 1956.<br />
2 Lo stesso me<strong>di</strong>co Parola, unitamente<br />
al filosofo Vincenzo Botta,<br />
viaggiarono in Germania, Austria,<br />
Francia ed Inghilterra per conoscere<br />
la situazione sociale e sanitaria ed al<br />
loro ritorno <strong>di</strong>edero alla stampe il volume<br />
Del Pubblico insegnamento in<br />
Germania, stu<strong>di</strong> del dottore Luigi<br />
Parola e professor Vincenzo Botta,<br />
già deputati alla Camera Subalpina<br />
(Torino, Favale 1851). Nel volume i<br />
due autori <strong>di</strong>chiarano apertamente la<br />
loro convinzione che soltanto con<br />
l’istruzione impartita da preparati insegnanti<br />
si potesse formare una<br />
classe <strong>di</strong>rigente valida a governare le<br />
nazioni nello spirito <strong>di</strong> quell’ “apostolato”<br />
mazziniano <strong>di</strong> cui loro stessi<br />
erano convinti assertori. L’azione del<br />
Parola si estese ovviamente al suo<br />
settore specialistico, denunciando in<br />
più occasioni la necessità <strong>di</strong> un maggior<br />
impegno nell’assistenza sanitaria,<br />
lasciata troppo sovente alla<br />
libera iniziativa <strong>di</strong> brava gente, ma<br />
ancora troppo impregnata nelle convinzioni<br />
superstiziose, mentre il pro-<br />
gresso scientifico era già giunto a conoscenze<br />
razionali su quegli stessi<br />
problemi.<br />
3 Cfr. E. DELLAPIANA, P.M.<br />
FURLAN, M. GALLONI: I luoghi delle<br />
cure in Piemonte, Me<strong>di</strong>cina e architettura<br />
tra me<strong>di</strong>oevo ed età contemporanea,<br />
Celid 2004.<br />
4 Per una maggiore conoscenza<br />
dell’opera settecentesca ve<strong>di</strong> il saggio<br />
<strong>di</strong> P. LOVERA: L’Ospedale della<br />
Confraternita <strong>di</strong> Santa Croce in La<br />
Carità svelata, il patrimonio storico<br />
artistico della Confraternita <strong>di</strong> Santa<br />
Croce, a cura <strong>di</strong> Giovanni Romano,<br />
G. Galante Garrone, G. Spione,<br />
Cuneo 2007, pagg. 95-107.<br />
5 L’azione del protome<strong>di</strong>co Parola<br />
tendente al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni<br />
igienico-sanitarie della città,<br />
ed in particolare i suoi interventi per<br />
evitare il <strong>di</strong>ffondersi del contagio colerico<br />
del 1830-35, avevano avuto<br />
come primo aspetto il controllo delle<br />
acque che giungendo nella città dai<br />
canali e pozzi erano utilizzati <strong>di</strong>rettamente<br />
dalla popolazione veicolando<br />
l’infezione. La Municipalità,<br />
accogliendo le sue osservazioni, intraprese<br />
la costruzione <strong>di</strong> pubbliche<br />
fontane me<strong>di</strong>ante la costruzione <strong>di</strong> un<br />
acquedotto con tubazioni interrate,<br />
<strong>di</strong>ramate da un’unica fonte. Le fontane<br />
erano collocate nelle strade, addossate<br />
ai fabbricati con getto<br />
continuo, in modo che la gente potesse<br />
attingere <strong>di</strong>rettamente l’acqua<br />
corrente. L’intero progetto redatto nel<br />
1834 dal civico ingegnere Grato<br />
Perno e dall’ingegnere Giovanni<br />
Battista Moglino <strong>di</strong> Torino si attuò<br />
nell’arco <strong>di</strong> due anni.<br />
Il logo antichissimo<br />
dell’Università <strong>di</strong> Pavia<br />
a 2° guerra d’in<strong>di</strong>pendenza<br />
del 1859, che vide l’alleanza<br />
del Regno <strong>di</strong> Sardegna con la<br />
Francia <strong>di</strong> Napoleone III, provocò<br />
ingenti spostamenti <strong>di</strong><br />
truppe e numerosi fatti d’armi<br />
nella bassa Lombar<strong>di</strong>a, a pochi<br />
chilometri da Pavia. Ma con il<br />
transito delle truppe si verificò un<br />
notevole aumento <strong>di</strong> infezioni <strong>di</strong><br />
Sifilide, che minacciava <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondersi<br />
pericolosamente anche<br />
tra la popolazione civile.<br />
Ricor<strong>di</strong>amo che la Sifilide è<br />
una malattia batterica sessualmente<br />
trasmessa che passa attraverso<br />
tre fasi: inizialmente si<br />
manifesta una piccola ulcera nel<br />
punto <strong>di</strong> contagio che guarisce<br />
da sola in poche settimane anche<br />
senza trattamento, poi l’infezione<br />
si <strong>di</strong>ssemina provocando eruzioni<br />
cutanee, le più varie, per<br />
alcuni mesi, per poi spegnersi<br />
apparentemente. In realtà in<br />
circa un terzo degli infetti, in assenza<br />
<strong>di</strong> trattamento, dopo alcuni<br />
anni si possono avere<br />
gravissime compromissioni neurologiche<br />
che possono portare<br />
alla demenza (nell’Ottocento i<br />
Manicomi erano popolati per la<br />
maggior parte da sifilitici) o car<strong>di</strong>ologiche,<br />
con danni letali dell’aorta<br />
toracica o delle valvole<br />
car<strong>di</strong>ache. La complicanza peggiore,<br />
con gravi risvolti sociali,<br />
era però la Sifilide connatale,<br />
trasmessa dalla madre infetta al<br />
feto/neonato che se sopravviveva<br />
portava per tutta la vita<br />
gravi stigmate e han<strong>di</strong>caps motori<br />
o neurosensoriali (sor<strong>di</strong>tà, cecità,<br />
ecc). Tutto ciò accadeva<br />
poiché non vi era una terapia efficace:<br />
solo verso la fine della 2°<br />
guerra Mon<strong>di</strong>ale è comparsa la<br />
Penicillina, che ha stroncato la<br />
Sifilide ed è tuttora efficacissima:<br />
ma la malattia è sempre in agguato!<br />
In pratica in quegli anni<br />
dell’800 l’importanza e la gravità<br />
della Sifilide erano simili a<br />
quelle dell’AIDS prima che nel<br />
1995 iniziassero ad essere <strong>di</strong>sponibili<br />
trattamenti anti-retrovirali<br />
efficaci: si trattava <strong>di</strong> una<br />
malattia inguaribile e gravata da<br />
un’alta mortalità.<br />
Questi fatti allarmarono non<br />
poco il governo <strong>di</strong> Cavour, tanto<br />
da indurlo ad emettere, il 15<br />
Febbraio 1859, il Regolamento<br />
sulla prostituzione che prevedeva<br />
tra l’altro la cura coatta in sifilocomio<br />
(Ospedale per sifilitici)<br />
delle prostitute sospette <strong>di</strong> male<br />
venereo.<br />
Nel 1859 c’era stata l’annessione<br />
della Lombar<strong>di</strong>a al<br />
Piemonte e l’Università <strong>di</strong> Pavia,<br />
che era sotto l’Austria, passò<br />
sotto la giuris<strong>di</strong>zione del Regno<br />
<strong>di</strong> Sardegna. Questa Università,<br />
fin dai tempi <strong>di</strong> Maria Teresa<br />
d’Austria, era la seconda Università<br />
dell’Impero ed i regnanti<br />
asburgici che si sono succeduti<br />
sul trono imperiale le avevano<br />
concesso notevoli finanziamenti<br />
ed ampliamenti, facendo <strong>di</strong> tutto<br />
perché si sviluppasse un’attività<br />
<strong>di</strong> ricerca, insegnamento ed assistenza<br />
<strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne. Le lezioni<br />
venivano tenute in latino.<br />
La nuova legge Casati sull’istruzione<br />
pubblica fece sì che<br />
l’Università <strong>di</strong> Pavia potesse subito<br />
attivare il Corso libero <strong>di</strong><br />
Clinica Sifilitica. Solo dopo qualche<br />
anno, e precisamente nel<br />
1865, venne istituita la Clinica<br />
delle malattie della pelle, che<br />
andò ad affiancarsi alla Clinica<br />
Ospedale IN 23<br />
DERMATOLOGIA<br />
ED UNIFICAZIONE<br />
NAZIONALE A PAVIA<br />
<strong>di</strong> Michele Bertero, SC Dermatologia<br />
Il dott. Michele Bertero, Primario della Dermatologia dell’ASO “Santa Croce e Carle”, ha promosso<br />
e portato avanti per molti anni, con il supporto della nostra Azienda, un rapporto <strong>di</strong> collaborazione<br />
istituzionale con la Clinica Dermatologica dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia <strong>di</strong>retta dal<br />
Prof. Giovanni Borroni. Questo fatto permette alla Dermatologia <strong>di</strong> Cuneo <strong>di</strong> essere in <strong>di</strong>retta collaborazione<br />
<strong>di</strong>dattica e scientifica con una delle realtà universitarie italiane più prestigiose nel settore<br />
dermatologico, con collegamenti accademici in tutta Europa e negli Stati Uniti.<br />
Pochi mesi fa la Clinica Universitaria <strong>di</strong> Pavia ha celebrato il 150° anniversario della fondazione,<br />
e dalle relazioni tenute dai Professori pavesi sono emerse le curiose circostanze della nascita della<br />
Dermatologia, intrecciate strettamente con gli eventi bellici risorgimentali.<br />
Sifilitica. Il primo docente fu il<br />
Prof. Angelo Scarenzio, che risulta<br />
così il fondatore della<br />
Clinica Dermatologica <strong>di</strong> Pavia.<br />
Solo in seguito le due Cliniche si<br />
uniranno <strong>di</strong>ventando una Clinica<br />
Dermo-sifilopatica ed in seguito<br />
una Clinica Dermatologica. Per<br />
tutto l’800 infatti il problema<br />
emergente era la Sifilide, mentre<br />
l’interesse per le malattie cutanee<br />
ha potuto svilupparsi solo<br />
dall’inizio del‘900, quando,<br />
grazie alle migliorate misure <strong>di</strong><br />
prevenzione ed alla <strong>di</strong>sponibilità<br />
<strong>di</strong> cure dotate <strong>di</strong> qualche efficacia,<br />
la casistica <strong>di</strong> Sifilide<br />
andò decrescendo.<br />
Ecco come il flusso dei gran<strong>di</strong><br />
eventi storici che hanno portato<br />
all’unificazione nazionale, intrecciandosi<br />
con i movimenti epidemiologici<br />
<strong>di</strong> una malattia come la<br />
Sifilide, la cui cura è <strong>di</strong> pertinenza<br />
del Dermatologo, ha condotto<br />
alla nascita della Dermatologia<br />
Universitaria pavese.<br />
Un sentito ringraziamento al<br />
Prof. Rabbiosi, precedente Direttore<br />
della Clinica <strong>di</strong> Pavia, che mi<br />
ha fornito il testo della relazione<br />
tenuta in occasione del 150°<br />
della fondazione, da cui ho<br />
estratto alcune delle notizie riportate,<br />
ed al Prof. Borroni, attuale<br />
Direttore, che mi ha invitato<br />
a partecipare alla celebrazione.<br />
Un’ultima curiosità: la<br />
Dermatologia <strong>di</strong> Cuneo<br />
trae origine verso la fine<br />
del ‘700 quando viene<br />
stabilito che nell’Ospedale<br />
Santa Croce vengano istituiti<br />
due posti letto, de<strong>di</strong>cati<br />
alla cura <strong>di</strong> pazienti<br />
affetti da male venereo!<br />
NOON SOOLOO OOSSPEEDAALE
24<br />
NON SOLO OSSPEDALLEE<br />
Ospedale IN<br />
Limitazioni alla circolazione e<br />
alla sosta delle vetture<br />
durante le partite casalinghe<br />
del Cuneo Calcio 1905<br />
Con la presente Vi segnalo che la zona in cui risiedete subirà delle limitazioni alla circolazione e alla<br />
sosta delle vetture durante le partite casalinghe del Cuneo Calcio 1905. Alla luce della recente<br />
promozione della squadra <strong>di</strong> calcio citta<strong>di</strong>na in SERIE C2, è obbligatorio dare attuazione alle<br />
norme vigenti per i campionati professionistici introdotte a tutela dell’or<strong>di</strong>ne pubblico, al fine <strong>di</strong> garantire<br />
il regolare svolgimento delle partite.<br />
Su <strong>di</strong>sposizione della Questura <strong>di</strong> Cuneo è quin<strong>di</strong> necessario vietare, per motivi <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> viabilità,<br />
la sosta e/o il transito nei tratti <strong>di</strong> strada imme<strong>di</strong>atamente a<strong>di</strong>acenti lo sta<strong>di</strong>o.<br />
Per questo motivo, in tutti i giorni infrasettimanali, prefestivi e festivi in cui si svolgeranno<br />
allo Sta<strong>di</strong>o Comunale “F.LLI PASCHIERO” partite <strong>di</strong> calcio che vedranno impegnata la squadra “A.C.<br />
CUNEO 1905”, saranno vigenti le limitazioni alla sosta e/o al transito veicolare sotto<br />
elencate (come da planimetria allegata alla presente lettera):<br />
DIVIETO DI SOSTA<br />
Perimetro intorno allo STADIO F.LLI PASCHIERO – lungo le seguenti vie (ambo i lati):<br />
Corso Galileo FERRARIS – Via Giacomo MATTEOTTI – Via Ascanio SOBRERO – Corso MONVISO -<br />
tratti a<strong>di</strong>acenti lo sta<strong>di</strong>o comunale.<br />
Su queste strade sarà vigente la rimozione forzata.<br />
CHIUSURA AL TRANSITO<br />
Il blocco <strong>di</strong> tutti i veicoli, sia in entrata che in uscita, sarà vigente nelle seguenti strade:<br />
Corso GALILEO FERRARIS (da Corso MONVISO a Via BASSIGNANO)<br />
Via SOBRERO (da Corso MONVISO a Via P. GOBETTI)<br />
Via SAN DOMENICO SAVIO (da Corso MONVISO a Via MATTEOTTI)<br />
Corso MONVISO (da Via SCHIAPARELLI a Via SAN GIOVANNI BOSCO)<br />
Via MARIA AUSILIATRICE (da Via SOBRERO a Via SAN DOMENICO SAVIO)<br />
Via MATTEOTTI (da Via SCHIAPARELLI a Via SAN GIOVANNI BOSCO)<br />
I veicoli in arrivo in Corso DE GASPERI <strong>di</strong>rezione valle saranno deviati obbligatoriamente in Via SAN<br />
GIOVANNI BOSCO, mentre i veicoli in arrivo in Corso MONVISO <strong>di</strong>rezione monte saranno deviati obbligatoriamente<br />
in Via Giovanni SCHIAPARELLI.<br />
PERIODO<br />
Per tutta la stagione calcistica <strong>2011</strong>/12.<br />
Inizio dei <strong>di</strong>vieti: 3 ore prima dell’inizio della partita<br />
Fine dei <strong>di</strong>vieti: 2 ore dopo il termine della partita<br />
A titolo esemplificativo:<br />
Dalle ore 11,30 alle ore 18,30 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />
14,30 (es. partite <strong>di</strong> campionato durante il periodo invernale, da fine ottobre a marzo 2012).<br />
Dalle ore 12,00 alle ore 19,00 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />
15,00 (es. partite <strong>di</strong> campionato nel periodo settembre-ottobre <strong>2011</strong> e marzo-maggio 2012).<br />
Dalle ore 14,00 alle ore 21,00 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />
17,00 (es. partite <strong>di</strong> Coppa Italia).<br />
Dalle ore 17,30 alle ore 23,30 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />
20,30 (es. partite <strong>di</strong> Coppa Italia o posticipi <strong>di</strong> campionato del lunedì sera).<br />
Attualmente possiamo segnalare che le limitazioni alla circolazione e alla sosta<br />
delle vetture avverranno nei seguenti giorni:<br />
Domenica 21 agosto dalle ore 14 alle ore 21<br />
in occasione della partita <strong>di</strong> Coppa Italia Cuneo – Savona (inizio incontro ore 17,00).<br />
Mercoledì 31 agosto dalle ore 14 alle ore 21<br />
in occasione della partita <strong>di</strong> Coppa Italia Cuneo – Casale (inizio incontro ore 17,00).<br />
Le limitazioni alla circolazione veicolare saranno vigenti anche per i veicoli dei residenti.<br />
Il transito sarà consentito ai soli mezzi <strong>di</strong> soccorso, ai mezzi <strong>di</strong> polizia ed ai veicoli <strong>di</strong> organismi federali<br />
(Lega Pro).<br />
Vi consiglio inoltre <strong>di</strong> controllare i cartelli posti nella zona dello sta<strong>di</strong>o, dove verranno <strong>di</strong> volta in volta<br />
collocati dei pannelli informativi riportanti il calendario delle partite e segnalate eventuali mo<strong>di</strong>fiche agli<br />
orari <strong>di</strong> entrata in vigore dei <strong>di</strong>vieti.<br />
Segnalo infine che il sito internet del Comune (www.comune.cuneo.gov.it) riporterà il calendario delle<br />
partite casalinghe del Cuneo Calcio 1905, reperibile anche sul sito www.lega-pro.com<br />
Contando sulla Vostra collaborazione Vi saluto cor<strong>di</strong>almente.<br />
Per informazioni, chiarimenti<br />
e contatto <strong>di</strong>retto potete<br />
fare riferimento<br />
all’U.R.P. (Ufficio Relazioni<br />
con il Pubblico),<br />
Via Roma n. 28;<br />
orario: lunedì – giovedì 9-12; 14-16;<br />
venerdì 9-12.<br />
Numero verde 800701822;<br />
e-mail: urp@comune.cuneo.it<br />
www.comune.cuneo.gov.it<br />
Ospedale IN 25<br />
IL SINDACO<br />
Alberto Valmaggia<br />
DATA GIORNATA PARTITA<br />
4-09-<strong>2011</strong> 1^ Cuneo Borgo Buggiano<br />
18-09-<strong>2011</strong> 3^ Cuneo Sambonifacese<br />
2-10-<strong>2011</strong> 6^ Cuneo Lecco<br />
16-10-<strong>2011</strong> 8^ Cuneo San Marino<br />
26-10-<strong>2011</strong> 10^ Cuneo Santarcangelo<br />
6-11-<strong>2011</strong> 12^ Cuneo V.Entella<br />
16-11-<strong>2011</strong> 14^ Cuneo Mantova<br />
27-11-<strong>2011</strong> 16^ Cuneo Rimini<br />
11-12-<strong>2011</strong> 18^ Cuneo Poggibonsi<br />
15-01-2012 21^ Cuneo Giacomense<br />
29-01-2012 23^ Cuneo Pro Patria<br />
5-02-2012 24^ Cuneo Y<br />
19-02-2012 26^ Cuneo Bellaria Igea Marina<br />
4-03-2012 28^ Cuneo Valenzana<br />
11-03-2012 30^ Cuneo Montichiari<br />
25-03-2012 32^ Cuneo Renate<br />
4-04-2012 34^ Cuneo Casale<br />
22-04-2012 36^ Cuneo Treviso<br />
6-05-2012 38^ Cuneo Savona<br />
NON SOLOO OSPPEDAALE
26<br />
NON SOLO OSSPEDALLEE<br />
Ospedale IN<br />
SON TORNATI I PIÙ<br />
FUORI CHE DENTRO<br />
Vista dalla strada provinciale,<br />
la mongolfiera<br />
sembrava dominare<br />
come una enorme luna piena<br />
la sottostante 36^ Grande<br />
Fiera d’Estate al Miac <strong>di</strong><br />
Madonna dell’Olmo. Ormai<br />
era sera ed anche troppo tar<strong>di</strong><br />
per fare un giro sull’aerostato<br />
con Cristiana Lo Nigro, impegnata<br />
nella raccolta fon<strong>di</strong>, per<br />
sostenere il progetto <strong>di</strong> assistenza<br />
dei bambini e delle<br />
mamme in Sud Sudan tramite<br />
il Comitato <strong>di</strong> Collaborazione<br />
Me<strong>di</strong>ca – CCM ed il gruppo<br />
d’appoggio “Gli Amici <strong>di</strong><br />
Nanni”, in ricordo del dott.<br />
Ugliengo.<br />
Era qualche anno che non venivo<br />
alla kermesse cuneese promossa,<br />
nel frattempo, da fiera<br />
regionale a fiera nazionale. In<br />
effetti la rassegna si è sviluppata<br />
sia per numero <strong>di</strong> stand,<br />
più <strong>di</strong> mille, che <strong>di</strong> espositori,<br />
cinquecento provenienti da <strong>di</strong>verse<br />
parti d’Italia, oltre alla<br />
presenza delle istituzioni locali<br />
e dei promotori del territorio.<br />
Una gimkana pedonale che si<br />
snoda per tre chilometri e<br />
mezzo, a cominciare dalla mostra<br />
sulla prima ascensione al<br />
Monviso nel 1861 a quella <strong>di</strong><br />
“Experimenta: mi muovo…dun-<br />
<strong>di</strong> Essebì<br />
que sono”, per <strong>di</strong>panarsi tra le<br />
innovazioni tecnologiche nel<br />
campo dell’e<strong>di</strong>lizia e dell’arredamento,<br />
le ultime curiosità dell’artigianato<br />
locale ed estero,<br />
dell’abbigliamento e del tempo<br />
libero, con sosta <strong>di</strong> sollievo al<br />
self service, prima <strong>di</strong> accedere<br />
all’area dello spettacolo musicale<br />
organizzato dall’Azienda<br />
Ospedaliera in collaborazione<br />
con l’Asl CN 1.<br />
Ritornano i Più Fuori Che<br />
Dentro, con un avvio sensuale<br />
che ci riporta agli Anni Settanta<br />
quando Patty Labelle, inguainata<br />
in un vestito <strong>di</strong> piume colorate,<br />
proponeva l’inquietante<br />
ritornello: “voulez-vous coucher<br />
avec moi ce soir?”.<br />
La canzone “Lady Marmelade”<br />
non poteva non essere affidata<br />
ad Ilaria Blangetti, che ha reinterpretato<br />
il pezzo con eleganza<br />
ed energia, profuse anche nell’altrettanto<br />
famosa e, a suo<br />
tempo, <strong>di</strong>scussa “America”, <strong>di</strong><br />
Gianna Nannini. In questa e<strong>di</strong>zione<br />
poi, la Voce del gruppo ha<br />
avuto il supporto degli “Ilaria’s<br />
Boys” che dalla platea si son dati<br />
un gran da fare per sostenere la<br />
loro beniamina.<br />
A sfebbrare l’esor<strong>di</strong>o frizzante<br />
ci ha pensato il capitano-me<strong>di</strong>co<br />
dei “P.F.C.D.”,<br />
Francesco Lemut, miscelando<br />
“Lady Marmelade” con un pacato<br />
“Oye Como Va”.<br />
La scaletta musicale offerta,<br />
blindata da incancellabili motivi<br />
italiani e stranieri, è stata apprezzata<br />
dal pubblico presente<br />
che ha applau<strong>di</strong>to le prove superbe<br />
dell’intero complesso: i<br />
già affermati Igor Marongiu<br />
alla chitarra, Gianni Giraudo al<br />
pianoforte, Savio De Vito al<br />
basso, Lorenzo Arese alla batteria<br />
e, nuovo acquisto <strong>di</strong>rettamente<br />
dall’ASL CN1, Alessio<br />
Falletto alle percussioni.<br />
Le seconda parte dello spettacolo<br />
è stata animata dalla<br />
“Banda Osiris” che, costituita a<br />
Vercelli nel 1980, fonde musica,<br />
teatro e comicità, riscuotendo<br />
un crescente successo in trasmissioni<br />
ra<strong>di</strong>o e televisive.<br />
I componenti, Sandro Berti<br />
(mandolino, violino, trombone),<br />
Gianluigi Carlone (voce e sax),<br />
Roberto Carlone (trombone e<br />
pianoforte), Giancarlo Macrì<br />
(percussioni, batteria e bassotuba),<br />
sono impegnati nei <strong>di</strong>versi<br />
ruoli <strong>di</strong> autori, attori,<br />
conduttori oltre che musicisti ed<br />
acrobati, come hanno <strong>di</strong>mostrato<br />
nella serata del tre settembre,<br />
quando si sono<br />
scatenati in una mirabolante<br />
storia della musica che ha<br />
conquistato il pubblico.<br />
Come epilogo in grande<br />
stile, la Banda Osiris si è<br />
associata ai Più Fuori Che<br />
Dentro per un corale<br />
Knocking On Heaven’s<br />
Door che non si voleva finire.<br />
E tra canzoni e battute,<br />
non si è <strong>di</strong>menticato il fil<br />
rouge <strong>di</strong> tutta manifestazione:<br />
il progetto <strong>di</strong> solidarietà<br />
a favore delle<br />
madri e dei bambini del<br />
Sud Sudan, uno dei luoghi più<br />
poveri al mondo.<br />
Ha sottolineato l’importanza<br />
dell’iniziativa il Commissario<br />
dell’Azienda Ospedaliera, Dott.<br />
Mario Marchisio che, pur partecipando<br />
per la prima volta<br />
alla manifestazione, ha appoggiato<br />
la proposta fin dall’inizio.<br />
Hanno esposto il dettaglio del<br />
progetto benefico le due madrine<br />
dello show, Silvana<br />
Ungari, presentatrice ufficiale<br />
fin dalla prima e<strong>di</strong>zione e Cristiana<br />
Lo Nigro, atterrata dal<br />
suo pallone aerostatico sul<br />
palco per introdurre il commosso<br />
omaggio del prof. Pino<br />
Rappresento qui stasera l’Organizzazione “Non<br />
Governativa” Comitato Collaborazione Me<strong>di</strong>ca<br />
(CCM), nata a Torino nel 1968 e <strong>di</strong> cui faccio parte<br />
da sempre, l’Ospedale <strong>di</strong> Cuneo presso cui ho lavorato più<br />
<strong>di</strong> 20 anni e il Gruppo <strong>di</strong> appoggio del CCM Amici <strong>di</strong><br />
Nanni perché sono stato suo amico prima e, più ancora,<br />
dopo la sua scomparsa.<br />
Devo ringraziare tantissimi amici, ma permettetemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />
grazie prima <strong>di</strong> tutti al Commissario Dottor Marchisio.<br />
Quando siamo andati a presentargli il programma <strong>di</strong> sottoporre<br />
ai <strong>di</strong>pendenti dell’ASO S. Croce e Carle, e poi<br />
anche dell’ASL CN1, l’iniziativa<br />
“1 ora, un futuro”, ha subito approvato<br />
con semplicità e con coraggio (in<br />
questi tempi <strong>di</strong> crisi!). Poi ho scoperto<br />
che conosce bene l’Africa ed è ancora<br />
un segno del destino che all’inizio<br />
della sua carriera sia stato proprio in<br />
Sudan e che un suo figlio sia nato in<br />
Kenya come mia figlia.<br />
Ma quanti altri amici devo ringraziare,<br />
il Dottor Cento, le eleganti presentatrici<br />
<strong>di</strong> questa serata e gli artisti,<br />
l’Ufficio Qualità, ecc. ecc.: è una lista infinita.<br />
La carestia del Corno <strong>di</strong> Africa, le immagini dei bambini<br />
moribon<strong>di</strong> e delle guerre civili inducono alla perplessità,<br />
allo scoraggiamento. Vorrei presentare una mia<br />
riflessione.<br />
Non c’è soltanto un’Africa lasciata ai margini della globalizzazione<br />
e della storia, in uno stato immutabile <strong>di</strong> carestia<br />
e <strong>di</strong> povertà estreme.<br />
No, non è solo così: non amo il trionfalismo dei numeri<br />
dei bambini vaccinati, dei ricoverati, dei parti, ma posso<br />
assicurare che c’è una realtà interme<strong>di</strong>a che si intreccia<br />
Meo al collega e amico dott.<br />
Ugliengo e delle attività collegate<br />
al gruppo <strong>di</strong> appoggio al<br />
CCM a lui intitolato.<br />
Insostituibile capofila <strong>di</strong> tutta<br />
l’impresa è stato ancora una<br />
volta il dott. Guido Cento che,<br />
nonostante le <strong>di</strong>fficoltà e la fatica<br />
<strong>di</strong> organizzare, allestire,<br />
coor<strong>di</strong>nare tempi, risorse e persone,<br />
ha compiuto la magia <strong>di</strong><br />
realizzare un evento importante<br />
e significativo.<br />
Un grazie agli sponsor:<br />
RASECO Marino Antonio,<br />
Banca Casalgrasso, Relab srl,<br />
Assigranda, Diatech Pharma-<br />
Ospedale IN 27<br />
cogenetics, Targatocn, Banca<br />
Alpi Marittime, DP Me<strong>di</strong>cal,<br />
Autoacas-Robaldo, Aldo<br />
Carni, Dog Service Cuneo,<br />
Video Center, Liquor Center,<br />
Bra Gas per i contributi economici,<br />
senza i quali non sarebbe<br />
stato possibile effettuare<br />
l’evento. Un grazie a Boba e<br />
l’equipaggio della mongolfiera,<br />
a tutti i <strong>di</strong>pendenti e privati<br />
che hanno generosamente<br />
donato, partecipato ed applau<strong>di</strong>to,<br />
al nostro CRAL e al<br />
persioanle dell’SC Ufficio<br />
Qualità - Comunicazione per il<br />
sostegno e l’insostituibile supporto<br />
organizzativo!!<br />
con i nostri insuccessi e le in<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bili insufficienze del nostro<br />
lavoro, un qualcosa fatto <strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> speranza nella<br />
gente e nel nostro lavoro.<br />
Qualcuno <strong>di</strong>rà che deriva dalla cecità <strong>di</strong> chi non vuole<br />
vedere, dall’ottimismo intenzionale, il cosiddetto<br />
“Afrottimismo”. Invece no, non è utopia.<br />
Ce lo <strong>di</strong>cono le donne, le gran<strong>di</strong> eroiche testimonial<br />
della famiglia africana e della <strong>di</strong>fesa della vita umana, lavoratrici<br />
instancabili, forti e tenaci, poche parole e tante<br />
fatiche. La sofferenza e l’abnegazione <strong>di</strong> queste madri<br />
danno loro una grandezza senza confronti.<br />
Ce lo <strong>di</strong>cono i bambini orgogliosi<br />
dei loro quaderni tagliati a metà, delle<br />
quattro parole inglesi che hanno imparato,<br />
pronti a faticare in casa con i<br />
fratellini e con i vecchi della famiglia,<br />
sempre allegri anche nella malattia e<br />
nella fame, capaci <strong>di</strong> non piangere<br />
mai.<br />
Ce lo <strong>di</strong>cono i giovani pieni <strong>di</strong> voglia<br />
<strong>di</strong> imparare, che hanno capito subito<br />
che l’istruzione è l’unico sentiero <strong>di</strong><br />
uscita dal pantano della miseria<br />
estrema in cui si <strong>di</strong>battono le loro famiglie.<br />
Pensiamo al referendum sudanese, ai votanti pari al<br />
98,83% dei registrati: sono andati a votare quasi tutti, in<br />
un paese senza strade, senza macchine, in or<strong>di</strong>ne e in silenzio,<br />
sotto il sole e nel buio delle notti: un incre<strong>di</strong>bile episo<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> civismo, una risoluta battaglia <strong>di</strong> democrazia<br />
<strong>di</strong>retta con cui il popolo sudanese ha voluto fondare il suo<br />
stato, la Repubblica del Sud Sudan, 54° e ultimo stato africano.<br />
No, l’offerta che de<strong>di</strong>chiamo a loro non sarà sprecata.<br />
Giuseppe Meo<br />
NON SOLOO OSPPEDAALE
28<br />
PILLOLE<br />
Ospedale IN<br />
I farmaci nell’arma<strong>di</strong>etto<br />
Quante scatole <strong>di</strong> compresse,<br />
supposte, fiale,<br />
sciroppi sono accumulate<br />
in qualche arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong> casa nostra?<br />
Alcune scatole sono intatte,<br />
alcune sono scadute. Di alcune<br />
me<strong>di</strong>cine manca il foglietto illustrativo,<br />
<strong>di</strong> altre non ci si ricorda<br />
neanche più perché fossero state<br />
prescritte. Alcune sono state prese<br />
in farmacia pagando un piccolo<br />
contributo, altre sono state acquistate<br />
a prezzo pieno.<br />
In Italia le confezioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine<br />
sono già confezionate in<br />
scatole con una quantità prefissata<br />
<strong>di</strong> compresse o fiale, mentre<br />
negli Stati Uniti il farmacista confeziona<br />
ogni volta un boccettino<br />
con il numero <strong>di</strong> compresse prescritte<br />
dal me<strong>di</strong>co, applicando<br />
un’etichetta in<strong>di</strong>cante il nome del<br />
farmaco, la dose, la quantità che<br />
deve essere assunta ogni giorno, e<br />
il nome del me<strong>di</strong>co prescrittore [ i ].<br />
In questo modo si dovrebbero ridurre<br />
gli sprechi, visto che ogni<br />
paziente riceve le pastiglie <strong>di</strong> cui<br />
ha bisogno. In realtà, anche in<br />
America viene segnalato un<br />
enorme spreco <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine. Si<br />
calcola che ogni anno le famiglie<br />
italiane buttino circa un miliardo<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine non usate [ ii ]. Da anni<br />
è in corso un ampio <strong>di</strong>battito tra<br />
l’agenzia regolatoria (l’AIFA), che<br />
approva l’immissione in commercio<br />
delle me<strong>di</strong>cine, e le industrie<br />
che le producono, per stabilire<br />
quali siano le confezioni ottimali<br />
come numero <strong>di</strong> pillole in ogni<br />
scatola. Negli anni si è giunti a<br />
produrre confezioni che servano<br />
il trattamento <strong>di</strong> pochi giorni per<br />
una malattia infettiva o infiammatoria<br />
o <strong>di</strong> un mese per le patologie<br />
croniche, in modo che il<br />
paziente nel primo caso non accumuli<br />
me<strong>di</strong>cine e nel secondo<br />
non debba ricorrere frequentemente<br />
dal me<strong>di</strong>co a rinnovare le<br />
prescrizioni. La ven<strong>di</strong>ta, però, <strong>di</strong><br />
scatole per trattamenti ancora più<br />
lunghi è problematica, in quanto<br />
può capitare che il me<strong>di</strong>co decida<br />
<strong>di</strong> cambiare al terapia e il paziente<br />
potrebbe trovarsi a casa<br />
una scorta per mesi che non può<br />
più utilizzare. Negli Stati Uniti<br />
<strong>di</strong> Marco Bobbio, SC Car<strong>di</strong>ologia<br />
sono stati avviati programmi per<br />
riconfezionare le me<strong>di</strong>cine non<br />
usate per i pazienti che non sono<br />
in grado <strong>di</strong> comprarsele (negli<br />
Stati Uniti i farmaci vengono sempre<br />
pagati dai pazienti e, quelli<br />
che hanno un’assicurazione, ottengono<br />
poi dei rimborsi parziali),<br />
mentre in Italia non è<br />
ammessa la ri<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> farmaci<br />
già venduti, anche con le<br />
scatole intatte.<br />
L’accumulo <strong>di</strong> farmaci non utilizzati<br />
solleva tre problemi. In<br />
primo luogo se i farmaci prescritti<br />
non vengono assunti c’è il rischio<br />
che il paziente non venga adeguatamente<br />
curato. In secondo<br />
luogo, le me<strong>di</strong>cine accumulate<br />
possono essere somministrate in<br />
modo autonomo a parenti ed<br />
amici senza un adeguato controllo<br />
me<strong>di</strong>co, inducendo talvolta<br />
interazioni che rendono inefficaci<br />
o pericolosi altri farmaci assunti<br />
abitualmente o, come può capitare<br />
per gli antibiotici, l’uso sconsiderato<br />
facilita fenomeni <strong>di</strong><br />
resistenza da parte <strong>di</strong> germi aggressivi<br />
[ iii ]. Infine è necessario<br />
smaltire in modo adeguato “gli<br />
avanzi”.<br />
I me<strong>di</strong>cinali non sono<br />
spazzatura qualunque<br />
L’eliminazione dei me<strong>di</strong>cinali<br />
nella spazzatura comune o negli<br />
scarichi del lavan<strong>di</strong>no o del gabinetto<br />
sta creando un crescente<br />
problema <strong>di</strong> inquinamento chimico.<br />
Negli Stati Uniti, analizzando<br />
l’acqua potabile, sono<br />
state rilevate tracce <strong>di</strong> antipertensivi,<br />
antinfiammatori, antibiotici,<br />
ipolipemizzanti, estrogeni con<br />
possibili “effetti terapeutici” non<br />
voluti nella popolazione [ iv ]. In Italia<br />
da anni l’Istituto <strong>di</strong> Ricerche<br />
farmacologiche “Mario Negri” <strong>di</strong><br />
Milano si occupa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are le<br />
sostanze farmaceutiche <strong>di</strong>sperse<br />
nell’ambiente. Le percentuali sono<br />
molto basse e attualmente non<br />
pericolose, ma suscitano un certo<br />
allarme tra i responsabili della<br />
salute pubblica. Non è possibile<br />
<strong>di</strong>stinguere se l’inquinamento sia<br />
dovuto allo smaltimento inappropriato<br />
<strong>di</strong> vecchie confezioni o da<br />
sostanze ancora attive, eliminate<br />
con le urine, per farmaci assunti<br />
regolarmente e correttamente.<br />
Qualche consiglio<br />
Non farsi prescrivere farmaci<br />
“in previsione <strong>di</strong>..”; si rischia poi<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarsi <strong>di</strong> averlo in casa<br />
e <strong>di</strong> farsi prescrivere altre confezioni<br />
quando compare un malanno.<br />
Fare attenzione a farmaci<br />
che possono avere nomi <strong>di</strong>versi,<br />
ma essere composti dalle stesse<br />
molecole; controllare non solo il<br />
nome commerciale, ma anche il<br />
nome della molecola, per non<br />
comprare una me<strong>di</strong>cina identica<br />
a quella che si è accumulata nel<br />
cassetto. Non abbandonare le<br />
precedenti confezioni quando il<br />
me<strong>di</strong>co cambia il dosaggio: in<br />
molti casi si può assumere una<br />
frazione della compressa se si<br />
deve ridurre il dosaggio o più<br />
compresse contemporaneamente<br />
se si deve aumentare. Buona<br />
norma è quella <strong>di</strong> portare perio<strong>di</strong>camente<br />
al me<strong>di</strong>co i farmaci<br />
accumulati, per valutare quali<br />
posso essere ancora tenuti e quali<br />
smaltiti.<br />
Infine, per evitare <strong>di</strong> peggiorare<br />
l’inquinamento ambientale, è necessario<br />
che le me<strong>di</strong>cine non più<br />
usate o scadute vengano riposte<br />
negli appositi contenitori presenti<br />
in prossimità delle farmacie o<br />
consegnarle <strong>di</strong>rettamente al farmacista,<br />
che proverà a smaltirli in<br />
modo sicuro. Non buttare le me<strong>di</strong>cine<br />
nell’immon<strong>di</strong>zia o negli<br />
scarichi.<br />
i Shrank WH. Our bulging me<strong>di</strong>cine<br />
cabinets – The other side of me<strong>di</strong>cation<br />
nonadherence. N Engl J Med <strong>2011</strong>;<br />
364:1591-3.<br />
ii Non buttarli a caso. Come smaltire<br />
i farmaci. Altroconsumo Test<br />
Salute 77, <strong>di</strong>cembre 2008.<br />
iii Richman PB, Garra G, Eskin B,<br />
et al. Oral antibiotic use without<br />
consulting a physician: a survey of<br />
ED patients. Am J Emerg Med 2001:<br />
19:57-60.<br />
iv Benotti MJ, Trenholm RA, Vanderford<br />
BJ, et al. Pharmaceutical and endocrine<br />
<strong>di</strong>sruption compounds. In US drinking<br />
water. Environ Sci Technol 2009;<br />
43:597-603.<br />
Jeff Porcaro<br />
Mister Shuffle<br />
Atutti gli amanti e appassionati<br />
del rullare delle<br />
bacchette, del tintinnio<br />
dei piatti, del battere o levare<br />
della grancassa e degli assoli <strong>di</strong><br />
batteria non potrà essere sconosciuto<br />
il nome <strong>di</strong> Jeff Porcaro.<br />
Jeff è considerato uno dei più<br />
gran<strong>di</strong> batteristi <strong>di</strong> tutti i tempi,<br />
unico ed irripetibile.<br />
Precursore e innovatore è ritenuto<br />
l’artefice, grazie allo stile e<br />
al talento innato, delle tecniche<br />
moderne <strong>di</strong> suonare la batteria.<br />
Figlio <strong>di</strong> un percussionista <strong>di</strong><br />
origine italiana inizia, predestinato,<br />
fin da bambino a suonare<br />
batteria e percussioni.<br />
A soli 14 anni fonda una band<br />
con alcuni amici che in futuro formeranno<br />
una delle rock band più<br />
famose al mondo, i Toto.<br />
La sua lunga carriera <strong>di</strong><br />
session man, turnista o collaboratore,<br />
che partecipa alle incisioni<br />
<strong>di</strong> innumerevoli famosi<br />
artisti, inizia nel 1974, anno in<br />
cui abbandona gli stu<strong>di</strong> per de<strong>di</strong>carsi<br />
totalmente alla musica.<br />
Insieme agli amici, turnisti<br />
anche loro, nelle sessioni <strong>di</strong> incisione<br />
nasce l’idea <strong>di</strong> formare<br />
una band propria.<br />
Inizia l’era dei Toto, band rock<br />
planetaria <strong>di</strong> cui farà parte<br />
anche il fratello Steve, tastierista.<br />
Il nome alla band viene dato<br />
proprio da Jeff che lo prende in<br />
prestito dal cane Toto del film Il<br />
Mago <strong>di</strong> Oz, inoltre in latino<br />
Toto significa totale “che comprende<br />
tutto” e viene ritenuto il<br />
nome ideale per identificare il<br />
repertorio musicale del gruppo.<br />
Piccolo grazioso aneddoto legato<br />
al nome della band: in un<br />
loro tour in Giappone, il nome<br />
Toto suscita una grande ilarità<br />
poiché omonimo del nome <strong>di</strong><br />
una famosa <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> toilette.<br />
Il loro primo album del 1978,<br />
che contiene Hold the line,<br />
vende più <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong> copie.<br />
by Max<br />
Ottengono la nomination al<br />
Grammy Awards per la categoria<br />
Best new artist.<br />
Esplode il successo dei Toto e<br />
il successo personale <strong>di</strong> Jeff, il<br />
batterista acclamato, che si presenta<br />
sul palco seduto alla batteria<br />
con la sigaretta in bocca e<br />
la fascia <strong>di</strong> tennista sulla fronte.<br />
La sua carriera <strong>di</strong> musicista<br />
non è legata solo al fatto <strong>di</strong> essere<br />
il batterista della band ma<br />
anche alla collaborazione a<br />
centinaia <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> artisti famosi.<br />
È considerato uno dei migliori<br />
e più pagati musicisti della West<br />
Coast.<br />
La sua statura <strong>di</strong> artista sarebbe<br />
stata riconosciuta anche<br />
senza l’appartenenza al<br />
gruppo: a soli 28 anni aveva<br />
già raggiunto il vertice <strong>di</strong> una<br />
professionalità e una competenza<br />
senza pari.<br />
Possessore <strong>di</strong> un impeccabile<br />
senso del ritmo e con una innata<br />
versatilità verso ogni stile<br />
musicale, Jeff non aveva mai<br />
avuto la vera percezione <strong>di</strong> essere<br />
<strong>di</strong>ventato uno dei più<br />
gran<strong>di</strong> batteristi del mondo,<br />
anche perché non voleva che<br />
questa fama compromettesse i<br />
rapporti con gli altri componenti<br />
il gruppo e <strong>di</strong> conseguenza<br />
mettesse pressione alla<br />
sua vita privata.<br />
Le sue collaborazioni in stu<strong>di</strong>o<br />
<strong>di</strong> registrazione spaziano dai<br />
DISCOGRAFIA<br />
Toto<br />
Hydra<br />
Tum back<br />
Toto IV<br />
Isolation<br />
Fahrenheit<br />
The Seventh One<br />
Kingdom of desire<br />
Ospedale IN 29<br />
Dire Straits a Elton John, da<br />
Madonna a Bruce Springsteen,<br />
da Michael Jackson a Paul<br />
McCartney e l’elenco potrebbe<br />
continuare per molto.<br />
Viene definito Mister Shuffle<br />
per il suo modo <strong>di</strong> suonare la<br />
batteria e per il suo personalissimo<br />
gusto musicale.<br />
Il suo stile spazia nei <strong>di</strong>versi<br />
generi musicali dal pop al rock<br />
al r&b al jazz.<br />
Come buona parte degli artisti<br />
del periodo, gli abusi <strong>di</strong> alcool,<br />
fumo, cocaina ne minano<br />
il fisico e in particolare il<br />
cuore.<br />
In una giornata <strong>di</strong> agosto del<br />
1992 mentre nella sua villa si<br />
de<strong>di</strong>ca al giar<strong>di</strong>naggio, spargendo<br />
dei pestici<strong>di</strong> una allergia,<br />
<strong>di</strong> origine sconosciuta, lo<br />
stronca mandandolo in arresto<br />
car<strong>di</strong>aco.<br />
L’autopsia rileva una grave<br />
con<strong>di</strong>zione car<strong>di</strong>aca già precedentemente<br />
<strong>di</strong>agnosticata.<br />
Risultarono inoltre, anche se<br />
ufficialmente la notizia non<br />
venne mai accre<strong>di</strong>tata, tracce <strong>di</strong><br />
cocaina.<br />
Queste fonti vennero sempre<br />
smentite dalla famiglia e dall’entourage<br />
dell’artista.<br />
Venne fondato il Jeff Porcaro<br />
Memorial Fund a favore dei<br />
nuovi musicisti che fornisce<br />
quattro borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ogni<br />
anno.<br />
Innumerevoli sono stati i tributi<br />
in concerto per Jeff, numerose<br />
pubblicazioni e filmati sulla sua<br />
innata bravura musicale sono<br />
fonte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per tutti coloro<br />
che vogliono intraprendere<br />
l’arte del batterista.<br />
Jeff Porcaro ha lasciato l’impronta<br />
nella storia della musica<br />
rock e ancora oggi si può percepire<br />
ed assaporare il suo talento,<br />
riascoltando i brani incisi<br />
dove la sua batteria è elemento<br />
trainante.<br />
DOODIEESIISMMINOREE
30<br />
MMEDICINA NNEEL MOONNDDOO<br />
Ospedale IN<br />
La malattia mentale<br />
nelle trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Sofocle<br />
1. Coor<strong>di</strong>nate per<br />
un’analisi psicopatologica<br />
in Trage<strong>di</strong>a<br />
«P<br />
raticamente ogni personaggio<br />
in Trage<strong>di</strong>a<br />
è emotivo, per non<br />
<strong>di</strong>re collerico o persino nevrotico;<br />
anzi, neppure godrebbe<br />
dei requisiti per il ruolo uno che<br />
avesse la sfortuna <strong>di</strong> possedere<br />
senso <strong>di</strong> misura o reazioni controllate»:<br />
l’avvertenza è <strong>di</strong> Nevil<br />
Edgar Collinge, il primo stu<strong>di</strong>oso<br />
ad analizzare l’attitu<strong>di</strong>ne<br />
dei poeti tragici al trattamento<br />
clinico del <strong>di</strong>sturbo mentale, e<br />
merita <strong>di</strong> essere tenuta in preventiva<br />
considerazione da<br />
chiunque si accinga ad affrontare<br />
il tema della psicopatologia<br />
in Trage<strong>di</strong>a. Al <strong>di</strong> là del mot<br />
d’esprit, è infatti innegabile che<br />
l’anormalità – intesa quale<br />
sostanziale <strong>di</strong>sagio nel relazionarsi<br />
con gli altri in<strong>di</strong>vidui e nell’adeguare<br />
le proprie scelte alla<br />
necessità <strong>di</strong> una sopravvivenza<br />
biologica e sociale – sia una<br />
delle caratteristiche precipue<br />
dell’eroe tragico, e dell’eroe sofocleo<br />
in particolare.<br />
Questa immagine preconcetta<br />
della Trage<strong>di</strong>a come ‘palcoscenico<br />
della <strong>di</strong>smisura’ può aver<br />
contribuito a far sì che pochi<br />
abbiano sentito il bisogno <strong>di</strong> verificare<br />
il realismo, e quin<strong>di</strong> la<br />
competenza tecnica, <strong>di</strong> un autore<br />
nella descrizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />
psichici; oltre al fatto che il consueto<br />
termine <strong>di</strong> raffronto della<br />
me<strong>di</strong>cina ippocratica in questo<br />
caso viene meno, giacché molto<br />
raramente gli scrittori <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />
affrontano il tema della patologia<br />
psichica (ad eccezione<br />
dell’epilessia, dell’eòkstasiv e<br />
<strong>di</strong> alcune malattie cerebrali <strong>di</strong><br />
natura organica). E tuttavia,<br />
l’alta concentrazione dei casi <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> Giovanni Ceschi<br />
GIOVANNI CESCHI è dottore <strong>di</strong> ricerca in Filologia Classica all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trento. Insegna<br />
Latino e Greco al Liceo Classico “Giovanni Prati” in Trento. I suoi interessi scientifici vertono sul teatro<br />
classico e la me<strong>di</strong>cina ippocratica: a Sofocle in particolare ha de<strong>di</strong>cato saggi pubblicati fra gli Atti dell’Istituto<br />
Veneto, su Stu<strong>di</strong> Italiani <strong>di</strong> Filologia Classica, e una monografia (Il vocabolario me<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />
Sofocle, Venezia 2009).<br />
suici<strong>di</strong>o nelle trage<strong>di</strong>e superstiti,<br />
ben superiore alla frequenza<br />
ravvisabile nei drammi <strong>di</strong><br />
Eschilo e <strong>di</strong> Euripide, è un<br />
chiaro in<strong>di</strong>zio del <strong>di</strong>sagio psichico<br />
che pervade molti eroi sofoclei,<br />
del loro ripiegamento in<br />
un mondo interiore <strong>di</strong> angoscia<br />
e <strong>di</strong> incomunicabilità che li<br />
rende impermeabili alla logica<br />
del compromesso. Perfetti ‘casi<br />
psichiatrici’, <strong>di</strong>remmo oggi,<br />
sulla scorta <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />
analisi clinica della quale ovviamente<br />
né Sofocle né i suoi<br />
spettatori potevano avvalersi.<br />
Che senso ha, quin<strong>di</strong>, cercare<br />
tracce <strong>di</strong> malattia mentale in<br />
Trage<strong>di</strong>a secondo i parametri<br />
della moderna psichiatria, ben<br />
sapendo che nessuno spettatore<br />
dell’epoca – per citare i due<br />
esempi-car<strong>di</strong>ne – avrebbe mai<br />
pensato ad Aiace come ad un<br />
paziente maniaco-depressivo e<br />
ad Antigone come ad una schizofrenica?<br />
A questa domanda<br />
cercheremo <strong>di</strong> offrire una risposta<br />
in<strong>di</strong>retta, ma non elusiva, <strong>di</strong>mostrando<br />
che l’accurata<br />
caratterizzazione psicologica<br />
cui Sofocle sottopone i suoi personaggi<br />
si deve anzitutto ad un<br />
geniale spirito d’osservazione e<br />
ad una perfetta conoscenza<br />
delle <strong>di</strong>namiche della mente<br />
umana: prima <strong>di</strong> ricevere co<strong>di</strong>ficazione<br />
nei manuali <strong>di</strong> psichiatria,<br />
i <strong>di</strong>sturbi mentali sono<br />
infatti casi <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ana umanità,<br />
che la spiccata natura introspettiva<br />
della Trage<strong>di</strong>a greca<br />
consente <strong>di</strong> riprodurre con accuratezza<br />
nettamente superiore<br />
a quella ravvisabile negli spora<strong>di</strong>ci<br />
accenni delle cliniques ippocratiche.<br />
Non varrà la pena<br />
<strong>di</strong> soffermarsi sulla conseguenza,<br />
palmare, che a Sofocle<br />
non fosse richiesta la cono-<br />
scenza <strong>di</strong> alcun trattato specialistico<br />
per dare prova delle proprie<br />
attitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> psicologo e,<br />
talora, <strong>di</strong> psicopatologo ante<br />
litteram. Qualche cenno merita<br />
semmai la definizione della sottile<br />
<strong>di</strong>fferenza intercorrente, in<br />
Trage<strong>di</strong>a, tra psicologia e psicopatologia<br />
<strong>di</strong> un personaggio:<br />
il nostro interesse non dovrebbe<br />
appuntarsi genericamente sul<br />
carattere <strong>di</strong> personaggi ‘sani’,<br />
ma focalizzarsi sui casi <strong>di</strong> palese<br />
devianza dalla normalità.<br />
Distinzione non facile, come si<br />
desume dall’avvertenza <strong>di</strong><br />
Collinge citata in apertura, e a<br />
ben vedere aleatoria, considerata<br />
l’assenza <strong>di</strong> una precisa consapevolezza<br />
della malattia mentale,<br />
quale patologia autonoma, nella<br />
sensibilità dell’epoca.<br />
Nella scelta dei ‘casi clinici’<br />
focalizzeremo pertanto la nostra<br />
attenzione in particolare<br />
sulle psicologie <strong>di</strong> Aiace e <strong>di</strong><br />
Antigone, che ben si prestano<br />
ad un’analisi psico-patologica<br />
in virtù dell’ampia serie <strong>di</strong> sintomi<br />
isolabili nei rispettivi<br />
drammi; appena alcuni cenni<br />
de<strong>di</strong>cheremo invece ad Elettra,<br />
a Deianira e ad E<strong>di</strong>po, personaggi<br />
per i quali il profilo psicotico<br />
non è completamente<br />
tratteggiato e l’anormalità è appena<br />
accennata.<br />
2. Aiace paziente<br />
maniaco-depressivo<br />
La trama dell’Aiace si sviluppa<br />
a partire dal raptus <strong>di</strong> follia dell’eroe,<br />
provocato dalla dea<br />
Atena per <strong>di</strong>fendere O<strong>di</strong>sseo e<br />
gli Atri<strong>di</strong> dalla sua furia ven<strong>di</strong>cativa.<br />
E tuttavia solo nel prologo<br />
Aiace ci è presentato in preda al<br />
delirio; 1 nel séguito del dramma,<br />
fino al momento del suici<strong>di</strong>o, il<br />
protagonista è apparentemente<br />
compos sui: con luci<strong>di</strong>tà si rende<br />
conto del folle gesto compiuto, su<br />
istigazione della dea, e dell’irrime<strong>di</strong>abile<br />
<strong>di</strong>sonore che ne deriva,<br />
e per questo motivo è<br />
vittima della più cupa <strong>di</strong>sperazione<br />
(cf. vv. 450-454).<br />
A rigore, quin<strong>di</strong>, la follia <strong>di</strong><br />
Aiace sarebbe limitata alla manifestazione<br />
conclamata del<br />
prologo. Tale è l’interpretazione,<br />
ottimistica, del Corifeo<br />
che <strong>di</strong>fatti, nell’apprendere da<br />
Tecmessa l’apparente rinsavimento<br />
dell’eroe, si mostra fiducioso<br />
sul positivo scioglimento<br />
della vicenda. Tale è, del pari,<br />
l’interpretazione della critica<br />
moderna, che circoscrive all’antefatto<br />
e al prologo la follia dell’eroe,<br />
attribuendo la scelta<br />
<strong>di</strong>sperata del suici<strong>di</strong>o ad una<br />
con<strong>di</strong>zione mentale <strong>di</strong> piena luci<strong>di</strong>tà,<br />
nella quale Aiace realizza<br />
<strong>di</strong> non avere altra via <strong>di</strong> scampo<br />
al <strong>di</strong>sonore (cf. KAMERBEEK 1963,<br />
p. 8; O’CONNOR 1974, p. 69;<br />
PADUANO 1982, p. 169, n. 6).<br />
Il primo stu<strong>di</strong>oso a mettere in<br />
dubbio il rigido e meccanico<br />
schematismo follia/savietà, nel<br />
comportamento <strong>di</strong> Aiace, è<br />
Collinge, il quale isola anche<br />
nella fase <strong>di</strong> presunta luci<strong>di</strong>tà<br />
alcuni segnali in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong><br />
scompenso mentale e li cataloga<br />
– sulla base della moderna<br />
casistica psichiatrica – nel quadro<br />
<strong>di</strong> una sindrome depressiva:<br />
1) tristezza, afflizione (Ajax<br />
274-275);<br />
2) rallentamento psicomotorio,<br />
che si manifesta in <strong>di</strong>fficoltà<br />
<strong>di</strong> articolazione del linguaggio<br />
e in lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> immobilità<br />
(Ajax 311, 323-325);<br />
3) manie <strong>di</strong> persecuzione<br />
(Ajax 367, 382, 454).<br />
Alla fase depressiva si contrappone,<br />
in perfetta antitesi, la<br />
precedente fase maniacale, segnalata<br />
dall’opposta gamma <strong>di</strong><br />
pensieri e azioni:<br />
1) euforia, nelle più svariate<br />
gradazioni (Ajax 271-272,<br />
301-303; cf. anche l'intero <strong>di</strong>alogo<br />
iniziale con Atena, 89-<br />
117); 2<br />
2) iperattività psicomotoria,<br />
che talora prelude a manifestazioni<br />
violente: l’accanimento<br />
sulle mandrie ne è perfetto<br />
esempio (Ajax 296-300);<br />
3) allucinazioni transitorie –<br />
quelle che inducono Aiace a<br />
sfogare la propria furia sugli armenti,<br />
credendoli guerrieri argivi<br />
– sulle quali infierisce la<br />
spietata ironia <strong>di</strong> Atena (Ajax<br />
95-96, 114-116).<br />
Insomma, ogni aspetto del<br />
comportamento <strong>di</strong> Aiace fa pensare<br />
a un classico esempio <strong>di</strong> sindrome<br />
maniaco-depressiva. La<br />
<strong>di</strong>agnosi è ulteriormente corroborata<br />
dalla decisione <strong>di</strong> togliersi<br />
la vita, cui l’eroe approda al<br />
culmine della fase depressiva: il<br />
rischio del suici<strong>di</strong>o è infatti ampiamente<br />
documentato, nella<br />
letteratura psichiatrica, per i pazienti<br />
affetti da tale sindrome.<br />
Ed anche l’atteggiamento tenuto<br />
dall’eroe poco prima del fatale<br />
gesto è coerente con la casistica<br />
clinica (cf. ad es. DAHLGREN<br />
1945, p. 102): l’intero deception<br />
speech <strong>di</strong> Aiace (vv. 646-692)<br />
è pronunciato dall’eroe nell’intento<br />
<strong>di</strong> ritagliarsi un momento<br />
<strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne nel quale attuare i<br />
propositi suici<strong>di</strong>.<br />
La presenza <strong>di</strong> due fasi ben<br />
<strong>di</strong>stinte nella malattia<br />
<strong>di</strong> Aiace è rilevata<br />
anche da Bennett<br />
Simon, in uno<br />
stu<strong>di</strong>o sulle ra<strong>di</strong>ci<br />
classiche<br />
della modernapsichiatria:<br />
«La<br />
malattia <strong>di</strong><br />
Aiace ha due<br />
fasi. Prima<br />
viene lo stato<br />
maniacale indotto<br />
dalla<br />
fredda collera <strong>di</strong><br />
Atena; quin<strong>di</strong> il<br />
lucido stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione<br />
e vergogna,<br />
che culmina nel<br />
suici<strong>di</strong>o. La tra<strong>di</strong>zione<br />
popolare e me<strong>di</strong>ca<br />
greca conveniva sul<br />
fatto che Aiace fosse<br />
un melancolico, e la <strong>di</strong>agnosi<br />
greca probabilmente includeva<br />
entrambi gli aspetti,<br />
maniacale e depressivo. [...] Per<br />
il Coro, la malattia è un attacco<br />
<strong>di</strong> origine <strong>di</strong>vina, e la cura è la<br />
sua remissione. Per Aiace la<br />
fase maniacale è solo la prima<br />
parte, e la cura per l’intera malattia<br />
non è palliativa: è soltanto<br />
il suici<strong>di</strong>o, ‘il coltello’» (SIMON<br />
1978, pp. 126-127).<br />
La lucida coscienza, da parte<br />
<strong>di</strong> Aiace, dell’incurabilità della<br />
Ospedale IN 31<br />
propria ‘malattia’ coincide in<br />
maniera suggestiva con un atteggiamento<br />
registrato nei manuali<br />
(ma ignorato da Collinge),<br />
sempre a carico del paziente<br />
depresso: «La sua depressione<br />
è connessa nel modo più stretto<br />
e rigorosamente logico con la<br />
causa psicogena ed egli può illustrare<br />
nel modo più esatto a<br />
chi lo interroga qual è la ragione<br />
della sua infelicità»<br />
(cf. ad es. MAYER-GROSS 1963,<br />
p. 154). Ciò è particolarmente<br />
vero nel caso <strong>di</strong> Aiace, che <strong>di</strong>mostra<br />
<strong>di</strong> avere perfettamente<br />
chiare, e persino <strong>di</strong> saper<br />
esporre con dovizia <strong>di</strong> dettagli,<br />
le motivazioni che lo<br />
hanno sprofondato nel baratro<br />
della <strong>di</strong>sperazione (Ajax<br />
434-440); anche se poi soggiace,<br />
come abbiamo visto, a<br />
blande forme <strong>di</strong> percezione<br />
deviata della realtà (in primis,<br />
manie <strong>di</strong> persecuzione e tendenze<br />
paranoiche).<br />
Alla persuasività <strong>di</strong> un simile<br />
Aiace _ Exechia,<br />
Aiace e Achille<br />
giocano<br />
a petteia.<br />
Anfora attica<br />
a figure nere<br />
(ca. 540 a.C.),<br />
Città<br />
del Vaticano,<br />
Museo Etrusco<br />
quadro si potrà forse<br />
obiettare che anche altri personaggi<br />
tragici, a un’analisi psicopatologica<br />
condotta con una<br />
simile strategia, rivelerebbero<br />
sintomi affini a quelli <strong>di</strong> Aiace,<br />
benché non inquadrabili nel<br />
contesto <strong>di</strong> una sindrome maniaco-depressiva.<br />
O ancora che<br />
altre patologie psichiche potrebbero<br />
rivelarsi confacenti ad<br />
alcuni aspetti del carattere dell’eroe<br />
rimasti in ombra nella<br />
presente analisi. In realtà nel<br />
MEEDICCINA NEL MMOONDOO
32<br />
MMEDICINA NNEEL MOONNDDOO<br />
Ospedale IN<br />
profilo psicologico <strong>di</strong> Aiace gli<br />
elementi negativi sono altrettanto<br />
chiari <strong>di</strong> quelli positivi;<br />
sono assenti cioè sintomi tipici<br />
<strong>di</strong> altre patologie mentali: non è<br />
ravvisabile <strong>di</strong>ssociazione, né incoscienza<br />
motivazionale, né desiderio<br />
spasmo<strong>di</strong>co <strong>di</strong> protezione,<br />
né ossessione egoistica – il che<br />
consente <strong>di</strong> escludere la sindrome<br />
isterica; mentre l’assenza <strong>di</strong><br />
pensieri bizzarri e <strong>di</strong> appiattimento<br />
emozionale è un valido<br />
argomento per fugare ogni sospetto<br />
<strong>di</strong> schizofrenia.<br />
Il profilo psicologico <strong>di</strong> Aiace,<br />
quin<strong>di</strong>, appare sufficientemente<br />
nitido e definito da impe<strong>di</strong>re<br />
qualsiasi confusione con altre<br />
patologie mentali classificate<br />
dalla moderna psichiatria e da<br />
consentire una (seppur anacronistica)<br />
<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> sindrome<br />
maniaco-depressiva.<br />
3. Antigone paziente<br />
schizofrenica<br />
Più problematico è il caso <strong>di</strong><br />
Antigone. Infatti, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />
Aiace (la cui crisi <strong>di</strong> follia conclamata<br />
è alla base della trage<strong>di</strong>a,<br />
e la cui melanconia latente<br />
era già stata in<strong>di</strong>viduata dagli<br />
antichi), la psiche <strong>di</strong> Antigone<br />
non è in apparenza intaccata<br />
da alcun sintomo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo<br />
mentale: non c’è delirio né allucinazione,<br />
l’eloquio è fluido,<br />
sembrano assenti gli sbalzi<br />
comportamentali che invece caratterizzano<br />
la condotta <strong>di</strong><br />
Aiace.<br />
E tuttavia «per quanto la definizione<br />
<strong>di</strong> delirio non si attagli ai<br />
<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni affettivi della mente, il<br />
comportamento <strong>di</strong> Antigone risponde<br />
ad una sidrome ben precisa,<br />
<strong>di</strong> tipo schizoide» (COLLINGE<br />
1962, p. 51). Clinicamente la<br />
schizofrenia è definibile come<br />
patologia mentale caratterizzata<br />
«da sintomi psichici specifici, che<br />
portano nella maggior parte dei<br />
casi alla <strong>di</strong>sorganizzazione della<br />
personalità del paziente. I sintomi<br />
interferiscono col pensiero,<br />
con le emozioni, con la volontà e<br />
col comportamento motorio, in<br />
maniera caratteristica nei riguar<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> queste attività»<br />
(MAYER-GROSS 1963,<br />
p. 301). La sospetta patologia <strong>di</strong><br />
Antigone andrà quin<strong>di</strong> verificata<br />
stabilendo in quale misura il pensiero,<br />
le emozioni, la volontà e il<br />
comportamento motorio del-<br />
l’eroina rispondano in maniera<br />
deviata, patologica, agli stimoli<br />
esterni.<br />
Nel ‘quadro clinico’ <strong>di</strong><br />
Antigone non compaiono alcuni<br />
sintomi (peraltro secondari) della<br />
schizofrenia: non vi sono allucinazioni,<br />
né atteggiamenti violenti,<br />
né tendenze suicide, né<br />
indebolimento della volontà. Ma<br />
i sintomi rilevabili convergono<br />
suggestivamente verso tale <strong>di</strong>agnosi:<br />
1) inflessibile atteggiamento<br />
mentale, idee fisse, ritualità<br />
comportamentale: è questo il<br />
sintomo che meglio si attaglia<br />
ad Antigone, dominata dalla<br />
ferrea volontà <strong>di</strong> tributare i dovuti<br />
onori funebri al cadavere <strong>di</strong><br />
Polinice, e indotta ad anteporre<br />
tale obiettivo ad ogni altra esigenza<br />
vitale, ivi compreso<br />
l’istinto <strong>di</strong> conservazione;<br />
2) spiccata inclinazione ossessiva,<br />
3 cui è ascrivibile un elevato<br />
valore etico (Ant. 71-72);<br />
3) ripiegamento in un mondo<br />
interiore, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse per<br />
il mondo esterno (Ant. 461-462,<br />
559-560);<br />
4) appiattimento emozionale<br />
(emotional dulling o blunting):<br />
l’atteggiamento <strong>di</strong> Antigone è<br />
improntato a sostanziale in<strong>di</strong>fferenza<br />
sia nei confronti della sorella<br />
Ismene, sia verso il<br />
fidanzato Emone, per il quale<br />
non ha una sola parola d’affetto<br />
nell’intera trage<strong>di</strong>a;<br />
5) manie <strong>di</strong> grandezza e <strong>di</strong><br />
persecuzione, tipiche della schizofrenia<br />
paranoide (Ant. 823-<br />
833, 867);<br />
6) ragionamento bizzarro<br />
(bizarre thinking) o <strong>di</strong>sturbo del<br />
pensiero (thought <strong>di</strong>sorder).<br />
Quest’ultimo sintomo impone<br />
un’analisi più approfon<strong>di</strong>ta. Si<br />
tratta <strong>di</strong> un’alterazione del flusso<br />
mentale che gli psichiatri considerano<br />
la prova più atten<strong>di</strong>bile<br />
<strong>di</strong> una sindrome schizoide. Il ragionamento<br />
<strong>di</strong> Antigone viziato<br />
da bizarre thinking, segnalato<br />
da Collinge, sarebbe quello dei<br />
vv. 905-912: “Infatti, se mi fossero<br />
morti dei figli o il marito,<br />
non mi sarei mai assunta questa<br />
incombenza [gli onori tributati al<br />
cadavere <strong>di</strong> Polinice] contro il volere<br />
della città. In virtù <strong>di</strong> quale<br />
principio affermo ciò? Morto un<br />
marito, avrei potuto averne un<br />
altro, e un figlio da un altro<br />
uomo, se ne fossi rimasta priva,<br />
ma ora che mio padre e mia<br />
madre giacciono nell’Ade non<br />
potrò più avere alcun fratello”.<br />
«Introdotto da un aperto appello<br />
alla razionalità che non è<br />
<strong>di</strong>fficile interpretare come sintomo<br />
<strong>di</strong> sforzo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, vale<br />
a <strong>di</strong>re come negazione contestuale<br />
<strong>di</strong> se stesso» (PADUANO<br />
1982, p. 312, n. 57), questo<br />
brano fu sospettato <strong>di</strong> corruttela<br />
già da Goethe, il quale si augurava<br />
che un giorno la filologia<br />
potesse <strong>di</strong>mostrarne l’inautenticità.<br />
Eppure, il semplice fatto che<br />
Aristotele citi i vv. 911-912 in<br />
Rhet. III, 16, 1417a 32-33 senza<br />
contestarne l’autenticità rende<br />
l’ipotesi dell’interpolazione decisamente<br />
remota.<br />
Un altro elemento quasi universalmente<br />
rilevato dai filologi è<br />
l’affinità del brano in esame con<br />
un episo<strong>di</strong>o delle Storie <strong>di</strong><br />
Erodoto (III, 119.6) dove si narra<br />
la vicenda della moglie <strong>di</strong> Intafrene,<br />
la quale, nell’opportunità<br />
offertale da Dario <strong>di</strong> liberare uno<br />
dei congiunti condannati a morte<br />
per avere cospirato contro il re,<br />
sceglie il fratello proprio in virtù<br />
dello stesso ragionamento che<br />
Antigone formula ex absurdo.<br />
L’eco erodotea è in effetti evidente,<br />
così come è probabile<br />
che il ragionamento <strong>di</strong> Antigone<br />
– proprio in quanto percepito<br />
come ‘citazione’ – non venisse<br />
sottoposto a severo vaglio critico<br />
dagli spettatori nella contingenza<br />
imme<strong>di</strong>ata dello<br />
spettacolo. Restano tuttavia le<br />
palesi incongruenze nel concetto<br />
formulato dall’eroina:<br />
mentre il pur bizzarro concetto<br />
<strong>di</strong> matrice asiatica espresso<br />
dalla moglie <strong>di</strong> Intafrene sortisce<br />
l'effetto reale <strong>di</strong> salvare la<br />
vita del fratello e risponde a criteri<br />
<strong>di</strong> razionalità, la situazione<br />
presentata da Antigone è assurda<br />
e irrazionale: presuppone<br />
che la felicità si fon<strong>di</strong> sulla sepoltura<br />
<strong>di</strong> un rappresentante <strong>di</strong><br />
ciascun grado <strong>di</strong> stretta parentela<br />
(ed Eteocle è già sepolto).<br />
La <strong>di</strong>agnosi può <strong>di</strong>rsi completa.<br />
La sintomatologia descritta<br />
per Antigone, ha <strong>di</strong>retta<br />
incidenza in tutti i settori della<br />
psiche abitualmente intaccati<br />
dalla schizofrenia:<br />
1) pensiero (bizarre thinking);<br />
2) emozioni e affetti (emotional<br />
dulling);<br />
3) volontà (uncompromising<br />
mental attitude). Non sono invece<br />
ravvisabili nel dramma<br />
segni <strong>di</strong> evidente compromissione<br />
della normale attività motoria.<br />
«Once again Sophocle<br />
instinctively depicts a clinically<br />
recognizable patient; not that<br />
Antigone is made to do what she<br />
does because she is schizoid, but<br />
how she does it and how she talks<br />
about what she does allows us to<br />
read her as one so classifiable»<br />
(COLLINGE 1962, p. 51).<br />
4. Elettra, Deianira,<br />
E<strong>di</strong>po<br />
Come accennato, Aiace e<br />
Antigone sono le uniche due trage<strong>di</strong>e<br />
ove Sofocle delinei un ritratto<br />
psico-patologico dettagliato<br />
<strong>di</strong> un personaggio. Anche in altri<br />
drammi non mancano elementi<br />
in<strong>di</strong>ziari <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo mentale a carico<br />
<strong>di</strong> alcuni personaggi, ma qui<br />
il profilo clinico risulta appena<br />
abbozzato, e la patologia psichica<br />
detiene nella trama una<br />
funzionalità secondaria.<br />
Nella psicologia <strong>di</strong> Elettra sono<br />
ravvisabili al contempo un sintomo<br />
tipico dell’isteria (richiesta<br />
spasmo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> protezione:<br />
El. 187-188, 817-819, 847-<br />
848) e un sintomo tipico della<br />
schizofrenia (ripiegamento interiore:<br />
El. 303-304); ma ella non<br />
può essere considerata né isterica<br />
né schizofrenica, secondo i<br />
canoni della moderna psichiatria,<br />
perché sono assenti tutti gli<br />
altri sintomi che abitualmente<br />
corredano le due patologie. Del<br />
resto, benché in molti intrecci<br />
siano ravvisabili segnali in<strong>di</strong>catori<br />
<strong>di</strong> anormalità psichica, la<br />
piena caratterizzazione psicotica<br />
<strong>di</strong> un personaggio (con l’unica<br />
eccezione dell’Aiace, dove la follia<br />
costituisce il motore stesso dell’azione<br />
scenica) sarebbe<br />
risultata tanto incomprensibile<br />
quanto priva <strong>di</strong> funzionalità<br />
drammatica. Un profilo psicotico<br />
appena abbozzato si rivela invece<br />
funzionale per particolari<br />
esigenze sceniche: è appunto il<br />
caso <strong>di</strong> Elettra, la cui anormalità<br />
appena accennata è coerente<br />
con una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> prolungato<br />
stress emotivo, che deriva<br />
all’eroina dall’umiliante sottomissione<br />
agli assassini del padre e<br />
dalla frustrante attesa della vendetta<br />
<strong>di</strong> Oreste. Non <strong>di</strong>ssimile è<br />
la situazione <strong>di</strong> Deianira, nelle<br />
Trachinie. Nella prima parte<br />
“Il punto <strong>di</strong> vista dello psichiatra”<br />
<strong>di</strong> Caterina Vecchiato, SC Psichiatria<br />
della trage<strong>di</strong>a la donna lamenta<br />
uno stato <strong>di</strong> profonda depressione,<br />
conseguente all’incertezza<br />
in cui si <strong>di</strong>batte per la mancanza<br />
<strong>di</strong> notizie sul destino <strong>di</strong> Eracle,<br />
lontano da Trachis oramai da<br />
quin<strong>di</strong>ci mesi; la sua psiche è <strong>di</strong>strutta<br />
dall’interminabile attesa<br />
(Trach. 142-143) ed ella vive in<br />
una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> continua inquietu<strong>di</strong>ne,<br />
alternando momenti<br />
<strong>di</strong> relativa tranquillità a episo<strong>di</strong><br />
<strong>di</strong> autentico panico (Trach. 175-<br />
176): sulla base <strong>di</strong> questi elementi<br />
si potrebbero ipotizzare<br />
tracce <strong>di</strong> isteria. Nei manuali <strong>di</strong><br />
psichiatria sono contemplate reazioni<br />
ansiose che si impiantano<br />
su stati primitivi <strong>di</strong> carattere depressivo,<br />
come risultato del pessimismo<br />
conseguente. Lo stato <strong>di</strong><br />
tensione e la impossibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarre<br />
l’attenzione da episo<strong>di</strong><br />
Ospedale IN 33<br />
Ringrazio il Comitato <strong>di</strong> Redazione <strong>di</strong> Ospedale In per lo<br />
spunto che mi fornisce invitandomi a un breve commento alla<br />
pubblicazione sulla nostra rivista dell’articolo sulla malattia<br />
mentale nelle trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Sofocle.<br />
Lo sviluppo dell'argomento Psicopatologia e Letteratura, ma<br />
anche Psicopatologia e Filosofia, Psicopatologia e Arti figurative e<br />
via <strong>di</strong>scorrendo sta vivendo un momento <strong>di</strong> rinnovata attualità a<br />
motivo delle nuove acquisizioni in ambito neuroscientifico, che<br />
portano alla luce importanti conferme <strong>di</strong> intuizioni e ipotesi originate<br />
nell'ambito delle <strong>di</strong>scipline umanistiche sul funzionamento<br />
della mente.<br />
Mi pare si possa collocare l'interessante contributo del Prof.<br />
Giovanni Ceschi in un ambito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o che ha che fare con questo<br />
tipo <strong>di</strong> valorizzazione <strong>di</strong> conoscenze intrinseche all'espressione<br />
umana nei suoi sostanziali <strong>di</strong>spositivi antropologici sommamente<br />
descritti nella Trage<strong>di</strong>a. Dal punto <strong>di</strong> vista dello psichiatra possiamo<br />
per sintetizzare ricordare che già K. Jaspers, l'insigne psicopatologo,<br />
in<strong>di</strong>cava ai suoi allievi come veri e insuperabili<br />
maestri artisti, come per es. Dostojewski che citava tra i più profon<strong>di</strong><br />
conoscitori dell'animo umano.<br />
Qualche anno fa, con alcuni colleghi avevamo lavorato proprio<br />
su questo tema, che sintetizzo citando un breve stralcio dal quarto<br />
<strong>di</strong> copertina del libro intitolato "Il Senso della Psichiatria". Incontro<br />
tra Psicoanalisi, Psicopatologia e Letteratura. Ed. La Redancia,<br />
2006. "L'efficacia della <strong>di</strong>agnosi e della cura scaturisce sempre,<br />
nella me<strong>di</strong>cina della psiche, dall'interno <strong>di</strong> una relazione umana,<br />
dentro cui la follia al pari <strong>di</strong> vissuti e comportamenti altrimenti definiti,sta<br />
comunque iscritta. Tralasciare questa peculiarità rischia<br />
<strong>di</strong> sottrarre forza anche alle nuove possibilità <strong>di</strong> trattamento. La<br />
prammatica psichiatrica della prescrizione, come all'opposto la<br />
generalizzazione all'«in<strong>di</strong>cazione» <strong>di</strong> una psicoterapia, spesso <strong>di</strong>mostrano<br />
come si rischi <strong>di</strong> lasciare in ombra la necessità <strong>di</strong> una conoscenza<br />
legata alla pratica dell'ascolto, che ha spazio e tempo<br />
privilegiati nella cura e che richiede un continuo rifarsi all'insieme<br />
<strong>di</strong> tutte le conoscenze sulla vita psichica e le sue fasi critiche".<br />
spiacevoli possono creare le premesse<br />
<strong>di</strong> uno stato neurastenico<br />
(cf. vv. 650-652), prodromo <strong>di</strong><br />
patologie isteriche.<br />
Nei profili psicologici delle<br />
gran<strong>di</strong> figure femminili sofoclee<br />
– Elettra, Deianira e, in misura<br />
più accentuata, Antigone – sono<br />
quin<strong>di</strong> ravvisabili elementi in<strong>di</strong>ziari<br />
<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio mentale, ma la<br />
caratterizzazione patologica è<br />
parziale e l’anormalità insinuata<br />
soltanto nella misura in cui essa si<br />
riveli funzionale a particolari sviluppi<br />
della trama.<br />
Anche per quanto attiene all’E<strong>di</strong>po<br />
Re, se è innegabile che la<br />
lettura freu<strong>di</strong>ana del mito <strong>di</strong><br />
E<strong>di</strong>po come figura del destino<br />
umano resta una chiave <strong>di</strong> volta<br />
per la psicanalisi, sarebbe illogico<br />
proiettare retroattivamente<br />
sul dramma sofocleo i postulati<br />
MEEDICCINA NEL MMOONDOO
34<br />
MMEDICINA NNEEL MOONNDDOO<br />
Ospedale IN<br />
della teoria freu<strong>di</strong>ana per ricondurre<br />
all’influenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo<br />
mentale le azioni-tabu compiute<br />
da E<strong>di</strong>po – parrici<strong>di</strong>o e incesto –<br />
che la trama svela come involontarie<br />
ed emargina persino dalla<br />
sfera dell’inconscio.<br />
Jean-Pierre Vernant, nel saggio<br />
E<strong>di</strong>po senza complesso, si domanda<br />
se E<strong>di</strong>po sia «comprensibile<br />
nel suo carattere, nel suo<br />
eòqov, senza il complesso che<br />
porta il suo nome» (p. 79). E la<br />
risposta è affermativa: «Se il<br />
dramma si fonda sull’ignoranza<br />
<strong>di</strong> E<strong>di</strong>po circa la sua vera origine,<br />
se egli si crede veramente,<br />
come afferma tante volte, il figlio<br />
amoroso e pre<strong>di</strong>letto dei sovrani<br />
<strong>di</strong> Corinto, è chiaro che l’eroe<br />
dell’E<strong>di</strong>po re non ha il minimo<br />
complesso <strong>di</strong> E<strong>di</strong>po» (p. 84).<br />
Nessun impulso parricida, nell’uccisione<br />
<strong>di</strong> Laio, né alcuna inclinazione<br />
incestuosa, nel<br />
matrimonio con Giocasta, può<br />
essere ascritta al protagonista,<br />
per l’ovvio motivo che egli uccise<br />
il padre e si congiunse alla<br />
madre ignorandone l’identità.<br />
Nel corso del dramma, inoltre,<br />
l’indagine sulla morte <strong>di</strong> Laio è<br />
condotta da E<strong>di</strong>po secondo una<br />
inesorabile logica deduttiva, con<br />
la quale ben <strong>di</strong>fficilmente si sarebbe<br />
armonizzata la benché<br />
minima parvenza <strong>di</strong> psicosi. Il<br />
suo dolore, all’affiorare della verità,<br />
deflagra con violenza inau<strong>di</strong>ta<br />
proprio perché colpisce un<br />
uomo innocente, che fino a quel<br />
NOTA BIBLIOGRAFICA<br />
momento godeva <strong>di</strong> una perfetta<br />
padronanza <strong>di</strong> sé: insinuare che<br />
le tremende azioni da questi involontariamente<br />
commesse fossero<br />
pilotate da un subconscio<br />
‘malato’ avrebbe inficiato la potenza<br />
drammatica e beffarda<br />
della peripepeia .<br />
5. Una sintesi<br />
A Edmund Wilson dobbiamo<br />
una suggestiva panoramica sulla<br />
«perversa nobiltà» dei personaggi<br />
sofoclei, con la quale ci è<br />
gra<strong>di</strong>to concludere la nostra<br />
analisi sulla psicopatologia nelle<br />
trage<strong>di</strong>e sofoclee: «I temi tragici<br />
<strong>di</strong> tutti e tre i gran<strong>di</strong> drammaturghi<br />
(le pazzie, gli assassinii e gli<br />
incesti) – osserva lo stu<strong>di</strong>oso –<br />
possono sembrarci morbosi a<br />
sufficienza. Ma vi è una <strong>di</strong>fferenza<br />
fra il trattamento sofocleo<br />
<strong>di</strong> questi temi epici convenzionali,<br />
e quello degli altri autori.<br />
Eschilo è più religioso e filosofico;<br />
Euripide più romantico e sentimentale.<br />
Sofocle, al paragone, è<br />
‘clinico’. La pazzia <strong>di</strong> Aiace è<br />
una pazzia genuina, dalla quale<br />
l’eroe guarisce perché la coscienza<br />
<strong>di</strong> ciò che ha fatto lo<br />
inorri<strong>di</strong>sca. E non fu senza un’ottima<br />
ragione che Freud mise a<br />
contributo Sofocle nel dare un<br />
nome al complesso <strong>di</strong> E<strong>di</strong>po.<br />
Elettra oggi noi la chiameremmo<br />
una schizofrenica. E sicuramente<br />
il fanatismo <strong>di</strong> Antigone (anche<br />
lei ‘fissata’ sul fratello, come<br />
Elettra) è inteso anch’esso come<br />
fenomeno anormale. Il caso <strong>di</strong><br />
Eracle connette un avvelenamento<br />
che provoca una furia<br />
sanguinaria con una infezione<br />
che <strong>di</strong>storce la personalità ma in<br />
effetti non porta la vittima alla<br />
demenza: la ferita <strong>di</strong> Filottete, il<br />
cui dolore viene in spasimi, come<br />
nella malattia <strong>di</strong> Eracle. Tutti questi<br />
casi sembrano intimamente affini»<br />
(WILSON 1991, pp.<br />
325-328 passim).<br />
1 Atena vuole mostrare a O<strong>di</strong>sseo gli<br />
effetti della crisi <strong>di</strong> follia da lei scatenata<br />
nella mente dell’eroe e quin<strong>di</strong> interroga<br />
Aiace sulla strage che egli crede <strong>di</strong> avere<br />
perpetrato nei confronti dei nemici, ma<br />
che in realtà ha compiuto sugli armenti<br />
(vv. 89-117): le risposte allucinate <strong>di</strong><br />
Aiace <strong>di</strong>mostrano indubitabilmente che la<br />
sua psiche è ancora sconvolta.<br />
2 Sull’importanza centrale del gelwj<br />
nell’Aiace cf. KAMERBEEK 1963, p. 87:<br />
«That scornful laugh which Ajax laughs in<br />
the midst of his frenzy and fears for himself,<br />
but which Odysseus rejects is a<br />
leit-motiv of the drama»; GUARDASOLE<br />
2000, pp. 178-179: «Il segno esteriore<br />
più evidente è il riso, che, contrastando<br />
con la drammaticità dell’atto compiuto e<br />
soprattutto con la miseria dell’eroe portata<br />
dal poeta sulla scena, sottolinea ancor più<br />
l’anormalità del suo stato».<br />
3 Una sorta <strong>di</strong> ‘coazione a ripetere’ –<br />
tipica del <strong>di</strong>sturbo ossessivo-compulsivo<br />
– potrebbe validamente risolvere anche<br />
il problema delle doppie esequie tributate<br />
da Antigone a Polinice: altrimenti inspiegabili,<br />
perché una volta che il rito<br />
delle trispondoi coai è perfezionato, a<br />
rigore ogni dovere etico-morale è assolto,<br />
a prescindere dall’effettiva sepoltura<br />
del cadavere.<br />
BIGGS 1966 Biggs, P., The <strong>di</strong>sease theme in Sophocles’ Aiax, Philoctetes and Trachiniae, «CPh» L<strong>XI</strong>/4 (1966) 223-235.<br />
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Milano 1991.<br />
La stenosi valvolare aortica<br />
costituisce la più frequente<br />
patologia valvolare nei<br />
paesi industrializzati e cresce<br />
con il crescere dell’età me<strong>di</strong>a<br />
della popolazione: la prevalenza<br />
è <strong>di</strong> circa il 3% fra gli in<strong>di</strong>vidui<br />
con età superiore ai 75<br />
anni. L’evoluzione clinica della<br />
stenosi aortica <strong>di</strong> grado severo<br />
sintomatica non sottoposta ad<br />
intervento chirurgico, prevede<br />
una progressiva accentuazione<br />
della sintomatologia che inevitabilmente<br />
porta ad uno stato <strong>di</strong><br />
completa <strong>di</strong>sabilità con una sopravvivenza<br />
me<strong>di</strong>a a 2 e 5 anni<br />
rispettivamente del 50% e del<br />
20%. Attualmente l’intervento <strong>di</strong><br />
sostituzione valvolare aortica<br />
per via chirurgica (SVA) costituisce<br />
il trattamento <strong>di</strong> scelta con<br />
rischio peri-operatorio stimabile<br />
tra il 2-7%. Tuttavia sono ancora<br />
numerosi i pazienti che a causa<br />
dell’età avanzata o della presenza<br />
<strong>di</strong> comorbilità quali insufficienza<br />
renale cronica,<br />
broncopneumopatia cronica<br />
ostruttiva (BPCO) severa, scompenso<br />
car<strong>di</strong>ocircolatorio vengono<br />
giu<strong>di</strong>cati non operabili.<br />
Dati del registro dell’Euro<br />
Hearth Survey <strong>di</strong>mostrano che il<br />
30% <strong>di</strong> pazienti anziani con stenosi<br />
aortica severa sintomatica<br />
non vengono sottoposti ad intervento<br />
chirurgico per le numerose<br />
comorbilità ed un rischio<br />
chirurgico giu<strong>di</strong>cato eccessivo.<br />
In questi pazienti negli anni si<br />
sono aperte nuove vie <strong>di</strong> cura:<br />
inizialmente con l’utilizzo della<br />
valvuloplastica aortica percutanea<br />
(che ha tuttavia <strong>di</strong>mostrato<br />
Ospedale IN 35<br />
Impianto <strong>di</strong> valvola aortica per<br />
via percutanea o transapicale:<br />
è iniziata una nuova era nella cura<br />
della stenosi valvolare aortica<br />
a cura del TAVI team<br />
un’efficacia parziale legata ad<br />
un beneficio limitato nel tempo)<br />
e, attualmente, con l’uso dell’impianto<br />
<strong>di</strong> valvola aortica per<br />
via percutanea/transapicale.<br />
Stenosi valvolare<br />
aortica ed alternative<br />
terapeutiche<br />
all’intervento tra<strong>di</strong>zionale<br />
La ricerca <strong>di</strong> un trattamento<br />
alternativo all’intervento chirurgico<br />
<strong>di</strong> SVA è iniziata nel 1985<br />
quando, per la prima volta, il<br />
dr. Alan Cribier ha eseguito il<br />
primo intervento <strong>di</strong> valvuloplastica<br />
aortica per via percutanea.<br />
Da allora questa meto<strong>di</strong>ca è<br />
progressivamente <strong>di</strong>venuta <strong>di</strong><br />
uso estensivo ed è stata eseguita<br />
in migliaia <strong>di</strong> pazienti giu<strong>di</strong>cati<br />
inoperabili. Malgrado l’evidente<br />
beneficio in acuto in termini<br />
<strong>di</strong> riduzione del gra<strong>di</strong>ente<br />
trans-valvolare e del miglioramento<br />
della sintomatologia a<br />
breve-me<strong>di</strong>o termine, i risultati<br />
a <strong>di</strong>stanza non si sono rivelati<br />
sod<strong>di</strong>sfacenti. Ad un follow-up<br />
<strong>di</strong> 24 mesi solo il 18% dei pazienti<br />
trattati con valvuloplastica<br />
aortica per via percutanea risultava<br />
essere indenne da eventi<br />
clinici avversi e vi era una<br />
chiara tendenza ad una restenosi<br />
valvolare con il ritorno alle<br />
con<strong>di</strong>zioni pre-procedurali. Pertanto,<br />
ai giorni nostri, l’intervento<br />
<strong>di</strong> valvuloplastica aortica<br />
per via percutanea è poco eseguito<br />
nella pratica clinica e considerato<br />
esclusivamente come<br />
approccio “palliativo” oppure<br />
“ponte” verso una cura più definitiva<br />
(ve<strong>di</strong> intervento tra<strong>di</strong>zionale<br />
o impianto <strong>di</strong> protesi per<br />
via percutanea/transapicale).<br />
Nel 2002 Cribier ha eseguito<br />
con successo il primo<br />
intervento <strong>di</strong> sostituzione valvolare<br />
aortica per via percutanea<br />
(PAVR) in un uomo affetto da<br />
gravi comorbilità con scompenso<br />
car<strong>di</strong>aco terminale in stenosi<br />
aortica severa. Questo<br />
intervento ha aperto la strada<br />
ad un rapido progresso della<br />
meto<strong>di</strong>ca ed un costante miglioramento<br />
dei materiali permettendo<br />
l’esecuzione <strong>di</strong> migliaia<br />
<strong>di</strong> interventi.<br />
Procedura d’impianto<br />
della valvola aortica<br />
La procedura <strong>di</strong> impianto <strong>di</strong><br />
protesi aortica viene eseguita<br />
nel nostro centro in una sala<br />
operatoria in anestesia generale.<br />
Il problema più importante<br />
durante l’impianto è dato<br />
dal movimento del cuore che<br />
non consente la necessaria precisione<br />
millimetrica. Il cuore<br />
viene pertanto “fermato” me<strong>di</strong>ante<br />
stimolazioni ad altissima<br />
frequenza (180/200 battiti al<br />
minuto) per brevi perio<strong>di</strong>; in<br />
questo modo si ottiene una<br />
contrazione car<strong>di</strong>aca inefficace<br />
che corrisponde alla situazione<br />
<strong>di</strong> “assenza <strong>di</strong> battito car<strong>di</strong>aco”.<br />
Per fare ciò viene posizionato un<br />
pacemaker temporaneo in ventricolo<br />
destro che permette l’erogazione<br />
<strong>di</strong> stimoli ad alta<br />
frequenza. La valvola nativa<br />
AALTTEE TEECNOOLOGIIE
36<br />
ALTE TECCNNOLOOGIIEE<br />
viene pre<strong>di</strong>latata con un pallone<br />
e successivamente si rilascia<br />
la protesi valvolare<br />
aortica. Il corretto posizionamento<br />
della valvola avviene<br />
me<strong>di</strong>ante controllo ra<strong>di</strong>ologico<br />
(utilizzando come punto <strong>di</strong> repere<br />
le calcificazioni della valvola),<br />
ripetute aortografie e<br />
con l’utilizzo in<strong>di</strong>spensabile<br />
dell’ecocar<strong>di</strong>ografia transesofagea.<br />
L’approccio può essere<br />
transfemorale o transapicale.<br />
L’approccio retrogrado o<br />
transfemorale richiede l’introduzione<br />
dalle arterie femorali <strong>di</strong><br />
cannule con un <strong>di</strong>ametro<br />
esterno compreso fra 6 e 7 mm<br />
(variabile a seconda del <strong>di</strong>ametro<br />
della protesi da impiantare).<br />
Al termine della procedura l’arteria<br />
femorale viene chiusa attraverso<br />
una piccola sutura.<br />
L’accesso attraverso l’arteria femorale<br />
costituisce, al momento,<br />
la limitazione principale per tale<br />
tipo <strong>di</strong> approccio in quanto non<br />
consente il trattamento <strong>di</strong> quei<br />
pazienti che presentano severe<br />
tortuosità o calcificazioni a livello<br />
delle arterie iliache oppure,<br />
<strong>di</strong> quei pazienti con<br />
arterie femorali <strong>di</strong> piccolo calibro<br />
(
38<br />
MMIIGGRRAANNTI<br />
Ospedale IN<br />
DONAZIONI DA PARTE<br />
DI STRANIERI<br />
Resoconto degli incontri tra me<strong>di</strong>atori interculturali e me<strong>di</strong>ci<br />
del Servizio Immunoematologia Trasfusionale<br />
e dell’Ematologia a proposito della donazione <strong>di</strong> sangue<br />
e cellule staminali da parte <strong>di</strong> stranieri e immigrati.<br />
Nell’ambito delle iniziative<br />
<strong>di</strong> confronto e formazione/informazione<br />
tra<br />
me<strong>di</strong>atori interculturali e strutture<br />
ospedaliere si sono svolti i<br />
due incontri programmati incentrati<br />
sul tema della donazione<br />
<strong>di</strong> sangue e suoi derivati e<br />
<strong>di</strong> cellule staminali.<br />
I me<strong>di</strong>atori coinvolti (paesi <strong>di</strong><br />
provenienza: Albania, Argentina,<br />
Brasile, Burkina Faso,<br />
Cina, Mali, Marocco, Romania,<br />
Venezuela) si sono mostrati,<br />
come sempre, molto interessati<br />
ed interattivi ed hanno portato<br />
la loro esperienza <strong>di</strong> migranti e<br />
<strong>di</strong> frequentatori <strong>di</strong> contesti sanitari<br />
locali.<br />
Il 17 marzo <strong>2011</strong> il<br />
dr. Riccardo Balbo ha presentato<br />
brevemente i compiti del<br />
Servizio <strong>di</strong> Immunoematologia<br />
e Trasfusionale, le caratteristiche<br />
del sangue e dei suoi derivati,<br />
la necessità <strong>di</strong> approvvigionamento<br />
continuo <strong>di</strong> sangue e la<br />
sua destinazione in un ospedale<br />
come il S. Croce. L’occasione si<br />
è rivelata utile per sfatare alcune<br />
misconoscenze rispetto al<br />
sangue ed al suo trattamento e<br />
per riba<strong>di</strong>re il significato <strong>di</strong> gratuità<br />
della donazione.<br />
Si sono precisati i criteri legati<br />
all’età: per tutti l’età per<br />
poter donare sangue va<br />
dai 18 ai 60 anni se in<br />
stato <strong>di</strong> buona salute; la<br />
perio<strong>di</strong>cità delle donazioni <strong>di</strong><br />
sangue: ogni 90 giorni per gli<br />
uomini e due volte all’anno per<br />
le donne in età fertile, 4 dopo la<br />
menopausa.<br />
Possono esserci con<strong>di</strong>zioni<br />
che rendono la persona idonea<br />
a cura <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a Somale, SC Ufficio Qualità<br />
solo a determinati tipi <strong>di</strong> donazione<br />
(es. plasma, piastrine);<br />
possono essere poste delle limitazioni<br />
anche solo temporanee<br />
alla donazione (es.<br />
permanenza all’estero in determinati<br />
Paesi e per durate specifiche<br />
<strong>di</strong> tempo; essere in stato <strong>di</strong><br />
gravidanza; essere in allattamento<br />
e fino a 3 mesi dalla fine<br />
dello stesso; assumere determinate<br />
terapie).<br />
Nel presentarsi alla donazione<br />
è consigliabile aver consumato<br />
una colazione leggera<br />
(the, caffè, frutta, succo <strong>di</strong> frutta<br />
e comunque assumere liqui<strong>di</strong>,<br />
evitando latte e suoi derivati). A<br />
questo proposito è stato interessante<br />
verificare come il concetto<br />
<strong>di</strong> leggerezza <strong>di</strong> determinati alimenti<br />
(es. burro) possa essere<br />
piuttosto <strong>di</strong>verso tra le persone<br />
provenienti da altri Paesi e<br />
come gli esempi che solitamente<br />
La sala per le donazioni<br />
facciamo <strong>di</strong> “buona colazione<br />
prima della donazione” (es.<br />
fetta biscottata e caffè nero)<br />
possano essere privi <strong>di</strong> significato<br />
per chi è abituato ad alimenti<br />
molto <strong>di</strong>fferenti.<br />
Ci si è poi confrontati su quale<br />
significato può avere “il dono <strong>di</strong><br />
sé vivente” attraverso componenti<br />
che si rigenerano rispetto<br />
a quanto alcuni dei me<strong>di</strong>atori<br />
stavano apprendendo in uno<br />
specifico corso dove vengono<br />
preparati alla comunicazione<br />
relativa alla donazione <strong>di</strong> organo.<br />
Durante la preparazione del<br />
focus group 1 attorno al tema del<br />
sangue e della donazione nessuno<br />
ha riferito particolari credenze<br />
o visioni legate al sangue<br />
(in linea con la pubblicazione<br />
AVIS 2 ).<br />
Tutti i me<strong>di</strong>atori presenti<br />
hanno convenuto come non ri-<br />
sultino nei loro Paesi <strong>di</strong> origine<br />
specifici <strong>di</strong>vieti o impe<strong>di</strong>menti<br />
né <strong>di</strong> natura religiosa né <strong>di</strong> altro<br />
tipo a nessuna forma <strong>di</strong> donazione.<br />
Chi conosce il Corano<br />
sottolinea l’invito da parte del<br />
Profeta al sostegno della vita ed<br />
alla sua salvaguar<strong>di</strong>a, ad aiutare<br />
il prossimo e dunque ad<br />
un’interpretazione favorevole<br />
alla donazione.<br />
Ci sono invece profonde <strong>di</strong>fferenze<br />
rispetto alle modalità,<br />
alla gratuità, alla possibilità <strong>di</strong><br />
scegliere a chi donare che cosa<br />
ed alla promozione della donazione<br />
stessa nei <strong>di</strong>versi Paesi <strong>di</strong><br />
provenienza.<br />
Praticamente tutti si sono mostrati<br />
sorpresi della mole <strong>di</strong> sangue<br />
<strong>di</strong> cui si fa uso in ospedale,<br />
anche in ambiti magari meno<br />
conosciuti dalla gente comune.<br />
Di conseguenza, è normale<br />
dover incentivare sempre nuove<br />
donazioni dal momento che,<br />
anche in molti anni <strong>di</strong> presenza<br />
sul nostro territorio, molti me<strong>di</strong>atori<br />
non si ricordano, se non<br />
per qualche comunicato sui<br />
giornali o campagne nazionali,<br />
<strong>di</strong> aver mai percepito questa<br />
necessità. In molti dei loro Paesi<br />
<strong>di</strong> provenienza è invece un reclutamento<br />
chiaro e visibile, che<br />
passa attraverso tutti i mass<br />
me<strong>di</strong>a a <strong>di</strong>sposizione, un invito<br />
<strong>di</strong>retto da parte del personale<br />
sanitario, talvolta come richiesta<br />
esplicita (es. per i parenti ricoverati).<br />
Tutti hanno, quin<strong>di</strong>, suggerito<br />
una maggior presenza <strong>di</strong> messaggi<br />
che ricor<strong>di</strong>no perio<strong>di</strong>camente<br />
questa necessità e le<br />
con<strong>di</strong>zioni per donare, sia nei momenti<br />
in cui c’è maggiore necessità<br />
sia in momenti prestabiliti,<br />
magari quando le persone possono<br />
essere più facilmente esposte<br />
ai messaggi <strong>di</strong> questo tipo (es.<br />
nella bella stagione lungo i luoghi<br />
<strong>di</strong> ritrovo o <strong>di</strong> passeggio; in inverno<br />
attorno alle festività).<br />
Suggeriscono altresì <strong>di</strong> mettere<br />
comunicati in merito anche<br />
nelle sale d’attesa e nei luoghi<br />
in cui è più probabile che gli immigrati<br />
aspettino, sia dentro (es.<br />
COP, segreterie dei servizi,<br />
Pronto Soccorso, Ostetricia, Pe<strong>di</strong>atria)<br />
sia fuori dell’ospedale<br />
(es. luoghi legati all’attesa <strong>di</strong><br />
mezzi pubblici, Questura). In<br />
modo particolare, anche in risposta<br />
alle numerose domande<br />
poste al me<strong>di</strong>co, il dr Balbo ha<br />
letto l’ultima normativa in suo<br />
possesso riguardante l’accesso<br />
alla donazione <strong>di</strong> salute da<br />
parte <strong>di</strong> persone straniere.<br />
Ha, infatti, sottolineato come<br />
possano variare nel<br />
tempo le con<strong>di</strong>zioni legate<br />
alla donazione da<br />
parte <strong>di</strong> persone provenienti<br />
dai <strong>di</strong>versi Paesi,<br />
sia in termini <strong>di</strong> migrazione<br />
che <strong>di</strong> semplice<br />
transito. Ha spiegato con alcuni<br />
esempi, come ci possano<br />
essere limitazioni o impe<strong>di</strong>menti<br />
alla donazione<br />
permanenti o temporanee<br />
anche legate alla<br />
provenienza geografica<br />
in relazione a patologie<br />
presenti o a con<strong>di</strong>zioni<br />
che influiscono sulla salute<br />
che devono essere<br />
tenute presente, anche a<br />
scopo precauzionale, nel<br />
caso della donazione.<br />
Se la prima con<strong>di</strong>zione per<br />
valutare un donatore è il suo<br />
stato <strong>di</strong> buona salute, il primo<br />
obiettivo deve essere sempre<br />
quello <strong>di</strong> tutelare sia il donatore<br />
che il ricevente, per cui da sempre<br />
la legislazione del nostro<br />
Paese ha scelto criteri magari<br />
più restrittivi rispetto a quelli in<br />
vigore in altri Paesi.<br />
In sintesi dunque si è detto che<br />
anche la persona straniera<br />
e immigrata in<br />
buona salute può can<strong>di</strong>darsi<br />
alla donazione <strong>di</strong><br />
sangue e suoi derivati. Per<br />
fare questo deve rivolgersi ai<br />
centri <strong>di</strong> riferimento, come qualsiasi<br />
altro citta<strong>di</strong>no italiano<br />
maggiorenne, dove verrà sottoposto<br />
ad analoghe procedure<br />
che prevedono la compilazione<br />
<strong>di</strong> un questionario<br />
specifico <strong>di</strong> raccolta dati<br />
che viene valutato dal me<strong>di</strong>co<br />
congiuntamente ai parametri<br />
essenziali (peso > 50 Kg,<br />
pressione, funzionalità<br />
del fegato ed emoglobina<br />
tramite puntura del<br />
<strong>di</strong>to) ad ogni donazione. Rispetto<br />
ad un citta<strong>di</strong>no italiano<br />
emergono alcuni aspetti che è<br />
Ospedale IN 39<br />
bene sottolineare e <strong>di</strong> cui ogni<br />
can<strong>di</strong>dato donatore <strong>di</strong> sangue<br />
straniero deve, ad oggi, tener<br />
conto:<br />
- la Raccomandazione Sangue<br />
1/2010 emessa dalla Regione<br />
Piemonte ha sottolineato come il<br />
can<strong>di</strong>dato donatore deve<br />
mostrare una “sufficiente<br />
padronanza della lingua<br />
italiana in quanto è essenziale<br />
che i soggetti siano in grado <strong>di</strong><br />
condurre con <strong>di</strong>mestichezza un<br />
colloquio con il me<strong>di</strong>co selezionatore,<br />
<strong>di</strong> riferire dati anamnestici<br />
e <strong>di</strong> comprendere ed<br />
esprimere compiutamente un<br />
consenso responsabile alle procedure<br />
<strong>di</strong> donazione”.<br />
Questo è uno dei motivi per<br />
cui non si è proceduto ad una<br />
traduzione del suddetto questionario<br />
anamnestico in molte lingue,<br />
ma solo in inglese e<br />
francese;<br />
- lo stesso documento ha formalizzato<br />
come sia non solo<br />
doveroso riconoscere alle persone<br />
immigrate la possibilità <strong>di</strong><br />
partecipare alla vita del Paese<br />
anche in questa forma, che è <strong>di</strong><br />
per sé un buon in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> desiderio<br />
<strong>di</strong> integrazione nelle comunità<br />
locali, ma anche un<br />
fattore molto importante da tenere<br />
in considerazione proprio<br />
per le caratteristiche <strong>di</strong> cui sono<br />
portatrici persone provenienti<br />
da altri Paesi anche per fattori<br />
connessi al sangue.<br />
“Poiché tuttavia le aree <strong>di</strong><br />
provenienza <strong>di</strong> tali popolazioni<br />
sono spesso caratterizzate da<br />
alta endemia <strong>di</strong> malattie trasmissibili<br />
con il sangue o da alta<br />
prevalenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni genetiche<br />
particolari (ad es. emoglobinopatie)<br />
si pone il problema,<br />
da un lato, <strong>di</strong> non scoraggiare<br />
(ma anzi <strong>di</strong> favorire) la sincera<br />
volontà <strong>di</strong> manifestare gesti <strong>di</strong><br />
solidarietà e <strong>di</strong> volontariato<br />
come la donazione del sangue<br />
e, dall’altro, <strong>di</strong> non <strong>di</strong>minuire i<br />
livelli <strong>di</strong> sicurezza della terapia<br />
trasfusionale.<br />
Sulla base delle evidenze epidemiologiche,<br />
delle esperienze<br />
fino ad oggi maturate e delle<br />
normative nazionali ed europee<br />
vigenti, si ritiene<br />
quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccomandare<br />
i seguenti cri-<br />
MIIGRRAANTTII
MIGRANTI<br />
40<br />
Ospedale IN<br />
teri per la<br />
selezione degli<br />
aspiranti donatori<br />
provenienti da aree<br />
extra nazionali:<br />
- il possesso <strong>di</strong> un documento<br />
<strong>di</strong> identità o <strong>di</strong> riconoscimento<br />
equipollente<br />
(in quanto tale munito <strong>di</strong> fotografia<br />
e timbro o segnatura equivalente,<br />
secondo la definizione<br />
dell’art. 35 del Testo Unico delle<br />
leggi <strong>di</strong> Pubblica Sicurezza riassunte<br />
nel DPR n. 445/2000) rilasciato<br />
da un'amministrazione<br />
dello Stato italiano, oppure il<br />
permesso <strong>di</strong> soggiorno in Italia<br />
(rilasciato ai citta<strong>di</strong>ni extracomunitari<br />
in possesso <strong>di</strong><br />
passaporto/visto con previsione<br />
<strong>di</strong> soggiorno in Italia superiore a<br />
tre mesi).<br />
L’iscrizione al SSN o il possesso<br />
della T.E.A.M. (Tessera<br />
Europea Assicurazione Malattie)<br />
costituiscono ulteriori elementi<br />
sufficienti;<br />
- fornire in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong><br />
residenza/domicilio per<br />
le eventuali necessità successive<br />
<strong>di</strong> richiamo e <strong>di</strong><br />
emovigilanza.<br />
È inoltre importante raccogliere<br />
informazioni sul Paese <strong>di</strong><br />
provenienza e sull’eventuale<br />
rientro perio<strong>di</strong>co nei Paesi <strong>di</strong><br />
origine che può riesporre i soggetti<br />
a fattori <strong>di</strong> rischio (ad es.<br />
per la malaria) i quali possono<br />
costituire criterio <strong>di</strong> esclusione a<br />
norma del DM 3/3/05 All. 4.<br />
Nella fase <strong>di</strong> riflessione con i<br />
me<strong>di</strong>atori attorno al “perché<br />
non dono” sono emerse questioni<br />
legate alla situazione risalente<br />
già al Paese <strong>di</strong> origine<br />
(sapevano della necessità e<br />
delle modalità per donare ma<br />
non si sono mai mossi per concretizzare<br />
l’intenzione; altri<br />
quando si sono mossi non<br />
hanno seguito le modalità corrette<br />
o bisognava andare<br />
troppo lontano; la maggior<br />
parte ha pensato <strong>di</strong> farlo ma<br />
poi non è mai passata all’atto<br />
anche se ritiene una grossa contro<br />
moneta la possibilità <strong>di</strong><br />
avere degli esami effettuati perio<strong>di</strong>camente<br />
gratuitamente per<br />
verificare lo stato <strong>di</strong> buona salute).<br />
Alcuni me<strong>di</strong>atori, per contro,<br />
riferiscono il fatto che<br />
probabilmente qualche connazionale,<br />
così come in patria,<br />
possa rimandare per timore <strong>di</strong><br />
scoprire delle malattie.<br />
Di qui l’ipotesi <strong>di</strong> promuovere<br />
degli incontri come questo<br />
presso le Associazioni delle<br />
varie comunità e del materiale<br />
informativo multilingue da lasciare<br />
nei posti <strong>di</strong> maggior passaggio<br />
dei migranti (es. Centro<br />
Migranti, Caritas, associazioni<br />
sindacali, sportelli per gli immigrati).<br />
In successione logica con l’incontro<br />
tenuto dal Trasfusionale,<br />
il 18 maggio <strong>2011</strong> il dr Davide<br />
Rapezzi, me<strong>di</strong>co dell’Ematologia,<br />
ha svolto la sua parte <strong>di</strong><br />
presentazione dell’attività del<br />
reparto e degli ambulatori, <strong>di</strong><br />
situazioni maggiormente riconducibili<br />
agli utenti stranieri della<br />
struttura ed ai possibili ambiti <strong>di</strong><br />
intervento dei me<strong>di</strong>atori (es.<br />
spiegazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e terapie<br />
con conseguenti ripercussioni<br />
sulla fertilità <strong>di</strong> uomini e<br />
donne e impostazione del piano<br />
terapeutico in relazione ai progetti<br />
<strong>di</strong> vita).<br />
Il dr Rapezzi ha inoltre illustrato<br />
la necessità e l’impiego <strong>di</strong><br />
cellule staminali nella moderna<br />
terapia ematologica. Successivamente<br />
la sottoscritta ha provveduto<br />
ad inoltrare ai me<strong>di</strong>atori<br />
materiale specifico circa il processo<br />
a cui viene sottoposto il<br />
can<strong>di</strong>dato donatore <strong>di</strong> cellule<br />
staminali (precedentemente<br />
detto “<strong>di</strong> midollo osseo” e oggi<br />
definita “donazione <strong>di</strong> cellule<br />
staminali emopoietiche”, ovvero<br />
che producono sangue).<br />
La premessa fondamentale è<br />
stata che può essere donatore<br />
<strong>di</strong> cellule staminali<br />
chi può essere donatore<br />
<strong>di</strong> sangue e dunque può rivolgersi<br />
al proprio centro territoriale<br />
<strong>di</strong> riferimento (nel<br />
riquadro vengono riportati i riferimenti<br />
del Servizio Immunoematologia<br />
e Trasfusionale<br />
dell’Ospedale <strong>di</strong> Cuneo) o alle<br />
associazioni che si occupano <strong>di</strong><br />
donatori <strong>di</strong> sangue (es. AVIS,<br />
FIDAS) o <strong>di</strong> cellule staminali<br />
(es. ADMO).<br />
I me<strong>di</strong>atori si sono mostrati colpiti<br />
dai gran<strong>di</strong> numeri <strong>di</strong> pazienti<br />
con la leucemia che hanno bisogno<br />
<strong>di</strong> un donatore molto particolare,<br />
ovvero <strong>di</strong> una persona<br />
che si renda <strong>di</strong>sponibile oggi per<br />
poter donare forse chissà<br />
quando e da come sia molto <strong>di</strong>fficile<br />
trovare due persone che dal<br />
punto <strong>di</strong> compatibilità siano<br />
uguali per rendere possibile un<br />
trapianto <strong>di</strong> midollo (IBMDR:<br />
registro italiano donatori midollo<br />
osseo e rete nazionale).<br />
Ci si può iscrivere a tale<br />
registro, essere donatore<br />
<strong>di</strong> cellule staminali, dai<br />
18 ai 40 anni e si può donare<br />
fino a 55 anni, soltanto<br />
dopo aver effettuato<br />
almeno una donazione <strong>di</strong> sangue<br />
intero.<br />
Presso il S. Croce si fanno gli<br />
esami <strong>di</strong> accertamento previsti,<br />
come per il donatore <strong>di</strong> sangue;<br />
si valuta l’idoneità a donare secondo<br />
due principi: il primo è<br />
che non si deve arrecare danno<br />
a una persona sana per curarne<br />
una malata, quin<strong>di</strong> non si va a<br />
prelevare a chi pesa meno <strong>di</strong><br />
50 kg o a soggetti anemici; il<br />
secondo è che non si deve far<br />
correre un rischio al pazientericevente,<br />
per esempio se uno<br />
fosse malato <strong>di</strong> AIDS o <strong>di</strong> altre<br />
forme contagiose. Quin<strong>di</strong> si effettuano<br />
dei controlli anche nel<br />
momento in cui ci si trovasse<br />
nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> prelevare le<br />
cellule staminali.<br />
La procedura <strong>di</strong> prelievo delle<br />
cellule staminali è più complessa<br />
e più impegnativa <strong>di</strong><br />
quella prevista per la donazione<br />
<strong>di</strong> sangue.<br />
Dovendo prelevare dalle ossa<br />
si utilizzano degli aghi molto<br />
grossi perché si devono passare<br />
la cute e le ossa. Quin<strong>di</strong> si<br />
chiede al donatore <strong>di</strong> essere ricoverato<br />
in ospedale perché si<br />
deve fare un’anestesia. Il giorno<br />
successivo generalmente il donatore<br />
viene <strong>di</strong>messo e per 5/6<br />
giorni può essere un po’ debole<br />
o sentire malessere nella zona<br />
del prelievo, che è quella delle<br />
creste iliache, quin<strong>di</strong> del bacino<br />
posteriore, dove vengono fatti<br />
più fori all’interno dell’osso per<br />
poter permettere <strong>di</strong> prelevare le<br />
cellule. Le cellule staminali vengono<br />
raccolte in sacche particolari<br />
e poi nel minor tempo<br />
possibile mandate al centro tra-<br />
pianti dove è ricoverato il paziente,<br />
che può essere a Cuneo<br />
o in qualsiasi parte del mondo.<br />
Fino a pochi anni fa si potevano<br />
donare cellule staminali<br />
solo con la donazione <strong>di</strong> midollo<br />
ed ancora oggi è preferibile<br />
questa tecnica, soprattutto<br />
per alcuni tipi <strong>di</strong> leucemie in<br />
quanto è più efficace rispetto a<br />
quelle attuate con altre tecniche<br />
<strong>di</strong> prelievo, come ad esempio<br />
la raccolta delle cellule <strong>di</strong><br />
sangue periferico tramite<br />
un separatore cellulare.<br />
Con questa tecnica si devono<br />
andare a stimolare le cellule per<br />
poterne produrre delle altre,<br />
quin<strong>di</strong> si inietta un farmaco sottocute<br />
per cinque giorni due<br />
volte al giorno, mattino e sera, e<br />
al quinto giorno, si vanno a raccogliere<br />
le cellule staminali.<br />
Questi farmaci obbligano il nostro<br />
organismo a iperprodurre<br />
cellule nuove e mandarle in circolo,<br />
per far sì che si possano<br />
prelevare da sangue periferico.<br />
Quando si effettua il prelievo,<br />
grazie a una macchina, si prelevano<br />
le cellule staminali e si<br />
restituisce il resto al paziente,<br />
come i globuli rossi, le piastrine,<br />
il plasma e in parte i globuli<br />
bianchi. I vantaggi per il donatore<br />
sono che non deve più essere<br />
ricoverato, non deve subire<br />
un’anestesia e dopo aver effettuato<br />
la raccolta sta bene. Lo<br />
svantaggio è che l’abbiamo<br />
fatto star male i 5 giorni prima<br />
per l’introduzione del farmaco<br />
Il Centro Donatori del SIMT (Servizio <strong>di</strong> Immunoematologia<br />
e Trasfusionale dell’ASO S. Croce e Carle <strong>di</strong> Cuneo, piano<br />
terra, blocco A del S. Croce, ingresso da V. Michele Coppino<br />
26) è aperto:<br />
dal lunedì al sabato dei giorni non festivi e la seconda domenica<br />
<strong>di</strong> ogni mese dalle ore 8,30 alle ore 11.<br />
Per la donazione <strong>di</strong> sangue non è richiesta prenotazione ma<br />
è sufficiente presentarsi allo sportello negli orari stabiliti.<br />
Nel caso <strong>di</strong> plasmaferesi e piastrinoaferesi occorre invece<br />
prendere contatto con la struttura al numero<br />
0171642291/2510.<br />
Possono esserci dei giorni della settimana in cui il centro risulta<br />
più affollato (es. venerdì e sabato).<br />
Qualora alcune persone volessero presentarsi “in gruppo”,<br />
soprattutto nel caso <strong>di</strong> prime donazioni si consiglia <strong>di</strong> “avvisare”<br />
prima telefonicamente o <strong>di</strong> persona in modo che il SIMT possa<br />
organizzarsi al meglio.<br />
Ospedale IN 41<br />
e si sente debole in quanto le<br />
ossa sono state appunto stimolate<br />
per produrre <strong>di</strong> più.<br />
Si può anche effettuare la<br />
donazione tramite cellule<br />
staminali da cordone ombelicale,<br />
possibilità che dovrebbe<br />
essere prospettate a tutte<br />
le donne incinte nel corso del<br />
percorso <strong>di</strong> gravidanza affinché,<br />
se intendono can<strong>di</strong>darsi,<br />
facciano le cose nei tempi previsti<br />
dalla procedura.<br />
Queste cellule sono le migliori<br />
in assoluto perché sono appena<br />
nate e non sono state mo<strong>di</strong>ficate,<br />
ma il grosso problema è<br />
che sono poche (60-100 gr),<br />
quin<strong>di</strong> vanno bene per fare un<br />
trapianto a dei bambini, ma<br />
non ad un adulto. Le percentuali<br />
<strong>di</strong> sopravvivenza <strong>di</strong> queste cellule<br />
non sono altissime (circa<br />
15% che però rispetto a nulla è<br />
molto!).<br />
Personalmente ringrazio chi<br />
ha presenziato a questi incontri<br />
e chi li ha condotti, convinta che<br />
il passaparola possa funzionare<br />
più <strong>di</strong> qualsiasi altra forma <strong>di</strong><br />
sensibilizzazione.<br />
Per questo riportiamo il riferimento<br />
ospedaliero a cui rivolgersi<br />
per qualsiasi informazione<br />
e soprattutto per decidere <strong>di</strong><br />
can<strong>di</strong>darsi ad un gesto che sicuramente<br />
fa bene a tutti: a chi<br />
riceve ma anche a chi decide <strong>di</strong><br />
dare gratuitamente un po’ <strong>di</strong><br />
tempo ed un po’ <strong>di</strong> sé.<br />
1 Greenbaum T: The practical<br />
handbook and guide to focus group<br />
research, Lexington, 1988.<br />
2 Fantauzzi A (a cura <strong>di</strong>): L’altro in<br />
me. Dono del sangue e immigrazione<br />
fra culture, pratiche e identità. AVIS,<br />
2008.<br />
MIIGRRAANTTII
42<br />
VITA IN AZZIENNDA<br />
Ospedale IN<br />
FESTA DEI 50 ANNI<br />
DI PEDIATRIA A CUNEO<br />
30 GIUGNO - 1 LUGLIO <strong>2011</strong><br />
(vi raccontiamo com’è andata …)<br />
Itimori della vigilia da parte <strong>di</strong><br />
chi ha progettato la festa per<br />
il 50° compleanno del reparto<br />
<strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria all’Ospedale <strong>di</strong><br />
Cuneo sono scomparsi appena,<br />
alle ore 17.00 del 30 giugno,<br />
nel salone dell’ASO, hanno<br />
avuto inizio le celebrazioni.<br />
Prima a raggiungerci, la Prof.<br />
Paola Zunin, figlia del compianto<br />
Prof. Carlo, primo Direttore<br />
della Pe<strong>di</strong>atria, seguita a<br />
ruota dal Prof. Adriano Spada,<br />
Primario della nostra Pe<strong>di</strong>atria<br />
per 31 anni. A seguire le autorità<br />
della Regione, Provincia e<br />
Comune, tanti ex Pe<strong>di</strong>atri del<br />
S. Croce e gli attuali Responsabili<br />
delle Pe<strong>di</strong>atrie della Provincia,<br />
le Associazioni del<br />
Volontariato e citta<strong>di</strong>ni (sessanta<br />
persone hanno partecipato e<br />
tre<strong>di</strong>ci oratori hanno portato le<br />
loro testimonianze).<br />
Un gra<strong>di</strong>tissimo regalo ce lo ha<br />
fatto il Dr Ezio Falco, Presidente<br />
della Fondazione CRC, che ha<br />
accompagnato l’On. Paganelli,<br />
firmatario nel 1961 della delibera<br />
con cui la Fondazione assegnava<br />
la cifra <strong>di</strong> 25 milioni <strong>di</strong><br />
lire serviti a realizzare il reparto<br />
<strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria del nostro Ospedale.<br />
<strong>di</strong> Guido Cento, SC Ufficio Qualità/Comunicazione<br />
Il momento istituzionale<br />
Un GRAZIE DI CUORE A:<br />
chi ha patrocinato l’evento<br />
gli sponsor<br />
le associazioni del volontariato ABIO, CÖNI VIP, FIORI SULLA LUNA, VOGLIA <strong>di</strong> CRESCERE<br />
la C.R.I <strong>di</strong> Cuneo<br />
i <strong>di</strong>pendenti dell’Ufficio Turismo e Manifestazioni del Comune <strong>di</strong> Cuneo<br />
tutti quelli che passando <strong>di</strong> lì si sono fermati e ci hanno dato una mano<br />
la Direzione dell’ASO che crede nella riconoscenza<br />
i piloti e gli equipaggi delle mongolfiere<br />
la Squadra dell’Ufficio Qualità e Comunicazione dell’ASO <strong>di</strong> Cuneo.<br />
Moltissimi gli interventi, interessantissimi<br />
ed appassionati che<br />
ci hanno fatto rivivere la “Storia<br />
della Pe<strong>di</strong>atria” dalla sua nascita<br />
ai giorni nostri: il reparto, al servizio<br />
<strong>di</strong> tutta la Provincia, nei<br />
primi anni <strong>di</strong> attività, faceva segnare<br />
la presenza anche <strong>di</strong> 120<br />
bimbi ricoverati contemporaneamente<br />
e curati dai soli tre me<strong>di</strong>ci<br />
in organico. Seguitissimo l’intervento<br />
del Dr Massimo Chiossi,<br />
l’attuale Primario, che ci ha fatto<br />
scoprire la storia della Pe<strong>di</strong>atria<br />
in Italia, mentre un silenzio assoluto<br />
ha accompagnato la testimonianza<br />
del prof. Adriano<br />
Spada che ha raccontato con<br />
semplicità e pathos le <strong>di</strong>fficoltà<br />
degli albori della me<strong>di</strong>cina pe<strong>di</strong>atrica<br />
a Cuneo. Eravamo lì con<br />
lui quando praticava ipodermoclisi<br />
con aghi infissi nella spongiosa<br />
delle epifisi <strong>di</strong>stali del<br />
femore <strong>di</strong> bimbi che non avevano<br />
altri possibili accessi o<br />
quando, al neonato <strong>di</strong> una setti-<br />
mana arrivato dall’alta montagna,<br />
eseguiva un’exanguinotrasfusione,<br />
con un ago posizionato<br />
<strong>di</strong>rettamente nel cuore per impe<strong>di</strong>rne<br />
la morte per incompatibilità<br />
A.B.0. Mentre il Prof. Spada<br />
ci comunica che oggi quel bimbo<br />
è un uomo che va <strong>di</strong> tanto in<br />
tanto a trovarlo, noi, ancora una<br />
volta gli esprimiamo la nostra<br />
gratitu<strong>di</strong>ne per la grande professionalità<br />
ed umanità che hanno<br />
contrad<strong>di</strong>stinto il suo esser me<strong>di</strong>co<br />
dei bambini. Al termine<br />
della manifestazione il Dr Mario<br />
Marchisio, Commissario dell’ASO,<br />
ha consegnato una targa<br />
ricordo alla Prof. Paola Zunin ed<br />
al Prof. Adriano Spada.<br />
Il primo luglio festa dei bimbi in<br />
Piazza d’Armi. È stata anche fortunatamente<br />
la festa coi bimbi.<br />
Ben 69 <strong>di</strong> loro si sono prenotati<br />
per un giro in mongolfiera. Sono<br />
state fatte salire in cielo due mongolfiere<br />
coi loro esperti piloti. Purtroppo<br />
alle h. 19.00 un vento<br />
Ospedale IN 43<br />
La festa<br />
dei bimbi<br />
teso, la cosiddetta “coda del<br />
drago” proveniente dalla Valle<br />
Stura, ci ha obbligati a desistere<br />
dall’iniziativa. Apprezzatissima<br />
la partecipazione dell’asino<br />
Mozart e del suo padrone, il Sig.<br />
Giacomo Bo, che ha voluto esser<br />
presente anche se con un piede<br />
ferito. Mozart, con la pazienza e<br />
la docilità che lo contrad<strong>di</strong>stinguono,<br />
ha portato in groppa<br />
moltissimi bambini. Un gran numero<br />
<strong>di</strong> Clown (25) volontari del<br />
CÖNI VIP ha allietato il pomeriggio<br />
con balli, canti e giochi. I volontari<br />
dell’ABIO hanno offerto<br />
palloncini e decorato con arte i visi<br />
dei bimbi. Dalle 16.00 tutti i presenti<br />
sono stati rifocillati con abbondante<br />
e gustosissima merenda.<br />
La fatica, per chi ha organizzato<br />
la festa <strong>di</strong> compleanno dei<br />
50 anni della Pe<strong>di</strong>atria dell’ASO<br />
<strong>di</strong> Cuneo, è stata molta, ma è<br />
stata ricompensata da tanta partecipazione<br />
e dalla solidarietà <strong>di</strong><br />
moltissime persone ed enti.<br />
VITA IN AZZIEENDAA
44<br />
VITA IN AZZIENNDA<br />
Ospedale IN<br />
Lavori <strong>di</strong> ristrutturazione<br />
del reparto<br />
<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina d’urgenza<br />
<strong>di</strong> Bruno Tartaglino – SC Me<strong>di</strong>cina d'Urgenza,<br />
Paola Arneodo – SC Tecnico, Paolo Pellegrino – Direzione Sanitaria <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o<br />
Nello scorso mese <strong>di</strong> gennaio<br />
è stato effettuato il<br />
trasloco del Reparto <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza dal terzo<br />
piano alla nuova sede, al secondo<br />
piano del blocco A<br />
dell’Ospedale S. Croce. Si è<br />
trattato <strong>di</strong> un trasferimento “ad<br />
impatto zero” per l’utenza, perché<br />
non ha comportato riduzione<br />
significativa dell’attività.<br />
La ristrutturazione del reparto<br />
<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza si inserisce<br />
in un vasto programma <strong>di</strong><br />
revisione delle degenze e dei<br />
servizi dell’Ospedale S. Croce,<br />
volto al perseguimento degli<br />
obiettivi in<strong>di</strong>cati nel piano <strong>di</strong><br />
riorganizzazione delle strutture<br />
ospedaliere approvato da questa<br />
Azienda nell’ottobre 2008,<br />
che mirano alla creazione <strong>di</strong><br />
aree <strong>di</strong>partimentali funzionalmente<br />
collegate dal punto <strong>di</strong><br />
vista planimetrico e all’adeguamento<br />
delle degenze agli<br />
standard <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento con<br />
conseguente eliminazione delle<br />
camere a sei posti letto. In particolare<br />
il trasferimento della<br />
struttura Complessa <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />
d’Urgenza, costituisce un importante<br />
tassello del più ampio<br />
progetto <strong>di</strong> riorganizzazione, in<br />
quanto nei locali liberati al terzo<br />
piano si collocherà la degenza<br />
<strong>di</strong> Oculistica, a sua volta interessata<br />
dal progetto <strong>di</strong> ristrutturazione<br />
del Dipartimento<br />
Testa-Collo che proseguirà con<br />
il trasferimento delle degenze <strong>di</strong><br />
Otorinolarigoiatria e Chirurgia<br />
maxillo-facciale sempre al III<br />
piano, blocco C.<br />
Contestualmente il reparto <strong>di</strong><br />
Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza necessitava<br />
<strong>di</strong> alcuni adeguamenti<br />
strutturali ed impiantistici che si<br />
sono potuti attuare nell’area del<br />
secondo piano, libera da <strong>di</strong>cembre<br />
2010, a seguito della<br />
collocazione della degenza <strong>di</strong><br />
Oncologia presso l’Ospedale<br />
A. Carle.<br />
La caratteristica principale<br />
che valorizza il nuovo reparto è<br />
la nuova sala <strong>di</strong> terapia semintensiva<br />
a cinque posti letto, <strong>di</strong><br />
cui uno <strong>di</strong> isolamento, dotata <strong>di</strong><br />
una a<strong>di</strong>acente zona <strong>di</strong> controllo<br />
e monitoraggio, decisamente<br />
più funzionale dal punto <strong>di</strong> vista<br />
dell’assistenza al malato rispetto<br />
alla preesistente sistemazione.<br />
Oltre all’area semintensiva sono<br />
presenti sette camere <strong>di</strong> degenza<br />
a uno o due posti letto,<br />
per un totale <strong>di</strong> 16 posti letto,<br />
nonché i locali <strong>di</strong> supporto all’attività<br />
<strong>di</strong> reparto.<br />
La ristrutturazione ha comportato<br />
l’esecuzione <strong>di</strong>:<br />
- opere strutturali, murarie e<br />
<strong>di</strong> finiture e<strong>di</strong>lizie necessarie<br />
alla realizzazione del nuovo lay<br />
out <strong>di</strong>stributivo, rispondente alle<br />
esigenze <strong>di</strong> reparto;<br />
- mo<strong>di</strong>fiche degli impianti <strong>di</strong><br />
Il nuovo reparto.<br />
<strong>di</strong>stribuzione forza motrice, illuminazione<br />
e trasmissione dati;<br />
- realizzazione dell’impianto<br />
<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento per le camere<br />
<strong>di</strong> monitoraggio, camera<br />
semintensiva e <strong>di</strong> isolamento;<br />
- adeguamento dell’impianto<br />
gas me<strong>di</strong>cali con l’inserimento <strong>di</strong><br />
quadri <strong>di</strong> riduzione che aumentano<br />
la sicurezza <strong>di</strong> erogazione e<br />
con la realizzazione della rete <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stribuzione dell’aria me<strong>di</strong>cale,<br />
<strong>di</strong> fondamentale importanza per<br />
la terapia delle patologie trattate<br />
nel reparto.<br />
I lavori sono stati progettati e<br />
<strong>di</strong>retti dagli ingegneri del Servizio<br />
Tecnico, Paolo De Giovanni,<br />
Gian Mario Ramello e Simona<br />
Ramero, coa<strong>di</strong>uvati dai collaboratori<br />
dei <strong>di</strong>versi settori e<strong>di</strong>le,<br />
elettrico ed impiantistico, e sono<br />
stati finanziati con risorse<br />
aziendali.<br />
La Me<strong>di</strong>cina d’urgenza si è<br />
inoltre dotata <strong>di</strong> un nuovo sistema<br />
<strong>di</strong> monitoraggio dei pazienti,<br />
che consente <strong>di</strong><br />
visualizzare i parametri monito-<br />
rati (ad esempio, pressione arteriosa,<br />
elettrocar<strong>di</strong>ogramma,<br />
ossigenazione, frequenza respiratoria,<br />
ecc) sia per i cinque<br />
posti dell’area semi-intensiva<br />
sia (in telemetria) per i pazienti<br />
delle altre camere (anche per<br />
pazienti in grado <strong>di</strong> deambulare).<br />
Questa tecnologia, che<br />
sostituisce la precedente più obsoleta,<br />
si affianca ad altri strumenti<br />
volti alla <strong>di</strong>agnosi, al<br />
trattamento e alla sicurezza dei<br />
pazienti: emogasanalizzatore,<br />
ecografo portatile, apparecchi<br />
per ventilazione non invasiva,<br />
videosorveglianza, ecc.<br />
Nel 2010 in Me<strong>di</strong>cina<br />
d’Urgenza sono state ricoverate<br />
2043 persone: 731 osservazioni<br />
brevi (OBI), 1108 ricoveri<br />
dal Pronto Soccorso, 204 trasferimenti<br />
da altri reparti ospedalieri.<br />
La degenza me<strong>di</strong>a dei<br />
ricoverati, prima <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>messi<br />
o trasferiti in altra struttura,<br />
è decisamente bassa: 3,21<br />
giorni. La tipologia dei pazienti<br />
ricoverati è piuttosto varia (insufficienza<br />
respiratoria, malat-<br />
tie car<strong>di</strong>ache, sepsi, traumi, avvelenamenti,<br />
emorragie, e<br />
molte altre patologie), ma ha in<br />
comune la caratteristica <strong>di</strong> presentare<br />
una criticità clinica o rischio<br />
<strong>di</strong> instabilità a breve tale<br />
da richiedere un livello <strong>di</strong> intensità<br />
<strong>di</strong> osservazione e cura<br />
superiore a quello che può essere<br />
fornito in un reparto or<strong>di</strong>nario,<br />
comunque inferiore a<br />
una terapia intensiva (Rianimazione).<br />
In alternativa al ricovero<br />
imme<strong>di</strong>ato o alla<br />
C.R.A.L.<br />
AZIENDA OSPEDALIERA S. CROCE E CARLE - CUNEO<br />
<strong>di</strong> Adriano Arese<br />
Cari soci,<br />
con rammarico ho constatato che la nostra iniziativa <strong>di</strong> promuovere il gioco del golf, in collaborazione<br />
con un circolo golfistico situato nelle vicinanze dello stabilimento “Michelin”, non ha avuto successo,<br />
forse perché questo tipo <strong>di</strong> sport è ritenuto ancora uno sport d’élite, o cose da ricchi! Noi ci abbiamo<br />
provato, anche per dare alternative <strong>di</strong> svago e relax ai nostri soci.<br />
Quest’anno la stagione estiva ha evidenziato un grande interesse nei confronti della piscina comunale<br />
<strong>di</strong> Cuneo, nonostante gli alti e bassi del tempo, non sempre clemente. Gli abbonamenti hanno avuto,<br />
come sempre, prezzi agevolati molto interessanti.<br />
Un’iniziativa che ha riscosso notevole successo è la ven<strong>di</strong>ta dei buoni pesca presso il Lago delle<br />
Rovine ad Entracque: molti soci hanno approfittato dei prezzi veramente favorevoli.<br />
Quando uscirà l’articolo, lo spettacolo che ogni anno si svolge alla Fiera <strong>di</strong> Cuneo sarà già stato effettuato:<br />
l’incasso e tutte le iniziative collegate ad esso erano finalizzate alla tutela delle mamme e dei<br />
bambini in Sudan, tramite il Comitato <strong>di</strong> Collaborazione Me<strong>di</strong>ca: speriamo che l’incasso sia stato cospicuo<br />
e generoso!<br />
Per tutte le iniziative dell’autunno prestate attenzione alle locan<strong>di</strong>ne affisse alle bacheche del CRAL al<br />
S. Croce, Carle e uffici amministrativi in corso Brunet.<br />
Ospedale IN 45<br />
<strong>di</strong>missione dal Pronto Soccorso,<br />
vengono tenuti in osservazione<br />
pazienti per i quali<br />
occorre prontamente definire<br />
se il sintomo presentato (ad<br />
esempio, un dolore toracico o<br />
una sincope) sottenda o meno<br />
una grave malattia (ad esempio,<br />
infarto miocar<strong>di</strong>co o aritmia<br />
car<strong>di</strong>aca).<br />
La Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza,<br />
aperta <strong>di</strong>eci anni fa al Santa<br />
Croce dal dott. Ugo Sturlese, ha<br />
certamente visto con questa sua<br />
ricollocazione un miglioramento<br />
strutturale e tecnologico, nonché<br />
la possibilità <strong>di</strong> rispondere ancora<br />
meglio alla sua mission.<br />
Punto <strong>di</strong> merito per tutto il personale<br />
coinvolto è sicuramente<br />
stato il trasferimento dell’attività<br />
<strong>di</strong> reparto dai vecchi ai nuovi<br />
locali senza praticamente interrompere<br />
l’attività assistenziale,<br />
cosa che ha sicuramente comportato<br />
un aumento <strong>di</strong> lavoro<br />
per tutti gli operatori, che hanno<br />
risposto con entusiasmo e competenza,<br />
ma indubbi vantaggi<br />
per i pazienti.<br />
VITA IN AZZIEENDAA
46<br />
VITA IN AZIENDA<br />
Ospedale IN<br />
Profili Assicurativi<br />
nella Sperimentazione<br />
Clinica No Profit<br />
entilissimi pazienti ed opera-<br />
Gtori del settore,<br />
Vi scrivo per informarVi in merito<br />
agli ultimi interventi normativi<br />
che hanno notevolmente limitato la<br />
possibilità <strong>di</strong> attuare una Sperimentazione<br />
Clinica No Profit 1 . Se<br />
avete avuto la pazienza <strong>di</strong> leggere<br />
la nota 1, avete già capito che la<br />
sperimentazione definita No Profit,<br />
è quella priva <strong>di</strong> interessi economici,<br />
ma esclusivamente mossa<br />
dall'interesse scientifico, tesa<br />
quin<strong>di</strong> al solo beneficio del paziente.<br />
Faccio un esempio. Se un<br />
<strong>di</strong> Francesco Giurlanda, SC Oncologia<br />
me<strong>di</strong>cinale può guarire non una<br />
ma, sempre per esempio, due malattie,<br />
<strong>di</strong> cui una frequente ed una<br />
rara, l'azienda farmaceutica che lo<br />
produce sarà interessata ad affrontare<br />
le spese della ricerca nel<br />
primo caso, e <strong>di</strong>fficilmente nel secondo.<br />
Solamente la ricerca no<br />
profit potrà essere interessata a valutare<br />
quel me<strong>di</strong>cinale nel secondo<br />
caso. Un altro esempio è quello dei<br />
farmaci “vecchi” che sono anche,<br />
in genere, meno costosi <strong>di</strong> quelli<br />
nuovi. Se nuove conoscenze biologiche<br />
in<strong>di</strong>cano che un farmaco<br />
Allegato 1 – Modello standard <strong>di</strong> certificato assicurativo<br />
Il certificato assicurativo da allegare ai documenti dello stu<strong>di</strong>o clinico<br />
interventistico deve contenere almeno gli elementi riportati nello<br />
schema seguente:<br />
1. DATI RELATIVI ALLA POLIZZA<br />
1.1 Compagnia assicuratrice<br />
1.2 Numero <strong>di</strong> polizza<br />
1.3 Decorrenza<br />
1.4 Scadenza<br />
1.5 Assicurato (Contraente)<br />
1.6 Descrizione dell’attività (oggetto della polizza)<br />
2. GARANZIE DEDICATE AL PROTOCOLLO PRESENTATO<br />
ALL’AUTORITÀ COMPETENTE E/O AL COMITATO ETICO<br />
2.1 Titolo del protocollo assicurato<br />
2.2 N. centri <strong>di</strong> sperimentazione<br />
2.3 Numero del protocollo (se <strong>di</strong>sponibile)<br />
2.4 Numero dei soggetti (numero presumibile dei soggetti<br />
che parteciperanno alla sperimentazione clinica in<br />
Italia)<br />
2.5 Copertura postuma (in mesi)<br />
2.6 Assicurati (elencare tutte le tipologie dei soggetti<br />
assicurati)<br />
2.7 Limiti <strong>di</strong> risarcimento 1 (la garanzia opera fino a<br />
concorrenza dei seguenti importi)<br />
Massimale per Protocollo Euro _________<br />
Massimale per Persona Euro _________<br />
Le prestazioni assicurative per i soggetti <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>minuiscono proporzionalmente,<br />
se la somma dei singoli risarcimenti superasse i detti<br />
massimali per ogni durata dell’assicurazione.<br />
Le richieste <strong>di</strong> risarcimento che superano il limite previsto sono a carico<br />
del Contraente (promotore)<br />
2.8 Franchigia<br />
Non presente |__| Non opponibile a terzi danneggiati |__|<br />
2.9 Esclusioni (se presenti per lo specifico protocollo,<br />
riportare tutte le esclusioni)<br />
Timbro e firma della compagnia assicuratrice<br />
_______________________________________________________<br />
1 Il limite <strong>di</strong> risarcimento può variare a seconda del numero dei soggetti<br />
e dei rischi (cfr. art.2); deve essere previsto almeno 1 Milione <strong>di</strong><br />
Euro per i danni alle persone.<br />
vecchio e uno nuovo potrebbero<br />
essere ugualmente attivi in una determinata<br />
patologia, l'azienda farmaceutica<br />
sarà interessata a<br />
sperimentare solo il farmaco nuovo<br />
(più costoso e più red<strong>di</strong>tizio), e certamente<br />
non il farmaco vecchio.<br />
Solo la ricerca no profit potrebbe<br />
intervenire e <strong>di</strong>mostrare, sempre<br />
per esempio, che gli stessi risultati<br />
possono essere raggiunti anche<br />
con un farmaco meno costoso.<br />
Credo che questi due esempi siano<br />
sufficienti a inquadrare il ruolo<br />
della ricerca no profit in sanità.<br />
Vi inviterei ora a riflettere sulla<br />
mo<strong>di</strong>fica in ambito assicurativo,<br />
ormai in atto grazie al D.M.<br />
14/07/2009 “Requisiti minimi per<br />
le polizze assicurative a tutela dei<br />
soggetti partecipanti alle sperimentazioni<br />
cliniche dei me<strong>di</strong>cinali”, in<br />
vigore dal 13/03/2010.<br />
Il decreto si applica alle sperimentazioni<br />
la cui richiesta <strong>di</strong> attivazione,<br />
tramite il parere unico al<br />
Comitato Etico 2 , sia presentata<br />
dopo l’entrata in vigore del decreto<br />
stesso.<br />
Esso impone che il promotore <strong>di</strong><br />
una sperimentazione clinica stipuli<br />
una apposita polizza assicurativa,<br />
poiché le polizze assicurative delle<br />
Aziende Ospedaliere 3 non possono<br />
più farsi carico della copertura<br />
per le Sperimentazioni<br />
Cliniche previste dal Decreto 4 , non<br />
rispettandone i requisiti minimi richiesti.<br />
Questo costituisce un vero<br />
e proprio scoglio <strong>di</strong> natura economica,<br />
<strong>di</strong>fficilmente sormontabile<br />
poiché impone al promotore della<br />
sperimentazione no profit, <strong>di</strong> reperire<br />
il finanziamento necessario al<br />
pagamento dell'assicurazione, creando<br />
così <strong>di</strong> fatto una nuova voce<br />
<strong>di</strong> spesa in un momento in cui la<br />
politica sanitaria è quella opposta:<br />
cancellare o contenere le voci <strong>di</strong><br />
spesa esistenti.<br />
Per i pazienti è importante sapere<br />
che:<br />
- art.1 c.2. La polizza assicurativa<br />
deve garantire specifica copertura<br />
al risarcimento dei danni<br />
eventualmente cagionati ai<br />
soggetti dall’attività <strong>di</strong> sperimentazione,<br />
per l’intero periodo della<br />
stessa, a copertura della responsabilità<br />
civile dello sperimentatore e<br />
del promotore, senza esclusione<br />
dei danni involontariamente cagionati<br />
in conseguenza <strong>di</strong> un fatto accidentale<br />
e/o imputabili a<br />
negligenza, imprudenza o imperizia,<br />
purché si siano manifestati<br />
entro i perio<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cati al successivo<br />
comma 3 (…).<br />
- art.1 c.3. I termini previsti in<br />
polizza per la manifestazione dei<br />
danni <strong>di</strong> cui al comma 6 e per la<br />
presentazione <strong>di</strong> richieste <strong>di</strong> risarcimento<br />
non possono essere inferiori<br />
rispettivamente a 24 e 36<br />
mesi dalla data <strong>di</strong> conclusione<br />
della sperimentazione. Per data <strong>di</strong><br />
conclusione della sperimentazione<br />
si intende l’ultima prestazione<br />
me<strong>di</strong>co-chirurgica, <strong>di</strong>agnostico<br />
e/o terapeutica effettuate secondo<br />
il protocollo <strong>di</strong> sperimentazione<br />
relativa all’ultimo paziente arruolato<br />
in Italia.<br />
- art.1 c.6. In ogni caso, lo sperimentatore<br />
deve sempre informare<br />
le persone che partecipano<br />
al protocollo <strong>di</strong> ricerca, anche tramite<br />
il consenso informato, che la<br />
polizza assicurativa, che garantisce<br />
la copertura dei danni da responsabilità<br />
civile derivante dalla<br />
sperimentazione stessa, non copre<br />
il valore eccedente il massimale e<br />
che la stessa è operante esclusivamente<br />
per i danni la cui richiesta<br />
<strong>di</strong> risarcimento sia stata presentata<br />
non oltre il periodo previsto in<br />
polizza definito secondo i criteri <strong>di</strong><br />
cui al presente articolo. Tale limitazione<br />
non inficia comunque il<br />
<strong>di</strong>ritto del soggetto danneggiato<br />
ad ottenere il risarcimento da<br />
parte del responsabile dell’eventuale<br />
danno.<br />
È stato pertanto ridotto il termine<br />
per la “rivalsa” da parte del paziente,<br />
salvo un <strong>di</strong>verso termine per<br />
la copertura del rischio postumo<br />
per casi espressamente previsti all’art.1:<br />
c.4. In caso <strong>di</strong> sperimentazioni<br />
potenzialmente idonee a causare<br />
danni evidenziabili a maggior <strong>di</strong>stanza<br />
<strong>di</strong> tempo, il periodo minimo<br />
<strong>di</strong> copertura del rischio postumo, <strong>di</strong><br />
cui al comma 3, dovrà essere opportunamente<br />
esteso. Per le sperimentazioni<br />
su minori tale<br />
estensione deve prevedere una copertura<br />
<strong>di</strong> almeno 10 anni, per un<br />
tempo necessario per la verifica <strong>di</strong><br />
un normale sviluppo psico-fisico.<br />
c.5. Per sperimentazioni cliniche<br />
con terapie geniche, terapie cellulari<br />
e ra<strong>di</strong>ofarmaci il periodo minimo<br />
<strong>di</strong> copertura del rischio<br />
postumo, <strong>di</strong> cui al comma 3, dovrà<br />
essere opportunamente esteso prevedendo<br />
una copertura <strong>di</strong> almeno<br />
10 anni.<br />
Oggetto e massimali delle garanzie<br />
assicurative ex Decreto sono<br />
previsti all’art. 2:<br />
c.1. Sono oggetto della copertura<br />
assicurativa la morte, tutte le<br />
menomazioni permanenti e/o temporanee<br />
dello stato <strong>di</strong> salute, i<br />
danni patrimoniali correlati, che<br />
siano conseguenza <strong>di</strong>retta della<br />
sperimentazione e riconducibili<br />
alla responsabilità civile <strong>di</strong> tutti i<br />
soggetti che operano nella realizzazione<br />
della sperimentazione<br />
stessa.<br />
c.2. La copertura assicurativa<br />
garantisce un massimale <strong>di</strong> risarcimento<br />
danni non inferiore ad un<br />
milione <strong>di</strong> euro per persona ma<br />
con previsione dei seguenti massimali<br />
per ogni singolo protocollo<br />
non inferiori a: a) euro 5 milioni se<br />
i soggetti coinvolti nella sperimentazione<br />
non sono più <strong>di</strong> 50; b) euro<br />
7 milioni e 500 mila se i soggetti<br />
coinvolti nella sperimentazione<br />
sono più <strong>di</strong> 50 ma meno <strong>di</strong> 200; c)<br />
euro 10 milioni se i soggetti coinvolti<br />
nella sperimentazione sono<br />
più <strong>di</strong> 200.<br />
c.3. Non deve essere prevista<br />
una franchigia opponibile a terzi<br />
danneggiati (…).<br />
Per renderVi parte consapevole<br />
<strong>di</strong> quanto deve esser valutato dal<br />
Comitato Etico, nel rilasciare il proprio<br />
parere, all’art. 1, comma 1,<br />
D.M. 14/07/2009, si precisa che:<br />
- il promotore della sperimentazione<br />
clinica deve presentare al comitato<br />
etico (…) un certificato<br />
assicurativo, redatto in lingua italiana<br />
e sottoscritto dalla compagnia<br />
assicuratrice, come da<br />
modello standard allegato (allegato<br />
1)... che faccia esplicito riferimento<br />
allo stu<strong>di</strong>o interventistico<br />
proposto, con la descrizione degli<br />
elementi essenziali, previsti dal<br />
presente decreto (…).<br />
Il D.M. 17/12/2004 “Prescrizioni<br />
e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carattere generale,<br />
relative all’esecuzione delle<br />
sperimentazioni cliniche dei me<strong>di</strong>cinali,<br />
con particolare riferimento a<br />
quelle ai fini del miglioramento<br />
della pratica clinica, quale parte<br />
integrante dell’assistenza sanitaria”<br />
prevede l’esecuzione della<br />
Sperimentazione No Profit richiedendo<br />
l’adozione delle necessarie<br />
misure affinché venga costituito un<br />
fondo per le sperimentazioni promosse<br />
dalla stessa struttura.<br />
In questo periodo <strong>di</strong> particolare<br />
<strong>di</strong>fficoltà economica e misure straor<strong>di</strong>narie<br />
per farvi fronte, è ancora<br />
più <strong>di</strong>fficile per le singole realtà che<br />
conducono la Sperimentazione No<br />
Profit accollarsene l’onere in tale<br />
modo; senza <strong>di</strong>menticare che l’esecuzione<br />
della Sperimentazione No<br />
Profit è finalizzata al migliora-<br />
Ospedale IN 47<br />
mento della pratica clinica quale<br />
parte integrante dell’assistenza sanitaria.<br />
In conclusione, la nuova normativa<br />
ostacola in maniera molto pesante<br />
la possibilità <strong>di</strong> procedere a<br />
sperimentazioni cliniche no profit,<br />
che <strong>di</strong> fatto verranno completamente<br />
bloccate visto la preve<strong>di</strong>bile<br />
impossibilità <strong>di</strong> reperire fon<strong>di</strong> in<br />
particolare in questo momento<br />
congiunturale. Resterà operativa<br />
solo la sperimentazione “industriale”,<br />
quella su nuovi farmaci,<br />
destinata certamente al miglioramento<br />
della me<strong>di</strong>cina, ma anche<br />
degli utili delle case farmaceutiche.<br />
Le preve<strong>di</strong>bili conseguenze finali<br />
saranno un ancor più deciso aumento<br />
dei prezzi dei farmaci, un<br />
eccessivo utilizzo degli stessi,<br />
anche in situazioni dove farmaci<br />
meno costosi potrebbero essere<br />
una valida alternativa. L'abbandono<br />
delle malattie più rare, <strong>di</strong><br />
nessun interesse per il mercato farmaceutico:<br />
danni per i pazienti e<br />
per i conti dello Stato...<br />
1 «Sperimentazione clinica»: qualsiasi<br />
stu<strong>di</strong>o sull'uomo finalizzato a scoprire o<br />
verificare gli effetti clinici, farmacologici<br />
e/o altri effetti farmaco<strong>di</strong>namici <strong>di</strong> uno o<br />
più me<strong>di</strong>cinali sperimentali, e/o a in<strong>di</strong>viduare<br />
qualsiasi reazione avversa ad uno<br />
a più me<strong>di</strong>cinali sperimentali, e/o a stu<strong>di</strong>arne<br />
l'assorbimento, la <strong>di</strong>stribuzione, il<br />
metabolismo e l'eliminazione, con l'obiettivo<br />
<strong>di</strong> accertarne la sicurezza e/o l'efficacia.<br />
Questa definizione include le<br />
sperimentazioni cliniche effettuate in un<br />
unico centro o in più centri, solo in Italia o<br />
anche in altri Stati membri dell'Unione europea<br />
(ex art 2 c1 lett. a) D. Lgs.<br />
211/2003). «No profit»: sperimentazioni<br />
cliniche finalizzate al miglioramento della<br />
pratica clinica quale parte integrante dell’assistenza<br />
sanitaria e non a fini industriali<br />
(ex art 1 D.M. 17/12/2004).<br />
2 Il Comitato Etico è un organismo in<strong>di</strong>pendente,<br />
costituito nell'ambito <strong>di</strong> una<br />
struttura sanitaria o <strong>di</strong> ricerca scientifica e<br />
composto secondo criteri <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>sciplinarietà.<br />
La normativa <strong>di</strong> riferimento per<br />
l'istituzione del Comitato Etico è il Decreto<br />
Ministeriale 18 marzo 1998 (pubblicato<br />
sulla G.U. n. 122 del 28 maggio 1998).<br />
3 In particolare, quando il sanitario<br />
opera alle <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> un ente pubblico,<br />
si può fare riferimento anche all’art<br />
28 del D.P.R. 761/1979. La norma prevede<br />
che gli enti pubblici e quin<strong>di</strong> le<br />
aziende sanitarie possono garantire il<br />
proprio personale <strong>di</strong>pendente, me<strong>di</strong>ante<br />
adeguata polizza assicurativa per la responsabilità<br />
civile. Si tratta però <strong>di</strong> una facoltà<br />
e non <strong>di</strong> un obbligo. E sempre<br />
secondo il medesimo articolo la colpa<br />
grave del <strong>di</strong>pendente pubblico non è suscettibile<br />
<strong>di</strong> copertura assicurativa, coperta<br />
a <strong>di</strong>screzione del singolo<br />
<strong>di</strong>pendente.<br />
4 Non sono applicabili gli obblighi previsti<br />
dal Decreto 14/07/2009 agli stu<strong>di</strong><br />
non interventistici (osservazionali), art 4<br />
dello stesso Decreto.<br />
VITA IN AZIENDA
48<br />
VITA IN AZZIENNDA<br />
Ospedale IN<br />
RUOLO DELL’INFERMIERE<br />
COME AIUTO AL CAREGIVER<br />
DI PAZIENTI AFFETTI<br />
DA SCLEROSI MULTIPLA<br />
Caregiver: letteralmente<br />
“donatore <strong>di</strong> cura”. Con<br />
questo termine si intende<br />
la figura <strong>di</strong> chi è de<strong>di</strong>to in genere<br />
alla cura <strong>di</strong> persone non<br />
autosufficienti, con le relative<br />
problematiche del “custodeprigioniero”,<br />
cioè <strong>di</strong> chi prestando<br />
cure si trova a sua volta<br />
impossibilitato ad una vita “normale”.<br />
In genere questo ruolo è<br />
ricoperto da parenti o amici. Rivestono<br />
un ruolo <strong>di</strong> primo piano<br />
nell’accompagnare, assistere,<br />
confortare il decorso della malattia.<br />
Dalla loro <strong>di</strong>sponibilità,<br />
dal loro equilibrio e non <strong>di</strong> rado<br />
dal loro aiuto economico <strong>di</strong>pende<br />
la qualità della vita delle<br />
persone affette da Sclerosi<br />
Multipla (SM).<br />
In che modo allora l’Infermiere<br />
può sostenere il<br />
Caregiver?<br />
Essere Caregiver non è facile:<br />
si tratta <strong>di</strong> un ‘ruolo’ complesso,<br />
impegnativo e problematico.<br />
Il Caregiver sviluppa esigenze<br />
peculiari in termini <strong>di</strong> supporto<br />
psicologico e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />
<strong>di</strong> competenze, in relazione all’impatto<br />
assistenziale, emotivo<br />
e relazionale che il suo ruolo<br />
implica. La relazione comunicativa,<br />
educativa, <strong>di</strong> supporto tra<br />
il Caregiver e l’Infermiere può<br />
determinare l’efficacia dell’intero<br />
processo <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> assistenza<br />
del paziente. In<br />
particolare il sostegno al momento<br />
della <strong>di</strong>agnosi, l’educazione<br />
sui trattamenti e sulla<br />
gestione degli effetti correlati, la<br />
gestione dei sintomi, il<br />
counseling per la gestione delle<br />
implicazioni psico-sociali e gli<br />
<strong>di</strong> Pietro Di Natale, SC Neurologia<br />
stili <strong>di</strong> vita, l’insegnamento <strong>di</strong><br />
strategie <strong>di</strong> coping dello stress<br />
aiutano in modo particolare il<br />
Caregiver, e conseguentemente<br />
il paziente, a relazionarsi con<br />
quello che lo circonda con più<br />
sicurezza.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un percorso importante<br />
perché uno dei compiti<br />
principali del Caregiver è<br />
spesso aiutare la persona<br />
con SM a mantenere un<br />
buon controllo del proprio<br />
stato <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> malattia.<br />
Questa partecipazione<br />
attiva è alla base<br />
dell’aderenza al regime<br />
terapeutico. L’aderenza è<br />
definita come la partecipazione<br />
attiva, volontaria<br />
e collaborativa del paziente<br />
in un percorso con<strong>di</strong>viso<br />
<strong>di</strong> comportamento, in<br />
grado <strong>di</strong> produrre un risultato<br />
terapeutico voluto. L’aderenza<br />
implica che il paziente, l'Infermiere<br />
e gli altri professionisti sanitari<br />
operino insieme per<br />
sviluppare il regime terapeutico<br />
e per accertare l'aderenza a<br />
questo regime, a partire da<br />
obiettivi con<strong>di</strong>visi <strong>di</strong> promozione<br />
e mantenimento delle conoscenze<br />
e delle competenze<br />
necessarie per la gestione della<br />
malattia.<br />
L’aderenza terapeutica, pertanto,<br />
è un momento fondamentale,<br />
premessa in<strong>di</strong>spensabile<br />
all’utilizzo corretto della terapia,<br />
alle mo<strong>di</strong>fiche dello stile <strong>di</strong> vita e<br />
alla capacità <strong>di</strong> riconoscere precocemente<br />
i segni e sintomi <strong>di</strong><br />
peggioramento. Per questo, un<br />
elemento <strong>di</strong> grande utilità è rappresentato<br />
dalla possibilità <strong>di</strong><br />
incontri informativi e <strong>di</strong> confronto<br />
rivolti a tutti quei soggetti<br />
che hanno deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />
Caregiver delle persona con cui<br />
vivono o con cui si relazionano<br />
maggiormente. È utile che questi<br />
incontri vengano ripetuti nel<br />
tempo, per far sì che i punti fon-<br />
damentali vengano affrontati<br />
gradualmente e che l’appren<strong>di</strong>mento<br />
possa essere verificato ed<br />
eventualmente ripreso più volte.<br />
Inoltre, oltre all’aspetto più strettamente<br />
informativo, bisogna<br />
valutare l’importanza del confronto<br />
e della messa in comune<br />
<strong>di</strong> esperienze tra pari. La possibilità<br />
<strong>di</strong> confrontarsi tra persone<br />
che con<strong>di</strong>vidono un’esperienza<br />
simile, infatti, come il Caregiver,<br />
può essere <strong>di</strong> fondamentale importanza<br />
nella percezione <strong>di</strong> un<br />
supporto e nel contrastare la<br />
sensazione <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne che si<br />
avverte nel sostenere tutto il<br />
peso <strong>di</strong> un’assistenza quoti<strong>di</strong>ana,<br />
non sempre facile.<br />
Questi momenti <strong>di</strong> confronto li<br />
possiamo definire <strong>di</strong> auto aiuto,<br />
sono cioè piccole strutture gruppali<br />
volontarie atti al raggiungi-<br />
mento <strong>di</strong> obbiettivi particolari.<br />
Sono <strong>di</strong> solito formati da pari<br />
che si sono uniti per assistersi<br />
reciprocamente al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare<br />
bisogni comuni, quali ad<br />
esempio il come affrontare e vivere<br />
la quoti<strong>di</strong>anità con i pazienti<br />
affetti da SM che<br />
all’improvviso si è presentata<br />
ben <strong>di</strong>versa <strong>di</strong> come era prima.<br />
In questi gruppi la promozione<br />
ad una sensibilizzazione nei<br />
confronti <strong>di</strong> ciò che accade, sia<br />
a se stessi sia nella relazione<br />
con gli altri, porta ad istaurare<br />
processi molto particolari. Per<br />
citarne qualcuno possiamo <strong>di</strong>re<br />
che la con<strong>di</strong>visione dello stesso<br />
problema determina lo status <strong>di</strong><br />
appartenenza al gruppo e facilita<br />
lo scambio delle storie personali,<br />
delle informazioni e dei<br />
vissuti, delle necessità che il<br />
Caregiver ha per risolvere dei<br />
problemi a lui nuovi. Quin<strong>di</strong> da<br />
questi gruppi può anche essere<br />
con<strong>di</strong>viso il principio che Infermiere<br />
e Caregiver debbano<br />
promuovere insieme l’alleanza<br />
terapeutica, mantenendo contatti<br />
(telefonici e non) regolari,<br />
organizzando insieme i controlli<br />
neurologici perio<strong>di</strong>ci, rivalutando<br />
insieme le aspettative sul<br />
trattamento del paziente, rivedendo<br />
perio<strong>di</strong>camente gli obiettivi<br />
<strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> assistenza,<br />
con<strong>di</strong>videndo strumenti <strong>di</strong> verifica,<br />
quali il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> terapia,<br />
per determinare l’aderenza alla<br />
terapia stessa, favorendo buoni<br />
scambi comunicativi tra tutti i<br />
membri dell’équipe.<br />
L’aderenza al trattamento può<br />
essere monitorata e valutata attraverso<br />
degli in<strong>di</strong>catori riferiti<br />
alla persona con SM: il paziente<br />
è in grado <strong>di</strong> fornire spiegazioni<br />
corrette sugli scopi e sulle<br />
caratteristiche della sua terapia;<br />
il paziente assume correttamente<br />
il farmaco; <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong><br />
avere aspettative congruenti sull’efficacia<br />
della terapia; il paziente<br />
attua una corretta tecnica<br />
<strong>di</strong> auto-iniezione; descrive gli<br />
effetti secondari possibili della<br />
terapia e controlla questi effetti<br />
secondari correttamente; identifica<br />
le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> iniezione e comprende<br />
l'importanza della<br />
rotazione delle se<strong>di</strong>; <strong>di</strong>mostra<br />
una corretta capacità <strong>di</strong> conser-<br />
vare e usare il farmaco. Da<br />
questo si deduce che per adempiere<br />
correttamente al ruolo <strong>di</strong><br />
operatore dell’assistenza <strong>di</strong> un<br />
paziente cronico è opportuno<br />
che l’operatore si integri in una<br />
visione culturale più ampia che<br />
non si limiti a considerare il malato<br />
e i suoi bisogni, ma che <strong>di</strong>a<br />
attenzione anche alle relazioni<br />
familiari e al contesto <strong>di</strong> vita più<br />
ampio. L’operatore deve essere<br />
consapevole <strong>di</strong> inserirsi, con il<br />
suo intervento, in un sistema con<br />
delle regole messo a dura prova<br />
dai cambiamenti imposti dalla<br />
malattia, e considerarla nella sua<br />
specificità e unicità. La prima in<strong>di</strong>cazione<br />
utile, pertanto, può essere<br />
quella <strong>di</strong> affinare le capacità<br />
<strong>di</strong> osservazione e <strong>di</strong> ascolto,<br />
prima <strong>di</strong> agire, al fine <strong>di</strong> raccogliere<br />
le informazioni necessarie<br />
ad identificare le modalità <strong>di</strong> intervento<br />
più idonee ed efficaci.<br />
L’osservazione permette <strong>di</strong> cogliere<br />
eventuali <strong>di</strong>screpanze tra<br />
ciò che viene riferito e ciò che<br />
accade, mentre l’ascolto attivo<br />
facilita tanto l’in<strong>di</strong>viduazione<br />
dei bisogni reali, compresi<br />
quelli che vanno al <strong>di</strong> là della richiesta<br />
esplicita, quanto la deco<strong>di</strong>fica<br />
dei segnali verbali e<br />
non verbali sia del paziente che<br />
del Caregiver. L’ascolto attivo si<br />
basa sull’empatia e sull’accettazione<br />
incon<strong>di</strong>zionata. Esso si<br />
fonda sulla creazione <strong>di</strong> un rapporto<br />
positivo, caratterizzato da<br />
un clima che permetta alla persona<br />
<strong>di</strong> sentirsi empaticamente<br />
compresa e comunque non giu<strong>di</strong>cata<br />
(http://www.urp.it).<br />
Per fare questo l’operatore<br />
deve imparare a sospendere i<br />
giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore, perché per<br />
comprendere i meccanismi <strong>di</strong><br />
funzionamento <strong>di</strong> un sistema è<br />
necessario uscire dalla logica<br />
del chi ha ragione o torto e del<br />
chi fa bene o male. È in<strong>di</strong>spensabile,<br />
invece, “fotografare” la<br />
situazione, per comprendere le<br />
criticità e i punti <strong>di</strong> forza del sistema<br />
e costruire strategie <strong>di</strong> intervento<br />
efficaci. Nelle prime<br />
fasi <strong>di</strong> malattia la <strong>di</strong>sponibilità<br />
all’ascolto da parte dell’operatore<br />
può aiutare i familiari ad<br />
acquisire più conoscenze riguardo<br />
la malattia e le sue manifestazioni<br />
in quanto, ancora<br />
Ospedale IN 49<br />
poco consapevoli <strong>di</strong> ciò che sta<br />
accadendo, sono angosciati,<br />
confusi e tendono a mettere in<br />
atto strategie <strong>di</strong> gestione inadeguate.<br />
In una fase più avanzata<br />
la <strong>di</strong>sponibilità all’ascolto da<br />
parte <strong>di</strong> un operatore permette<br />
al Caregiver <strong>di</strong> esprimere dubbi<br />
ed emozioni contrastanti. L’operatore<br />
può fornire al familiare<br />
informazioni utili a riorganizzare<br />
l’ambiente e a renderlo<br />
idoneo alle con<strong>di</strong>zioni del paziente,<br />
oltre ad in<strong>di</strong>cazioni nei<br />
confronti della rete dei servizi,<br />
risultando così “consulente” rispetto<br />
alle risorse presenti sul<br />
territorio spesso sconosciute. In<br />
questa fase il familiare spesso è<br />
stanco, esasperato, talvolta aggressivo:<br />
è fondamentale che<br />
l’operatore sia in grado <strong>di</strong> comprendere<br />
queste reazioni, senza<br />
sentirsi attaccato o squalificato.<br />
Le emozioni espresse più <strong>di</strong><br />
frequente dal Caregiver sono<br />
la preoccupazione per la situazione<br />
clinica del congiunto,<br />
il dolore per la<br />
mo<strong>di</strong>fica della relazione, l’ansia<br />
per ciò che potrà accadere<br />
in futuro, la sensazione <strong>di</strong> doversi<br />
caricare <strong>di</strong> tutte le problematiche<br />
legate alla<br />
malattia. Un operatore attento<br />
può identificare precocemente<br />
l’insorgenza <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong><br />
tipo sanitario, ma anche aiutare<br />
il familiare ad esprimere i<br />
suoi timori e il suo dolore. Il<br />
ruolo centrale che può avere<br />
l’Infermiere è anche quello <strong>di</strong><br />
fare da raccordo con altre figure<br />
che possono supportare il<br />
Caregiver, come lo Psicologo,<br />
quando ne ravvisa la necessità,<br />
o altri servizi sanitari o<br />
socio-assistenziali. Quanto<br />
detto fin ora è frutto dell’esperienza<br />
lavorativa presso la<br />
struttura dove lavoro confrontandomi<br />
con colleghi, parenti e<br />
pazienti giornalmente.<br />
Un’ultima riflessione, ultima<br />
non per importanza, riguarda<br />
la necessità che l’operatore impari<br />
ad osservare e ad ascoltare<br />
anche se stesso, per<br />
cogliere le proprie potenzialità,<br />
ma anche i propri limiti, al fine<br />
<strong>di</strong> ridurre il rischio <strong>di</strong> burnout,<br />
considerando il suo ruolo <strong>di</strong><br />
Caregiver.<br />
VITA IN AZZIEENDAA
50<br />
VITA IN AZIENDA<br />
Ospedale IN<br />
DI COSA STIAMO<br />
PARLANDO?<br />
Il counselling è uno spazio <strong>di</strong><br />
ascolto dove la persona può<br />
parlare dei propri problemi o<br />
delle proprie <strong>di</strong>fficoltà, gestito da<br />
un professionista formato apposta<br />
per fare questo. In<strong>di</strong>viduata<br />
con la persona la situazione da<br />
affrontare, il counsellor, attraverso<br />
domande ed osservazioni,<br />
cercherà <strong>di</strong> aiutarla a formulare<br />
e ad analizzare delle ipotesi per<br />
affrontarla.<br />
Il counselling è un intervento<br />
breve (<strong>di</strong> solito 45-60 minuti per<br />
un massimo <strong>di</strong> 3-4 incontri), al termine<br />
del quale la persona non<br />
avrà cambiato il suo modo <strong>di</strong> essere,<br />
ma il suo modo <strong>di</strong> fronteggiare<br />
il problema per il quale ha<br />
chiesto l'intervento del counsellor,<br />
avrà raccolto nuove informazioni,<br />
avrà ampliato le sue ipotesi, avrà<br />
valutato nuovi punti <strong>di</strong> vista.<br />
L’intervento è coperto da segreto<br />
professionale e non è una psicoterapia.<br />
Esistono in Italia <strong>di</strong>verse scuole<br />
che preparano all’utilizzo delle<br />
abilità <strong>di</strong> counselling e che abilitano<br />
alla gestione degli incontri o<br />
alla formazione in materia. Attualmente<br />
la professione, già riconosciuta<br />
in molti altri Paesi, non ha<br />
ancora da noi una sua formalizzazione<br />
univoca e <strong>di</strong>chiarata,<br />
anche se esistono Associazioni <strong>di</strong><br />
categoria che hanno definito un<br />
percorso formativo <strong>di</strong> minima che<br />
i can<strong>di</strong>dati devono seguire. Le<br />
scuole si <strong>di</strong>fferenziano anche in<br />
maniera notevole rispetto ai modelli<br />
a cui fanno riferimento ed agli<br />
approcci che adottano.<br />
Chi scrive ha seguito una formazione<br />
sistemica che si contrad<strong>di</strong>stingue<br />
per l’utilizzare come punto<br />
<strong>di</strong> riferimento la visione d’insieme<br />
delle situazioni che le persone vivono<br />
abitando <strong>di</strong>versi sistemi<br />
umani (es. famiglia, gruppo <strong>di</strong> lavoro,<br />
rete sociale e amicale) che<br />
implicano ruoli, regole e contesti<br />
che si influenzano reciprocamente<br />
e in maniera complessa e <strong>di</strong>namica<br />
tra loro.<br />
Na<strong>di</strong>a<br />
UN’OPPORTUNITÀ<br />
<strong>di</strong> Franca Castellino - SC Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza e DEA,<br />
Martina Dutto - SC Malattie Infettive e Tropicali,<br />
Na<strong>di</strong>a Somale - SC Ufficio Qualità<br />
DIALOGO TRA UN ADOLESCENTE CURIOSO (A<br />
E UN COUNSELLOR COCCIUTO (C)<br />
A: “Tre anni dura 'sta scuola che fai a Torino… counselling… e<br />
cosa sarebbe?”<br />
C: “Il counselling è una relazione tra due persone: il counsellor e<br />
il cliente, i due sono i soggetti <strong>di</strong> un incastro potenzialmente perfetto.<br />
Il cliente è esperto del proprio momento <strong>di</strong> vita problematico, ingarbugliato<br />
o <strong>di</strong>fficile e il counsellor è esperto <strong>di</strong> esplorazione <strong>di</strong> momenti<br />
<strong>di</strong> vita problematici, ingarbugliati, <strong>di</strong>fficili”.<br />
A: “Esperto <strong>di</strong> situazioni incasinate… ma in concreto, cosa fa un<br />
counsellor?”<br />
C: “Ti permette <strong>di</strong> raccontare la situazione nella quale ti trovi”.<br />
A: “Bella roba, quello lo fa anche mia madre”.<br />
C: “E cos’altro fa tua madre?”<br />
A: “Mi dà dei consigli… che vanno bene per lei e non per me”.<br />
C: “Il counsellor questo non lo fa!”<br />
A: “E che fa?”<br />
C: “Ti fa da specchio, da cassa <strong>di</strong> risonanza, rimette in circolo le<br />
cose che tu gli <strong>di</strong>ci, ti fa raccontare quella stessa storia in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi”.<br />
A: “Sì, così prima avevo una storia incasinata e quando esco dall’incontro<br />
con te ne ho due!”<br />
C: “Esatto! Hai capito! E sai qual è il vantaggio? che nella prima<br />
storia non ci trovavi una via d’uscita ma dalla seconda magari sì,<br />
perché riesci a vederci qualcosa che non ci vedevi prima!”<br />
Martina<br />
UNA METAFORA PER DIRE IL COUNSELLING<br />
Il colloquio <strong>di</strong> counselling è un<br />
foglio bianco. È un’opportunità.<br />
Il counsellor accoglie il proprio<br />
cliente e gli offre, in senso<br />
figurato, un foglio bianco, gli<br />
dà cioè l’opportunità <strong>di</strong> raccontare<br />
<strong>di</strong> sé.<br />
Qui è necessario fare una<br />
precisazione. Offrire un foglio<br />
bianco è ben <strong>di</strong>verso che “dare<br />
carta bianca” in quanto un foglio<br />
bianco ha dei limiti e in<br />
questo modo circoscrive un ambito.<br />
Immagino il counsellor come<br />
colui che <strong>di</strong> mestiere porge fogli<br />
bianchi.<br />
Porge opportunità al cliente,<br />
che, prima con un po’ <strong>di</strong> incertezza,<br />
poi sempre più convinto<br />
inizia a <strong>di</strong>segnarci sopra. Prima<br />
<strong>di</strong> tutto sceglie un punto nel foglio<br />
da cui iniziare (perché<br />
ognuno <strong>di</strong> noi ha la necessità <strong>di</strong><br />
iniziare la propria narrazione<br />
da un punto, e in questo caso lo<br />
decide il cliente da dove partire),<br />
poi sceglie i colori, le sottolineature<br />
che vuole dare,<br />
ripassa delle linee, ripete più<br />
volte gli elementi che per lui<br />
sono importanti.<br />
Oppure fa una linea e poi<br />
<strong>di</strong>ce “tutto qua!” perché un<br />
cliente è <strong>di</strong>verso da un altro.<br />
Immagino il cliente come<br />
qualcuno che in un momento <strong>di</strong><br />
vita un po’ complicato ha bisogno<br />
<strong>di</strong> fermarsi e fare chiarezza<br />
e che ci abbia provato da solo<br />
cento volte ma non ci sia riuscito,<br />
perché da solo continua a<br />
<strong>di</strong>segnare su quell’unico foglio,<br />
quell’unico <strong>di</strong>segno che gli conferma<br />
la <strong>di</strong>fficoltà della propria<br />
situazione.<br />
In qualunque modo vada l’inizio<br />
del <strong>di</strong>segno, se a un cliente<br />
viene lasciato quell’unico foglio<br />
probabilmente produrrà effetti<br />
grafici (narrazioni) molto simili<br />
tra loro.<br />
Non bisogna <strong>di</strong>menticare che<br />
il cliente giunge a un colloquio<br />
in un momento particolare della<br />
sua vita. Ogni persona possiede<br />
una capacità creativa del tutto<br />
unica e particolare, alcuni forse<br />
hanno avuto modo <strong>di</strong> svilupparla<br />
<strong>di</strong> più e altri <strong>di</strong> meno, ma<br />
ognuno è in grado <strong>di</strong> trovare il<br />
modo migliore <strong>di</strong> riempire un<br />
foglio dando spazio ai colori e<br />
ai motivi che preferisce. Una<br />
persona, però, che vive un momento<br />
<strong>di</strong> crisi quale può essere<br />
una scelta <strong>di</strong>fficile, una <strong>di</strong>fficoltà<br />
in ambito affettivo, familiare, lavorativo<br />
o altro, è portata a<br />
concentrarsi sul proprio problema<br />
e spesso non è in grado<br />
<strong>di</strong> rappresentare altro che sfumature<br />
dello stesso modo <strong>di</strong> vederlo<br />
in cui non è presente una<br />
soluzione.<br />
Qui entra in gioco il counsellor.<br />
Il counsellor non <strong>di</strong>ce al cliente<br />
cosa <strong>di</strong>segnare (non dà consigli)<br />
e neppure svela al cliente i significati<br />
nascosti <strong>di</strong> ciò che ha<br />
<strong>di</strong>segnato (non interpreta). Fa<br />
un’altra operazione.<br />
Prende un altro foglio,<br />
bianco, e lo mette accanto al<br />
precedente per permettere al<br />
cliente <strong>di</strong> continuare a <strong>di</strong>segnare,<br />
ma ampliando il campo,<br />
il punto <strong>di</strong> vista, spostando l’attenzione<br />
su qualche altro<br />
aspetto.<br />
Il counsellor deve comunque<br />
non perdere mai <strong>di</strong> vista il<br />
primo <strong>di</strong>segno ed è partendo<br />
da questo che poi ci si sposta<br />
sugli altri, in un continuo movimento<br />
<strong>di</strong> “andata” e “ritorno”.<br />
Al termine <strong>di</strong> un buon colloquio<br />
<strong>di</strong> counselling forse il<br />
cliente non avrà trovato la soluzione<br />
al proprio problema oppure<br />
deciso quale scelta<br />
affrontare, ma sicuramente avrà<br />
un <strong>di</strong>segno molto più ampio <strong>di</strong><br />
quello che egli stesso avrebbe<br />
potuto immaginare e magari<br />
nella quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni (<strong>di</strong> narrazioni)<br />
create ce ne potranno<br />
essere alcune nelle quali il<br />
cliente riesce a scorgere una<br />
possibile via d’uscita a una soluzione,<br />
o sentirsi alleggerito o<br />
semplicemente (e non è poco)<br />
aver fatto un po’ <strong>di</strong> chiarezza in<br />
una situazione complessa.<br />
La possibilità <strong>di</strong> continuare a<br />
raccontare <strong>di</strong> sé è data dalla<br />
capacità del counsellor <strong>di</strong> attivare<br />
il pensiero circolare, <strong>di</strong><br />
fare domande, <strong>di</strong> stabilire una<br />
buona relazione con il cliente.<br />
Il primo e unico strumento che<br />
il counsellor possiede è sé<br />
stesso. La propria persona, la<br />
propria storia, il proprio modo<br />
<strong>di</strong> percepire il mondo e gli altri,<br />
tutti questi strumenti vengono<br />
usati non in modo spontaneo<br />
ma in modo consapevole, per<br />
questo la formazione del counsellor<br />
punta oltre che all’acquisizione<br />
<strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e tecniche<br />
comunicative anche a un percorso<br />
<strong>di</strong> accrescimento della<br />
propria consapevolezza.<br />
Martina<br />
Collegio Provinciale<br />
<strong>di</strong> Cuneo<br />
Ospedale IN 51<br />
STARE IN UN INCONTRO<br />
DI COUNSELLING<br />
Mi piacerebbe personalmente<br />
<strong>di</strong>re qualcosa su ciò che significhi<br />
“ricevere” un intervento <strong>di</strong><br />
counselling sistemico. Mi sembra<br />
importante premettere che<br />
la persona dovrebbe avere<br />
chiaro che non deve aspettarsi<br />
da questo incontro una soluzione<br />
pre-confezionata e quin<strong>di</strong><br />
trovare qualcuno che le <strong>di</strong>ca<br />
che cosa deve o non deve fare.<br />
È allora ben probabile che<br />
possa sperimentare un momento<br />
in cui poter parlare in<br />
maniera guidata <strong>di</strong> un tema<br />
scelto insieme al counsellor, sentirsi<br />
ascoltata in maniera effettiva<br />
e stimolata a “raccontare la<br />
propria storia dominante”, cioè<br />
quella che tutti noi più o meno<br />
consapevolmente ci confezioniamo<br />
ed a cui in genere finiamo<br />
con l’affezionarci. È<br />
proprio questo tutto sommato<br />
“rassicurante ed economico”<br />
modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rsi che le cose sono<br />
così (e non possono essere <strong>di</strong>versamente!?),<br />
anche quando fa<br />
stare tanto male, che spesso impe<strong>di</strong>sce<br />
<strong>di</strong> “vedere altro”, <strong>di</strong> trovare<br />
punti <strong>di</strong> osservazione<br />
<strong>di</strong>versi che possano far scoprire<br />
altre modalità <strong>di</strong> reagire e <strong>di</strong><br />
provare a far succedere cose<br />
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VITA IN AZIENDA
52<br />
VITA IN AZIENDA<br />
Ospedale IN<br />
concretamente. Se il counsellor<br />
è una buona guida può aiutare<br />
la persona a smontare e rimontare<br />
i pezzi della storia così da<br />
ipotizzare che cosa si può provare<br />
a fare <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso o in modo<br />
<strong>di</strong>fferente dal già tentato.<br />
Per usare la metafora della<br />
“danza all’interno dell’incontro”<br />
(cioè, esplicitate le poche regole<br />
essenziali, ci si alterna nella costruzione<br />
<strong>di</strong> una figura armonica)<br />
si può sperimentare un<br />
periodo <strong>di</strong> benessere o comunque<br />
<strong>di</strong> “non spiacevolezza”, pur<br />
parlando <strong>di</strong> argomenti in questo<br />
momento pesanti o problematici<br />
per la persona che<br />
decide <strong>di</strong> richiedere un intervento<br />
<strong>di</strong> counselling. Trovare<br />
uno spazio temporale in cui rallentare<br />
e ri-analizzare una situazione<br />
che crea <strong>di</strong>fficoltà<br />
spesso rende già possibile vivere<br />
in maniera sensibilmente<br />
<strong>di</strong>versa l’emotività ad essa logicamente<br />
associata.<br />
In molte situazioni la persona<br />
riesce poi a trovare un modo almeno<br />
sufficientemente accettabile<br />
per “stare”.<br />
Credo che un percorso in<strong>di</strong>viduale<br />
con un bravo counsellor<br />
possa essere realmente un investimento<br />
per la persona e per i sistemi<br />
in cui abita, senza che<br />
questo non venga pensato come<br />
ad un intervento magico che produce<br />
eclatanti effetti imme<strong>di</strong>ati.<br />
Sicuramente avere a che fare,<br />
anche all’interno <strong>di</strong> contesti specifici<br />
come quello sanitario o legale<br />
o scolastico, con persone<br />
che mettono in atto abilità <strong>di</strong><br />
counselling rende più efficace la<br />
comunicazione.<br />
Na<strong>di</strong>a<br />
Noi viviamo giornalmente sulla nostra pelle le <strong>di</strong>fficoltà della<br />
relazione con le persone e non è sempre così facile, perché ci<br />
siamo anche noi, con le nostre emozioni, la nostra storia e nostri<br />
momenti <strong>di</strong>fficili... tutto può <strong>di</strong>ventare estremamente complicato;<br />
ma sono due le cose che mi aiutano in questi momenti <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>fficoltà. La prima è tenere a mente che se succede qualcosa a<br />
quella persona, saranno i parenti e tutto il suo sistema familiare<br />
che faranno fronte alla nuova situazione e come ”formiche laboriose”<br />
dovranno trovare un nuovo equilibrio.<br />
La seconda è che io sono una professionista, se non riesco a<br />
fare molto per quella persona ho comunque il dovere <strong>di</strong> non aggravare<br />
la situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio con una comunicazione non<br />
adeguata, perché le parole possono ferire, lasciando anche a<br />
volte, ferite insanabili!<br />
“Gli altri non sono fuori <strong>di</strong> te ma parte fondamentale <strong>di</strong> te,<br />
del tuo pensiero, delle tue emozioni,<br />
del tuo modo <strong>di</strong> inquadrare gli eventi.”<br />
Quando penso cosa abbia<br />
cambiato nella mia professione il<br />
counselling e l’impegno <strong>di</strong> questi<br />
tre anni, sicuramente rispondo:<br />
“il modo <strong>di</strong> percepire le persone<br />
che incontro tutti i giorni”.<br />
Sono più consapevole che<br />
ognuno è un essere unico, irripetibile,<br />
con una sua storia, una<br />
specie <strong>di</strong> fardello che si porta<br />
sulle spalle, che con<strong>di</strong>ziona tutte<br />
le scelte che si fanno, buone o<br />
cattive che siano. Tutti noi, nessuno<br />
escluso, siamo immersi contemporaneamente<br />
in più sistemi:<br />
lavorativi, familiari, scolastici, e<br />
altri… che ci influenzano nelle<br />
nostre scelte e magari ci chiedono<br />
allo stesso tempo <strong>di</strong> fare<br />
cose contrapposte; e quando<br />
nella vita privata viviamo momenti<br />
<strong>di</strong>fficili, malattie, per<strong>di</strong>te,<br />
con grande coinvolgimento emotivo,<br />
dobbiamo comunque tenere<br />
tutto dentro, perché fuori, al lavoro,<br />
ci è chiesto <strong>di</strong> essere come<br />
al solito, impermeabili, efficienti,<br />
sereni..... Sicuramente non è facile<br />
sempre “far quadrare tutto”!<br />
Dopo queste considerazioni ci<br />
si rende conto <strong>di</strong> quanto poco ci<br />
35 ANNI DI CONVIVENZA<br />
LAVORATIVA<br />
C’<br />
erano una volta, e ci sono ancora adesso, Andreina e<br />
Marisa, il gatto e la volpe. Tutto incominciò nel lontano<br />
1976. Frequentarono la scuola da infermieri e da allora<br />
la loro favola continua.<br />
Prima nel regno dell’Endocrinologia e Nefrologia, per poi continuare<br />
nella Terra degli Ambulatori <strong>di</strong> Endocrinologia e Diabetologia,<br />
all’ombra della saletta del Monte Pigna.<br />
Congratulazioni da tutti i colleghi degli ambulatori del Dipartimento<br />
<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del blocco E.<br />
(Marianella Sclavi) I<br />
l dolore ha componenti sensitive,<br />
emozionali, cognitive e<br />
comportamentali che sono correlate<br />
con fattori ambientali, evolutivi,<br />
socio-culturali e contestuali;<br />
USARE COMPETENZE DI COUNSELLING<br />
NEL LAVORO DI CURA<br />
inoltre, è influenzato dall’età,<br />
dalla razza, dal sesso e dalla<br />
scolarità dei pazienti. Gli stu<strong>di</strong><br />
sia dato per conoscere le persone<br />
che incontriamo; sovente giu<strong>di</strong>chiamo<br />
atteggiamenti, scelte, vissuti<br />
degli altri perché non<br />
sulla prevalenza del dolore nei<br />
citta<strong>di</strong>ni che afferiscono ai Dipartimenti<br />
<strong>di</strong> Emergenza (DEA) rilevano<br />
percentuali che variano dal<br />
52% al 78%; ciò significa che<br />
corrispondono alle nostre aspet-<br />
dalla metà a oltre tre quarti delle<br />
tative, anzi, a volte, ci sem-<br />
persone che si recano in un<br />
brano pure “stupi<strong>di</strong>”!<br />
Pronto Soccorso prova, in qual-<br />
Dopo il Corso <strong>di</strong> counselling mi<br />
sono accorta in particolare che<br />
questi “ragionamenti” si riflettono<br />
sul nostro atteggiamento nei confronti<br />
dei parenti delle persone che<br />
accedono al Pronto Soccorso e<br />
ora nutro più rispetto per loro. Ho<br />
acquisito più consapevolezza che<br />
l’accompagnatore è una persona<br />
a cui l'utente si è affidato per farsi<br />
aiutare, è la persona che tiene a<br />
lui, una specie <strong>di</strong> “ministro personale<br />
della salute”.<br />
Franca<br />
che misura, dolore fisico.<br />
Nel 1989 Wilson e Pendbelton<br />
coniarono il termine “oligoanalgesia”<br />
per in<strong>di</strong>care un inadeguato<br />
trattamento del dolore e un’inappropriata<br />
gestione dello stesso (1).<br />
Il concetto <strong>di</strong> oligoanalgesia è confermato<br />
dalla letteratura ed è presente<br />
in tutte le popolazioni.<br />
Come abbiamo detto, nei<br />
Dipartimenti <strong>di</strong> Emergenza il dolore<br />
è una costante. Esso colpisce<br />
chiunque, dall’infanzia alla vecchiaia,<br />
si presenta acutamente o<br />
cronicamente, accompagna<br />
Per cominciare<br />
a saperne un po’ <strong>di</strong> più:<br />
Quadrino S. Il colloquio<br />
quasi ogni patologia. Tuttavia, nel<br />
contesto dell’urgenza e ancor più<br />
dell’emergenza, il trattamento del<br />
dolore viene spesso trascurato<br />
<strong>di</strong> counselling.<br />
perché passa in seconda linea ri-<br />
Torino: Ed. Change, 2009.<br />
spetto a trattamenti “più urgenti”,<br />
oppure è gravato dalla paura <strong>di</strong><br />
Edelstein C.<br />
Il counselling sistemico pluralista.<br />
Trento: Ed Erickson, 2007<br />
creare <strong>di</strong>pendenza o <strong>di</strong> incoraggiare<br />
comportamenti <strong>di</strong> richiesta<br />
<strong>di</strong> farmaci (2). La verità, però, è<br />
che la maggior parte dei pazienti<br />
del DEA non sono “cercatori <strong>di</strong><br />
farmaci”, ma cercano sollievo dal<br />
dolore.<br />
Queste considerazioni sono<br />
confermate nella realtà italiana<br />
dall’indagine condotta nel 2009<br />
dal Laboratorio Management e<br />
Sanità (MeS) dell’Università<br />
S. Anna <strong>di</strong> Pisa su quattro regioni<br />
italiane (Toscana, Liguria,<br />
Umbria e Piemonte).<br />
Utilizzando la metodologia<br />
dell’intervista telefonica a citta<strong>di</strong>ni<br />
che si erano recati per qualche<br />
ragione in Pronto Soccorso, è<br />
emerso come l’attenzione al sin-<br />
tomo dolore fosse in tutte le regioni<br />
esaminate l’unico parametro<br />
al <strong>di</strong> sotto della soglia del 3 (in<br />
una scala che va da 1 a 5)<br />
(Figura 1).<br />
Pur collocandosi il Piemonte in<br />
una posizione migliore rispetto<br />
alle altre tre Regioni e l’A.O.<br />
S. Croce e Carle al <strong>di</strong> sopra<br />
della me<strong>di</strong>a piemontese, tale<br />
problematica presenta ancora<br />
aspetti <strong>di</strong> criticità, anche in considerazione<br />
dell’alta frequenza<br />
<strong>di</strong> presentazione <strong>di</strong> tale sintomo,<br />
che ha coinvolto il 65% degli intervistati.<br />
Trattare il dolore acuto è doveroso<br />
almeno per due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ragioni:<br />
etica – un riferimento per<br />
tutti, il “Manifesto etico contro il dolore<br />
non necessario” (3) – e clinica.<br />
È necessario che l’analgesia entri a<br />
far parte del processo decisionale<br />
dei me<strong>di</strong>ci d’urgenza, che debbono<br />
fornire una risposta imme<strong>di</strong>ata<br />
anche a queste esigenze del<br />
paziente; inoltre, un’efficace analgesia<br />
agisce positivamente sulla<br />
prognosi e può contribuire alla<br />
chiarificazione del quadro clinico e<br />
all’assunzione <strong>di</strong> decisioni finali<br />
maggiormente consapevoli.<br />
Tralasciare <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi al dolore<br />
e <strong>di</strong> controllarlo appropriatamente<br />
può limitare una stabilizzazione o<br />
un intervento <strong>di</strong>agnostico. Benché<br />
non sia necessariamente pre<strong>di</strong>ttiva<br />
della sod<strong>di</strong>sfazione del paziente,<br />
la sedazione del dolore può senza<br />
dubbio migliorare l’approccio del<br />
citta<strong>di</strong>no nell’esperienza globale <strong>di</strong><br />
“utente” del DEA (4).<br />
Ospedale IN 53<br />
IL DOLORE IN PRONTO SOCCORSO:<br />
NECESSARIO O EVITABILE?<br />
Attilio Allione, Olivia Cerrina, Bruno Tartaglino<br />
SC Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza e DEA/Dipartimento Emergenza e Urgenza<br />
Il fenomeno del trattamento insufficiente<br />
del dolore può derivare<br />
da molteplici fattori:<br />
– precedenza data alla formulazione<br />
della <strong>di</strong>agnosi e al trattamento<br />
del problema me<strong>di</strong>co/<br />
chirurgico sottostante;<br />
– timore <strong>di</strong> mascherare i sintomi;<br />
– paura <strong>di</strong> contribuire o causare<br />
<strong>di</strong>pendenza;<br />
– sottostima da parte degli<br />
operatori sanitari del dolore provato<br />
dal paziente;<br />
– <strong>di</strong>fferenze culturali nell’esprimere<br />
il dolore;<br />
– scarsa comunicazione o <strong>di</strong>fficoltà<br />
alla stessa;<br />
– riluttanza dei pazienti a lamentare<br />
il dolore o a chiedere un<br />
trattamento specifico;<br />
– formazione inadeguata a riconoscere<br />
e trattare il dolore.<br />
L’oligoanalgesia negli anziani<br />
merita una menzione speciale,<br />
poiché queste persone sono considerate<br />
una categoria a rischio<br />
ancora maggiore <strong>di</strong> insufficiente<br />
trattamento; inoltre è stato riportato<br />
che i pazienti con demenza<br />
ricevono l’analgesia in percentuali<br />
inferiori al 25% rispetto ad<br />
una popolazione senza deficit cognitivo<br />
(5).<br />
All’altra estremità della vita, i neonati<br />
e i bambini piccoli con dolore<br />
vengono spesso sottotrattati per varie<br />
ragioni, incluse le barriere <strong>di</strong> comunicazione.<br />
In uno stu<strong>di</strong>o osservazionale<br />
su pazienti pe<strong>di</strong>atrici con la<br />
frattura <strong>di</strong> un arto, nessun paziente è<br />
stato <strong>di</strong>messo con una prescrizione<br />
per la terapia del dolore (6).<br />
Fig. 1 Item:<br />
“Pensa che<br />
il personale del<br />
Pronto Soccorso<br />
abbia fatto<br />
il possibile per<br />
attenuare<br />
il dolore?”<br />
(I valori sono<br />
espressi in una scala<br />
da 0 = molto poco<br />
a 5 = moltissimo).<br />
VITA IN AZZIEENDAA
54 Ospedale IN<br />
Ospedale IN 55<br />
VITA IN AZZIENNDA<br />
Nell’ottica <strong>di</strong> incrementare la<br />
valutazione e il trattamento del<br />
“sintomo dolore” la Joint<br />
Commission on Accre<strong>di</strong>tation<br />
Organizations (JHCAO), considerando<br />
la mancata valutazione<br />
del dolore come maggiore pre<strong>di</strong>ttore<br />
per un insufficiente trattamento,<br />
ha elaborato delle<br />
linee guida nelle quali tale sintomo<br />
viene designato come<br />
“quinto parametro vitale” (dopo<br />
frequenza car<strong>di</strong>aca, pressione<br />
sanguigna, temperatura e frequenza<br />
respiratoria).<br />
Diversamente dagli altri parametri,<br />
peraltro, il dolore non è<br />
misurabile da alcuno strumento:<br />
l’unico in<strong>di</strong>catore realistico è il<br />
paziente stesso che può essere<br />
aiutato nel quantificare il dolore<br />
attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> scale <strong>di</strong><br />
valutazione del dolore (numeriche,<br />
verbali, visive).<br />
Ad oggi, la letteratura specifica<br />
del contesto del Dipartimento<br />
d’Emergenza, consiglia cinque<br />
in<strong>di</strong>catori fondamentali per una<br />
buona gestione del paziente con<br />
dolore:<br />
1) Prescrizione <strong>di</strong> farmaci<br />
analgesici, in particolare<br />
oppioi<strong>di</strong>;<br />
Marks e Sachar affermano che<br />
“per molti me<strong>di</strong>ci i farmaci oppioi<strong>di</strong><br />
hanno uno speciale significato<br />
emozionale che interferisce<br />
con il loro utilizzo”: questo comportamento<br />
rappresenta la più<br />
grande barriera all’appropriata<br />
gestione del dolore (7).<br />
Il consumo degli oppioi<strong>di</strong> è<br />
considerato un importante in<strong>di</strong>catore<br />
<strong>di</strong> qualità del trattamento<br />
del dolore. Tra i Paesi economicamente<br />
sviluppati, l’Italia presenta<br />
un consumo molto basso <strong>di</strong><br />
oppioi<strong>di</strong>. Una mancanza <strong>di</strong> educazione<br />
adeguata dei professionisti<br />
sanitari in relazione al<br />
controllo del dolore e una sorta <strong>di</strong><br />
“oppiofobia”, stimolata da misure<br />
restrittive atte a prevenire un<br />
uso improprio <strong>di</strong> questi farmaci e<br />
dall’eccessiva paura per gli eventuali<br />
effetti collaterali, sono stati<br />
identificati quali fattori responsabili<br />
<strong>di</strong> questo fenomeno.<br />
2) Mancata prescrizione<br />
<strong>di</strong> analgesici alla <strong>di</strong>missione;<br />
3) Tempo <strong>di</strong> somministrazione<br />
precoce dell’analgesico:<br />
entro 20 minuti per<br />
un co<strong>di</strong>ce giallo ed entro<br />
60 minuti per un co<strong>di</strong>ce<br />
verde dall’arrivo in DEA;<br />
4) Documentazione in<br />
cartella della valutazione<br />
dell’intensità del sintomo e<br />
terapia antalgica praticata;<br />
5) Pazienti che desiderano<br />
e non ricevono analgesia.<br />
Se sul piano pratico i risultati<br />
auspicabili non sono ancora raggiunti,<br />
certamente sul piano culturale<br />
qualcosa si muove e vi è<br />
stata una buona risposta con un<br />
grande numero <strong>di</strong> esperienze<br />
pubblicate. Rispetto allo scorso<br />
decennio, le pubblicazioni in<strong>di</strong>cizzate<br />
annualmente sul trattamento<br />
del dolore in urgenza si<br />
sono raddoppiate, quelle sulla sedazione<br />
procedurale in Pronto<br />
Soccorso ad<strong>di</strong>rittura decuplicate.<br />
Uno stu<strong>di</strong>o prospettico osservazionale<br />
è stato condotto, dal nostro<br />
gruppo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci e<br />
infermieri, nel DEA <strong>di</strong> Cuneo, per<br />
determinare quale fosse la prevalenza<br />
<strong>di</strong> pazienti con dolore che<br />
desiderano e ricevono un analgesico<br />
durante la permanenza in<br />
DEA. La ricerca è stata effettuata<br />
nel 2009, reclutando 393 pazienti<br />
con un’età compresa tra i<br />
18 e i 96 anni. L’indagine ha <strong>di</strong>mostrato<br />
che metà <strong>di</strong> tutti i pazienti<br />
con dolore desiderano un<br />
analgesico, ma che solo metà <strong>di</strong><br />
coloro che lo desiderano poi lo ricevono.<br />
I pazienti che desiderano<br />
e ricevono un trattamento analgesico<br />
rappresentano il gruppo<br />
con alto grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione.<br />
Il desiderio <strong>di</strong> analgesia era<br />
anche presente nei pazienti con<br />
dolore leggero, quin<strong>di</strong> a tutti i pazienti<br />
dovrebbe essere domandato<br />
se desiderano o meno un<br />
analgesico, senza focalizzare<br />
l’attenzione esclusivamente sul<br />
punteggio della scala <strong>di</strong> valutazione<br />
del dolore.<br />
In particolare, solamente il 37%<br />
dei pazienti con dolore ricevevano<br />
un trattamento analgesico e<br />
solamente nell’8% dei casi si utilizzavano<br />
analgesici oppioi<strong>di</strong>. Un<br />
dato confortante riguardava la<br />
prescrizione analgesica per il domicilio<br />
che veniva effettuata nel<br />
75% delle persone assistite con<br />
dolore (8).<br />
La consapevolezza <strong>di</strong> questo<br />
rende imperativo progettare e sviluppare<br />
strategie per migliorare il<br />
trattamento del dolore da parte<br />
degli operatori del Pronto Soccorso,<br />
e in tale senso ci siamo attivati<br />
e ci stiamo muovendo. È<br />
stata aggiunta nella cartella informatizzata<br />
del Triage e in<br />
quella clinica del Pronto Soccorso<br />
una casella dove inserire, a<br />
fianco degli altri parametri vitali,<br />
la valutazione numerica dell’in-<br />
tensità del dolore <strong>di</strong>chiarata dal<br />
citta<strong>di</strong>no (scala numerica con<br />
punteggio da 0 - assenza <strong>di</strong> dolore<br />
- a 10 - massimo dolore provato).<br />
Sono stati elaborati vari protocolli<br />
<strong>di</strong> sedazione del dolore per<br />
<strong>di</strong>fferenti patologie.<br />
È attivo un gruppo <strong>di</strong> lavoro inter<strong>di</strong>sciplinare<br />
per uniformare<br />
protocolli <strong>di</strong> sedazione e <strong>di</strong> sedazione<br />
procedurale (cioè, come<br />
trattare il dolore e/o come prevenirlo<br />
quando si attua una procedura<br />
dolorosa: pensiamo ad<br />
esempio alla riduzione <strong>di</strong> una lussazione).<br />
Anche se c’è ancora spazio per<br />
migliorare, un riconoscimento ci<br />
è venuto con una menzione speciale<br />
conferita al lavoro cui si è<br />
fatto cenno sopra (citato in bibliografia<br />
al numero 8) dalla<br />
Giuria del premio nazionale<br />
Nottola-Mario Luzi “Il dolore non<br />
necessario”, che ha ottenuto l’alto<br />
patrocinio del Capo dello Stato.<br />
Anche in linea con il progetto<br />
“Ospedale senza dolore”, gli<br />
operatori sanitari del DEA sono<br />
consci della necessità del pronto<br />
riconoscimento del sintomo dolore<br />
e sono impegnati per trattarlo<br />
sempre più efficacemente in<br />
tutte le sue accezioni, al fine <strong>di</strong><br />
“curare non solo il dolore, ma la<br />
sofferenza”.<br />
BIBLIOGRAFIA<br />
1) Wilson JE, Pendleton JM.<br />
Oligoanalgesia in the emergency<br />
department. Am J Emerg Med. Nov<br />
1989;7(6):620- 623.<br />
2) Rupp T, Delaney KA. Inadequate<br />
analgesia in emergencyme<strong>di</strong>cine. Ann<br />
Emerg Med. Apr 2004;43(4):494-503.<br />
3) Gioffrè D, Luzi M, Mandelli F, De<br />
Mauro T, Garattini S, Levi Montalcini R.<br />
Manifesto etico contro il dolore non necessario.<br />
La Repubblica, 2 giugno 2004.<br />
4) Todd KH, Sloan EP, Chen C, Eder SC,<br />
Wamstad K. Survey of Pain in Etiology,<br />
Management Practices and Patient<br />
Satisfaction in Two Urban Emergency<br />
Departments. CJEM. Vol 4; 2002.<br />
5) Sengstaken EA, King SA. The<br />
problems of pain and its detection<br />
among geriatric nursing home<br />
residents. J Am Geriatr Soc. May<br />
1993; 41(5):541-544.<br />
6) Ngai B, Ducharme J. Documented<br />
use of analgesics in the emergency<br />
department and upon release of patients<br />
with extremity fractures. Acad Emerg<br />
Med. Dec 1997; 4(12):1176-1178.<br />
7) Marks RM, Sachar EJ. Undertreatment<br />
of me<strong>di</strong>cal inpatients with narcotic analgesics.<br />
Ann Intern Med 1973; 78:173-181.<br />
8) Allione A, Melchio R, Martini G,<br />
Dutto L Ricca M, Bernar<strong>di</strong> E, Pomero F,<br />
Menardo V, Tartaglino B. Factors<br />
influencing desired and received<br />
analgesia in emergency department.<br />
Intern Emerg Med (<strong>2011</strong>); 6:69-78.<br />
“MENZIONE SPECIALE”<br />
Ècon sod<strong>di</strong>sfazione che informiamo i<br />
nostri lettori <strong>di</strong> un gra<strong>di</strong>to riconoscimento<br />
ricevuto dal Dipartimento<br />
<strong>di</strong> Emergenza della nostra ASO per un<br />
lavoro scientifico dal titolo “Factors<br />
influencing desired and received<br />
analgesia in emergency<br />
department”, pubblicato sulla rivista<br />
“INTERNAL AND EMERGENCY<br />
MEDICINE” (giornale ufficiale della Società<br />
Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna).<br />
La commissione del Premio Nazionale<br />
“NOTTOLA MARIO LUZI”, che raccoglie<br />
lavori scientifici sul DOLORE NON NE-<br />
CESSARIO da ridurre, da controllare, da<br />
“curare”, ha assegnato, nell’e<strong>di</strong>zione<br />
<strong>2011</strong>, una speciale menzione al<br />
Dipartimento <strong>di</strong> Emergenza Urgenza del<br />
nostro ospedale che <strong>di</strong> seguito riportiamo<br />
integralmente, così come pubblichiamo<br />
la poesia del Senatore Mario<br />
Luzi, cui è intitolato il premio.<br />
Tra i componenti della giuria che valutava<br />
i lavori vi era anche Citta<strong>di</strong>nanzattiva -<br />
Tribunale dei <strong>di</strong>ritti del malato.<br />
Ringraziamo tutti i professionisti del<br />
DEU per l’attenzione e per i sod<strong>di</strong>sfacenti<br />
risultati ottenuti nel controllo del<br />
Dolore, che la letteratura internazionale<br />
inserisce tra i “parametri vitali” che ogni<br />
Pronto Soccorso deve tenere sotto stretta<br />
osservazione.<br />
Nella consapevolezza che nella<br />
Mission <strong>di</strong> ogni Azienda Sanitaria ci<br />
siano il Guarire quando è possibile, il<br />
Curare, nel rispetto dell’autodeterminazione<br />
del paziente ed il Prendersi Cura<br />
sempre della persona malata, auspichiamo<br />
che l’impegno a ridurre la sofferenza<br />
delle persone che si rivolgono a<br />
noi sia obiettivo costante <strong>di</strong> tutte le Strutture<br />
della nostra Azienda.<br />
VITA IN AZZIEENDAA
56 Ospedale IN<br />
Ospedale IN 57<br />
RECENNSSIONNI<br />
Come<br />
in una gabbia<br />
Esistono poche con<strong>di</strong>zioni morbose in cui i risultati ottenuti sono<br />
altrettanto strettamente legati alla pertinenza<br />
dell’impostazione terapeutica.<br />
Hilde Bruch, La gabbia d’oro, Feltrinelli, 2003<br />
Torey L. Hayden<br />
COME IN UNA GABBIA<br />
TEA, Tascabili degli E<strong>di</strong>tori<br />
Associati, Milano, 2003,<br />
pagg. 349; € 8,00.<br />
Èpraticamente la cronistoria<br />
<strong>di</strong> una relazione terapeutica<br />
fra la psicopatologa<br />
Torey L. Hayden ed il ragazzo<br />
Kevin, chiamato Zoo-boy. Quel<br />
nomignolo rappresentava bene<br />
quel ragazzo che da anni non<br />
parlava e si comportava come<br />
un animale in gabbia; la sua<br />
gabbia, fatta da un tavolo e<br />
quattro se<strong>di</strong>e dentro cui si rifugiava<br />
dondolando ossessivamente.<br />
Ma è avvincente come<br />
un romanzo, anche <strong>di</strong> più,<br />
anche se non v’è nulla d’inventato<br />
o proprio per questo. Raccontato<br />
con una prosa che<br />
lascia con il fiato sospeso unisce<br />
momenti <strong>di</strong> struggente umanità<br />
a descrizioni <strong>di</strong> figli <strong>di</strong> famiglie<br />
<strong>di</strong>sastrate. Come Kevin. O come<br />
Charity, paffutella bambina<br />
sdentata che si era incollata a<br />
Torey, in cui aveva trovato un rifugio<br />
per <strong>di</strong>menticare la giovane<br />
madre alcolizzata. Torey si<br />
definisce un’agnostica della psicologia;<br />
non segue teorie, né<br />
modelli terapeutici preconfezionati<br />
ma si lascia guidare dalla<br />
sua sensibilità femminile e dalla<br />
sua umanità. E ce la fa. Riesce a<br />
far parlare Kevin, dopo due<br />
anni. Riuscirà a fargli vivere<br />
una vita normale, a farlo vivere.<br />
Ma più <strong>di</strong> tutto riesce ad entrare<br />
in lui, a conoscerlo.<br />
<strong>di</strong> Gianfranco Conforti, SC Psichiatria<br />
Brani da<br />
Come in una gabbia<br />
Zoo-boy. Le gambe del tavolo<br />
erano le sbarre della sua gabbia.<br />
Si dondolava, con le braccia<br />
sopra la testa, come a<br />
proteggersi. Avanti e in<strong>di</strong>etro,<br />
avanti e in<strong>di</strong>etro. Un’assistente<br />
lo spronava a uscire da sotto il<br />
tavolo, ma senza risultato. Lui si<br />
dondolava, avanti e in<strong>di</strong>etro,<br />
avanti e in<strong>di</strong>etro. Lo guardavo<br />
standomene <strong>di</strong>etro uno<br />
specchio-finestra. “Quanti anni<br />
ha?” chiesi alla donna che era<br />
alla mia destra.<br />
“Quin<strong>di</strong>ci”.<br />
Non si poteva <strong>di</strong>rlo più un ragazzo.<br />
Mi appoggiai contro il<br />
vetro, per vederlo meglio. “Da<br />
quanto è qui?” domandai.<br />
“Quattro anni”.<br />
“Senza mai parlare?”.<br />
“Senza mai parlare”. La<br />
donna alzò gli occhi a guardarmi,<br />
nella tetra oscurità <strong>di</strong><br />
quella stanza <strong>di</strong>etro lo specchio.<br />
“Senza mai far sentire il<br />
suono della sua voce”.<br />
Rimasi a guardarlo ancora un<br />
po’. Poi presi su la scatola col<br />
mio armamentario e andai<br />
nella stanza dall’altra parte<br />
dello specchio. L’assistente si<br />
scostò da lui, quando entrai, e<br />
fu ben contenta <strong>di</strong> andarsene.<br />
Sentii chiudere la porta esterna,<br />
nel corridoio, e capii che era<br />
andata a mettersi <strong>di</strong>etro lo<br />
specchio per guardarci. Nella<br />
stanza rimanemmo soli, io e<br />
Zoo-boy. Cautamente, appoggiai<br />
a terra la scatola. Aspettai<br />
un istante, per vedere se rea-<br />
giva alla presenza <strong>di</strong> una persona<br />
nuova nella stanza; ma<br />
non reagì. Così mi avvicinai. Mi<br />
sedetti per terra, a un braccio <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>stanza da dove lui se ne stava<br />
barricato sotto il tavolo. Si dondolava<br />
ancora, rannicchiato, le<br />
braccia strette intorno alle ginocchia.<br />
Non riuscivo a farmi<br />
un’idea della sua statura.<br />
“Kevin?”.<br />
Nessuna reazione.<br />
Non sapendo bene che fare,<br />
mi guardai intorno. Avvertivo la<br />
presenza <strong>di</strong> un pubblico, <strong>di</strong>etro<br />
lo specchio. Stavano parlando,<br />
lì dentro, le voci in<strong>di</strong>stinte, un<br />
mormorio appena, ondulante,<br />
come il vento fra i giunchi in un<br />
pomeriggio d’estate. Ma sapevo<br />
che suono era. Il ragazzo<br />
non <strong>di</strong>mostrava i suoi quin<strong>di</strong>ci<br />
anni. Anche se, raggomitolato<br />
com’era, non riuscivo a vederlo<br />
bene, non mi sembrava così<br />
cresciuto. Gli avrei dato nove<br />
anni, forse. O un<strong>di</strong>ci. Non<br />
quasi se<strong>di</strong>ci.<br />
(…)<br />
Lavoravo in quella clinica<br />
come psicologa ricercatrice da<br />
poco più <strong>di</strong> un anno. Avevo de<strong>di</strong>cato<br />
la maggior parte della<br />
mia vita professionale all’insegnamento.<br />
In quel campo<br />
avevo svolto ogni possibile funzione,<br />
dall’insegnamento nelle<br />
prime elementari regolari fino a<br />
quello nelle università, dall’insegnamento<br />
in scuole innovative,<br />
con piani <strong>di</strong> lavoro<br />
flessibili, a quello in classi<br />
chiuse, nel reparto pe<strong>di</strong>atrico <strong>di</strong><br />
un istituto psichiatrico dello<br />
Stato. (…) Avevo svolto ricerche<br />
su un fenomeno psicologico<br />
poco noto, il mutismo elettivo.<br />
Si tratta <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo emozionale<br />
che si presenta soprattutto<br />
nei bambini. Il bambino è fisicamente<br />
in grado <strong>di</strong> parlare,<br />
ma per motivi psicologici si rifiuta<br />
<strong>di</strong> farlo.<br />
(…)<br />
Non l’avevo chiesto io, <strong>di</strong> occuparmi<br />
<strong>di</strong> lui. Si capiva fin dall’inizio<br />
che era un caso <strong>di</strong>sperato.<br />
Una mattina, un’assistente sociale<br />
della Garson Gayer Home, Dana<br />
Wendolowski, aveva telefonato<br />
alla clinica chiedendo <strong>di</strong> me. “Abbiamo<br />
un ragazzo per lei”, mi<br />
aveva detto, e la stanchezza e la<br />
<strong>di</strong>sperazione trapelavano un po’<br />
troppo chiaramente nella sua<br />
voce. Il ragazzo si chiamava<br />
Kevin Richter, anche se, a quanto<br />
pareva, nessuno lo chiamava<br />
Kevin. (…) Kevin aveva un passato<br />
miserando. Nei rapporti le<br />
informazioni utili erano molto<br />
scarse, ma bastavano per farmi<br />
capire che l’infanzia <strong>di</strong> Kevin<br />
somigliava a quella <strong>di</strong> tanti altri<br />
ragazzi che avevo conosciuto.<br />
Insuccessi a scuola, <strong>di</strong>fficoltà<br />
economiche, violenza fisica, su<br />
Kevin e sugli altri bambini<br />
della famiglia, problemi matrimoniali,<br />
conflitti tra Kevin e il<br />
patrigno, alcolismo, e poi,<br />
fatto forse più sinistro <strong>di</strong> tutti,<br />
l’affidamento <strong>di</strong> Kevin allo<br />
Stato voluto dalla madre. Che<br />
ragazzo poteva essere uno<br />
che perfino sua madre rifiutava?<br />
E poi, Kevin passava da<br />
un istituto all’altro, da sette<br />
anni, da otto non parlava, e<br />
da quasi se<strong>di</strong>ci imparava a<br />
convivere con la sua follia. Se<br />
questo non era il ritratto <strong>di</strong> un<br />
perdente, quale poteva esserlo?<br />
(…)<br />
Kevin era già sotto il tavolo.<br />
Lo sentii subito. “Haa”, faceva,<br />
“haa, haa, haa”. Era un respiro,<br />
più che un sussurro. Sembrava<br />
il tossire <strong>di</strong> una macchina<br />
che sta per mettersi in moto.<br />
(…) Come gli altri giorni, faceva<br />
tutto da solo. La mia presenza<br />
era inutile. “Haaa. Haaa.<br />
Haaaa”. C’era urgenza e determinatezza,<br />
in lui, quel<br />
giorno. Ce l’avrebbe fatta. (…)<br />
Me ne stavo in silenzio, cer-<br />
cando <strong>di</strong> farmi piccola. Non sapevo<br />
se si era <strong>di</strong>menticato della<br />
mia presenza, ma non mi sembrava<br />
il momento <strong>di</strong> richiamare<br />
l’attenzione su <strong>di</strong> me. “Ho. Ho.<br />
Ho. Hop. Hop. Haa. Haap.<br />
Haap”. Adesso sperimentava<br />
suoni nuovi. Lo osservai. Era sfinito.<br />
In quel momento provai un<br />
grande senso <strong>di</strong> solidarietà, nei<br />
suoi confronti. Quello che era<br />
riuscito a fare non aveva niente<br />
a che vedere con me, ma avevo<br />
sentito come un privilegio che<br />
mi avesse permesso <strong>di</strong> assistervi.<br />
Sorridevo, senza nemmeno<br />
rendermene conto.<br />
“È stata dura eh?” <strong>di</strong>ssi. “Devi<br />
essere stanco morto”. “Ho”,<br />
<strong>di</strong>sse, e ripeté il suono un paio<br />
<strong>di</strong> volte. “Hu, hu. Non…”,<br />
<strong>di</strong>sse, “non… hu… non pensavo<br />
<strong>di</strong> farcela. Whew. Wooooow”.<br />
La voce gli si spezzò, e<br />
si schiarì la gola. “Non credevo<br />
che ce l’avrei mai più fatta”<br />
<strong>di</strong>sse debolmente da sotto il<br />
braccio. “Pensavo che non ce<br />
l’avrei mai fatta”.<br />
(…)<br />
Per Kevin e me, la fine era<br />
quasi arrivata. Adesso si era<br />
fatto degli amici a scuola, e a<br />
casa era impegnato. A metà<br />
gennaio, le nostre sedute avevano<br />
cominciato a <strong>di</strong>radarsi.<br />
Era un bel po’ che ci vedevamo<br />
soltanto una volta alla settimana,<br />
ed era sempre venuto lui<br />
alla clinica. (…) Sapevamo tutt’e<br />
due che la fine era vicina. …<br />
“Sai” esor<strong>di</strong>i “penso che forse<br />
è ora <strong>di</strong> smettere”.<br />
“Che cosa <strong>di</strong>ci? Sono solo le<br />
quattro e un quarto. La seduta<br />
finisce alle cinque meno un<br />
quarto”.<br />
“No, non intendevo questo”.<br />
Non fu contento quando capì<br />
che cosa intendevo. (…)<br />
“Non ti <strong>di</strong>menticherò” <strong>di</strong>sse.<br />
“Neanch’io ti <strong>di</strong>menticherò,<br />
Kev”.<br />
“Verrai a trovarmi, qualche<br />
volta?”<br />
“Certo che verrò”.<br />
“E io ti telefonerò, qualche<br />
volta. Tanto per sapere come<br />
stai. D’accordo? Non ti <strong>di</strong>menticherò”.<br />
“So che non mi <strong>di</strong>menticherai”<br />
<strong>di</strong>ssi.<br />
“Be’, adesso devo andare.<br />
Denny è giù che mi aspetta. Si<br />
starà chiedendo dove mi sono<br />
cacciato. Ti ho già detto che<br />
forse entro nella squadra <strong>di</strong><br />
nuoto della scuola? Se non pensano<br />
che sono troppo grande,<br />
magari ci entro”.<br />
“Sì, me l’hai detto”.<br />
Le lacrime erano ancora lì, e<br />
quell’ultimo momento passò nel<br />
silenzio. Mi ero alzata ad accompagnarlo<br />
alla porta dell’ufficio.<br />
Sorrisi. Anche lui sorrise.<br />
Sorrisi <strong>di</strong> nuovo.<br />
“Be’, devo andare. Ci ve<strong>di</strong>amo,<br />
eh?”.<br />
“Sì, Kev, ci ve<strong>di</strong>amo”.<br />
Si girò e si avviò per il lungo<br />
corridoio, dove le luci erano<br />
forti, anche in quel pomeriggio<br />
invernale, così che lui non gettava<br />
ombre <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé. Me ne<br />
stetti immobile alla porta, a<br />
guardarlo. In fondo al corridoio<br />
si fermò, si girò e mi salutò con<br />
la mano. “Ciao, Torey” gridò,<br />
prima <strong>di</strong> scomparire.<br />
Torey L. Hayden, americana, vive da molti anni in<br />
Scozia con il marito e la figlia Sheena. La sua esperienza <strong>di</strong><br />
insegnante nelle scuole per bambini emotivamente <strong>di</strong>sturbati<br />
e negli istituti psichiatrici ha fatto <strong>di</strong> lei una specialista<br />
<strong>di</strong> riferimento nella ricerca sulla psicologia infantile. I suoi<br />
libri hanno riscosso un enorme successo: La figlia della tigre<br />
e La cosa veramente peggiore (e<strong>di</strong>ti da Corbaccio), Una<br />
bambina e gli spettri, Come in una gabbia, Figli <strong>di</strong> nessuno,<br />
Una <strong>di</strong> loro, Il gatto meccanico e Una bambina, già<br />
apparsi nelle e<strong>di</strong>zioni TEA.<br />
RRECCEENSIOONI
58 Ospedale IN 59<br />
RECENNSSIONNI<br />
“<br />
<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Romanelli, SC Ufficio Legale<br />
Lui ha fatto 4000 Km a pie<strong>di</strong> per rivedere la sua<br />
ragazza, tu sei andata via ed io non ho nemmeno<br />
attraversato la strada per fermarti.<br />
Welcome<br />
Un film <strong>di</strong> Philippe Lioret.<br />
Con Vincent Lindon, Firat<br />
Ayver<strong>di</strong>, Audrey Dana, Derya<br />
Ayver<strong>di</strong>, Thierry Godard<br />
- Musica: Nicola Piovani<br />
- Durata 110 min. Francia,<br />
Dicembre 2009<br />
- Trailer: YouTube<br />
- Festival Internazionale Cinema<br />
<strong>di</strong> Berlino 2009: Premio del<br />
Pubblico, Premio Label Europa<br />
Cinemas, Premio della Giuria<br />
Ecumenica<br />
- Nastri d'argento europei: Premio<br />
miglior attore protagonista<br />
- Torino Film Festival: vincitore<br />
Premio Maurizio Collino<br />
Quin<strong>di</strong>ci minuti <strong>di</strong> applausi<br />
alla sezione Panorama del<br />
Festival <strong>di</strong> Berlino 2009.<br />
Bello bello bello, emozionante,<br />
coraggioso, in<strong>di</strong>menticabile.<br />
Benvenuto Welcome!<br />
Un altro film che se si è perso<br />
in inverno (in sala restano sempre<br />
meno, se non provengono dalla<br />
grande <strong>di</strong>stribuzione) merita la<br />
visione in casa nella calma estiva.<br />
Da spettatore respingi le mareggiate,<br />
annusi l’odore della<br />
spiaggia, nuoti nuoti e intrave<strong>di</strong><br />
un mare scuro, grigio, lo scalo <strong>di</strong><br />
Calais come me lo ricordavo,<br />
esattamente uguale a 20 anni fa:<br />
cupo, duro terra <strong>di</strong> frontiera<br />
fredda, nebbiosa, quasi un “non<br />
luogo”, comunque un luogo <strong>di</strong><br />
passaggio. Non per tutti: molti<br />
passano, qualcuno rimane.<br />
Lui, Bilal, (Firat Ayver<strong>di</strong>, attore<br />
non professionista) è un ragazzo<br />
iracheno, neanche 18 anni, gli<br />
occhi consapevoli <strong>di</strong> chi non ha<br />
mai visto un cielo azzurro, braccia<br />
forti: conta su se stesso, sulla<br />
sua energia fisica e mentale e sa<br />
nutrire sentimenti <strong>di</strong>sinteressati in<br />
un mondo abbrutito da con<strong>di</strong>zionamenti<br />
<strong>di</strong> ogni sorta, in contrasto<br />
con una <strong>di</strong>mensione generale<br />
che <strong>di</strong> umano sta salvando ben<br />
”<br />
poco. Tanta <strong>di</strong>sperata testardaggine<br />
lo porterà ad attraversare la<br />
Manica a nuoto.<br />
Per cosa? Un amore, forse<br />
l'unico della sua vita, così lontano<br />
eppure così vicino, <strong>di</strong> là, appena<br />
poche centinaia <strong>di</strong> metri dalla<br />
costa…<br />
L'altro, Simon, (Vincent Lindon,<br />
straor<strong>di</strong>nario) è l’istruttore <strong>di</strong><br />
nuoto <strong>di</strong>sincantato - e chi non lo è<br />
ormai - che sa affrontare con<br />
spirito paterno questo con<strong>di</strong>viso<br />
naufragio d'amore, una separazione<br />
in corso per lui e, per il ragazzo<br />
che ha cominciato ad<br />
aiutare, una fidanzata cui è stato<br />
imposto un matrimonio con un<br />
parente. È un uomo che ne ha<br />
prese tante dalla vita, ma altrettante<br />
ne ha date. Dapprima <strong>di</strong>ffidente,<br />
poi affettuoso, complice e<br />
infine appassionato: il suo viso è<br />
mobilissimo e nervoso e tutti gli<br />
stati d'animo dalla tenerezza al<br />
dolore ci parlano attraverso il suo<br />
corpo. Simon si affeziona a questo<br />
ragazzo e lo consiglia, lo sostiene,<br />
lo ospita in casa sua per<br />
qualche tempo: è un rapporto <strong>di</strong><br />
fiducia che non arretra <strong>di</strong> fronte<br />
a nulla. L'uomo sente <strong>di</strong> dover<br />
proteggere Bilal dalla sua stessa<br />
irruenza: la voglia <strong>di</strong> arrivare a<br />
quella meta rincorsa, desiderata,<br />
sognata, soprattutto dopo che la<br />
sua giovane fidanzata gli ha<br />
chiesto aiuto, rischia <strong>di</strong> metterlo<br />
in serio pericolo. Non è un<br />
mondo <strong>di</strong> buoni e cattivi: è popolato<br />
da uomini e donne soli, gente<br />
comune e migranti, poliziotti e vicini<br />
<strong>di</strong> casa, burocrati e commercianti,<br />
né buoni né cattivi, ma<br />
deboli e piccoli <strong>di</strong> fronte a un sistema<br />
che ha deciso <strong>di</strong> sfruttare le<br />
paure e l’insicurezza come forma<br />
<strong>di</strong> controllo sulla società e le persone.<br />
Lo zerbino dei vicini ha su<br />
scritto “Welcome”. Benvenuti all'inferno<br />
verrebbe da <strong>di</strong>re, se per<br />
conquistarsi un pezzetto <strong>di</strong> cielo<br />
c'è <strong>di</strong> mezzo troppo mare.<br />
Un mare che <strong>di</strong>venta da capi-<br />
tano Achab <strong>di</strong> Moby Dick, insondabile,<br />
inattraversabile, troppo<br />
fondo e oscuro per poterlo domare<br />
razionalmente: la scena del<br />
passaggio dei cargo lascia stupefatto<br />
lo spettatore per la loro<br />
imponenza, quasi simbolo <strong>di</strong> lontananza<br />
e in<strong>di</strong>fferenza per i nostri<br />
piccoli e gran<strong>di</strong> problemi<br />
quoti<strong>di</strong>ani. Realizzato con scarse<br />
risorse, anche pubblicitarie,<br />
Welcome ha incassato in Francia<br />
nei primi mesi <strong>di</strong> proiezione ben<br />
10 milioni <strong>di</strong> euro con il solo passaparola<br />
e questo è avvenuto sia<br />
per la forza delle emozioni trasmesse<br />
dai protagonisti che si delineano<br />
in modo semplice, lineare<br />
e onesto sia perché, si sa, purtroppo<br />
si tratta <strong>di</strong> storia vera: l’articolo<br />
L622/1 della legge<br />
sull’immigrazione voluta dal presidente<br />
Sarkozy costringe i francesi,<br />
soprattutto quelli che abitano<br />
nei pressi <strong>di</strong> Calais, a non avere<br />
alcun rapporto con loro, pena il<br />
carcere fino a cinque anni.<br />
Alla sbarra sono finite pure<br />
l'organizzazione umanitaria<br />
Emmaus fondata dall’Abbé Pierre<br />
e una casalinga 59enne colpevole<br />
<strong>di</strong> aver ricaricato il cellulare<br />
<strong>di</strong> alcuni irregolari.<br />
Welcome è un “film per tutti",<br />
duro e al tempo stesso delicato,<br />
capace <strong>di</strong> accogliere lo spettatore<br />
per farlo riflettere <strong>di</strong> cuore e <strong>di</strong><br />
pancia sulla non accoglienza che<br />
riserviamo ai migranti senza sfumare<br />
i lati oscuri con un buonismo<br />
d'accatto. Una delle tappe<br />
fondamentali sulla via cinematografica<br />
alla conoscenza: complici<br />
due interpreti in stato <strong>di</strong> grazia<br />
e una storia che rimane attaccata<br />
alla realtà, la nostra, per (<strong>di</strong>)mostrarci<br />
quanto sia inumana.<br />
Fuori dallo schermo, dentro il<br />
mondo. Purtroppo.<br />
Chiudo oggi l’articolo, 1 agosto<br />
<strong>2011</strong>, e leggo dai giornali: “Lampedusa,<br />
strage: 25 giovani migranti<br />
morti soffocati nella stiva del<br />
barcone”.<br />
Il seguente testo fa riferimento<br />
a un episo<strong>di</strong>o realmente<br />
accaduto nell’ambito<br />
della nostra Azienda ospedaliera.<br />
L’anonimato è funzionale<br />
unicamente alla veri<strong>di</strong>cità<br />
della narrazione senza inficiarne<br />
i contenuti.<br />
Cosa c’è oltre la porta chiusa <strong>di</strong><br />
una camera in un reparto del<br />
nostro ospedale?<br />
Un degente, un paziente, comunque<br />
una persona malata.<br />
No, non è cosi! C’è la corsia, ci<br />
sono luci, muri, piastrelle, me<strong>di</strong>ci, infermieri,<br />
parenti.<br />
Già, perché chi vede quella porta<br />
chiusa…sta dentro. È il degente, è il<br />
paziente, comunque sempre una<br />
persona malata, questa volta io…<br />
una collega!<br />
Il giorno prima, <strong>di</strong> bianco vestita e<br />
doviziosamente armata <strong>di</strong> scienza e<br />
coscienza, quando poi, appena il<br />
giorno dopo, costretta ad affidarmi<br />
alle stesse qualità fra le mani dei miei<br />
colleghi, della cui amicizia e competenza<br />
non dubito… nemmeno per un<br />
attimo.<br />
Semmai è proprio il mio stesso sapere,<br />
così utile al lavoro a farmi valutare,<br />
riflettere e soppesare tutto col<br />
bilancino. Solo ora capisco appieno<br />
cosa davvero s’intenda col motto<br />
“beata ignoranza”, a volte torna comoda.<br />
Oltre a ciò s’aggiunge un ambito<br />
noto, ma sempre visto con altri occhi.<br />
Conoscenza, contesto e <strong>di</strong>pendenza,<br />
un mix <strong>di</strong> fattori che facilmente<br />
aiutano a <strong>di</strong>storcere il mio<br />
giu<strong>di</strong>zio e renderlo accomodante,<br />
benevolo, perché solo così riesco ad<br />
accettarlo, per debolezza e mera<br />
convenienza.<br />
Le mie certezze, data l’attuale con<strong>di</strong>zione,<br />
vacillano come me, mi sento<br />
come un gigante dai pie<strong>di</strong> d’argilla.<br />
Il mio non è un fragoroso schianto,<br />
ma quasi. Non tocco il fondo della<br />
mia impotenza perché il materasso<br />
in cui sprofondo imbelle, ammortizza<br />
il peso del mio corpo.<br />
Il mio attuale posto è questo, sempre<br />
oltre quella porta ma che ora<br />
vedo dal <strong>di</strong> dentro. Sono malata. Me<br />
ne faccio una rabbiosa ragione.<br />
Oltre all’innato spirito guerriero mi<br />
domando cosa davvero sostenga i<br />
miei sforzi. Cos’è che, insospettabile<br />
ma presente, mi spinge verso l’uscita<br />
del tunnel?<br />
Oltre la porta<br />
a cura <strong>di</strong> Ivano Vinai (Ivanoss),<br />
Dipartimento Emergenza e Urgenza DEU - Pronto Soccorso<br />
Certo, me<strong>di</strong>ci capaci, loro ancor<br />
più <strong>di</strong> me, scienziati coscienti ed<br />
eterni figli d’Ippocrate sanno benissimo<br />
cosa fare, ma c’è dell’altro…<br />
c’è <strong>di</strong> più.<br />
Lo sento, quasi lo tocco con mano<br />
tanto è presente.<br />
Dapprima me ne lascio avvolgere<br />
come un caldo abbraccio, poi, mi<br />
consegno a quel fiume in piena che,<br />
travolgendomi, mi riconduce alla<br />
vita.<br />
È l’amore! È il calore umano dei<br />
colleghi che sono andati molto, moltissimo<br />
oltre ad essere quegli amici fidati<br />
che hanno <strong>di</strong>ssipato i miei<br />
sciocchi dubbi nati solo per spirito <strong>di</strong><br />
sopravvivenza.<br />
Non è smielata retorica, voglio gridare<br />
questa verità taciuta solo per<br />
pudore! Coccolata, vezzeggiata, sospinta,<br />
sostenuta, incoraggiata in tutti<br />
i mo<strong>di</strong>, anche scossa. In ogni sprone,<br />
nei loro sguar<strong>di</strong> profon<strong>di</strong>, autentici,<br />
ho sempre e solo colto occhi sinceri,<br />
mai nemmeno troppo compiacenti,<br />
figuriamoci bugiar<strong>di</strong>.<br />
Toni e parole <strong>di</strong> garbata partecipazione<br />
emotiva e concreta, silente e<br />
<strong>di</strong>screta attenzione ai miei bisogni,<br />
alle mie necessità. Sono professionisti.<br />
Sono amici.<br />
Grazie non basta.<br />
Grazie è troppo poco.<br />
Grazie, per quanto non saprei cos’altro<br />
<strong>di</strong>re, é finanche misero per chi<br />
s’è speso ben oltre il proprio dovere<br />
e professionalità.<br />
Persone che hanno saputo leggere,<br />
da colleghi, che il trauma iniziale,<br />
una volta superato, lascia comunque<br />
un nebuloso turbinio d’incertezza<br />
psicologica.<br />
Chi veste una <strong>di</strong>visa bianca, come<br />
me, sa vedere oltre la propria transitoria<br />
con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> malata. Ciò che<br />
invece mai nessuno scorge, ed io non<br />
faccio certo eccezione, sono le subdole<br />
ferite acquattate nel buio dell’anima.<br />
Quelle restano, sempre, e quando<br />
meno te l’aspetti… presentano il<br />
conto!<br />
Tornata alla <strong>di</strong>visa credevo che il<br />
mondo fosse <strong>di</strong> nuovo mio, loro i pazienti,<br />
io la taumaturga. Balle! Fin da<br />
subito sbatto la faccia contro un muro<br />
d’inquietu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong> paure, d’incertezze,<br />
anche in ciò che da tempo so<br />
essere acquisito ma che <strong>di</strong> colpo non<br />
sappia più affrontare a pieno spirito.<br />
Sanguino. Dentro.<br />
È fin troppo evidente che una parte<br />
<strong>di</strong> me è ancora oltre quella porta.<br />
Non posso e non voglio deludere<br />
me<strong>di</strong>ci e colleghi, ma per quanto mi<br />
sforzi… cado.<br />
Penso <strong>di</strong> poter camminare dritta e<br />
con le mie gambe ma, ancora cado<br />
e poi ancora e ancora. Nulla è come<br />
prima e forse non lo sarà mai più.<br />
Semplicemente perché prima non<br />
ero mai stata malata, malata sul<br />
serio. È qui che subentra l’Azienda.<br />
Nel suo ambito, chi può concedermi<br />
margine, opportunità, cre<strong>di</strong>bilità…<br />
lo fa! Come? Aspettandomi<br />
fiduciosi, ed elargendomi l’unico<br />
vero lusso che abbiamo: tempo!<br />
Come prima per gli amici non era<br />
retorica, ora non è piaggeria!<br />
Il tempo è un supporto enorme, decisivo.<br />
Sentirne l’appoggio è come<br />
avere a <strong>di</strong>sposizione una gigantesca<br />
mano per risollevarti da terra ogni<br />
volta che ci sei.<br />
Ciò corrisponde a un’iniezione <strong>di</strong><br />
fiducia che nessun ricostituente potrà<br />
mai equiparare.<br />
Per quanto potrebbe facilmente<br />
farlo, mi piace pensare che<br />
l’Azienda non voglia lasciar cadere<br />
nell’oblio <strong>di</strong> un qualche servizio “secondario”<br />
un elemento ritenuto in un<br />
qualche modo valido. Valido al<br />
punto da concedersi il lusso <strong>di</strong> aspettarlo,<br />
<strong>di</strong> aspettar…mi.<br />
Anche qui, grazie, è tropo poco.<br />
Il mio debito <strong>di</strong> riconoscenza aumenta<br />
e da combattente della prima<br />
ora non posso che onorarlo nel migliore<br />
dei mo<strong>di</strong>.<br />
Volgendo lo sguardo appena oltre<br />
me stessa, mi accorgo che altri colleghi<br />
non sono stati così fortunati.<br />
Con tutta la forza che ho dentro<br />
prego e invito chiunque fosse in <strong>di</strong>fficoltà,<br />
fatta salva la massima libertà<br />
personale, a non assurgere a giu<strong>di</strong>ce<br />
estremo <strong>di</strong> se stesso. L’alternativa ultima,<br />
definitiva, non è la vera alternativa<br />
a nessuna <strong>di</strong>sperazione. Una<br />
soluzione c’è sempre, fidatevi. Il mio<br />
ne è un esempio.<br />
Nel ventre molle dell’ospedale, imperfetto<br />
finché si vuole ma vivad<strong>di</strong>o,<br />
funzionale, ho ricevuto e tuttora ancora<br />
ricevo supporto dovuto e donato.<br />
L’uno dato dalle leggi e dalla<br />
professionalità, l’altro, frutto della<br />
stima e amicizia dei singoli e dalla<br />
vicinanza della nostra “casa” comune.<br />
Un ospedale non sono i muri<br />
<strong>di</strong> cui è fatto, ma dalla gente che vi<br />
lavora.<br />
Per fortuna <strong>di</strong> tutti noi, c’è n’é tanta<br />
che ha un’anima meravigliosa e la<br />
usa… oltre quella porta.<br />
PEEZZI DI VITTA
60<br />
PEZZI DDII VITA<br />
Ospedale IN<br />
Il sole, rosso, scende<br />
<strong>di</strong>etro i monti che si<br />
specchiano nel mare,<br />
sopra Arenzano.<br />
È ancora caldo, e mi<br />
impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> smettere<br />
<strong>di</strong> sudare. La corsa<br />
fatta per non perdere<br />
l’aereo ha lasciato<br />
i suoi segni: la pelle,<br />
umida, si appiccica<br />
fasti<strong>di</strong>osamente<br />
al colletto e gli occhiali<br />
scivolano sul naso.<br />
Abbasso l’aletta<br />
parasole e aumento<br />
il getto dell’aria<br />
con<strong>di</strong>zionata.<br />
Poi, svogliatamente,<br />
“curioso” il mio vicino.<br />
Sguardo stanco ed annoiato,<br />
come sento il mio. Lui<br />
almeno ha voglia <strong>di</strong> leggere<br />
qualche cosa e sfoglia la<br />
rivista <strong>di</strong> bordo. Io sono troppo<br />
stanco. Correndo in autostrada,<br />
a un certo punto, stavo per buttare<br />
la spugna: basta correre,<br />
basta ansia, basta alberghi,<br />
basta fare e <strong>di</strong>sfare valige,<br />
basta <strong>di</strong>apositive, basta stress<br />
da palco, basta fatica <strong>di</strong> parlare<br />
e capire una lingua che non è<br />
la mia!<br />
Poi, immaginando le mille<br />
scuse che avrei dovuto dare, la<br />
figura brutta <strong>di</strong> chi non si presenta,<br />
all’ultimo momento, lasciando<br />
gli organizzatori in<br />
braghe <strong>di</strong> tela, ancora una volta<br />
ho stretto i denti e spinto sull’acceleratore.<br />
Ora, mentre l’aereo inizia a<br />
muoversi verso la pista, penso<br />
che arriverò in aeroporto a<br />
Vienna alle un<strong>di</strong>ci e mezzo,<br />
dovrò cercare il solito autista<br />
con il solito cartello con sopra<br />
scritto a pennarello il mio<br />
nome, preceduto dall’immancabile<br />
Prof.<br />
Il sole rosso<br />
<strong>di</strong> Marco Merlano, SC Oncologia<br />
Disegno <strong>di</strong> Maria Rosa Lanzoni<br />
Maria Rosa Lanzoni si de<strong>di</strong>ca all’oreficeria subito dopo<br />
essersi <strong>di</strong>plomata presso il liceo artistico Nicolò Barabino <strong>di</strong><br />
Genova. Dal 1986 crea gioielli esclusivi, che progetta nel suo<br />
laboratorio, sempre a Genova. Il <strong>di</strong>segno è uno strumento essenziale<br />
del suo lavoro e le permette <strong>di</strong> ideare nei minimi dettagli<br />
monili, ciondoli, collier, che poi realizza con passione e<br />
entusiasmo <strong>di</strong> artista.<br />
Ho smesso da tempo <strong>di</strong> spiegare<br />
a tutti che non sono Prof.:<br />
sono solo Dott.<br />
Ma è inutile. Un ospite invitato<br />
dall’estero, per una lettura magistrale<br />
o roba simile, non può<br />
essere Dott. Deve per forza essere<br />
Prof.<br />
Ho smesso <strong>di</strong> insistere quando<br />
ho capito che in realtà quel titolo<br />
deve essermi assegnato,<br />
non per gentilezza nei miei confronti,<br />
ma per non sminuire chi<br />
mi ha invitato e il suo convegno…<br />
L’aereo si avvicina all’inizio<br />
della pista. Mi sembra che<br />
anche lui sia stanco. Proprio<br />
come me: stanco dei soliti voli,<br />
dei decolli e degli atterraggi,<br />
dei mille aeroporti, <strong>di</strong>versissimi,<br />
ma poi, tutti uguali. Persino gli<br />
stuart mi sembrano stanchi, con<br />
i capelli che iniziano a ingrigire,<br />
un primo accenno <strong>di</strong> pancetta,<br />
i sorrisi stucchevoli, fatti<br />
con le guance, senza usare gli<br />
occhi. Chissà da quanti anni<br />
calpestano la stessa moquette,<br />
versano la stessa acqua, offrono<br />
la stessa bustina con la<br />
salvietta rinfrescante. Ne ho <strong>di</strong><br />
tutte le compagnie del mondo.<br />
E, da tempo, ho smesso <strong>di</strong> collezionarle.<br />
Come le saponettine<br />
degli alberghi. Mi <strong>di</strong>cevo: sono<br />
della misura giusta per il bagnetto<br />
della barca! Poi mi sono<br />
accorto che nel bagnetto quasi<br />
non potevo più entrare e che la<br />
scorta sarebbe durata per <strong>di</strong>verse<br />
vite.<br />
Dietro <strong>di</strong> me, un bambino piccolo<br />
piccolo ha iniziato a piangere.<br />
Non capisce perché deve<br />
restare fermo, quando ha tutto<br />
un mondo nuovo e misterioso<br />
da esplorare. La mamma e il<br />
papà cercano <strong>di</strong> zittirlo, imbarazzati,<br />
e lui, ovviamente, strilla<br />
ancora più forte.<br />
Sorrido pensando che fuori<br />
dai confini <strong>di</strong> questa nostra Patria<br />
così amata e così maltrattata,<br />
nessun genitore si sarebbe<br />
sentito imbarazzato per il<br />
bimbo in lacrime… chi sa chi<br />
ha ragione…<br />
I motori accelerano. Il sibilo<br />
<strong>di</strong>venta rombo e il rombo <strong>di</strong>venta<br />
assordante. Anche il<br />
bambino ammutolisce.<br />
L’aereo inizia a correre sulla<br />
pista. Ogni piccolo avvallamento<br />
sull’asfalto sembra una<br />
buca immensa e tutto vibra intorno<br />
a me. Rialzo l’aletta parasole.<br />
Non posso perdermi lo<br />
spettacolo del mio mare che<br />
scorre via sotto le ali vibranti<br />
nella luce calante del tramonto<br />
oramai avanzato. Voglio vedere<br />
se c’è qualche barca fuori<br />
dal porto.<br />
Scorgerò solo tre grossi<br />
gozzi, intenti a pescare proprio<br />
fuori dalla <strong>di</strong>ga, dove l’acqua<br />
lurida del porto esce e si mischia<br />
all’acqua azzurra del Mar<br />
Ligure. Lì i pesci arrivano a<br />
branchi a nutrirsi <strong>di</strong> schifezze<br />
incre<strong>di</strong>bili, fra le quali il liquame,<br />
che supera indenne il<br />
depuratore, è certamente il cibo<br />
più sano… ma chi mangerà<br />
quel pesce? Me lo immagino,<br />
servito attentamente cucinato, in<br />
qualche bel ristorante, dove il<br />
cameriere lo avrà garantito freschissimo.<br />
Anche se so che, per<br />
fortuna, non è possibile.<br />
Poi le vibrazioni, il fracasso <strong>di</strong><br />
pannelli che sbattono, i buchi<br />
della pista, finiscono. Resta solo<br />
il rombo del motore, e l’aereo,<br />
faticosamente, prende quota.<br />
Salendo, fa un’ampia virata<br />
verso sud, e Genova mi si presenta<br />
nella sera appena iniziata.<br />
Poche luci sono accese. La lanterna<br />
è ancora spenta. Il traffico,<br />
caotico come sempre, si indovina<br />
sul serpentone dell’autostrada.<br />
Ma lo splendore della città, adagiata<br />
fra mare e monti, è <strong>di</strong> una<br />
bellezza struggente.<br />
Come sempre gioco a riconoscere<br />
i quartieri, le fabbriche, a<br />
contarne i grattacieli, che, contro<br />
il mio parere, aumentano<br />
ogni anno.<br />
Lì è Sampierdarena. Lì sono<br />
nato io, mio fratello, mio padre,<br />
suo padre, il padre <strong>di</strong> suo<br />
padre, per tante generazioni<br />
che neppure più ne è rimasto il<br />
ricordo. Solo la certezza della<br />
loro passata esistenza.<br />
Sento il mio pensiero <strong>di</strong>rmi:<br />
voglio tornare a Genova.<br />
Genova è la mia città. Veloci mi<br />
passano davanti le immagini <strong>di</strong><br />
quanto è cambiata, nei quattor<strong>di</strong>ci<br />
anni passati dalla mia partenza.<br />
E <strong>di</strong> quanto sono<br />
cambiato io.<br />
Ospedale IN 61<br />
Ma non importa. Il richiamo si<br />
fa forte, e mi ci abbandono, lasciandomi<br />
sprofondare nella<br />
nostalgia. Poi, lentamente,<br />
emerge una consapevolezza.<br />
Mi sono immaginato a comprare<br />
una casa a Pegli, o alla<br />
Foce, e non mi sono sentito felice.<br />
Ho capito che non è Genova<br />
l’origine della mia<br />
nostalgia. È via La Spezia 4 interno<br />
2. La casa dove sono stato<br />
da 4 anni fino a 26. Quella<br />
casa, ora, non esiste più, è <strong>di</strong>ventata<br />
un avviato stu<strong>di</strong>o dentistico.<br />
Ma è per tornare lì che<br />
voglio tornare a Genova. Per<br />
tornare alle coccole della<br />
mamma, ai sorrisi del papà,<br />
alle liti con mio fratello, alla<br />
pista per le macchinine, <strong>di</strong>segnata,<br />
col gesso rubato a<br />
scuola, sulle piastrelle del terrazzo.<br />
Quello che sento è la nostalgia<br />
dell’alba della mia vita,<br />
della piacevole certezza che<br />
tutto sia dovuto, quando giocavo<br />
con la stessa incoscienza<br />
del cucciolo <strong>di</strong> un leone, mentre<br />
aspetta il prossimo pasto, certo<br />
che non mancherà.<br />
Quello che sento è la nostalgia<br />
della mia famiglia, com’era<br />
quando l’ho conosciuta. Un nucleo,<br />
uno scudo, un blocco granitico<br />
dove tutto quello che era<br />
importante davvero si poteva<br />
facilmente trovare, come le coccole<br />
della mamma, come il sorriso<br />
del papà.<br />
Allora, quasi con dolcezza,<br />
appoggio la fronte al finestrino,<br />
e ascolto la tristezza rotolare<br />
sulla mia guancia, sotto forma<br />
<strong>di</strong> una piccola lacrima.<br />
Non l’asciugherò, perché nessuno<br />
veda ciò che è successo.<br />
Ma anche perché, in fondo, a<br />
quella lacrima sono grato.<br />
PEZZZI DII VIITTAA
62<br />
ASSOCIAAZIONI<br />
Ospedale IN<br />
I DERMATOLOGI<br />
OSPEDALIERI CONTRO<br />
IL MELANOMA<br />
Iniziativa <strong>di</strong> educazione sanitaria rivolta<br />
ai bambini attraverso un fumetto:<br />
“Super Ado” insegna a stare attenti al Melanoma<br />
e ad evitare i comportamenti a rischio.<br />
Il Melanoma cutaneo è un tumore<br />
altamente aggressivo<br />
che colpisce la cute e si presenta<br />
con l’aspetto <strong>di</strong> un neo,<br />
un po’ irregolare, con sfumature<br />
<strong>di</strong> colore scuro eterogenee,<br />
in accrescimento più o<br />
meno rapido. Colpisce soprattutto<br />
tra i 40 ed i 50 anni, sta<br />
continuando ad aumentare ed<br />
oggi in Italia il numero <strong>di</strong> nuovi<br />
casi (incidenza) si aggira sui<br />
10/100.000 abitanti per<br />
anno. L’insorgenza del Melanoma<br />
si sta inoltre spostando<br />
gradualmente verso un’età più<br />
giovanile.<br />
La terapia efficace è quella<br />
chirurgica, ma solo nelle fasi<br />
iniziali della malattia: se questa<br />
è già in fase avanzata, l’efficacia<br />
delle successive cure<br />
oncologiche è scarsa. Quin<strong>di</strong><br />
l’unico modo per agire contro<br />
il Melanoma è allertare la popolazione<br />
ad essere molto attenta<br />
ai nei che appaiono<br />
irregolari o che si sono mo<strong>di</strong>ficati<br />
e che vanno mostrati al<br />
Dermatologo; così pure vanno<br />
evitati i comportamenti a rischio<br />
(ustioni solari, eccessiva<br />
esposizione al sole senza protezione,<br />
abuso <strong>di</strong> lampade ad<br />
Ultravioletti, ecc.).<br />
In quest’ottica la Società<br />
Scientifica ADOI (Associazione<br />
dei Dermatologi Ospedalieri<br />
Italiani) ha messo in<br />
<strong>di</strong>stribuzione gratuita presso le<br />
Dermatologie ospedaliere aderenti<br />
all’iniziativa un simpatico<br />
fumetto che si propone <strong>di</strong> attirare<br />
l’attenzione dei più piccoli,<br />
con un linguaggio e delle<br />
immagini adatte, sulle azioni<br />
<strong>di</strong> prevenzione che abbiamo<br />
citato. E così “Super Ado”<br />
un personaggio del fumetto<br />
che ha l’aspetto <strong>di</strong> supereroe,<br />
così caro all’immaginazione<br />
infantile, insegna a riconoscere<br />
e temere il Melanoma e<br />
ad adottare i comportamenti <strong>di</strong><br />
prevenzione riconosciuti vali<strong>di</strong><br />
dalla attuale letteratura internazionale.<br />
Il fumetto è in <strong>di</strong>stribuzione<br />
gratuita presso gli Ambulatori<br />
<strong>di</strong> Dermatologia dell’ASO<br />
“Santa Croce e Carle”, presso<br />
il Presi<strong>di</strong>o Carle.<br />
ASSUNTI DAL 01.05.<strong>2011</strong> AL 31.07.<strong>2011</strong><br />
Collab.Prof.Sanitario - Tec.San.Lab.Biom. 2<br />
CESSATI DAL 01.05.<strong>2011</strong> AL 31.07.<strong>2011</strong><br />
Dirigente Me<strong>di</strong>co 1<br />
Collan.Prof.Sanitario Esperto - Infermiere 1<br />
Collab.Prof.Sanitario - Infermiere 4<br />
Collab.Prof.Sanitario- Tecnico Neurofis. 1<br />
Direttore Me<strong>di</strong>co 39<br />
Dirigente Me<strong>di</strong>co 382<br />
Direttore Farmacista - Farmacia Ospedaliera 1<br />
Dir.Farmacista - Farmacia Ospedaliera 6<br />
Dirigente Biologo - Lab. <strong>di</strong> Gen. Me<strong>di</strong>ca 1<br />
Dirigente Biologo - Patologia Clinica 15<br />
Dirigente Chimico 1<br />
Dirigente Fisico 6<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Infermiere 96<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Ostetrica/o 2<br />
Collab.Prof.Sanitario - Infermiere 994<br />
Collab.Prof.Sanitario - Ostetrica/o 29<br />
Collab.Prof.Sanitario - Inferm.Pe<strong>di</strong>atrico 29<br />
Infermiere Generico Esperto 26<br />
Puericultrice Esperta 3<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Fisioterapista 2<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Educatore Prof. 1<br />
Collab.Prof.Sanitario - Fisioterapista 17<br />
Collab.Prof.Sanitario - Logope<strong>di</strong>sta 1<br />
Collab.Prof.Sanitario - Ortottista Ass.Of 2<br />
Collab.Prof.Sanitario - Ter.NpsM età evol 1<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Tec.San.Lab.Biom. 5<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Tec.San.Rad.Med. 8<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Tec.Neurofisiop. 1<br />
Collab.Prof.Sanitario - Tecnico Au<strong>di</strong>ometr 1<br />
Collab.Prof.Sanitario - Tec.San.Lab.Biom. 51<br />
Collab.Prof.Sanitario - Tec.San.Rad.Med. 83<br />
Collab.Prof.Sanitario - Tecnico Neurofis. 7<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Tec.Fis.CC e P.CV 1<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Dietista 2<br />
Collab.Prof.Sanitario - Tec.Fis.CC e P CV 3<br />
Collab.Prof.Sanitario - Dietista 2<br />
Coll.Prof.San.Esperto - Assistente San. 6<br />
Collab.Prof.Sanitario - Tec.Prev.Amb.e LL 2<br />
Collab.Prof.Sanitario - Assistente San. 2<br />
Dirigente Avvocato 1<br />
Dirigente Ingegnere 8<br />
Dirigente Esperto in Qualità 1<br />
Coll.Tecn.-Prof.Esperto - Sett.Elettrome<strong>di</strong>cale 1<br />
Coll.Tecn.-Prof.Esperto - Ing.Mecc./E<strong>di</strong>le 1<br />
Coll.Tecnico Prof.Esperto - Ing.E<strong>di</strong>le 1<br />
Coll.Tecnico Prof.Esperto - Programmatore 1<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Prevenzione e Prot. 1<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Sett.Elettrome<strong>di</strong>cale 2<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Area Ingegneria 1<br />
Coll.Tecnico-Prof. - E<strong>di</strong>le 3<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Termotecnico 1<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Programmatore 4<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Impianti Elettrici 2<br />
Coll.Tecnico Prof. - Settore Elettrico 2<br />
Coll.Tecnico Prof. - Sistemista 1<br />
PRESENTI AL 31.07.<strong>2011</strong><br />
Assistente Religioso 1<br />
Operatore Tecnico - Manutentore 1<br />
Ausiliario Spec. Serv.Socio-Assistenzial 1<br />
Qualifica Num. <strong>di</strong>p. Qualifica Num. <strong>di</strong>p.<br />
Ospedale S. Croce – Via M. Coppino 26<br />
Ospedale A. Carle – Via A. Carle 5 – Confreria<br />
www.ospedale.cuneo.it<br />
EMERGENZE 118<br />
CENTRALINO 0171 641111<br />
fax 0171 699545<br />
PRONTO SOCCORSO DEA 0171 641337<br />
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e-mail urp@ospedale.cuneo.it<br />
PORTINERIA OSPEDALE S. CROCE 0171 641333<br />
NUMERI UTILI<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Ingegnere Chimico 1<br />
Coll.Tecnico-Prof. - Sett.Fonia e Allarmi 2<br />
Assistente Tecnico - P. Mecc./Termotecn. 3<br />
Assistente Tecnico - Area El./Elettr/TLC 2<br />
Assistente Tecnico - Perito El/Elettron. 4<br />
Assistente Tecnico Sistemista 2<br />
Assistente Tecnico - Settore E<strong>di</strong>le 1<br />
Assistente Tecnico - Settore Fonia c.a.v 4<br />
Assistente Tecnico - Settore Flussi a.d. 1<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Elettricista 8<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.Parco Macch. 1<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Conduttore gen.vap 5<br />
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Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.Sq.Elettrom. 1<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - E<strong>di</strong>le 2<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.<strong>di</strong> Magazzino 1<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.Operai E<strong>di</strong>li 1<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Manutentore 2<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Autista Autoamb. 10<br />
Op.Tec.Spec.Esperto - Elettromeccanico 4<br />
Programmatore 1<br />
Op.Tecnico Special. - Falegname 1<br />
Op.Tecnico Special. - Cond.Gen. <strong>di</strong> Vapore 3<br />
Op.Tecnico Special. - Idraulico 1<br />
Op.Tecnico Special. - E<strong>di</strong>le 1<br />
Op.Tecnico Special. - Automezzi 1<br />
Op.Tecnico Special. - Giar<strong>di</strong>niere 1<br />
Op.Tecnico Special. - Magazzino 4<br />
Operatore Tecnico Special. - Centralino 7<br />
Op.Tecnico Special. - Impiant.Manutentore 1<br />
Op.Tecnico Special. - Autista Autoambulan 7<br />
Op.Tecnico Special. - Serv.D'Archivio 3<br />
Operatore Socio Sanitario 171<br />
Operatore Tecnico - Elettricista 3<br />
Operatore Tecnico - Servizi Gen.e Tecn. 2<br />
Operatore Tecnico - Idraulico 3<br />
Operatore Tecnico - Servizi Sanitari 19<br />
Operatore Tecnico - Centralino 1<br />
Operatore Tecnico - Manutentore 4<br />
Operatore Tecnico addetto all'Assistenza 5<br />
Ausiliario Spec. Serv.Tecnico-Economali 1<br />
Ausiliario Spec. Serv.Socio -Assistenzial 2<br />
Dirigente Amministrativo 5<br />
Coll.Amm.-Prof.Esperto - Sett.Amministrat 18<br />
Collab.Amm.- Prof.- Settore Amministrativ 41<br />
Assistente Amministrativo 89<br />
Coa<strong>di</strong>utore Amministrativo Esperto 17<br />
Coa<strong>di</strong>utore Amministrativo 13<br />
Totale al 31.07.<strong>2011</strong> in Stampa Presenti 2343<br />
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fax 0171 616798<br />
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63<br />
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