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ANNO XI - N. 3 - SETTEMBRE 2011 Periodico di Informazione e ...

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<strong>Perio<strong>di</strong>co</strong> <strong>di</strong> <strong>Informazione</strong> e Divulgazione dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle <strong>di</strong> Cuneo<br />

<strong>ANNO</strong> <strong>XI</strong> - N. 3 - <strong>SETTEMBRE</strong> <strong>2011</strong>


Sommario<br />

RUBRICHE ARTICOLI<br />

4<br />

5<br />

7<br />

12<br />

E<strong>di</strong>toriale<br />

Cosa pensano <strong>di</strong> noi<br />

Esperienze e riflessioni<br />

Prevenzione<br />

Verso l’accorpamento 2<br />

Riflessioni sui dati del primo semestre <strong>2011</strong><br />

La creatività<br />

La me<strong>di</strong>cina preventiva: vaccinazioni e screening<br />

Sono solo “Scorze d’arancia amara”<br />

Ossiuri o vermi dei bambini<br />

18 Non solo ospedale I poesti lirici greci arcaici in piemontese!<br />

Il S. Croce nel periodo dell’Unità d’Italia - parte II<br />

Dermatologia ed unificazione nazionale a Pavia<br />

Limitazioni alla circolazione durante le partite del Cuneo<br />

28<br />

29<br />

30<br />

35<br />

38<br />

42<br />

Pillole<br />

Do<strong>di</strong>esisminore<br />

Me<strong>di</strong>cina nel mondo<br />

Alte tecnologie<br />

Migranti<br />

Vita in azienda<br />

Stand e spettacolo in Fiera<br />

I farmaci nell’arma<strong>di</strong>etto<br />

Jeff Porcaro Mister Shuffle<br />

La malattia mentale nelle trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Sofocle<br />

Impianto <strong>di</strong> valvola aortica per via percutanea<br />

Donazioni da parte <strong>di</strong> stranieri<br />

Festa dei 50 anni <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria a Cuneo<br />

Lavori <strong>di</strong> ristrutturazione del reparto <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina d’urgenza<br />

L’angolo del C.R.A.L.<br />

Profili Assicurativi nella Sperimentazione Clinica No Profit<br />

Ruolo dell’infermiere come aiuto al Caregiver<br />

Counselling... un’opportunità<br />

35 anni <strong>di</strong> convivenza lavorativa<br />

56 Recensioni<br />

Il dolore in pronto soccorso: necessario o evitabile?<br />

Come in una gabbia<br />

59 Pezzi <strong>di</strong> vita<br />

Welcome<br />

Oltre la porta<br />

62<br />

63<br />

Associazioni<br />

Arrivi e partenze<br />

Numeri utili<br />

Il sole rosso<br />

I dermatologi ospedalieri contro il melanoma<br />

OSPEDALE IN<br />

La rivista è presente<br />

su internet:<br />

www.ospedale.cuneo.it<br />

Trimestrale <strong>di</strong> informazione e<br />

<strong>di</strong>vulgazione dell’A.S.O.<br />

S. Croce e Carle <strong>di</strong> Cuneo<br />

Comitato <strong>di</strong> Direzione:<br />

Mario Marchisio,<br />

Riccardo Anfossi,<br />

Guglielmo Bracco.<br />

Direttore Responsabile:<br />

Cristiana Lo Nigro<br />

Comitato <strong>di</strong> Redazione:<br />

Michele Bertero, Marco Bobbio,<br />

Sergio Boschero,<br />

Adele Cardellicchio,<br />

Domenico Clerico,<br />

Laura Cometto,<br />

Gianfranco Conforti,<br />

Massimo Gianelli,<br />

Alessandro Locatelli,<br />

Paola Occelli, Gianmichele Peano,<br />

Gianni Perno, Simona Ramero,<br />

Clau<strong>di</strong>a Romanelli,<br />

Maria Grazia Setaro,<br />

Bruno Tartaglino, Romano Valery,<br />

Silvia Violante, Dante Zenoni.<br />

Segreteria <strong>di</strong> Redazione:<br />

Cinzia Giaccone<br />

Progettazione grafica<br />

e Stampa:<br />

Vignette<br />

<strong>di</strong> Paco Conforti<br />

Hanno collaborato:<br />

Allione A., Arese A., Arneodo P.,<br />

Balestrino E., Baralis G.,<br />

Bertero M., Bobbio M.,<br />

Boschero S., Bracco G.,<br />

Castellino F., Cavallo E., Cento G.,<br />

Cerrina O., Ceschi G., Conforti G.,<br />

Di Gregorio O., Di Natale P.,<br />

Dutto A., Dutto Ma., Dutto Mo.,<br />

Gianelli M., Giurlanda F.,<br />

Gullino E., Lanzoni M.R.,<br />

Lo Nigro C., Meo G.,<br />

Merlano M., Miaglia S.,<br />

Mon<strong>di</strong>no A., Orione L., Peano E.,<br />

Pellegrino A., Pellegrino P.,<br />

Rime<strong>di</strong>o A., Romanelli C.,<br />

Setaro M.G., Somale N.,<br />

Tartaglino B., Valmaggia A.,<br />

Vecchiato C., Vinai I.<br />

A cura della<br />

SC Comunicazione<br />

Azienda Ospedaliera<br />

Santa Croce e Carle<br />

Questo numero è stato<br />

chiuso il 9 settembre ed è<br />

stampato in 5000 copie<br />

Registrazione Tribunale <strong>di</strong><br />

Cuneo n. 544 del 1.8.2001<br />

OSPEDALE IN<br />

Settembre è spesso sinonimo <strong>di</strong> rientro in città, a scuola o al lavoro, con le vacanze<br />

estive alle spalle e la routine che riprende e ci mette alla prova. Incomincia l’autunno,<br />

stagione <strong>di</strong> malinconiche considerazioni, con le foglie che cadono a mulinelli<br />

e ci ricordano inevitabilmente la nostra fragilità.<br />

Prepariamoci, mettendo in campo tutte le nostre risorse, perché sarà un autunno caldo,<br />

non tanto per la temperatura, quanto per il clima <strong>di</strong> tensione che si respira nel Paese,<br />

soffocato dalle spire <strong>di</strong> una crisi economico-finanziaria <strong>di</strong> portata internazionale, che<br />

avrà ripercussioni in ogni settore.<br />

Sarà necessario impegnarsi per evitare che siano compromessi l’eccellenza e la qualità<br />

dei servizi sanitari a tutela della salute dei citta<strong>di</strong>ni.<br />

Cominciamo con una buona notizia: la Giuria del Premio Nazionale Nottola-Mario<br />

Luzi “Il dolore non necessario”, che raccoglie lavori scientifici sul dolore da ridurre, da<br />

controllare, da “curare”, nell’e<strong>di</strong>zione <strong>2011</strong>, ha assegnato una speciale menzione al<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Emergenza Urgenza del nostro ospedale, i cui operatori sono impegnati<br />

per trattare fin dal primo momento il sintomo dolore, in tutte le sue accezioni.<br />

Vi raccontiamo, poi, come è andata, la festa dei “50 anni <strong>di</strong> pe<strong>di</strong>atria a Cuneo”, che<br />

ha visto tantissima partecipazione sia nel momento ufficiale de<strong>di</strong>cato alle Istituzioni e<br />

alla citta<strong>di</strong>nanza sia nelle iniziative rivolte ai bambini, con tanto <strong>di</strong> mongolfiere, clown<br />

e <strong>di</strong>vertimenti vari.<br />

Il dr. Bracco, Direttore Sanitario, chiarisce i criteri e i provve<strong>di</strong>menti normativi con cui<br />

la Regione Piemonte intende riorganizzare il sistema ospedaliero, secondo il modello<br />

hub & spoke che inciderà su servizi territoriali e strutture sanitarie in termini <strong>di</strong> rigore<br />

ma anche <strong>di</strong> efficienza e qualità.<br />

Seguono approfon<strong>di</strong>menti scientifici che ci permettono <strong>di</strong> conoscere le realtà più innovative<br />

della nostra azienda ospedaliera in termini <strong>di</strong> esperienze e prospettive. Parliamo<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina preventiva, vaccinazioni e screening; ampio spazio anche alle attività<br />

dei singoli reparti e alle iniziative volte a sensibilizzare su determinate <strong>di</strong>namiche, come<br />

la donazione <strong>di</strong> sangue e cellule staminali da parte <strong>di</strong> stranieri e immigrati o il rischio<br />

melanoma, contro cui si mette in guar<strong>di</strong>a, attraverso il fumetto “Super Ado”, rivolto ai<br />

bambini.<br />

Non possono mancare, in un perio<strong>di</strong>co che vuole essere strumento <strong>di</strong> comunicazione<br />

rivolto ad un’ampia comunità ed aperto alla collaborazione <strong>di</strong> tutto il territorio, interessanti<br />

contributi <strong>di</strong> carattere sociale, ricreativo, e più ampiamente storico-culturale.<br />

Completano il numero le consuete rubriche de<strong>di</strong>cate a film, prodotti musicali e libri. E<br />

naturalmente testimonianze <strong>di</strong> vita e <strong>di</strong> solidarietà.<br />

E a proposito <strong>di</strong> solidarietà, ricor<strong>di</strong>amo gli eventi speciali organizzati in seno alla<br />

Grande Fiera d’Estate dalla nostra Azienda Sanitaria, in collaborazione con il Comitato<br />

<strong>di</strong> Collaborazione Me<strong>di</strong>ca-CCM: l’ascensione in mongolfiera, nel pomeriggio del<br />

3 settembre, e alla sera, l’esibizione della Banda Osiris, preceduta da “I più fuori che<br />

dentro”, la nostra storica band potenziata da me<strong>di</strong>ci ed infermieri dell’ASL CN1. Il ricavato<br />

della serata sarà devoluto ai progetti sanitari per le mamme e i bambini in Sud<br />

Sudan del CCM.<br />

A tutti buona ripresa e buona lettura<br />

Benvenuta a<br />

Carolina<br />

e congratulazioni<br />

a Silvia e Francesco!<br />

Cristiana Lo Nigro<br />

Ospedale IN 3<br />

PRIMMA DI LEEGGGEERRE


4<br />

EDITOORRIIALE<br />

Ospedale IN<br />

Verso l’<br />

“P<br />

er far funzionare in<br />

maniera efficace un si-<br />

stema sanitario dal<br />

punto <strong>di</strong> vista della qualità dei<br />

servizi e dei costi è necessario<br />

che le strutture ospedaliere lavorino<br />

in base a parametri <strong>di</strong> efficienza<br />

documentabili e<br />

oggettivi”. Lo ha detto il presidente<br />

della Regione Piemonte<br />

Roberto Cota, intervenendo il 29<br />

giugno <strong>2011</strong> al convegno<br />

“Sanità + efficienza +<br />

qualità”, organizzato dalla<br />

Regione Piemonte in<br />

collaborazione con Aress<br />

Piemonte, Federsanità e<br />

CSI-Piemonte. Al centro della<br />

<strong>di</strong>scussione la nuova governance<br />

sanitaria della Regione Piemonte,<br />

gli assetti istituzionali, il federalismo<br />

e i costi standard.<br />

“In Piemonte - ha sottolineato<br />

Cota - ci sono molte strutture che<br />

rispondono pienamente a questi<br />

parametri, e ne esistono altre che<br />

non ce la fanno. Per permettere<br />

anche alle strutture inefficienti <strong>di</strong><br />

raggiungere l'obiettivo è necessario<br />

riorganizzare il sistema<br />

e mettere in rete,<br />

salvaguardando così sul<br />

territorio anche i piccoli<br />

presi<strong>di</strong>”.<br />

Efficienza, rigore economico,<br />

qualità dei servizi<br />

ed efficacia delle<br />

risposte da dare al territorio:<br />

sono queste le parole<br />

d'or<strong>di</strong>ne dei prossimi provve<strong>di</strong>menti<br />

normativi che trasformeranno<br />

il modo <strong>di</strong> governare le<br />

strutture sanitarie e i relativi<br />

percorsi assistenziali.<br />

Il nuovo assetto, in larga<br />

parte già in<strong>di</strong>viduato dalla<br />

Regione Piemonte, comporterà<br />

la riorganizzazione e l'integrazione<br />

del sistema ospedaliero,<br />

secondo il modello hub &<br />

spoke. Consentirà <strong>di</strong> eliminare<br />

gli sprechi del passato e<br />

dare nuovo impulso ai servizi<br />

territoriali modulandoli sugli effettivi<br />

bisogni dei piemontesi,<br />

per affrontare le gran<strong>di</strong> sfide<br />

della promozione della salute,<br />

della prevenzione, dell’assi-<br />

<strong>di</strong> Guglielmo Bracco, Direttore Sanitario<br />

stenza agli anziani e ai soggetti<br />

fragili in generale.<br />

La riforma federalista<br />

dello Stato, inoltre, impone alle<br />

istituzioni l'obbligo <strong>di</strong> rivedere,<br />

anche in ambito sanitario, i<br />

principi che regolano l'allocazione<br />

e l'impiego delle risorse;<br />

passaggio storico che prevede<br />

l'introduzione <strong>di</strong> standard<br />

economici e <strong>di</strong> efficacia<br />

che abbandonano i trasferimenti<br />

<strong>di</strong> risorse economiche<br />

fondati sulla spesa storica e incentivano<br />

percorsi virtuosi.<br />

“Le nuove norme - ha sottolineato<br />

Cota - introducono il<br />

“costo standard” e una<br />

serie <strong>di</strong> parametri <strong>di</strong> efficienza<br />

e <strong>di</strong> qualità del sistema sanitario<br />

ospedaliero e territoriale,<br />

destinato a regolare per il futuro<br />

i flussi <strong>di</strong> spesa più equi,<br />

tra le Regioni, e maggiori garanzie<br />

<strong>di</strong> servizi al citta<strong>di</strong>no”.<br />

Il Presidente, già dall’estate<br />

2010, ha attivato un gruppo <strong>di</strong><br />

lavoro <strong>di</strong> esperti e professionisti<br />

del settore per introdurre<br />

anche nella Regione Piemonte<br />

criteri più oggettivi <strong>di</strong> valutazione<br />

dei bisogni <strong>di</strong> salute dei<br />

citta<strong>di</strong>ni, efficienza, qualità e sicurezza<br />

nell'erogazione dei<br />

servizi. Tutto ciò in coerenza<br />

con gli obiettivi del piano <strong>di</strong><br />

rientro della Regione.<br />

Queste riflessioni sono una<br />

parte del comunicato stampa<br />

della Regione Piemonte, emesso<br />

in data 29 giugno <strong>2011</strong> a commento<br />

del convegno tenutosi<br />

nella stessa giornata e dal titolo<br />

“SANITÀ + EFFICIENZA +<br />

QUALITÀ”, la nuova governance<br />

sanitaria della Regione<br />

Piemonte. Assetti istituzionali,<br />

federalismo e costi standard”.<br />

Dal mese <strong>di</strong> aprile del corrente<br />

anno l’ASO S. Croce e<br />

Carle <strong>di</strong> Cuneo e le ASL CN1 e<br />

CN2 hanno avviato un costruttivo<br />

confronto che, attraverso<br />

de<strong>di</strong>cati “tavoli <strong>di</strong> lavoro” che<br />

hanno impegnato numerosi<br />

professionisti delle <strong>di</strong>verse aree<br />

ed aziende, hanno tentato<br />

un’analisi quali-quantitativa dei<br />

servizi offerti, delle prestazioni<br />

erogate, delle risorse impegnate,<br />

con l’obiettivo <strong>di</strong> pianificare<br />

percorsi <strong>di</strong> integrazione<br />

secondo quanto definito nelle<br />

<strong>di</strong>rettive regionali.<br />

Ad oggi si sono realizzati 29<br />

incontri <strong>di</strong> 25 tavoli <strong>di</strong> lavoro.<br />

Tale attività ha visto coinvolti<br />

353 professionisti<br />

delle tre Aziende Sanitarie della<br />

Provincia <strong>di</strong> Cuneo, in rappresentanza<br />

della Dirigenza e del<br />

Comparto sia sanitario che amministrativo;<br />

alcune <strong>di</strong> queste figure<br />

professionali operano su<br />

più tavoli <strong>di</strong> lavoro.<br />

Come preve<strong>di</strong>bile il modo <strong>di</strong><br />

gestire strutture organizzative e<br />

risorse nelle tre realtà aziendali<br />

è a volte <strong>di</strong>scretamente <strong>di</strong>fferente;<br />

basti pensare ad una<br />

prima ovvia <strong>di</strong>fficoltà che è<br />

quella riscontrata già in passato<br />

nell’organizzazione dei sistemi<br />

informativi che operano su<br />

software <strong>di</strong>fferenti e che andrebbero<br />

uniformati per con<strong>di</strong>videre<br />

il lavoro.<br />

Sulle <strong>di</strong>versità si sta lavorando<br />

per scegliere gli strumenti più<br />

efficienti ed efficaci a fornire risposte<br />

comuni. I criteri che verranno<br />

utilizzati nella gestione<br />

della riorganizzazione della sanità<br />

della provincia <strong>di</strong> Cuneo<br />

dovranno dare risposte concrete,<br />

con<strong>di</strong>vise e realizzabili in<br />

termini <strong>di</strong> “chi fa cosa?”<br />

“come?” “in quanto tempo?”<br />

“con quale utilità?” “con quali<br />

costi”? L’impegno è certamente<br />

gravoso ma riteniamo valga la<br />

pena <strong>di</strong> accettare la sfida superando,<br />

con le capacità e le competenze<br />

<strong>di</strong> tutti i professionisti<br />

<strong>di</strong>rettamente coinvolti e chiamati<br />

ad esprimersi, le attuali <strong>di</strong>screpanze.<br />

Ora, fra agosto e settembre,<br />

le nuove ipotesi <strong>di</strong> messa in rete<br />

degli ospedali della Provincia <strong>di</strong><br />

Cuneo verranno portate in<br />

Assessorato ed in Aress per una<br />

valutazione congiunta, al fine <strong>di</strong><br />

dare uniformità alla riorganizzazione<br />

su scala regionale.<br />

ANALISI SEGNALAZIONI<br />

PRIMO SEMESTRE <strong>2011</strong><br />

Ospedale IN 5<br />

COSA PENSANO I CITTADINI<br />

DELL’ASO S. CROCE E CARLE:<br />

RIFLESSIONI SUI DATI<br />

DEL PRIMO SEMESTRE <strong>2011</strong><br />

L’<br />

<strong>di</strong> Antonella Dutto, Alessandra Mon<strong>di</strong>no, Erika Peano, Guido Cento,<br />

SC Ufficio Qualità – Comunicazione<br />

analisi <strong>di</strong> elogi, così come <strong>di</strong> reclami, suggerimenti<br />

e richieste <strong>di</strong> informazioni, costitui-<br />

sce uno degli elementi <strong>di</strong> valutazione <strong>di</strong> come<br />

il citta<strong>di</strong>no percepisce la qualità del servizio erogato<br />

la quale, a sua volta, è in relazione con la qualità<br />

che lo stesso si aspetta <strong>di</strong> trovare, ossia ciò che desidera<br />

e si aspetta dal servizio, e con la qualità effettivamente<br />

erogata.<br />

Le segnalazioni che i citta<strong>di</strong>ni fanno ad<br />

un’azienda sanitaria sono, nella maggior parte dei<br />

casi, atti spontanei, spesso non programmati, che<br />

abbisognano <strong>di</strong> forti motivazioni per essere formalizzati;<br />

il citta<strong>di</strong>no che intende inoltrare un reclamo<br />

perché non sod<strong>di</strong>sfatto <strong>di</strong> una prestazione così come<br />

quello che desidera segnalare una esperienza positiva,<br />

non deve trovare sulla sua strada ostacoli procedurali<br />

o burocratici che finirebbero per<br />

scoraggiarne l'espressione. Chi presenta una segnalazione,<br />

infatti, compie un gesto attivo <strong>di</strong> partecipazione<br />

<strong>di</strong>retta ed interessata e perciò costruttiva,<br />

<strong>di</strong>mostrando la sua fiducia nell’istituzione e la convinzione<br />

che servirà, nel caso del reclamo o <strong>di</strong> suggerimenti,<br />

a migliorare il servizio e, nel caso <strong>di</strong> un<br />

elogio, a rinforzare le motivazioni in coloro che<br />

svolgono il proprio operato con professionalità oltre<br />

che a far conoscere ad altri una realtà <strong>di</strong> eccellenza.<br />

In particolare, il reclamo rappresenta un in<strong>di</strong>catore<br />

del giu<strong>di</strong>zio dell’utenza sulla qualità del servizio<br />

erogato, un sistema utilizzato per segnalare una<br />

insod<strong>di</strong>sfazione che però rappresenta un’occasione<br />

per l’azienda <strong>di</strong> “recuperare”, laddove possibile, il<br />

cliente insod<strong>di</strong>sfatto con meccanismi <strong>di</strong> comunicazione<br />

e compensazione, ma anche un’occasione<br />

per identificare criticità e i relativi correttivi organizzativi<br />

che permettano il non ripetersi delle situazioni<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sservizio. L’analisi dei reclami consente<br />

inoltre <strong>di</strong> comprendere cosa abbia<br />

più valore per gli utenti, come si<br />

possano migliorare le organizzazioni<br />

ponendo al centro <strong>di</strong> questi<br />

progetti il citta<strong>di</strong>no investendo su<br />

tali aspetti e attività. Con questo<br />

spirito nell’Azienda Ospedaliera<br />

S. Croce e Carle si cerca <strong>di</strong> “dare<br />

voce ai citta<strong>di</strong>ni”, alle loro esperienze,<br />

ai lori vissuti che, come vedremo,<br />

sono spesso positivi.<br />

Dal 1 gennaio al 30 giugno <strong>2011</strong> sono state<br />

trasmesse all’Ufficio Relazioni con il Pubblico<br />

(URP) dell’Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle<br />

<strong>di</strong> Cuneo 117 segnalazioni ufficiali (sono escluse<br />

da questa analisi le segnalazioni verbali non seguite<br />

da un riscontro scritto o le segnalazioni anonime)<br />

<strong>di</strong> cui 39 sono state classificate come<br />

reclami, 73 sono stati invece gli elogi, 4 i suggerimenti<br />

ed 1 richiesta <strong>di</strong> informazioni.<br />

La modalità complessivamente più utilizzata per<br />

la trasmissione delle segnalazioni risulta essere<br />

quella della mail seguita dalla lettera all’Azienda<br />

e lettera alla Struttura; i reclami tendono però ad<br />

essere segnalati maggiormente utilizzando il modulo<br />

aziendale mentre per gli elogi si utilizzano<br />

principalmente la mail o l’invio <strong>di</strong> lettera (alla<br />

Struttura, all’Azienda o al giornale). Per il dettaglio<br />

si rimanda alla tabella <strong>di</strong> seguito riportata.<br />

COSA PEENSSANO DI NOI


6<br />

CCOSA PENSSAANO DII NNOOII<br />

Ospedale IN<br />

L’autore del primo contatto è nella maggior<br />

parte dei casi il <strong>di</strong>retto interessato (68%) ma può<br />

essere spesso anche un parente o altro incaricato<br />

(32%).<br />

I citta<strong>di</strong>ni segnalano particolarmente aspetti positivi<br />

(elogi) <strong>di</strong> tipo tecnico professionale (conoscenze,<br />

competenze, qualità del lavoro…) e<br />

relazionali (cortesia, gentilezza, rispetto e <strong>di</strong>sponibilità);<br />

la maggior parte dei reclami riguarda<br />

invece aspetti <strong>di</strong> tipo burocratico-amministrativo<br />

(procedure <strong>di</strong> tipo amministrativo quali pagamenti<br />

o rimborsi ticket), criticità percepite legate al<br />

tempo (tempo <strong>di</strong> attesa per l’erogazione o la prenotazione<br />

<strong>di</strong> prestazioni) e alla qualità delle informazioni,<br />

alle relazioni e, in misura inferiore,<br />

gli aspetti tecnico professionali.<br />

Il maggior numero <strong>di</strong> segnalazioni, sia esse positive<br />

che negative, coinvolge i reparti <strong>di</strong> degenza<br />

(87 in totale <strong>di</strong> cui 68 elogi e 19 reclami) seguiti<br />

dagli ambulatori (10 reclami e 1 suggerimento) e<br />

dai servizi sanitari (6 reclami, 4 elogi ed 1 suggerimento),<br />

confermando che la struttura <strong>di</strong> degenza<br />

è quella maggiormente sottoposta alla<br />

valutazione dei citta<strong>di</strong>ni. Questo elemento è interessante<br />

in quanto lascia<br />

supporre che<br />

questioni come la<br />

complessità del funzionamento,<br />

la durata<br />

del contatto, l’esperienza<br />

intensa vissuta<br />

durante un ricovero<br />

portano più spesso il<br />

citta<strong>di</strong>no a manifestare<br />

attraverso una<br />

segnalazione il proprio<br />

vissuto.<br />

Così come previsto<br />

da procedura azien-<br />

dale, tutte le segnalazioni sono state registrate,<br />

classificate, gestite e riconsiderate valutandone la<br />

fondatezza al termine <strong>di</strong> una fase nel corso della<br />

quale sono raccolte informazioni sul caso segnalato;<br />

in particolare, i reclami vengono regolarmente<br />

trasmessi alle Strutture coinvolte per dare<br />

una risposta al citta<strong>di</strong>no sulla base <strong>di</strong> una analisi<br />

realizzata coinvolgendo gli operatori delle strutture<br />

interessate dagli eventi oggetto <strong>di</strong> segnalazione.<br />

Tutte le segnalazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sservizi (reclami)<br />

hanno avuto una risposta in tempi compresi tra 1<br />

e 46 giorni; ciò significa che entro un mese e<br />

mezzo tutti i citta<strong>di</strong>ni che hanno presentato un reclamo<br />

hanno ottenuto una risposta. I tempi potrebbero<br />

sembrare eccessivi però, in alcuni casi,<br />

le segnalazioni hanno richiesto accertamenti particolarmente<br />

impegnativi<br />

necessari a ricostruire<br />

l’accaduto, hanno visto<br />

il coinvolgimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

strutture e <strong>di</strong> molti<br />

operatori e talvolta<br />

hanno richiesto indagini<br />

aggiuntive a comprendere<br />

le ragioni <strong>di</strong> problemi<br />

complessi.<br />

In conclusione è però<br />

doveroso menzionare<br />

come i dati riguardanti<br />

le segnalazioni sono<br />

comunque, seppur rilevanti<br />

per le informazioni<br />

che sono in grado<br />

<strong>di</strong> offrire, numericamente<br />

“deboli” ossia il<br />

numero delle segnalazioni<br />

in rapporto alle<br />

prestazioni risulta essere<br />

molto basso. Questo<br />

comporta, come<br />

inevitabile conseguenza, che una variazione<br />

anche molto piccola <strong>di</strong> segnalazioni raccolte<br />

provoca scostamenti apparentemente significativi<br />

fra un semestre ed un altro o un anno e il successivo.<br />

È per questo che, come sempre, i dati<br />

rappresentati vanno comunque valutati molto<br />

prudentemente e soprattutto interpretati in un’ottica<br />

<strong>di</strong> più lungo periodo.<br />

Comunemente si pensa che<br />

la creatività sia una prerogativa<br />

<strong>di</strong> alcune persone;<br />

persone eccezionali ed inquietanti,<br />

infatti, sembra siano dotate<br />

<strong>di</strong> una particolare sensibilità e <strong>di</strong><br />

una straor<strong>di</strong>naria capacità intellettuale.<br />

La creatività non è misurabile,<br />

bensì è un processo<br />

interiore e silenzioso; essa come<br />

possibilità, come immaginazione<br />

ha a che fare con l’anima, con il<br />

profondo, non necessariamente<br />

con il genio, rispetto alle “normali”<br />

doti intellettuali è una risposta,<br />

una possibilità più<br />

aperta, più <strong>di</strong>namica e meno<br />

uni<strong>di</strong>rezionale.<br />

Il processo creativo e la capacità<br />

creativa sono il fuoco rigeneratore<br />

<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazioni<br />

profonde che trovano nell’affettività<br />

e nell’emozione il loro mezzo<br />

<strong>di</strong> comunicazione. L’atto creativo<br />

pone un ponte “sull’altra sponda<br />

<strong>di</strong> un golfo” (V. Woolf), un ponte<br />

fra coscienza ed inconscio. L’arte<br />

è quin<strong>di</strong> un mezzo <strong>di</strong> conoscenza,<br />

una ricerca <strong>di</strong> verità. Il<br />

potenziamento delle proprie capacità<br />

creative rappresenta un<br />

percorso, una possibilità per superare<br />

l’angoscia, è forza primor<strong>di</strong>ale,<br />

è conoscenza.<br />

L’immaginazione, la spiritualità<br />

permettono all’uomo <strong>di</strong> riscoprire<br />

il vero contenuto della<br />

sua essenza: la sua <strong>di</strong>mensione<br />

artistica.<br />

La creatività è un modo <strong>di</strong> essere<br />

e <strong>di</strong> manifestarsi <strong>di</strong> ogni persona<br />

all’interno del suo intreccio<br />

<strong>di</strong> legami, appren<strong>di</strong>menti, motivazioni<br />

e <strong>di</strong>namiche affettive.<br />

Oggi, grazie agli ampi stu<strong>di</strong> che<br />

si sono fatti intorno alla creatività,<br />

ci si trova d’accordo nel sostenere<br />

che essa non è<br />

prerogativa <strong>di</strong> pochi e non va intesa<br />

in senso aristocratico; è la<br />

capacità <strong>di</strong> formare nuove combinazioni,<br />

è un’operazione che<br />

dà vita a sintesi nuove e significative,<br />

creatività è relazione.<br />

Come si è già accennato<br />

prima, nella prospettiva psicoanalitica<br />

la creatività permette<br />

l’accesso ai contenuti inconsci e<br />

<strong>di</strong> Maria Grazia Setaro, SC Psichiatria<br />

“La salute <strong>di</strong> una persona <strong>di</strong>pende dalla sua<br />

creatività, dalla sua capacità <strong>di</strong> rispondere<br />

agli stimoli e <strong>di</strong> raggiungere il fine<br />

che si è prescelto.”<br />

preconsci come espressione compensatoria<br />

<strong>di</strong> bisogni altrimenti<br />

insod<strong>di</strong>sfatti.<br />

Nella concezione umanistica,<br />

invece, essa è la piena realizzazione<br />

delle potenzialità positive<br />

dell’uomo. Scientificamente ci si<br />

chiede fino a che punto sia possibile<br />

<strong>di</strong>fferenziare la creatività<br />

dall’intelligenza e quale sia il livello<br />

<strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza funzionale<br />

tra questi due processi. Si<br />

stu<strong>di</strong>ano i <strong>di</strong>versi fattori che possano<br />

determinare una personalità<br />

creativa: fattori mentali,<br />

affettivi, emozionali. Ci si interroga<br />

sulle <strong>di</strong>mensioni sociali<br />

della creatività, si stu<strong>di</strong>a la sua<br />

relazione con il conformismo (accettazione<br />

sconsiderata, acritica<br />

e passiva delle pressioni esterne),<br />

la <strong>di</strong>versità, la patologia. La<br />

creatività comunque ha una sua<br />

potenzialità terapeutica, sia a livello<br />

in<strong>di</strong>viduale che sociale, sia<br />

nei cosiddetti “sani” che nei<br />

soggetti “<strong>di</strong>sturbati o malati”; è<br />

una possibilità, un’altra scelta,<br />

un altro percorso rispetto alla<br />

definizione, alla omologazione,<br />

all’artificialità.<br />

La creatività libera, libera<br />

l’uomo e lo eleva, restituendogli<br />

la <strong>di</strong>gnità.<br />

Quando parliamo <strong>di</strong> creatività<br />

non possiamo non parlare delle<br />

tecniche espressive.<br />

La fantasia ci invita tutti ad<br />

esprimere il nostro mondo concreto<br />

ed immaginario. Le tecniche<br />

espressive hanno, quin<strong>di</strong>, il<br />

fine <strong>di</strong> superare gli stereotipi e<br />

l’ovvietà me<strong>di</strong>ante varianti e<br />

punti <strong>di</strong> vista che <strong>di</strong>rigono l’osservazione<br />

in tutte le <strong>di</strong>rezioni<br />

possibili. Il mondo interiore può<br />

essere espresso attraverso la<br />

danza, il <strong>di</strong>segno, la musica, la<br />

poesia, la scrittura e la drammatizzazione.<br />

Questi mezzi sono finalizzati<br />

all’espressione genuina<br />

Ospedale IN 7<br />

della persona, che non va giu<strong>di</strong>cata<br />

né valutata. La vita ci impone<br />

spesso <strong>di</strong> fare le cose per<br />

fini strumentali, limitando in noi<br />

la capacità <strong>di</strong> coltivare noi stessi,<br />

<strong>di</strong> conoscerci e <strong>di</strong> esprimerci. Sistematicamente<br />

tutto ciò indebolisce<br />

le nostre capacità affettive,<br />

collaborative, sociali ed in<strong>di</strong>viduali.<br />

Non è importante un tipo<br />

<strong>di</strong> linguaggio in particolare (una<br />

tecnica espressiva), ma il linguaggio<br />

come mezzo <strong>di</strong> espressione<br />

autentica, poiché ci<br />

permette <strong>di</strong> comunicare, <strong>di</strong> incontrarci<br />

e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> conoscere<br />

noi stessi nel rapporto con gli<br />

altri, al <strong>di</strong> là dei modelli e delle<br />

mode imposti. Ciò che è veramente<br />

importante è la vita<br />

umana; sono i <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

esprimerci, i <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vedere<br />

le cose, le <strong>di</strong>verse esperienze,<br />

le <strong>di</strong>verse ricerche <strong>di</strong><br />

verità che ci permettono, nella<br />

<strong>di</strong>fferenza, <strong>di</strong> comunicare: ed è<br />

questo un processo che avviene<br />

solo nel rispetto della <strong>di</strong>fferenza<br />

e per la <strong>di</strong>fferenza stessa. In<br />

ciascuno è insita la voglia <strong>di</strong> far<br />

conoscere i propri pensieri, le<br />

proprie opinioni, le proprie<br />

idee, abbiamo bisogno <strong>di</strong> comunicare,<br />

<strong>di</strong> partecipare, <strong>di</strong><br />

esprimerci e - perché no? -<br />

anche <strong>di</strong> non essere d’accordo.<br />

Importante è poter coltivare gli<br />

stimoli per poterli poi elaborare<br />

e favorire così i cambiamenti.<br />

Se questo non accade i cicli si<br />

interrompono e allora qualcosa<br />

comincia o continua a non funzionare.<br />

Le tecniche espressive<br />

favoriscono e permettono <strong>di</strong> coltivare<br />

in noi il cambiamento.<br />

La creatività ha bisogno <strong>di</strong> sforzi,<br />

<strong>di</strong> energie, <strong>di</strong> attenzioni e <strong>di</strong> volontà<br />

<strong>di</strong> essere. Tutto ciò permette<br />

<strong>di</strong> inventare sempre nuove relazioni,<br />

se si crea si progetta, si sta<br />

dentro le cose, si sta con gli altri.<br />

ESPERIENZE E RIFLESSIONI


8<br />

ESPERIENZE E RIFLESSIONI<br />

Ospedale IN<br />

L’<br />

VACCINAZIONI<br />

immunizzazione attiva contro<br />

le infezioni può essere<br />

ottenuta con l'introduzione<br />

nell'organismo umano <strong>di</strong><br />

una piccolissima quantità<br />

<strong>di</strong> virus o batteri o parti <strong>di</strong> essi<br />

(inattivati, attenuati o <strong>di</strong> sintesi)<br />

che mimano l'infezione<br />

naturale e attivano tutti i meccanismi<br />

<strong>di</strong> riconoscimento da<br />

parte del sistema immunitario e<br />

la produzione <strong>di</strong> anticorpi<br />

specifici, le gammaglobuline.<br />

La prevenzione <strong>di</strong> una malattia<br />

<strong>di</strong>fficilmente curabile o non<br />

curabile viene così effettuata<br />

facendo produrre all'organismo<br />

<strong>di</strong>fese proprie, gli anticorpi, che<br />

riconoscono l'agente patogeno<br />

responsabile della malattia e lo<br />

neutralizzano.<br />

Il principio sfruttato dalla vaccinazione<br />

è quello della memoria<br />

immunitaria, cioè la speciale<br />

capacità del nostro sistema immunitario<br />

<strong>di</strong> ricordare le<br />

sostanze estranee, tra cui i microrganismi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>versa provenienza,<br />

che hanno attaccato il<br />

nostro organismo e contro le<br />

quali vengono prodotti anticorpi<br />

specifici. La produzione <strong>di</strong><br />

questi anticorpi, anche a seguito<br />

<strong>di</strong> vaccinazione, viene<br />

registrata dal sistema immunitario<br />

che è in grado così <strong>di</strong> reagire<br />

in modo imme<strong>di</strong>ato <strong>di</strong><br />

fronte a un nuovo attacco da<br />

scrivi a:<br />

dì la tua!<br />

ospedaleIN@ospedale.cuneo.it<br />

Il punto su<br />

VACCINAZIONI<br />

e SCREENING<br />

<strong>di</strong> Lorenzo Orione, SC Unità Valutazione e Organizzazione Screening,<br />

ASL CN1/CN2-AO S. Croce e Carle ed Angelo Pellegrino,<br />

SC Servizio Igiene e Sanità Pubblica, ASL CN1<br />

parte dello stesso agente<br />

patogeno anche a <strong>di</strong>stanza <strong>di</strong><br />

anni dal primo. Nella maggior<br />

parte dei casi, le vaccinazioni<br />

proteggono per tutta la vita per<br />

cui non sono previsti richiami<br />

oltre al ciclo <strong>di</strong> base. Questo<br />

vale per il morbillo, la rosolia,<br />

la parotite, la polio e per<br />

l'epatite B. Altri vaccini, come<br />

quello per il tetano e <strong>di</strong>fterite,<br />

hanno un'efficacia teorica <strong>di</strong> almeno<br />

30 anni, ma dato che la<br />

protezione decade con il tempo<br />

è necessario eseguire una dose<br />

<strong>di</strong> richiamo perio<strong>di</strong>co ogni 10<br />

anni. La vaccinazione quin<strong>di</strong> è il<br />

modo più sicuro ed efficace per<br />

ottenere la protezione da alcune<br />

gravi malattie. In caso <strong>di</strong> epidemie<br />

o dell'insorgenza <strong>di</strong> casi<br />

<strong>di</strong> patologia infettivo-<strong>di</strong>ffusiva<br />

nella comunità, i soggetti vaccinati<br />

avranno probabilità molto<br />

minori o nulle <strong>di</strong> ammalare.<br />

Oggi, ovviamente, i vaccini<br />

sono <strong>di</strong>ventati uno strumento<br />

raffinatissimo in quanto sono ottenuti<br />

con meto<strong>di</strong>che molto sofisticate,<br />

utilizzando le moderne<br />

tecnologie produttive e le importanti<br />

acquisizioni nel campo<br />

della genetica, della biologia e<br />

della microbiologia. Al momento<br />

attuale <strong>di</strong>sponiamo <strong>di</strong><br />

vaccini, ottenuti con procedure<br />

<strong>di</strong>verse:<br />

Vaccini costituiti da agenti<br />

infettivi vivi, ma attenuati,<br />

come il vaccino orale <strong>di</strong> Sabin<br />

contro la polio (OPV), il vaccino<br />

contro morbillo, parotite e roso-<br />

lia (MPR), il vaccino contro la<br />

varicella, il vaccino contro la<br />

febbre gialla, il vaccino contro<br />

la tubercolosi (BCG) e quello<br />

orale contro il tifo (Ty25a);<br />

Vaccini costituiti da agenti<br />

infettivi interi uccisi, come<br />

il vaccino intero contro l'influenza<br />

e il vaccino iniettabile<br />

contro la poliomielite (IPV);<br />

Vaccini costituiti da tossine<br />

o costituenti batterici,<br />

inattivati con il formolo o resi<br />

atossici per interventi d'ingegneria<br />

genetica, come i moderni<br />

vaccini contro la pertosse<br />

(detti acellulari) e l'anatossina<br />

della <strong>di</strong>fterite e del tetano<br />

(DTPa). Appartengono a questo<br />

gruppo, ad esempio, anche i<br />

moderni vaccini polisaccari<strong>di</strong>ci,<br />

coniugati a proteine <strong>di</strong> trasporto,<br />

contro lo pneumococco, il meningococco<br />

e l'Haemophilus<br />

influenzae tipo b (Hib) nonché i<br />

vaccini “split” o “a sub-unità”<br />

contro l'influenza;<br />

Vaccini <strong>di</strong> sintesi, come il<br />

vaccino contro il virus dell'epatite<br />

B, ottenuto me<strong>di</strong>ante tecniche<br />

DNA ricombinanti o come<br />

il vaccino contro l’HPV/<br />

Papillomavirus, ottenuto in laboratorio<br />

ricostruendo una proteina<br />

che è solo una parte del virus.<br />

Per essere ancor più efficaci,<br />

molte preparazioni vaccinali<br />

oggi in uso contengono nella<br />

fiala un a<strong>di</strong>uvante (in generale<br />

fosfato o idrossido <strong>di</strong> alluminio,<br />

o emulsioni olio-acqua)<br />

ovvero sostanze che, ritardando<br />

l'assorbimento dei principi attivi<br />

del vaccino, permettono un contatto<br />

prolungato nel tempo fra i<br />

costituenti del vaccino e le cellule<br />

che sono deputate alla sintesi<br />

degli anticorpi e alla <strong>di</strong>fesa<br />

(immunità umorale e cellulare).<br />

In tal modo la risposta in anticorpi<br />

e in cellule <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa viene<br />

fortemente rafforzata, a vantaggio<br />

dell’efficacia dell’intervento<br />

<strong>di</strong> prevenzione.<br />

Rispetto alla storica sud<strong>di</strong>visione<br />

delle vaccinazioni in “obbligatorie”<br />

e “facoltative”, fin dal<br />

2006 la Regione Piemonte ha<br />

preferito la <strong>di</strong>stinzione tra vaccinazioni<br />

PRIORITARIE (da offrire<br />

attivamente e gratuitamente a<br />

tutta la popolazione o a particolari<br />

gruppi a rischio sanitario,<br />

concentrandovi prioritariamente<br />

tutti gli sforzi degli Operatori sanitari)<br />

e vaccinazioni NON PRIO-<br />

RITARIE, che possono anche<br />

prevedere la corresponsione <strong>di</strong><br />

un contributo economico da parte<br />

dei citta<strong>di</strong>ni. Tale <strong>di</strong>stinzione è<br />

confermata nell’ultimo Piano Piemontese<br />

<strong>di</strong> Promozione delle<br />

Vaccinazioni (PPPV) del 2009<br />

(http://www.regione.piemonte.it/sanita/sanpub/igiene/<br />

dwd/pppv2009.pdf).<br />

La precedente definizione <strong>di</strong><br />

vaccinazioni OBBLIGATORIE e<br />

FACOLTATIVE poteva purtroppo<br />

indurre nei genitori la sensazione<br />

che le seconde fossero<br />

assai poco importanti e, conseguentemente,<br />

da trascurare, nel<br />

momento in cui invece la letteratura<br />

scientifica conferma l’utilità<br />

<strong>di</strong> tutti i vaccini. Questo fatto<br />

è tanto più vero in quanto, fra<br />

qualche anno, vedremo probabilmente<br />

venir superata,<br />

in tutto il nostro<br />

Paese, l'obbliga-<br />

torietà delle vaccinazioni;<br />

ci si<br />

basa sul convincimento<br />

che il miglioramento<br />

delle<br />

conoscenze<br />

porti tutti i genitoriall’apprezzamento<br />

ed<br />

utilizzo consapevole<br />

<strong>di</strong> questo prezioso<br />

strumento <strong>di</strong><br />

prevenzione, senza che si corra il<br />

rischio <strong>di</strong> una riduzione della copertura<br />

vaccinale; l’esperienzapilota<br />

in corso nella Regione<br />

Veneto, al momento, sta dando<br />

risultati rassicuranti su questa<br />

ipotetica prospettiva.<br />

Intanto, per facilitare la somministrazione<br />

dei vaccini ovvero<br />

per non effettuare contemporaneamente<br />

tante iniezioni al<br />

bambino e, pure, per non dover<br />

convocare le famiglie con vari<br />

appuntamenti, da anni i vaccini<br />

non sono più <strong>di</strong>sponibili singolarmente,<br />

ma vengono combinati<br />

fra loro. Per i bimbi al 3°<br />

mese <strong>di</strong> vita, ad esempio, con<br />

l’iniezione <strong>di</strong> una sola fialasiringa<br />

si combattono 6 malattie<br />

che possono essere anche<br />

mortali (Difterite, Tetano, Per-<br />

Ospedale IN 9<br />

tosse, Epatite B, Poliomielite e<br />

malattie invasive da Emofilo):<br />

un progresso enorme che sta infatti<br />

portando a una maggiore<br />

adesione della popolazione alla<br />

pratica vaccinale.<br />

Quando un bambino, un<br />

adulto o un anziano effettua<br />

una vaccinazione, l'obiettivo<br />

che il Pe<strong>di</strong>atra, il Me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

generale ed il Servizio<br />

vaccinale si propongono è<br />

quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>fenderlo dalla stessa<br />

malattia per la quale egli viene<br />

vaccinato. È chiaro che l'obiettivo<br />

è unicamente quello della<br />

prevenzione delle malattie infettive<br />

e – nel caso del vaccino<br />

contro l’Epatite B e contro alcuni<br />

ceppi del Papillomavirus – la<br />

prevenzione <strong>di</strong> malattie tumorali;<br />

tuttavia l'introduzione <strong>di</strong> un<br />

agente infettivo, pur attenuato o<br />

ucciso, così come l'inoculazione<br />

<strong>di</strong> sostanze estranee, compresi<br />

gli stessi a<strong>di</strong>uvanti, possono<br />

ottenere reazioni<br />

“avverse” non desi-<br />

derate, nella mag-<br />

“Dopo<br />

gior parte dei<br />

casi presenti in<br />

una minima<br />

percentuale <strong>di</strong><br />

soggetti e costantemente<br />

<strong>di</strong><br />

entità ridotta e<br />

transitoria. È<br />

chiaro che per un<br />

genitore sottoporre<br />

il proprio figlio a una<br />

vaccinazione che dà anche<br />

minimi effetti collaterali spiacevoli,<br />

quando la malattia per<br />

la quale lo si vuole <strong>di</strong>fendere<br />

non è più presente nella popolazione,<br />

richiede uno sforzo <strong>di</strong><br />

volontà non in<strong>di</strong>fferente. Ma<br />

come non <strong>di</strong>menticare cosa avveniva<br />

prima della <strong>di</strong>ffusione<br />

delle vaccinazioni, alcuni decenni<br />

fa, con le perio<strong>di</strong>che epidemie<br />

<strong>di</strong> poliomielite e <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fterite, che rappresentavano<br />

per le famiglie un vero proprio<br />

momento <strong>di</strong> terrore.<br />

Per quelle terribili malattie,<br />

oggi, tutto questo è soltanto un ricordo<br />

<strong>di</strong> qualche nonno o nonna;<br />

i genitori sono troppo giovani per<br />

averne memoria. Ma perché il rischio<br />

è così ridotto?<br />

Sostanzialmente, grazie alle<br />

vaccinazioni e finché la malat-<br />

la potabilizzazione<br />

delle acque, i vaccini<br />

rappresentano la più<br />

importante scoperta<br />

nel campo della sanità<br />

pubblica”<br />

(Plotkin, 1994)<br />

ESPERIENZE E RIFLESSIONI


10<br />

ESPERIENZE E RIFLESSIONI<br />

Ospedale IN<br />

tia non sia era<strong>di</strong>cata da tutto il<br />

mondo, se allentiamo le <strong>di</strong>fese<br />

conferite dalle vaccinazioni, esiste<br />

sempre la possibilità che<br />

l'agente infettivo si riaffacci da<br />

altre zone del Pianeta e possa<br />

causare <strong>di</strong> nuovo, come tanto<br />

tempo fa, epidemie o pandemie.<br />

Quanto è avvenuto negli<br />

anni scorsi in Albania per la poliomielite<br />

e nei Paesi dell’ex<br />

URSS per la <strong>di</strong>fterite (con oltre<br />

100.000 casi <strong>di</strong> malattia e migliaia<br />

<strong>di</strong> decessi) ci ha insegnato<br />

quale rischio rappresenti<br />

un allentamento delle <strong>di</strong>fese<br />

conferite dal vaccino.<br />

Quando un Pe<strong>di</strong>atra, un Me<strong>di</strong>co<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale ed il<br />

Servizio vaccinale si apprestano<br />

a sottoporre alla pratica vaccinale<br />

un Assistito, affidato loro<br />

dai genitori nel caso <strong>di</strong> minori,<br />

essi assolvono a due obblighi<br />

etico-sanitari, strettamente collegati<br />

fra loro:<br />

<strong>di</strong>fendere il bambino,<br />

l’adulto o l’anziano dall'aggressione<br />

del maggior numero<br />

possibile <strong>di</strong> agenti infettivi;<br />

collaborare a rendere più<br />

fitta la rete <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa <strong>di</strong> tutta la<br />

popolazione nei confronti delle<br />

malattie prevenibili con vaccini.<br />

Vaccinando un numero elevato<br />

<strong>di</strong> soggetti impe<strong>di</strong>amo in ultima<br />

analisi ai virus e ai batteri patogeni<br />

<strong>di</strong> circolare e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />

dare infezione o malattia. Tanto<br />

più alta sarà la copertura vaccinale<br />

<strong>di</strong> una popolazione (oltre<br />

il 90-95%) e tanto maggiore<br />

sarà la probabilità che un<br />

agente infettivo, introdotto<br />

anche casualmente a seguito <strong>di</strong><br />

viaggi o migrazioni, non trovi<br />

spazio per <strong>di</strong>ffondersi da un<br />

soggetto all'altro, per cui verranno<br />

a mancare i casi secondari,<br />

elementi essenziali per la<br />

<strong>di</strong>ffusione della malattia. Questo<br />

concetto viene anche conosciuto<br />

con il nome <strong>di</strong> “immunità<br />

<strong>di</strong> gruppo” (o <strong>di</strong> gregge/herd<br />

immunity) e rappresenta uno<br />

dei capisal<strong>di</strong> della moderna<br />

scienza delle vaccinazioni.<br />

In conclusione, i genitori debbono<br />

considerare oggi le vaccinazioni<br />

come la migliore<br />

opportunità <strong>di</strong> offrire al proprio<br />

figlio un futuro senza malattie,<br />

senza complicazioni e senza<br />

esiti invalidanti. Per i bambini,<br />

ma così pure per adulti ed anziani,<br />

la vaccinazione va considerata<br />

come una importante<br />

assicurazione sulla vita, che<br />

certo ha come contraltare la<br />

possibile comparsa <strong>di</strong> effetti<br />

collaterali, seppur rari e generalmente<br />

<strong>di</strong> scarsa entità<br />

(http://www.levaccinazioni.it/<br />

informagente/domande/<br />

generale.asp#sicurezza).<br />

Tocca agli addetti ai lavori ripagare<br />

questa fiducia impegnandosi<br />

al massimo nella<br />

<strong>di</strong>ffusione delle conoscenze sui<br />

vaccini e nella scelta dei prodotti<br />

messi a <strong>di</strong>sposizione dalla<br />

ricerca scientifica, sempre più<br />

raffinati e sicuri.<br />

SCREENING<br />

Obiettivo della me<strong>di</strong>cina rispetto<br />

alle con<strong>di</strong>zioni asintomatiche<br />

in progressione, laddove<br />

ricorrano alcuni requisiti che andremo<br />

a descrivere più avanti, è<br />

<strong>di</strong>agnosticare e trattare il più<br />

precocemente possibile la patologia,<br />

garantendo nel contempo<br />

la massima limitazione del<br />

danno iatrogeno correlato.<br />

Lo screening, o <strong>di</strong>agnosi precoce,<br />

è proprio quell’attività<br />

volta ad in<strong>di</strong>viduare, tra i soggetti<br />

apparentemente sani, coloro<br />

che probabilmente hanno<br />

una patologia rispetto a coloro<br />

che, probabilmente, non<br />

l’hanno; esso pertanto si rivolge<br />

alle persone asintomatiche e può<br />

interessare la popolazione generale<br />

eleggibile o, in casi particolari,<br />

coorti ristrette <strong>di</strong> soggetti<br />

caratterizzati epidemiologicamente<br />

sulla base <strong>di</strong> un criterio <strong>di</strong><br />

rischio relativo. Altro è la <strong>di</strong>agnosi<br />

tempestiva, che avviene in<br />

presenza del sintomo.<br />

Lo screening (v. figura, a cura<br />

della Dr.ssa Monica Rimondot)<br />

deve intercettare la patologia nel<br />

corso della propria fase <strong>di</strong> latenza<br />

preclinica asintomatica;<br />

tale anticipazione <strong>di</strong>agnostica è<br />

il lead time, misura della precocità<br />

della <strong>di</strong>agnosi non ottenibile<br />

sul paziente ma solo sul piano<br />

epidemiologico, grazie al confronto<br />

tra le <strong>di</strong>stribuzioni dei lead<br />

time nei casi screen-detected ed<br />

in quelli symptom-detected.<br />

Un programma organizzato<br />

<strong>di</strong> screening <strong>di</strong> popolazione<br />

deve garantire il raggiungimento<br />

<strong>di</strong> un ideale equilibrio fra sensibilità<br />

ed aspecificità del test nel<br />

proprio relazionarsi con la biologia<br />

della patologia e con le caratteristiche<br />

del paziente,<br />

me<strong>di</strong>ante l’adozione <strong>di</strong> in<strong>di</strong>catori<br />

e standard, sia sul piano<br />

<strong>di</strong>agnostico che su quello terapeutico,<br />

ancorati a linee guida<br />

costruite sui massimi livelli <strong>di</strong> evidenza<br />

<strong>di</strong> efficacia rispetto all’abbattimento<br />

della mortalità<br />

specifica e monitorati grazie ad<br />

una costante valutazione d’impatto.<br />

A priori, l’implementazione <strong>di</strong><br />

un programma <strong>di</strong> screening oncologico<br />

prevede che:<br />

1. l’incidenza della neoplasia<br />

lo renda prioritario (criterio epidemiologico);<br />

2. la fase <strong>di</strong> latenza preclinica<br />

asintomatica della neoplasia<br />

abbia sufficiente durata (criterio<br />

biologico);<br />

3. sia stato allestito un test valido<br />

per tale fase (criterio tecnologico);<br />

4. esista un trattamento che, se<br />

adottato in tale fase, cambia la<br />

prognosi (criterio clinico);<br />

5. i benefici ottenuti superino<br />

gli effetti negativi (criterio etico).<br />

Presupposto epidemiologico<br />

fondamentale rispetto a qualsiasi<br />

ragionamento in questo ambito<br />

metodologico è la consapevolezza<br />

che il valore pre<strong>di</strong>ttivo positivo<br />

(VPP) del risultato del test,<br />

dal quale inversamente <strong>di</strong>pende<br />

il peso degli approfon<strong>di</strong>menti clinici<br />

su false positività, e che è<br />

funzione della specificità del test,<br />

è legato secondo un noto e caratteristico<br />

andamento matematico<br />

alla prevalenza puntuale<br />

della neoplasia nella popolazione;<br />

e il cancro ha prevalenza<br />

tale da rendere in<strong>di</strong>spensabile<br />

una profonda riflessione intorno<br />

a qualsiasi ipotesi <strong>di</strong> screening/<br />

<strong>di</strong>agnosi precoce, fondata sulla<br />

semplice <strong>di</strong>sponibilità <strong>di</strong> un test.<br />

In provincia <strong>di</strong> Cuneo è attivo il<br />

programma regionale <strong>di</strong><br />

screening dei tumori denominato<br />

Prevenzione Serena, nel contesto<br />

del <strong>di</strong>partimento regionale <strong>di</strong><br />

screening n. 7, coor<strong>di</strong>nato dalla<br />

SC Unità <strong>di</strong> Valutazione ed<br />

Organizzazione dello Screening<br />

(SC U.V.O.S.) e costituito, oltre<br />

che da tale Unità <strong>di</strong> epidemiologia<br />

dei tumori, da oltre 20 Unità<br />

<strong>di</strong> anatomia patologica, ginecologia,<br />

senologia, endoscopia, laboratorio,<br />

consultoriali delle<br />

Aziende Sanitarie Locali ed<br />

Ospedaliera, dagli oltre 400 me<strong>di</strong>ci<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina generale (referente<br />

scientifico, Dr Bartolomeo<br />

Allasia) e dalle oltre 200 farmacie<br />

(referente scientifico,<br />

Dr Savino Roggia), in raccordo<br />

col governo regionale del<br />

C.P.O. - Epidemiologia<br />

Piemonte. La SC U.V.O.S. gestisce<br />

la popolazione provinciale<br />

invitandola allo screening<br />

e valuta scientificamente i risultati<br />

<strong>di</strong> test, approfon<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong>agnostici eventuali e trattamenti<br />

su circa 154 mila femmine<br />

tra 25 e 64 anni (invitate<br />

al Pap test triennale), 96 mila<br />

femmine tra 45 e 69 anni (invitate<br />

alla mammografia annuale o<br />

biennale) e 81 mila maschi e<br />

femmine (invitati alla rettosigmoidoscopia<br />

- RS - una tantum per i<br />

58enni od alla ricerca biennale<br />

del sangue occulto nelle feci -<br />

FOBT - tra 59 e 69 anni). Aderisce<br />

all’invito il 50% delle persone<br />

per il Pap test, il 60% per la mammografia,<br />

il 30% per la RS, il 33%<br />

per il FOBT.<br />

Il programma prevede che l’invito<br />

svolga funzione <strong>di</strong> impegnativa<br />

e che non sia prevista alcuna<br />

compartecipazione economica<br />

da parte dell’assistito né per il test,<br />

né per gli eventuali approfon<strong>di</strong>menti<br />

<strong>di</strong>agnostici ad esso successivi<br />

o trattamenti e follow-up. Gli<br />

approfon<strong>di</strong>menti potranno consistere,<br />

a seconda, nella colposcopia<br />

ed eventuale biopsia per<br />

l’utero; nell’ingran<strong>di</strong>mento, nell’ecografia,<br />

nella citologia, nella<br />

biopsia per la mammella; nella<br />

colonscopia ed eventuale biopsia<br />

per il colon-retto.<br />

Il ruolo del me<strong>di</strong>co <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

generale è fondamentale e, oltre<br />

all’interazione con la SC<br />

U.V.O.S. per la gestione degli<br />

assistiti da escludere per cause<br />

<strong>di</strong>verse, egli svolge il delicato<br />

compito <strong>di</strong> informazione e <strong>di</strong><br />

educazione rispetto ai propri assistiti<br />

eleggibili.<br />

Quanto ai risultati degli<br />

screening in provincia <strong>di</strong> Cuneo,<br />

solo per riportare alcuni sommari<br />

aspetti, ogni anno vengono<br />

identificati da Prevenzione<br />

Serena e portati al trattamento<br />

precoce circa 150 precursori <strong>di</strong><br />

carcinomi squamosi della cervice<br />

uterina; circa il numeratore<br />

del tasso <strong>di</strong> identificazione (DR),<br />

espressione della sensibilità <strong>di</strong>agnostica<br />

del programma i casi,<br />

recentemente stu<strong>di</strong>ati su base<br />

annua, screen-detected <strong>di</strong> lesione<br />

preinvasiva od invasiva<br />

confermati istologicamente sono<br />

stati 58 CIN I, 27 CIN II, 64 CIN<br />

III, 5 carcinomi invasivi (e 2 adenocarcinomi<br />

in situ), con incidenza<br />

massima <strong>di</strong> CIN I tra 25 e<br />

29 anni, CIN II tra 30 e 34 e<br />

CIN III tra 40 e 44. In oltre il 95%<br />

dei casi, al trattamento chirurgico<br />

i margini endocervicali<br />

sono risultati indenni da infiltrazione.<br />

Annualmente, sono inoltre<br />

identificati circa 150<br />

adenocarcinomi della mammella;<br />

il tasso <strong>di</strong> richiamo ad approfon<strong>di</strong>mento<br />

(RR) è dell’8.7%<br />

per i primi test (FT) e del 3.5% tra<br />

quelli ripetuti (RT). La specificità<br />

<strong>di</strong>agnostica, quale rapporto<br />

benigni/maligni su biopsia chirurgica<br />

è 1 (FT) e 0.13 (RT); la<br />

sensibilità <strong>di</strong>agnostica, quale DR<br />

per mille, 2.32 (FT) e 6.01 (RT).<br />

I carcinomi entro i 20 mm (pT1)<br />

sono il 71.4% (FT) e l’80.3% (RT):<br />

rispettivamente, 100% e 83.6%<br />

risultano N0. Circa il cancro del<br />

colon-retto, nel corso dell’ultimo<br />

anno il DR per adenoma avanzato<br />

è stato del 3.9% con l’impiego<br />

del test <strong>di</strong> screening RS nei<br />

Ospedale IN 11<br />

sano malato fine vita<br />

prevenzione<br />

primaria<br />

asintomatico sintomatico<br />

esor<strong>di</strong>o<br />

lesione<br />

Prevenzione secondaria (screening)<br />

esposizione noxa esor<strong>di</strong>o sintomatologia tempo<br />

anticipazione<br />

<strong>di</strong>agnostica<br />

(lead time):<br />

<strong>di</strong>agnosi “precoce”<br />

+ terapia precoce<br />

prevenzione<br />

secondaria<br />

(screening)<br />

funz. <strong>di</strong> biologia e sensibilità test<br />

<strong>di</strong>agnosi<br />

(event. “tempestiva”)<br />

+ terapia<br />

clinica<br />

nati nel 1952 e dell’1.9% attraverso<br />

il FOBT nei nati tra il 1941<br />

ed il 1946 (test comunque da ripetere<br />

dopo due anni, in quanto<br />

caratterizzato da minore sensibilità<br />

verso i precursori). Con un<br />

ulteriore, rispettivo, 0.2% e 0.3%<br />

per cancro. Il tasso <strong>di</strong> neoplasia<br />

avanzata in RS è stato del 5.6%<br />

per i maschi e del 2.4% per le<br />

femmine. Il RR del FOBT è stato<br />

del 5.8%, con un VPP per adenoma<br />

avanzato pari al 41.3% e<br />

<strong>di</strong> neoplasia avanzata del<br />

48.6%. Il tasso <strong>di</strong> neoplasia<br />

avanzata in colonscopia da<br />

FOBT è stato del 3.0% per i maschi<br />

e dell’1.5% per le femmine.<br />

Al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> questi risultati sintetici,<br />

estremamente positivi ed incoraggianti,<br />

va rilevata la<br />

tendenza <strong>di</strong> cambiamento culturale<br />

che connota la me<strong>di</strong>cina<br />

negli ultimi decenni, sempre più<br />

vocazionalmente evidencebased,<br />

col progressivo spostarsi<br />

del focus dalla <strong>di</strong>agnostica sul<br />

sintomo alla <strong>di</strong>agnostica precoce<br />

sul rischio: ciò, in altri termini,<br />

corrisponde alla riduzione del<br />

kairos ippocratico entro il kronos<br />

della prevenzione; in definitiva,<br />

osserviamo il passaggio dal sintomo<br />

al rischio e, pertanto, da<br />

una <strong>di</strong>mensione <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e terapia<br />

più o meno (ma comunque<br />

sempre) tar<strong>di</strong>va ad una <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi<br />

e terapia precoce (screening),<br />

lungo il vettore della storia<br />

naturale del rapporto tra noxa<br />

patogena ed essere umano.<br />

palliazione<br />

Dr.ssa Monica Rimondot, S.C. Unità Valutazione e Organizzazione Screening ESPERIENZE E RIFLESSIONI


12<br />

PREVENZIONE<br />

Quello degli integratori<br />

alimentari è un settore<br />

produttivo e commerciale<br />

in continua espansione<br />

e, malgrado i prodotti così definiti<br />

siano inquadrati nell’ambito<br />

alimentare, spesso è molto <strong>di</strong>fficile<br />

riuscire a determinare se i<br />

principi attivi in essi contenuti<br />

possano avere anche un effetto<br />

farmacologico; questa problematica<br />

è presente in particolare<br />

per quegli integratori in cui la<br />

principale componente deriva<br />

da piante officinali: così, a cavallo<br />

tra alimento, prodotto erboristico<br />

e paventati effetti<br />

terapeutici, ci troviamo invasi<br />

da integratori alimentari con<br />

formulazioni <strong>di</strong> ogni sorta ed in<strong>di</strong>cazioni<br />

riferite a far funzionare<br />

meglio un determinato<br />

apparato secondo non ben precisati<br />

effetti fisiologici; talvolta<br />

però si scoprono effetti più farmacologici<br />

che nutritivi con tutto<br />

ciò che ne può derivare in termini<br />

<strong>di</strong> possibili effetti<br />

collaterali, intossicazioni,<br />

interazione con i farmaci.<br />

Il mercato, anche nel caso <strong>di</strong><br />

blocco della produzione <strong>di</strong> alcuni<br />

prodotti da parte delle autorità<br />

governative, non ha<br />

nessuna <strong>di</strong>fficoltà a riconvertirsi<br />

ed è in grado <strong>di</strong> proporre sempre<br />

nuovi preparati attingendo<br />

dall’immenso patrimonio <strong>di</strong> molecole<br />

e metaboliti secondari<br />

presenti in “Natura”: così,<br />

quando la FDA (Food and Drug<br />

Administration) proibì nei primi<br />

anni del 2000 negli USA l’utilizzo<br />

degli integratori alimentari<br />

a base <strong>di</strong> ma huang (Ephedra<br />

Sono solo<br />

<strong>di</strong> Sergio Miaglia,<br />

Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione, ASL CN1<br />

Fig. 1. Citrus aurantium.<br />

sinica), in quanto il suo principio<br />

attivo, l’efedrina, fu sospettato<br />

<strong>di</strong> provocare importanti<br />

casi <strong>di</strong> tossicità ed effetti avversi,<br />

ci fu un grande fermento ed interesse<br />

delle aziende produttrici,<br />

per fornire prodotti cosiddetti<br />

“ephedra-free”.<br />

I prodotti commercializzati<br />

come “ephedra-free” contengono<br />

una vasta gamma <strong>di</strong> miscele<br />

erboristiche, nella maggior<br />

parte dei casi a base <strong>di</strong> caffeina<br />

(per esempio, estratto <strong>di</strong> thè<br />

verde [Camelia sinensis],<br />

guaranà [Paullinia cupana], cola<br />

nut [Cola nitida], yerba mate<br />

[Ilex paraguariensis]) ma furono<br />

quelli a base <strong>di</strong> arancia amara<br />

che attirarono maggiormente<br />

l’interesse grazie alla struttura del<br />

principio attivo molto simile alla<br />

efedrina e all’anfetamina; infatti,<br />

la principale sostanza farmacologicamente<br />

attiva contenuta nei<br />

frutti (arance) <strong>di</strong> Citrus aurantium<br />

(Fig. 1) è la sinefrina (Fig. 2),<br />

chiamata anche p-sinefrina o ossedrina.<br />

Strutturalmente la sinefrina<br />

è un simpatico-mimetico<br />

strettamente correlato ai neuro-<br />

Fig. 2. Molecole <strong>di</strong> Sinefrina<br />

ed Efedrina.<br />

trasmettitori endogeni (adrenalina)<br />

e all’efedrina, l’alcaloide<br />

principale <strong>di</strong> Ephedra sinica (Mahuang):<br />

agonista dei recettori-1<br />

adrenergici è in grado <strong>di</strong> stimolare<br />

il sistema nervoso simpatico,<br />

dando luogo alla caratteristica risposta<br />

del “combatti o fuggi”<br />

(fight or flight); a livello<br />

periferico la sinefrina in dosi<br />

farmaceutiche, attraverso la stimolazione<br />

dei recettori-1 adrenergici,<br />

produce vasocostrizione<br />

ed incremento della pressione<br />

sanguigna; in particolare è nella<br />

scorza delle arance amare che la<br />

sinefrina è presente in quantità<br />

apprezzabili: lievemente maggiori<br />

nel frutto essiccato immaturo<br />

<strong>di</strong> Citrus aurantium rispetto<br />

al frutto essiccato maturo<br />

(0,26% vs 0,22%). In ogni caso,<br />

il frutto fresco contiene quantità<br />

inferiori <strong>di</strong> principio attivo rispetto<br />

al frutto essiccato (0,02%<br />

vs 0,3%) mentre l’estratto secco<br />

Citrus aurantium contiene percentuali<br />

<strong>di</strong> sinefrina piuttosto<br />

elevate (3%). Integratori alimentari<br />

a base erboristica contenenti<br />

Citrus aurantium<br />

analizzati al fine <strong>di</strong> quantificare<br />

il contenuto <strong>di</strong> sinefrina, hanno<br />

dato risultati corrispondenti a<br />

concentrazioni variabili tra lo<br />

0,3% e lo 0,99%.<br />

Storicamente il “Citrus<br />

aurantium L.”, cioè l’arancia<br />

amara, è stato poco utilizzato in<br />

ambito alimentare a causa del<br />

forte sapore acre ed amaro dei<br />

suoi frutti e nell’area me<strong>di</strong>terranea<br />

lo ritroviamo soprattutto<br />

come porta-innesto per l’albero<br />

delle arance della varietà dolce<br />

(Citrus sinensis L. Osbeck), oppure<br />

utilizzato per scopi decorativi<br />

lungo i viali delle citta<strong>di</strong>ne<br />

litoranee; la buccia fresca del<br />

frutto può essere utilizzata per<br />

preparazione <strong>di</strong> marmellate, la<br />

buccia essiccata invece è utilizzata<br />

per aromatizzare alcune<br />

birre (come la belga Orange<br />

Muscat) e liquori (Curaçao,<br />

Cointreau etc.). I fiori vengono<br />

utilizzati per la preparazione <strong>di</strong><br />

tè mentre l’olio essenziale<br />

estratto dagli stessi fiori viene<br />

utilizzato nella preparazione <strong>di</strong><br />

profumi. L’utilizzo più frequente<br />

e storicamente più importante<br />

della pianta è tuttavia quello<br />

che la vede coinvolta nell’ambito<br />

della me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionale<br />

erboristica asiatica che riconosce<br />

le proprietà a<strong>di</strong>uvanti del<br />

frutto immaturo essiccato<br />

(Zhi-schi in cinese, Kijitsu in<br />

giapponese) nel trattamento dei<br />

problemi del tratto <strong>di</strong>gerente.<br />

Anche la me<strong>di</strong>cina tra<strong>di</strong>zionale<br />

occidentale utilizza il Citrus<br />

aurantium per stimolare l’appetito<br />

e la secrezione gastrica.<br />

A questo utilizzo storico si è<br />

aggiunto negli ultimi anni un<br />

massiccio uso della pianta negli<br />

integratori alimentari al fine <strong>di</strong><br />

promuovere la riduzione del<br />

peso corporeo, inducendo nuovamente<br />

la FDA a porre in osservazione<br />

i prodotti a base <strong>di</strong><br />

Citrus aurantium. È altresì noto<br />

come la maggior parte degli integratori<br />

contenga in realtà miscele<br />

od estratti <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />

piante: non è infrequente dunque<br />

trovare integratori a base,<br />

per esempio, <strong>di</strong> caffeina e sinefrina,<br />

i cui effetti sinergici sono<br />

poi <strong>di</strong>fficilmente valutabili.<br />

Gli integratori alimentari utilizzati<br />

per perdere peso contengono<br />

me<strong>di</strong>amente 100-200 mg<br />

<strong>di</strong> estratto <strong>di</strong> arancia amara<br />

(Citrus aurantium), che forniscono<br />

10-40 mg <strong>di</strong> sinefrina<br />

per dose. Un estratto puro può<br />

contenere sino al 95% <strong>di</strong> sinefrina.<br />

Gli estratti utilizzati nella<br />

maggior parte degli integratori<br />

alimentari oggi utilizzati per<br />

perdere peso contengono una<br />

quantità <strong>di</strong> sinefrina maggiore<br />

rispetto a quella degli estratti<br />

del frutto secco o della buccia<br />

utilizzati nell’ambito della me<strong>di</strong>cina<br />

tra<strong>di</strong>zionale.<br />

In Italia la Circolare n. 3 del<br />

18 luglio 2002, pubblicata in<br />

Gazzetta Ufficiale n. 188 del<br />

12/08/2002, riporta avvertenze<br />

specifiche da inserire in<br />

etichetta per prodotti contenenti<br />

alcuni ingre<strong>di</strong>enti vegetali. Riguardo<br />

il Citrus aurantium la<br />

circolare recita: «l’apporto giornaliero<br />

<strong>di</strong> sinefrina con le quantità<br />

d’uso in<strong>di</strong>cate non deve<br />

superare i 30 mg, corrispondenti<br />

a circa 800 mg <strong>di</strong> Citrus<br />

aurantium con un titolo del 4%<br />

<strong>di</strong> tale sostanza. Avvertenze:<br />

non superare la dose giornaliera<br />

consigliata. In presenza <strong>di</strong><br />

car<strong>di</strong>ovasculopatie e/o ipertensione,<br />

prima <strong>di</strong> assumere il prodotto,<br />

consultare il me<strong>di</strong>co. Si<br />

sconsiglia l’uso in gravidanza,<br />

durante l’allattamento e al <strong>di</strong><br />

sotto dei 12 anni»; con questi limiti<br />

il Ministero della Salute ha<br />

inserito il Citrus aurantium nell’elenco<br />

degli estratti vegetali<br />

Ospedale IN 13<br />

ammessi nella produzione <strong>di</strong> integratori<br />

alimentari.<br />

All’estero la situazione è variegata:<br />

ad esempio la ven<strong>di</strong>ta<br />

<strong>di</strong> prodotti per perdere peso contenenti<br />

Citrus aurantium o sinefrina<br />

non è autorizzata in<br />

Canada. Negli Stati Uniti il Citrus<br />

aurantium (bitter orange) è inserito<br />

nel Poisonous Plants<br />

Database (PPD) una banca dati<br />

delle piante velenose, tuttavia la<br />

FDA ha solo proposto, ma non<br />

definito, la proibizione della<br />

ven<strong>di</strong>ta dei prodotti contenenti<br />

estratti <strong>di</strong> pianta o sinefrina.<br />

L’olio estratto dalla buccia, i<br />

fiori e le foglie sono altresì inseriti<br />

nel database americano<br />

degli ad<strong>di</strong>tivi alimentari<br />

(EAFUS, o “Everything Added<br />

to Food in the United States”),<br />

un inventario <strong>di</strong> tutto ciò che<br />

negli Stati Uniti viene aggiunto<br />

al cibo in qualità <strong>di</strong> ad<strong>di</strong>tivo.<br />

Nel succo d’arancia concentrato,<br />

il volume <strong>di</strong> succo<br />

d’arancia amara non può<br />

eccedere il 5%.<br />

Lasciando il comparto alimentare,<br />

la sinefrina purificata viene<br />

utilizzata in alcune preparazioni<br />

farmaceutiche; negli Stati<br />

Uniti il composto viene utilizzato<br />

come decongestionante nasale<br />

e come vasocostrittore mentre in<br />

Europa si usa per il trattamento<br />

dell’asma e dell’ipotensione.<br />

Test clinici hanno <strong>di</strong>mostrato che<br />

la somministrazione endovenosa<br />

<strong>di</strong> sinefrina alla velocità <strong>di</strong><br />

4 mg/min in volontari sani, incrementa<br />

la pressione sistolica e<br />

la pressione arteriosa me<strong>di</strong>a,<br />

<strong>di</strong>minuisce la resistenza vascolare<br />

periferica ma non influenza<br />

la pressione <strong>di</strong>astolica e la frequenza<br />

car<strong>di</strong>aca. Negli USA, a<br />

causa dell’effetto vasocostrittore<br />

esercitato dalla sinefrina, l’FDA<br />

ha stabilito che negli spray usati<br />

come decongestionanti nasali<br />

venga apposta l’avvertenza:<br />

“Utilizzare il prodotto alle dosi<br />

previste e per non più <strong>di</strong> tre<br />

giorni”. Gli effetti avversi che<br />

sono stati associati all’uso <strong>di</strong> tali<br />

preparazioni sono tachicar<strong>di</strong>a,<br />

aumento della pressione sanguigna,<br />

insonnia, nervosismo,<br />

tremori, cefalea e <strong>di</strong>fficoltà nella<br />

minzione. L’autorità regolatoria<br />

FDA consiglia in caso <strong>di</strong> con-<br />

PREVENZIONE


14<br />

PREVENZIONE<br />

Ospedale IN<br />

comitanza con <strong>di</strong>sturbi car<strong>di</strong>aci,<br />

ipertensione e/o problemi<br />

urinari <strong>di</strong> consultare un<br />

me<strong>di</strong>co prima <strong>di</strong> assumere decongestionanti<br />

nasali contenenti<br />

sinefrina. Viene anche<br />

sconsigliata l’associazione <strong>di</strong><br />

decongestionanti nasali con<br />

altri farmaci dotati degli stessi<br />

effetti secondari al fine <strong>di</strong> evitare<br />

l’insorgenza <strong>di</strong> complicanze<br />

pericolose.<br />

In Italia questi tipi <strong>di</strong> farmaci<br />

sono poco utilizzati ma gli<br />

estratti <strong>di</strong> arancio amaro e la<br />

sinefrina rientrano nella composizione<br />

<strong>di</strong> numerose preparazioni<br />

<strong>di</strong>magranti sotto forma<br />

<strong>di</strong> integratori alimentari. Tale<br />

uso viene giustificato dall’effetto<br />

agonista che la sinefrina<br />

eserciterebbe sui recettori-3<br />

adrenergici, la stimolazione dei<br />

quali potrebbe essere correlata<br />

ad un’attività lipolitica.<br />

I prodotti <strong>di</strong>magranti a base <strong>di</strong><br />

Citrus aurantium o <strong>di</strong> sinefrina<br />

sono sospettati <strong>di</strong> provocare effetti<br />

avversi car<strong>di</strong>ovascolari<br />

gravi, caratterizzati da tachicar<strong>di</strong>a,<br />

arresto car<strong>di</strong>aco, fibrilla-<br />

zione e collasso. Dal 1° Gennaio<br />

1998 al 24 Febbraio<br />

2004, l’Health Canada (Ministero<br />

della Salute Canadese)<br />

ha ricevuto 16 segnalazioni <strong>di</strong><br />

eventi avversi, a carico dell’apparato<br />

car<strong>di</strong>ovascolare, in<br />

soggetti che avevano assunto<br />

prodotti a base <strong>di</strong> arancio<br />

amaro o <strong>di</strong> sinefrina. Tutti i<br />

casi segnalati erano <strong>di</strong> notevole<br />

gravità. In sette dei suddetti<br />

casi gli integratori<br />

incriminati contenevano anche<br />

caffeina ed in otto casi era<br />

presente anche efedrina. In un<br />

solo caso si è trattato <strong>di</strong> un paziente<br />

che aveva assunto prodotti<br />

a base <strong>di</strong> arancio amaro<br />

privi <strong>di</strong> caffeina o efedrina. In<br />

due casi si è verificato il decesso<br />

del paziente. Le informazioni<br />

sul quantitativo e sulla<br />

composizione della miscela assunta<br />

erano insufficienti; pertanto,<br />

sulla base <strong>di</strong> queste<br />

segnalazioni, non è stato possibile<br />

valutare con certezza la<br />

pericolosità della sinefrina o<br />

del Citrus aurantium.<br />

In letteratura sono riportati<br />

vari casi <strong>di</strong> segnalazioni <strong>di</strong> effetti<br />

avversi associati all’uso <strong>di</strong><br />

integratori a base <strong>di</strong> arancio<br />

amaro o <strong>di</strong> sinefrina. In un<br />

caso viene documentato, in<br />

una donna <strong>di</strong> 55 anni, un ricovero<br />

in regime <strong>di</strong> pronto soccorso<br />

a causa <strong>di</strong> un infarto<br />

insorto in seguito all’assunzione<br />

<strong>di</strong> un prodotto <strong>di</strong>magrante<br />

a base <strong>di</strong> arancio<br />

amaro e <strong>di</strong> caffeina. Un altro<br />

caso si riferisce, invece, ad un<br />

paziente <strong>di</strong> 38 anni ricoverato<br />

a causa <strong>di</strong> un ictus ischemico<br />

insorto a seguito dell’assunzione<br />

<strong>di</strong> prodotti <strong>di</strong>etetici contenenti<br />

sinefrina; infine si<br />

segnala il caso <strong>di</strong> una ragazza<br />

<strong>di</strong> 22 anni che, in seguito all’assunzione<br />

<strong>di</strong> un prodotto a<br />

base <strong>di</strong> Citrus aurantium, ha<br />

manifestato una sincope da<br />

sforzo con prolungamento dell’intervallo<br />

QT nel tracciato<br />

elettrocar<strong>di</strong>ografico.<br />

Tuttavia, è necessario sottolineare<br />

che in nessuno dei<br />

casi sopradescritti è stato determinato<br />

con certezza il rapporto<br />

<strong>di</strong> causalità tra<br />

l’assunzione <strong>di</strong> estratti <strong>di</strong><br />

Citrus aurantium e l’insorgenza<br />

degli effetti avversi.<br />

Le segnalazioni <strong>di</strong> reazioni avverse<br />

correlate all’uso <strong>di</strong> Citrus<br />

aurantium sono state contestate<br />

in una contro-analisi operata<br />

dall’American Herbal Products<br />

Association (AHPA), l’ente che<br />

negli Stati Uniti rappresenta le<br />

industrie erboristiche.<br />

Il ricorso agli integratori<br />

alimentari è cresciuto<br />

considerevolmente negli<br />

ultimi anni: un settore che in<br />

Italia conta migliaia <strong>di</strong> imprese<br />

<strong>di</strong>stribuite sul territorio nazionale<br />

e che produce fatturati stimati<br />

in milioni <strong>di</strong> euro; il<br />

successo è grande, verosimilmente<br />

perché tali prodotti<br />

trasmettono un messaggio<br />

positivo ad una<br />

grande fascia <strong>di</strong> popolazione,<br />

agendo sui concetti <strong>di</strong><br />

migliorato benessere e protezione<br />

dal processo d’invecchiamento;<br />

una crescita <strong>di</strong><br />

consenso da non sottovalutare,<br />

in particolare, in virtù dei potenziali<br />

rischi associati all’uso<br />

<strong>di</strong> queste prodotti, come anche<br />

evidenziato negli ultimi anni da<br />

indagini svolte dall’ISS (Istituto<br />

Superiore <strong>di</strong> Sanità).<br />

Le problematiche sono legate<br />

sia ad un uso eccessivo e<br />

non giustificato <strong>di</strong> tali prodotti<br />

(considerati alimenti per la nostra<br />

legislazione), specialmente<br />

se calati in un’ottica <strong>di</strong><br />

“autocura” dettata dalla pubblicità<br />

o dal passa parola, sia<br />

al rischio <strong>di</strong> instaurare un messaggio<br />

<strong>di</strong>storto sul valore insostituibile<br />

e fondamentale del<br />

perseguire una <strong>di</strong>eta equilibrata<br />

e <strong>di</strong> svolgere una adeguata<br />

attività fisica: inoltre<br />

iniziano ad essere ben descritti<br />

in letteratura scientifica<br />

vere e proprie reazioni<br />

avverse, interazioni con<br />

farmaci e allergie, specialmente<br />

per quegli integratori<br />

a base <strong>di</strong><br />

piante officinali il ministero<br />

della salute, consapevole <strong>di</strong><br />

tali rischi, ha inserito nella lista<br />

delle “sostanze e preparati vegetali<br />

ammessi” negli integratori<br />

alimentari altre avvertenze<br />

oltre a quella già citata per il<br />

citrus aurantium l.; in particolare,<br />

per quelle piante dove la<br />

letteratura scientifica ha evi-<br />

denziato potenziali criticità, si<br />

è ritenuto necessario informare<br />

il consumatore <strong>di</strong> eventuali<br />

interazioni con altri<br />

farmaci o controin<strong>di</strong>cazioni:<br />

così limiti ed avvertenze da<br />

apporre sulle etichette sono<br />

previste anche per gli integratori<br />

alimentari a base <strong>di</strong> hypericum<br />

perforatum l., cimicifuga<br />

racemosa nutt., ginkgo biloba l.,<br />

glycine max (l.) merr.<br />

Ospedale IN 15<br />

Ci <strong>di</strong>mentichiamo troppo<br />

spesso che i vegetali sono<br />

una fonte immensa <strong>di</strong> molecole<br />

e principi attivi <strong>di</strong> cui<br />

per lo più non siamo affatto<br />

a conoscenza oppure<br />

conosciamo poco i meccanismi<br />

d’azione ed i potenziali<br />

effetti benefici o tossici<br />

sull’organismo umano, eppure<br />

sono solo “scorze<br />

d’arancia amara”.<br />

Bibliografia<br />

Promozione salute in Piemonte. Il progetto “scorze d’arancia amara”, Gennaio 2008,<br />

Erboristeria Domani.<br />

ISS Dipartimento del farmaco, Smart Drug Quaderni.<br />

Ministero della salute, Circolare n. 3, 18 luglio 2002. Applicazione della procedura <strong>di</strong><br />

notifica <strong>di</strong> etichetta <strong>di</strong> cui all’art. 7 del Decreto legislativo n. 111/1992, ai prodotti a base <strong>di</strong><br />

piante e derivati aventi finalità salutistiche. Gazzetta Ufficiale n. 188, 12 agosto 2002.<br />

Elenco delle piante e degli estratti vegetali ammessi negli integratori alimentari:<br />

http://www.salute.gov.it<br />

FDA Food and Drug Administration USA http://www.cfsan.fda.gov/~dms/supplmnt.html<br />

U.S. Food and Drug Administration Centre for Food Safety and Applied Nutrition. Dietary<br />

Supplements: Ephedrine Alkaloids. Accessed at http://www.cfsan.fda.gov/~dms/ds-ephed.html<br />

on 9 January 2003.<br />

Paolo Aureli: Considerazioni generali introduttive sull’uso delle piante negli alimenti,<br />

negli integratori e in fitoterapia - Ann Ist Super Sanità Volume 41, n. 1, 2005.<br />

Francesca Menniti-Ippolito, Gabriela Mazzanti: Progetto pilota sulla sorveglianza delle<br />

reazioni avverse a prodotti a base <strong>di</strong> piante officinali e integratori alimentari, Ist Super<br />

Sanità Volume 41, n. 1, 2005.<br />

PREVENZIONE<br />

Segnaliamo con interesse il corso sulle maxiemergenze


16<br />

PREVENZZIONE<br />

Ospedale IN<br />

OSSIURI o VERMI DEI BAMBINI<br />

Miti, leggende, credulità<br />

popolare e ... scienza<br />

Ivermi dei bambini sono forse<br />

fra i parassiti intestinali dell'uomo<br />

che sono, ancora oggi<br />

nel X<strong>XI</strong> secolo, considerati da<br />

una grande porzione <strong>di</strong> popolazione<br />

entità al limite fra il sacro e<br />

il profano e nonostante i parassitologi<br />

siano riusciti a spiegarne<br />

il ciclo biologico e, <strong>di</strong> conseguenza,<br />

siano state trovate da<br />

tempo le tecniche (farmaci) per<br />

la lotta, la “sapienza” popolare<br />

mette in campo tutta una serie <strong>di</strong><br />

rime<strong>di</strong> e rituali atti ad “esorcizzare”<br />

il parassita in un mix <strong>di</strong> imposizioni,<br />

preghiere e intrugli <strong>di</strong><br />

varia natura.<br />

L'agente infestante:<br />

morfologia e biologia<br />

Gli ossiuri sono sud<strong>di</strong>visi in due<br />

specie: Enterobius vermicularis e<br />

E. gregorii. Ambedue le specie<br />

comprendono vermi ton<strong>di</strong> filiformi<br />

con <strong>di</strong>mensioni variabili a seconda<br />

del sesso; le femmine misurano<br />

9-12 mm <strong>di</strong> lunghezza e<br />

0,3-0,6 mm <strong>di</strong> larghezza, mentre<br />

il maschio ha una lunghezza ridotta<br />

a 2-5 mm.<br />

La biologia <strong>di</strong> Enterobius è<br />

particolarmente semplice e prevede<br />

l'ingestione da parte dell'ospite<br />

delle uova contenenti la<br />

forma larvale del parassita. Una<br />

volta raggiunto l'intestino (duodeno)<br />

la larva esce dall'uovo e<br />

comincia lo sviluppo per raggiungere,<br />

dopo 14-30 giorni<br />

dall'ingestione dell'uovo, lo sta<strong>di</strong>o<br />

adulto.<br />

Lo sviluppo e la vita da adulto<br />

si completa nell'intestino cieco<br />

dove il parassita si nutre <strong>di</strong> materiale<br />

presente in sede intestinale<br />

e <strong>di</strong> detriti cellulari che si<br />

accumulano a livello epiteliare.<br />

Le femmine dopo poche settimane<br />

(6-8 settimane dall'ingestione<br />

delle uova) cominciano a<br />

produrre le uova che vengono<br />

<strong>di</strong> Moreno Dutto, Collaboratore Entomologia Me<strong>di</strong>ca<br />

Azienda Ospedaliera S. Croce e Carle, Cuneo<br />

Il ciclo vitale degli ossiuri.<br />

trattenute all'interno del corpo.<br />

Con il progre<strong>di</strong>re dell'età la femmina<br />

migra lungo il colon fino a<br />

raggiungere l'apertura anale<br />

dalla quale fuoriesce e in tale<br />

sede comincia a deporre le uova<br />

(fino a 15-20 mila uova per femmina)<br />

e muore. Raramente la<br />

femmina, fuoriuscita dall'apertura<br />

anale, si introduce nella vagina<br />

oppure ritorna all'interno<br />

del lume intestinale.<br />

Le uova emesse, grazie a una<br />

particolare composizione della<br />

parete, restano adese alla cute.<br />

Le uova restano vitali e infestanti<br />

per circa 2 settimane, ma sono<br />

inattivate dalle temperature superiori<br />

a 60°C.<br />

Infestazione e clinica<br />

L'infestazione avviene essenzialmente<br />

per via orale attraverso<br />

l'ingestione <strong>di</strong> uova<br />

presenti sulle mani (tipica autoinfestazione<br />

dei bambini) oppure<br />

attraverso l'ingestione <strong>di</strong><br />

cibi o la manipolazione <strong>di</strong> oggetti<br />

infestati. Le uova possono<br />

essere <strong>di</strong>ffuse negli ambienti<br />

anche attraverso le mosche.<br />

Si tratta essenzialmente <strong>di</strong> una<br />

parassitosi che colpisce i bambini,<br />

anche se può colpire gli<br />

adulti in particolare se convivono<br />

con bambini infestati.<br />

Il significato patogeno del parassita<br />

è essenzialmente dovuto a<br />

fenomeni irritativi della mucosa<br />

intestinale e dalla sottrazione <strong>di</strong><br />

nutrimento. Nei bambini la parassitosi<br />

può essere asintomatica<br />

(in particolare nelle prime settimane<br />

con basse cariche infestanti),<br />

oppure si esprime con:<br />

prurito anale, sintomo classico<br />

che si manifesta maggiormente<br />

nelle ore notturne<br />

arrecando molto fasti<strong>di</strong>o;<br />

<strong>di</strong>sturbi gastroenterici vaghi,<br />

in taluni casi la parassitosi determina<br />

una sintomatologia <strong>di</strong> tipo<br />

appen<strong>di</strong>colare che può essere<br />

confusa con appen<strong>di</strong>citi;<br />

<strong>di</strong>sturbi della sfera emotiva,<br />

con insonnia, agitazione, <strong>di</strong>minuzione<br />

dell'appetito e irritabilità.<br />

Assolutamente importante precisare<br />

che gli ossiuri non hanno<br />

nessuna correlazione con l'acetone<br />

(crisi acetonemiche) che<br />

trova le sue cause in <strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni metabolici<br />

che determinano la presenza<br />

<strong>di</strong> corpi chetonici nel<br />

sangue. Nella cultura popolare,<br />

invece, sussiste la convinzione<br />

che siano gli stessi ossiuri ad essere<br />

causa scatenante delle crisi<br />

acetonemiche.<br />

Diagnosi e trattamento<br />

Una corretta <strong>di</strong>agnosi è essenziale<br />

al fine <strong>di</strong> poter risolvere<br />

questa parassitosi efficacemente<br />

e in tempi rapi<strong>di</strong>, oltre permettere<br />

<strong>di</strong> mettere un punto fermo sull'infestazione<br />

del soggetto, mentre<br />

troppo spesso la <strong>di</strong>agnosi e il trattamento<br />

sono basati sulle osservazioni<br />

<strong>di</strong> presenze vermiformi<br />

riscontrate nella massa fecale,<br />

oppure, sul prurito anale che, nonostante<br />

sia un buon sintomo che<br />

possa far pensare all'infestazione<br />

da ossiuri in età pe<strong>di</strong>atrica, però<br />

in realtà può essere <strong>di</strong> origine<br />

non parassitaria.<br />

La <strong>di</strong>agnosi deve essere basata su:<br />

riscontro e determinazione<br />

<strong>di</strong> adulti isolati dalla massa fecale;<br />

ricerca delle uova tramite<br />

scotch-test eseguito <strong>di</strong> mattino<br />

(appena il bambino si sveglia) e<br />

per tre giorni consecutivi (un campione<br />

può determinare facilmente<br />

una falsa negatività).<br />

A <strong>di</strong>agnosi certa il trattamento<br />

farmacologico è sempre in<strong>di</strong>cato<br />

e fra i principi attivi che funzionano<br />

meglio si annovera il mebendazolo.<br />

Il trattamento deve<br />

sempre essere eseguito una seconda<br />

volta dopo 7-21 giorni. Al<br />

fine <strong>di</strong> evitare la <strong>di</strong>spersione ambientale<br />

delle uova è utile praticare<br />

al bambino parassitato,<br />

ogni mattina appena sveglio, un<br />

lavaggio dell'area anogenitale<br />

con acqua e sapone. Questo lavaggio<br />

deve essere pratica per<br />

almeno 4-5 giorni dopo il trattamento<br />

antiparassitario.<br />

Rime<strong>di</strong> popolari<br />

I rime<strong>di</strong> popolari sono molti e<br />

spesso inefficaci, altri ingiustificati<br />

e pericolosi.<br />

Fra le tecniche popolari per il<br />

trattamento degli ossiuri si annovera:<br />

rimozione dei vermi, prevede<br />

la rimozione dei parassiti<br />

attraverso manipolazioni a livello<br />

dell'articolazione del polso. Dopo<br />

alcuni atti “estrattivi” il guaritore<br />

butta nuovamente i vermi nel terreno<br />

(credenza che i vermi dei<br />

bambini conducano vita libera<br />

nel terreno);<br />

segnatura dei vermi. È un<br />

trattamento a <strong>di</strong>stanza, dove il<br />

guaritore attraverso un particolare<br />

rituale tira dei fili <strong>di</strong> cotone<br />

incrociandoli sull'acqua e poi li<br />

taglia. I fili in questione rappresentano<br />

le presenze parassitarie<br />

che vengono uccise<br />

attraverso il taglio;<br />

infuso <strong>di</strong> assenzio, si somministrava<br />

un decotto <strong>di</strong> foglie <strong>di</strong> as-<br />

Ospedale IN 17<br />

senzio (Artemisia absinthium).<br />

Questa pianta possiede sostanze<br />

farmacologicamente attive con<br />

proprietà tossiche epilettogene,<br />

seppur possa potenzialmente<br />

avere effetti vermifughi sussiste il<br />

rischio <strong>di</strong> effetti tossici, in particolare<br />

nei bambini, oltre ad essere<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>fficile somministrazione<br />

(gusto molto amaro e acre);<br />

cartine vermifughe. Venivano<br />

preparate da alcuni farmacisti<br />

almeno fino alla metà degli<br />

anni '80. Questa cartine contenevano<br />

una miscela <strong>di</strong> santonina<br />

(principio attivo estratto dai semi<br />

<strong>di</strong> Artemisia cina) e cloruro mercuroso<br />

(calomelano). L'azione<br />

vermifuga era esplicata principalmente<br />

dall'artemisia, mentre il<br />

calomelano aveva effetto prettamente<br />

purgante. L'uso è ingiustificato<br />

per via della tossicità dei<br />

principi attivi;<br />

collane <strong>di</strong> aglio. L'aglio<br />

gode <strong>di</strong> ampia popolarità e al<br />

fine <strong>di</strong> sconfiggere gli ossiuri si<br />

utilizzano gli spicchi sbucciati<br />

con i quali si fa una collana<br />

che viene posta al collo del<br />

bambino alla sera prima <strong>di</strong> andare<br />

a letto. Questa tecnica risulta<br />

assolutamente inefficace e<br />

si corre il rischio <strong>di</strong> determinare<br />

reazioni infiammatorie<br />

cutanee in particolare nei bambini<br />

piccoli.<br />

Conclusioni<br />

La parassitosi da ossiuri è un evento parassitario che non rappresenta<br />

un'urgenza me<strong>di</strong>ca. Il nocciolo del problema sta nel sapere in<strong>di</strong>viduare<br />

tempestivamente segni e sintomi che possano far preludere ad un'infestazione<br />

del bambino e attuare, assieme al pe<strong>di</strong>atra nei casi in cui è necessario,<br />

un corretto iter <strong>di</strong>agnostico prima <strong>di</strong> intraprendere qualsiasi<br />

trattamento farmacologico.<br />

Assolutamente sono inutili (ritardano solo un trattamento efficace) e talvolta<br />

anche pericolosi i rime<strong>di</strong> popolari, considerato che oggi si <strong>di</strong>spone<br />

<strong>di</strong> farmaci ampiamente testati in età pe<strong>di</strong>atrica e assolutamente sicuri sotto<br />

il profilo tossicologico, oltre ad essere ben tollerati.<br />

Il trattamento farmacologico è sicuramente risolutivo ma al tempo stesso<br />

è assolutamente necessario inasprire le misure <strong>di</strong> igiene del bambino, dei<br />

conviventi e degli ambienti.<br />

Ottima abitu<strong>di</strong>ne, utile anche per prevenire la parassitosi negli ambienti<br />

comunitari (scuole, asili, ecc.), è insegnare ai bambini a:<br />

non mettere gli oggetti in bocca;<br />

non mettere le mani in bocca;<br />

lavarsi correttamente le mani nei mo<strong>di</strong> e nei tempi opportuni.<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista ambientale le uova possono essere infettanti per <strong>di</strong>verse<br />

settimane e sono resistenti ai più comuni <strong>di</strong>sinfettanti domestici.<br />

Quin<strong>di</strong> in caso <strong>di</strong> parassitosi è importante:<br />

aerare sempre bene le stanze (al fine <strong>di</strong> ridurre l'umi<strong>di</strong>tà);<br />

esporre al sole effetti letterecci oppure trattarli con il vapore (attraverso<br />

l'uso <strong>di</strong> generatori <strong>di</strong> vapore);<br />

cambiare frequentemente le lenzuola e lavarle a temperature adeguate<br />

assieme alla biancheria intima (> 60°C per almeno 20 minuti).<br />

PREEVENZIIONE


18<br />

NON SOLO OSSPEDALLEE<br />

Ospedale IN<br />

I POETI LIRICI GRECI<br />

ARCAICI IN PIEMONTESE!<br />

<strong>di</strong> Michele Bertero, SC Dermatologia<br />

Tra gli autori che scrivono in lingua piemontese, ho avuto occasione <strong>di</strong> conoscere<br />

l’Ingegnere Enrico Gullino, un Saluzzese che coltiva numerosi interessi culturali <strong>di</strong><br />

carattere storico ed artistico e che è stato anche autore <strong>di</strong> una originale traduzione<br />

dal greco antico alla lingua piemontese dei poeti lirici greci più antichi. Ho voluto<br />

qui riportare un esempio del suo interessante - e forse unico - lavoro.<br />

Enrico Gullino è nato a Saluzzo<br />

dove ha compiuto gli stu<strong>di</strong><br />

classici <strong>di</strong>plomandosi al Liceo<br />

Ha pubblicato la traduzione in<br />

Piemontese dei Carmi <strong>di</strong> Catullo a<br />

Lesbia (Lesbia, mè cheur; Saluzzo,<br />

G.B. Bodoni. Laureatosi in Inge-<br />

1980) e quella, già citata, dei Lirici<br />

gneria Elettrotecnica al Politecnico<br />

greci arcaici (Ij lirich grech arcàich,<br />

<strong>di</strong> Torino, ha svolto la sua carriera<br />

Gribaudo E<strong>di</strong>tore, Cavallermag-<br />

nell’industria, lavorando per imgiore<br />

1994).<br />

portanti gruppi internazionali. Dal<br />

Questa traduzione ha suscitato<br />

1980 al 2000, data del pensiona-<br />

l’interesse e l’approvazione del<br />

mento, si è de<strong>di</strong>cato alla libera pro-<br />

Prof. Umberto Boella, già docente<br />

fessione.<br />

<strong>di</strong> lettere antiche in Cuneo e noto<br />

Sotto il profilo culturale, ha col-<br />

per il suo rigore tecnico e <strong>di</strong>dattico.<br />

laborato con il “Musicalbrandé”,<br />

Il Professore stesso ha presentato<br />

ha collaborato e collabora con “La<br />

con grande interesse il lavoro <strong>di</strong><br />

Slòira”, “Piemontèis Ancheuj”,<br />

Gullino in una nota pubblicata su<br />

“L’Armanach <strong>di</strong>j Brandé”,<br />

“La Guida” n. 6 <strong>di</strong> Venerdì 10<br />

“Coumboscuro” e vari altri fogli in L’Ingegnere Enrico Gullino, autore<br />

Piemontese ed in Provenzale. È della traduzione in Piemontese<br />

stato premiato in molti importanti dei Poeti lirici greci più antichi.<br />

Febbraio 1995. Il testo è stato<br />

anche recensito da La Stampa e da<br />

fogli saluzzesi.<br />

concorsi in Piemontese ed ha otte-<br />

Enrico Gullino ha anche pubblinuto<br />

premi e menzioni nei concorsi internazionali cato Nebie e lun-e, una raccolta <strong>di</strong> 26 poesie in<br />

<strong>di</strong> poesia in lingua provenzale.<br />

Piemontese con traduzione italiana a fronte.<br />

Ma ora passiamo al confronto <strong>di</strong> uno <strong>di</strong> questi frammenti poetici, nel testo originale (ci in<strong>di</strong>rizziamo<br />

ai pochi “grecisti” attivi), nella traduzione in Piemontese <strong>di</strong> Gullino ed in una traduzione in Italiano.<br />

Lirica <strong>di</strong> Mimnermo <strong>di</strong> Colofone, poeta greco del settimo secolo prima <strong>di</strong> Cristo.<br />

Di questo autore ci sono giunti solo sei o sette frammenti <strong>di</strong> poesie.<br />

Questo testo greco originale è stato scritto oltre duemilasettecento anni fa!<br />

Noi, come le feuje che la primavera,<br />

mare ‘d tute le fior, a fà fiurì<br />

e jë splëndor dël sol fan chërsi ‘n pressa,<br />

noi i sërcoma ‘d cheuj fin ch’a n’i-é<br />

le fior d’una stagion tròp lesta e curta<br />

sensa deje da ment gnanca na frisa<br />

a lò che ‘d bin e ‘d mal ël Cel masenta.<br />

Neire a në stan dacant veciaja e mòrt<br />

e në slussi l’é ‘l temp ëd giovëntura,<br />

longh coma longh a l’è ‘l temp ch’a-i buta ‘l sol<br />

a spantié so splëndor su costa tera.<br />

Ma quand che ‘l termo a sarà tòst passà<br />

mej la mòrt: ogni sòrta d’assident<br />

alora a caleran a sgnaché ‘l cheur:<br />

na vita pòvra e maira e decadenta,<br />

un dëstrut daj sagrin e n’aotr solet,<br />

consumà da na veuja ‘d companìa<br />

ch’a lo compagnerà fin’a la tomba...<br />

E a gnun ël Cel a-j negherà ‘d miseria.<br />

Traduzione in lingua Piemontese della<br />

poesia greca <strong>di</strong> Mimnermo riportata<br />

sopra. La traduzione è opera <strong>di</strong> Enrico<br />

Gullino ed è ripresa dal suo testo “Ij<br />

lirich grech arcaich”, Gribaudo E<strong>di</strong>tore,<br />

Cavallermaggiore 1994.<br />

Considerazioni<br />

sul testo<br />

Si tratta <strong>di</strong> una poesia greca<br />

antichissima (VII secolo a.C.) <strong>di</strong><br />

Mimnermo, composta con lo<br />

schema metrico del <strong>di</strong>stico elegiaco.<br />

Il poeta mette in stridente<br />

contrasto la giovinezza dell’uomo,<br />

che viene associata alla<br />

luce del sole, ai fiori, alle foglie,<br />

alla luminosa primavera, alla<br />

spensieratezza, con la decadenza<br />

della vecchiaia che viene<br />

tormentata ulteriormente dalle<br />

più comuni ma terribili sofferenze:<br />

l’in<strong>di</strong>genza, la solitu<strong>di</strong>ne<br />

per la mancanza <strong>di</strong> figli, la demenza.<br />

C’è una caduta libera<br />

nell’angoscia più profonda.<br />

Il punto <strong>di</strong> rottura tra la positività<br />

iniziale e la brutale negatività<br />

conclusiva è il lavoro<br />

subdolo ed in<strong>di</strong>fferente delle<br />

Parche, <strong>di</strong>vinità che regolano il<br />

destino dell’uomo nella mitologia<br />

antica.<br />

Quello che è straor<strong>di</strong>nario in<br />

questo frammento è l’attualità<br />

assoluta dei sentimenti espressi<br />

dal poeta migliaia <strong>di</strong> anni fa e<br />

la considerazione <strong>di</strong> come per<br />

ciò che riguarda le con<strong>di</strong>zioni<br />

umane che vengono citate nulla<br />

sia cambiato in questo lunghissimo<br />

tempo.<br />

La profonda tristezza che promana<br />

da questo testo, più profonda<br />

<strong>di</strong> quanto non appaia ad<br />

una rapida lettura, ricorda il<br />

pessimismo del Leopar<strong>di</strong>, nostro<br />

sommo poeta ben più recente.<br />

I Lirici greci<br />

Sono stati chiamati “Lirici” i<br />

poeti che sono vissuti in varie<br />

parti della Grecia tra il VII ed il<br />

VI secolo avanti Cristo e che<br />

cantavano le proprie poesie accompagnandosi<br />

con la lira, antico<br />

strumento musicale a corda.<br />

Si potrebbero definire i più antichi<br />

cantastorie dell’Occidente.<br />

La poesia lirica si caratterizza<br />

per l’interesse centrale per<br />

l’uomo, le sue espressioni, i suoi<br />

sentimenti e le sue reazioni (a<br />

<strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong> quella epica, che<br />

celebrava l’eroe ed il suo destino<br />

mescolato agli interventi<br />

degli dei, e <strong>di</strong> quella tragica,<br />

che contrapponeva l’uomo al<br />

suo destino e raggiungendo<br />

l’espressione letteraria più alta<br />

Ospedale IN 19<br />

Come la fiorita stagione della primavera fa<br />

crescere le foglie che si sviluppano in fretta con<br />

i raggi del sole, così noi ci rallegriamo per un<br />

attimo dei fiori della giovinezza senza conoscere<br />

né bene né male da parte degli dei; ma le nere<br />

Parche ci stanno accanto, l’una tenendo la fine<br />

della terribile vecchiaia e l’altra della morte:<br />

breve è il frutto della giovinezza, come il tempo<br />

che il sole impiega ad illuminare la terra. E dopo<br />

arriva la fine della stagione, subito il morire appare<br />

preferibile al vivere; infatti nell’animo accadono<br />

molte brutte cose: talvolta si è privati<br />

della casa e si sopportano le sofferenze della dolorosa<br />

povertà, un tale vorrebbe i figli e desiderandoli<br />

moltissimo scende sotto terra nell’Ade<br />

[senza averli avuti]; un altro ha una malattia che<br />

gli rode la mente e non c’è nessun uomo a cui<br />

Zeus non <strong>di</strong>a molti mali.<br />

Traduzione in lingua italiana della<br />

poesia greca <strong>di</strong> Mimnermo riportata<br />

sopra, del dott. Michele Bertero.<br />

e perfezionata della poesia occidentale).<br />

Dal punto <strong>di</strong> vista<br />

formale, la lirica ha portato<br />

anche all’invenzione <strong>di</strong> nuovi<br />

ritmi più adatti a scan<strong>di</strong>re i contenuti<br />

soggettivi.<br />

La poesia lirica nasce quando<br />

l’uomo greco è costretto a migrare<br />

in altre isole od in altre<br />

terre alla ricerca <strong>di</strong> una vita migliore<br />

e si trova ad essere arbitro<br />

del proprio destino personale ed<br />

artefice delle proprie scelte, <strong>di</strong> cui<br />

sconta in prima persona i rischi<br />

e le conseguenze: <strong>di</strong> qui una<br />

poesia centrata sul singolo e sui<br />

suoi sentimenti.<br />

Sebbene <strong>di</strong> questi Autori<br />

(Archiloco, Mimnermo, Alceo,<br />

Saffo, Ipponatte) ci siano giunti<br />

soltanto frammenti poetici <strong>di</strong><br />

testi recuperati fortunosamente<br />

o citati da Autori più recenti,<br />

quello che è rimasto è stato un<br />

punto <strong>di</strong> riferimento fisso per la<br />

formazione <strong>di</strong> alta cultura<br />

dell’Occidente, a partire dai<br />

tempi <strong>di</strong> Alessandro Magno, attraverso<br />

l’Atene <strong>di</strong> Platone e <strong>di</strong><br />

Aristotele, Roma antica ed il suo<br />

Impero, per giungere, attraverso<br />

il Me<strong>di</strong>oevo ed il Rinascimento,<br />

fino ai nostri tempi.<br />

NON SOLOO OSPPEDAALE


20<br />

NON SOLO OSSPEDALLEE<br />

Ospedale IN<br />

L’OSPEDALE SANTA CROCE<br />

NEL PERIODO<br />

Il grande ospedale citta<strong>di</strong>no<br />

sito nel cuore della città antica,<br />

ritornato nella gestione<br />

della Confraternita <strong>di</strong> Santa<br />

Croce, dopo la parentesi francese<br />

con la Commissione degli<br />

Ospizi1 , manteneva pressoché<br />

intatto il suo spirito <strong>di</strong> assistenza<br />

ai ceti più deboli e meno abbienti<br />

della popolazione, ed era<br />

amministrato dai membri delle<br />

principali famiglie dell’èlite<br />

nobiliare cuneese. Le <strong>di</strong>sposizioni<br />

legislative degli anni 1850-<br />

1852 – leggi guarentigie – ad<br />

opera del ministro <strong>di</strong> Grazia e<br />

Giustizia Giuseppe Siccar<strong>di</strong><br />

(1802-1857) avevano per oggetto<br />

la riduzione dei gran<strong>di</strong><br />

patrimoni degli or<strong>di</strong>ni ecclesiastici<br />

al fine <strong>di</strong> generare un maggior<br />

<strong>di</strong>namismo economico e<br />

miglioramento della produttività<br />

agraria. Le leggi entravano<br />

pure nella questione legata alla<br />

gestione degli ospedali, ai quali<br />

poneva, per la prima volta dalla<br />

loro costituzione, molti risalivano<br />

ai sec. <strong>XI</strong>V e XV, un controllo<br />

da parte dello Stato sulla<br />

ven<strong>di</strong>ta e acquisizione dei patrimoni<br />

immobiliari. L’ingresso<br />

dello Stato nel controllo del patrimonio<br />

<strong>di</strong> questi enti assistenziali<br />

privati rappresentava non<br />

soltanto una questione economica,<br />

ma era finalmente l’interesse<br />

della cosa pubblica nei<br />

confronti <strong>di</strong> un settore scarsamente<br />

considerato dalle forze<br />

governative. Tutto ciò non avveniva<br />

per caso ma grazie ad una<br />

crescita nel campo scientifico<br />

me<strong>di</strong>co-chirurgico nei paesi<br />

avanzati quali: Inghilterra,<br />

Francia, Olanda e Paesi ger-<br />

Parte II<br />

a cura dell’Arch. Edoardo Cavallo<br />

Fig. 7. G. ROSSI, Nuovo Piano Regolatore per le opere <strong>di</strong><br />

Abbellimento ed Ingran<strong>di</strong>mento della Città <strong>di</strong> Cuneo, 1832.<br />

Particolare dell’isolato (Isola XX<strong>XI</strong>V) e<strong>di</strong>lizio contenente i fabbricati<br />

dell’Ospedale Santa Croce con la chiesa annessa.<br />

manici 2 . Lo Stato Sabaudo<br />

aveva <strong>di</strong>mostrato, sin dal 1710,<br />

grazie all’iniziativa del re<br />

Vittorio Amedeo II, un aperto<br />

interesse verso le questioni sanitarie<br />

con la costruzione del<br />

nuovo grande ospedale torinese<br />

<strong>di</strong> San Giovanni Battista ad<br />

opera dell’architetto Amedeo <strong>di</strong><br />

Castellamonte 3 . Aveva imposto<br />

una scuola universitaria <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

per coloro che si occupavano<br />

della cura degli<br />

ammalati negli ospedali, reclutando<br />

per l’Università i migliori<br />

me<strong>di</strong>ci e chirurghi d’Europa, attingendo<br />

dalle famose scuole <strong>di</strong><br />

Padova, Bologna, Parigi, Leida<br />

e Oxford. L’interesse del sovrano,<br />

unitamente alle <strong>di</strong>sposi-<br />

zioni legislative in materia, avevano,<br />

nel tempo, coinvolto tutte le<br />

organizzazioni laico-religiose<br />

che gestivano gli ospedali locali<br />

– Confraternite – tanto da indurre<br />

all’abbandono gli antichi<br />

complessi e<strong>di</strong>lizi me<strong>di</strong>oevali ed<br />

e<strong>di</strong>ficarne <strong>di</strong> nuovi: ve<strong>di</strong> i casi<br />

dell’ospedale SS. Trinità <strong>di</strong><br />

Fossano, dell’Annunziata <strong>di</strong><br />

Savigliano oppure lo Spada <strong>di</strong><br />

Racconigi, mentre altri come<br />

quello <strong>di</strong> Cuneo e Mondovì rimaneggiarono<br />

ampiamente ed<br />

in modo complesso i loro siti<br />

originali.<br />

A Cuneo il complesso e<strong>di</strong>lizio<br />

dell’Ospedale <strong>di</strong> Santa Croce,<br />

negli anni che precedono<br />

l’Unità d’Italia, è, tutto som-<br />

mato, quello settecentesco.<br />

Gli ultimi gran<strong>di</strong> interventi,<br />

e cioè la<br />

costruzione della manica<br />

verso giorno con il<br />

grande ingresso e lo<br />

scalone marmoreo,<br />

erano stati realizzati<br />

negli anni 1727-1735<br />

su progetto degli architetti<br />

Francesco Gallo e<br />

Vittorio Bruno <strong>di</strong> Samone.<br />

Negli anni 1769-1775<br />

seguendo il <strong>di</strong>segno dell’architetto<br />

Bernardo<br />

Vittone furono portati a<br />

compimento dal capomastro<br />

Giacomo Boggio gli<br />

interventi nel grande cortile<br />

con una serie <strong>di</strong> opere<br />

che interessarono la chiusura<br />

del loggiato interno<br />

con gran<strong>di</strong> vetrate e tamponamenti<br />

con finestre<br />

rettangolari 4 .<br />

Il complesso e<strong>di</strong>lizio era<br />

articolato su quattro corpi<br />

<strong>di</strong> fabbrica, collegati tra<br />

loro, e posti lungo le<br />

strade che perimetravano<br />

l’isolato: la contrada <strong>di</strong><br />

San Francesco a notte, il<br />

baluardo <strong>di</strong> Stura a ponente, la<br />

contrada dell’Ospedale a<br />

giorno, e la contrada <strong>di</strong> Santa<br />

Croce a levante. I piani erano<br />

tre fuori terra ed uno seminterrato.<br />

I vari progetti <strong>di</strong> metà-fine<br />

Settecento avevano razionalizzato<br />

i blocchi e<strong>di</strong>lizi originali<br />

abbattendone alcuni e completandone<br />

altri, tanto da generare<br />

Fig. 8. B. VITTONE, Pianta del piano Primo<br />

con le due gran<strong>di</strong> “infermerie” a ponente separate<br />

dalla cappella interna. La corte interna<br />

ha il loggiato su due soli lati, databile al 1769.<br />

un ampio cortile interno con<br />

l’affaccio dei due piani <strong>di</strong> loggiati<br />

aperti. L’ingresso principale<br />

era sulla contrada <strong>di</strong> Santa<br />

Croce con un magnifico portale<br />

marmoreo barocco e un portone<br />

in noce scolpito. Dal loggiato<br />

del piano primo, che non<br />

tardò ad essere chiuso da vetrate<br />

e tamponamenti in mura-<br />

Fig. 9. G. ROSSI, Progetto <strong>di</strong> ampliazione della manica al sudovest<br />

del fabbricato del venerando Spedale dei Poveri Infermi<br />

eretto in questa Città sotto il titolo <strong>di</strong> Santa Croce collo stabilimento<br />

<strong>di</strong> un teatro anatomico 23 marzo 1833 [Pianta del Piano Primo).<br />

Ospedale IN<br />

tura con finestre rettangolari<br />

alte, sempre per la<br />

solita questione dei rigori<br />

invernali, si aprivano le<br />

porte <strong>di</strong> accesso alle infermerie<br />

per gli uomini,<br />

mentre per quella delle<br />

donne la manica si protendeva<br />

oltre il quadrilatero<br />

verso giorno. In<br />

mezzo, a separare i due<br />

sessi, la cappella con due<br />

ampie porte che consentivano<br />

ai degenti <strong>di</strong> seguire<br />

le cerimonie<br />

liturgiche. Nella manica<br />

traversa, verso giorno, a<br />

ridosso della chiesa,<br />

erano collocati gli ambienti<br />

per gli “incurabili”,<br />

i locali <strong>di</strong> alloggio per il<br />

primo me<strong>di</strong>co e primo<br />

chirurgo. In quella verso<br />

notte, con il grande portone<br />

carraio vi erano i<br />

locali destinati al Monte<br />

<strong>di</strong> Pietà.<br />

Il piano terreno era riservato<br />

agli ambienti <strong>di</strong><br />

supporto al nosocomio<br />

quali: la farmacia, l’amministrazione,<br />

i locali per<br />

la cucina e refettorio per i pellegrini,<br />

i depositi. Al piano secondo<br />

i gran<strong>di</strong> granai e gli<br />

alloggiamenti per il personale<br />

<strong>di</strong> servizio. Nel piano seminterrato<br />

vi erano collocate le cantine,<br />

le <strong>di</strong>spense, legnaie, ed<br />

altri ambienti <strong>di</strong> servizio.<br />

Il primo importante intervento<br />

del sec. <strong>XI</strong>X era avvenuto nel<br />

1833-34 quando si costruì il<br />

“teatro anatomico” ed i locali <strong>di</strong><br />

servizio, come prolungamento<br />

della manica delle “infermerie”<br />

verso meri<strong>di</strong>one. I lavori erano<br />

stati progettati sin dal 1823, ma<br />

la loro attuazione avvenne soltanto<br />

<strong>di</strong>eci anni dopo, quando<br />

era alle porte della città l’epidemia<br />

colerica proveniente dalla<br />

Provenza.<br />

Le con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> fruibilità delle<br />

varie maniche e<strong>di</strong>lizie risentivano<br />

negli anni Cinquanta <strong>di</strong><br />

forti carenze sia in termini <strong>di</strong><br />

spazio, sia in termini <strong>di</strong> degrado<br />

igienico-e<strong>di</strong>lizio. Uno dei<br />

problemi prioritari era la mancanza<br />

<strong>di</strong> acqua corrente ai vari<br />

piani. Tutta l’acqua usata veniva<br />

attinta dall’antico pozzo idrico<br />

21<br />

NON SOLOO OSPPEDAALE


22<br />

NON SOLO OOSSPEEDALE<br />

Ospedale IN<br />

all’interno della grande corte, il<br />

quale era stato approfon<strong>di</strong>to<br />

sino a raggiungere la falda<br />

freatica a circa quaranta metri<br />

sotto il piano del cortile. Il primario<br />

me<strong>di</strong>co Luigi Parola, sempre<br />

nella sua Relazione al<br />

Comitato provinciale del 1853,<br />

ne aveva denunciato la mancanza<br />

come cosa molto grave<br />

sotto il profilo sanitario per un<br />

ospedale <strong>di</strong> tale <strong>di</strong>mensione ed<br />

importanza. Gli amministratori<br />

dell’ospedale accolsero la richiesta<br />

del me<strong>di</strong>co e fecero re<strong>di</strong>gere<br />

nel 1853, dal geometra Francesco<br />

Dematteis, il progetto <strong>di</strong> collegamento<br />

tra la pubblica<br />

fontana 5 posta sulla Contrada <strong>di</strong><br />

Santa Croce e la manica delle<br />

“infermerie” me<strong>di</strong>ante una condotta<br />

in tubi <strong>di</strong> piombo attraverso<br />

il cortile dello speziale, la grande<br />

corte centrale dove fu costruita<br />

una fontana all’aperto, le cucine,<br />

sino a raggiungere, al<br />

piano primo, i due gran<strong>di</strong> cameroni<br />

ed i bagni. L’opera risultava<br />

tecnicamente interessante,<br />

sia per la <strong>di</strong>mensione dell’immobile<br />

servito, sia per i materiali<br />

dell’epoca, ma doveva scontrarsi<br />

con la <strong>di</strong>mensione eccessivamente<br />

ridotta della presa d’acqua.<br />

La <strong>di</strong>fficoltà <strong>di</strong> far giungere<br />

l’acqua al primo piano annullò,<br />

in parte, i vantaggi dell’opera.<br />

Si dovette trovare un nuovo accordo<br />

con il Municipio per poter<br />

aumentare la portata e far giungere<br />

un quantitativo sufficiente<br />

alle “infermerie”.<br />

1 La Commissione <strong>di</strong>partimentale<br />

per gli Ospizi sorta nel 1802, aveva<br />

sostituito i vari enti e istituzioni <strong>di</strong> matrice<br />

cattolica che avevano dato origine<br />

all’assistenza sanitaria e sociale<br />

sul territorio. All’inizio i componenti,<br />

<strong>di</strong> nomina prefettizia, erano scelti tra<br />

coloro che appartenevano alla fazione<br />

giacobina, come l’ex frate<br />

Cavalli, il teologo Michele Revelli, gli<br />

avvocati Giuseppe Maria Fantini e<br />

Giuseppe Barbaroux, il me<strong>di</strong>co<br />

Javelli, il chirurgo Demichelis, ed<br />

altri. Con l’affermarsi dell’Impero i<br />

membri mutano e poco alla volta subentrano<br />

nuovamente le famiglie nobili<br />

che avevano avuti loro membri<br />

nell’esercito napoleonico come i<br />

Fig. 10. F. DEMATTEIS, Progetto per la derivazione dell’acqua dalla<br />

fontana pubblica esistente presso la chiesa <strong>di</strong> Santa Croce alle cinque<br />

interne <strong>di</strong> cui: una per il laboratorio della farmacia, una per<br />

il cortile centrale, una per la cucina, due per le infermerie ed una<br />

per i bagni (1853). L<br />

Ferrarsi <strong>di</strong> Celle, i Casotti <strong>di</strong> Chiusano,<br />

etc. La Commissione essendo<br />

costituita dagli stessi esponenti delle<br />

famiglie patrizie che l’avevano retta<br />

sino alla conquista napoleonica,<br />

mantenne, <strong>di</strong> fatto, una gestione<br />

molto simile a quella passata, senza<br />

fondamentali innovazioni, benché vi<br />

fossero molte novità in campo sanitario,<br />

si pensi alla campagna <strong>di</strong> vacinazione<br />

contro il vaiolo, che venne<br />

imposta dal governo francese con<br />

successo anche in Piemonte.<br />

Cfr. I. M. SACCO, La Provincia <strong>di</strong><br />

Cuneo dal 1800 ad oggi, Torino 1956.<br />

2 Lo stesso me<strong>di</strong>co Parola, unitamente<br />

al filosofo Vincenzo Botta,<br />

viaggiarono in Germania, Austria,<br />

Francia ed Inghilterra per conoscere<br />

la situazione sociale e sanitaria ed al<br />

loro ritorno <strong>di</strong>edero alla stampe il volume<br />

Del Pubblico insegnamento in<br />

Germania, stu<strong>di</strong> del dottore Luigi<br />

Parola e professor Vincenzo Botta,<br />

già deputati alla Camera Subalpina<br />

(Torino, Favale 1851). Nel volume i<br />

due autori <strong>di</strong>chiarano apertamente la<br />

loro convinzione che soltanto con<br />

l’istruzione impartita da preparati insegnanti<br />

si potesse formare una<br />

classe <strong>di</strong>rigente valida a governare le<br />

nazioni nello spirito <strong>di</strong> quell’ “apostolato”<br />

mazziniano <strong>di</strong> cui loro stessi<br />

erano convinti assertori. L’azione del<br />

Parola si estese ovviamente al suo<br />

settore specialistico, denunciando in<br />

più occasioni la necessità <strong>di</strong> un maggior<br />

impegno nell’assistenza sanitaria,<br />

lasciata troppo sovente alla<br />

libera iniziativa <strong>di</strong> brava gente, ma<br />

ancora troppo impregnata nelle convinzioni<br />

superstiziose, mentre il pro-<br />

gresso scientifico era già giunto a conoscenze<br />

razionali su quegli stessi<br />

problemi.<br />

3 Cfr. E. DELLAPIANA, P.M.<br />

FURLAN, M. GALLONI: I luoghi delle<br />

cure in Piemonte, Me<strong>di</strong>cina e architettura<br />

tra me<strong>di</strong>oevo ed età contemporanea,<br />

Celid 2004.<br />

4 Per una maggiore conoscenza<br />

dell’opera settecentesca ve<strong>di</strong> il saggio<br />

<strong>di</strong> P. LOVERA: L’Ospedale della<br />

Confraternita <strong>di</strong> Santa Croce in La<br />

Carità svelata, il patrimonio storico<br />

artistico della Confraternita <strong>di</strong> Santa<br />

Croce, a cura <strong>di</strong> Giovanni Romano,<br />

G. Galante Garrone, G. Spione,<br />

Cuneo 2007, pagg. 95-107.<br />

5 L’azione del protome<strong>di</strong>co Parola<br />

tendente al miglioramento delle con<strong>di</strong>zioni<br />

igienico-sanitarie della città,<br />

ed in particolare i suoi interventi per<br />

evitare il <strong>di</strong>ffondersi del contagio colerico<br />

del 1830-35, avevano avuto<br />

come primo aspetto il controllo delle<br />

acque che giungendo nella città dai<br />

canali e pozzi erano utilizzati <strong>di</strong>rettamente<br />

dalla popolazione veicolando<br />

l’infezione. La Municipalità,<br />

accogliendo le sue osservazioni, intraprese<br />

la costruzione <strong>di</strong> pubbliche<br />

fontane me<strong>di</strong>ante la costruzione <strong>di</strong> un<br />

acquedotto con tubazioni interrate,<br />

<strong>di</strong>ramate da un’unica fonte. Le fontane<br />

erano collocate nelle strade, addossate<br />

ai fabbricati con getto<br />

continuo, in modo che la gente potesse<br />

attingere <strong>di</strong>rettamente l’acqua<br />

corrente. L’intero progetto redatto nel<br />

1834 dal civico ingegnere Grato<br />

Perno e dall’ingegnere Giovanni<br />

Battista Moglino <strong>di</strong> Torino si attuò<br />

nell’arco <strong>di</strong> due anni.<br />

Il logo antichissimo<br />

dell’Università <strong>di</strong> Pavia<br />

a 2° guerra d’in<strong>di</strong>pendenza<br />

del 1859, che vide l’alleanza<br />

del Regno <strong>di</strong> Sardegna con la<br />

Francia <strong>di</strong> Napoleone III, provocò<br />

ingenti spostamenti <strong>di</strong><br />

truppe e numerosi fatti d’armi<br />

nella bassa Lombar<strong>di</strong>a, a pochi<br />

chilometri da Pavia. Ma con il<br />

transito delle truppe si verificò un<br />

notevole aumento <strong>di</strong> infezioni <strong>di</strong><br />

Sifilide, che minacciava <strong>di</strong> <strong>di</strong>ffondersi<br />

pericolosamente anche<br />

tra la popolazione civile.<br />

Ricor<strong>di</strong>amo che la Sifilide è<br />

una malattia batterica sessualmente<br />

trasmessa che passa attraverso<br />

tre fasi: inizialmente si<br />

manifesta una piccola ulcera nel<br />

punto <strong>di</strong> contagio che guarisce<br />

da sola in poche settimane anche<br />

senza trattamento, poi l’infezione<br />

si <strong>di</strong>ssemina provocando eruzioni<br />

cutanee, le più varie, per<br />

alcuni mesi, per poi spegnersi<br />

apparentemente. In realtà in<br />

circa un terzo degli infetti, in assenza<br />

<strong>di</strong> trattamento, dopo alcuni<br />

anni si possono avere<br />

gravissime compromissioni neurologiche<br />

che possono portare<br />

alla demenza (nell’Ottocento i<br />

Manicomi erano popolati per la<br />

maggior parte da sifilitici) o car<strong>di</strong>ologiche,<br />

con danni letali dell’aorta<br />

toracica o delle valvole<br />

car<strong>di</strong>ache. La complicanza peggiore,<br />

con gravi risvolti sociali,<br />

era però la Sifilide connatale,<br />

trasmessa dalla madre infetta al<br />

feto/neonato che se sopravviveva<br />

portava per tutta la vita<br />

gravi stigmate e han<strong>di</strong>caps motori<br />

o neurosensoriali (sor<strong>di</strong>tà, cecità,<br />

ecc). Tutto ciò accadeva<br />

poiché non vi era una terapia efficace:<br />

solo verso la fine della 2°<br />

guerra Mon<strong>di</strong>ale è comparsa la<br />

Penicillina, che ha stroncato la<br />

Sifilide ed è tuttora efficacissima:<br />

ma la malattia è sempre in agguato!<br />

In pratica in quegli anni<br />

dell’800 l’importanza e la gravità<br />

della Sifilide erano simili a<br />

quelle dell’AIDS prima che nel<br />

1995 iniziassero ad essere <strong>di</strong>sponibili<br />

trattamenti anti-retrovirali<br />

efficaci: si trattava <strong>di</strong> una<br />

malattia inguaribile e gravata da<br />

un’alta mortalità.<br />

Questi fatti allarmarono non<br />

poco il governo <strong>di</strong> Cavour, tanto<br />

da indurlo ad emettere, il 15<br />

Febbraio 1859, il Regolamento<br />

sulla prostituzione che prevedeva<br />

tra l’altro la cura coatta in sifilocomio<br />

(Ospedale per sifilitici)<br />

delle prostitute sospette <strong>di</strong> male<br />

venereo.<br />

Nel 1859 c’era stata l’annessione<br />

della Lombar<strong>di</strong>a al<br />

Piemonte e l’Università <strong>di</strong> Pavia,<br />

che era sotto l’Austria, passò<br />

sotto la giuris<strong>di</strong>zione del Regno<br />

<strong>di</strong> Sardegna. Questa Università,<br />

fin dai tempi <strong>di</strong> Maria Teresa<br />

d’Austria, era la seconda Università<br />

dell’Impero ed i regnanti<br />

asburgici che si sono succeduti<br />

sul trono imperiale le avevano<br />

concesso notevoli finanziamenti<br />

ed ampliamenti, facendo <strong>di</strong> tutto<br />

perché si sviluppasse un’attività<br />

<strong>di</strong> ricerca, insegnamento ed assistenza<br />

<strong>di</strong> prim’or<strong>di</strong>ne. Le lezioni<br />

venivano tenute in latino.<br />

La nuova legge Casati sull’istruzione<br />

pubblica fece sì che<br />

l’Università <strong>di</strong> Pavia potesse subito<br />

attivare il Corso libero <strong>di</strong><br />

Clinica Sifilitica. Solo dopo qualche<br />

anno, e precisamente nel<br />

1865, venne istituita la Clinica<br />

delle malattie della pelle, che<br />

andò ad affiancarsi alla Clinica<br />

Ospedale IN 23<br />

DERMATOLOGIA<br />

ED UNIFICAZIONE<br />

NAZIONALE A PAVIA<br />

<strong>di</strong> Michele Bertero, SC Dermatologia<br />

Il dott. Michele Bertero, Primario della Dermatologia dell’ASO “Santa Croce e Carle”, ha promosso<br />

e portato avanti per molti anni, con il supporto della nostra Azienda, un rapporto <strong>di</strong> collaborazione<br />

istituzionale con la Clinica Dermatologica dell’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Pavia <strong>di</strong>retta dal<br />

Prof. Giovanni Borroni. Questo fatto permette alla Dermatologia <strong>di</strong> Cuneo <strong>di</strong> essere in <strong>di</strong>retta collaborazione<br />

<strong>di</strong>dattica e scientifica con una delle realtà universitarie italiane più prestigiose nel settore<br />

dermatologico, con collegamenti accademici in tutta Europa e negli Stati Uniti.<br />

Pochi mesi fa la Clinica Universitaria <strong>di</strong> Pavia ha celebrato il 150° anniversario della fondazione,<br />

e dalle relazioni tenute dai Professori pavesi sono emerse le curiose circostanze della nascita della<br />

Dermatologia, intrecciate strettamente con gli eventi bellici risorgimentali.<br />

Sifilitica. Il primo docente fu il<br />

Prof. Angelo Scarenzio, che risulta<br />

così il fondatore della<br />

Clinica Dermatologica <strong>di</strong> Pavia.<br />

Solo in seguito le due Cliniche si<br />

uniranno <strong>di</strong>ventando una Clinica<br />

Dermo-sifilopatica ed in seguito<br />

una Clinica Dermatologica. Per<br />

tutto l’800 infatti il problema<br />

emergente era la Sifilide, mentre<br />

l’interesse per le malattie cutanee<br />

ha potuto svilupparsi solo<br />

dall’inizio del‘900, quando,<br />

grazie alle migliorate misure <strong>di</strong><br />

prevenzione ed alla <strong>di</strong>sponibilità<br />

<strong>di</strong> cure dotate <strong>di</strong> qualche efficacia,<br />

la casistica <strong>di</strong> Sifilide<br />

andò decrescendo.<br />

Ecco come il flusso dei gran<strong>di</strong><br />

eventi storici che hanno portato<br />

all’unificazione nazionale, intrecciandosi<br />

con i movimenti epidemiologici<br />

<strong>di</strong> una malattia come la<br />

Sifilide, la cui cura è <strong>di</strong> pertinenza<br />

del Dermatologo, ha condotto<br />

alla nascita della Dermatologia<br />

Universitaria pavese.<br />

Un sentito ringraziamento al<br />

Prof. Rabbiosi, precedente Direttore<br />

della Clinica <strong>di</strong> Pavia, che mi<br />

ha fornito il testo della relazione<br />

tenuta in occasione del 150°<br />

della fondazione, da cui ho<br />

estratto alcune delle notizie riportate,<br />

ed al Prof. Borroni, attuale<br />

Direttore, che mi ha invitato<br />

a partecipare alla celebrazione.<br />

Un’ultima curiosità: la<br />

Dermatologia <strong>di</strong> Cuneo<br />

trae origine verso la fine<br />

del ‘700 quando viene<br />

stabilito che nell’Ospedale<br />

Santa Croce vengano istituiti<br />

due posti letto, de<strong>di</strong>cati<br />

alla cura <strong>di</strong> pazienti<br />

affetti da male venereo!<br />

NOON SOOLOO OOSSPEEDAALE


24<br />

NON SOLO OSSPEDALLEE<br />

Ospedale IN<br />

Limitazioni alla circolazione e<br />

alla sosta delle vetture<br />

durante le partite casalinghe<br />

del Cuneo Calcio 1905<br />

Con la presente Vi segnalo che la zona in cui risiedete subirà delle limitazioni alla circolazione e alla<br />

sosta delle vetture durante le partite casalinghe del Cuneo Calcio 1905. Alla luce della recente<br />

promozione della squadra <strong>di</strong> calcio citta<strong>di</strong>na in SERIE C2, è obbligatorio dare attuazione alle<br />

norme vigenti per i campionati professionistici introdotte a tutela dell’or<strong>di</strong>ne pubblico, al fine <strong>di</strong> garantire<br />

il regolare svolgimento delle partite.<br />

Su <strong>di</strong>sposizione della Questura <strong>di</strong> Cuneo è quin<strong>di</strong> necessario vietare, per motivi <strong>di</strong> sicurezza e <strong>di</strong> viabilità,<br />

la sosta e/o il transito nei tratti <strong>di</strong> strada imme<strong>di</strong>atamente a<strong>di</strong>acenti lo sta<strong>di</strong>o.<br />

Per questo motivo, in tutti i giorni infrasettimanali, prefestivi e festivi in cui si svolgeranno<br />

allo Sta<strong>di</strong>o Comunale “F.LLI PASCHIERO” partite <strong>di</strong> calcio che vedranno impegnata la squadra “A.C.<br />

CUNEO 1905”, saranno vigenti le limitazioni alla sosta e/o al transito veicolare sotto<br />

elencate (come da planimetria allegata alla presente lettera):<br />

DIVIETO DI SOSTA<br />

Perimetro intorno allo STADIO F.LLI PASCHIERO – lungo le seguenti vie (ambo i lati):<br />

Corso Galileo FERRARIS – Via Giacomo MATTEOTTI – Via Ascanio SOBRERO – Corso MONVISO -<br />

tratti a<strong>di</strong>acenti lo sta<strong>di</strong>o comunale.<br />

Su queste strade sarà vigente la rimozione forzata.<br />

CHIUSURA AL TRANSITO<br />

Il blocco <strong>di</strong> tutti i veicoli, sia in entrata che in uscita, sarà vigente nelle seguenti strade:<br />

Corso GALILEO FERRARIS (da Corso MONVISO a Via BASSIGNANO)<br />

Via SOBRERO (da Corso MONVISO a Via P. GOBETTI)<br />

Via SAN DOMENICO SAVIO (da Corso MONVISO a Via MATTEOTTI)<br />

Corso MONVISO (da Via SCHIAPARELLI a Via SAN GIOVANNI BOSCO)<br />

Via MARIA AUSILIATRICE (da Via SOBRERO a Via SAN DOMENICO SAVIO)<br />

Via MATTEOTTI (da Via SCHIAPARELLI a Via SAN GIOVANNI BOSCO)<br />

I veicoli in arrivo in Corso DE GASPERI <strong>di</strong>rezione valle saranno deviati obbligatoriamente in Via SAN<br />

GIOVANNI BOSCO, mentre i veicoli in arrivo in Corso MONVISO <strong>di</strong>rezione monte saranno deviati obbligatoriamente<br />

in Via Giovanni SCHIAPARELLI.<br />

PERIODO<br />

Per tutta la stagione calcistica <strong>2011</strong>/12.<br />

Inizio dei <strong>di</strong>vieti: 3 ore prima dell’inizio della partita<br />

Fine dei <strong>di</strong>vieti: 2 ore dopo il termine della partita<br />

A titolo esemplificativo:<br />

Dalle ore 11,30 alle ore 18,30 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />

14,30 (es. partite <strong>di</strong> campionato durante il periodo invernale, da fine ottobre a marzo 2012).<br />

Dalle ore 12,00 alle ore 19,00 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />

15,00 (es. partite <strong>di</strong> campionato nel periodo settembre-ottobre <strong>2011</strong> e marzo-maggio 2012).<br />

Dalle ore 14,00 alle ore 21,00 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />

17,00 (es. partite <strong>di</strong> Coppa Italia).<br />

Dalle ore 17,30 alle ore 23,30 quando le partite dell’A.C. CUNEO 1905 si svolgono alle ore<br />

20,30 (es. partite <strong>di</strong> Coppa Italia o posticipi <strong>di</strong> campionato del lunedì sera).<br />

Attualmente possiamo segnalare che le limitazioni alla circolazione e alla sosta<br />

delle vetture avverranno nei seguenti giorni:<br />

Domenica 21 agosto dalle ore 14 alle ore 21<br />

in occasione della partita <strong>di</strong> Coppa Italia Cuneo – Savona (inizio incontro ore 17,00).<br />

Mercoledì 31 agosto dalle ore 14 alle ore 21<br />

in occasione della partita <strong>di</strong> Coppa Italia Cuneo – Casale (inizio incontro ore 17,00).<br />

Le limitazioni alla circolazione veicolare saranno vigenti anche per i veicoli dei residenti.<br />

Il transito sarà consentito ai soli mezzi <strong>di</strong> soccorso, ai mezzi <strong>di</strong> polizia ed ai veicoli <strong>di</strong> organismi federali<br />

(Lega Pro).<br />

Vi consiglio inoltre <strong>di</strong> controllare i cartelli posti nella zona dello sta<strong>di</strong>o, dove verranno <strong>di</strong> volta in volta<br />

collocati dei pannelli informativi riportanti il calendario delle partite e segnalate eventuali mo<strong>di</strong>fiche agli<br />

orari <strong>di</strong> entrata in vigore dei <strong>di</strong>vieti.<br />

Segnalo infine che il sito internet del Comune (www.comune.cuneo.gov.it) riporterà il calendario delle<br />

partite casalinghe del Cuneo Calcio 1905, reperibile anche sul sito www.lega-pro.com<br />

Contando sulla Vostra collaborazione Vi saluto cor<strong>di</strong>almente.<br />

Per informazioni, chiarimenti<br />

e contatto <strong>di</strong>retto potete<br />

fare riferimento<br />

all’U.R.P. (Ufficio Relazioni<br />

con il Pubblico),<br />

Via Roma n. 28;<br />

orario: lunedì – giovedì 9-12; 14-16;<br />

venerdì 9-12.<br />

Numero verde 800701822;<br />

e-mail: urp@comune.cuneo.it<br />

www.comune.cuneo.gov.it<br />

Ospedale IN 25<br />

IL SINDACO<br />

Alberto Valmaggia<br />

DATA GIORNATA PARTITA<br />

4-09-<strong>2011</strong> 1^ Cuneo Borgo Buggiano<br />

18-09-<strong>2011</strong> 3^ Cuneo Sambonifacese<br />

2-10-<strong>2011</strong> 6^ Cuneo Lecco<br />

16-10-<strong>2011</strong> 8^ Cuneo San Marino<br />

26-10-<strong>2011</strong> 10^ Cuneo Santarcangelo<br />

6-11-<strong>2011</strong> 12^ Cuneo V.Entella<br />

16-11-<strong>2011</strong> 14^ Cuneo Mantova<br />

27-11-<strong>2011</strong> 16^ Cuneo Rimini<br />

11-12-<strong>2011</strong> 18^ Cuneo Poggibonsi<br />

15-01-2012 21^ Cuneo Giacomense<br />

29-01-2012 23^ Cuneo Pro Patria<br />

5-02-2012 24^ Cuneo Y<br />

19-02-2012 26^ Cuneo Bellaria Igea Marina<br />

4-03-2012 28^ Cuneo Valenzana<br />

11-03-2012 30^ Cuneo Montichiari<br />

25-03-2012 32^ Cuneo Renate<br />

4-04-2012 34^ Cuneo Casale<br />

22-04-2012 36^ Cuneo Treviso<br />

6-05-2012 38^ Cuneo Savona<br />

NON SOLOO OSPPEDAALE


26<br />

NON SOLO OSSPEDALLEE<br />

Ospedale IN<br />

SON TORNATI I PIÙ<br />

FUORI CHE DENTRO<br />

Vista dalla strada provinciale,<br />

la mongolfiera<br />

sembrava dominare<br />

come una enorme luna piena<br />

la sottostante 36^ Grande<br />

Fiera d’Estate al Miac <strong>di</strong><br />

Madonna dell’Olmo. Ormai<br />

era sera ed anche troppo tar<strong>di</strong><br />

per fare un giro sull’aerostato<br />

con Cristiana Lo Nigro, impegnata<br />

nella raccolta fon<strong>di</strong>, per<br />

sostenere il progetto <strong>di</strong> assistenza<br />

dei bambini e delle<br />

mamme in Sud Sudan tramite<br />

il Comitato <strong>di</strong> Collaborazione<br />

Me<strong>di</strong>ca – CCM ed il gruppo<br />

d’appoggio “Gli Amici <strong>di</strong><br />

Nanni”, in ricordo del dott.<br />

Ugliengo.<br />

Era qualche anno che non venivo<br />

alla kermesse cuneese promossa,<br />

nel frattempo, da fiera<br />

regionale a fiera nazionale. In<br />

effetti la rassegna si è sviluppata<br />

sia per numero <strong>di</strong> stand,<br />

più <strong>di</strong> mille, che <strong>di</strong> espositori,<br />

cinquecento provenienti da <strong>di</strong>verse<br />

parti d’Italia, oltre alla<br />

presenza delle istituzioni locali<br />

e dei promotori del territorio.<br />

Una gimkana pedonale che si<br />

snoda per tre chilometri e<br />

mezzo, a cominciare dalla mostra<br />

sulla prima ascensione al<br />

Monviso nel 1861 a quella <strong>di</strong><br />

“Experimenta: mi muovo…dun-<br />

<strong>di</strong> Essebì<br />

que sono”, per <strong>di</strong>panarsi tra le<br />

innovazioni tecnologiche nel<br />

campo dell’e<strong>di</strong>lizia e dell’arredamento,<br />

le ultime curiosità dell’artigianato<br />

locale ed estero,<br />

dell’abbigliamento e del tempo<br />

libero, con sosta <strong>di</strong> sollievo al<br />

self service, prima <strong>di</strong> accedere<br />

all’area dello spettacolo musicale<br />

organizzato dall’Azienda<br />

Ospedaliera in collaborazione<br />

con l’Asl CN 1.<br />

Ritornano i Più Fuori Che<br />

Dentro, con un avvio sensuale<br />

che ci riporta agli Anni Settanta<br />

quando Patty Labelle, inguainata<br />

in un vestito <strong>di</strong> piume colorate,<br />

proponeva l’inquietante<br />

ritornello: “voulez-vous coucher<br />

avec moi ce soir?”.<br />

La canzone “Lady Marmelade”<br />

non poteva non essere affidata<br />

ad Ilaria Blangetti, che ha reinterpretato<br />

il pezzo con eleganza<br />

ed energia, profuse anche nell’altrettanto<br />

famosa e, a suo<br />

tempo, <strong>di</strong>scussa “America”, <strong>di</strong><br />

Gianna Nannini. In questa e<strong>di</strong>zione<br />

poi, la Voce del gruppo ha<br />

avuto il supporto degli “Ilaria’s<br />

Boys” che dalla platea si son dati<br />

un gran da fare per sostenere la<br />

loro beniamina.<br />

A sfebbrare l’esor<strong>di</strong>o frizzante<br />

ci ha pensato il capitano-me<strong>di</strong>co<br />

dei “P.F.C.D.”,<br />

Francesco Lemut, miscelando<br />

“Lady Marmelade” con un pacato<br />

“Oye Como Va”.<br />

La scaletta musicale offerta,<br />

blindata da incancellabili motivi<br />

italiani e stranieri, è stata apprezzata<br />

dal pubblico presente<br />

che ha applau<strong>di</strong>to le prove superbe<br />

dell’intero complesso: i<br />

già affermati Igor Marongiu<br />

alla chitarra, Gianni Giraudo al<br />

pianoforte, Savio De Vito al<br />

basso, Lorenzo Arese alla batteria<br />

e, nuovo acquisto <strong>di</strong>rettamente<br />

dall’ASL CN1, Alessio<br />

Falletto alle percussioni.<br />

Le seconda parte dello spettacolo<br />

è stata animata dalla<br />

“Banda Osiris” che, costituita a<br />

Vercelli nel 1980, fonde musica,<br />

teatro e comicità, riscuotendo<br />

un crescente successo in trasmissioni<br />

ra<strong>di</strong>o e televisive.<br />

I componenti, Sandro Berti<br />

(mandolino, violino, trombone),<br />

Gianluigi Carlone (voce e sax),<br />

Roberto Carlone (trombone e<br />

pianoforte), Giancarlo Macrì<br />

(percussioni, batteria e bassotuba),<br />

sono impegnati nei <strong>di</strong>versi<br />

ruoli <strong>di</strong> autori, attori,<br />

conduttori oltre che musicisti ed<br />

acrobati, come hanno <strong>di</strong>mostrato<br />

nella serata del tre settembre,<br />

quando si sono<br />

scatenati in una mirabolante<br />

storia della musica che ha<br />

conquistato il pubblico.<br />

Come epilogo in grande<br />

stile, la Banda Osiris si è<br />

associata ai Più Fuori Che<br />

Dentro per un corale<br />

Knocking On Heaven’s<br />

Door che non si voleva finire.<br />

E tra canzoni e battute,<br />

non si è <strong>di</strong>menticato il fil<br />

rouge <strong>di</strong> tutta manifestazione:<br />

il progetto <strong>di</strong> solidarietà<br />

a favore delle<br />

madri e dei bambini del<br />

Sud Sudan, uno dei luoghi più<br />

poveri al mondo.<br />

Ha sottolineato l’importanza<br />

dell’iniziativa il Commissario<br />

dell’Azienda Ospedaliera, Dott.<br />

Mario Marchisio che, pur partecipando<br />

per la prima volta<br />

alla manifestazione, ha appoggiato<br />

la proposta fin dall’inizio.<br />

Hanno esposto il dettaglio del<br />

progetto benefico le due madrine<br />

dello show, Silvana<br />

Ungari, presentatrice ufficiale<br />

fin dalla prima e<strong>di</strong>zione e Cristiana<br />

Lo Nigro, atterrata dal<br />

suo pallone aerostatico sul<br />

palco per introdurre il commosso<br />

omaggio del prof. Pino<br />

Rappresento qui stasera l’Organizzazione “Non<br />

Governativa” Comitato Collaborazione Me<strong>di</strong>ca<br />

(CCM), nata a Torino nel 1968 e <strong>di</strong> cui faccio parte<br />

da sempre, l’Ospedale <strong>di</strong> Cuneo presso cui ho lavorato più<br />

<strong>di</strong> 20 anni e il Gruppo <strong>di</strong> appoggio del CCM Amici <strong>di</strong><br />

Nanni perché sono stato suo amico prima e, più ancora,<br />

dopo la sua scomparsa.<br />

Devo ringraziare tantissimi amici, ma permettetemi <strong>di</strong> <strong>di</strong>re<br />

grazie prima <strong>di</strong> tutti al Commissario Dottor Marchisio.<br />

Quando siamo andati a presentargli il programma <strong>di</strong> sottoporre<br />

ai <strong>di</strong>pendenti dell’ASO S. Croce e Carle, e poi<br />

anche dell’ASL CN1, l’iniziativa<br />

“1 ora, un futuro”, ha subito approvato<br />

con semplicità e con coraggio (in<br />

questi tempi <strong>di</strong> crisi!). Poi ho scoperto<br />

che conosce bene l’Africa ed è ancora<br />

un segno del destino che all’inizio<br />

della sua carriera sia stato proprio in<br />

Sudan e che un suo figlio sia nato in<br />

Kenya come mia figlia.<br />

Ma quanti altri amici devo ringraziare,<br />

il Dottor Cento, le eleganti presentatrici<br />

<strong>di</strong> questa serata e gli artisti,<br />

l’Ufficio Qualità, ecc. ecc.: è una lista infinita.<br />

La carestia del Corno <strong>di</strong> Africa, le immagini dei bambini<br />

moribon<strong>di</strong> e delle guerre civili inducono alla perplessità,<br />

allo scoraggiamento. Vorrei presentare una mia<br />

riflessione.<br />

Non c’è soltanto un’Africa lasciata ai margini della globalizzazione<br />

e della storia, in uno stato immutabile <strong>di</strong> carestia<br />

e <strong>di</strong> povertà estreme.<br />

No, non è solo così: non amo il trionfalismo dei numeri<br />

dei bambini vaccinati, dei ricoverati, dei parti, ma posso<br />

assicurare che c’è una realtà interme<strong>di</strong>a che si intreccia<br />

Meo al collega e amico dott.<br />

Ugliengo e delle attività collegate<br />

al gruppo <strong>di</strong> appoggio al<br />

CCM a lui intitolato.<br />

Insostituibile capofila <strong>di</strong> tutta<br />

l’impresa è stato ancora una<br />

volta il dott. Guido Cento che,<br />

nonostante le <strong>di</strong>fficoltà e la fatica<br />

<strong>di</strong> organizzare, allestire,<br />

coor<strong>di</strong>nare tempi, risorse e persone,<br />

ha compiuto la magia <strong>di</strong><br />

realizzare un evento importante<br />

e significativo.<br />

Un grazie agli sponsor:<br />

RASECO Marino Antonio,<br />

Banca Casalgrasso, Relab srl,<br />

Assigranda, Diatech Pharma-<br />

Ospedale IN 27<br />

cogenetics, Targatocn, Banca<br />

Alpi Marittime, DP Me<strong>di</strong>cal,<br />

Autoacas-Robaldo, Aldo<br />

Carni, Dog Service Cuneo,<br />

Video Center, Liquor Center,<br />

Bra Gas per i contributi economici,<br />

senza i quali non sarebbe<br />

stato possibile effettuare<br />

l’evento. Un grazie a Boba e<br />

l’equipaggio della mongolfiera,<br />

a tutti i <strong>di</strong>pendenti e privati<br />

che hanno generosamente<br />

donato, partecipato ed applau<strong>di</strong>to,<br />

al nostro CRAL e al<br />

persioanle dell’SC Ufficio<br />

Qualità - Comunicazione per il<br />

sostegno e l’insostituibile supporto<br />

organizzativo!!<br />

con i nostri insuccessi e le in<strong>di</strong>fen<strong>di</strong>bili insufficienze del nostro<br />

lavoro, un qualcosa fatto <strong>di</strong> fiducia e <strong>di</strong> speranza nella<br />

gente e nel nostro lavoro.<br />

Qualcuno <strong>di</strong>rà che deriva dalla cecità <strong>di</strong> chi non vuole<br />

vedere, dall’ottimismo intenzionale, il cosiddetto<br />

“Afrottimismo”. Invece no, non è utopia.<br />

Ce lo <strong>di</strong>cono le donne, le gran<strong>di</strong> eroiche testimonial<br />

della famiglia africana e della <strong>di</strong>fesa della vita umana, lavoratrici<br />

instancabili, forti e tenaci, poche parole e tante<br />

fatiche. La sofferenza e l’abnegazione <strong>di</strong> queste madri<br />

danno loro una grandezza senza confronti.<br />

Ce lo <strong>di</strong>cono i bambini orgogliosi<br />

dei loro quaderni tagliati a metà, delle<br />

quattro parole inglesi che hanno imparato,<br />

pronti a faticare in casa con i<br />

fratellini e con i vecchi della famiglia,<br />

sempre allegri anche nella malattia e<br />

nella fame, capaci <strong>di</strong> non piangere<br />

mai.<br />

Ce lo <strong>di</strong>cono i giovani pieni <strong>di</strong> voglia<br />

<strong>di</strong> imparare, che hanno capito subito<br />

che l’istruzione è l’unico sentiero <strong>di</strong><br />

uscita dal pantano della miseria<br />

estrema in cui si <strong>di</strong>battono le loro famiglie.<br />

Pensiamo al referendum sudanese, ai votanti pari al<br />

98,83% dei registrati: sono andati a votare quasi tutti, in<br />

un paese senza strade, senza macchine, in or<strong>di</strong>ne e in silenzio,<br />

sotto il sole e nel buio delle notti: un incre<strong>di</strong>bile episo<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> civismo, una risoluta battaglia <strong>di</strong> democrazia<br />

<strong>di</strong>retta con cui il popolo sudanese ha voluto fondare il suo<br />

stato, la Repubblica del Sud Sudan, 54° e ultimo stato africano.<br />

No, l’offerta che de<strong>di</strong>chiamo a loro non sarà sprecata.<br />

Giuseppe Meo<br />

NON SOLOO OSPPEDAALE


28<br />

PILLOLE<br />

Ospedale IN<br />

I farmaci nell’arma<strong>di</strong>etto<br />

Quante scatole <strong>di</strong> compresse,<br />

supposte, fiale,<br />

sciroppi sono accumulate<br />

in qualche arma<strong>di</strong>etto <strong>di</strong> casa nostra?<br />

Alcune scatole sono intatte,<br />

alcune sono scadute. Di alcune<br />

me<strong>di</strong>cine manca il foglietto illustrativo,<br />

<strong>di</strong> altre non ci si ricorda<br />

neanche più perché fossero state<br />

prescritte. Alcune sono state prese<br />

in farmacia pagando un piccolo<br />

contributo, altre sono state acquistate<br />

a prezzo pieno.<br />

In Italia le confezioni <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine<br />

sono già confezionate in<br />

scatole con una quantità prefissata<br />

<strong>di</strong> compresse o fiale, mentre<br />

negli Stati Uniti il farmacista confeziona<br />

ogni volta un boccettino<br />

con il numero <strong>di</strong> compresse prescritte<br />

dal me<strong>di</strong>co, applicando<br />

un’etichetta in<strong>di</strong>cante il nome del<br />

farmaco, la dose, la quantità che<br />

deve essere assunta ogni giorno, e<br />

il nome del me<strong>di</strong>co prescrittore [ i ].<br />

In questo modo si dovrebbero ridurre<br />

gli sprechi, visto che ogni<br />

paziente riceve le pastiglie <strong>di</strong> cui<br />

ha bisogno. In realtà, anche in<br />

America viene segnalato un<br />

enorme spreco <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine. Si<br />

calcola che ogni anno le famiglie<br />

italiane buttino circa un miliardo<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cine non usate [ ii ]. Da anni<br />

è in corso un ampio <strong>di</strong>battito tra<br />

l’agenzia regolatoria (l’AIFA), che<br />

approva l’immissione in commercio<br />

delle me<strong>di</strong>cine, e le industrie<br />

che le producono, per stabilire<br />

quali siano le confezioni ottimali<br />

come numero <strong>di</strong> pillole in ogni<br />

scatola. Negli anni si è giunti a<br />

produrre confezioni che servano<br />

il trattamento <strong>di</strong> pochi giorni per<br />

una malattia infettiva o infiammatoria<br />

o <strong>di</strong> un mese per le patologie<br />

croniche, in modo che il<br />

paziente nel primo caso non accumuli<br />

me<strong>di</strong>cine e nel secondo<br />

non debba ricorrere frequentemente<br />

dal me<strong>di</strong>co a rinnovare le<br />

prescrizioni. La ven<strong>di</strong>ta, però, <strong>di</strong><br />

scatole per trattamenti ancora più<br />

lunghi è problematica, in quanto<br />

può capitare che il me<strong>di</strong>co decida<br />

<strong>di</strong> cambiare al terapia e il paziente<br />

potrebbe trovarsi a casa<br />

una scorta per mesi che non può<br />

più utilizzare. Negli Stati Uniti<br />

<strong>di</strong> Marco Bobbio, SC Car<strong>di</strong>ologia<br />

sono stati avviati programmi per<br />

riconfezionare le me<strong>di</strong>cine non<br />

usate per i pazienti che non sono<br />

in grado <strong>di</strong> comprarsele (negli<br />

Stati Uniti i farmaci vengono sempre<br />

pagati dai pazienti e, quelli<br />

che hanno un’assicurazione, ottengono<br />

poi dei rimborsi parziali),<br />

mentre in Italia non è<br />

ammessa la ri<strong>di</strong>stribuzione <strong>di</strong> farmaci<br />

già venduti, anche con le<br />

scatole intatte.<br />

L’accumulo <strong>di</strong> farmaci non utilizzati<br />

solleva tre problemi. In<br />

primo luogo se i farmaci prescritti<br />

non vengono assunti c’è il rischio<br />

che il paziente non venga adeguatamente<br />

curato. In secondo<br />

luogo, le me<strong>di</strong>cine accumulate<br />

possono essere somministrate in<br />

modo autonomo a parenti ed<br />

amici senza un adeguato controllo<br />

me<strong>di</strong>co, inducendo talvolta<br />

interazioni che rendono inefficaci<br />

o pericolosi altri farmaci assunti<br />

abitualmente o, come può capitare<br />

per gli antibiotici, l’uso sconsiderato<br />

facilita fenomeni <strong>di</strong><br />

resistenza da parte <strong>di</strong> germi aggressivi<br />

[ iii ]. Infine è necessario<br />

smaltire in modo adeguato “gli<br />

avanzi”.<br />

I me<strong>di</strong>cinali non sono<br />

spazzatura qualunque<br />

L’eliminazione dei me<strong>di</strong>cinali<br />

nella spazzatura comune o negli<br />

scarichi del lavan<strong>di</strong>no o del gabinetto<br />

sta creando un crescente<br />

problema <strong>di</strong> inquinamento chimico.<br />

Negli Stati Uniti, analizzando<br />

l’acqua potabile, sono<br />

state rilevate tracce <strong>di</strong> antipertensivi,<br />

antinfiammatori, antibiotici,<br />

ipolipemizzanti, estrogeni con<br />

possibili “effetti terapeutici” non<br />

voluti nella popolazione [ iv ]. In Italia<br />

da anni l’Istituto <strong>di</strong> Ricerche<br />

farmacologiche “Mario Negri” <strong>di</strong><br />

Milano si occupa <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>are le<br />

sostanze farmaceutiche <strong>di</strong>sperse<br />

nell’ambiente. Le percentuali sono<br />

molto basse e attualmente non<br />

pericolose, ma suscitano un certo<br />

allarme tra i responsabili della<br />

salute pubblica. Non è possibile<br />

<strong>di</strong>stinguere se l’inquinamento sia<br />

dovuto allo smaltimento inappropriato<br />

<strong>di</strong> vecchie confezioni o da<br />

sostanze ancora attive, eliminate<br />

con le urine, per farmaci assunti<br />

regolarmente e correttamente.<br />

Qualche consiglio<br />

Non farsi prescrivere farmaci<br />

“in previsione <strong>di</strong>..”; si rischia poi<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>menticarsi <strong>di</strong> averlo in casa<br />

e <strong>di</strong> farsi prescrivere altre confezioni<br />

quando compare un malanno.<br />

Fare attenzione a farmaci<br />

che possono avere nomi <strong>di</strong>versi,<br />

ma essere composti dalle stesse<br />

molecole; controllare non solo il<br />

nome commerciale, ma anche il<br />

nome della molecola, per non<br />

comprare una me<strong>di</strong>cina identica<br />

a quella che si è accumulata nel<br />

cassetto. Non abbandonare le<br />

precedenti confezioni quando il<br />

me<strong>di</strong>co cambia il dosaggio: in<br />

molti casi si può assumere una<br />

frazione della compressa se si<br />

deve ridurre il dosaggio o più<br />

compresse contemporaneamente<br />

se si deve aumentare. Buona<br />

norma è quella <strong>di</strong> portare perio<strong>di</strong>camente<br />

al me<strong>di</strong>co i farmaci<br />

accumulati, per valutare quali<br />

posso essere ancora tenuti e quali<br />

smaltiti.<br />

Infine, per evitare <strong>di</strong> peggiorare<br />

l’inquinamento ambientale, è necessario<br />

che le me<strong>di</strong>cine non più<br />

usate o scadute vengano riposte<br />

negli appositi contenitori presenti<br />

in prossimità delle farmacie o<br />

consegnarle <strong>di</strong>rettamente al farmacista,<br />

che proverà a smaltirli in<br />

modo sicuro. Non buttare le me<strong>di</strong>cine<br />

nell’immon<strong>di</strong>zia o negli<br />

scarichi.<br />

i Shrank WH. Our bulging me<strong>di</strong>cine<br />

cabinets – The other side of me<strong>di</strong>cation<br />

nonadherence. N Engl J Med <strong>2011</strong>;<br />

364:1591-3.<br />

ii Non buttarli a caso. Come smaltire<br />

i farmaci. Altroconsumo Test<br />

Salute 77, <strong>di</strong>cembre 2008.<br />

iii Richman PB, Garra G, Eskin B,<br />

et al. Oral antibiotic use without<br />

consulting a physician: a survey of<br />

ED patients. Am J Emerg Med 2001:<br />

19:57-60.<br />

iv Benotti MJ, Trenholm RA, Vanderford<br />

BJ, et al. Pharmaceutical and endocrine<br />

<strong>di</strong>sruption compounds. In US drinking<br />

water. Environ Sci Technol 2009;<br />

43:597-603.<br />

Jeff Porcaro<br />

Mister Shuffle<br />

Atutti gli amanti e appassionati<br />

del rullare delle<br />

bacchette, del tintinnio<br />

dei piatti, del battere o levare<br />

della grancassa e degli assoli <strong>di</strong><br />

batteria non potrà essere sconosciuto<br />

il nome <strong>di</strong> Jeff Porcaro.<br />

Jeff è considerato uno dei più<br />

gran<strong>di</strong> batteristi <strong>di</strong> tutti i tempi,<br />

unico ed irripetibile.<br />

Precursore e innovatore è ritenuto<br />

l’artefice, grazie allo stile e<br />

al talento innato, delle tecniche<br />

moderne <strong>di</strong> suonare la batteria.<br />

Figlio <strong>di</strong> un percussionista <strong>di</strong><br />

origine italiana inizia, predestinato,<br />

fin da bambino a suonare<br />

batteria e percussioni.<br />

A soli 14 anni fonda una band<br />

con alcuni amici che in futuro formeranno<br />

una delle rock band più<br />

famose al mondo, i Toto.<br />

La sua lunga carriera <strong>di</strong><br />

session man, turnista o collaboratore,<br />

che partecipa alle incisioni<br />

<strong>di</strong> innumerevoli famosi<br />

artisti, inizia nel 1974, anno in<br />

cui abbandona gli stu<strong>di</strong> per de<strong>di</strong>carsi<br />

totalmente alla musica.<br />

Insieme agli amici, turnisti<br />

anche loro, nelle sessioni <strong>di</strong> incisione<br />

nasce l’idea <strong>di</strong> formare<br />

una band propria.<br />

Inizia l’era dei Toto, band rock<br />

planetaria <strong>di</strong> cui farà parte<br />

anche il fratello Steve, tastierista.<br />

Il nome alla band viene dato<br />

proprio da Jeff che lo prende in<br />

prestito dal cane Toto del film Il<br />

Mago <strong>di</strong> Oz, inoltre in latino<br />

Toto significa totale “che comprende<br />

tutto” e viene ritenuto il<br />

nome ideale per identificare il<br />

repertorio musicale del gruppo.<br />

Piccolo grazioso aneddoto legato<br />

al nome della band: in un<br />

loro tour in Giappone, il nome<br />

Toto suscita una grande ilarità<br />

poiché omonimo del nome <strong>di</strong><br />

una famosa <strong>di</strong>tta <strong>di</strong> toilette.<br />

Il loro primo album del 1978,<br />

che contiene Hold the line,<br />

vende più <strong>di</strong> 2 milioni <strong>di</strong> copie.<br />

by Max<br />

Ottengono la nomination al<br />

Grammy Awards per la categoria<br />

Best new artist.<br />

Esplode il successo dei Toto e<br />

il successo personale <strong>di</strong> Jeff, il<br />

batterista acclamato, che si presenta<br />

sul palco seduto alla batteria<br />

con la sigaretta in bocca e<br />

la fascia <strong>di</strong> tennista sulla fronte.<br />

La sua carriera <strong>di</strong> musicista<br />

non è legata solo al fatto <strong>di</strong> essere<br />

il batterista della band ma<br />

anche alla collaborazione a<br />

centinaia <strong>di</strong> <strong>di</strong>schi <strong>di</strong> artisti famosi.<br />

È considerato uno dei migliori<br />

e più pagati musicisti della West<br />

Coast.<br />

La sua statura <strong>di</strong> artista sarebbe<br />

stata riconosciuta anche<br />

senza l’appartenenza al<br />

gruppo: a soli 28 anni aveva<br />

già raggiunto il vertice <strong>di</strong> una<br />

professionalità e una competenza<br />

senza pari.<br />

Possessore <strong>di</strong> un impeccabile<br />

senso del ritmo e con una innata<br />

versatilità verso ogni stile<br />

musicale, Jeff non aveva mai<br />

avuto la vera percezione <strong>di</strong> essere<br />

<strong>di</strong>ventato uno dei più<br />

gran<strong>di</strong> batteristi del mondo,<br />

anche perché non voleva che<br />

questa fama compromettesse i<br />

rapporti con gli altri componenti<br />

il gruppo e <strong>di</strong> conseguenza<br />

mettesse pressione alla<br />

sua vita privata.<br />

Le sue collaborazioni in stu<strong>di</strong>o<br />

<strong>di</strong> registrazione spaziano dai<br />

DISCOGRAFIA<br />

Toto<br />

Hydra<br />

Tum back<br />

Toto IV<br />

Isolation<br />

Fahrenheit<br />

The Seventh One<br />

Kingdom of desire<br />

Ospedale IN 29<br />

Dire Straits a Elton John, da<br />

Madonna a Bruce Springsteen,<br />

da Michael Jackson a Paul<br />

McCartney e l’elenco potrebbe<br />

continuare per molto.<br />

Viene definito Mister Shuffle<br />

per il suo modo <strong>di</strong> suonare la<br />

batteria e per il suo personalissimo<br />

gusto musicale.<br />

Il suo stile spazia nei <strong>di</strong>versi<br />

generi musicali dal pop al rock<br />

al r&b al jazz.<br />

Come buona parte degli artisti<br />

del periodo, gli abusi <strong>di</strong> alcool,<br />

fumo, cocaina ne minano<br />

il fisico e in particolare il<br />

cuore.<br />

In una giornata <strong>di</strong> agosto del<br />

1992 mentre nella sua villa si<br />

de<strong>di</strong>ca al giar<strong>di</strong>naggio, spargendo<br />

dei pestici<strong>di</strong> una allergia,<br />

<strong>di</strong> origine sconosciuta, lo<br />

stronca mandandolo in arresto<br />

car<strong>di</strong>aco.<br />

L’autopsia rileva una grave<br />

con<strong>di</strong>zione car<strong>di</strong>aca già precedentemente<br />

<strong>di</strong>agnosticata.<br />

Risultarono inoltre, anche se<br />

ufficialmente la notizia non<br />

venne mai accre<strong>di</strong>tata, tracce <strong>di</strong><br />

cocaina.<br />

Queste fonti vennero sempre<br />

smentite dalla famiglia e dall’entourage<br />

dell’artista.<br />

Venne fondato il Jeff Porcaro<br />

Memorial Fund a favore dei<br />

nuovi musicisti che fornisce<br />

quattro borse <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o ogni<br />

anno.<br />

Innumerevoli sono stati i tributi<br />

in concerto per Jeff, numerose<br />

pubblicazioni e filmati sulla sua<br />

innata bravura musicale sono<br />

fonte <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o per tutti coloro<br />

che vogliono intraprendere<br />

l’arte del batterista.<br />

Jeff Porcaro ha lasciato l’impronta<br />

nella storia della musica<br />

rock e ancora oggi si può percepire<br />

ed assaporare il suo talento,<br />

riascoltando i brani incisi<br />

dove la sua batteria è elemento<br />

trainante.<br />

DOODIEESIISMMINOREE


30<br />

MMEDICINA NNEEL MOONNDDOO<br />

Ospedale IN<br />

La malattia mentale<br />

nelle trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Sofocle<br />

1. Coor<strong>di</strong>nate per<br />

un’analisi psicopatologica<br />

in Trage<strong>di</strong>a<br />

«P<br />

raticamente ogni personaggio<br />

in Trage<strong>di</strong>a<br />

è emotivo, per non<br />

<strong>di</strong>re collerico o persino nevrotico;<br />

anzi, neppure godrebbe<br />

dei requisiti per il ruolo uno che<br />

avesse la sfortuna <strong>di</strong> possedere<br />

senso <strong>di</strong> misura o reazioni controllate»:<br />

l’avvertenza è <strong>di</strong> Nevil<br />

Edgar Collinge, il primo stu<strong>di</strong>oso<br />

ad analizzare l’attitu<strong>di</strong>ne<br />

dei poeti tragici al trattamento<br />

clinico del <strong>di</strong>sturbo mentale, e<br />

merita <strong>di</strong> essere tenuta in preventiva<br />

considerazione da<br />

chiunque si accinga ad affrontare<br />

il tema della psicopatologia<br />

in Trage<strong>di</strong>a. Al <strong>di</strong> là del mot<br />

d’esprit, è infatti innegabile che<br />

l’anormalità – intesa quale<br />

sostanziale <strong>di</strong>sagio nel relazionarsi<br />

con gli altri in<strong>di</strong>vidui e nell’adeguare<br />

le proprie scelte alla<br />

necessità <strong>di</strong> una sopravvivenza<br />

biologica e sociale – sia una<br />

delle caratteristiche precipue<br />

dell’eroe tragico, e dell’eroe sofocleo<br />

in particolare.<br />

Questa immagine preconcetta<br />

della Trage<strong>di</strong>a come ‘palcoscenico<br />

della <strong>di</strong>smisura’ può aver<br />

contribuito a far sì che pochi<br />

abbiano sentito il bisogno <strong>di</strong> verificare<br />

il realismo, e quin<strong>di</strong> la<br />

competenza tecnica, <strong>di</strong> un autore<br />

nella descrizione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbi<br />

psichici; oltre al fatto che il consueto<br />

termine <strong>di</strong> raffronto della<br />

me<strong>di</strong>cina ippocratica in questo<br />

caso viene meno, giacché molto<br />

raramente gli scrittori <strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina<br />

affrontano il tema della patologia<br />

psichica (ad eccezione<br />

dell’epilessia, dell’eòkstasiv e<br />

<strong>di</strong> alcune malattie cerebrali <strong>di</strong><br />

natura organica). E tuttavia,<br />

l’alta concentrazione dei casi <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> Giovanni Ceschi<br />

GIOVANNI CESCHI è dottore <strong>di</strong> ricerca in Filologia Classica all’Università degli Stu<strong>di</strong> <strong>di</strong> Trento. Insegna<br />

Latino e Greco al Liceo Classico “Giovanni Prati” in Trento. I suoi interessi scientifici vertono sul teatro<br />

classico e la me<strong>di</strong>cina ippocratica: a Sofocle in particolare ha de<strong>di</strong>cato saggi pubblicati fra gli Atti dell’Istituto<br />

Veneto, su Stu<strong>di</strong> Italiani <strong>di</strong> Filologia Classica, e una monografia (Il vocabolario me<strong>di</strong>co <strong>di</strong><br />

Sofocle, Venezia 2009).<br />

suici<strong>di</strong>o nelle trage<strong>di</strong>e superstiti,<br />

ben superiore alla frequenza<br />

ravvisabile nei drammi <strong>di</strong><br />

Eschilo e <strong>di</strong> Euripide, è un<br />

chiaro in<strong>di</strong>zio del <strong>di</strong>sagio psichico<br />

che pervade molti eroi sofoclei,<br />

del loro ripiegamento in<br />

un mondo interiore <strong>di</strong> angoscia<br />

e <strong>di</strong> incomunicabilità che li<br />

rende impermeabili alla logica<br />

del compromesso. Perfetti ‘casi<br />

psichiatrici’, <strong>di</strong>remmo oggi,<br />

sulla scorta <strong>di</strong> una tra<strong>di</strong>zione <strong>di</strong><br />

analisi clinica della quale ovviamente<br />

né Sofocle né i suoi<br />

spettatori potevano avvalersi.<br />

Che senso ha, quin<strong>di</strong>, cercare<br />

tracce <strong>di</strong> malattia mentale in<br />

Trage<strong>di</strong>a secondo i parametri<br />

della moderna psichiatria, ben<br />

sapendo che nessuno spettatore<br />

dell’epoca – per citare i due<br />

esempi-car<strong>di</strong>ne – avrebbe mai<br />

pensato ad Aiace come ad un<br />

paziente maniaco-depressivo e<br />

ad Antigone come ad una schizofrenica?<br />

A questa domanda<br />

cercheremo <strong>di</strong> offrire una risposta<br />

in<strong>di</strong>retta, ma non elusiva, <strong>di</strong>mostrando<br />

che l’accurata<br />

caratterizzazione psicologica<br />

cui Sofocle sottopone i suoi personaggi<br />

si deve anzitutto ad un<br />

geniale spirito d’osservazione e<br />

ad una perfetta conoscenza<br />

delle <strong>di</strong>namiche della mente<br />

umana: prima <strong>di</strong> ricevere co<strong>di</strong>ficazione<br />

nei manuali <strong>di</strong> psichiatria,<br />

i <strong>di</strong>sturbi mentali sono<br />

infatti casi <strong>di</strong> quoti<strong>di</strong>ana umanità,<br />

che la spiccata natura introspettiva<br />

della Trage<strong>di</strong>a greca<br />

consente <strong>di</strong> riprodurre con accuratezza<br />

nettamente superiore<br />

a quella ravvisabile negli spora<strong>di</strong>ci<br />

accenni delle cliniques ippocratiche.<br />

Non varrà la pena<br />

<strong>di</strong> soffermarsi sulla conseguenza,<br />

palmare, che a Sofocle<br />

non fosse richiesta la cono-<br />

scenza <strong>di</strong> alcun trattato specialistico<br />

per dare prova delle proprie<br />

attitu<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> psicologo e,<br />

talora, <strong>di</strong> psicopatologo ante<br />

litteram. Qualche cenno merita<br />

semmai la definizione della sottile<br />

<strong>di</strong>fferenza intercorrente, in<br />

Trage<strong>di</strong>a, tra psicologia e psicopatologia<br />

<strong>di</strong> un personaggio:<br />

il nostro interesse non dovrebbe<br />

appuntarsi genericamente sul<br />

carattere <strong>di</strong> personaggi ‘sani’,<br />

ma focalizzarsi sui casi <strong>di</strong> palese<br />

devianza dalla normalità.<br />

Distinzione non facile, come si<br />

desume dall’avvertenza <strong>di</strong><br />

Collinge citata in apertura, e a<br />

ben vedere aleatoria, considerata<br />

l’assenza <strong>di</strong> una precisa consapevolezza<br />

della malattia mentale,<br />

quale patologia autonoma, nella<br />

sensibilità dell’epoca.<br />

Nella scelta dei ‘casi clinici’<br />

focalizzeremo pertanto la nostra<br />

attenzione in particolare<br />

sulle psicologie <strong>di</strong> Aiace e <strong>di</strong><br />

Antigone, che ben si prestano<br />

ad un’analisi psico-patologica<br />

in virtù dell’ampia serie <strong>di</strong> sintomi<br />

isolabili nei rispettivi<br />

drammi; appena alcuni cenni<br />

de<strong>di</strong>cheremo invece ad Elettra,<br />

a Deianira e ad E<strong>di</strong>po, personaggi<br />

per i quali il profilo psicotico<br />

non è completamente<br />

tratteggiato e l’anormalità è appena<br />

accennata.<br />

2. Aiace paziente<br />

maniaco-depressivo<br />

La trama dell’Aiace si sviluppa<br />

a partire dal raptus <strong>di</strong> follia dell’eroe,<br />

provocato dalla dea<br />

Atena per <strong>di</strong>fendere O<strong>di</strong>sseo e<br />

gli Atri<strong>di</strong> dalla sua furia ven<strong>di</strong>cativa.<br />

E tuttavia solo nel prologo<br />

Aiace ci è presentato in preda al<br />

delirio; 1 nel séguito del dramma,<br />

fino al momento del suici<strong>di</strong>o, il<br />

protagonista è apparentemente<br />

compos sui: con luci<strong>di</strong>tà si rende<br />

conto del folle gesto compiuto, su<br />

istigazione della dea, e dell’irrime<strong>di</strong>abile<br />

<strong>di</strong>sonore che ne deriva,<br />

e per questo motivo è<br />

vittima della più cupa <strong>di</strong>sperazione<br />

(cf. vv. 450-454).<br />

A rigore, quin<strong>di</strong>, la follia <strong>di</strong><br />

Aiace sarebbe limitata alla manifestazione<br />

conclamata del<br />

prologo. Tale è l’interpretazione,<br />

ottimistica, del Corifeo<br />

che <strong>di</strong>fatti, nell’apprendere da<br />

Tecmessa l’apparente rinsavimento<br />

dell’eroe, si mostra fiducioso<br />

sul positivo scioglimento<br />

della vicenda. Tale è, del pari,<br />

l’interpretazione della critica<br />

moderna, che circoscrive all’antefatto<br />

e al prologo la follia dell’eroe,<br />

attribuendo la scelta<br />

<strong>di</strong>sperata del suici<strong>di</strong>o ad una<br />

con<strong>di</strong>zione mentale <strong>di</strong> piena luci<strong>di</strong>tà,<br />

nella quale Aiace realizza<br />

<strong>di</strong> non avere altra via <strong>di</strong> scampo<br />

al <strong>di</strong>sonore (cf. KAMERBEEK 1963,<br />

p. 8; O’CONNOR 1974, p. 69;<br />

PADUANO 1982, p. 169, n. 6).<br />

Il primo stu<strong>di</strong>oso a mettere in<br />

dubbio il rigido e meccanico<br />

schematismo follia/savietà, nel<br />

comportamento <strong>di</strong> Aiace, è<br />

Collinge, il quale isola anche<br />

nella fase <strong>di</strong> presunta luci<strong>di</strong>tà<br />

alcuni segnali in<strong>di</strong>catori <strong>di</strong><br />

scompenso mentale e li cataloga<br />

– sulla base della moderna<br />

casistica psichiatrica – nel quadro<br />

<strong>di</strong> una sindrome depressiva:<br />

1) tristezza, afflizione (Ajax<br />

274-275);<br />

2) rallentamento psicomotorio,<br />

che si manifesta in <strong>di</strong>fficoltà<br />

<strong>di</strong> articolazione del linguaggio<br />

e in lunghi perio<strong>di</strong> <strong>di</strong> immobilità<br />

(Ajax 311, 323-325);<br />

3) manie <strong>di</strong> persecuzione<br />

(Ajax 367, 382, 454).<br />

Alla fase depressiva si contrappone,<br />

in perfetta antitesi, la<br />

precedente fase maniacale, segnalata<br />

dall’opposta gamma <strong>di</strong><br />

pensieri e azioni:<br />

1) euforia, nelle più svariate<br />

gradazioni (Ajax 271-272,<br />

301-303; cf. anche l'intero <strong>di</strong>alogo<br />

iniziale con Atena, 89-<br />

117); 2<br />

2) iperattività psicomotoria,<br />

che talora prelude a manifestazioni<br />

violente: l’accanimento<br />

sulle mandrie ne è perfetto<br />

esempio (Ajax 296-300);<br />

3) allucinazioni transitorie –<br />

quelle che inducono Aiace a<br />

sfogare la propria furia sugli armenti,<br />

credendoli guerrieri argivi<br />

– sulle quali infierisce la<br />

spietata ironia <strong>di</strong> Atena (Ajax<br />

95-96, 114-116).<br />

Insomma, ogni aspetto del<br />

comportamento <strong>di</strong> Aiace fa pensare<br />

a un classico esempio <strong>di</strong> sindrome<br />

maniaco-depressiva. La<br />

<strong>di</strong>agnosi è ulteriormente corroborata<br />

dalla decisione <strong>di</strong> togliersi<br />

la vita, cui l’eroe approda al<br />

culmine della fase depressiva: il<br />

rischio del suici<strong>di</strong>o è infatti ampiamente<br />

documentato, nella<br />

letteratura psichiatrica, per i pazienti<br />

affetti da tale sindrome.<br />

Ed anche l’atteggiamento tenuto<br />

dall’eroe poco prima del fatale<br />

gesto è coerente con la casistica<br />

clinica (cf. ad es. DAHLGREN<br />

1945, p. 102): l’intero deception<br />

speech <strong>di</strong> Aiace (vv. 646-692)<br />

è pronunciato dall’eroe nell’intento<br />

<strong>di</strong> ritagliarsi un momento<br />

<strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne nel quale attuare i<br />

propositi suici<strong>di</strong>.<br />

La presenza <strong>di</strong> due fasi ben<br />

<strong>di</strong>stinte nella malattia<br />

<strong>di</strong> Aiace è rilevata<br />

anche da Bennett<br />

Simon, in uno<br />

stu<strong>di</strong>o sulle ra<strong>di</strong>ci<br />

classiche<br />

della modernapsichiatria:<br />

«La<br />

malattia <strong>di</strong><br />

Aiace ha due<br />

fasi. Prima<br />

viene lo stato<br />

maniacale indotto<br />

dalla<br />

fredda collera <strong>di</strong><br />

Atena; quin<strong>di</strong> il<br />

lucido stato <strong>di</strong> <strong>di</strong>sperazione<br />

e vergogna,<br />

che culmina nel<br />

suici<strong>di</strong>o. La tra<strong>di</strong>zione<br />

popolare e me<strong>di</strong>ca<br />

greca conveniva sul<br />

fatto che Aiace fosse<br />

un melancolico, e la <strong>di</strong>agnosi<br />

greca probabilmente includeva<br />

entrambi gli aspetti,<br />

maniacale e depressivo. [...] Per<br />

il Coro, la malattia è un attacco<br />

<strong>di</strong> origine <strong>di</strong>vina, e la cura è la<br />

sua remissione. Per Aiace la<br />

fase maniacale è solo la prima<br />

parte, e la cura per l’intera malattia<br />

non è palliativa: è soltanto<br />

il suici<strong>di</strong>o, ‘il coltello’» (SIMON<br />

1978, pp. 126-127).<br />

La lucida coscienza, da parte<br />

<strong>di</strong> Aiace, dell’incurabilità della<br />

Ospedale IN 31<br />

propria ‘malattia’ coincide in<br />

maniera suggestiva con un atteggiamento<br />

registrato nei manuali<br />

(ma ignorato da Collinge),<br />

sempre a carico del paziente<br />

depresso: «La sua depressione<br />

è connessa nel modo più stretto<br />

e rigorosamente logico con la<br />

causa psicogena ed egli può illustrare<br />

nel modo più esatto a<br />

chi lo interroga qual è la ragione<br />

della sua infelicità»<br />

(cf. ad es. MAYER-GROSS 1963,<br />

p. 154). Ciò è particolarmente<br />

vero nel caso <strong>di</strong> Aiace, che <strong>di</strong>mostra<br />

<strong>di</strong> avere perfettamente<br />

chiare, e persino <strong>di</strong> saper<br />

esporre con dovizia <strong>di</strong> dettagli,<br />

le motivazioni che lo<br />

hanno sprofondato nel baratro<br />

della <strong>di</strong>sperazione (Ajax<br />

434-440); anche se poi soggiace,<br />

come abbiamo visto, a<br />

blande forme <strong>di</strong> percezione<br />

deviata della realtà (in primis,<br />

manie <strong>di</strong> persecuzione e tendenze<br />

paranoiche).<br />

Alla persuasività <strong>di</strong> un simile<br />

Aiace _ Exechia,<br />

Aiace e Achille<br />

giocano<br />

a petteia.<br />

Anfora attica<br />

a figure nere<br />

(ca. 540 a.C.),<br />

Città<br />

del Vaticano,<br />

Museo Etrusco<br />

quadro si potrà forse<br />

obiettare che anche altri personaggi<br />

tragici, a un’analisi psicopatologica<br />

condotta con una<br />

simile strategia, rivelerebbero<br />

sintomi affini a quelli <strong>di</strong> Aiace,<br />

benché non inquadrabili nel<br />

contesto <strong>di</strong> una sindrome maniaco-depressiva.<br />

O ancora che<br />

altre patologie psichiche potrebbero<br />

rivelarsi confacenti ad<br />

alcuni aspetti del carattere dell’eroe<br />

rimasti in ombra nella<br />

presente analisi. In realtà nel<br />

MEEDICCINA NEL MMOONDOO


32<br />

MMEDICINA NNEEL MOONNDDOO<br />

Ospedale IN<br />

profilo psicologico <strong>di</strong> Aiace gli<br />

elementi negativi sono altrettanto<br />

chiari <strong>di</strong> quelli positivi;<br />

sono assenti cioè sintomi tipici<br />

<strong>di</strong> altre patologie mentali: non è<br />

ravvisabile <strong>di</strong>ssociazione, né incoscienza<br />

motivazionale, né desiderio<br />

spasmo<strong>di</strong>co <strong>di</strong> protezione,<br />

né ossessione egoistica – il che<br />

consente <strong>di</strong> escludere la sindrome<br />

isterica; mentre l’assenza <strong>di</strong><br />

pensieri bizzarri e <strong>di</strong> appiattimento<br />

emozionale è un valido<br />

argomento per fugare ogni sospetto<br />

<strong>di</strong> schizofrenia.<br />

Il profilo psicologico <strong>di</strong> Aiace,<br />

quin<strong>di</strong>, appare sufficientemente<br />

nitido e definito da impe<strong>di</strong>re<br />

qualsiasi confusione con altre<br />

patologie mentali classificate<br />

dalla moderna psichiatria e da<br />

consentire una (seppur anacronistica)<br />

<strong>di</strong>agnosi <strong>di</strong> sindrome<br />

maniaco-depressiva.<br />

3. Antigone paziente<br />

schizofrenica<br />

Più problematico è il caso <strong>di</strong><br />

Antigone. Infatti, a <strong>di</strong>fferenza <strong>di</strong><br />

Aiace (la cui crisi <strong>di</strong> follia conclamata<br />

è alla base della trage<strong>di</strong>a,<br />

e la cui melanconia latente<br />

era già stata in<strong>di</strong>viduata dagli<br />

antichi), la psiche <strong>di</strong> Antigone<br />

non è in apparenza intaccata<br />

da alcun sintomo <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo<br />

mentale: non c’è delirio né allucinazione,<br />

l’eloquio è fluido,<br />

sembrano assenti gli sbalzi<br />

comportamentali che invece caratterizzano<br />

la condotta <strong>di</strong><br />

Aiace.<br />

E tuttavia «per quanto la definizione<br />

<strong>di</strong> delirio non si attagli ai<br />

<strong>di</strong>sor<strong>di</strong>ni affettivi della mente, il<br />

comportamento <strong>di</strong> Antigone risponde<br />

ad una sidrome ben precisa,<br />

<strong>di</strong> tipo schizoide» (COLLINGE<br />

1962, p. 51). Clinicamente la<br />

schizofrenia è definibile come<br />

patologia mentale caratterizzata<br />

«da sintomi psichici specifici, che<br />

portano nella maggior parte dei<br />

casi alla <strong>di</strong>sorganizzazione della<br />

personalità del paziente. I sintomi<br />

interferiscono col pensiero,<br />

con le emozioni, con la volontà e<br />

col comportamento motorio, in<br />

maniera caratteristica nei riguar<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> ciascuna <strong>di</strong> queste attività»<br />

(MAYER-GROSS 1963,<br />

p. 301). La sospetta patologia <strong>di</strong><br />

Antigone andrà quin<strong>di</strong> verificata<br />

stabilendo in quale misura il pensiero,<br />

le emozioni, la volontà e il<br />

comportamento motorio del-<br />

l’eroina rispondano in maniera<br />

deviata, patologica, agli stimoli<br />

esterni.<br />

Nel ‘quadro clinico’ <strong>di</strong><br />

Antigone non compaiono alcuni<br />

sintomi (peraltro secondari) della<br />

schizofrenia: non vi sono allucinazioni,<br />

né atteggiamenti violenti,<br />

né tendenze suicide, né<br />

indebolimento della volontà. Ma<br />

i sintomi rilevabili convergono<br />

suggestivamente verso tale <strong>di</strong>agnosi:<br />

1) inflessibile atteggiamento<br />

mentale, idee fisse, ritualità<br />

comportamentale: è questo il<br />

sintomo che meglio si attaglia<br />

ad Antigone, dominata dalla<br />

ferrea volontà <strong>di</strong> tributare i dovuti<br />

onori funebri al cadavere <strong>di</strong><br />

Polinice, e indotta ad anteporre<br />

tale obiettivo ad ogni altra esigenza<br />

vitale, ivi compreso<br />

l’istinto <strong>di</strong> conservazione;<br />

2) spiccata inclinazione ossessiva,<br />

3 cui è ascrivibile un elevato<br />

valore etico (Ant. 71-72);<br />

3) ripiegamento in un mondo<br />

interiore, per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> interesse per<br />

il mondo esterno (Ant. 461-462,<br />

559-560);<br />

4) appiattimento emozionale<br />

(emotional dulling o blunting):<br />

l’atteggiamento <strong>di</strong> Antigone è<br />

improntato a sostanziale in<strong>di</strong>fferenza<br />

sia nei confronti della sorella<br />

Ismene, sia verso il<br />

fidanzato Emone, per il quale<br />

non ha una sola parola d’affetto<br />

nell’intera trage<strong>di</strong>a;<br />

5) manie <strong>di</strong> grandezza e <strong>di</strong><br />

persecuzione, tipiche della schizofrenia<br />

paranoide (Ant. 823-<br />

833, 867);<br />

6) ragionamento bizzarro<br />

(bizarre thinking) o <strong>di</strong>sturbo del<br />

pensiero (thought <strong>di</strong>sorder).<br />

Quest’ultimo sintomo impone<br />

un’analisi più approfon<strong>di</strong>ta. Si<br />

tratta <strong>di</strong> un’alterazione del flusso<br />

mentale che gli psichiatri considerano<br />

la prova più atten<strong>di</strong>bile<br />

<strong>di</strong> una sindrome schizoide. Il ragionamento<br />

<strong>di</strong> Antigone viziato<br />

da bizarre thinking, segnalato<br />

da Collinge, sarebbe quello dei<br />

vv. 905-912: “Infatti, se mi fossero<br />

morti dei figli o il marito,<br />

non mi sarei mai assunta questa<br />

incombenza [gli onori tributati al<br />

cadavere <strong>di</strong> Polinice] contro il volere<br />

della città. In virtù <strong>di</strong> quale<br />

principio affermo ciò? Morto un<br />

marito, avrei potuto averne un<br />

altro, e un figlio da un altro<br />

uomo, se ne fossi rimasta priva,<br />

ma ora che mio padre e mia<br />

madre giacciono nell’Ade non<br />

potrò più avere alcun fratello”.<br />

«Introdotto da un aperto appello<br />

alla razionalità che non è<br />

<strong>di</strong>fficile interpretare come sintomo<br />

<strong>di</strong> sforzo e <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio, vale<br />

a <strong>di</strong>re come negazione contestuale<br />

<strong>di</strong> se stesso» (PADUANO<br />

1982, p. 312, n. 57), questo<br />

brano fu sospettato <strong>di</strong> corruttela<br />

già da Goethe, il quale si augurava<br />

che un giorno la filologia<br />

potesse <strong>di</strong>mostrarne l’inautenticità.<br />

Eppure, il semplice fatto che<br />

Aristotele citi i vv. 911-912 in<br />

Rhet. III, 16, 1417a 32-33 senza<br />

contestarne l’autenticità rende<br />

l’ipotesi dell’interpolazione decisamente<br />

remota.<br />

Un altro elemento quasi universalmente<br />

rilevato dai filologi è<br />

l’affinità del brano in esame con<br />

un episo<strong>di</strong>o delle Storie <strong>di</strong><br />

Erodoto (III, 119.6) dove si narra<br />

la vicenda della moglie <strong>di</strong> Intafrene,<br />

la quale, nell’opportunità<br />

offertale da Dario <strong>di</strong> liberare uno<br />

dei congiunti condannati a morte<br />

per avere cospirato contro il re,<br />

sceglie il fratello proprio in virtù<br />

dello stesso ragionamento che<br />

Antigone formula ex absurdo.<br />

L’eco erodotea è in effetti evidente,<br />

così come è probabile<br />

che il ragionamento <strong>di</strong> Antigone<br />

– proprio in quanto percepito<br />

come ‘citazione’ – non venisse<br />

sottoposto a severo vaglio critico<br />

dagli spettatori nella contingenza<br />

imme<strong>di</strong>ata dello<br />

spettacolo. Restano tuttavia le<br />

palesi incongruenze nel concetto<br />

formulato dall’eroina:<br />

mentre il pur bizzarro concetto<br />

<strong>di</strong> matrice asiatica espresso<br />

dalla moglie <strong>di</strong> Intafrene sortisce<br />

l'effetto reale <strong>di</strong> salvare la<br />

vita del fratello e risponde a criteri<br />

<strong>di</strong> razionalità, la situazione<br />

presentata da Antigone è assurda<br />

e irrazionale: presuppone<br />

che la felicità si fon<strong>di</strong> sulla sepoltura<br />

<strong>di</strong> un rappresentante <strong>di</strong><br />

ciascun grado <strong>di</strong> stretta parentela<br />

(ed Eteocle è già sepolto).<br />

La <strong>di</strong>agnosi può <strong>di</strong>rsi completa.<br />

La sintomatologia descritta<br />

per Antigone, ha <strong>di</strong>retta<br />

incidenza in tutti i settori della<br />

psiche abitualmente intaccati<br />

dalla schizofrenia:<br />

1) pensiero (bizarre thinking);<br />

2) emozioni e affetti (emotional<br />

dulling);<br />

3) volontà (uncompromising<br />

mental attitude). Non sono invece<br />

ravvisabili nel dramma<br />

segni <strong>di</strong> evidente compromissione<br />

della normale attività motoria.<br />

«Once again Sophocle<br />

instinctively depicts a clinically<br />

recognizable patient; not that<br />

Antigone is made to do what she<br />

does because she is schizoid, but<br />

how she does it and how she talks<br />

about what she does allows us to<br />

read her as one so classifiable»<br />

(COLLINGE 1962, p. 51).<br />

4. Elettra, Deianira,<br />

E<strong>di</strong>po<br />

Come accennato, Aiace e<br />

Antigone sono le uniche due trage<strong>di</strong>e<br />

ove Sofocle delinei un ritratto<br />

psico-patologico dettagliato<br />

<strong>di</strong> un personaggio. Anche in altri<br />

drammi non mancano elementi<br />

in<strong>di</strong>ziari <strong>di</strong> <strong>di</strong>sturbo mentale a carico<br />

<strong>di</strong> alcuni personaggi, ma qui<br />

il profilo clinico risulta appena<br />

abbozzato, e la patologia psichica<br />

detiene nella trama una<br />

funzionalità secondaria.<br />

Nella psicologia <strong>di</strong> Elettra sono<br />

ravvisabili al contempo un sintomo<br />

tipico dell’isteria (richiesta<br />

spasmo<strong>di</strong>ca <strong>di</strong> protezione:<br />

El. 187-188, 817-819, 847-<br />

848) e un sintomo tipico della<br />

schizofrenia (ripiegamento interiore:<br />

El. 303-304); ma ella non<br />

può essere considerata né isterica<br />

né schizofrenica, secondo i<br />

canoni della moderna psichiatria,<br />

perché sono assenti tutti gli<br />

altri sintomi che abitualmente<br />

corredano le due patologie. Del<br />

resto, benché in molti intrecci<br />

siano ravvisabili segnali in<strong>di</strong>catori<br />

<strong>di</strong> anormalità psichica, la<br />

piena caratterizzazione psicotica<br />

<strong>di</strong> un personaggio (con l’unica<br />

eccezione dell’Aiace, dove la follia<br />

costituisce il motore stesso dell’azione<br />

scenica) sarebbe<br />

risultata tanto incomprensibile<br />

quanto priva <strong>di</strong> funzionalità<br />

drammatica. Un profilo psicotico<br />

appena abbozzato si rivela invece<br />

funzionale per particolari<br />

esigenze sceniche: è appunto il<br />

caso <strong>di</strong> Elettra, la cui anormalità<br />

appena accennata è coerente<br />

con una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> prolungato<br />

stress emotivo, che deriva<br />

all’eroina dall’umiliante sottomissione<br />

agli assassini del padre e<br />

dalla frustrante attesa della vendetta<br />

<strong>di</strong> Oreste. Non <strong>di</strong>ssimile è<br />

la situazione <strong>di</strong> Deianira, nelle<br />

Trachinie. Nella prima parte<br />

“Il punto <strong>di</strong> vista dello psichiatra”<br />

<strong>di</strong> Caterina Vecchiato, SC Psichiatria<br />

della trage<strong>di</strong>a la donna lamenta<br />

uno stato <strong>di</strong> profonda depressione,<br />

conseguente all’incertezza<br />

in cui si <strong>di</strong>batte per la mancanza<br />

<strong>di</strong> notizie sul destino <strong>di</strong> Eracle,<br />

lontano da Trachis oramai da<br />

quin<strong>di</strong>ci mesi; la sua psiche è <strong>di</strong>strutta<br />

dall’interminabile attesa<br />

(Trach. 142-143) ed ella vive in<br />

una con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> continua inquietu<strong>di</strong>ne,<br />

alternando momenti<br />

<strong>di</strong> relativa tranquillità a episo<strong>di</strong><br />

<strong>di</strong> autentico panico (Trach. 175-<br />

176): sulla base <strong>di</strong> questi elementi<br />

si potrebbero ipotizzare<br />

tracce <strong>di</strong> isteria. Nei manuali <strong>di</strong><br />

psichiatria sono contemplate reazioni<br />

ansiose che si impiantano<br />

su stati primitivi <strong>di</strong> carattere depressivo,<br />

come risultato del pessimismo<br />

conseguente. Lo stato <strong>di</strong><br />

tensione e la impossibilità <strong>di</strong> <strong>di</strong>strarre<br />

l’attenzione da episo<strong>di</strong><br />

Ospedale IN 33<br />

Ringrazio il Comitato <strong>di</strong> Redazione <strong>di</strong> Ospedale In per lo<br />

spunto che mi fornisce invitandomi a un breve commento alla<br />

pubblicazione sulla nostra rivista dell’articolo sulla malattia<br />

mentale nelle trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Sofocle.<br />

Lo sviluppo dell'argomento Psicopatologia e Letteratura, ma<br />

anche Psicopatologia e Filosofia, Psicopatologia e Arti figurative e<br />

via <strong>di</strong>scorrendo sta vivendo un momento <strong>di</strong> rinnovata attualità a<br />

motivo delle nuove acquisizioni in ambito neuroscientifico, che<br />

portano alla luce importanti conferme <strong>di</strong> intuizioni e ipotesi originate<br />

nell'ambito delle <strong>di</strong>scipline umanistiche sul funzionamento<br />

della mente.<br />

Mi pare si possa collocare l'interessante contributo del Prof.<br />

Giovanni Ceschi in un ambito <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>o che ha che fare con questo<br />

tipo <strong>di</strong> valorizzazione <strong>di</strong> conoscenze intrinseche all'espressione<br />

umana nei suoi sostanziali <strong>di</strong>spositivi antropologici sommamente<br />

descritti nella Trage<strong>di</strong>a. Dal punto <strong>di</strong> vista dello psichiatra possiamo<br />

per sintetizzare ricordare che già K. Jaspers, l'insigne psicopatologo,<br />

in<strong>di</strong>cava ai suoi allievi come veri e insuperabili<br />

maestri artisti, come per es. Dostojewski che citava tra i più profon<strong>di</strong><br />

conoscitori dell'animo umano.<br />

Qualche anno fa, con alcuni colleghi avevamo lavorato proprio<br />

su questo tema, che sintetizzo citando un breve stralcio dal quarto<br />

<strong>di</strong> copertina del libro intitolato "Il Senso della Psichiatria". Incontro<br />

tra Psicoanalisi, Psicopatologia e Letteratura. Ed. La Redancia,<br />

2006. "L'efficacia della <strong>di</strong>agnosi e della cura scaturisce sempre,<br />

nella me<strong>di</strong>cina della psiche, dall'interno <strong>di</strong> una relazione umana,<br />

dentro cui la follia al pari <strong>di</strong> vissuti e comportamenti altrimenti definiti,sta<br />

comunque iscritta. Tralasciare questa peculiarità rischia<br />

<strong>di</strong> sottrarre forza anche alle nuove possibilità <strong>di</strong> trattamento. La<br />

prammatica psichiatrica della prescrizione, come all'opposto la<br />

generalizzazione all'«in<strong>di</strong>cazione» <strong>di</strong> una psicoterapia, spesso <strong>di</strong>mostrano<br />

come si rischi <strong>di</strong> lasciare in ombra la necessità <strong>di</strong> una conoscenza<br />

legata alla pratica dell'ascolto, che ha spazio e tempo<br />

privilegiati nella cura e che richiede un continuo rifarsi all'insieme<br />

<strong>di</strong> tutte le conoscenze sulla vita psichica e le sue fasi critiche".<br />

spiacevoli possono creare le premesse<br />

<strong>di</strong> uno stato neurastenico<br />

(cf. vv. 650-652), prodromo <strong>di</strong><br />

patologie isteriche.<br />

Nei profili psicologici delle<br />

gran<strong>di</strong> figure femminili sofoclee<br />

– Elettra, Deianira e, in misura<br />

più accentuata, Antigone – sono<br />

quin<strong>di</strong> ravvisabili elementi in<strong>di</strong>ziari<br />

<strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio mentale, ma la<br />

caratterizzazione patologica è<br />

parziale e l’anormalità insinuata<br />

soltanto nella misura in cui essa si<br />

riveli funzionale a particolari sviluppi<br />

della trama.<br />

Anche per quanto attiene all’E<strong>di</strong>po<br />

Re, se è innegabile che la<br />

lettura freu<strong>di</strong>ana del mito <strong>di</strong><br />

E<strong>di</strong>po come figura del destino<br />

umano resta una chiave <strong>di</strong> volta<br />

per la psicanalisi, sarebbe illogico<br />

proiettare retroattivamente<br />

sul dramma sofocleo i postulati<br />

MEEDICCINA NEL MMOONDOO


34<br />

MMEDICINA NNEEL MOONNDDOO<br />

Ospedale IN<br />

della teoria freu<strong>di</strong>ana per ricondurre<br />

all’influenza <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo<br />

mentale le azioni-tabu compiute<br />

da E<strong>di</strong>po – parrici<strong>di</strong>o e incesto –<br />

che la trama svela come involontarie<br />

ed emargina persino dalla<br />

sfera dell’inconscio.<br />

Jean-Pierre Vernant, nel saggio<br />

E<strong>di</strong>po senza complesso, si domanda<br />

se E<strong>di</strong>po sia «comprensibile<br />

nel suo carattere, nel suo<br />

eòqov, senza il complesso che<br />

porta il suo nome» (p. 79). E la<br />

risposta è affermativa: «Se il<br />

dramma si fonda sull’ignoranza<br />

<strong>di</strong> E<strong>di</strong>po circa la sua vera origine,<br />

se egli si crede veramente,<br />

come afferma tante volte, il figlio<br />

amoroso e pre<strong>di</strong>letto dei sovrani<br />

<strong>di</strong> Corinto, è chiaro che l’eroe<br />

dell’E<strong>di</strong>po re non ha il minimo<br />

complesso <strong>di</strong> E<strong>di</strong>po» (p. 84).<br />

Nessun impulso parricida, nell’uccisione<br />

<strong>di</strong> Laio, né alcuna inclinazione<br />

incestuosa, nel<br />

matrimonio con Giocasta, può<br />

essere ascritta al protagonista,<br />

per l’ovvio motivo che egli uccise<br />

il padre e si congiunse alla<br />

madre ignorandone l’identità.<br />

Nel corso del dramma, inoltre,<br />

l’indagine sulla morte <strong>di</strong> Laio è<br />

condotta da E<strong>di</strong>po secondo una<br />

inesorabile logica deduttiva, con<br />

la quale ben <strong>di</strong>fficilmente si sarebbe<br />

armonizzata la benché<br />

minima parvenza <strong>di</strong> psicosi. Il<br />

suo dolore, all’affiorare della verità,<br />

deflagra con violenza inau<strong>di</strong>ta<br />

proprio perché colpisce un<br />

uomo innocente, che fino a quel<br />

NOTA BIBLIOGRAFICA<br />

momento godeva <strong>di</strong> una perfetta<br />

padronanza <strong>di</strong> sé: insinuare che<br />

le tremende azioni da questi involontariamente<br />

commesse fossero<br />

pilotate da un subconscio<br />

‘malato’ avrebbe inficiato la potenza<br />

drammatica e beffarda<br />

della peripepeia .<br />

5. Una sintesi<br />

A Edmund Wilson dobbiamo<br />

una suggestiva panoramica sulla<br />

«perversa nobiltà» dei personaggi<br />

sofoclei, con la quale ci è<br />

gra<strong>di</strong>to concludere la nostra<br />

analisi sulla psicopatologia nelle<br />

trage<strong>di</strong>e sofoclee: «I temi tragici<br />

<strong>di</strong> tutti e tre i gran<strong>di</strong> drammaturghi<br />

(le pazzie, gli assassinii e gli<br />

incesti) – osserva lo stu<strong>di</strong>oso –<br />

possono sembrarci morbosi a<br />

sufficienza. Ma vi è una <strong>di</strong>fferenza<br />

fra il trattamento sofocleo<br />

<strong>di</strong> questi temi epici convenzionali,<br />

e quello degli altri autori.<br />

Eschilo è più religioso e filosofico;<br />

Euripide più romantico e sentimentale.<br />

Sofocle, al paragone, è<br />

‘clinico’. La pazzia <strong>di</strong> Aiace è<br />

una pazzia genuina, dalla quale<br />

l’eroe guarisce perché la coscienza<br />

<strong>di</strong> ciò che ha fatto lo<br />

inorri<strong>di</strong>sca. E non fu senza un’ottima<br />

ragione che Freud mise a<br />

contributo Sofocle nel dare un<br />

nome al complesso <strong>di</strong> E<strong>di</strong>po.<br />

Elettra oggi noi la chiameremmo<br />

una schizofrenica. E sicuramente<br />

il fanatismo <strong>di</strong> Antigone (anche<br />

lei ‘fissata’ sul fratello, come<br />

Elettra) è inteso anch’esso come<br />

fenomeno anormale. Il caso <strong>di</strong><br />

Eracle connette un avvelenamento<br />

che provoca una furia<br />

sanguinaria con una infezione<br />

che <strong>di</strong>storce la personalità ma in<br />

effetti non porta la vittima alla<br />

demenza: la ferita <strong>di</strong> Filottete, il<br />

cui dolore viene in spasimi, come<br />

nella malattia <strong>di</strong> Eracle. Tutti questi<br />

casi sembrano intimamente affini»<br />

(WILSON 1991, pp.<br />

325-328 passim).<br />

1 Atena vuole mostrare a O<strong>di</strong>sseo gli<br />

effetti della crisi <strong>di</strong> follia da lei scatenata<br />

nella mente dell’eroe e quin<strong>di</strong> interroga<br />

Aiace sulla strage che egli crede <strong>di</strong> avere<br />

perpetrato nei confronti dei nemici, ma<br />

che in realtà ha compiuto sugli armenti<br />

(vv. 89-117): le risposte allucinate <strong>di</strong><br />

Aiace <strong>di</strong>mostrano indubitabilmente che la<br />

sua psiche è ancora sconvolta.<br />

2 Sull’importanza centrale del gelwj<br />

nell’Aiace cf. KAMERBEEK 1963, p. 87:<br />

«That scornful laugh which Ajax laughs in<br />

the midst of his frenzy and fears for himself,<br />

but which Odysseus rejects is a<br />

leit-motiv of the drama»; GUARDASOLE<br />

2000, pp. 178-179: «Il segno esteriore<br />

più evidente è il riso, che, contrastando<br />

con la drammaticità dell’atto compiuto e<br />

soprattutto con la miseria dell’eroe portata<br />

dal poeta sulla scena, sottolinea ancor più<br />

l’anormalità del suo stato».<br />

3 Una sorta <strong>di</strong> ‘coazione a ripetere’ –<br />

tipica del <strong>di</strong>sturbo ossessivo-compulsivo<br />

– potrebbe validamente risolvere anche<br />

il problema delle doppie esequie tributate<br />

da Antigone a Polinice: altrimenti inspiegabili,<br />

perché una volta che il rito<br />

delle trispondoi coai è perfezionato, a<br />

rigore ogni dovere etico-morale è assolto,<br />

a prescindere dall’effettiva sepoltura<br />

del cadavere.<br />

BIGGS 1966 Biggs, P., The <strong>di</strong>sease theme in Sophocles’ Aiax, Philoctetes and Trachiniae, «CPh» L<strong>XI</strong>/4 (1966) 223-235.<br />

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Milano 1991.<br />

La stenosi valvolare aortica<br />

costituisce la più frequente<br />

patologia valvolare nei<br />

paesi industrializzati e cresce<br />

con il crescere dell’età me<strong>di</strong>a<br />

della popolazione: la prevalenza<br />

è <strong>di</strong> circa il 3% fra gli in<strong>di</strong>vidui<br />

con età superiore ai 75<br />

anni. L’evoluzione clinica della<br />

stenosi aortica <strong>di</strong> grado severo<br />

sintomatica non sottoposta ad<br />

intervento chirurgico, prevede<br />

una progressiva accentuazione<br />

della sintomatologia che inevitabilmente<br />

porta ad uno stato <strong>di</strong><br />

completa <strong>di</strong>sabilità con una sopravvivenza<br />

me<strong>di</strong>a a 2 e 5 anni<br />

rispettivamente del 50% e del<br />

20%. Attualmente l’intervento <strong>di</strong><br />

sostituzione valvolare aortica<br />

per via chirurgica (SVA) costituisce<br />

il trattamento <strong>di</strong> scelta con<br />

rischio peri-operatorio stimabile<br />

tra il 2-7%. Tuttavia sono ancora<br />

numerosi i pazienti che a causa<br />

dell’età avanzata o della presenza<br />

<strong>di</strong> comorbilità quali insufficienza<br />

renale cronica,<br />

broncopneumopatia cronica<br />

ostruttiva (BPCO) severa, scompenso<br />

car<strong>di</strong>ocircolatorio vengono<br />

giu<strong>di</strong>cati non operabili.<br />

Dati del registro dell’Euro<br />

Hearth Survey <strong>di</strong>mostrano che il<br />

30% <strong>di</strong> pazienti anziani con stenosi<br />

aortica severa sintomatica<br />

non vengono sottoposti ad intervento<br />

chirurgico per le numerose<br />

comorbilità ed un rischio<br />

chirurgico giu<strong>di</strong>cato eccessivo.<br />

In questi pazienti negli anni si<br />

sono aperte nuove vie <strong>di</strong> cura:<br />

inizialmente con l’utilizzo della<br />

valvuloplastica aortica percutanea<br />

(che ha tuttavia <strong>di</strong>mostrato<br />

Ospedale IN 35<br />

Impianto <strong>di</strong> valvola aortica per<br />

via percutanea o transapicale:<br />

è iniziata una nuova era nella cura<br />

della stenosi valvolare aortica<br />

a cura del TAVI team<br />

un’efficacia parziale legata ad<br />

un beneficio limitato nel tempo)<br />

e, attualmente, con l’uso dell’impianto<br />

<strong>di</strong> valvola aortica per<br />

via percutanea/transapicale.<br />

Stenosi valvolare<br />

aortica ed alternative<br />

terapeutiche<br />

all’intervento tra<strong>di</strong>zionale<br />

La ricerca <strong>di</strong> un trattamento<br />

alternativo all’intervento chirurgico<br />

<strong>di</strong> SVA è iniziata nel 1985<br />

quando, per la prima volta, il<br />

dr. Alan Cribier ha eseguito il<br />

primo intervento <strong>di</strong> valvuloplastica<br />

aortica per via percutanea.<br />

Da allora questa meto<strong>di</strong>ca è<br />

progressivamente <strong>di</strong>venuta <strong>di</strong><br />

uso estensivo ed è stata eseguita<br />

in migliaia <strong>di</strong> pazienti giu<strong>di</strong>cati<br />

inoperabili. Malgrado l’evidente<br />

beneficio in acuto in termini<br />

<strong>di</strong> riduzione del gra<strong>di</strong>ente<br />

trans-valvolare e del miglioramento<br />

della sintomatologia a<br />

breve-me<strong>di</strong>o termine, i risultati<br />

a <strong>di</strong>stanza non si sono rivelati<br />

sod<strong>di</strong>sfacenti. Ad un follow-up<br />

<strong>di</strong> 24 mesi solo il 18% dei pazienti<br />

trattati con valvuloplastica<br />

aortica per via percutanea risultava<br />

essere indenne da eventi<br />

clinici avversi e vi era una<br />

chiara tendenza ad una restenosi<br />

valvolare con il ritorno alle<br />

con<strong>di</strong>zioni pre-procedurali. Pertanto,<br />

ai giorni nostri, l’intervento<br />

<strong>di</strong> valvuloplastica aortica<br />

per via percutanea è poco eseguito<br />

nella pratica clinica e considerato<br />

esclusivamente come<br />

approccio “palliativo” oppure<br />

“ponte” verso una cura più definitiva<br />

(ve<strong>di</strong> intervento tra<strong>di</strong>zionale<br />

o impianto <strong>di</strong> protesi per<br />

via percutanea/transapicale).<br />

Nel 2002 Cribier ha eseguito<br />

con successo il primo<br />

intervento <strong>di</strong> sostituzione valvolare<br />

aortica per via percutanea<br />

(PAVR) in un uomo affetto da<br />

gravi comorbilità con scompenso<br />

car<strong>di</strong>aco terminale in stenosi<br />

aortica severa. Questo<br />

intervento ha aperto la strada<br />

ad un rapido progresso della<br />

meto<strong>di</strong>ca ed un costante miglioramento<br />

dei materiali permettendo<br />

l’esecuzione <strong>di</strong> migliaia<br />

<strong>di</strong> interventi.<br />

Procedura d’impianto<br />

della valvola aortica<br />

La procedura <strong>di</strong> impianto <strong>di</strong><br />

protesi aortica viene eseguita<br />

nel nostro centro in una sala<br />

operatoria in anestesia generale.<br />

Il problema più importante<br />

durante l’impianto è dato<br />

dal movimento del cuore che<br />

non consente la necessaria precisione<br />

millimetrica. Il cuore<br />

viene pertanto “fermato” me<strong>di</strong>ante<br />

stimolazioni ad altissima<br />

frequenza (180/200 battiti al<br />

minuto) per brevi perio<strong>di</strong>; in<br />

questo modo si ottiene una<br />

contrazione car<strong>di</strong>aca inefficace<br />

che corrisponde alla situazione<br />

<strong>di</strong> “assenza <strong>di</strong> battito car<strong>di</strong>aco”.<br />

Per fare ciò viene posizionato un<br />

pacemaker temporaneo in ventricolo<br />

destro che permette l’erogazione<br />

<strong>di</strong> stimoli ad alta<br />

frequenza. La valvola nativa<br />

AALTTEE TEECNOOLOGIIE


36<br />

ALTE TECCNNOLOOGIIEE<br />

viene pre<strong>di</strong>latata con un pallone<br />

e successivamente si rilascia<br />

la protesi valvolare<br />

aortica. Il corretto posizionamento<br />

della valvola avviene<br />

me<strong>di</strong>ante controllo ra<strong>di</strong>ologico<br />

(utilizzando come punto <strong>di</strong> repere<br />

le calcificazioni della valvola),<br />

ripetute aortografie e<br />

con l’utilizzo in<strong>di</strong>spensabile<br />

dell’ecocar<strong>di</strong>ografia transesofagea.<br />

L’approccio può essere<br />

transfemorale o transapicale.<br />

L’approccio retrogrado o<br />

transfemorale richiede l’introduzione<br />

dalle arterie femorali <strong>di</strong><br />

cannule con un <strong>di</strong>ametro<br />

esterno compreso fra 6 e 7 mm<br />

(variabile a seconda del <strong>di</strong>ametro<br />

della protesi da impiantare).<br />

Al termine della procedura l’arteria<br />

femorale viene chiusa attraverso<br />

una piccola sutura.<br />

L’accesso attraverso l’arteria femorale<br />

costituisce, al momento,<br />

la limitazione principale per tale<br />

tipo <strong>di</strong> approccio in quanto non<br />

consente il trattamento <strong>di</strong> quei<br />

pazienti che presentano severe<br />

tortuosità o calcificazioni a livello<br />

delle arterie iliache oppure,<br />

<strong>di</strong> quei pazienti con<br />

arterie femorali <strong>di</strong> piccolo calibro<br />

(


38<br />

MMIIGGRRAANNTI<br />

Ospedale IN<br />

DONAZIONI DA PARTE<br />

DI STRANIERI<br />

Resoconto degli incontri tra me<strong>di</strong>atori interculturali e me<strong>di</strong>ci<br />

del Servizio Immunoematologia Trasfusionale<br />

e dell’Ematologia a proposito della donazione <strong>di</strong> sangue<br />

e cellule staminali da parte <strong>di</strong> stranieri e immigrati.<br />

Nell’ambito delle iniziative<br />

<strong>di</strong> confronto e formazione/informazione<br />

tra<br />

me<strong>di</strong>atori interculturali e strutture<br />

ospedaliere si sono svolti i<br />

due incontri programmati incentrati<br />

sul tema della donazione<br />

<strong>di</strong> sangue e suoi derivati e<br />

<strong>di</strong> cellule staminali.<br />

I me<strong>di</strong>atori coinvolti (paesi <strong>di</strong><br />

provenienza: Albania, Argentina,<br />

Brasile, Burkina Faso,<br />

Cina, Mali, Marocco, Romania,<br />

Venezuela) si sono mostrati,<br />

come sempre, molto interessati<br />

ed interattivi ed hanno portato<br />

la loro esperienza <strong>di</strong> migranti e<br />

<strong>di</strong> frequentatori <strong>di</strong> contesti sanitari<br />

locali.<br />

Il 17 marzo <strong>2011</strong> il<br />

dr. Riccardo Balbo ha presentato<br />

brevemente i compiti del<br />

Servizio <strong>di</strong> Immunoematologia<br />

e Trasfusionale, le caratteristiche<br />

del sangue e dei suoi derivati,<br />

la necessità <strong>di</strong> approvvigionamento<br />

continuo <strong>di</strong> sangue e la<br />

sua destinazione in un ospedale<br />

come il S. Croce. L’occasione si<br />

è rivelata utile per sfatare alcune<br />

misconoscenze rispetto al<br />

sangue ed al suo trattamento e<br />

per riba<strong>di</strong>re il significato <strong>di</strong> gratuità<br />

della donazione.<br />

Si sono precisati i criteri legati<br />

all’età: per tutti l’età per<br />

poter donare sangue va<br />

dai 18 ai 60 anni se in<br />

stato <strong>di</strong> buona salute; la<br />

perio<strong>di</strong>cità delle donazioni <strong>di</strong><br />

sangue: ogni 90 giorni per gli<br />

uomini e due volte all’anno per<br />

le donne in età fertile, 4 dopo la<br />

menopausa.<br />

Possono esserci con<strong>di</strong>zioni<br />

che rendono la persona idonea<br />

a cura <strong>di</strong> Na<strong>di</strong>a Somale, SC Ufficio Qualità<br />

solo a determinati tipi <strong>di</strong> donazione<br />

(es. plasma, piastrine);<br />

possono essere poste delle limitazioni<br />

anche solo temporanee<br />

alla donazione (es.<br />

permanenza all’estero in determinati<br />

Paesi e per durate specifiche<br />

<strong>di</strong> tempo; essere in stato <strong>di</strong><br />

gravidanza; essere in allattamento<br />

e fino a 3 mesi dalla fine<br />

dello stesso; assumere determinate<br />

terapie).<br />

Nel presentarsi alla donazione<br />

è consigliabile aver consumato<br />

una colazione leggera<br />

(the, caffè, frutta, succo <strong>di</strong> frutta<br />

e comunque assumere liqui<strong>di</strong>,<br />

evitando latte e suoi derivati). A<br />

questo proposito è stato interessante<br />

verificare come il concetto<br />

<strong>di</strong> leggerezza <strong>di</strong> determinati alimenti<br />

(es. burro) possa essere<br />

piuttosto <strong>di</strong>verso tra le persone<br />

provenienti da altri Paesi e<br />

come gli esempi che solitamente<br />

La sala per le donazioni<br />

facciamo <strong>di</strong> “buona colazione<br />

prima della donazione” (es.<br />

fetta biscottata e caffè nero)<br />

possano essere privi <strong>di</strong> significato<br />

per chi è abituato ad alimenti<br />

molto <strong>di</strong>fferenti.<br />

Ci si è poi confrontati su quale<br />

significato può avere “il dono <strong>di</strong><br />

sé vivente” attraverso componenti<br />

che si rigenerano rispetto<br />

a quanto alcuni dei me<strong>di</strong>atori<br />

stavano apprendendo in uno<br />

specifico corso dove vengono<br />

preparati alla comunicazione<br />

relativa alla donazione <strong>di</strong> organo.<br />

Durante la preparazione del<br />

focus group 1 attorno al tema del<br />

sangue e della donazione nessuno<br />

ha riferito particolari credenze<br />

o visioni legate al sangue<br />

(in linea con la pubblicazione<br />

AVIS 2 ).<br />

Tutti i me<strong>di</strong>atori presenti<br />

hanno convenuto come non ri-<br />

sultino nei loro Paesi <strong>di</strong> origine<br />

specifici <strong>di</strong>vieti o impe<strong>di</strong>menti<br />

né <strong>di</strong> natura religiosa né <strong>di</strong> altro<br />

tipo a nessuna forma <strong>di</strong> donazione.<br />

Chi conosce il Corano<br />

sottolinea l’invito da parte del<br />

Profeta al sostegno della vita ed<br />

alla sua salvaguar<strong>di</strong>a, ad aiutare<br />

il prossimo e dunque ad<br />

un’interpretazione favorevole<br />

alla donazione.<br />

Ci sono invece profonde <strong>di</strong>fferenze<br />

rispetto alle modalità,<br />

alla gratuità, alla possibilità <strong>di</strong><br />

scegliere a chi donare che cosa<br />

ed alla promozione della donazione<br />

stessa nei <strong>di</strong>versi Paesi <strong>di</strong><br />

provenienza.<br />

Praticamente tutti si sono mostrati<br />

sorpresi della mole <strong>di</strong> sangue<br />

<strong>di</strong> cui si fa uso in ospedale,<br />

anche in ambiti magari meno<br />

conosciuti dalla gente comune.<br />

Di conseguenza, è normale<br />

dover incentivare sempre nuove<br />

donazioni dal momento che,<br />

anche in molti anni <strong>di</strong> presenza<br />

sul nostro territorio, molti me<strong>di</strong>atori<br />

non si ricordano, se non<br />

per qualche comunicato sui<br />

giornali o campagne nazionali,<br />

<strong>di</strong> aver mai percepito questa<br />

necessità. In molti dei loro Paesi<br />

<strong>di</strong> provenienza è invece un reclutamento<br />

chiaro e visibile, che<br />

passa attraverso tutti i mass<br />

me<strong>di</strong>a a <strong>di</strong>sposizione, un invito<br />

<strong>di</strong>retto da parte del personale<br />

sanitario, talvolta come richiesta<br />

esplicita (es. per i parenti ricoverati).<br />

Tutti hanno, quin<strong>di</strong>, suggerito<br />

una maggior presenza <strong>di</strong> messaggi<br />

che ricor<strong>di</strong>no perio<strong>di</strong>camente<br />

questa necessità e le<br />

con<strong>di</strong>zioni per donare, sia nei momenti<br />

in cui c’è maggiore necessità<br />

sia in momenti prestabiliti,<br />

magari quando le persone possono<br />

essere più facilmente esposte<br />

ai messaggi <strong>di</strong> questo tipo (es.<br />

nella bella stagione lungo i luoghi<br />

<strong>di</strong> ritrovo o <strong>di</strong> passeggio; in inverno<br />

attorno alle festività).<br />

Suggeriscono altresì <strong>di</strong> mettere<br />

comunicati in merito anche<br />

nelle sale d’attesa e nei luoghi<br />

in cui è più probabile che gli immigrati<br />

aspettino, sia dentro (es.<br />

COP, segreterie dei servizi,<br />

Pronto Soccorso, Ostetricia, Pe<strong>di</strong>atria)<br />

sia fuori dell’ospedale<br />

(es. luoghi legati all’attesa <strong>di</strong><br />

mezzi pubblici, Questura). In<br />

modo particolare, anche in risposta<br />

alle numerose domande<br />

poste al me<strong>di</strong>co, il dr Balbo ha<br />

letto l’ultima normativa in suo<br />

possesso riguardante l’accesso<br />

alla donazione <strong>di</strong> salute da<br />

parte <strong>di</strong> persone straniere.<br />

Ha, infatti, sottolineato come<br />

possano variare nel<br />

tempo le con<strong>di</strong>zioni legate<br />

alla donazione da<br />

parte <strong>di</strong> persone provenienti<br />

dai <strong>di</strong>versi Paesi,<br />

sia in termini <strong>di</strong> migrazione<br />

che <strong>di</strong> semplice<br />

transito. Ha spiegato con alcuni<br />

esempi, come ci possano<br />

essere limitazioni o impe<strong>di</strong>menti<br />

alla donazione<br />

permanenti o temporanee<br />

anche legate alla<br />

provenienza geografica<br />

in relazione a patologie<br />

presenti o a con<strong>di</strong>zioni<br />

che influiscono sulla salute<br />

che devono essere<br />

tenute presente, anche a<br />

scopo precauzionale, nel<br />

caso della donazione.<br />

Se la prima con<strong>di</strong>zione per<br />

valutare un donatore è il suo<br />

stato <strong>di</strong> buona salute, il primo<br />

obiettivo deve essere sempre<br />

quello <strong>di</strong> tutelare sia il donatore<br />

che il ricevente, per cui da sempre<br />

la legislazione del nostro<br />

Paese ha scelto criteri magari<br />

più restrittivi rispetto a quelli in<br />

vigore in altri Paesi.<br />

In sintesi dunque si è detto che<br />

anche la persona straniera<br />

e immigrata in<br />

buona salute può can<strong>di</strong>darsi<br />

alla donazione <strong>di</strong><br />

sangue e suoi derivati. Per<br />

fare questo deve rivolgersi ai<br />

centri <strong>di</strong> riferimento, come qualsiasi<br />

altro citta<strong>di</strong>no italiano<br />

maggiorenne, dove verrà sottoposto<br />

ad analoghe procedure<br />

che prevedono la compilazione<br />

<strong>di</strong> un questionario<br />

specifico <strong>di</strong> raccolta dati<br />

che viene valutato dal me<strong>di</strong>co<br />

congiuntamente ai parametri<br />

essenziali (peso > 50 Kg,<br />

pressione, funzionalità<br />

del fegato ed emoglobina<br />

tramite puntura del<br />

<strong>di</strong>to) ad ogni donazione. Rispetto<br />

ad un citta<strong>di</strong>no italiano<br />

emergono alcuni aspetti che è<br />

Ospedale IN 39<br />

bene sottolineare e <strong>di</strong> cui ogni<br />

can<strong>di</strong>dato donatore <strong>di</strong> sangue<br />

straniero deve, ad oggi, tener<br />

conto:<br />

- la Raccomandazione Sangue<br />

1/2010 emessa dalla Regione<br />

Piemonte ha sottolineato come il<br />

can<strong>di</strong>dato donatore deve<br />

mostrare una “sufficiente<br />

padronanza della lingua<br />

italiana in quanto è essenziale<br />

che i soggetti siano in grado <strong>di</strong><br />

condurre con <strong>di</strong>mestichezza un<br />

colloquio con il me<strong>di</strong>co selezionatore,<br />

<strong>di</strong> riferire dati anamnestici<br />

e <strong>di</strong> comprendere ed<br />

esprimere compiutamente un<br />

consenso responsabile alle procedure<br />

<strong>di</strong> donazione”.<br />

Questo è uno dei motivi per<br />

cui non si è proceduto ad una<br />

traduzione del suddetto questionario<br />

anamnestico in molte lingue,<br />

ma solo in inglese e<br />

francese;<br />

- lo stesso documento ha formalizzato<br />

come sia non solo<br />

doveroso riconoscere alle persone<br />

immigrate la possibilità <strong>di</strong><br />

partecipare alla vita del Paese<br />

anche in questa forma, che è <strong>di</strong><br />

per sé un buon in<strong>di</strong>catore <strong>di</strong> desiderio<br />

<strong>di</strong> integrazione nelle comunità<br />

locali, ma anche un<br />

fattore molto importante da tenere<br />

in considerazione proprio<br />

per le caratteristiche <strong>di</strong> cui sono<br />

portatrici persone provenienti<br />

da altri Paesi anche per fattori<br />

connessi al sangue.<br />

“Poiché tuttavia le aree <strong>di</strong><br />

provenienza <strong>di</strong> tali popolazioni<br />

sono spesso caratterizzate da<br />

alta endemia <strong>di</strong> malattie trasmissibili<br />

con il sangue o da alta<br />

prevalenza <strong>di</strong> con<strong>di</strong>zioni genetiche<br />

particolari (ad es. emoglobinopatie)<br />

si pone il problema,<br />

da un lato, <strong>di</strong> non scoraggiare<br />

(ma anzi <strong>di</strong> favorire) la sincera<br />

volontà <strong>di</strong> manifestare gesti <strong>di</strong><br />

solidarietà e <strong>di</strong> volontariato<br />

come la donazione del sangue<br />

e, dall’altro, <strong>di</strong> non <strong>di</strong>minuire i<br />

livelli <strong>di</strong> sicurezza della terapia<br />

trasfusionale.<br />

Sulla base delle evidenze epidemiologiche,<br />

delle esperienze<br />

fino ad oggi maturate e delle<br />

normative nazionali ed europee<br />

vigenti, si ritiene<br />

quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> raccomandare<br />

i seguenti cri-<br />

MIIGRRAANTTII


MIGRANTI<br />

40<br />

Ospedale IN<br />

teri per la<br />

selezione degli<br />

aspiranti donatori<br />

provenienti da aree<br />

extra nazionali:<br />

- il possesso <strong>di</strong> un documento<br />

<strong>di</strong> identità o <strong>di</strong> riconoscimento<br />

equipollente<br />

(in quanto tale munito <strong>di</strong> fotografia<br />

e timbro o segnatura equivalente,<br />

secondo la definizione<br />

dell’art. 35 del Testo Unico delle<br />

leggi <strong>di</strong> Pubblica Sicurezza riassunte<br />

nel DPR n. 445/2000) rilasciato<br />

da un'amministrazione<br />

dello Stato italiano, oppure il<br />

permesso <strong>di</strong> soggiorno in Italia<br />

(rilasciato ai citta<strong>di</strong>ni extracomunitari<br />

in possesso <strong>di</strong><br />

passaporto/visto con previsione<br />

<strong>di</strong> soggiorno in Italia superiore a<br />

tre mesi).<br />

L’iscrizione al SSN o il possesso<br />

della T.E.A.M. (Tessera<br />

Europea Assicurazione Malattie)<br />

costituiscono ulteriori elementi<br />

sufficienti;<br />

- fornire in<strong>di</strong>rizzo <strong>di</strong><br />

residenza/domicilio per<br />

le eventuali necessità successive<br />

<strong>di</strong> richiamo e <strong>di</strong><br />

emovigilanza.<br />

È inoltre importante raccogliere<br />

informazioni sul Paese <strong>di</strong><br />

provenienza e sull’eventuale<br />

rientro perio<strong>di</strong>co nei Paesi <strong>di</strong><br />

origine che può riesporre i soggetti<br />

a fattori <strong>di</strong> rischio (ad es.<br />

per la malaria) i quali possono<br />

costituire criterio <strong>di</strong> esclusione a<br />

norma del DM 3/3/05 All. 4.<br />

Nella fase <strong>di</strong> riflessione con i<br />

me<strong>di</strong>atori attorno al “perché<br />

non dono” sono emerse questioni<br />

legate alla situazione risalente<br />

già al Paese <strong>di</strong> origine<br />

(sapevano della necessità e<br />

delle modalità per donare ma<br />

non si sono mai mossi per concretizzare<br />

l’intenzione; altri<br />

quando si sono mossi non<br />

hanno seguito le modalità corrette<br />

o bisognava andare<br />

troppo lontano; la maggior<br />

parte ha pensato <strong>di</strong> farlo ma<br />

poi non è mai passata all’atto<br />

anche se ritiene una grossa contro<br />

moneta la possibilità <strong>di</strong><br />

avere degli esami effettuati perio<strong>di</strong>camente<br />

gratuitamente per<br />

verificare lo stato <strong>di</strong> buona salute).<br />

Alcuni me<strong>di</strong>atori, per contro,<br />

riferiscono il fatto che<br />

probabilmente qualche connazionale,<br />

così come in patria,<br />

possa rimandare per timore <strong>di</strong><br />

scoprire delle malattie.<br />

Di qui l’ipotesi <strong>di</strong> promuovere<br />

degli incontri come questo<br />

presso le Associazioni delle<br />

varie comunità e del materiale<br />

informativo multilingue da lasciare<br />

nei posti <strong>di</strong> maggior passaggio<br />

dei migranti (es. Centro<br />

Migranti, Caritas, associazioni<br />

sindacali, sportelli per gli immigrati).<br />

In successione logica con l’incontro<br />

tenuto dal Trasfusionale,<br />

il 18 maggio <strong>2011</strong> il dr Davide<br />

Rapezzi, me<strong>di</strong>co dell’Ematologia,<br />

ha svolto la sua parte <strong>di</strong><br />

presentazione dell’attività del<br />

reparto e degli ambulatori, <strong>di</strong><br />

situazioni maggiormente riconducibili<br />

agli utenti stranieri della<br />

struttura ed ai possibili ambiti <strong>di</strong><br />

intervento dei me<strong>di</strong>atori (es.<br />

spiegazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>agnosi e terapie<br />

con conseguenti ripercussioni<br />

sulla fertilità <strong>di</strong> uomini e<br />

donne e impostazione del piano<br />

terapeutico in relazione ai progetti<br />

<strong>di</strong> vita).<br />

Il dr Rapezzi ha inoltre illustrato<br />

la necessità e l’impiego <strong>di</strong><br />

cellule staminali nella moderna<br />

terapia ematologica. Successivamente<br />

la sottoscritta ha provveduto<br />

ad inoltrare ai me<strong>di</strong>atori<br />

materiale specifico circa il processo<br />

a cui viene sottoposto il<br />

can<strong>di</strong>dato donatore <strong>di</strong> cellule<br />

staminali (precedentemente<br />

detto “<strong>di</strong> midollo osseo” e oggi<br />

definita “donazione <strong>di</strong> cellule<br />

staminali emopoietiche”, ovvero<br />

che producono sangue).<br />

La premessa fondamentale è<br />

stata che può essere donatore<br />

<strong>di</strong> cellule staminali<br />

chi può essere donatore<br />

<strong>di</strong> sangue e dunque può rivolgersi<br />

al proprio centro territoriale<br />

<strong>di</strong> riferimento (nel<br />

riquadro vengono riportati i riferimenti<br />

del Servizio Immunoematologia<br />

e Trasfusionale<br />

dell’Ospedale <strong>di</strong> Cuneo) o alle<br />

associazioni che si occupano <strong>di</strong><br />

donatori <strong>di</strong> sangue (es. AVIS,<br />

FIDAS) o <strong>di</strong> cellule staminali<br />

(es. ADMO).<br />

I me<strong>di</strong>atori si sono mostrati colpiti<br />

dai gran<strong>di</strong> numeri <strong>di</strong> pazienti<br />

con la leucemia che hanno bisogno<br />

<strong>di</strong> un donatore molto particolare,<br />

ovvero <strong>di</strong> una persona<br />

che si renda <strong>di</strong>sponibile oggi per<br />

poter donare forse chissà<br />

quando e da come sia molto <strong>di</strong>fficile<br />

trovare due persone che dal<br />

punto <strong>di</strong> compatibilità siano<br />

uguali per rendere possibile un<br />

trapianto <strong>di</strong> midollo (IBMDR:<br />

registro italiano donatori midollo<br />

osseo e rete nazionale).<br />

Ci si può iscrivere a tale<br />

registro, essere donatore<br />

<strong>di</strong> cellule staminali, dai<br />

18 ai 40 anni e si può donare<br />

fino a 55 anni, soltanto<br />

dopo aver effettuato<br />

almeno una donazione <strong>di</strong> sangue<br />

intero.<br />

Presso il S. Croce si fanno gli<br />

esami <strong>di</strong> accertamento previsti,<br />

come per il donatore <strong>di</strong> sangue;<br />

si valuta l’idoneità a donare secondo<br />

due principi: il primo è<br />

che non si deve arrecare danno<br />

a una persona sana per curarne<br />

una malata, quin<strong>di</strong> non si va a<br />

prelevare a chi pesa meno <strong>di</strong><br />

50 kg o a soggetti anemici; il<br />

secondo è che non si deve far<br />

correre un rischio al pazientericevente,<br />

per esempio se uno<br />

fosse malato <strong>di</strong> AIDS o <strong>di</strong> altre<br />

forme contagiose. Quin<strong>di</strong> si effettuano<br />

dei controlli anche nel<br />

momento in cui ci si trovasse<br />

nella con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> prelevare le<br />

cellule staminali.<br />

La procedura <strong>di</strong> prelievo delle<br />

cellule staminali è più complessa<br />

e più impegnativa <strong>di</strong><br />

quella prevista per la donazione<br />

<strong>di</strong> sangue.<br />

Dovendo prelevare dalle ossa<br />

si utilizzano degli aghi molto<br />

grossi perché si devono passare<br />

la cute e le ossa. Quin<strong>di</strong> si<br />

chiede al donatore <strong>di</strong> essere ricoverato<br />

in ospedale perché si<br />

deve fare un’anestesia. Il giorno<br />

successivo generalmente il donatore<br />

viene <strong>di</strong>messo e per 5/6<br />

giorni può essere un po’ debole<br />

o sentire malessere nella zona<br />

del prelievo, che è quella delle<br />

creste iliache, quin<strong>di</strong> del bacino<br />

posteriore, dove vengono fatti<br />

più fori all’interno dell’osso per<br />

poter permettere <strong>di</strong> prelevare le<br />

cellule. Le cellule staminali vengono<br />

raccolte in sacche particolari<br />

e poi nel minor tempo<br />

possibile mandate al centro tra-<br />

pianti dove è ricoverato il paziente,<br />

che può essere a Cuneo<br />

o in qualsiasi parte del mondo.<br />

Fino a pochi anni fa si potevano<br />

donare cellule staminali<br />

solo con la donazione <strong>di</strong> midollo<br />

ed ancora oggi è preferibile<br />

questa tecnica, soprattutto<br />

per alcuni tipi <strong>di</strong> leucemie in<br />

quanto è più efficace rispetto a<br />

quelle attuate con altre tecniche<br />

<strong>di</strong> prelievo, come ad esempio<br />

la raccolta delle cellule <strong>di</strong><br />

sangue periferico tramite<br />

un separatore cellulare.<br />

Con questa tecnica si devono<br />

andare a stimolare le cellule per<br />

poterne produrre delle altre,<br />

quin<strong>di</strong> si inietta un farmaco sottocute<br />

per cinque giorni due<br />

volte al giorno, mattino e sera, e<br />

al quinto giorno, si vanno a raccogliere<br />

le cellule staminali.<br />

Questi farmaci obbligano il nostro<br />

organismo a iperprodurre<br />

cellule nuove e mandarle in circolo,<br />

per far sì che si possano<br />

prelevare da sangue periferico.<br />

Quando si effettua il prelievo,<br />

grazie a una macchina, si prelevano<br />

le cellule staminali e si<br />

restituisce il resto al paziente,<br />

come i globuli rossi, le piastrine,<br />

il plasma e in parte i globuli<br />

bianchi. I vantaggi per il donatore<br />

sono che non deve più essere<br />

ricoverato, non deve subire<br />

un’anestesia e dopo aver effettuato<br />

la raccolta sta bene. Lo<br />

svantaggio è che l’abbiamo<br />

fatto star male i 5 giorni prima<br />

per l’introduzione del farmaco<br />

Il Centro Donatori del SIMT (Servizio <strong>di</strong> Immunoematologia<br />

e Trasfusionale dell’ASO S. Croce e Carle <strong>di</strong> Cuneo, piano<br />

terra, blocco A del S. Croce, ingresso da V. Michele Coppino<br />

26) è aperto:<br />

dal lunedì al sabato dei giorni non festivi e la seconda domenica<br />

<strong>di</strong> ogni mese dalle ore 8,30 alle ore 11.<br />

Per la donazione <strong>di</strong> sangue non è richiesta prenotazione ma<br />

è sufficiente presentarsi allo sportello negli orari stabiliti.<br />

Nel caso <strong>di</strong> plasmaferesi e piastrinoaferesi occorre invece<br />

prendere contatto con la struttura al numero<br />

0171642291/2510.<br />

Possono esserci dei giorni della settimana in cui il centro risulta<br />

più affollato (es. venerdì e sabato).<br />

Qualora alcune persone volessero presentarsi “in gruppo”,<br />

soprattutto nel caso <strong>di</strong> prime donazioni si consiglia <strong>di</strong> “avvisare”<br />

prima telefonicamente o <strong>di</strong> persona in modo che il SIMT possa<br />

organizzarsi al meglio.<br />

Ospedale IN 41<br />

e si sente debole in quanto le<br />

ossa sono state appunto stimolate<br />

per produrre <strong>di</strong> più.<br />

Si può anche effettuare la<br />

donazione tramite cellule<br />

staminali da cordone ombelicale,<br />

possibilità che dovrebbe<br />

essere prospettate a tutte<br />

le donne incinte nel corso del<br />

percorso <strong>di</strong> gravidanza affinché,<br />

se intendono can<strong>di</strong>darsi,<br />

facciano le cose nei tempi previsti<br />

dalla procedura.<br />

Queste cellule sono le migliori<br />

in assoluto perché sono appena<br />

nate e non sono state mo<strong>di</strong>ficate,<br />

ma il grosso problema è<br />

che sono poche (60-100 gr),<br />

quin<strong>di</strong> vanno bene per fare un<br />

trapianto a dei bambini, ma<br />

non ad un adulto. Le percentuali<br />

<strong>di</strong> sopravvivenza <strong>di</strong> queste cellule<br />

non sono altissime (circa<br />

15% che però rispetto a nulla è<br />

molto!).<br />

Personalmente ringrazio chi<br />

ha presenziato a questi incontri<br />

e chi li ha condotti, convinta che<br />

il passaparola possa funzionare<br />

più <strong>di</strong> qualsiasi altra forma <strong>di</strong><br />

sensibilizzazione.<br />

Per questo riportiamo il riferimento<br />

ospedaliero a cui rivolgersi<br />

per qualsiasi informazione<br />

e soprattutto per decidere <strong>di</strong><br />

can<strong>di</strong>darsi ad un gesto che sicuramente<br />

fa bene a tutti: a chi<br />

riceve ma anche a chi decide <strong>di</strong><br />

dare gratuitamente un po’ <strong>di</strong><br />

tempo ed un po’ <strong>di</strong> sé.<br />

1 Greenbaum T: The practical<br />

handbook and guide to focus group<br />

research, Lexington, 1988.<br />

2 Fantauzzi A (a cura <strong>di</strong>): L’altro in<br />

me. Dono del sangue e immigrazione<br />

fra culture, pratiche e identità. AVIS,<br />

2008.<br />

MIIGRRAANTTII


42<br />

VITA IN AZZIENNDA<br />

Ospedale IN<br />

FESTA DEI 50 ANNI<br />

DI PEDIATRIA A CUNEO<br />

30 GIUGNO - 1 LUGLIO <strong>2011</strong><br />

(vi raccontiamo com’è andata …)<br />

Itimori della vigilia da parte <strong>di</strong><br />

chi ha progettato la festa per<br />

il 50° compleanno del reparto<br />

<strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria all’Ospedale <strong>di</strong><br />

Cuneo sono scomparsi appena,<br />

alle ore 17.00 del 30 giugno,<br />

nel salone dell’ASO, hanno<br />

avuto inizio le celebrazioni.<br />

Prima a raggiungerci, la Prof.<br />

Paola Zunin, figlia del compianto<br />

Prof. Carlo, primo Direttore<br />

della Pe<strong>di</strong>atria, seguita a<br />

ruota dal Prof. Adriano Spada,<br />

Primario della nostra Pe<strong>di</strong>atria<br />

per 31 anni. A seguire le autorità<br />

della Regione, Provincia e<br />

Comune, tanti ex Pe<strong>di</strong>atri del<br />

S. Croce e gli attuali Responsabili<br />

delle Pe<strong>di</strong>atrie della Provincia,<br />

le Associazioni del<br />

Volontariato e citta<strong>di</strong>ni (sessanta<br />

persone hanno partecipato e<br />

tre<strong>di</strong>ci oratori hanno portato le<br />

loro testimonianze).<br />

Un gra<strong>di</strong>tissimo regalo ce lo ha<br />

fatto il Dr Ezio Falco, Presidente<br />

della Fondazione CRC, che ha<br />

accompagnato l’On. Paganelli,<br />

firmatario nel 1961 della delibera<br />

con cui la Fondazione assegnava<br />

la cifra <strong>di</strong> 25 milioni <strong>di</strong><br />

lire serviti a realizzare il reparto<br />

<strong>di</strong> Pe<strong>di</strong>atria del nostro Ospedale.<br />

<strong>di</strong> Guido Cento, SC Ufficio Qualità/Comunicazione<br />

Il momento istituzionale<br />

Un GRAZIE DI CUORE A:<br />

chi ha patrocinato l’evento<br />

gli sponsor<br />

le associazioni del volontariato ABIO, CÖNI VIP, FIORI SULLA LUNA, VOGLIA <strong>di</strong> CRESCERE<br />

la C.R.I <strong>di</strong> Cuneo<br />

i <strong>di</strong>pendenti dell’Ufficio Turismo e Manifestazioni del Comune <strong>di</strong> Cuneo<br />

tutti quelli che passando <strong>di</strong> lì si sono fermati e ci hanno dato una mano<br />

la Direzione dell’ASO che crede nella riconoscenza<br />

i piloti e gli equipaggi delle mongolfiere<br />

la Squadra dell’Ufficio Qualità e Comunicazione dell’ASO <strong>di</strong> Cuneo.<br />

Moltissimi gli interventi, interessantissimi<br />

ed appassionati che<br />

ci hanno fatto rivivere la “Storia<br />

della Pe<strong>di</strong>atria” dalla sua nascita<br />

ai giorni nostri: il reparto, al servizio<br />

<strong>di</strong> tutta la Provincia, nei<br />

primi anni <strong>di</strong> attività, faceva segnare<br />

la presenza anche <strong>di</strong> 120<br />

bimbi ricoverati contemporaneamente<br />

e curati dai soli tre me<strong>di</strong>ci<br />

in organico. Seguitissimo l’intervento<br />

del Dr Massimo Chiossi,<br />

l’attuale Primario, che ci ha fatto<br />

scoprire la storia della Pe<strong>di</strong>atria<br />

in Italia, mentre un silenzio assoluto<br />

ha accompagnato la testimonianza<br />

del prof. Adriano<br />

Spada che ha raccontato con<br />

semplicità e pathos le <strong>di</strong>fficoltà<br />

degli albori della me<strong>di</strong>cina pe<strong>di</strong>atrica<br />

a Cuneo. Eravamo lì con<br />

lui quando praticava ipodermoclisi<br />

con aghi infissi nella spongiosa<br />

delle epifisi <strong>di</strong>stali del<br />

femore <strong>di</strong> bimbi che non avevano<br />

altri possibili accessi o<br />

quando, al neonato <strong>di</strong> una setti-<br />

mana arrivato dall’alta montagna,<br />

eseguiva un’exanguinotrasfusione,<br />

con un ago posizionato<br />

<strong>di</strong>rettamente nel cuore per impe<strong>di</strong>rne<br />

la morte per incompatibilità<br />

A.B.0. Mentre il Prof. Spada<br />

ci comunica che oggi quel bimbo<br />

è un uomo che va <strong>di</strong> tanto in<br />

tanto a trovarlo, noi, ancora una<br />

volta gli esprimiamo la nostra<br />

gratitu<strong>di</strong>ne per la grande professionalità<br />

ed umanità che hanno<br />

contrad<strong>di</strong>stinto il suo esser me<strong>di</strong>co<br />

dei bambini. Al termine<br />

della manifestazione il Dr Mario<br />

Marchisio, Commissario dell’ASO,<br />

ha consegnato una targa<br />

ricordo alla Prof. Paola Zunin ed<br />

al Prof. Adriano Spada.<br />

Il primo luglio festa dei bimbi in<br />

Piazza d’Armi. È stata anche fortunatamente<br />

la festa coi bimbi.<br />

Ben 69 <strong>di</strong> loro si sono prenotati<br />

per un giro in mongolfiera. Sono<br />

state fatte salire in cielo due mongolfiere<br />

coi loro esperti piloti. Purtroppo<br />

alle h. 19.00 un vento<br />

Ospedale IN 43<br />

La festa<br />

dei bimbi<br />

teso, la cosiddetta “coda del<br />

drago” proveniente dalla Valle<br />

Stura, ci ha obbligati a desistere<br />

dall’iniziativa. Apprezzatissima<br />

la partecipazione dell’asino<br />

Mozart e del suo padrone, il Sig.<br />

Giacomo Bo, che ha voluto esser<br />

presente anche se con un piede<br />

ferito. Mozart, con la pazienza e<br />

la docilità che lo contrad<strong>di</strong>stinguono,<br />

ha portato in groppa<br />

moltissimi bambini. Un gran numero<br />

<strong>di</strong> Clown (25) volontari del<br />

CÖNI VIP ha allietato il pomeriggio<br />

con balli, canti e giochi. I volontari<br />

dell’ABIO hanno offerto<br />

palloncini e decorato con arte i visi<br />

dei bimbi. Dalle 16.00 tutti i presenti<br />

sono stati rifocillati con abbondante<br />

e gustosissima merenda.<br />

La fatica, per chi ha organizzato<br />

la festa <strong>di</strong> compleanno dei<br />

50 anni della Pe<strong>di</strong>atria dell’ASO<br />

<strong>di</strong> Cuneo, è stata molta, ma è<br />

stata ricompensata da tanta partecipazione<br />

e dalla solidarietà <strong>di</strong><br />

moltissime persone ed enti.<br />

VITA IN AZZIEENDAA


44<br />

VITA IN AZZIENNDA<br />

Ospedale IN<br />

Lavori <strong>di</strong> ristrutturazione<br />

del reparto<br />

<strong>di</strong> me<strong>di</strong>cina d’urgenza<br />

<strong>di</strong> Bruno Tartaglino – SC Me<strong>di</strong>cina d'Urgenza,<br />

Paola Arneodo – SC Tecnico, Paolo Pellegrino – Direzione Sanitaria <strong>di</strong> Presi<strong>di</strong>o<br />

Nello scorso mese <strong>di</strong> gennaio<br />

è stato effettuato il<br />

trasloco del Reparto <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza dal terzo<br />

piano alla nuova sede, al secondo<br />

piano del blocco A<br />

dell’Ospedale S. Croce. Si è<br />

trattato <strong>di</strong> un trasferimento “ad<br />

impatto zero” per l’utenza, perché<br />

non ha comportato riduzione<br />

significativa dell’attività.<br />

La ristrutturazione del reparto<br />

<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza si inserisce<br />

in un vasto programma <strong>di</strong><br />

revisione delle degenze e dei<br />

servizi dell’Ospedale S. Croce,<br />

volto al perseguimento degli<br />

obiettivi in<strong>di</strong>cati nel piano <strong>di</strong><br />

riorganizzazione delle strutture<br />

ospedaliere approvato da questa<br />

Azienda nell’ottobre 2008,<br />

che mirano alla creazione <strong>di</strong><br />

aree <strong>di</strong>partimentali funzionalmente<br />

collegate dal punto <strong>di</strong><br />

vista planimetrico e all’adeguamento<br />

delle degenze agli<br />

standard <strong>di</strong> accre<strong>di</strong>tamento con<br />

conseguente eliminazione delle<br />

camere a sei posti letto. In particolare<br />

il trasferimento della<br />

struttura Complessa <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina<br />

d’Urgenza, costituisce un importante<br />

tassello del più ampio<br />

progetto <strong>di</strong> riorganizzazione, in<br />

quanto nei locali liberati al terzo<br />

piano si collocherà la degenza<br />

<strong>di</strong> Oculistica, a sua volta interessata<br />

dal progetto <strong>di</strong> ristrutturazione<br />

del Dipartimento<br />

Testa-Collo che proseguirà con<br />

il trasferimento delle degenze <strong>di</strong><br />

Otorinolarigoiatria e Chirurgia<br />

maxillo-facciale sempre al III<br />

piano, blocco C.<br />

Contestualmente il reparto <strong>di</strong><br />

Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza necessitava<br />

<strong>di</strong> alcuni adeguamenti<br />

strutturali ed impiantistici che si<br />

sono potuti attuare nell’area del<br />

secondo piano, libera da <strong>di</strong>cembre<br />

2010, a seguito della<br />

collocazione della degenza <strong>di</strong><br />

Oncologia presso l’Ospedale<br />

A. Carle.<br />

La caratteristica principale<br />

che valorizza il nuovo reparto è<br />

la nuova sala <strong>di</strong> terapia semintensiva<br />

a cinque posti letto, <strong>di</strong><br />

cui uno <strong>di</strong> isolamento, dotata <strong>di</strong><br />

una a<strong>di</strong>acente zona <strong>di</strong> controllo<br />

e monitoraggio, decisamente<br />

più funzionale dal punto <strong>di</strong> vista<br />

dell’assistenza al malato rispetto<br />

alla preesistente sistemazione.<br />

Oltre all’area semintensiva sono<br />

presenti sette camere <strong>di</strong> degenza<br />

a uno o due posti letto,<br />

per un totale <strong>di</strong> 16 posti letto,<br />

nonché i locali <strong>di</strong> supporto all’attività<br />

<strong>di</strong> reparto.<br />

La ristrutturazione ha comportato<br />

l’esecuzione <strong>di</strong>:<br />

- opere strutturali, murarie e<br />

<strong>di</strong> finiture e<strong>di</strong>lizie necessarie<br />

alla realizzazione del nuovo lay<br />

out <strong>di</strong>stributivo, rispondente alle<br />

esigenze <strong>di</strong> reparto;<br />

- mo<strong>di</strong>fiche degli impianti <strong>di</strong><br />

Il nuovo reparto.<br />

<strong>di</strong>stribuzione forza motrice, illuminazione<br />

e trasmissione dati;<br />

- realizzazione dell’impianto<br />

<strong>di</strong> con<strong>di</strong>zionamento per le camere<br />

<strong>di</strong> monitoraggio, camera<br />

semintensiva e <strong>di</strong> isolamento;<br />

- adeguamento dell’impianto<br />

gas me<strong>di</strong>cali con l’inserimento <strong>di</strong><br />

quadri <strong>di</strong> riduzione che aumentano<br />

la sicurezza <strong>di</strong> erogazione e<br />

con la realizzazione della rete <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stribuzione dell’aria me<strong>di</strong>cale,<br />

<strong>di</strong> fondamentale importanza per<br />

la terapia delle patologie trattate<br />

nel reparto.<br />

I lavori sono stati progettati e<br />

<strong>di</strong>retti dagli ingegneri del Servizio<br />

Tecnico, Paolo De Giovanni,<br />

Gian Mario Ramello e Simona<br />

Ramero, coa<strong>di</strong>uvati dai collaboratori<br />

dei <strong>di</strong>versi settori e<strong>di</strong>le,<br />

elettrico ed impiantistico, e sono<br />

stati finanziati con risorse<br />

aziendali.<br />

La Me<strong>di</strong>cina d’urgenza si è<br />

inoltre dotata <strong>di</strong> un nuovo sistema<br />

<strong>di</strong> monitoraggio dei pazienti,<br />

che consente <strong>di</strong><br />

visualizzare i parametri monito-<br />

rati (ad esempio, pressione arteriosa,<br />

elettrocar<strong>di</strong>ogramma,<br />

ossigenazione, frequenza respiratoria,<br />

ecc) sia per i cinque<br />

posti dell’area semi-intensiva<br />

sia (in telemetria) per i pazienti<br />

delle altre camere (anche per<br />

pazienti in grado <strong>di</strong> deambulare).<br />

Questa tecnologia, che<br />

sostituisce la precedente più obsoleta,<br />

si affianca ad altri strumenti<br />

volti alla <strong>di</strong>agnosi, al<br />

trattamento e alla sicurezza dei<br />

pazienti: emogasanalizzatore,<br />

ecografo portatile, apparecchi<br />

per ventilazione non invasiva,<br />

videosorveglianza, ecc.<br />

Nel 2010 in Me<strong>di</strong>cina<br />

d’Urgenza sono state ricoverate<br />

2043 persone: 731 osservazioni<br />

brevi (OBI), 1108 ricoveri<br />

dal Pronto Soccorso, 204 trasferimenti<br />

da altri reparti ospedalieri.<br />

La degenza me<strong>di</strong>a dei<br />

ricoverati, prima <strong>di</strong> essere <strong>di</strong>messi<br />

o trasferiti in altra struttura,<br />

è decisamente bassa: 3,21<br />

giorni. La tipologia dei pazienti<br />

ricoverati è piuttosto varia (insufficienza<br />

respiratoria, malat-<br />

tie car<strong>di</strong>ache, sepsi, traumi, avvelenamenti,<br />

emorragie, e<br />

molte altre patologie), ma ha in<br />

comune la caratteristica <strong>di</strong> presentare<br />

una criticità clinica o rischio<br />

<strong>di</strong> instabilità a breve tale<br />

da richiedere un livello <strong>di</strong> intensità<br />

<strong>di</strong> osservazione e cura<br />

superiore a quello che può essere<br />

fornito in un reparto or<strong>di</strong>nario,<br />

comunque inferiore a<br />

una terapia intensiva (Rianimazione).<br />

In alternativa al ricovero<br />

imme<strong>di</strong>ato o alla<br />

C.R.A.L.<br />

AZIENDA OSPEDALIERA S. CROCE E CARLE - CUNEO<br />

<strong>di</strong> Adriano Arese<br />

Cari soci,<br />

con rammarico ho constatato che la nostra iniziativa <strong>di</strong> promuovere il gioco del golf, in collaborazione<br />

con un circolo golfistico situato nelle vicinanze dello stabilimento “Michelin”, non ha avuto successo,<br />

forse perché questo tipo <strong>di</strong> sport è ritenuto ancora uno sport d’élite, o cose da ricchi! Noi ci abbiamo<br />

provato, anche per dare alternative <strong>di</strong> svago e relax ai nostri soci.<br />

Quest’anno la stagione estiva ha evidenziato un grande interesse nei confronti della piscina comunale<br />

<strong>di</strong> Cuneo, nonostante gli alti e bassi del tempo, non sempre clemente. Gli abbonamenti hanno avuto,<br />

come sempre, prezzi agevolati molto interessanti.<br />

Un’iniziativa che ha riscosso notevole successo è la ven<strong>di</strong>ta dei buoni pesca presso il Lago delle<br />

Rovine ad Entracque: molti soci hanno approfittato dei prezzi veramente favorevoli.<br />

Quando uscirà l’articolo, lo spettacolo che ogni anno si svolge alla Fiera <strong>di</strong> Cuneo sarà già stato effettuato:<br />

l’incasso e tutte le iniziative collegate ad esso erano finalizzate alla tutela delle mamme e dei<br />

bambini in Sudan, tramite il Comitato <strong>di</strong> Collaborazione Me<strong>di</strong>ca: speriamo che l’incasso sia stato cospicuo<br />

e generoso!<br />

Per tutte le iniziative dell’autunno prestate attenzione alle locan<strong>di</strong>ne affisse alle bacheche del CRAL al<br />

S. Croce, Carle e uffici amministrativi in corso Brunet.<br />

Ospedale IN 45<br />

<strong>di</strong>missione dal Pronto Soccorso,<br />

vengono tenuti in osservazione<br />

pazienti per i quali<br />

occorre prontamente definire<br />

se il sintomo presentato (ad<br />

esempio, un dolore toracico o<br />

una sincope) sottenda o meno<br />

una grave malattia (ad esempio,<br />

infarto miocar<strong>di</strong>co o aritmia<br />

car<strong>di</strong>aca).<br />

La Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza,<br />

aperta <strong>di</strong>eci anni fa al Santa<br />

Croce dal dott. Ugo Sturlese, ha<br />

certamente visto con questa sua<br />

ricollocazione un miglioramento<br />

strutturale e tecnologico, nonché<br />

la possibilità <strong>di</strong> rispondere ancora<br />

meglio alla sua mission.<br />

Punto <strong>di</strong> merito per tutto il personale<br />

coinvolto è sicuramente<br />

stato il trasferimento dell’attività<br />

<strong>di</strong> reparto dai vecchi ai nuovi<br />

locali senza praticamente interrompere<br />

l’attività assistenziale,<br />

cosa che ha sicuramente comportato<br />

un aumento <strong>di</strong> lavoro<br />

per tutti gli operatori, che hanno<br />

risposto con entusiasmo e competenza,<br />

ma indubbi vantaggi<br />

per i pazienti.<br />

VITA IN AZZIEENDAA


46<br />

VITA IN AZIENDA<br />

Ospedale IN<br />

Profili Assicurativi<br />

nella Sperimentazione<br />

Clinica No Profit<br />

entilissimi pazienti ed opera-<br />

Gtori del settore,<br />

Vi scrivo per informarVi in merito<br />

agli ultimi interventi normativi<br />

che hanno notevolmente limitato la<br />

possibilità <strong>di</strong> attuare una Sperimentazione<br />

Clinica No Profit 1 . Se<br />

avete avuto la pazienza <strong>di</strong> leggere<br />

la nota 1, avete già capito che la<br />

sperimentazione definita No Profit,<br />

è quella priva <strong>di</strong> interessi economici,<br />

ma esclusivamente mossa<br />

dall'interesse scientifico, tesa<br />

quin<strong>di</strong> al solo beneficio del paziente.<br />

Faccio un esempio. Se un<br />

<strong>di</strong> Francesco Giurlanda, SC Oncologia<br />

me<strong>di</strong>cinale può guarire non una<br />

ma, sempre per esempio, due malattie,<br />

<strong>di</strong> cui una frequente ed una<br />

rara, l'azienda farmaceutica che lo<br />

produce sarà interessata ad affrontare<br />

le spese della ricerca nel<br />

primo caso, e <strong>di</strong>fficilmente nel secondo.<br />

Solamente la ricerca no<br />

profit potrà essere interessata a valutare<br />

quel me<strong>di</strong>cinale nel secondo<br />

caso. Un altro esempio è quello dei<br />

farmaci “vecchi” che sono anche,<br />

in genere, meno costosi <strong>di</strong> quelli<br />

nuovi. Se nuove conoscenze biologiche<br />

in<strong>di</strong>cano che un farmaco<br />

Allegato 1 – Modello standard <strong>di</strong> certificato assicurativo<br />

Il certificato assicurativo da allegare ai documenti dello stu<strong>di</strong>o clinico<br />

interventistico deve contenere almeno gli elementi riportati nello<br />

schema seguente:<br />

1. DATI RELATIVI ALLA POLIZZA<br />

1.1 Compagnia assicuratrice<br />

1.2 Numero <strong>di</strong> polizza<br />

1.3 Decorrenza<br />

1.4 Scadenza<br />

1.5 Assicurato (Contraente)<br />

1.6 Descrizione dell’attività (oggetto della polizza)<br />

2. GARANZIE DEDICATE AL PROTOCOLLO PRESENTATO<br />

ALL’AUTORITÀ COMPETENTE E/O AL COMITATO ETICO<br />

2.1 Titolo del protocollo assicurato<br />

2.2 N. centri <strong>di</strong> sperimentazione<br />

2.3 Numero del protocollo (se <strong>di</strong>sponibile)<br />

2.4 Numero dei soggetti (numero presumibile dei soggetti<br />

che parteciperanno alla sperimentazione clinica in<br />

Italia)<br />

2.5 Copertura postuma (in mesi)<br />

2.6 Assicurati (elencare tutte le tipologie dei soggetti<br />

assicurati)<br />

2.7 Limiti <strong>di</strong> risarcimento 1 (la garanzia opera fino a<br />

concorrenza dei seguenti importi)<br />

Massimale per Protocollo Euro _________<br />

Massimale per Persona Euro _________<br />

Le prestazioni assicurative per i soggetti <strong>di</strong> ricerca <strong>di</strong>minuiscono proporzionalmente,<br />

se la somma dei singoli risarcimenti superasse i detti<br />

massimali per ogni durata dell’assicurazione.<br />

Le richieste <strong>di</strong> risarcimento che superano il limite previsto sono a carico<br />

del Contraente (promotore)<br />

2.8 Franchigia<br />

Non presente |__| Non opponibile a terzi danneggiati |__|<br />

2.9 Esclusioni (se presenti per lo specifico protocollo,<br />

riportare tutte le esclusioni)<br />

Timbro e firma della compagnia assicuratrice<br />

_______________________________________________________<br />

1 Il limite <strong>di</strong> risarcimento può variare a seconda del numero dei soggetti<br />

e dei rischi (cfr. art.2); deve essere previsto almeno 1 Milione <strong>di</strong><br />

Euro per i danni alle persone.<br />

vecchio e uno nuovo potrebbero<br />

essere ugualmente attivi in una determinata<br />

patologia, l'azienda farmaceutica<br />

sarà interessata a<br />

sperimentare solo il farmaco nuovo<br />

(più costoso e più red<strong>di</strong>tizio), e certamente<br />

non il farmaco vecchio.<br />

Solo la ricerca no profit potrebbe<br />

intervenire e <strong>di</strong>mostrare, sempre<br />

per esempio, che gli stessi risultati<br />

possono essere raggiunti anche<br />

con un farmaco meno costoso.<br />

Credo che questi due esempi siano<br />

sufficienti a inquadrare il ruolo<br />

della ricerca no profit in sanità.<br />

Vi inviterei ora a riflettere sulla<br />

mo<strong>di</strong>fica in ambito assicurativo,<br />

ormai in atto grazie al D.M.<br />

14/07/2009 “Requisiti minimi per<br />

le polizze assicurative a tutela dei<br />

soggetti partecipanti alle sperimentazioni<br />

cliniche dei me<strong>di</strong>cinali”, in<br />

vigore dal 13/03/2010.<br />

Il decreto si applica alle sperimentazioni<br />

la cui richiesta <strong>di</strong> attivazione,<br />

tramite il parere unico al<br />

Comitato Etico 2 , sia presentata<br />

dopo l’entrata in vigore del decreto<br />

stesso.<br />

Esso impone che il promotore <strong>di</strong><br />

una sperimentazione clinica stipuli<br />

una apposita polizza assicurativa,<br />

poiché le polizze assicurative delle<br />

Aziende Ospedaliere 3 non possono<br />

più farsi carico della copertura<br />

per le Sperimentazioni<br />

Cliniche previste dal Decreto 4 , non<br />

rispettandone i requisiti minimi richiesti.<br />

Questo costituisce un vero<br />

e proprio scoglio <strong>di</strong> natura economica,<br />

<strong>di</strong>fficilmente sormontabile<br />

poiché impone al promotore della<br />

sperimentazione no profit, <strong>di</strong> reperire<br />

il finanziamento necessario al<br />

pagamento dell'assicurazione, creando<br />

così <strong>di</strong> fatto una nuova voce<br />

<strong>di</strong> spesa in un momento in cui la<br />

politica sanitaria è quella opposta:<br />

cancellare o contenere le voci <strong>di</strong><br />

spesa esistenti.<br />

Per i pazienti è importante sapere<br />

che:<br />

- art.1 c.2. La polizza assicurativa<br />

deve garantire specifica copertura<br />

al risarcimento dei danni<br />

eventualmente cagionati ai<br />

soggetti dall’attività <strong>di</strong> sperimentazione,<br />

per l’intero periodo della<br />

stessa, a copertura della responsabilità<br />

civile dello sperimentatore e<br />

del promotore, senza esclusione<br />

dei danni involontariamente cagionati<br />

in conseguenza <strong>di</strong> un fatto accidentale<br />

e/o imputabili a<br />

negligenza, imprudenza o imperizia,<br />

purché si siano manifestati<br />

entro i perio<strong>di</strong> in<strong>di</strong>cati al successivo<br />

comma 3 (…).<br />

- art.1 c.3. I termini previsti in<br />

polizza per la manifestazione dei<br />

danni <strong>di</strong> cui al comma 6 e per la<br />

presentazione <strong>di</strong> richieste <strong>di</strong> risarcimento<br />

non possono essere inferiori<br />

rispettivamente a 24 e 36<br />

mesi dalla data <strong>di</strong> conclusione<br />

della sperimentazione. Per data <strong>di</strong><br />

conclusione della sperimentazione<br />

si intende l’ultima prestazione<br />

me<strong>di</strong>co-chirurgica, <strong>di</strong>agnostico<br />

e/o terapeutica effettuate secondo<br />

il protocollo <strong>di</strong> sperimentazione<br />

relativa all’ultimo paziente arruolato<br />

in Italia.<br />

- art.1 c.6. In ogni caso, lo sperimentatore<br />

deve sempre informare<br />

le persone che partecipano<br />

al protocollo <strong>di</strong> ricerca, anche tramite<br />

il consenso informato, che la<br />

polizza assicurativa, che garantisce<br />

la copertura dei danni da responsabilità<br />

civile derivante dalla<br />

sperimentazione stessa, non copre<br />

il valore eccedente il massimale e<br />

che la stessa è operante esclusivamente<br />

per i danni la cui richiesta<br />

<strong>di</strong> risarcimento sia stata presentata<br />

non oltre il periodo previsto in<br />

polizza definito secondo i criteri <strong>di</strong><br />

cui al presente articolo. Tale limitazione<br />

non inficia comunque il<br />

<strong>di</strong>ritto del soggetto danneggiato<br />

ad ottenere il risarcimento da<br />

parte del responsabile dell’eventuale<br />

danno.<br />

È stato pertanto ridotto il termine<br />

per la “rivalsa” da parte del paziente,<br />

salvo un <strong>di</strong>verso termine per<br />

la copertura del rischio postumo<br />

per casi espressamente previsti all’art.1:<br />

c.4. In caso <strong>di</strong> sperimentazioni<br />

potenzialmente idonee a causare<br />

danni evidenziabili a maggior <strong>di</strong>stanza<br />

<strong>di</strong> tempo, il periodo minimo<br />

<strong>di</strong> copertura del rischio postumo, <strong>di</strong><br />

cui al comma 3, dovrà essere opportunamente<br />

esteso. Per le sperimentazioni<br />

su minori tale<br />

estensione deve prevedere una copertura<br />

<strong>di</strong> almeno 10 anni, per un<br />

tempo necessario per la verifica <strong>di</strong><br />

un normale sviluppo psico-fisico.<br />

c.5. Per sperimentazioni cliniche<br />

con terapie geniche, terapie cellulari<br />

e ra<strong>di</strong>ofarmaci il periodo minimo<br />

<strong>di</strong> copertura del rischio<br />

postumo, <strong>di</strong> cui al comma 3, dovrà<br />

essere opportunamente esteso prevedendo<br />

una copertura <strong>di</strong> almeno<br />

10 anni.<br />

Oggetto e massimali delle garanzie<br />

assicurative ex Decreto sono<br />

previsti all’art. 2:<br />

c.1. Sono oggetto della copertura<br />

assicurativa la morte, tutte le<br />

menomazioni permanenti e/o temporanee<br />

dello stato <strong>di</strong> salute, i<br />

danni patrimoniali correlati, che<br />

siano conseguenza <strong>di</strong>retta della<br />

sperimentazione e riconducibili<br />

alla responsabilità civile <strong>di</strong> tutti i<br />

soggetti che operano nella realizzazione<br />

della sperimentazione<br />

stessa.<br />

c.2. La copertura assicurativa<br />

garantisce un massimale <strong>di</strong> risarcimento<br />

danni non inferiore ad un<br />

milione <strong>di</strong> euro per persona ma<br />

con previsione dei seguenti massimali<br />

per ogni singolo protocollo<br />

non inferiori a: a) euro 5 milioni se<br />

i soggetti coinvolti nella sperimentazione<br />

non sono più <strong>di</strong> 50; b) euro<br />

7 milioni e 500 mila se i soggetti<br />

coinvolti nella sperimentazione<br />

sono più <strong>di</strong> 50 ma meno <strong>di</strong> 200; c)<br />

euro 10 milioni se i soggetti coinvolti<br />

nella sperimentazione sono<br />

più <strong>di</strong> 200.<br />

c.3. Non deve essere prevista<br />

una franchigia opponibile a terzi<br />

danneggiati (…).<br />

Per renderVi parte consapevole<br />

<strong>di</strong> quanto deve esser valutato dal<br />

Comitato Etico, nel rilasciare il proprio<br />

parere, all’art. 1, comma 1,<br />

D.M. 14/07/2009, si precisa che:<br />

- il promotore della sperimentazione<br />

clinica deve presentare al comitato<br />

etico (…) un certificato<br />

assicurativo, redatto in lingua italiana<br />

e sottoscritto dalla compagnia<br />

assicuratrice, come da<br />

modello standard allegato (allegato<br />

1)... che faccia esplicito riferimento<br />

allo stu<strong>di</strong>o interventistico<br />

proposto, con la descrizione degli<br />

elementi essenziali, previsti dal<br />

presente decreto (…).<br />

Il D.M. 17/12/2004 “Prescrizioni<br />

e con<strong>di</strong>zioni <strong>di</strong> carattere generale,<br />

relative all’esecuzione delle<br />

sperimentazioni cliniche dei me<strong>di</strong>cinali,<br />

con particolare riferimento a<br />

quelle ai fini del miglioramento<br />

della pratica clinica, quale parte<br />

integrante dell’assistenza sanitaria”<br />

prevede l’esecuzione della<br />

Sperimentazione No Profit richiedendo<br />

l’adozione delle necessarie<br />

misure affinché venga costituito un<br />

fondo per le sperimentazioni promosse<br />

dalla stessa struttura.<br />

In questo periodo <strong>di</strong> particolare<br />

<strong>di</strong>fficoltà economica e misure straor<strong>di</strong>narie<br />

per farvi fronte, è ancora<br />

più <strong>di</strong>fficile per le singole realtà che<br />

conducono la Sperimentazione No<br />

Profit accollarsene l’onere in tale<br />

modo; senza <strong>di</strong>menticare che l’esecuzione<br />

della Sperimentazione No<br />

Profit è finalizzata al migliora-<br />

Ospedale IN 47<br />

mento della pratica clinica quale<br />

parte integrante dell’assistenza sanitaria.<br />

In conclusione, la nuova normativa<br />

ostacola in maniera molto pesante<br />

la possibilità <strong>di</strong> procedere a<br />

sperimentazioni cliniche no profit,<br />

che <strong>di</strong> fatto verranno completamente<br />

bloccate visto la preve<strong>di</strong>bile<br />

impossibilità <strong>di</strong> reperire fon<strong>di</strong> in<br />

particolare in questo momento<br />

congiunturale. Resterà operativa<br />

solo la sperimentazione “industriale”,<br />

quella su nuovi farmaci,<br />

destinata certamente al miglioramento<br />

della me<strong>di</strong>cina, ma anche<br />

degli utili delle case farmaceutiche.<br />

Le preve<strong>di</strong>bili conseguenze finali<br />

saranno un ancor più deciso aumento<br />

dei prezzi dei farmaci, un<br />

eccessivo utilizzo degli stessi,<br />

anche in situazioni dove farmaci<br />

meno costosi potrebbero essere<br />

una valida alternativa. L'abbandono<br />

delle malattie più rare, <strong>di</strong><br />

nessun interesse per il mercato farmaceutico:<br />

danni per i pazienti e<br />

per i conti dello Stato...<br />

1 «Sperimentazione clinica»: qualsiasi<br />

stu<strong>di</strong>o sull'uomo finalizzato a scoprire o<br />

verificare gli effetti clinici, farmacologici<br />

e/o altri effetti farmaco<strong>di</strong>namici <strong>di</strong> uno o<br />

più me<strong>di</strong>cinali sperimentali, e/o a in<strong>di</strong>viduare<br />

qualsiasi reazione avversa ad uno<br />

a più me<strong>di</strong>cinali sperimentali, e/o a stu<strong>di</strong>arne<br />

l'assorbimento, la <strong>di</strong>stribuzione, il<br />

metabolismo e l'eliminazione, con l'obiettivo<br />

<strong>di</strong> accertarne la sicurezza e/o l'efficacia.<br />

Questa definizione include le<br />

sperimentazioni cliniche effettuate in un<br />

unico centro o in più centri, solo in Italia o<br />

anche in altri Stati membri dell'Unione europea<br />

(ex art 2 c1 lett. a) D. Lgs.<br />

211/2003). «No profit»: sperimentazioni<br />

cliniche finalizzate al miglioramento della<br />

pratica clinica quale parte integrante dell’assistenza<br />

sanitaria e non a fini industriali<br />

(ex art 1 D.M. 17/12/2004).<br />

2 Il Comitato Etico è un organismo in<strong>di</strong>pendente,<br />

costituito nell'ambito <strong>di</strong> una<br />

struttura sanitaria o <strong>di</strong> ricerca scientifica e<br />

composto secondo criteri <strong>di</strong> inter<strong>di</strong>sciplinarietà.<br />

La normativa <strong>di</strong> riferimento per<br />

l'istituzione del Comitato Etico è il Decreto<br />

Ministeriale 18 marzo 1998 (pubblicato<br />

sulla G.U. n. 122 del 28 maggio 1998).<br />

3 In particolare, quando il sanitario<br />

opera alle <strong>di</strong>pendenze <strong>di</strong> un ente pubblico,<br />

si può fare riferimento anche all’art<br />

28 del D.P.R. 761/1979. La norma prevede<br />

che gli enti pubblici e quin<strong>di</strong> le<br />

aziende sanitarie possono garantire il<br />

proprio personale <strong>di</strong>pendente, me<strong>di</strong>ante<br />

adeguata polizza assicurativa per la responsabilità<br />

civile. Si tratta però <strong>di</strong> una facoltà<br />

e non <strong>di</strong> un obbligo. E sempre<br />

secondo il medesimo articolo la colpa<br />

grave del <strong>di</strong>pendente pubblico non è suscettibile<br />

<strong>di</strong> copertura assicurativa, coperta<br />

a <strong>di</strong>screzione del singolo<br />

<strong>di</strong>pendente.<br />

4 Non sono applicabili gli obblighi previsti<br />

dal Decreto 14/07/2009 agli stu<strong>di</strong><br />

non interventistici (osservazionali), art 4<br />

dello stesso Decreto.<br />

VITA IN AZIENDA


48<br />

VITA IN AZZIENNDA<br />

Ospedale IN<br />

RUOLO DELL’INFERMIERE<br />

COME AIUTO AL CAREGIVER<br />

DI PAZIENTI AFFETTI<br />

DA SCLEROSI MULTIPLA<br />

Caregiver: letteralmente<br />

“donatore <strong>di</strong> cura”. Con<br />

questo termine si intende<br />

la figura <strong>di</strong> chi è de<strong>di</strong>to in genere<br />

alla cura <strong>di</strong> persone non<br />

autosufficienti, con le relative<br />

problematiche del “custodeprigioniero”,<br />

cioè <strong>di</strong> chi prestando<br />

cure si trova a sua volta<br />

impossibilitato ad una vita “normale”.<br />

In genere questo ruolo è<br />

ricoperto da parenti o amici. Rivestono<br />

un ruolo <strong>di</strong> primo piano<br />

nell’accompagnare, assistere,<br />

confortare il decorso della malattia.<br />

Dalla loro <strong>di</strong>sponibilità,<br />

dal loro equilibrio e non <strong>di</strong> rado<br />

dal loro aiuto economico <strong>di</strong>pende<br />

la qualità della vita delle<br />

persone affette da Sclerosi<br />

Multipla (SM).<br />

In che modo allora l’Infermiere<br />

può sostenere il<br />

Caregiver?<br />

Essere Caregiver non è facile:<br />

si tratta <strong>di</strong> un ‘ruolo’ complesso,<br />

impegnativo e problematico.<br />

Il Caregiver sviluppa esigenze<br />

peculiari in termini <strong>di</strong> supporto<br />

psicologico e <strong>di</strong> appren<strong>di</strong>mento<br />

<strong>di</strong> competenze, in relazione all’impatto<br />

assistenziale, emotivo<br />

e relazionale che il suo ruolo<br />

implica. La relazione comunicativa,<br />

educativa, <strong>di</strong> supporto tra<br />

il Caregiver e l’Infermiere può<br />

determinare l’efficacia dell’intero<br />

processo <strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> assistenza<br />

del paziente. In<br />

particolare il sostegno al momento<br />

della <strong>di</strong>agnosi, l’educazione<br />

sui trattamenti e sulla<br />

gestione degli effetti correlati, la<br />

gestione dei sintomi, il<br />

counseling per la gestione delle<br />

implicazioni psico-sociali e gli<br />

<strong>di</strong> Pietro Di Natale, SC Neurologia<br />

stili <strong>di</strong> vita, l’insegnamento <strong>di</strong><br />

strategie <strong>di</strong> coping dello stress<br />

aiutano in modo particolare il<br />

Caregiver, e conseguentemente<br />

il paziente, a relazionarsi con<br />

quello che lo circonda con più<br />

sicurezza.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un percorso importante<br />

perché uno dei compiti<br />

principali del Caregiver è<br />

spesso aiutare la persona<br />

con SM a mantenere un<br />

buon controllo del proprio<br />

stato <strong>di</strong> salute e <strong>di</strong> malattia.<br />

Questa partecipazione<br />

attiva è alla base<br />

dell’aderenza al regime<br />

terapeutico. L’aderenza è<br />

definita come la partecipazione<br />

attiva, volontaria<br />

e collaborativa del paziente<br />

in un percorso con<strong>di</strong>viso<br />

<strong>di</strong> comportamento, in<br />

grado <strong>di</strong> produrre un risultato<br />

terapeutico voluto. L’aderenza<br />

implica che il paziente, l'Infermiere<br />

e gli altri professionisti sanitari<br />

operino insieme per<br />

sviluppare il regime terapeutico<br />

e per accertare l'aderenza a<br />

questo regime, a partire da<br />

obiettivi con<strong>di</strong>visi <strong>di</strong> promozione<br />

e mantenimento delle conoscenze<br />

e delle competenze<br />

necessarie per la gestione della<br />

malattia.<br />

L’aderenza terapeutica, pertanto,<br />

è un momento fondamentale,<br />

premessa in<strong>di</strong>spensabile<br />

all’utilizzo corretto della terapia,<br />

alle mo<strong>di</strong>fiche dello stile <strong>di</strong> vita e<br />

alla capacità <strong>di</strong> riconoscere precocemente<br />

i segni e sintomi <strong>di</strong><br />

peggioramento. Per questo, un<br />

elemento <strong>di</strong> grande utilità è rappresentato<br />

dalla possibilità <strong>di</strong><br />

incontri informativi e <strong>di</strong> confronto<br />

rivolti a tutti quei soggetti<br />

che hanno deciso <strong>di</strong> <strong>di</strong>ventare<br />

Caregiver delle persona con cui<br />

vivono o con cui si relazionano<br />

maggiormente. È utile che questi<br />

incontri vengano ripetuti nel<br />

tempo, per far sì che i punti fon-<br />

damentali vengano affrontati<br />

gradualmente e che l’appren<strong>di</strong>mento<br />

possa essere verificato ed<br />

eventualmente ripreso più volte.<br />

Inoltre, oltre all’aspetto più strettamente<br />

informativo, bisogna<br />

valutare l’importanza del confronto<br />

e della messa in comune<br />

<strong>di</strong> esperienze tra pari. La possibilità<br />

<strong>di</strong> confrontarsi tra persone<br />

che con<strong>di</strong>vidono un’esperienza<br />

simile, infatti, come il Caregiver,<br />

può essere <strong>di</strong> fondamentale importanza<br />

nella percezione <strong>di</strong> un<br />

supporto e nel contrastare la<br />

sensazione <strong>di</strong> solitu<strong>di</strong>ne che si<br />

avverte nel sostenere tutto il<br />

peso <strong>di</strong> un’assistenza quoti<strong>di</strong>ana,<br />

non sempre facile.<br />

Questi momenti <strong>di</strong> confronto li<br />

possiamo definire <strong>di</strong> auto aiuto,<br />

sono cioè piccole strutture gruppali<br />

volontarie atti al raggiungi-<br />

mento <strong>di</strong> obbiettivi particolari.<br />

Sono <strong>di</strong> solito formati da pari<br />

che si sono uniti per assistersi<br />

reciprocamente al fine <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfare<br />

bisogni comuni, quali ad<br />

esempio il come affrontare e vivere<br />

la quoti<strong>di</strong>anità con i pazienti<br />

affetti da SM che<br />

all’improvviso si è presentata<br />

ben <strong>di</strong>versa <strong>di</strong> come era prima.<br />

In questi gruppi la promozione<br />

ad una sensibilizzazione nei<br />

confronti <strong>di</strong> ciò che accade, sia<br />

a se stessi sia nella relazione<br />

con gli altri, porta ad istaurare<br />

processi molto particolari. Per<br />

citarne qualcuno possiamo <strong>di</strong>re<br />

che la con<strong>di</strong>visione dello stesso<br />

problema determina lo status <strong>di</strong><br />

appartenenza al gruppo e facilita<br />

lo scambio delle storie personali,<br />

delle informazioni e dei<br />

vissuti, delle necessità che il<br />

Caregiver ha per risolvere dei<br />

problemi a lui nuovi. Quin<strong>di</strong> da<br />

questi gruppi può anche essere<br />

con<strong>di</strong>viso il principio che Infermiere<br />

e Caregiver debbano<br />

promuovere insieme l’alleanza<br />

terapeutica, mantenendo contatti<br />

(telefonici e non) regolari,<br />

organizzando insieme i controlli<br />

neurologici perio<strong>di</strong>ci, rivalutando<br />

insieme le aspettative sul<br />

trattamento del paziente, rivedendo<br />

perio<strong>di</strong>camente gli obiettivi<br />

<strong>di</strong> cura e <strong>di</strong> assistenza,<br />

con<strong>di</strong>videndo strumenti <strong>di</strong> verifica,<br />

quali il <strong>di</strong>ario <strong>di</strong> terapia,<br />

per determinare l’aderenza alla<br />

terapia stessa, favorendo buoni<br />

scambi comunicativi tra tutti i<br />

membri dell’équipe.<br />

L’aderenza al trattamento può<br />

essere monitorata e valutata attraverso<br />

degli in<strong>di</strong>catori riferiti<br />

alla persona con SM: il paziente<br />

è in grado <strong>di</strong> fornire spiegazioni<br />

corrette sugli scopi e sulle<br />

caratteristiche della sua terapia;<br />

il paziente assume correttamente<br />

il farmaco; <strong>di</strong>mostra <strong>di</strong><br />

avere aspettative congruenti sull’efficacia<br />

della terapia; il paziente<br />

attua una corretta tecnica<br />

<strong>di</strong> auto-iniezione; descrive gli<br />

effetti secondari possibili della<br />

terapia e controlla questi effetti<br />

secondari correttamente; identifica<br />

le se<strong>di</strong> <strong>di</strong> iniezione e comprende<br />

l'importanza della<br />

rotazione delle se<strong>di</strong>; <strong>di</strong>mostra<br />

una corretta capacità <strong>di</strong> conser-<br />

vare e usare il farmaco. Da<br />

questo si deduce che per adempiere<br />

correttamente al ruolo <strong>di</strong><br />

operatore dell’assistenza <strong>di</strong> un<br />

paziente cronico è opportuno<br />

che l’operatore si integri in una<br />

visione culturale più ampia che<br />

non si limiti a considerare il malato<br />

e i suoi bisogni, ma che <strong>di</strong>a<br />

attenzione anche alle relazioni<br />

familiari e al contesto <strong>di</strong> vita più<br />

ampio. L’operatore deve essere<br />

consapevole <strong>di</strong> inserirsi, con il<br />

suo intervento, in un sistema con<br />

delle regole messo a dura prova<br />

dai cambiamenti imposti dalla<br />

malattia, e considerarla nella sua<br />

specificità e unicità. La prima in<strong>di</strong>cazione<br />

utile, pertanto, può essere<br />

quella <strong>di</strong> affinare le capacità<br />

<strong>di</strong> osservazione e <strong>di</strong> ascolto,<br />

prima <strong>di</strong> agire, al fine <strong>di</strong> raccogliere<br />

le informazioni necessarie<br />

ad identificare le modalità <strong>di</strong> intervento<br />

più idonee ed efficaci.<br />

L’osservazione permette <strong>di</strong> cogliere<br />

eventuali <strong>di</strong>screpanze tra<br />

ciò che viene riferito e ciò che<br />

accade, mentre l’ascolto attivo<br />

facilita tanto l’in<strong>di</strong>viduazione<br />

dei bisogni reali, compresi<br />

quelli che vanno al <strong>di</strong> là della richiesta<br />

esplicita, quanto la deco<strong>di</strong>fica<br />

dei segnali verbali e<br />

non verbali sia del paziente che<br />

del Caregiver. L’ascolto attivo si<br />

basa sull’empatia e sull’accettazione<br />

incon<strong>di</strong>zionata. Esso si<br />

fonda sulla creazione <strong>di</strong> un rapporto<br />

positivo, caratterizzato da<br />

un clima che permetta alla persona<br />

<strong>di</strong> sentirsi empaticamente<br />

compresa e comunque non giu<strong>di</strong>cata<br />

(http://www.urp.it).<br />

Per fare questo l’operatore<br />

deve imparare a sospendere i<br />

giu<strong>di</strong>zi <strong>di</strong> valore, perché per<br />

comprendere i meccanismi <strong>di</strong><br />

funzionamento <strong>di</strong> un sistema è<br />

necessario uscire dalla logica<br />

del chi ha ragione o torto e del<br />

chi fa bene o male. È in<strong>di</strong>spensabile,<br />

invece, “fotografare” la<br />

situazione, per comprendere le<br />

criticità e i punti <strong>di</strong> forza del sistema<br />

e costruire strategie <strong>di</strong> intervento<br />

efficaci. Nelle prime<br />

fasi <strong>di</strong> malattia la <strong>di</strong>sponibilità<br />

all’ascolto da parte dell’operatore<br />

può aiutare i familiari ad<br />

acquisire più conoscenze riguardo<br />

la malattia e le sue manifestazioni<br />

in quanto, ancora<br />

Ospedale IN 49<br />

poco consapevoli <strong>di</strong> ciò che sta<br />

accadendo, sono angosciati,<br />

confusi e tendono a mettere in<br />

atto strategie <strong>di</strong> gestione inadeguate.<br />

In una fase più avanzata<br />

la <strong>di</strong>sponibilità all’ascolto da<br />

parte <strong>di</strong> un operatore permette<br />

al Caregiver <strong>di</strong> esprimere dubbi<br />

ed emozioni contrastanti. L’operatore<br />

può fornire al familiare<br />

informazioni utili a riorganizzare<br />

l’ambiente e a renderlo<br />

idoneo alle con<strong>di</strong>zioni del paziente,<br />

oltre ad in<strong>di</strong>cazioni nei<br />

confronti della rete dei servizi,<br />

risultando così “consulente” rispetto<br />

alle risorse presenti sul<br />

territorio spesso sconosciute. In<br />

questa fase il familiare spesso è<br />

stanco, esasperato, talvolta aggressivo:<br />

è fondamentale che<br />

l’operatore sia in grado <strong>di</strong> comprendere<br />

queste reazioni, senza<br />

sentirsi attaccato o squalificato.<br />

Le emozioni espresse più <strong>di</strong><br />

frequente dal Caregiver sono<br />

la preoccupazione per la situazione<br />

clinica del congiunto,<br />

il dolore per la<br />

mo<strong>di</strong>fica della relazione, l’ansia<br />

per ciò che potrà accadere<br />

in futuro, la sensazione <strong>di</strong> doversi<br />

caricare <strong>di</strong> tutte le problematiche<br />

legate alla<br />

malattia. Un operatore attento<br />

può identificare precocemente<br />

l’insorgenza <strong>di</strong> problemi <strong>di</strong><br />

tipo sanitario, ma anche aiutare<br />

il familiare ad esprimere i<br />

suoi timori e il suo dolore. Il<br />

ruolo centrale che può avere<br />

l’Infermiere è anche quello <strong>di</strong><br />

fare da raccordo con altre figure<br />

che possono supportare il<br />

Caregiver, come lo Psicologo,<br />

quando ne ravvisa la necessità,<br />

o altri servizi sanitari o<br />

socio-assistenziali. Quanto<br />

detto fin ora è frutto dell’esperienza<br />

lavorativa presso la<br />

struttura dove lavoro confrontandomi<br />

con colleghi, parenti e<br />

pazienti giornalmente.<br />

Un’ultima riflessione, ultima<br />

non per importanza, riguarda<br />

la necessità che l’operatore impari<br />

ad osservare e ad ascoltare<br />

anche se stesso, per<br />

cogliere le proprie potenzialità,<br />

ma anche i propri limiti, al fine<br />

<strong>di</strong> ridurre il rischio <strong>di</strong> burnout,<br />

considerando il suo ruolo <strong>di</strong><br />

Caregiver.<br />

VITA IN AZZIEENDAA


50<br />

VITA IN AZIENDA<br />

Ospedale IN<br />

DI COSA STIAMO<br />

PARLANDO?<br />

Il counselling è uno spazio <strong>di</strong><br />

ascolto dove la persona può<br />

parlare dei propri problemi o<br />

delle proprie <strong>di</strong>fficoltà, gestito da<br />

un professionista formato apposta<br />

per fare questo. In<strong>di</strong>viduata<br />

con la persona la situazione da<br />

affrontare, il counsellor, attraverso<br />

domande ed osservazioni,<br />

cercherà <strong>di</strong> aiutarla a formulare<br />

e ad analizzare delle ipotesi per<br />

affrontarla.<br />

Il counselling è un intervento<br />

breve (<strong>di</strong> solito 45-60 minuti per<br />

un massimo <strong>di</strong> 3-4 incontri), al termine<br />

del quale la persona non<br />

avrà cambiato il suo modo <strong>di</strong> essere,<br />

ma il suo modo <strong>di</strong> fronteggiare<br />

il problema per il quale ha<br />

chiesto l'intervento del counsellor,<br />

avrà raccolto nuove informazioni,<br />

avrà ampliato le sue ipotesi, avrà<br />

valutato nuovi punti <strong>di</strong> vista.<br />

L’intervento è coperto da segreto<br />

professionale e non è una psicoterapia.<br />

Esistono in Italia <strong>di</strong>verse scuole<br />

che preparano all’utilizzo delle<br />

abilità <strong>di</strong> counselling e che abilitano<br />

alla gestione degli incontri o<br />

alla formazione in materia. Attualmente<br />

la professione, già riconosciuta<br />

in molti altri Paesi, non ha<br />

ancora da noi una sua formalizzazione<br />

univoca e <strong>di</strong>chiarata,<br />

anche se esistono Associazioni <strong>di</strong><br />

categoria che hanno definito un<br />

percorso formativo <strong>di</strong> minima che<br />

i can<strong>di</strong>dati devono seguire. Le<br />

scuole si <strong>di</strong>fferenziano anche in<br />

maniera notevole rispetto ai modelli<br />

a cui fanno riferimento ed agli<br />

approcci che adottano.<br />

Chi scrive ha seguito una formazione<br />

sistemica che si contrad<strong>di</strong>stingue<br />

per l’utilizzare come punto<br />

<strong>di</strong> riferimento la visione d’insieme<br />

delle situazioni che le persone vivono<br />

abitando <strong>di</strong>versi sistemi<br />

umani (es. famiglia, gruppo <strong>di</strong> lavoro,<br />

rete sociale e amicale) che<br />

implicano ruoli, regole e contesti<br />

che si influenzano reciprocamente<br />

e in maniera complessa e <strong>di</strong>namica<br />

tra loro.<br />

Na<strong>di</strong>a<br />

UN’OPPORTUNITÀ<br />

<strong>di</strong> Franca Castellino - SC Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza e DEA,<br />

Martina Dutto - SC Malattie Infettive e Tropicali,<br />

Na<strong>di</strong>a Somale - SC Ufficio Qualità<br />

DIALOGO TRA UN ADOLESCENTE CURIOSO (A<br />

E UN COUNSELLOR COCCIUTO (C)<br />

A: “Tre anni dura 'sta scuola che fai a Torino… counselling… e<br />

cosa sarebbe?”<br />

C: “Il counselling è una relazione tra due persone: il counsellor e<br />

il cliente, i due sono i soggetti <strong>di</strong> un incastro potenzialmente perfetto.<br />

Il cliente è esperto del proprio momento <strong>di</strong> vita problematico, ingarbugliato<br />

o <strong>di</strong>fficile e il counsellor è esperto <strong>di</strong> esplorazione <strong>di</strong> momenti<br />

<strong>di</strong> vita problematici, ingarbugliati, <strong>di</strong>fficili”.<br />

A: “Esperto <strong>di</strong> situazioni incasinate… ma in concreto, cosa fa un<br />

counsellor?”<br />

C: “Ti permette <strong>di</strong> raccontare la situazione nella quale ti trovi”.<br />

A: “Bella roba, quello lo fa anche mia madre”.<br />

C: “E cos’altro fa tua madre?”<br />

A: “Mi dà dei consigli… che vanno bene per lei e non per me”.<br />

C: “Il counsellor questo non lo fa!”<br />

A: “E che fa?”<br />

C: “Ti fa da specchio, da cassa <strong>di</strong> risonanza, rimette in circolo le<br />

cose che tu gli <strong>di</strong>ci, ti fa raccontare quella stessa storia in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi”.<br />

A: “Sì, così prima avevo una storia incasinata e quando esco dall’incontro<br />

con te ne ho due!”<br />

C: “Esatto! Hai capito! E sai qual è il vantaggio? che nella prima<br />

storia non ci trovavi una via d’uscita ma dalla seconda magari sì,<br />

perché riesci a vederci qualcosa che non ci vedevi prima!”<br />

Martina<br />

UNA METAFORA PER DIRE IL COUNSELLING<br />

Il colloquio <strong>di</strong> counselling è un<br />

foglio bianco. È un’opportunità.<br />

Il counsellor accoglie il proprio<br />

cliente e gli offre, in senso<br />

figurato, un foglio bianco, gli<br />

dà cioè l’opportunità <strong>di</strong> raccontare<br />

<strong>di</strong> sé.<br />

Qui è necessario fare una<br />

precisazione. Offrire un foglio<br />

bianco è ben <strong>di</strong>verso che “dare<br />

carta bianca” in quanto un foglio<br />

bianco ha dei limiti e in<br />

questo modo circoscrive un ambito.<br />

Immagino il counsellor come<br />

colui che <strong>di</strong> mestiere porge fogli<br />

bianchi.<br />

Porge opportunità al cliente,<br />

che, prima con un po’ <strong>di</strong> incertezza,<br />

poi sempre più convinto<br />

inizia a <strong>di</strong>segnarci sopra. Prima<br />

<strong>di</strong> tutto sceglie un punto nel foglio<br />

da cui iniziare (perché<br />

ognuno <strong>di</strong> noi ha la necessità <strong>di</strong><br />

iniziare la propria narrazione<br />

da un punto, e in questo caso lo<br />

decide il cliente da dove partire),<br />

poi sceglie i colori, le sottolineature<br />

che vuole dare,<br />

ripassa delle linee, ripete più<br />

volte gli elementi che per lui<br />

sono importanti.<br />

Oppure fa una linea e poi<br />

<strong>di</strong>ce “tutto qua!” perché un<br />

cliente è <strong>di</strong>verso da un altro.<br />

Immagino il cliente come<br />

qualcuno che in un momento <strong>di</strong><br />

vita un po’ complicato ha bisogno<br />

<strong>di</strong> fermarsi e fare chiarezza<br />

e che ci abbia provato da solo<br />

cento volte ma non ci sia riuscito,<br />

perché da solo continua a<br />

<strong>di</strong>segnare su quell’unico foglio,<br />

quell’unico <strong>di</strong>segno che gli conferma<br />

la <strong>di</strong>fficoltà della propria<br />

situazione.<br />

In qualunque modo vada l’inizio<br />

del <strong>di</strong>segno, se a un cliente<br />

viene lasciato quell’unico foglio<br />

probabilmente produrrà effetti<br />

grafici (narrazioni) molto simili<br />

tra loro.<br />

Non bisogna <strong>di</strong>menticare che<br />

il cliente giunge a un colloquio<br />

in un momento particolare della<br />

sua vita. Ogni persona possiede<br />

una capacità creativa del tutto<br />

unica e particolare, alcuni forse<br />

hanno avuto modo <strong>di</strong> svilupparla<br />

<strong>di</strong> più e altri <strong>di</strong> meno, ma<br />

ognuno è in grado <strong>di</strong> trovare il<br />

modo migliore <strong>di</strong> riempire un<br />

foglio dando spazio ai colori e<br />

ai motivi che preferisce. Una<br />

persona, però, che vive un momento<br />

<strong>di</strong> crisi quale può essere<br />

una scelta <strong>di</strong>fficile, una <strong>di</strong>fficoltà<br />

in ambito affettivo, familiare, lavorativo<br />

o altro, è portata a<br />

concentrarsi sul proprio problema<br />

e spesso non è in grado<br />

<strong>di</strong> rappresentare altro che sfumature<br />

dello stesso modo <strong>di</strong> vederlo<br />

in cui non è presente una<br />

soluzione.<br />

Qui entra in gioco il counsellor.<br />

Il counsellor non <strong>di</strong>ce al cliente<br />

cosa <strong>di</strong>segnare (non dà consigli)<br />

e neppure svela al cliente i significati<br />

nascosti <strong>di</strong> ciò che ha<br />

<strong>di</strong>segnato (non interpreta). Fa<br />

un’altra operazione.<br />

Prende un altro foglio,<br />

bianco, e lo mette accanto al<br />

precedente per permettere al<br />

cliente <strong>di</strong> continuare a <strong>di</strong>segnare,<br />

ma ampliando il campo,<br />

il punto <strong>di</strong> vista, spostando l’attenzione<br />

su qualche altro<br />

aspetto.<br />

Il counsellor deve comunque<br />

non perdere mai <strong>di</strong> vista il<br />

primo <strong>di</strong>segno ed è partendo<br />

da questo che poi ci si sposta<br />

sugli altri, in un continuo movimento<br />

<strong>di</strong> “andata” e “ritorno”.<br />

Al termine <strong>di</strong> un buon colloquio<br />

<strong>di</strong> counselling forse il<br />

cliente non avrà trovato la soluzione<br />

al proprio problema oppure<br />

deciso quale scelta<br />

affrontare, ma sicuramente avrà<br />

un <strong>di</strong>segno molto più ampio <strong>di</strong><br />

quello che egli stesso avrebbe<br />

potuto immaginare e magari<br />

nella quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni (<strong>di</strong> narrazioni)<br />

create ce ne potranno<br />

essere alcune nelle quali il<br />

cliente riesce a scorgere una<br />

possibile via d’uscita a una soluzione,<br />

o sentirsi alleggerito o<br />

semplicemente (e non è poco)<br />

aver fatto un po’ <strong>di</strong> chiarezza in<br />

una situazione complessa.<br />

La possibilità <strong>di</strong> continuare a<br />

raccontare <strong>di</strong> sé è data dalla<br />

capacità del counsellor <strong>di</strong> attivare<br />

il pensiero circolare, <strong>di</strong><br />

fare domande, <strong>di</strong> stabilire una<br />

buona relazione con il cliente.<br />

Il primo e unico strumento che<br />

il counsellor possiede è sé<br />

stesso. La propria persona, la<br />

propria storia, il proprio modo<br />

<strong>di</strong> percepire il mondo e gli altri,<br />

tutti questi strumenti vengono<br />

usati non in modo spontaneo<br />

ma in modo consapevole, per<br />

questo la formazione del counsellor<br />

punta oltre che all’acquisizione<br />

<strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e tecniche<br />

comunicative anche a un percorso<br />

<strong>di</strong> accrescimento della<br />

propria consapevolezza.<br />

Martina<br />

Collegio Provinciale<br />

<strong>di</strong> Cuneo<br />

Ospedale IN 51<br />

STARE IN UN INCONTRO<br />

DI COUNSELLING<br />

Mi piacerebbe personalmente<br />

<strong>di</strong>re qualcosa su ciò che significhi<br />

“ricevere” un intervento <strong>di</strong><br />

counselling sistemico. Mi sembra<br />

importante premettere che<br />

la persona dovrebbe avere<br />

chiaro che non deve aspettarsi<br />

da questo incontro una soluzione<br />

pre-confezionata e quin<strong>di</strong><br />

trovare qualcuno che le <strong>di</strong>ca<br />

che cosa deve o non deve fare.<br />

È allora ben probabile che<br />

possa sperimentare un momento<br />

in cui poter parlare in<br />

maniera guidata <strong>di</strong> un tema<br />

scelto insieme al counsellor, sentirsi<br />

ascoltata in maniera effettiva<br />

e stimolata a “raccontare la<br />

propria storia dominante”, cioè<br />

quella che tutti noi più o meno<br />

consapevolmente ci confezioniamo<br />

ed a cui in genere finiamo<br />

con l’affezionarci. È<br />

proprio questo tutto sommato<br />

“rassicurante ed economico”<br />

modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rsi che le cose sono<br />

così (e non possono essere <strong>di</strong>versamente!?),<br />

anche quando fa<br />

stare tanto male, che spesso impe<strong>di</strong>sce<br />

<strong>di</strong> “vedere altro”, <strong>di</strong> trovare<br />

punti <strong>di</strong> osservazione<br />

<strong>di</strong>versi che possano far scoprire<br />

altre modalità <strong>di</strong> reagire e <strong>di</strong><br />

provare a far succedere cose<br />

Per gli infermieri<br />

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VITA IN AZIENDA


52<br />

VITA IN AZIENDA<br />

Ospedale IN<br />

concretamente. Se il counsellor<br />

è una buona guida può aiutare<br />

la persona a smontare e rimontare<br />

i pezzi della storia così da<br />

ipotizzare che cosa si può provare<br />

a fare <strong>di</strong> <strong>di</strong>verso o in modo<br />

<strong>di</strong>fferente dal già tentato.<br />

Per usare la metafora della<br />

“danza all’interno dell’incontro”<br />

(cioè, esplicitate le poche regole<br />

essenziali, ci si alterna nella costruzione<br />

<strong>di</strong> una figura armonica)<br />

si può sperimentare un<br />

periodo <strong>di</strong> benessere o comunque<br />

<strong>di</strong> “non spiacevolezza”, pur<br />

parlando <strong>di</strong> argomenti in questo<br />

momento pesanti o problematici<br />

per la persona che<br />

decide <strong>di</strong> richiedere un intervento<br />

<strong>di</strong> counselling. Trovare<br />

uno spazio temporale in cui rallentare<br />

e ri-analizzare una situazione<br />

che crea <strong>di</strong>fficoltà<br />

spesso rende già possibile vivere<br />

in maniera sensibilmente<br />

<strong>di</strong>versa l’emotività ad essa logicamente<br />

associata.<br />

In molte situazioni la persona<br />

riesce poi a trovare un modo almeno<br />

sufficientemente accettabile<br />

per “stare”.<br />

Credo che un percorso in<strong>di</strong>viduale<br />

con un bravo counsellor<br />

possa essere realmente un investimento<br />

per la persona e per i sistemi<br />

in cui abita, senza che<br />

questo non venga pensato come<br />

ad un intervento magico che produce<br />

eclatanti effetti imme<strong>di</strong>ati.<br />

Sicuramente avere a che fare,<br />

anche all’interno <strong>di</strong> contesti specifici<br />

come quello sanitario o legale<br />

o scolastico, con persone<br />

che mettono in atto abilità <strong>di</strong><br />

counselling rende più efficace la<br />

comunicazione.<br />

Na<strong>di</strong>a<br />

Noi viviamo giornalmente sulla nostra pelle le <strong>di</strong>fficoltà della<br />

relazione con le persone e non è sempre così facile, perché ci<br />

siamo anche noi, con le nostre emozioni, la nostra storia e nostri<br />

momenti <strong>di</strong>fficili... tutto può <strong>di</strong>ventare estremamente complicato;<br />

ma sono due le cose che mi aiutano in questi momenti <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>fficoltà. La prima è tenere a mente che se succede qualcosa a<br />

quella persona, saranno i parenti e tutto il suo sistema familiare<br />

che faranno fronte alla nuova situazione e come ”formiche laboriose”<br />

dovranno trovare un nuovo equilibrio.<br />

La seconda è che io sono una professionista, se non riesco a<br />

fare molto per quella persona ho comunque il dovere <strong>di</strong> non aggravare<br />

la situazione <strong>di</strong> <strong>di</strong>sagio con una comunicazione non<br />

adeguata, perché le parole possono ferire, lasciando anche a<br />

volte, ferite insanabili!<br />

“Gli altri non sono fuori <strong>di</strong> te ma parte fondamentale <strong>di</strong> te,<br />

del tuo pensiero, delle tue emozioni,<br />

del tuo modo <strong>di</strong> inquadrare gli eventi.”<br />

Quando penso cosa abbia<br />

cambiato nella mia professione il<br />

counselling e l’impegno <strong>di</strong> questi<br />

tre anni, sicuramente rispondo:<br />

“il modo <strong>di</strong> percepire le persone<br />

che incontro tutti i giorni”.<br />

Sono più consapevole che<br />

ognuno è un essere unico, irripetibile,<br />

con una sua storia, una<br />

specie <strong>di</strong> fardello che si porta<br />

sulle spalle, che con<strong>di</strong>ziona tutte<br />

le scelte che si fanno, buone o<br />

cattive che siano. Tutti noi, nessuno<br />

escluso, siamo immersi contemporaneamente<br />

in più sistemi:<br />

lavorativi, familiari, scolastici, e<br />

altri… che ci influenzano nelle<br />

nostre scelte e magari ci chiedono<br />

allo stesso tempo <strong>di</strong> fare<br />

cose contrapposte; e quando<br />

nella vita privata viviamo momenti<br />

<strong>di</strong>fficili, malattie, per<strong>di</strong>te,<br />

con grande coinvolgimento emotivo,<br />

dobbiamo comunque tenere<br />

tutto dentro, perché fuori, al lavoro,<br />

ci è chiesto <strong>di</strong> essere come<br />

al solito, impermeabili, efficienti,<br />

sereni..... Sicuramente non è facile<br />

sempre “far quadrare tutto”!<br />

Dopo queste considerazioni ci<br />

si rende conto <strong>di</strong> quanto poco ci<br />

35 ANNI DI CONVIVENZA<br />

LAVORATIVA<br />

C’<br />

erano una volta, e ci sono ancora adesso, Andreina e<br />

Marisa, il gatto e la volpe. Tutto incominciò nel lontano<br />

1976. Frequentarono la scuola da infermieri e da allora<br />

la loro favola continua.<br />

Prima nel regno dell’Endocrinologia e Nefrologia, per poi continuare<br />

nella Terra degli Ambulatori <strong>di</strong> Endocrinologia e Diabetologia,<br />

all’ombra della saletta del Monte Pigna.<br />

Congratulazioni da tutti i colleghi degli ambulatori del Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina del blocco E.<br />

(Marianella Sclavi) I<br />

l dolore ha componenti sensitive,<br />

emozionali, cognitive e<br />

comportamentali che sono correlate<br />

con fattori ambientali, evolutivi,<br />

socio-culturali e contestuali;<br />

USARE COMPETENZE DI COUNSELLING<br />

NEL LAVORO DI CURA<br />

inoltre, è influenzato dall’età,<br />

dalla razza, dal sesso e dalla<br />

scolarità dei pazienti. Gli stu<strong>di</strong><br />

sia dato per conoscere le persone<br />

che incontriamo; sovente giu<strong>di</strong>chiamo<br />

atteggiamenti, scelte, vissuti<br />

degli altri perché non<br />

sulla prevalenza del dolore nei<br />

citta<strong>di</strong>ni che afferiscono ai Dipartimenti<br />

<strong>di</strong> Emergenza (DEA) rilevano<br />

percentuali che variano dal<br />

52% al 78%; ciò significa che<br />

corrispondono alle nostre aspet-<br />

dalla metà a oltre tre quarti delle<br />

tative, anzi, a volte, ci sem-<br />

persone che si recano in un<br />

brano pure “stupi<strong>di</strong>”!<br />

Pronto Soccorso prova, in qual-<br />

Dopo il Corso <strong>di</strong> counselling mi<br />

sono accorta in particolare che<br />

questi “ragionamenti” si riflettono<br />

sul nostro atteggiamento nei confronti<br />

dei parenti delle persone che<br />

accedono al Pronto Soccorso e<br />

ora nutro più rispetto per loro. Ho<br />

acquisito più consapevolezza che<br />

l’accompagnatore è una persona<br />

a cui l'utente si è affidato per farsi<br />

aiutare, è la persona che tiene a<br />

lui, una specie <strong>di</strong> “ministro personale<br />

della salute”.<br />

Franca<br />

che misura, dolore fisico.<br />

Nel 1989 Wilson e Pendbelton<br />

coniarono il termine “oligoanalgesia”<br />

per in<strong>di</strong>care un inadeguato<br />

trattamento del dolore e un’inappropriata<br />

gestione dello stesso (1).<br />

Il concetto <strong>di</strong> oligoanalgesia è confermato<br />

dalla letteratura ed è presente<br />

in tutte le popolazioni.<br />

Come abbiamo detto, nei<br />

Dipartimenti <strong>di</strong> Emergenza il dolore<br />

è una costante. Esso colpisce<br />

chiunque, dall’infanzia alla vecchiaia,<br />

si presenta acutamente o<br />

cronicamente, accompagna<br />

Per cominciare<br />

a saperne un po’ <strong>di</strong> più:<br />

Quadrino S. Il colloquio<br />

quasi ogni patologia. Tuttavia, nel<br />

contesto dell’urgenza e ancor più<br />

dell’emergenza, il trattamento del<br />

dolore viene spesso trascurato<br />

<strong>di</strong> counselling.<br />

perché passa in seconda linea ri-<br />

Torino: Ed. Change, 2009.<br />

spetto a trattamenti “più urgenti”,<br />

oppure è gravato dalla paura <strong>di</strong><br />

Edelstein C.<br />

Il counselling sistemico pluralista.<br />

Trento: Ed Erickson, 2007<br />

creare <strong>di</strong>pendenza o <strong>di</strong> incoraggiare<br />

comportamenti <strong>di</strong> richiesta<br />

<strong>di</strong> farmaci (2). La verità, però, è<br />

che la maggior parte dei pazienti<br />

del DEA non sono “cercatori <strong>di</strong><br />

farmaci”, ma cercano sollievo dal<br />

dolore.<br />

Queste considerazioni sono<br />

confermate nella realtà italiana<br />

dall’indagine condotta nel 2009<br />

dal Laboratorio Management e<br />

Sanità (MeS) dell’Università<br />

S. Anna <strong>di</strong> Pisa su quattro regioni<br />

italiane (Toscana, Liguria,<br />

Umbria e Piemonte).<br />

Utilizzando la metodologia<br />

dell’intervista telefonica a citta<strong>di</strong>ni<br />

che si erano recati per qualche<br />

ragione in Pronto Soccorso, è<br />

emerso come l’attenzione al sin-<br />

tomo dolore fosse in tutte le regioni<br />

esaminate l’unico parametro<br />

al <strong>di</strong> sotto della soglia del 3 (in<br />

una scala che va da 1 a 5)<br />

(Figura 1).<br />

Pur collocandosi il Piemonte in<br />

una posizione migliore rispetto<br />

alle altre tre Regioni e l’A.O.<br />

S. Croce e Carle al <strong>di</strong> sopra<br />

della me<strong>di</strong>a piemontese, tale<br />

problematica presenta ancora<br />

aspetti <strong>di</strong> criticità, anche in considerazione<br />

dell’alta frequenza<br />

<strong>di</strong> presentazione <strong>di</strong> tale sintomo,<br />

che ha coinvolto il 65% degli intervistati.<br />

Trattare il dolore acuto è doveroso<br />

almeno per due or<strong>di</strong>ni <strong>di</strong> ragioni:<br />

etica – un riferimento per<br />

tutti, il “Manifesto etico contro il dolore<br />

non necessario” (3) – e clinica.<br />

È necessario che l’analgesia entri a<br />

far parte del processo decisionale<br />

dei me<strong>di</strong>ci d’urgenza, che debbono<br />

fornire una risposta imme<strong>di</strong>ata<br />

anche a queste esigenze del<br />

paziente; inoltre, un’efficace analgesia<br />

agisce positivamente sulla<br />

prognosi e può contribuire alla<br />

chiarificazione del quadro clinico e<br />

all’assunzione <strong>di</strong> decisioni finali<br />

maggiormente consapevoli.<br />

Tralasciare <strong>di</strong> de<strong>di</strong>carsi al dolore<br />

e <strong>di</strong> controllarlo appropriatamente<br />

può limitare una stabilizzazione o<br />

un intervento <strong>di</strong>agnostico. Benché<br />

non sia necessariamente pre<strong>di</strong>ttiva<br />

della sod<strong>di</strong>sfazione del paziente,<br />

la sedazione del dolore può senza<br />

dubbio migliorare l’approccio del<br />

citta<strong>di</strong>no nell’esperienza globale <strong>di</strong><br />

“utente” del DEA (4).<br />

Ospedale IN 53<br />

IL DOLORE IN PRONTO SOCCORSO:<br />

NECESSARIO O EVITABILE?<br />

Attilio Allione, Olivia Cerrina, Bruno Tartaglino<br />

SC Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza e DEA/Dipartimento Emergenza e Urgenza<br />

Il fenomeno del trattamento insufficiente<br />

del dolore può derivare<br />

da molteplici fattori:<br />

– precedenza data alla formulazione<br />

della <strong>di</strong>agnosi e al trattamento<br />

del problema me<strong>di</strong>co/<br />

chirurgico sottostante;<br />

– timore <strong>di</strong> mascherare i sintomi;<br />

– paura <strong>di</strong> contribuire o causare<br />

<strong>di</strong>pendenza;<br />

– sottostima da parte degli<br />

operatori sanitari del dolore provato<br />

dal paziente;<br />

– <strong>di</strong>fferenze culturali nell’esprimere<br />

il dolore;<br />

– scarsa comunicazione o <strong>di</strong>fficoltà<br />

alla stessa;<br />

– riluttanza dei pazienti a lamentare<br />

il dolore o a chiedere un<br />

trattamento specifico;<br />

– formazione inadeguata a riconoscere<br />

e trattare il dolore.<br />

L’oligoanalgesia negli anziani<br />

merita una menzione speciale,<br />

poiché queste persone sono considerate<br />

una categoria a rischio<br />

ancora maggiore <strong>di</strong> insufficiente<br />

trattamento; inoltre è stato riportato<br />

che i pazienti con demenza<br />

ricevono l’analgesia in percentuali<br />

inferiori al 25% rispetto ad<br />

una popolazione senza deficit cognitivo<br />

(5).<br />

All’altra estremità della vita, i neonati<br />

e i bambini piccoli con dolore<br />

vengono spesso sottotrattati per varie<br />

ragioni, incluse le barriere <strong>di</strong> comunicazione.<br />

In uno stu<strong>di</strong>o osservazionale<br />

su pazienti pe<strong>di</strong>atrici con la<br />

frattura <strong>di</strong> un arto, nessun paziente è<br />

stato <strong>di</strong>messo con una prescrizione<br />

per la terapia del dolore (6).<br />

Fig. 1 Item:<br />

“Pensa che<br />

il personale del<br />

Pronto Soccorso<br />

abbia fatto<br />

il possibile per<br />

attenuare<br />

il dolore?”<br />

(I valori sono<br />

espressi in una scala<br />

da 0 = molto poco<br />

a 5 = moltissimo).<br />

VITA IN AZZIEENDAA


54 Ospedale IN<br />

Ospedale IN 55<br />

VITA IN AZZIENNDA<br />

Nell’ottica <strong>di</strong> incrementare la<br />

valutazione e il trattamento del<br />

“sintomo dolore” la Joint<br />

Commission on Accre<strong>di</strong>tation<br />

Organizations (JHCAO), considerando<br />

la mancata valutazione<br />

del dolore come maggiore pre<strong>di</strong>ttore<br />

per un insufficiente trattamento,<br />

ha elaborato delle<br />

linee guida nelle quali tale sintomo<br />

viene designato come<br />

“quinto parametro vitale” (dopo<br />

frequenza car<strong>di</strong>aca, pressione<br />

sanguigna, temperatura e frequenza<br />

respiratoria).<br />

Diversamente dagli altri parametri,<br />

peraltro, il dolore non è<br />

misurabile da alcuno strumento:<br />

l’unico in<strong>di</strong>catore realistico è il<br />

paziente stesso che può essere<br />

aiutato nel quantificare il dolore<br />

attraverso l’utilizzo <strong>di</strong> scale <strong>di</strong><br />

valutazione del dolore (numeriche,<br />

verbali, visive).<br />

Ad oggi, la letteratura specifica<br />

del contesto del Dipartimento<br />

d’Emergenza, consiglia cinque<br />

in<strong>di</strong>catori fondamentali per una<br />

buona gestione del paziente con<br />

dolore:<br />

1) Prescrizione <strong>di</strong> farmaci<br />

analgesici, in particolare<br />

oppioi<strong>di</strong>;<br />

Marks e Sachar affermano che<br />

“per molti me<strong>di</strong>ci i farmaci oppioi<strong>di</strong><br />

hanno uno speciale significato<br />

emozionale che interferisce<br />

con il loro utilizzo”: questo comportamento<br />

rappresenta la più<br />

grande barriera all’appropriata<br />

gestione del dolore (7).<br />

Il consumo degli oppioi<strong>di</strong> è<br />

considerato un importante in<strong>di</strong>catore<br />

<strong>di</strong> qualità del trattamento<br />

del dolore. Tra i Paesi economicamente<br />

sviluppati, l’Italia presenta<br />

un consumo molto basso <strong>di</strong><br />

oppioi<strong>di</strong>. Una mancanza <strong>di</strong> educazione<br />

adeguata dei professionisti<br />

sanitari in relazione al<br />

controllo del dolore e una sorta <strong>di</strong><br />

“oppiofobia”, stimolata da misure<br />

restrittive atte a prevenire un<br />

uso improprio <strong>di</strong> questi farmaci e<br />

dall’eccessiva paura per gli eventuali<br />

effetti collaterali, sono stati<br />

identificati quali fattori responsabili<br />

<strong>di</strong> questo fenomeno.<br />

2) Mancata prescrizione<br />

<strong>di</strong> analgesici alla <strong>di</strong>missione;<br />

3) Tempo <strong>di</strong> somministrazione<br />

precoce dell’analgesico:<br />

entro 20 minuti per<br />

un co<strong>di</strong>ce giallo ed entro<br />

60 minuti per un co<strong>di</strong>ce<br />

verde dall’arrivo in DEA;<br />

4) Documentazione in<br />

cartella della valutazione<br />

dell’intensità del sintomo e<br />

terapia antalgica praticata;<br />

5) Pazienti che desiderano<br />

e non ricevono analgesia.<br />

Se sul piano pratico i risultati<br />

auspicabili non sono ancora raggiunti,<br />

certamente sul piano culturale<br />

qualcosa si muove e vi è<br />

stata una buona risposta con un<br />

grande numero <strong>di</strong> esperienze<br />

pubblicate. Rispetto allo scorso<br />

decennio, le pubblicazioni in<strong>di</strong>cizzate<br />

annualmente sul trattamento<br />

del dolore in urgenza si<br />

sono raddoppiate, quelle sulla sedazione<br />

procedurale in Pronto<br />

Soccorso ad<strong>di</strong>rittura decuplicate.<br />

Uno stu<strong>di</strong>o prospettico osservazionale<br />

è stato condotto, dal nostro<br />

gruppo <strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci e<br />

infermieri, nel DEA <strong>di</strong> Cuneo, per<br />

determinare quale fosse la prevalenza<br />

<strong>di</strong> pazienti con dolore che<br />

desiderano e ricevono un analgesico<br />

durante la permanenza in<br />

DEA. La ricerca è stata effettuata<br />

nel 2009, reclutando 393 pazienti<br />

con un’età compresa tra i<br />

18 e i 96 anni. L’indagine ha <strong>di</strong>mostrato<br />

che metà <strong>di</strong> tutti i pazienti<br />

con dolore desiderano un<br />

analgesico, ma che solo metà <strong>di</strong><br />

coloro che lo desiderano poi lo ricevono.<br />

I pazienti che desiderano<br />

e ricevono un trattamento analgesico<br />

rappresentano il gruppo<br />

con alto grado <strong>di</strong> sod<strong>di</strong>sfazione.<br />

Il desiderio <strong>di</strong> analgesia era<br />

anche presente nei pazienti con<br />

dolore leggero, quin<strong>di</strong> a tutti i pazienti<br />

dovrebbe essere domandato<br />

se desiderano o meno un<br />

analgesico, senza focalizzare<br />

l’attenzione esclusivamente sul<br />

punteggio della scala <strong>di</strong> valutazione<br />

del dolore.<br />

In particolare, solamente il 37%<br />

dei pazienti con dolore ricevevano<br />

un trattamento analgesico e<br />

solamente nell’8% dei casi si utilizzavano<br />

analgesici oppioi<strong>di</strong>. Un<br />

dato confortante riguardava la<br />

prescrizione analgesica per il domicilio<br />

che veniva effettuata nel<br />

75% delle persone assistite con<br />

dolore (8).<br />

La consapevolezza <strong>di</strong> questo<br />

rende imperativo progettare e sviluppare<br />

strategie per migliorare il<br />

trattamento del dolore da parte<br />

degli operatori del Pronto Soccorso,<br />

e in tale senso ci siamo attivati<br />

e ci stiamo muovendo. È<br />

stata aggiunta nella cartella informatizzata<br />

del Triage e in<br />

quella clinica del Pronto Soccorso<br />

una casella dove inserire, a<br />

fianco degli altri parametri vitali,<br />

la valutazione numerica dell’in-<br />

tensità del dolore <strong>di</strong>chiarata dal<br />

citta<strong>di</strong>no (scala numerica con<br />

punteggio da 0 - assenza <strong>di</strong> dolore<br />

- a 10 - massimo dolore provato).<br />

Sono stati elaborati vari protocolli<br />

<strong>di</strong> sedazione del dolore per<br />

<strong>di</strong>fferenti patologie.<br />

È attivo un gruppo <strong>di</strong> lavoro inter<strong>di</strong>sciplinare<br />

per uniformare<br />

protocolli <strong>di</strong> sedazione e <strong>di</strong> sedazione<br />

procedurale (cioè, come<br />

trattare il dolore e/o come prevenirlo<br />

quando si attua una procedura<br />

dolorosa: pensiamo ad<br />

esempio alla riduzione <strong>di</strong> una lussazione).<br />

Anche se c’è ancora spazio per<br />

migliorare, un riconoscimento ci<br />

è venuto con una menzione speciale<br />

conferita al lavoro cui si è<br />

fatto cenno sopra (citato in bibliografia<br />

al numero 8) dalla<br />

Giuria del premio nazionale<br />

Nottola-Mario Luzi “Il dolore non<br />

necessario”, che ha ottenuto l’alto<br />

patrocinio del Capo dello Stato.<br />

Anche in linea con il progetto<br />

“Ospedale senza dolore”, gli<br />

operatori sanitari del DEA sono<br />

consci della necessità del pronto<br />

riconoscimento del sintomo dolore<br />

e sono impegnati per trattarlo<br />

sempre più efficacemente in<br />

tutte le sue accezioni, al fine <strong>di</strong><br />

“curare non solo il dolore, ma la<br />

sofferenza”.<br />

BIBLIOGRAFIA<br />

1) Wilson JE, Pendleton JM.<br />

Oligoanalgesia in the emergency<br />

department. Am J Emerg Med. Nov<br />

1989;7(6):620- 623.<br />

2) Rupp T, Delaney KA. Inadequate<br />

analgesia in emergencyme<strong>di</strong>cine. Ann<br />

Emerg Med. Apr 2004;43(4):494-503.<br />

3) Gioffrè D, Luzi M, Mandelli F, De<br />

Mauro T, Garattini S, Levi Montalcini R.<br />

Manifesto etico contro il dolore non necessario.<br />

La Repubblica, 2 giugno 2004.<br />

4) Todd KH, Sloan EP, Chen C, Eder SC,<br />

Wamstad K. Survey of Pain in Etiology,<br />

Management Practices and Patient<br />

Satisfaction in Two Urban Emergency<br />

Departments. CJEM. Vol 4; 2002.<br />

5) Sengstaken EA, King SA. The<br />

problems of pain and its detection<br />

among geriatric nursing home<br />

residents. J Am Geriatr Soc. May<br />

1993; 41(5):541-544.<br />

6) Ngai B, Ducharme J. Documented<br />

use of analgesics in the emergency<br />

department and upon release of patients<br />

with extremity fractures. Acad Emerg<br />

Med. Dec 1997; 4(12):1176-1178.<br />

7) Marks RM, Sachar EJ. Undertreatment<br />

of me<strong>di</strong>cal inpatients with narcotic analgesics.<br />

Ann Intern Med 1973; 78:173-181.<br />

8) Allione A, Melchio R, Martini G,<br />

Dutto L Ricca M, Bernar<strong>di</strong> E, Pomero F,<br />

Menardo V, Tartaglino B. Factors<br />

influencing desired and received<br />

analgesia in emergency department.<br />

Intern Emerg Med (<strong>2011</strong>); 6:69-78.<br />

“MENZIONE SPECIALE”<br />

Ècon sod<strong>di</strong>sfazione che informiamo i<br />

nostri lettori <strong>di</strong> un gra<strong>di</strong>to riconoscimento<br />

ricevuto dal Dipartimento<br />

<strong>di</strong> Emergenza della nostra ASO per un<br />

lavoro scientifico dal titolo “Factors<br />

influencing desired and received<br />

analgesia in emergency<br />

department”, pubblicato sulla rivista<br />

“INTERNAL AND EMERGENCY<br />

MEDICINE” (giornale ufficiale della Società<br />

Italiana <strong>di</strong> Me<strong>di</strong>cina Interna).<br />

La commissione del Premio Nazionale<br />

“NOTTOLA MARIO LUZI”, che raccoglie<br />

lavori scientifici sul DOLORE NON NE-<br />

CESSARIO da ridurre, da controllare, da<br />

“curare”, ha assegnato, nell’e<strong>di</strong>zione<br />

<strong>2011</strong>, una speciale menzione al<br />

Dipartimento <strong>di</strong> Emergenza Urgenza del<br />

nostro ospedale che <strong>di</strong> seguito riportiamo<br />

integralmente, così come pubblichiamo<br />

la poesia del Senatore Mario<br />

Luzi, cui è intitolato il premio.<br />

Tra i componenti della giuria che valutava<br />

i lavori vi era anche Citta<strong>di</strong>nanzattiva -<br />

Tribunale dei <strong>di</strong>ritti del malato.<br />

Ringraziamo tutti i professionisti del<br />

DEU per l’attenzione e per i sod<strong>di</strong>sfacenti<br />

risultati ottenuti nel controllo del<br />

Dolore, che la letteratura internazionale<br />

inserisce tra i “parametri vitali” che ogni<br />

Pronto Soccorso deve tenere sotto stretta<br />

osservazione.<br />

Nella consapevolezza che nella<br />

Mission <strong>di</strong> ogni Azienda Sanitaria ci<br />

siano il Guarire quando è possibile, il<br />

Curare, nel rispetto dell’autodeterminazione<br />

del paziente ed il Prendersi Cura<br />

sempre della persona malata, auspichiamo<br />

che l’impegno a ridurre la sofferenza<br />

delle persone che si rivolgono a<br />

noi sia obiettivo costante <strong>di</strong> tutte le Strutture<br />

della nostra Azienda.<br />

VITA IN AZZIEENDAA


56 Ospedale IN<br />

Ospedale IN 57<br />

RECENNSSIONNI<br />

Come<br />

in una gabbia<br />

Esistono poche con<strong>di</strong>zioni morbose in cui i risultati ottenuti sono<br />

altrettanto strettamente legati alla pertinenza<br />

dell’impostazione terapeutica.<br />

Hilde Bruch, La gabbia d’oro, Feltrinelli, 2003<br />

Torey L. Hayden<br />

COME IN UNA GABBIA<br />

TEA, Tascabili degli E<strong>di</strong>tori<br />

Associati, Milano, 2003,<br />

pagg. 349; € 8,00.<br />

Èpraticamente la cronistoria<br />

<strong>di</strong> una relazione terapeutica<br />

fra la psicopatologa<br />

Torey L. Hayden ed il ragazzo<br />

Kevin, chiamato Zoo-boy. Quel<br />

nomignolo rappresentava bene<br />

quel ragazzo che da anni non<br />

parlava e si comportava come<br />

un animale in gabbia; la sua<br />

gabbia, fatta da un tavolo e<br />

quattro se<strong>di</strong>e dentro cui si rifugiava<br />

dondolando ossessivamente.<br />

Ma è avvincente come<br />

un romanzo, anche <strong>di</strong> più,<br />

anche se non v’è nulla d’inventato<br />

o proprio per questo. Raccontato<br />

con una prosa che<br />

lascia con il fiato sospeso unisce<br />

momenti <strong>di</strong> struggente umanità<br />

a descrizioni <strong>di</strong> figli <strong>di</strong> famiglie<br />

<strong>di</strong>sastrate. Come Kevin. O come<br />

Charity, paffutella bambina<br />

sdentata che si era incollata a<br />

Torey, in cui aveva trovato un rifugio<br />

per <strong>di</strong>menticare la giovane<br />

madre alcolizzata. Torey si<br />

definisce un’agnostica della psicologia;<br />

non segue teorie, né<br />

modelli terapeutici preconfezionati<br />

ma si lascia guidare dalla<br />

sua sensibilità femminile e dalla<br />

sua umanità. E ce la fa. Riesce a<br />

far parlare Kevin, dopo due<br />

anni. Riuscirà a fargli vivere<br />

una vita normale, a farlo vivere.<br />

Ma più <strong>di</strong> tutto riesce ad entrare<br />

in lui, a conoscerlo.<br />

<strong>di</strong> Gianfranco Conforti, SC Psichiatria<br />

Brani da<br />

Come in una gabbia<br />

Zoo-boy. Le gambe del tavolo<br />

erano le sbarre della sua gabbia.<br />

Si dondolava, con le braccia<br />

sopra la testa, come a<br />

proteggersi. Avanti e in<strong>di</strong>etro,<br />

avanti e in<strong>di</strong>etro. Un’assistente<br />

lo spronava a uscire da sotto il<br />

tavolo, ma senza risultato. Lui si<br />

dondolava, avanti e in<strong>di</strong>etro,<br />

avanti e in<strong>di</strong>etro. Lo guardavo<br />

standomene <strong>di</strong>etro uno<br />

specchio-finestra. “Quanti anni<br />

ha?” chiesi alla donna che era<br />

alla mia destra.<br />

“Quin<strong>di</strong>ci”.<br />

Non si poteva <strong>di</strong>rlo più un ragazzo.<br />

Mi appoggiai contro il<br />

vetro, per vederlo meglio. “Da<br />

quanto è qui?” domandai.<br />

“Quattro anni”.<br />

“Senza mai parlare?”.<br />

“Senza mai parlare”. La<br />

donna alzò gli occhi a guardarmi,<br />

nella tetra oscurità <strong>di</strong><br />

quella stanza <strong>di</strong>etro lo specchio.<br />

“Senza mai far sentire il<br />

suono della sua voce”.<br />

Rimasi a guardarlo ancora un<br />

po’. Poi presi su la scatola col<br />

mio armamentario e andai<br />

nella stanza dall’altra parte<br />

dello specchio. L’assistente si<br />

scostò da lui, quando entrai, e<br />

fu ben contenta <strong>di</strong> andarsene.<br />

Sentii chiudere la porta esterna,<br />

nel corridoio, e capii che era<br />

andata a mettersi <strong>di</strong>etro lo<br />

specchio per guardarci. Nella<br />

stanza rimanemmo soli, io e<br />

Zoo-boy. Cautamente, appoggiai<br />

a terra la scatola. Aspettai<br />

un istante, per vedere se rea-<br />

giva alla presenza <strong>di</strong> una persona<br />

nuova nella stanza; ma<br />

non reagì. Così mi avvicinai. Mi<br />

sedetti per terra, a un braccio <strong>di</strong><br />

<strong>di</strong>stanza da dove lui se ne stava<br />

barricato sotto il tavolo. Si dondolava<br />

ancora, rannicchiato, le<br />

braccia strette intorno alle ginocchia.<br />

Non riuscivo a farmi<br />

un’idea della sua statura.<br />

“Kevin?”.<br />

Nessuna reazione.<br />

Non sapendo bene che fare,<br />

mi guardai intorno. Avvertivo la<br />

presenza <strong>di</strong> un pubblico, <strong>di</strong>etro<br />

lo specchio. Stavano parlando,<br />

lì dentro, le voci in<strong>di</strong>stinte, un<br />

mormorio appena, ondulante,<br />

come il vento fra i giunchi in un<br />

pomeriggio d’estate. Ma sapevo<br />

che suono era. Il ragazzo<br />

non <strong>di</strong>mostrava i suoi quin<strong>di</strong>ci<br />

anni. Anche se, raggomitolato<br />

com’era, non riuscivo a vederlo<br />

bene, non mi sembrava così<br />

cresciuto. Gli avrei dato nove<br />

anni, forse. O un<strong>di</strong>ci. Non<br />

quasi se<strong>di</strong>ci.<br />

(…)<br />

Lavoravo in quella clinica<br />

come psicologa ricercatrice da<br />

poco più <strong>di</strong> un anno. Avevo de<strong>di</strong>cato<br />

la maggior parte della<br />

mia vita professionale all’insegnamento.<br />

In quel campo<br />

avevo svolto ogni possibile funzione,<br />

dall’insegnamento nelle<br />

prime elementari regolari fino a<br />

quello nelle università, dall’insegnamento<br />

in scuole innovative,<br />

con piani <strong>di</strong> lavoro<br />

flessibili, a quello in classi<br />

chiuse, nel reparto pe<strong>di</strong>atrico <strong>di</strong><br />

un istituto psichiatrico dello<br />

Stato. (…) Avevo svolto ricerche<br />

su un fenomeno psicologico<br />

poco noto, il mutismo elettivo.<br />

Si tratta <strong>di</strong> un <strong>di</strong>sturbo emozionale<br />

che si presenta soprattutto<br />

nei bambini. Il bambino è fisicamente<br />

in grado <strong>di</strong> parlare,<br />

ma per motivi psicologici si rifiuta<br />

<strong>di</strong> farlo.<br />

(…)<br />

Non l’avevo chiesto io, <strong>di</strong> occuparmi<br />

<strong>di</strong> lui. Si capiva fin dall’inizio<br />

che era un caso <strong>di</strong>sperato.<br />

Una mattina, un’assistente sociale<br />

della Garson Gayer Home, Dana<br />

Wendolowski, aveva telefonato<br />

alla clinica chiedendo <strong>di</strong> me. “Abbiamo<br />

un ragazzo per lei”, mi<br />

aveva detto, e la stanchezza e la<br />

<strong>di</strong>sperazione trapelavano un po’<br />

troppo chiaramente nella sua<br />

voce. Il ragazzo si chiamava<br />

Kevin Richter, anche se, a quanto<br />

pareva, nessuno lo chiamava<br />

Kevin. (…) Kevin aveva un passato<br />

miserando. Nei rapporti le<br />

informazioni utili erano molto<br />

scarse, ma bastavano per farmi<br />

capire che l’infanzia <strong>di</strong> Kevin<br />

somigliava a quella <strong>di</strong> tanti altri<br />

ragazzi che avevo conosciuto.<br />

Insuccessi a scuola, <strong>di</strong>fficoltà<br />

economiche, violenza fisica, su<br />

Kevin e sugli altri bambini<br />

della famiglia, problemi matrimoniali,<br />

conflitti tra Kevin e il<br />

patrigno, alcolismo, e poi,<br />

fatto forse più sinistro <strong>di</strong> tutti,<br />

l’affidamento <strong>di</strong> Kevin allo<br />

Stato voluto dalla madre. Che<br />

ragazzo poteva essere uno<br />

che perfino sua madre rifiutava?<br />

E poi, Kevin passava da<br />

un istituto all’altro, da sette<br />

anni, da otto non parlava, e<br />

da quasi se<strong>di</strong>ci imparava a<br />

convivere con la sua follia. Se<br />

questo non era il ritratto <strong>di</strong> un<br />

perdente, quale poteva esserlo?<br />

(…)<br />

Kevin era già sotto il tavolo.<br />

Lo sentii subito. “Haa”, faceva,<br />

“haa, haa, haa”. Era un respiro,<br />

più che un sussurro. Sembrava<br />

il tossire <strong>di</strong> una macchina<br />

che sta per mettersi in moto.<br />

(…) Come gli altri giorni, faceva<br />

tutto da solo. La mia presenza<br />

era inutile. “Haaa. Haaa.<br />

Haaaa”. C’era urgenza e determinatezza,<br />

in lui, quel<br />

giorno. Ce l’avrebbe fatta. (…)<br />

Me ne stavo in silenzio, cer-<br />

cando <strong>di</strong> farmi piccola. Non sapevo<br />

se si era <strong>di</strong>menticato della<br />

mia presenza, ma non mi sembrava<br />

il momento <strong>di</strong> richiamare<br />

l’attenzione su <strong>di</strong> me. “Ho. Ho.<br />

Ho. Hop. Hop. Haa. Haap.<br />

Haap”. Adesso sperimentava<br />

suoni nuovi. Lo osservai. Era sfinito.<br />

In quel momento provai un<br />

grande senso <strong>di</strong> solidarietà, nei<br />

suoi confronti. Quello che era<br />

riuscito a fare non aveva niente<br />

a che vedere con me, ma avevo<br />

sentito come un privilegio che<br />

mi avesse permesso <strong>di</strong> assistervi.<br />

Sorridevo, senza nemmeno<br />

rendermene conto.<br />

“È stata dura eh?” <strong>di</strong>ssi. “Devi<br />

essere stanco morto”. “Ho”,<br />

<strong>di</strong>sse, e ripeté il suono un paio<br />

<strong>di</strong> volte. “Hu, hu. Non…”,<br />

<strong>di</strong>sse, “non… hu… non pensavo<br />

<strong>di</strong> farcela. Whew. Wooooow”.<br />

La voce gli si spezzò, e<br />

si schiarì la gola. “Non credevo<br />

che ce l’avrei mai più fatta”<br />

<strong>di</strong>sse debolmente da sotto il<br />

braccio. “Pensavo che non ce<br />

l’avrei mai fatta”.<br />

(…)<br />

Per Kevin e me, la fine era<br />

quasi arrivata. Adesso si era<br />

fatto degli amici a scuola, e a<br />

casa era impegnato. A metà<br />

gennaio, le nostre sedute avevano<br />

cominciato a <strong>di</strong>radarsi.<br />

Era un bel po’ che ci vedevamo<br />

soltanto una volta alla settimana,<br />

ed era sempre venuto lui<br />

alla clinica. (…) Sapevamo tutt’e<br />

due che la fine era vicina. …<br />

“Sai” esor<strong>di</strong>i “penso che forse<br />

è ora <strong>di</strong> smettere”.<br />

“Che cosa <strong>di</strong>ci? Sono solo le<br />

quattro e un quarto. La seduta<br />

finisce alle cinque meno un<br />

quarto”.<br />

“No, non intendevo questo”.<br />

Non fu contento quando capì<br />

che cosa intendevo. (…)<br />

“Non ti <strong>di</strong>menticherò” <strong>di</strong>sse.<br />

“Neanch’io ti <strong>di</strong>menticherò,<br />

Kev”.<br />

“Verrai a trovarmi, qualche<br />

volta?”<br />

“Certo che verrò”.<br />

“E io ti telefonerò, qualche<br />

volta. Tanto per sapere come<br />

stai. D’accordo? Non ti <strong>di</strong>menticherò”.<br />

“So che non mi <strong>di</strong>menticherai”<br />

<strong>di</strong>ssi.<br />

“Be’, adesso devo andare.<br />

Denny è giù che mi aspetta. Si<br />

starà chiedendo dove mi sono<br />

cacciato. Ti ho già detto che<br />

forse entro nella squadra <strong>di</strong><br />

nuoto della scuola? Se non pensano<br />

che sono troppo grande,<br />

magari ci entro”.<br />

“Sì, me l’hai detto”.<br />

Le lacrime erano ancora lì, e<br />

quell’ultimo momento passò nel<br />

silenzio. Mi ero alzata ad accompagnarlo<br />

alla porta dell’ufficio.<br />

Sorrisi. Anche lui sorrise.<br />

Sorrisi <strong>di</strong> nuovo.<br />

“Be’, devo andare. Ci ve<strong>di</strong>amo,<br />

eh?”.<br />

“Sì, Kev, ci ve<strong>di</strong>amo”.<br />

Si girò e si avviò per il lungo<br />

corridoio, dove le luci erano<br />

forti, anche in quel pomeriggio<br />

invernale, così che lui non gettava<br />

ombre <strong>di</strong>etro <strong>di</strong> sé. Me ne<br />

stetti immobile alla porta, a<br />

guardarlo. In fondo al corridoio<br />

si fermò, si girò e mi salutò con<br />

la mano. “Ciao, Torey” gridò,<br />

prima <strong>di</strong> scomparire.<br />

Torey L. Hayden, americana, vive da molti anni in<br />

Scozia con il marito e la figlia Sheena. La sua esperienza <strong>di</strong><br />

insegnante nelle scuole per bambini emotivamente <strong>di</strong>sturbati<br />

e negli istituti psichiatrici ha fatto <strong>di</strong> lei una specialista<br />

<strong>di</strong> riferimento nella ricerca sulla psicologia infantile. I suoi<br />

libri hanno riscosso un enorme successo: La figlia della tigre<br />

e La cosa veramente peggiore (e<strong>di</strong>ti da Corbaccio), Una<br />

bambina e gli spettri, Come in una gabbia, Figli <strong>di</strong> nessuno,<br />

Una <strong>di</strong> loro, Il gatto meccanico e Una bambina, già<br />

apparsi nelle e<strong>di</strong>zioni TEA.<br />

RRECCEENSIOONI


58 Ospedale IN 59<br />

RECENNSSIONNI<br />

“<br />

<strong>di</strong> Clau<strong>di</strong>a Romanelli, SC Ufficio Legale<br />

Lui ha fatto 4000 Km a pie<strong>di</strong> per rivedere la sua<br />

ragazza, tu sei andata via ed io non ho nemmeno<br />

attraversato la strada per fermarti.<br />

Welcome<br />

Un film <strong>di</strong> Philippe Lioret.<br />

Con Vincent Lindon, Firat<br />

Ayver<strong>di</strong>, Audrey Dana, Derya<br />

Ayver<strong>di</strong>, Thierry Godard<br />

- Musica: Nicola Piovani<br />

- Durata 110 min. Francia,<br />

Dicembre 2009<br />

- Trailer: YouTube<br />

- Festival Internazionale Cinema<br />

<strong>di</strong> Berlino 2009: Premio del<br />

Pubblico, Premio Label Europa<br />

Cinemas, Premio della Giuria<br />

Ecumenica<br />

- Nastri d'argento europei: Premio<br />

miglior attore protagonista<br />

- Torino Film Festival: vincitore<br />

Premio Maurizio Collino<br />

Quin<strong>di</strong>ci minuti <strong>di</strong> applausi<br />

alla sezione Panorama del<br />

Festival <strong>di</strong> Berlino 2009.<br />

Bello bello bello, emozionante,<br />

coraggioso, in<strong>di</strong>menticabile.<br />

Benvenuto Welcome!<br />

Un altro film che se si è perso<br />

in inverno (in sala restano sempre<br />

meno, se non provengono dalla<br />

grande <strong>di</strong>stribuzione) merita la<br />

visione in casa nella calma estiva.<br />

Da spettatore respingi le mareggiate,<br />

annusi l’odore della<br />

spiaggia, nuoti nuoti e intrave<strong>di</strong><br />

un mare scuro, grigio, lo scalo <strong>di</strong><br />

Calais come me lo ricordavo,<br />

esattamente uguale a 20 anni fa:<br />

cupo, duro terra <strong>di</strong> frontiera<br />

fredda, nebbiosa, quasi un “non<br />

luogo”, comunque un luogo <strong>di</strong><br />

passaggio. Non per tutti: molti<br />

passano, qualcuno rimane.<br />

Lui, Bilal, (Firat Ayver<strong>di</strong>, attore<br />

non professionista) è un ragazzo<br />

iracheno, neanche 18 anni, gli<br />

occhi consapevoli <strong>di</strong> chi non ha<br />

mai visto un cielo azzurro, braccia<br />

forti: conta su se stesso, sulla<br />

sua energia fisica e mentale e sa<br />

nutrire sentimenti <strong>di</strong>sinteressati in<br />

un mondo abbrutito da con<strong>di</strong>zionamenti<br />

<strong>di</strong> ogni sorta, in contrasto<br />

con una <strong>di</strong>mensione generale<br />

che <strong>di</strong> umano sta salvando ben<br />

”<br />

poco. Tanta <strong>di</strong>sperata testardaggine<br />

lo porterà ad attraversare la<br />

Manica a nuoto.<br />

Per cosa? Un amore, forse<br />

l'unico della sua vita, così lontano<br />

eppure così vicino, <strong>di</strong> là, appena<br />

poche centinaia <strong>di</strong> metri dalla<br />

costa…<br />

L'altro, Simon, (Vincent Lindon,<br />

straor<strong>di</strong>nario) è l’istruttore <strong>di</strong><br />

nuoto <strong>di</strong>sincantato - e chi non lo è<br />

ormai - che sa affrontare con<br />

spirito paterno questo con<strong>di</strong>viso<br />

naufragio d'amore, una separazione<br />

in corso per lui e, per il ragazzo<br />

che ha cominciato ad<br />

aiutare, una fidanzata cui è stato<br />

imposto un matrimonio con un<br />

parente. È un uomo che ne ha<br />

prese tante dalla vita, ma altrettante<br />

ne ha date. Dapprima <strong>di</strong>ffidente,<br />

poi affettuoso, complice e<br />

infine appassionato: il suo viso è<br />

mobilissimo e nervoso e tutti gli<br />

stati d'animo dalla tenerezza al<br />

dolore ci parlano attraverso il suo<br />

corpo. Simon si affeziona a questo<br />

ragazzo e lo consiglia, lo sostiene,<br />

lo ospita in casa sua per<br />

qualche tempo: è un rapporto <strong>di</strong><br />

fiducia che non arretra <strong>di</strong> fronte<br />

a nulla. L'uomo sente <strong>di</strong> dover<br />

proteggere Bilal dalla sua stessa<br />

irruenza: la voglia <strong>di</strong> arrivare a<br />

quella meta rincorsa, desiderata,<br />

sognata, soprattutto dopo che la<br />

sua giovane fidanzata gli ha<br />

chiesto aiuto, rischia <strong>di</strong> metterlo<br />

in serio pericolo. Non è un<br />

mondo <strong>di</strong> buoni e cattivi: è popolato<br />

da uomini e donne soli, gente<br />

comune e migranti, poliziotti e vicini<br />

<strong>di</strong> casa, burocrati e commercianti,<br />

né buoni né cattivi, ma<br />

deboli e piccoli <strong>di</strong> fronte a un sistema<br />

che ha deciso <strong>di</strong> sfruttare le<br />

paure e l’insicurezza come forma<br />

<strong>di</strong> controllo sulla società e le persone.<br />

Lo zerbino dei vicini ha su<br />

scritto “Welcome”. Benvenuti all'inferno<br />

verrebbe da <strong>di</strong>re, se per<br />

conquistarsi un pezzetto <strong>di</strong> cielo<br />

c'è <strong>di</strong> mezzo troppo mare.<br />

Un mare che <strong>di</strong>venta da capi-<br />

tano Achab <strong>di</strong> Moby Dick, insondabile,<br />

inattraversabile, troppo<br />

fondo e oscuro per poterlo domare<br />

razionalmente: la scena del<br />

passaggio dei cargo lascia stupefatto<br />

lo spettatore per la loro<br />

imponenza, quasi simbolo <strong>di</strong> lontananza<br />

e in<strong>di</strong>fferenza per i nostri<br />

piccoli e gran<strong>di</strong> problemi<br />

quoti<strong>di</strong>ani. Realizzato con scarse<br />

risorse, anche pubblicitarie,<br />

Welcome ha incassato in Francia<br />

nei primi mesi <strong>di</strong> proiezione ben<br />

10 milioni <strong>di</strong> euro con il solo passaparola<br />

e questo è avvenuto sia<br />

per la forza delle emozioni trasmesse<br />

dai protagonisti che si delineano<br />

in modo semplice, lineare<br />

e onesto sia perché, si sa, purtroppo<br />

si tratta <strong>di</strong> storia vera: l’articolo<br />

L622/1 della legge<br />

sull’immigrazione voluta dal presidente<br />

Sarkozy costringe i francesi,<br />

soprattutto quelli che abitano<br />

nei pressi <strong>di</strong> Calais, a non avere<br />

alcun rapporto con loro, pena il<br />

carcere fino a cinque anni.<br />

Alla sbarra sono finite pure<br />

l'organizzazione umanitaria<br />

Emmaus fondata dall’Abbé Pierre<br />

e una casalinga 59enne colpevole<br />

<strong>di</strong> aver ricaricato il cellulare<br />

<strong>di</strong> alcuni irregolari.<br />

Welcome è un “film per tutti",<br />

duro e al tempo stesso delicato,<br />

capace <strong>di</strong> accogliere lo spettatore<br />

per farlo riflettere <strong>di</strong> cuore e <strong>di</strong><br />

pancia sulla non accoglienza che<br />

riserviamo ai migranti senza sfumare<br />

i lati oscuri con un buonismo<br />

d'accatto. Una delle tappe<br />

fondamentali sulla via cinematografica<br />

alla conoscenza: complici<br />

due interpreti in stato <strong>di</strong> grazia<br />

e una storia che rimane attaccata<br />

alla realtà, la nostra, per (<strong>di</strong>)mostrarci<br />

quanto sia inumana.<br />

Fuori dallo schermo, dentro il<br />

mondo. Purtroppo.<br />

Chiudo oggi l’articolo, 1 agosto<br />

<strong>2011</strong>, e leggo dai giornali: “Lampedusa,<br />

strage: 25 giovani migranti<br />

morti soffocati nella stiva del<br />

barcone”.<br />

Il seguente testo fa riferimento<br />

a un episo<strong>di</strong>o realmente<br />

accaduto nell’ambito<br />

della nostra Azienda ospedaliera.<br />

L’anonimato è funzionale<br />

unicamente alla veri<strong>di</strong>cità<br />

della narrazione senza inficiarne<br />

i contenuti.<br />

Cosa c’è oltre la porta chiusa <strong>di</strong><br />

una camera in un reparto del<br />

nostro ospedale?<br />

Un degente, un paziente, comunque<br />

una persona malata.<br />

No, non è cosi! C’è la corsia, ci<br />

sono luci, muri, piastrelle, me<strong>di</strong>ci, infermieri,<br />

parenti.<br />

Già, perché chi vede quella porta<br />

chiusa…sta dentro. È il degente, è il<br />

paziente, comunque sempre una<br />

persona malata, questa volta io…<br />

una collega!<br />

Il giorno prima, <strong>di</strong> bianco vestita e<br />

doviziosamente armata <strong>di</strong> scienza e<br />

coscienza, quando poi, appena il<br />

giorno dopo, costretta ad affidarmi<br />

alle stesse qualità fra le mani dei miei<br />

colleghi, della cui amicizia e competenza<br />

non dubito… nemmeno per un<br />

attimo.<br />

Semmai è proprio il mio stesso sapere,<br />

così utile al lavoro a farmi valutare,<br />

riflettere e soppesare tutto col<br />

bilancino. Solo ora capisco appieno<br />

cosa davvero s’intenda col motto<br />

“beata ignoranza”, a volte torna comoda.<br />

Oltre a ciò s’aggiunge un ambito<br />

noto, ma sempre visto con altri occhi.<br />

Conoscenza, contesto e <strong>di</strong>pendenza,<br />

un mix <strong>di</strong> fattori che facilmente<br />

aiutano a <strong>di</strong>storcere il mio<br />

giu<strong>di</strong>zio e renderlo accomodante,<br />

benevolo, perché solo così riesco ad<br />

accettarlo, per debolezza e mera<br />

convenienza.<br />

Le mie certezze, data l’attuale con<strong>di</strong>zione,<br />

vacillano come me, mi sento<br />

come un gigante dai pie<strong>di</strong> d’argilla.<br />

Il mio non è un fragoroso schianto,<br />

ma quasi. Non tocco il fondo della<br />

mia impotenza perché il materasso<br />

in cui sprofondo imbelle, ammortizza<br />

il peso del mio corpo.<br />

Il mio attuale posto è questo, sempre<br />

oltre quella porta ma che ora<br />

vedo dal <strong>di</strong> dentro. Sono malata. Me<br />

ne faccio una rabbiosa ragione.<br />

Oltre all’innato spirito guerriero mi<br />

domando cosa davvero sostenga i<br />

miei sforzi. Cos’è che, insospettabile<br />

ma presente, mi spinge verso l’uscita<br />

del tunnel?<br />

Oltre la porta<br />

a cura <strong>di</strong> Ivano Vinai (Ivanoss),<br />

Dipartimento Emergenza e Urgenza DEU - Pronto Soccorso<br />

Certo, me<strong>di</strong>ci capaci, loro ancor<br />

più <strong>di</strong> me, scienziati coscienti ed<br />

eterni figli d’Ippocrate sanno benissimo<br />

cosa fare, ma c’è dell’altro…<br />

c’è <strong>di</strong> più.<br />

Lo sento, quasi lo tocco con mano<br />

tanto è presente.<br />

Dapprima me ne lascio avvolgere<br />

come un caldo abbraccio, poi, mi<br />

consegno a quel fiume in piena che,<br />

travolgendomi, mi riconduce alla<br />

vita.<br />

È l’amore! È il calore umano dei<br />

colleghi che sono andati molto, moltissimo<br />

oltre ad essere quegli amici fidati<br />

che hanno <strong>di</strong>ssipato i miei<br />

sciocchi dubbi nati solo per spirito <strong>di</strong><br />

sopravvivenza.<br />

Non è smielata retorica, voglio gridare<br />

questa verità taciuta solo per<br />

pudore! Coccolata, vezzeggiata, sospinta,<br />

sostenuta, incoraggiata in tutti<br />

i mo<strong>di</strong>, anche scossa. In ogni sprone,<br />

nei loro sguar<strong>di</strong> profon<strong>di</strong>, autentici,<br />

ho sempre e solo colto occhi sinceri,<br />

mai nemmeno troppo compiacenti,<br />

figuriamoci bugiar<strong>di</strong>.<br />

Toni e parole <strong>di</strong> garbata partecipazione<br />

emotiva e concreta, silente e<br />

<strong>di</strong>screta attenzione ai miei bisogni,<br />

alle mie necessità. Sono professionisti.<br />

Sono amici.<br />

Grazie non basta.<br />

Grazie è troppo poco.<br />

Grazie, per quanto non saprei cos’altro<br />

<strong>di</strong>re, é finanche misero per chi<br />

s’è speso ben oltre il proprio dovere<br />

e professionalità.<br />

Persone che hanno saputo leggere,<br />

da colleghi, che il trauma iniziale,<br />

una volta superato, lascia comunque<br />

un nebuloso turbinio d’incertezza<br />

psicologica.<br />

Chi veste una <strong>di</strong>visa bianca, come<br />

me, sa vedere oltre la propria transitoria<br />

con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> malata. Ciò che<br />

invece mai nessuno scorge, ed io non<br />

faccio certo eccezione, sono le subdole<br />

ferite acquattate nel buio dell’anima.<br />

Quelle restano, sempre, e quando<br />

meno te l’aspetti… presentano il<br />

conto!<br />

Tornata alla <strong>di</strong>visa credevo che il<br />

mondo fosse <strong>di</strong> nuovo mio, loro i pazienti,<br />

io la taumaturga. Balle! Fin da<br />

subito sbatto la faccia contro un muro<br />

d’inquietu<strong>di</strong>ne, <strong>di</strong> paure, d’incertezze,<br />

anche in ciò che da tempo so<br />

essere acquisito ma che <strong>di</strong> colpo non<br />

sappia più affrontare a pieno spirito.<br />

Sanguino. Dentro.<br />

È fin troppo evidente che una parte<br />

<strong>di</strong> me è ancora oltre quella porta.<br />

Non posso e non voglio deludere<br />

me<strong>di</strong>ci e colleghi, ma per quanto mi<br />

sforzi… cado.<br />

Penso <strong>di</strong> poter camminare dritta e<br />

con le mie gambe ma, ancora cado<br />

e poi ancora e ancora. Nulla è come<br />

prima e forse non lo sarà mai più.<br />

Semplicemente perché prima non<br />

ero mai stata malata, malata sul<br />

serio. È qui che subentra l’Azienda.<br />

Nel suo ambito, chi può concedermi<br />

margine, opportunità, cre<strong>di</strong>bilità…<br />

lo fa! Come? Aspettandomi<br />

fiduciosi, ed elargendomi l’unico<br />

vero lusso che abbiamo: tempo!<br />

Come prima per gli amici non era<br />

retorica, ora non è piaggeria!<br />

Il tempo è un supporto enorme, decisivo.<br />

Sentirne l’appoggio è come<br />

avere a <strong>di</strong>sposizione una gigantesca<br />

mano per risollevarti da terra ogni<br />

volta che ci sei.<br />

Ciò corrisponde a un’iniezione <strong>di</strong><br />

fiducia che nessun ricostituente potrà<br />

mai equiparare.<br />

Per quanto potrebbe facilmente<br />

farlo, mi piace pensare che<br />

l’Azienda non voglia lasciar cadere<br />

nell’oblio <strong>di</strong> un qualche servizio “secondario”<br />

un elemento ritenuto in un<br />

qualche modo valido. Valido al<br />

punto da concedersi il lusso <strong>di</strong> aspettarlo,<br />

<strong>di</strong> aspettar…mi.<br />

Anche qui, grazie, è tropo poco.<br />

Il mio debito <strong>di</strong> riconoscenza aumenta<br />

e da combattente della prima<br />

ora non posso che onorarlo nel migliore<br />

dei mo<strong>di</strong>.<br />

Volgendo lo sguardo appena oltre<br />

me stessa, mi accorgo che altri colleghi<br />

non sono stati così fortunati.<br />

Con tutta la forza che ho dentro<br />

prego e invito chiunque fosse in <strong>di</strong>fficoltà,<br />

fatta salva la massima libertà<br />

personale, a non assurgere a giu<strong>di</strong>ce<br />

estremo <strong>di</strong> se stesso. L’alternativa ultima,<br />

definitiva, non è la vera alternativa<br />

a nessuna <strong>di</strong>sperazione. Una<br />

soluzione c’è sempre, fidatevi. Il mio<br />

ne è un esempio.<br />

Nel ventre molle dell’ospedale, imperfetto<br />

finché si vuole ma vivad<strong>di</strong>o,<br />

funzionale, ho ricevuto e tuttora ancora<br />

ricevo supporto dovuto e donato.<br />

L’uno dato dalle leggi e dalla<br />

professionalità, l’altro, frutto della<br />

stima e amicizia dei singoli e dalla<br />

vicinanza della nostra “casa” comune.<br />

Un ospedale non sono i muri<br />

<strong>di</strong> cui è fatto, ma dalla gente che vi<br />

lavora.<br />

Per fortuna <strong>di</strong> tutti noi, c’è n’é tanta<br />

che ha un’anima meravigliosa e la<br />

usa… oltre quella porta.<br />

PEEZZI DI VITTA


60<br />

PEZZI DDII VITA<br />

Ospedale IN<br />

Il sole, rosso, scende<br />

<strong>di</strong>etro i monti che si<br />

specchiano nel mare,<br />

sopra Arenzano.<br />

È ancora caldo, e mi<br />

impe<strong>di</strong>sce <strong>di</strong> smettere<br />

<strong>di</strong> sudare. La corsa<br />

fatta per non perdere<br />

l’aereo ha lasciato<br />

i suoi segni: la pelle,<br />

umida, si appiccica<br />

fasti<strong>di</strong>osamente<br />

al colletto e gli occhiali<br />

scivolano sul naso.<br />

Abbasso l’aletta<br />

parasole e aumento<br />

il getto dell’aria<br />

con<strong>di</strong>zionata.<br />

Poi, svogliatamente,<br />

“curioso” il mio vicino.<br />

Sguardo stanco ed annoiato,<br />

come sento il mio. Lui<br />

almeno ha voglia <strong>di</strong> leggere<br />

qualche cosa e sfoglia la<br />

rivista <strong>di</strong> bordo. Io sono troppo<br />

stanco. Correndo in autostrada,<br />

a un certo punto, stavo per buttare<br />

la spugna: basta correre,<br />

basta ansia, basta alberghi,<br />

basta fare e <strong>di</strong>sfare valige,<br />

basta <strong>di</strong>apositive, basta stress<br />

da palco, basta fatica <strong>di</strong> parlare<br />

e capire una lingua che non è<br />

la mia!<br />

Poi, immaginando le mille<br />

scuse che avrei dovuto dare, la<br />

figura brutta <strong>di</strong> chi non si presenta,<br />

all’ultimo momento, lasciando<br />

gli organizzatori in<br />

braghe <strong>di</strong> tela, ancora una volta<br />

ho stretto i denti e spinto sull’acceleratore.<br />

Ora, mentre l’aereo inizia a<br />

muoversi verso la pista, penso<br />

che arriverò in aeroporto a<br />

Vienna alle un<strong>di</strong>ci e mezzo,<br />

dovrò cercare il solito autista<br />

con il solito cartello con sopra<br />

scritto a pennarello il mio<br />

nome, preceduto dall’immancabile<br />

Prof.<br />

Il sole rosso<br />

<strong>di</strong> Marco Merlano, SC Oncologia<br />

Disegno <strong>di</strong> Maria Rosa Lanzoni<br />

Maria Rosa Lanzoni si de<strong>di</strong>ca all’oreficeria subito dopo<br />

essersi <strong>di</strong>plomata presso il liceo artistico Nicolò Barabino <strong>di</strong><br />

Genova. Dal 1986 crea gioielli esclusivi, che progetta nel suo<br />

laboratorio, sempre a Genova. Il <strong>di</strong>segno è uno strumento essenziale<br />

del suo lavoro e le permette <strong>di</strong> ideare nei minimi dettagli<br />

monili, ciondoli, collier, che poi realizza con passione e<br />

entusiasmo <strong>di</strong> artista.<br />

Ho smesso da tempo <strong>di</strong> spiegare<br />

a tutti che non sono Prof.:<br />

sono solo Dott.<br />

Ma è inutile. Un ospite invitato<br />

dall’estero, per una lettura magistrale<br />

o roba simile, non può<br />

essere Dott. Deve per forza essere<br />

Prof.<br />

Ho smesso <strong>di</strong> insistere quando<br />

ho capito che in realtà quel titolo<br />

deve essermi assegnato,<br />

non per gentilezza nei miei confronti,<br />

ma per non sminuire chi<br />

mi ha invitato e il suo convegno…<br />

L’aereo si avvicina all’inizio<br />

della pista. Mi sembra che<br />

anche lui sia stanco. Proprio<br />

come me: stanco dei soliti voli,<br />

dei decolli e degli atterraggi,<br />

dei mille aeroporti, <strong>di</strong>versissimi,<br />

ma poi, tutti uguali. Persino gli<br />

stuart mi sembrano stanchi, con<br />

i capelli che iniziano a ingrigire,<br />

un primo accenno <strong>di</strong> pancetta,<br />

i sorrisi stucchevoli, fatti<br />

con le guance, senza usare gli<br />

occhi. Chissà da quanti anni<br />

calpestano la stessa moquette,<br />

versano la stessa acqua, offrono<br />

la stessa bustina con la<br />

salvietta rinfrescante. Ne ho <strong>di</strong><br />

tutte le compagnie del mondo.<br />

E, da tempo, ho smesso <strong>di</strong> collezionarle.<br />

Come le saponettine<br />

degli alberghi. Mi <strong>di</strong>cevo: sono<br />

della misura giusta per il bagnetto<br />

della barca! Poi mi sono<br />

accorto che nel bagnetto quasi<br />

non potevo più entrare e che la<br />

scorta sarebbe durata per <strong>di</strong>verse<br />

vite.<br />

Dietro <strong>di</strong> me, un bambino piccolo<br />

piccolo ha iniziato a piangere.<br />

Non capisce perché deve<br />

restare fermo, quando ha tutto<br />

un mondo nuovo e misterioso<br />

da esplorare. La mamma e il<br />

papà cercano <strong>di</strong> zittirlo, imbarazzati,<br />

e lui, ovviamente, strilla<br />

ancora più forte.<br />

Sorrido pensando che fuori<br />

dai confini <strong>di</strong> questa nostra Patria<br />

così amata e così maltrattata,<br />

nessun genitore si sarebbe<br />

sentito imbarazzato per il<br />

bimbo in lacrime… chi sa chi<br />

ha ragione…<br />

I motori accelerano. Il sibilo<br />

<strong>di</strong>venta rombo e il rombo <strong>di</strong>venta<br />

assordante. Anche il<br />

bambino ammutolisce.<br />

L’aereo inizia a correre sulla<br />

pista. Ogni piccolo avvallamento<br />

sull’asfalto sembra una<br />

buca immensa e tutto vibra intorno<br />

a me. Rialzo l’aletta parasole.<br />

Non posso perdermi lo<br />

spettacolo del mio mare che<br />

scorre via sotto le ali vibranti<br />

nella luce calante del tramonto<br />

oramai avanzato. Voglio vedere<br />

se c’è qualche barca fuori<br />

dal porto.<br />

Scorgerò solo tre grossi<br />

gozzi, intenti a pescare proprio<br />

fuori dalla <strong>di</strong>ga, dove l’acqua<br />

lurida del porto esce e si mischia<br />

all’acqua azzurra del Mar<br />

Ligure. Lì i pesci arrivano a<br />

branchi a nutrirsi <strong>di</strong> schifezze<br />

incre<strong>di</strong>bili, fra le quali il liquame,<br />

che supera indenne il<br />

depuratore, è certamente il cibo<br />

più sano… ma chi mangerà<br />

quel pesce? Me lo immagino,<br />

servito attentamente cucinato, in<br />

qualche bel ristorante, dove il<br />

cameriere lo avrà garantito freschissimo.<br />

Anche se so che, per<br />

fortuna, non è possibile.<br />

Poi le vibrazioni, il fracasso <strong>di</strong><br />

pannelli che sbattono, i buchi<br />

della pista, finiscono. Resta solo<br />

il rombo del motore, e l’aereo,<br />

faticosamente, prende quota.<br />

Salendo, fa un’ampia virata<br />

verso sud, e Genova mi si presenta<br />

nella sera appena iniziata.<br />

Poche luci sono accese. La lanterna<br />

è ancora spenta. Il traffico,<br />

caotico come sempre, si indovina<br />

sul serpentone dell’autostrada.<br />

Ma lo splendore della città, adagiata<br />

fra mare e monti, è <strong>di</strong> una<br />

bellezza struggente.<br />

Come sempre gioco a riconoscere<br />

i quartieri, le fabbriche, a<br />

contarne i grattacieli, che, contro<br />

il mio parere, aumentano<br />

ogni anno.<br />

Lì è Sampierdarena. Lì sono<br />

nato io, mio fratello, mio padre,<br />

suo padre, il padre <strong>di</strong> suo<br />

padre, per tante generazioni<br />

che neppure più ne è rimasto il<br />

ricordo. Solo la certezza della<br />

loro passata esistenza.<br />

Sento il mio pensiero <strong>di</strong>rmi:<br />

voglio tornare a Genova.<br />

Genova è la mia città. Veloci mi<br />

passano davanti le immagini <strong>di</strong><br />

quanto è cambiata, nei quattor<strong>di</strong>ci<br />

anni passati dalla mia partenza.<br />

E <strong>di</strong> quanto sono<br />

cambiato io.<br />

Ospedale IN 61<br />

Ma non importa. Il richiamo si<br />

fa forte, e mi ci abbandono, lasciandomi<br />

sprofondare nella<br />

nostalgia. Poi, lentamente,<br />

emerge una consapevolezza.<br />

Mi sono immaginato a comprare<br />

una casa a Pegli, o alla<br />

Foce, e non mi sono sentito felice.<br />

Ho capito che non è Genova<br />

l’origine della mia<br />

nostalgia. È via La Spezia 4 interno<br />

2. La casa dove sono stato<br />

da 4 anni fino a 26. Quella<br />

casa, ora, non esiste più, è <strong>di</strong>ventata<br />

un avviato stu<strong>di</strong>o dentistico.<br />

Ma è per tornare lì che<br />

voglio tornare a Genova. Per<br />

tornare alle coccole della<br />

mamma, ai sorrisi del papà,<br />

alle liti con mio fratello, alla<br />

pista per le macchinine, <strong>di</strong>segnata,<br />

col gesso rubato a<br />

scuola, sulle piastrelle del terrazzo.<br />

Quello che sento è la nostalgia<br />

dell’alba della mia vita,<br />

della piacevole certezza che<br />

tutto sia dovuto, quando giocavo<br />

con la stessa incoscienza<br />

del cucciolo <strong>di</strong> un leone, mentre<br />

aspetta il prossimo pasto, certo<br />

che non mancherà.<br />

Quello che sento è la nostalgia<br />

della mia famiglia, com’era<br />

quando l’ho conosciuta. Un nucleo,<br />

uno scudo, un blocco granitico<br />

dove tutto quello che era<br />

importante davvero si poteva<br />

facilmente trovare, come le coccole<br />

della mamma, come il sorriso<br />

del papà.<br />

Allora, quasi con dolcezza,<br />

appoggio la fronte al finestrino,<br />

e ascolto la tristezza rotolare<br />

sulla mia guancia, sotto forma<br />

<strong>di</strong> una piccola lacrima.<br />

Non l’asciugherò, perché nessuno<br />

veda ciò che è successo.<br />

Ma anche perché, in fondo, a<br />

quella lacrima sono grato.<br />

PEZZZI DII VIITTAA


62<br />

ASSOCIAAZIONI<br />

Ospedale IN<br />

I DERMATOLOGI<br />

OSPEDALIERI CONTRO<br />

IL MELANOMA<br />

Iniziativa <strong>di</strong> educazione sanitaria rivolta<br />

ai bambini attraverso un fumetto:<br />

“Super Ado” insegna a stare attenti al Melanoma<br />

e ad evitare i comportamenti a rischio.<br />

Il Melanoma cutaneo è un tumore<br />

altamente aggressivo<br />

che colpisce la cute e si presenta<br />

con l’aspetto <strong>di</strong> un neo,<br />

un po’ irregolare, con sfumature<br />

<strong>di</strong> colore scuro eterogenee,<br />

in accrescimento più o<br />

meno rapido. Colpisce soprattutto<br />

tra i 40 ed i 50 anni, sta<br />

continuando ad aumentare ed<br />

oggi in Italia il numero <strong>di</strong> nuovi<br />

casi (incidenza) si aggira sui<br />

10/100.000 abitanti per<br />

anno. L’insorgenza del Melanoma<br />

si sta inoltre spostando<br />

gradualmente verso un’età più<br />

giovanile.<br />

La terapia efficace è quella<br />

chirurgica, ma solo nelle fasi<br />

iniziali della malattia: se questa<br />

è già in fase avanzata, l’efficacia<br />

delle successive cure<br />

oncologiche è scarsa. Quin<strong>di</strong><br />

l’unico modo per agire contro<br />

il Melanoma è allertare la popolazione<br />

ad essere molto attenta<br />

ai nei che appaiono<br />

irregolari o che si sono mo<strong>di</strong>ficati<br />

e che vanno mostrati al<br />

Dermatologo; così pure vanno<br />

evitati i comportamenti a rischio<br />

(ustioni solari, eccessiva<br />

esposizione al sole senza protezione,<br />

abuso <strong>di</strong> lampade ad<br />

Ultravioletti, ecc.).<br />

In quest’ottica la Società<br />

Scientifica ADOI (Associazione<br />

dei Dermatologi Ospedalieri<br />

Italiani) ha messo in<br />

<strong>di</strong>stribuzione gratuita presso le<br />

Dermatologie ospedaliere aderenti<br />

all’iniziativa un simpatico<br />

fumetto che si propone <strong>di</strong> attirare<br />

l’attenzione dei più piccoli,<br />

con un linguaggio e delle<br />

immagini adatte, sulle azioni<br />

<strong>di</strong> prevenzione che abbiamo<br />

citato. E così “Super Ado”<br />

un personaggio del fumetto<br />

che ha l’aspetto <strong>di</strong> supereroe,<br />

così caro all’immaginazione<br />

infantile, insegna a riconoscere<br />

e temere il Melanoma e<br />

ad adottare i comportamenti <strong>di</strong><br />

prevenzione riconosciuti vali<strong>di</strong><br />

dalla attuale letteratura internazionale.<br />

Il fumetto è in <strong>di</strong>stribuzione<br />

gratuita presso gli Ambulatori<br />

<strong>di</strong> Dermatologia dell’ASO<br />

“Santa Croce e Carle”, presso<br />

il Presi<strong>di</strong>o Carle.<br />

ASSUNTI DAL 01.05.<strong>2011</strong> AL 31.07.<strong>2011</strong><br />

Collab.Prof.Sanitario - Tec.San.Lab.Biom. 2<br />

CESSATI DAL 01.05.<strong>2011</strong> AL 31.07.<strong>2011</strong><br />

Dirigente Me<strong>di</strong>co 1<br />

Collan.Prof.Sanitario Esperto - Infermiere 1<br />

Collab.Prof.Sanitario - Infermiere 4<br />

Collab.Prof.Sanitario- Tecnico Neurofis. 1<br />

Direttore Me<strong>di</strong>co 39<br />

Dirigente Me<strong>di</strong>co 382<br />

Direttore Farmacista - Farmacia Ospedaliera 1<br />

Dir.Farmacista - Farmacia Ospedaliera 6<br />

Dirigente Biologo - Lab. <strong>di</strong> Gen. Me<strong>di</strong>ca 1<br />

Dirigente Biologo - Patologia Clinica 15<br />

Dirigente Chimico 1<br />

Dirigente Fisico 6<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Infermiere 96<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Ostetrica/o 2<br />

Collab.Prof.Sanitario - Infermiere 994<br />

Collab.Prof.Sanitario - Ostetrica/o 29<br />

Collab.Prof.Sanitario - Inferm.Pe<strong>di</strong>atrico 29<br />

Infermiere Generico Esperto 26<br />

Puericultrice Esperta 3<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Fisioterapista 2<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Educatore Prof. 1<br />

Collab.Prof.Sanitario - Fisioterapista 17<br />

Collab.Prof.Sanitario - Logope<strong>di</strong>sta 1<br />

Collab.Prof.Sanitario - Ortottista Ass.Of 2<br />

Collab.Prof.Sanitario - Ter.NpsM età evol 1<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Tec.San.Lab.Biom. 5<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Tec.San.Rad.Med. 8<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Tec.Neurofisiop. 1<br />

Collab.Prof.Sanitario - Tecnico Au<strong>di</strong>ometr 1<br />

Collab.Prof.Sanitario - Tec.San.Lab.Biom. 51<br />

Collab.Prof.Sanitario - Tec.San.Rad.Med. 83<br />

Collab.Prof.Sanitario - Tecnico Neurofis. 7<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Tec.Fis.CC e P.CV 1<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Dietista 2<br />

Collab.Prof.Sanitario - Tec.Fis.CC e P CV 3<br />

Collab.Prof.Sanitario - Dietista 2<br />

Coll.Prof.San.Esperto - Assistente San. 6<br />

Collab.Prof.Sanitario - Tec.Prev.Amb.e LL 2<br />

Collab.Prof.Sanitario - Assistente San. 2<br />

Dirigente Avvocato 1<br />

Dirigente Ingegnere 8<br />

Dirigente Esperto in Qualità 1<br />

Coll.Tecn.-Prof.Esperto - Sett.Elettrome<strong>di</strong>cale 1<br />

Coll.Tecn.-Prof.Esperto - Ing.Mecc./E<strong>di</strong>le 1<br />

Coll.Tecnico Prof.Esperto - Ing.E<strong>di</strong>le 1<br />

Coll.Tecnico Prof.Esperto - Programmatore 1<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Prevenzione e Prot. 1<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Sett.Elettrome<strong>di</strong>cale 2<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Area Ingegneria 1<br />

Coll.Tecnico-Prof. - E<strong>di</strong>le 3<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Termotecnico 1<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Programmatore 4<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Impianti Elettrici 2<br />

Coll.Tecnico Prof. - Settore Elettrico 2<br />

Coll.Tecnico Prof. - Sistemista 1<br />

PRESENTI AL 31.07.<strong>2011</strong><br />

Assistente Religioso 1<br />

Operatore Tecnico - Manutentore 1<br />

Ausiliario Spec. Serv.Socio-Assistenzial 1<br />

Qualifica Num. <strong>di</strong>p. Qualifica Num. <strong>di</strong>p.<br />

Ospedale S. Croce – Via M. Coppino 26<br />

Ospedale A. Carle – Via A. Carle 5 – Confreria<br />

www.ospedale.cuneo.it<br />

EMERGENZE 118<br />

CENTRALINO 0171 641111<br />

fax 0171 699545<br />

PRONTO SOCCORSO DEA 0171 641337<br />

U.R.P. 0171 641048<br />

e-mail urp@ospedale.cuneo.it<br />

PORTINERIA OSPEDALE S. CROCE 0171 641333<br />

NUMERI UTILI<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Ingegnere Chimico 1<br />

Coll.Tecnico-Prof. - Sett.Fonia e Allarmi 2<br />

Assistente Tecnico - P. Mecc./Termotecn. 3<br />

Assistente Tecnico - Area El./Elettr/TLC 2<br />

Assistente Tecnico - Perito El/Elettron. 4<br />

Assistente Tecnico Sistemista 2<br />

Assistente Tecnico - Settore E<strong>di</strong>le 1<br />

Assistente Tecnico - Settore Fonia c.a.v 4<br />

Assistente Tecnico - Settore Flussi a.d. 1<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Elettricista 8<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.Parco Macch. 1<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Conduttore gen.vap 5<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Idraulico 4<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.Sq.Elettrom. 1<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - E<strong>di</strong>le 2<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.<strong>di</strong> Magazzino 1<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Coord.Operai E<strong>di</strong>li 1<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Manutentore 2<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Autista Autoamb. 10<br />

Op.Tec.Spec.Esperto - Elettromeccanico 4<br />

Programmatore 1<br />

Op.Tecnico Special. - Falegname 1<br />

Op.Tecnico Special. - Cond.Gen. <strong>di</strong> Vapore 3<br />

Op.Tecnico Special. - Idraulico 1<br />

Op.Tecnico Special. - E<strong>di</strong>le 1<br />

Op.Tecnico Special. - Automezzi 1<br />

Op.Tecnico Special. - Giar<strong>di</strong>niere 1<br />

Op.Tecnico Special. - Magazzino 4<br />

Operatore Tecnico Special. - Centralino 7<br />

Op.Tecnico Special. - Impiant.Manutentore 1<br />

Op.Tecnico Special. - Autista Autoambulan 7<br />

Op.Tecnico Special. - Serv.D'Archivio 3<br />

Operatore Socio Sanitario 171<br />

Operatore Tecnico - Elettricista 3<br />

Operatore Tecnico - Servizi Gen.e Tecn. 2<br />

Operatore Tecnico - Idraulico 3<br />

Operatore Tecnico - Servizi Sanitari 19<br />

Operatore Tecnico - Centralino 1<br />

Operatore Tecnico - Manutentore 4<br />

Operatore Tecnico addetto all'Assistenza 5<br />

Ausiliario Spec. Serv.Tecnico-Economali 1<br />

Ausiliario Spec. Serv.Socio -Assistenzial 2<br />

Dirigente Amministrativo 5<br />

Coll.Amm.-Prof.Esperto - Sett.Amministrat 18<br />

Collab.Amm.- Prof.- Settore Amministrativ 41<br />

Assistente Amministrativo 89<br />

Coa<strong>di</strong>utore Amministrativo Esperto 17<br />

Coa<strong>di</strong>utore Amministrativo 13<br />

Totale al 31.07.<strong>2011</strong> in Stampa Presenti 2343<br />

PORTINERIA OSPEDALE A. CARLE 0171 616710<br />

fax 0171 616798<br />

PRENOTAZIONI<br />

Prenotazione/Cassa 0171 641000<br />

Ra<strong>di</strong>o<strong>di</strong>agnostica 0171 641006<br />

Me<strong>di</strong>cina Nucleare 0171 641562<br />

Libera Professione Ambulatoriale<br />

Via Artigiani 8/10 0171 1890671<br />

Laboratorio Analisi – Centro prelievi<br />

Via C. Boggio, 14 0171 450391<br />

63<br />

ARRRIIVI E PPAARRTEENZE

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