ANNO XI - N. 3 - SETTEMBRE 2011 Periodico di Informazione e ...
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VITA IN AZIENDA<br />
Ospedale IN<br />
DI COSA STIAMO<br />
PARLANDO?<br />
Il counselling è uno spazio <strong>di</strong><br />
ascolto dove la persona può<br />
parlare dei propri problemi o<br />
delle proprie <strong>di</strong>fficoltà, gestito da<br />
un professionista formato apposta<br />
per fare questo. In<strong>di</strong>viduata<br />
con la persona la situazione da<br />
affrontare, il counsellor, attraverso<br />
domande ed osservazioni,<br />
cercherà <strong>di</strong> aiutarla a formulare<br />
e ad analizzare delle ipotesi per<br />
affrontarla.<br />
Il counselling è un intervento<br />
breve (<strong>di</strong> solito 45-60 minuti per<br />
un massimo <strong>di</strong> 3-4 incontri), al termine<br />
del quale la persona non<br />
avrà cambiato il suo modo <strong>di</strong> essere,<br />
ma il suo modo <strong>di</strong> fronteggiare<br />
il problema per il quale ha<br />
chiesto l'intervento del counsellor,<br />
avrà raccolto nuove informazioni,<br />
avrà ampliato le sue ipotesi, avrà<br />
valutato nuovi punti <strong>di</strong> vista.<br />
L’intervento è coperto da segreto<br />
professionale e non è una psicoterapia.<br />
Esistono in Italia <strong>di</strong>verse scuole<br />
che preparano all’utilizzo delle<br />
abilità <strong>di</strong> counselling e che abilitano<br />
alla gestione degli incontri o<br />
alla formazione in materia. Attualmente<br />
la professione, già riconosciuta<br />
in molti altri Paesi, non ha<br />
ancora da noi una sua formalizzazione<br />
univoca e <strong>di</strong>chiarata,<br />
anche se esistono Associazioni <strong>di</strong><br />
categoria che hanno definito un<br />
percorso formativo <strong>di</strong> minima che<br />
i can<strong>di</strong>dati devono seguire. Le<br />
scuole si <strong>di</strong>fferenziano anche in<br />
maniera notevole rispetto ai modelli<br />
a cui fanno riferimento ed agli<br />
approcci che adottano.<br />
Chi scrive ha seguito una formazione<br />
sistemica che si contrad<strong>di</strong>stingue<br />
per l’utilizzare come punto<br />
<strong>di</strong> riferimento la visione d’insieme<br />
delle situazioni che le persone vivono<br />
abitando <strong>di</strong>versi sistemi<br />
umani (es. famiglia, gruppo <strong>di</strong> lavoro,<br />
rete sociale e amicale) che<br />
implicano ruoli, regole e contesti<br />
che si influenzano reciprocamente<br />
e in maniera complessa e <strong>di</strong>namica<br />
tra loro.<br />
Na<strong>di</strong>a<br />
UN’OPPORTUNITÀ<br />
<strong>di</strong> Franca Castellino - SC Me<strong>di</strong>cina d’Urgenza e DEA,<br />
Martina Dutto - SC Malattie Infettive e Tropicali,<br />
Na<strong>di</strong>a Somale - SC Ufficio Qualità<br />
DIALOGO TRA UN ADOLESCENTE CURIOSO (A<br />
E UN COUNSELLOR COCCIUTO (C)<br />
A: “Tre anni dura 'sta scuola che fai a Torino… counselling… e<br />
cosa sarebbe?”<br />
C: “Il counselling è una relazione tra due persone: il counsellor e<br />
il cliente, i due sono i soggetti <strong>di</strong> un incastro potenzialmente perfetto.<br />
Il cliente è esperto del proprio momento <strong>di</strong> vita problematico, ingarbugliato<br />
o <strong>di</strong>fficile e il counsellor è esperto <strong>di</strong> esplorazione <strong>di</strong> momenti<br />
<strong>di</strong> vita problematici, ingarbugliati, <strong>di</strong>fficili”.<br />
A: “Esperto <strong>di</strong> situazioni incasinate… ma in concreto, cosa fa un<br />
counsellor?”<br />
C: “Ti permette <strong>di</strong> raccontare la situazione nella quale ti trovi”.<br />
A: “Bella roba, quello lo fa anche mia madre”.<br />
C: “E cos’altro fa tua madre?”<br />
A: “Mi dà dei consigli… che vanno bene per lei e non per me”.<br />
C: “Il counsellor questo non lo fa!”<br />
A: “E che fa?”<br />
C: “Ti fa da specchio, da cassa <strong>di</strong> risonanza, rimette in circolo le<br />
cose che tu gli <strong>di</strong>ci, ti fa raccontare quella stessa storia in mo<strong>di</strong> <strong>di</strong>versi”.<br />
A: “Sì, così prima avevo una storia incasinata e quando esco dall’incontro<br />
con te ne ho due!”<br />
C: “Esatto! Hai capito! E sai qual è il vantaggio? che nella prima<br />
storia non ci trovavi una via d’uscita ma dalla seconda magari sì,<br />
perché riesci a vederci qualcosa che non ci vedevi prima!”<br />
Martina<br />
UNA METAFORA PER DIRE IL COUNSELLING<br />
Il colloquio <strong>di</strong> counselling è un<br />
foglio bianco. È un’opportunità.<br />
Il counsellor accoglie il proprio<br />
cliente e gli offre, in senso<br />
figurato, un foglio bianco, gli<br />
dà cioè l’opportunità <strong>di</strong> raccontare<br />
<strong>di</strong> sé.<br />
Qui è necessario fare una<br />
precisazione. Offrire un foglio<br />
bianco è ben <strong>di</strong>verso che “dare<br />
carta bianca” in quanto un foglio<br />
bianco ha dei limiti e in<br />
questo modo circoscrive un ambito.<br />
Immagino il counsellor come<br />
colui che <strong>di</strong> mestiere porge fogli<br />
bianchi.<br />
Porge opportunità al cliente,<br />
che, prima con un po’ <strong>di</strong> incertezza,<br />
poi sempre più convinto<br />
inizia a <strong>di</strong>segnarci sopra. Prima<br />
<strong>di</strong> tutto sceglie un punto nel foglio<br />
da cui iniziare (perché<br />
ognuno <strong>di</strong> noi ha la necessità <strong>di</strong><br />
iniziare la propria narrazione<br />
da un punto, e in questo caso lo<br />
decide il cliente da dove partire),<br />
poi sceglie i colori, le sottolineature<br />
che vuole dare,<br />
ripassa delle linee, ripete più<br />
volte gli elementi che per lui<br />
sono importanti.<br />
Oppure fa una linea e poi<br />
<strong>di</strong>ce “tutto qua!” perché un<br />
cliente è <strong>di</strong>verso da un altro.<br />
Immagino il cliente come<br />
qualcuno che in un momento <strong>di</strong><br />
vita un po’ complicato ha bisogno<br />
<strong>di</strong> fermarsi e fare chiarezza<br />
e che ci abbia provato da solo<br />
cento volte ma non ci sia riuscito,<br />
perché da solo continua a<br />
<strong>di</strong>segnare su quell’unico foglio,<br />
quell’unico <strong>di</strong>segno che gli conferma<br />
la <strong>di</strong>fficoltà della propria<br />
situazione.<br />
In qualunque modo vada l’inizio<br />
del <strong>di</strong>segno, se a un cliente<br />
viene lasciato quell’unico foglio<br />
probabilmente produrrà effetti<br />
grafici (narrazioni) molto simili<br />
tra loro.<br />
Non bisogna <strong>di</strong>menticare che<br />
il cliente giunge a un colloquio<br />
in un momento particolare della<br />
sua vita. Ogni persona possiede<br />
una capacità creativa del tutto<br />
unica e particolare, alcuni forse<br />
hanno avuto modo <strong>di</strong> svilupparla<br />
<strong>di</strong> più e altri <strong>di</strong> meno, ma<br />
ognuno è in grado <strong>di</strong> trovare il<br />
modo migliore <strong>di</strong> riempire un<br />
foglio dando spazio ai colori e<br />
ai motivi che preferisce. Una<br />
persona, però, che vive un momento<br />
<strong>di</strong> crisi quale può essere<br />
una scelta <strong>di</strong>fficile, una <strong>di</strong>fficoltà<br />
in ambito affettivo, familiare, lavorativo<br />
o altro, è portata a<br />
concentrarsi sul proprio problema<br />
e spesso non è in grado<br />
<strong>di</strong> rappresentare altro che sfumature<br />
dello stesso modo <strong>di</strong> vederlo<br />
in cui non è presente una<br />
soluzione.<br />
Qui entra in gioco il counsellor.<br />
Il counsellor non <strong>di</strong>ce al cliente<br />
cosa <strong>di</strong>segnare (non dà consigli)<br />
e neppure svela al cliente i significati<br />
nascosti <strong>di</strong> ciò che ha<br />
<strong>di</strong>segnato (non interpreta). Fa<br />
un’altra operazione.<br />
Prende un altro foglio,<br />
bianco, e lo mette accanto al<br />
precedente per permettere al<br />
cliente <strong>di</strong> continuare a <strong>di</strong>segnare,<br />
ma ampliando il campo,<br />
il punto <strong>di</strong> vista, spostando l’attenzione<br />
su qualche altro<br />
aspetto.<br />
Il counsellor deve comunque<br />
non perdere mai <strong>di</strong> vista il<br />
primo <strong>di</strong>segno ed è partendo<br />
da questo che poi ci si sposta<br />
sugli altri, in un continuo movimento<br />
<strong>di</strong> “andata” e “ritorno”.<br />
Al termine <strong>di</strong> un buon colloquio<br />
<strong>di</strong> counselling forse il<br />
cliente non avrà trovato la soluzione<br />
al proprio problema oppure<br />
deciso quale scelta<br />
affrontare, ma sicuramente avrà<br />
un <strong>di</strong>segno molto più ampio <strong>di</strong><br />
quello che egli stesso avrebbe<br />
potuto immaginare e magari<br />
nella quantità <strong>di</strong> <strong>di</strong>segni (<strong>di</strong> narrazioni)<br />
create ce ne potranno<br />
essere alcune nelle quali il<br />
cliente riesce a scorgere una<br />
possibile via d’uscita a una soluzione,<br />
o sentirsi alleggerito o<br />
semplicemente (e non è poco)<br />
aver fatto un po’ <strong>di</strong> chiarezza in<br />
una situazione complessa.<br />
La possibilità <strong>di</strong> continuare a<br />
raccontare <strong>di</strong> sé è data dalla<br />
capacità del counsellor <strong>di</strong> attivare<br />
il pensiero circolare, <strong>di</strong><br />
fare domande, <strong>di</strong> stabilire una<br />
buona relazione con il cliente.<br />
Il primo e unico strumento che<br />
il counsellor possiede è sé<br />
stesso. La propria persona, la<br />
propria storia, il proprio modo<br />
<strong>di</strong> percepire il mondo e gli altri,<br />
tutti questi strumenti vengono<br />
usati non in modo spontaneo<br />
ma in modo consapevole, per<br />
questo la formazione del counsellor<br />
punta oltre che all’acquisizione<br />
<strong>di</strong> meto<strong>di</strong> e tecniche<br />
comunicative anche a un percorso<br />
<strong>di</strong> accrescimento della<br />
propria consapevolezza.<br />
Martina<br />
Collegio Provinciale<br />
<strong>di</strong> Cuneo<br />
Ospedale IN 51<br />
STARE IN UN INCONTRO<br />
DI COUNSELLING<br />
Mi piacerebbe personalmente<br />
<strong>di</strong>re qualcosa su ciò che significhi<br />
“ricevere” un intervento <strong>di</strong><br />
counselling sistemico. Mi sembra<br />
importante premettere che<br />
la persona dovrebbe avere<br />
chiaro che non deve aspettarsi<br />
da questo incontro una soluzione<br />
pre-confezionata e quin<strong>di</strong><br />
trovare qualcuno che le <strong>di</strong>ca<br />
che cosa deve o non deve fare.<br />
È allora ben probabile che<br />
possa sperimentare un momento<br />
in cui poter parlare in<br />
maniera guidata <strong>di</strong> un tema<br />
scelto insieme al counsellor, sentirsi<br />
ascoltata in maniera effettiva<br />
e stimolata a “raccontare la<br />
propria storia dominante”, cioè<br />
quella che tutti noi più o meno<br />
consapevolmente ci confezioniamo<br />
ed a cui in genere finiamo<br />
con l’affezionarci. È<br />
proprio questo tutto sommato<br />
“rassicurante ed economico”<br />
modo <strong>di</strong> <strong>di</strong>rsi che le cose sono<br />
così (e non possono essere <strong>di</strong>versamente!?),<br />
anche quando fa<br />
stare tanto male, che spesso impe<strong>di</strong>sce<br />
<strong>di</strong> “vedere altro”, <strong>di</strong> trovare<br />
punti <strong>di</strong> osservazione<br />
<strong>di</strong>versi che possano far scoprire<br />
altre modalità <strong>di</strong> reagire e <strong>di</strong><br />
provare a far succedere cose<br />
Per gli infermieri<br />
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VITA IN AZIENDA