ANNO XI - N. 3 - SETTEMBRE 2011 Periodico di Informazione e ...
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6<br />
CCOSA PENSSAANO DII NNOOII<br />
Ospedale IN<br />
L’autore del primo contatto è nella maggior<br />
parte dei casi il <strong>di</strong>retto interessato (68%) ma può<br />
essere spesso anche un parente o altro incaricato<br />
(32%).<br />
I citta<strong>di</strong>ni segnalano particolarmente aspetti positivi<br />
(elogi) <strong>di</strong> tipo tecnico professionale (conoscenze,<br />
competenze, qualità del lavoro…) e<br />
relazionali (cortesia, gentilezza, rispetto e <strong>di</strong>sponibilità);<br />
la maggior parte dei reclami riguarda<br />
invece aspetti <strong>di</strong> tipo burocratico-amministrativo<br />
(procedure <strong>di</strong> tipo amministrativo quali pagamenti<br />
o rimborsi ticket), criticità percepite legate al<br />
tempo (tempo <strong>di</strong> attesa per l’erogazione o la prenotazione<br />
<strong>di</strong> prestazioni) e alla qualità delle informazioni,<br />
alle relazioni e, in misura inferiore,<br />
gli aspetti tecnico professionali.<br />
Il maggior numero <strong>di</strong> segnalazioni, sia esse positive<br />
che negative, coinvolge i reparti <strong>di</strong> degenza<br />
(87 in totale <strong>di</strong> cui 68 elogi e 19 reclami) seguiti<br />
dagli ambulatori (10 reclami e 1 suggerimento) e<br />
dai servizi sanitari (6 reclami, 4 elogi ed 1 suggerimento),<br />
confermando che la struttura <strong>di</strong> degenza<br />
è quella maggiormente sottoposta alla<br />
valutazione dei citta<strong>di</strong>ni. Questo elemento è interessante<br />
in quanto lascia<br />
supporre che<br />
questioni come la<br />
complessità del funzionamento,<br />
la durata<br />
del contatto, l’esperienza<br />
intensa vissuta<br />
durante un ricovero<br />
portano più spesso il<br />
citta<strong>di</strong>no a manifestare<br />
attraverso una<br />
segnalazione il proprio<br />
vissuto.<br />
Così come previsto<br />
da procedura azien-<br />
dale, tutte le segnalazioni sono state registrate,<br />
classificate, gestite e riconsiderate valutandone la<br />
fondatezza al termine <strong>di</strong> una fase nel corso della<br />
quale sono raccolte informazioni sul caso segnalato;<br />
in particolare, i reclami vengono regolarmente<br />
trasmessi alle Strutture coinvolte per dare<br />
una risposta al citta<strong>di</strong>no sulla base <strong>di</strong> una analisi<br />
realizzata coinvolgendo gli operatori delle strutture<br />
interessate dagli eventi oggetto <strong>di</strong> segnalazione.<br />
Tutte le segnalazioni <strong>di</strong> <strong>di</strong>sservizi (reclami)<br />
hanno avuto una risposta in tempi compresi tra 1<br />
e 46 giorni; ciò significa che entro un mese e<br />
mezzo tutti i citta<strong>di</strong>ni che hanno presentato un reclamo<br />
hanno ottenuto una risposta. I tempi potrebbero<br />
sembrare eccessivi però, in alcuni casi,<br />
le segnalazioni hanno richiesto accertamenti particolarmente<br />
impegnativi<br />
necessari a ricostruire<br />
l’accaduto, hanno visto<br />
il coinvolgimento <strong>di</strong> <strong>di</strong>verse<br />
strutture e <strong>di</strong> molti<br />
operatori e talvolta<br />
hanno richiesto indagini<br />
aggiuntive a comprendere<br />
le ragioni <strong>di</strong> problemi<br />
complessi.<br />
In conclusione è però<br />
doveroso menzionare<br />
come i dati riguardanti<br />
le segnalazioni sono<br />
comunque, seppur rilevanti<br />
per le informazioni<br />
che sono in grado<br />
<strong>di</strong> offrire, numericamente<br />
“deboli” ossia il<br />
numero delle segnalazioni<br />
in rapporto alle<br />
prestazioni risulta essere<br />
molto basso. Questo<br />
comporta, come<br />
inevitabile conseguenza, che una variazione<br />
anche molto piccola <strong>di</strong> segnalazioni raccolte<br />
provoca scostamenti apparentemente significativi<br />
fra un semestre ed un altro o un anno e il successivo.<br />
È per questo che, come sempre, i dati<br />
rappresentati vanno comunque valutati molto<br />
prudentemente e soprattutto interpretati in un’ottica<br />
<strong>di</strong> più lungo periodo.<br />
Comunemente si pensa che<br />
la creatività sia una prerogativa<br />
<strong>di</strong> alcune persone;<br />
persone eccezionali ed inquietanti,<br />
infatti, sembra siano dotate<br />
<strong>di</strong> una particolare sensibilità e <strong>di</strong><br />
una straor<strong>di</strong>naria capacità intellettuale.<br />
La creatività non è misurabile,<br />
bensì è un processo<br />
interiore e silenzioso; essa come<br />
possibilità, come immaginazione<br />
ha a che fare con l’anima, con il<br />
profondo, non necessariamente<br />
con il genio, rispetto alle “normali”<br />
doti intellettuali è una risposta,<br />
una possibilità più<br />
aperta, più <strong>di</strong>namica e meno<br />
uni<strong>di</strong>rezionale.<br />
Il processo creativo e la capacità<br />
creativa sono il fuoco rigeneratore<br />
<strong>di</strong> se<strong>di</strong>mentazioni<br />
profonde che trovano nell’affettività<br />
e nell’emozione il loro mezzo<br />
<strong>di</strong> comunicazione. L’atto creativo<br />
pone un ponte “sull’altra sponda<br />
<strong>di</strong> un golfo” (V. Woolf), un ponte<br />
fra coscienza ed inconscio. L’arte<br />
è quin<strong>di</strong> un mezzo <strong>di</strong> conoscenza,<br />
una ricerca <strong>di</strong> verità. Il<br />
potenziamento delle proprie capacità<br />
creative rappresenta un<br />
percorso, una possibilità per superare<br />
l’angoscia, è forza primor<strong>di</strong>ale,<br />
è conoscenza.<br />
L’immaginazione, la spiritualità<br />
permettono all’uomo <strong>di</strong> riscoprire<br />
il vero contenuto della<br />
sua essenza: la sua <strong>di</strong>mensione<br />
artistica.<br />
La creatività è un modo <strong>di</strong> essere<br />
e <strong>di</strong> manifestarsi <strong>di</strong> ogni persona<br />
all’interno del suo intreccio<br />
<strong>di</strong> legami, appren<strong>di</strong>menti, motivazioni<br />
e <strong>di</strong>namiche affettive.<br />
Oggi, grazie agli ampi stu<strong>di</strong> che<br />
si sono fatti intorno alla creatività,<br />
ci si trova d’accordo nel sostenere<br />
che essa non è<br />
prerogativa <strong>di</strong> pochi e non va intesa<br />
in senso aristocratico; è la<br />
capacità <strong>di</strong> formare nuove combinazioni,<br />
è un’operazione che<br />
dà vita a sintesi nuove e significative,<br />
creatività è relazione.<br />
Come si è già accennato<br />
prima, nella prospettiva psicoanalitica<br />
la creatività permette<br />
l’accesso ai contenuti inconsci e<br />
<strong>di</strong> Maria Grazia Setaro, SC Psichiatria<br />
“La salute <strong>di</strong> una persona <strong>di</strong>pende dalla sua<br />
creatività, dalla sua capacità <strong>di</strong> rispondere<br />
agli stimoli e <strong>di</strong> raggiungere il fine<br />
che si è prescelto.”<br />
preconsci come espressione compensatoria<br />
<strong>di</strong> bisogni altrimenti<br />
insod<strong>di</strong>sfatti.<br />
Nella concezione umanistica,<br />
invece, essa è la piena realizzazione<br />
delle potenzialità positive<br />
dell’uomo. Scientificamente ci si<br />
chiede fino a che punto sia possibile<br />
<strong>di</strong>fferenziare la creatività<br />
dall’intelligenza e quale sia il livello<br />
<strong>di</strong> inter<strong>di</strong>pendenza funzionale<br />
tra questi due processi. Si<br />
stu<strong>di</strong>ano i <strong>di</strong>versi fattori che possano<br />
determinare una personalità<br />
creativa: fattori mentali,<br />
affettivi, emozionali. Ci si interroga<br />
sulle <strong>di</strong>mensioni sociali<br />
della creatività, si stu<strong>di</strong>a la sua<br />
relazione con il conformismo (accettazione<br />
sconsiderata, acritica<br />
e passiva delle pressioni esterne),<br />
la <strong>di</strong>versità, la patologia. La<br />
creatività comunque ha una sua<br />
potenzialità terapeutica, sia a livello<br />
in<strong>di</strong>viduale che sociale, sia<br />
nei cosiddetti “sani” che nei<br />
soggetti “<strong>di</strong>sturbati o malati”; è<br />
una possibilità, un’altra scelta,<br />
un altro percorso rispetto alla<br />
definizione, alla omologazione,<br />
all’artificialità.<br />
La creatività libera, libera<br />
l’uomo e lo eleva, restituendogli<br />
la <strong>di</strong>gnità.<br />
Quando parliamo <strong>di</strong> creatività<br />
non possiamo non parlare delle<br />
tecniche espressive.<br />
La fantasia ci invita tutti ad<br />
esprimere il nostro mondo concreto<br />
ed immaginario. Le tecniche<br />
espressive hanno, quin<strong>di</strong>, il<br />
fine <strong>di</strong> superare gli stereotipi e<br />
l’ovvietà me<strong>di</strong>ante varianti e<br />
punti <strong>di</strong> vista che <strong>di</strong>rigono l’osservazione<br />
in tutte le <strong>di</strong>rezioni<br />
possibili. Il mondo interiore può<br />
essere espresso attraverso la<br />
danza, il <strong>di</strong>segno, la musica, la<br />
poesia, la scrittura e la drammatizzazione.<br />
Questi mezzi sono finalizzati<br />
all’espressione genuina<br />
Ospedale IN 7<br />
della persona, che non va giu<strong>di</strong>cata<br />
né valutata. La vita ci impone<br />
spesso <strong>di</strong> fare le cose per<br />
fini strumentali, limitando in noi<br />
la capacità <strong>di</strong> coltivare noi stessi,<br />
<strong>di</strong> conoscerci e <strong>di</strong> esprimerci. Sistematicamente<br />
tutto ciò indebolisce<br />
le nostre capacità affettive,<br />
collaborative, sociali ed in<strong>di</strong>viduali.<br />
Non è importante un tipo<br />
<strong>di</strong> linguaggio in particolare (una<br />
tecnica espressiva), ma il linguaggio<br />
come mezzo <strong>di</strong> espressione<br />
autentica, poiché ci<br />
permette <strong>di</strong> comunicare, <strong>di</strong> incontrarci<br />
e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> conoscere<br />
noi stessi nel rapporto con gli<br />
altri, al <strong>di</strong> là dei modelli e delle<br />
mode imposti. Ciò che è veramente<br />
importante è la vita<br />
umana; sono i <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong><br />
esprimerci, i <strong>di</strong>versi mo<strong>di</strong> <strong>di</strong> vedere<br />
le cose, le <strong>di</strong>verse esperienze,<br />
le <strong>di</strong>verse ricerche <strong>di</strong><br />
verità che ci permettono, nella<br />
<strong>di</strong>fferenza, <strong>di</strong> comunicare: ed è<br />
questo un processo che avviene<br />
solo nel rispetto della <strong>di</strong>fferenza<br />
e per la <strong>di</strong>fferenza stessa. In<br />
ciascuno è insita la voglia <strong>di</strong> far<br />
conoscere i propri pensieri, le<br />
proprie opinioni, le proprie<br />
idee, abbiamo bisogno <strong>di</strong> comunicare,<br />
<strong>di</strong> partecipare, <strong>di</strong><br />
esprimerci e - perché no? -<br />
anche <strong>di</strong> non essere d’accordo.<br />
Importante è poter coltivare gli<br />
stimoli per poterli poi elaborare<br />
e favorire così i cambiamenti.<br />
Se questo non accade i cicli si<br />
interrompono e allora qualcosa<br />
comincia o continua a non funzionare.<br />
Le tecniche espressive<br />
favoriscono e permettono <strong>di</strong> coltivare<br />
in noi il cambiamento.<br />
La creatività ha bisogno <strong>di</strong> sforzi,<br />
<strong>di</strong> energie, <strong>di</strong> attenzioni e <strong>di</strong> volontà<br />
<strong>di</strong> essere. Tutto ciò permette<br />
<strong>di</strong> inventare sempre nuove relazioni,<br />
se si crea si progetta, si sta<br />
dentro le cose, si sta con gli altri.<br />
ESPERIENZE E RIFLESSIONI