LA CAGNA E IL DISERTORE - QueenDido.org

Cento, duecento, trecento… duemila.
Cento, duecento, trecento… tremila.
Uno, due, tre… quattromila.
Uno… due… tre… quattro… cinque… sei… sette… otto… nove… dieci mazzetti…
fanno diecimila».
«Ghhh… mmm…».
«Lo so, hai fretta. Scusami, ma devo finire, non farmi perdere il conto, o peggio
per te.
Ventisette… ventotto… ventinove… e…».
Tumb
«Trenta… appunto!
E io che mi vendo per cinque dollari a notte…».
La puttana rimediò una vecchia borsa e ci ficcò dentro i soldi.
Ora erano suoi.
Rubare a chi aveva troppi soldi, senza più il tempo per spenderli, era uno dei
modi d’accesso alla proprietà nel codice incivile del vecchio west.
«Mi hai lasciato pure un cavallo, bella?».
E la guardò senza ricevere nulla in cambio che non fosse già nella borsa.
Sulla porta dell’hotel incontrò un cliente.
«Ehi…! Hai già finito?
Anna, dove vai…?».
La seguì sul retro.
«Ho incassato una taglia, sai?
Ti pago dieci dollari, va bene?».
«Mi dispiace, ho smesso, sceriffo».
«E da quando?».
«Da adesso».
E dopo essersi allacciata un paio di bottoni, spronò il cavallo di Sandj verso
sud, lasciando dietro di sé polvere, sangue e una vita di merda.
Lo sceriffo decise di protestare con il titolare dell’hotel.
«Norman! Dove cazzo sei?!».
Salì le scale e andò a cercarlo.
Lo trovò vestito di grigio.
Accanto a lui, un altro cliente e una nuova puttana.
Molto bella, nonostante la posizione infelice.
La faccia premuta contro le assi del pavimento, gli occhi arrotolati su sé stessi,
la bocca aperta, la lingua sotto il palato.
Sotto di lei, un bagno di sangue.
Chi aveva ammazzato chi?
E Anna?
Si affacciò dalla finestra e urlò a un passante di far venire un dottore.
Le gambe della donna avevano dei sussulti.
La sollevò, trasportandola su un letto.
Il dottore fu lì in pochi minuti.
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